La minaccia migrante

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A distanza di un mesetto dall'ultima ondata migratoria, proponiamo alcuni spunti di riflessione per stimolare la ragione in una società (quella italiana) bombardata da slogan mediatici pre elettorali. La nostra conclusione è che nel breve termine la peggior ricetta di politica immigratoria è il protezionismo e il razzismo acchiappavoti della Lega, mentre nel lungo termine la calamità è la miope linea berlusconiana di amicizia verso le dittature oppressive per interessi personali (chiamandoli però interessi "nazionali").

Gli immigranti sembrano essere percepiti, ogni giorno di più, come il grande problema nazionale, la vera minaccia, la fonte (principale, assieme al libero commercio con la Cina) di gran parte dei guai socio-economici che attanagliano il paese. La questione “immigrazione” - esplosa con particolare virulenza in seguito all’arrivo di circa 20-30mila “migranti” spinti sulle nostre coste dai conflitti nord-africani - è oramai da qualche anno al centro dello scontro e dell’insulto politico. La linea leghista, che qualche anno addietro veniva comunemente percepita come folle e che è riassumibile in un generalizzato “Fuori dalle palle”, è diventata oramai patrimonio nazionale come testimonia questo scambio su FB, uno dei tanti possibili.

[Signore A] Accogliamoli..accogliamoli. Video duro da digerire. [...] vergogna, vergogna, vergogna! [Un link rinvia ad un orrendo video dove una ragazza viene pestata e lapidata a morte in diretta. Non si capisce il paese in cui questo avviene; dall’Egitto all’Indonesia, son tutti candidati possibili].

[Signora B] Le persone che tirano in ballo l'emigrazione italiana [...] come argomento per accettare l'invasione che stiamo subendo sono in malafede. Tutti, ormai anche i ramarri sanno che quando nel 1800 partivano le navi per il Brasile ... o per gli Stati Uniti quello era l'ultimo atto di una trafila burocratica indispensabile. Era alla fine il ministero per il lavoro dello Stato ospitante che mandava il nulla osta per l'imbarco e, ne trovate esempi anche in internet; erano in tantissimi a partire, spinti dal bisogno, ma prima chiedevano, ed aspettavano il turno ed erano milioni.

[Signore A] Tante persone benpensanti preferiscono mettere la testa sotto la sabbia davanti all'invasione che stiamo subendo. Un video così schifoso ti fa capire in fretta che non è possibile intergrare persone così. Il multiculturalismo è fallito.

[Signora B] Non facciamo di ogni erba un fascio. Il principale motivo di rebellione dei giovani del nord africa è stata la libertà di culto. Bisogna state attenti a non esagerare anche nel propagandare certe cose, non tutti hanno capacità di analisi e sintesi e poi ci ritroviamo dei kkk nostrani

[Signore C] comunque sia quando vieni in un paese straniero devi cercare di "integrarti" ovvero, abbandonare quelle caratteristiche culturali che si oppongono a quelle del paese ospitante... come minimo... il brutto del discorso è che non siamo un paese multietnico, e mai accetteremmo di esserlo, nel caso in cui lo diventassimo... non siamo l'america senza radici, siamo popolazioni
con radici millenarie, non è facile accettare gente del genere... comunque il bandolo della matassa è sempre quello, potranno essere anche le persone migliori del pianeta, ma qui non hanno possibilità di sopravvivere perché non c'è lavoro neanche per noi figuriamoci per loro... non si deve essere contro l'immigrazione, ma essa deve avere un minimo di pianificazione tipo l'immigrazione [...] di fine '800 citata qui sopra da [Signora B]... gli immigrati prima di partire ricevevano un nulla osta e soprattutto, andavano a contribuire allo sviluppo di un paese in forte crescita, dove c'era una forte richiesta di forza lavoro... ma non è il nostro caso dei giorni d'oggi... purtroppo

[Il dialogo continua mentre i contenuti degenerano, quindi lasciamo stare].

