In sintesi il Pdl (GT da un lato e gli onorevoli meridionali dall'altro, strano caso di pensiero duale in un corpo che dovrebbe essere unico) pensa che lo sviluppo meridionale debba essere “diretto” in due modi: creando una banca che faccia credito alle aziende del Sud, visto che le stesse hanno problemi di accesso al credito e costi bancari maggiori delle omologhe del Nord. A nessuno viene in mente di vedere il perché: potrebbe essere che le aziende meridionali, notoriamente sottopatrimonializzate, abbiano rating Basilea 2 bassi, e quindi hanno minore possibilità di accesso al credito. Pagano quindi maggiori oneri bancari poiché le banche prestano il denaro con tassi diversi a seconda del “rischio cliente”. Ma siamo in Italia e la politica, appena vede uno spazio per “dirigere” gli imprenditori, ci si tuffa dentro. Il fallimento del Banco di Napoli non ha insegnato niente in Valtellina. Il mercato? Quello dei voti, please.
L'altra idea, già bocciata con un parere preventivo dall'UE, è quella solita: una low tax area sul modello irlandese. Anche qui si introducono storture al mercato senza alcun progetto di fondo: molte aziende troveranno conveniente trasferire la sede sociale senza apportare alcun beneficio, salvo che maggior lavoro ad avvocati, notai e studi di consulenza, che non è che abbiano il problema di cosa si mangia a tavola. Anche la eventuale correzione dell'obbligo di aprire anche una sede operativa non sarebbe migliore: in un'area fortemente sottoposta alla criminalità organizzata gli imprenditori “alieni” svolgendo una banale analisi costi-benefici continueranno a investire in altri paesi a bassa tassazione, ma con salari minori e rischi esterni praticamente nulli. Il mercato, quello serio, punirebbe pesantemente una scelta del genere, una competizione al ribasso del livello di tassazione senza che anche altri costi vengano ridotti. Ma il libero mercato sembra rimanere un'opzione sconosciuta ai partiti politici.
Cosa è artificiosamente alto oggi nel Mezzogiorno d'Italia? Qual è la stortura del mercato, posto che solo il libero mercato può generare sviluppo, quello serio, e non quello radiocomandato dai politici a caccia di voti? Essenzialmente due:
La prima stortura è il divario nel salario pubblico/privato, gia dibattuto su Nfa, che spinge chi può a entrare nel ricco mercato dei dipendenti pubblici e a non cercare lavoro nel privato, cosa che produce rigidità nel mercato del lavoro privato. È ovvio che se si introducesse una differenzazione salariale troppo elevata pubblico/privata si avrebbe solo una forte spinta all'emigrazione, con evidenti avvitamenti all'incontario dell'economia meridionale (ammesso e non concesso che la si voglia sviluppare..). Poiché il mercato del lavoro pubblico dovrebbe essere abbastanza rigido, ma l'accesso molto richiesto ecco che la politica crea i suoi spazi: raccomandazioni a iosa per la finta creazione di posti di lavoro inutili. Inoltre il raccomandato del potente è una specie a sè: non deve render conto al cittadino o al suo superiore, ma al suo (secondo lui) datore di lavoro, il politico che lo ha raccomandato, per cui si aggiunge anche la totale inefficienza di un sistema costosissimo, pagato dalle tasse dei cittadini del Nord.
L'altra stortura è la rigidità contrattuale introdotta dallo Statuto dei Lavoratori, che potrebbe andar bene (il condizionale è d'obbligo) in un mercato del lavoro sviluppato e con tasso di disoccupazione basso (il Nord Italia), ma che non ha alcun senso laddove invece il mercato del lavoro non è sviluppato e con tassi di disoccupazione elevati (il Sud Italia).
Insomma siamo alle solite, nonostante il modello dirigista abbia già abbondantemente fallito, introducendo storture tali che non è assolutamente conveniente aprire aziende nel meridione (tranne che per chi ha la sfortuna di nascerci), si continua a proporre tali modelli al solo fine di continuare a succhiare soldi e voti. I soldi al Nord e i voti al Sud.
Eh si, il mercato dei voti...al sud abbiamo una bella tradizione, non c'è che dire. Da me la cosa ha assunto connotati così drammatici in termini di dignità personale e tanto tragici in termini di svuotamente delle procedure democratiche che sono arrivato alla conclusione che, una volta accertato il voto di scambio, un cittadino dovrebbe essere privato dell'elettorato attivo e passivo per sempre.
Fantastica idea! Un momento, come si fa ad accertare il voto di scambio (mi si perdoni l'ingenuità).