 

Essendo economisti, siamo piuttosto coscienti che i problemi di questo tipo - cosidetti strutturali: più di due miliardi di persone vivono in paesi dove si fa la fame e non esiste speranza alcuna di crescita economica; i costi di trasporto mondiali son crollati; il disequilibrio demografico occidentale permane e forse si accentua - son risolvibili solo nel lungo periodo e non offrono l’opportunità per alcun magico toccasana. Per quanto possa sembrare la solita manfrina, che nulla serve di fronte ai drammi correnti, ci sembra inevitabile ricordare che solo politiche strutturali e durature possono servire a qualcosa. Purtroppo l’elettorato sembra ignorare questo fatto scordandosi, di conseguenza, che l’emergenza “migrazione” del 2011 è frutto diretto delle irresponsabili non-politiche dell’imigrazione praticate negli ultimi venti anni dai governi che si sono succeduti.

La completa assenza di tali politiche, da sola, sarebbe motivo sufficiente per gettare a mare - questo sì che sarebbe un “respingimento” socialmente utile - l’intera casta politica (di governo ed opposizione) la quale nulla ha fatto, dalla metà degli anni ‘90 in poi, per ridurre l’impatto di ciò che anche i ciechi vedevano venire ed è infatti poi venuto. Le politiche di lungo periodo, le uniche in grado di risolvere il problema, sono talmente ovvie che non ci sembra nemmeno il caso di doverne ripetere la litania ma ci si permetta di ricordarne una di particolare rilevanza attuale. Favorire la caduta dei regimi dittatoriali e corrotti che governano l’Africa del Nord e sub-sahariana, ed operare attivamente perché a governare quei paesi ci siano se non dei santi almeno non dei criminali, fa parte essenziale di tali politiche di lungo periodo. Quelli che oggi, al contempo, chiedono meno immigrazione africana ed una nostra neutralità nel conflitto libico (o, magari, un sostegno sottobanco a Gheddafi perché “con Gheddafi almeno facciamo affari”) si rendano conto, se non della propria imbecillità, almeno della propria incoerenza. Far fuori Gheddafi e favorire un minimo di libertà e di buon governo nei paesi nordafricani costituisce la politica “anti-immigrazione” maggiormente efficace, almeno in questo momento.

Veniamo all’immediato. Sembra che l'opinione pubblica italiana, in questo momento, non sia in grado di riconoscere che 25mila persone sono un numero risibile a fronte dei conflitti e delle trasformazioni in corso nel Nord Africa. La logica più elementare dice che se il costo consistesse in dare asilo temporaneo a quei 25mila bisognerebbe farci la firma. Si tratterebbe di un prezzo minuscolo per i vantaggi di lungo periodo derivanti da una minima democratizzazione di Libia, Tunisia, Algeria, eccetera. Che noi si sappia, all’interno della casta nessuno ha nemmeno provato a considerare questo fatto; nella medesima maniera, nessuno ha voluto notare che di un’ondata temporanea si tratta e che occorre gestirla come tale. In altre parole: serpeggia diffusa indignazione per la gestione politico-amministrativa del flusso d’immigrati illegali, una gestione che sottolinea (ce n’è ancora bisogno?) il completo fallimento di questo governo anche lungo le dimensioni, in un certo senso, più banali: le immondizie di Napoli, la ricostruzione dell’Aquila, il controllo e rimpatrio dei clandestini, i soccorsi a fronte di alluvioni relativamente modeste, eccetera. Questo problema, in un certo senso, è pre-politico perché esso coinvolge non solo i partiti (di governo ed opposizione) ma l’intera struttura burocratica centrale dello stato italiano. Assieme agli altri appena indicati ed a mille ancora, esso palesa la più completa incapacità dello stato italiano di prendersi cura delle necessità più elementari dei propri cittadini.

Nell’anno in cui si celebra l’unità ripetuti fallimenti di tali proporzioni sembrano ironicamente ricordare che essa ha prodotto uno stato zimbello, incapace di servire i propri cittadini ed incapace di palesarsi in maniera minimamente decente ed efficace verso l’esterno causando, con il proprio comportamento straccione ed incompetente, molti più danni di quanto sia necessario. Il problema, alla fine, si riduce da un lato ad una questione di capacità previsive e dall’altra al sapere o non sapere garantire l’integrità e la difesa delle acque territoriali! Evidentemente né al ministero degli esteri, né alla difesa, né agli interni sono capaci di rendersi conto con, diciamo, un mese di anticipio, che insurrezioni generalizzate in tutto il nord Africa genereranno anche ondate di profughi. Allo stesso tempo, marina e guardia costiera italiana non riescono nemmeno a pattugliare il Canale di Sicilia per impedire l’entrata in acque territoriali di scassati barconi di civili. Non osiamo immaginare cosa succederebbe se, a violare le acque territoriali, fossero vascelli armati libici o di altri paesi a noi ostili. Perché, alla fin fine, il problema di base quello è: d’un minimo d’efficienza statale. Non esiste: lo stato italiano è di fatto uno stato fallito nelle sue funzioni più elementari.

In secondo luogo, risulta ugualmente frustrante notare come le autorità governative non siano assolutamente in grado di distinguere i profughi di guerra dai clandestini. Allora scatta la politica padana bicefala : da una parte le sparate di Bossi, Borghezio e Gentilini stimolano la giustificata frustrazione dell’elettorato permettendo a costoro di prendere le finte vesti di gente pratica ma relegata all’opposizione. Nel frattempo, i loro compari adibiti a compiti di governo (Maroni, Zaia, Tosi, eccetera) si dedicano alla politica dell'accoglienza affrettata e brancaleonica. I clandestini si mischiano ai profughi e vengono regolarizzati con permessi "temporanei", per poi essere spalmati più o meno uniformemente sul territorio, perfino in costosi hotel pagati dall'erario come nella Verona del leghista Tosi. Il prodotto netto di tale ipocrisia politica consiste, neanche a dirlo, nel peggiore dei mali possibili: da un lato i clandestini d'ogni tipo, visto che sbarcare in Italia alla fine funziona, continueranno ad arrivare generando costi sia diretti che indiretti per il paese, dall'altro prende sempre più corpo un approccio razzista e nazionalista all'immigrazione, vista come la minaccia fatale da "combattere" anziché gestire e valorizzare.

È sconcertante pensare che il bacino di voti per il "protezionismo razzial-commerciale" di Bossi venga anche da una terra (quella veneta, da cui entrambi proveniamo) che deve le sue glorie storiche a secoli di apertura a scambi economici con il mondo, specie quello medio-orientale ora tanto temuto dagli omini verdi. È sconfortante rendersi conto che - in un'area socio-culturale (di nuovo, quella veneta) con alle spalle un migliaio di anni di storia repubblicana ed un sistema legale per secoli portato ad esempio in Europa -  si mantenga e cresca il supporto per la "legalità creativa" di Maroni, il quale risolve il problema dei clandestini dando essi permessi temporanei. Così non sono più clandestini, possono andare dove vogliono e, mal che vada, tutto si risolve attraverso un pubblico scazzo con la Francia ed una minaccia d'uscita dalla UE. Smargiassate dannose sul piano concreto ma che, in tempi elettorali, pagano.

P.S. Visto che siamo in atmosfera sia post-pasquale che pre-viaggio papale nel "NordEst" ci piace ricordare (fra i tanti possibili) questo piccolo fatterello storico (vedere qui, pagina 10, per i dettagli) che, forse, qualche insegnamento lo contiene.

 

[...] Dopo il divieto di Papa Bonifacio VIII di commerciare con gli Arabi, i Veneziani, che si dichiaravano "prima Veneziani e poi Cristiani" , erano gli unici cristiani ad avere mantenuto contatti economici con i musulmani. L'esenzione fiscale doveva invece attrarre a Venezia la manodopera, specializzata e non. Si presentava in questo modo un afflusso di lavoratori spinti all'immigrazione da motivi politici e religiosi (ad esempio i Greci e gli Slavi di fronte all’invasione ottomana) [...] oltre naturalmente a un afflusso umano proveniente da aree caratterizzate da forte sottosviluppo economico e strutture sociali poco flessibili.

 

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Commenti

Ci sono 336 commenti

Scusa non ho capito cosa avreste fatto VOI. Per esempio, una volta distinti profughi (definiti come? solo i libici o anche i tunisini? E i somali?) da clandestini cosa avreste fatto. Dato un permesso permanente ai primi e rimandati indietro (come?) i secondi? E come, senza accordo con i paesi di partenza? O terreste in campi (non colabrodo) i secondi? Oppure direste alla guardia costiera di respingere tutti i barconi - trainandoli al limite delle acque tunisine (dentro non si può, senza accordo con i tunisini)? Altre idee?

PS io da tempo sostengo che bisogna organizzare  l'immigrazione aprendo uffici nei paesi fonte offrendo passaggi a prezzi "politici" con permesso di soggiorno (diciamo metà del prezzo di mercato attuale) in numero adeguato (non le 100000 annue) ed allo stesso tempo respingere gli altri. Ma è una politica che presuppone l'accordo con detti paesi ed una minimo di organizzazione statale

PPS l'informazione sull'organizzazione dell'emigrazione italiana è solo in parte vera. Vale per Argentina e Brasile (e non per tutti). Quella per gli USA era del tutto "libera"

 

Oppure direste alla guardia costiera di respingere tutti i barconi

Anche. 20km dalla costa tunisina non mi sembra una cosa disumana. E' la distanza da Lignano a Capo d'Istria: te la fai anche a remi. 

 

 

20km dalla costa tunisina non mi sembra una cosa disumana. E' la distanza da Lignano a Capo d'Istria: te la fai anche a remi.

 

Davvero? un barcone sovraccarico, gli scafisti appena vedono la motovedetta sfasciano il motore, l'imbarcazione non può governare e va presa a traino. 

Incidentalmente, se ad entrare nelle acque terrioriali fossero navi militari ostili ed aggressive, la reazione sarebbe molto più facile. L'Italia sarà pure un failed state,  ma non è che la marina italiana sia dotata delle navi a vela del capitano Hornblower, quando l'arma più potente era il cannone ad avancarica.


Anche secondo me l'entità numerica dei migranti avrebbe dovuto indurre più miti consigli e mostrare la capacità di organizzazione dell'Italia, ma evidentemente, come detto, paghiamo una incapacità di fondo a organizzare alche i servizi essenziali per i cittadini, figuriamoci per gli immigrati.

Aggiungo. La porosità, per non dire peggio, delle frontiere marine è incredibile. Nel sud-ovest sardo, due o tre anni fa, erano frequenti gli sbarchi di algerini...beh non è una battuta dire che almeno per le prime volte erano i cittadini italiani che scorgevano casualmente i migranti nelle spiagge o nelle strade e informavano carabinieri e polizia. Anche io allora mi sono sempre chiesto: ma se volesse sbarcare un gruppo di algerini, o chi per loro, con intenti non pacifici e attaccare un impianto industriale della zona, CHI o COSA li fermerebbe? A me tutta questa inerzia nel controllo delle frontiere marine sembra incredibile, almeno paragonata all'attenzione che si presta ai controlli, per esempio, in aereoporto.

Infine, una speciale minzione al metodo Maroni del rilascio di visti temporanei con conseguente immissione dei clandestininell'area Schengen. A me tutta la vicenda ha richiamato la solita Italietta dei trucchetti procedurali, del cavillo usato per toglierci dai casini, delle carte in regola e poi "se la vedano loro"...ovvio che la Francia avrebbe poi opposto resistenza.

 

 

La porosità, per non dire peggio, delle frontiere marine è incredibile.

 

In effetti è così. Ma per es. già in Francia, e senza contravvenire a Schengen, le cose sono molto diverse. Perfino d'estate, in aree di forte presenza turistica (Corsica, Costa Azzurra), quando si entra anche sulla più inoffensiva barca a vela in acque francesi si è comunque visti e segnalati. Oltre ad esserci una rete ben fitta di posti attrezzatissimi di sorveglianza costiera da terra (cosiddetti CROSS, Centre Régional Opérationnel de Surveilklance et Sauvetage) ai quali NULLA sfugge all'interno delle acque nazionali, navigando per diporto in acque francesi capita di essere avvicinati con discrezione da un gommone della Gendarmeria o delle Dogane, non vi disturbano minimamente nè chiedono niente, semplicemente vi vedono, annotano l'immatricolazione dell'imbarcazione, e se ne vanno.

Questo significa aver cura dei propri confini. Anche nel clima più tollerante e liberale, è un modo di rispettare sè stessi, che è il primo requisito per poter pretendere il rispetto altrui.

GD

Unica nota su un'articolo che condivido.

La Marina non interviene perchè non avendo funzioni di polizia giudiziaria non puo far nulla in questi casi. Almeno era cosi quando ero in servizio io e si facevano gli stessi identici discorsi riguardo all'immigrazione albanese.

La notte a bordo seguivamo le tracce radar una per una.

Però la Capitaneria di Porto potrebbe farlo, o no?

Bell'articolo!!

Concordo sulle politiche anti dittatoriali: quello che la gente non capisce è che i migranti non verrebbero in Italia se nei loro paesi ci fosse libertà e democrazia, anche se non sviluppati come qui da noi, ma con la possibilità di migliorare, perchè, come si dice, nonostante tutto a casa propria si sta meglio. 

Se ci son oquelle condizioni, il muratore, falegname, operaio etc etc non partirebbe dalla Libia, Algeria, Tunisia per venire in Italia, non avrebbe alcun motivo di farlo. Tanto per capire: quanti muratori oggi dall'Italia prendono e vanno in Germania? Pochissimi, quasi nessuno.

I pochi che verrebbero qui sarebbero gli unici spinti a "migliorarsi", ovvero i laureati, la manodopera specializzata e tutte quelle categorie di persone che verrebbero qui e poi un giorno torneranno nei paesi d'origine (quando saranno pronti per questo) a portare ciò che hanno imparato.

Articolo eccellente e condivisibile. Due sole annotazioni, una generale e una particolare.

Sul generale, mi sembra che questo articolo sia da leggere come esempio applicativo di questo intervento di pochi giorni fa. Tutto è figlio del profondo istinto negazionista nei confronti della realtà, che produce poi la menzogna politica come stile di governo.

Come si imbelletta la triste realtà economica, dando un po' di lampada ad una facies comatosa,  ugualmente si mostrifica l'arrivo dei 25mila profughi o clandestini che siano, inducendo nell'immaginario elettorale lo spavento di fronte ad una esodo biblico che farà affondare la nostra barca (poco prima dichiarata sostanzialmente inaffondabile...).

Nel particolare, non è legalmente possibile pattugliare con navi italiane il limite delle acque tunisine, respingendo i barconi al loro interno: questo può esser fatto solo in collaborazione esplicita con le autorità tunisine. In acque internazionali succede inevitabilmente quel che ha descritto Luca Barba, che è del mestiere.

GD

 

 

www.noisefromamerika.org/index.php

Del mestiere e' troppo direi :-)

Ho servito in Marina per il complemento e poi ho continuato a lavorare sulle piattaforme MMI, conservando un interesse ed un sano rispetto per un gruppo magari non grande ma molto professionale e preparato in media.

 

Si dice che fare affari con i dittatori sanguinari sia il modo migliore per non risolvere il problema dell'immigrazione. 

Ma se guariamo alla Libia, scopriamo che ha un PIL pro capite molto superiore a quello egiziano e degli stati nord africani in generale. Alla luce di ciò, perchè fare affari con Gheddafi sarebbe sbagliato? E' vero che ha distribuito una parte della ricchiezza (o comunque più di quanto hanno fatto altri) oppure è falso? 

Ovviamente parlo del nostro tornaconto, perchè che sia sbagliato moralmente mi pare indiscutibile.

 

Ovviamente parlo del nostro tornaconto, perchè che sia sbagliato moralmente mi pare indiscutibile.

 

Se tralasciamo l'aspetto morale o se, pur avendolo a cuore, consideriamo che i vicini non li puoi scegliere e quindi con la Libia bisogna avere relazioni diplomatiche e di affari, rimane il punto del come si fanno le cose. Ad esempio: baciamani di dittatori o difese di stragi (Putin in Cecenia) non sono nè opportune nè necessarie nè richieste.

Ottimo tempismo per la nuova prospettiva di un argomento che non finisce mai di stupirci. Ci avete anche risparmiato le procedure di regolarizzazione che aveva organizzato il governo B2 (2001-2006) con la "scoperta" che il numero di richiedenti superava di gran lunga il numero stimato dei clandestini nel ns paese dal ministero degli interni. All'epoca si parlava di mezzo milione di persone interessate. Meno male, che c'erano tante cose da ricordare. All'epoca, sghignazzavo tra me e me perchè mi dicevo "per regolarizzare la propria badante, va bene qualsiasi procedura, però per la questione immigrazione nel suo insieme, non se ne parla, anzi, tacere..."

Girare le domande poste dagli autori agli stessi autori è un sistema noioso di fare finta di dare il suo contributo al dialogo. Veramente mi aspetterei un modo meno scontato di esprimere un dissenso. Troppo semplice chiedere "cosa faresti tu invece?", dal momento in cui l'apertura della discussione comincia dal focus sulla problematica stessa.

Altro segno dell'inconfutabile confusione gestita ad arte: prima (della Pasqua!) si giura che non si sparera mai, men che meno usare le bombe. Dopo (La Pasqua, il giorno della Pasquetta!) invece scopriamo che le bombe si possono sganciare, che degli addestratori militari sono già all'opera ecc...

Finalmente, il governo del Fare (Uest?) si è deciso ad agire con una campagna di comunicazione bilaterale a sostegno delle sue azioni in cui si definiscono le due posizioni come essendo gradite dal governo: sparare e non sparare, cosi, finalmente, si è scoperta la legge del "sempre nella linea del giusto, a seconda di chi hai come interlocutore..."

E ovvio che tutte queste azioni sono necessarie per mantenere la posizione di riferimento del paese nell'ambito della diplomazia internazionale. Quello che fa sorridere è che si ha paura di esprimere una propria linea (in marketing: posizionamento) perchè forse non si riesce a conoscere la posizione della maggioranza del proprio popolo. In alternativa, si opta per la linea bilaterale, con una posizione affermata e la propria  contraria, in modo tale da coprire tutte le alternative possibili: il sogno di ogni imbonitore!

 

 

 

Ultima considerazione riguardo la legittimnita del permesso temporaneo per sbarazzarsi degli intrusi e rifilarli  a sti rompiballe di francesi: come si fa sostenere una linea del genere, quando la propria legittimita ideologica afferma: "padroni a casa nostra!". Quindi, scusate se è poco, i francesi non dovrebbero poter applicare la stessa posizione perchè da fastidio a due-tre genialoidi italioti?

Per fortuna, non ci sarà bisogno di lanciare referendum o elezioni del caso per sincerarsi della posizione UE in merito. Assumersi SHENGEN non significa poter rifilare agli altri il frutto delle non responsabilità proprie. Significa esattamente il contrario, che che ne dicano i diretti interessati al governo.

Mi permetto di dire a Frattini and Co :"Continuate a lavorare, adesso vi siete immessi sulla strada giusta. Scommetto che arriverano anche soluzioni giuste  a sostegno del governo italiano a fronte di maggior impegno sul controllo delle proprie frontiere."

 

Io faccio questa semplice considerazione, da cui dovrebbe partire l'analisi :

Toccasse a me guardando mio figlio che ha fame ed un futuro miserabile cosa farei?

 

FAREI QUALUNQUE COSA POSSIBILE

 

La soluzione e' quella dell'articolo non i cannoni o i campi in Libia.

Ma, a monte, un po' di paternità o maternità responsabile, sarebbe fuori di luogo?

C'è un punto che non mi è chiaro: nell'articolo prima si dice:

Essendo economisti, siamo piuttosto coscienti che i problemi di questo tipo - cosidetti strutturali: più di due miliardi di persone vivono in paesi dove si fa la fame e non esiste speranza alcuna di crescita economica; i costi di trasporto mondiali son crollati; il disequilibrio demografico occidentale permane e forse si accentua - son risolvibili solo nel lungo periodo e non offrono l’opportunità per alcun magico toccasana.

e poche righe più sotto:

Veniamo all’immediato. Sembra che l'opinione pubblica italiana, in questo momento, non sia in grado di riconoscere che 25mila persone sono un numero risibile a fronte dei conflitti e delle trasformazioni in corso nel Nord Africa. La logica più elementare dice che se il costo consistesse in dare asilo temporaneo a quei 25mila bisognerebbe farci la firma.

Insomma qual'è il problema che stiamo esaminando: due miliardi di persone o 25mila? Perchè se anche un paese scalcagnato come il nostro puó sicuramente gestire 25mila persone, due miliardi sono un problema niente affatto risibile.

Ora chiedo ai prof. Pizzati e Boldrin di immaginare per un momento di essere al posto di due di quei due miliardi. Vivete in un paese "dove si fa la fame e non esiste speranza alcuna di crescita economica"; magari c'è una guerra civile e se uscite di casa la mattina non siete sicuri di rientrare la sera; venite a sapere che vostro cugino, o il cognato di vostro cugino insiema ad altri 25mila ha preso una barca ed è sbarcato in un altro paese il cui nome non vi dice molto ma dove qualcuno vi fornisce un tetto, fosse anche una tendopoli, tre pasti al giorno, magari frugali, acqua potabile (in certi paesi manca), assistenza sanitaria, magari imperfetta ma meglio di niente, un'istruzione per i figli e in prospettiva un lavoro e una casa. Cosa fareste al posto loro? Non appena accolti i primi 25mila se ne presenterebbero immediatamente altri 25mila e cosí via. Il limite superiore sono i due miliardi di cui sopra. E se ad un certo punto diremo basta, cosa risponderemo al primo respinto quando ci chiederà: "perchè avete accolto mio cugino e non me? Io sono altrettanto disgraziato di lui".

C'è un punto che non mi è chiaro: nell'articolo prima si dice:

W' la stessa cosa. Avviare a soluzione i problemi di 2 miliardi, risolve anche la questione dei 25000. Il punto è innescare democrazia e svilupo nei paesi possibile fonte di immigrazione e comunque addlitti da dittature parassite.

Guardate che il senso di sopravvivenza che spinge questi disgraziati a prendere tutti sti rischi per l'attraversata, affidandosi ad altretanti delinquenti, non ha bisogno di questi mezzucci per legittimare il loro viaggio verso terre sconosciute.

Non esiste nessun altro motivo per giustificare tale impresa: morire di fame e senza speranza per se per la propria famiglia è abbastanza per cercare fortuna altrove.

 Le tesi sull'immigrazione (da quelle statistiche a quelle comportamentali) e sull'integrazione una volta arrivati sul posto sono sviscerate al dilà di qualsiasi orientamento politico. I sociologi del mondo occidentale (apparentemente Italia a parte) hanno scritto fiumi di saggistica sul tema e, chiaramente, bisogna ammettere che da questa parte delle Alpi sembra una materia recente.

Al liceo classico, nella materia di geografia, esattamente 30 anni fa, si parlava di questa materia: i flussi migratori dopo la decolonizzazione (quindi questione nordafrica per la Francia, Algeria sopratutto, dopo la fine dell'era Francese nel '62) e chiaramente anche sotto l'aspetto prospettive mondiali del futuro mezzo secolo (quindi ci siamo) e le problematiche legate all'integrazione.

All'epoca, si parlava di una soglia limite di accettazione di presenza immigrata in una collettività al 12%. Soglia oltre la quale si sarebbero verificati problemi di insofferenza degli autoctoni verso gli immigrati.

Guardando cosa si è verificato in Francia negli ultimi 30 anni, direi che la politica di integrazione a tutti i costi non ha funzionato per tutti, che tanti hanno dato dei buon motivi al rigetto sociale caro  alla lega, condivisibili per esperienza. (episodi dolorosi sono stati fra tutti le rivolte delle banlieues, che alla fine della fiera non sono state motivate dai giovani in questione, in seguito alle campagne di confronti con le popolazioni organizzate dallo stato).

Però sappiamo che la negazione sistematica dell'esistenza di una problematica a livello planetario è il più sicuro modo di andare a "scoprire" ogni anno di essere terra di destinazione dei disgraziati del globo. Non fare niente è semplicemente peggio di qualsiasi altra azione.

 

 

uno dei migliori post letti qui su nfa.

complimenti

Marco, per il "famoso" discorso di Chirac che dici tu, non saprei. Da quando vivo in Italia, mi nutro di molte più notizie dal fronet Italiano che non da quello francese, anche se mi guardo il TG quando possibile.

trovato.

Ps: ovviamente mi riferisco al riferimento alle spese sociali, non ai toni razzisti (le bruit et l'odeur) del discorso.

 

Da come sento tutti i leghisti parlano di "aiutarli a casa loro" ... Ottimo. Se poi si tagliano i fondi per la cooperazione come ha fatto questo governo beh allora queste rimangono solo parole vuote per farsi votare da qualche nordista incazzato. Anche la contrarietà della Lega sull'intervento militare è pura propaganda visto che comunque sia, in un modo o nell'altro, i disperati arrivano e arriveranno.

Purtroppo l'immigrazione è un problema talmente complesso che non si risolve con i proclami di nessun genere. 

Le contradizioni leghiste stanno cominciando ad arrivare anche ai cervelli dei giornalisti meno formatati, ed era ora veramente.

In effetti, impedire la partecipazione Italiana alla manovra internazionale in quella zona sta proprio a significare che la Lega non capisce che una volta assunto il ruolo principale di amministrazione, non puoi continuare a promuovere l'assenza di presa di posizione come coerente con la tua propria posizione.

Se sei tu a decidere cosa devi fare per conto del tuo proprio paese, la devi smettere di dire che sei contrario a quello che si fa: lo devi fare e basta. Se no è proprio come avere le mani che agiscono senza aver ricevuto l'autorizazione dalla propria testa!!!

A parte che la Libia non è sufficiente per la limitazione degli sbarchi in quanto stanno arrivando dalla ... Tunisia, quindi se si vuole mettere in pista un dispositivo efficace per limitare questi attuali flussi, servirà ben altro di un paio di slogan sboccati per arrivarci.

Gavin servei funsionanti? Prego accomodatevi che spetemo un attimin de vedere.

 

Statistiche presumo affidabili, non faccio conclusioni su questi numeri, volevo solo mettere qualcosa nero su bianco.

http://www.oecd.org/document/41/0,3746,en_2649_37415_45591593_1_1_1_37415,00.html

 

 

 

 


1999200020012002200320042005200620072008
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% of total population4,94,85,04,95,05,05,05,15,55,8
ESPSpain
923,91 370,71 977,92 664,23 034,33 730,64 144,24 519,65 268,85 598,7


% of total population2,33,44,96,47,28,79,510,311,712,3
FINFinland
87,791,198,6103,7107,0108,3113,9121,7132,7143,3


% of total population1,71,81,92,02,12,12,22,32,52,7
FRAFrance
3 258,5..........3 501,13 541,8....


% of total population5,6..........5,75,8....
GBRUnited Kingdom
2 208,02 342,02 587,02 584,02 742,02 857,03 035,03 392,03 824,04 196,0


% of total population3,84,04,44,54,74,95,25,86,56,8
GRCGreece
273,9304,6355,8436,8472,8533,4553,1570,6643,1733,6


% of total population2,52,83,24,04,34,85,05,15,76,6
HUNHungary
153,1110,0116,4115,9130,1142,2154,4166,0174,7184,4


% of total population1,51,11,11,11,31,41,51,61,71,8
IRLIreland
117,8126,3155,0187,7222,2222,8259,4......


% of total population3,13,34,04,85,65,56,3......
ITAItaly
1 340,71 379,71 448,41 549,41 990,22 402,22 670,52 938,93 432,73 891,3


% of total population2,22,42,52,73,54,24,65,05,86,6
JPNJapan
1 556,11 686,41 778,51 851,81 915,01 973,72 011,62 083,22 151,42 215,9


% of total population1,21,31,41,51,51,51,61,61,71,7
KORKorea
169,0210,2229,6271,7460,3491,4510,5660,6800,3895,5


% of total population0,40,40,50,61,01,01,11,41,71,8
LUXLuxembourg
159,4164,7166,7170,7177,8183,7191,3198,3205,9215,5


% of total population36,037,337,538,138,639,340,441,643,244,5
NLDNetherlands
651,5667,8690,4700,0702,2699,4691,4681,9688,4719,5


% of total population4,14,24,34,34,34,34,24,24,24,4
NORNorway
178,7184,3185,9197,7204,7213,3222,3238,3266,3303,0


% of total population4,04,14,14,44,54,64,85,15,76,4
POLPoland
......49,2......54,957,560,4


% of total population......0,1......0,10,20,2
PRTPortugal
190,9207,6360,8423,8444,6469,1432,0437,1446,3443,1


% of total population1,92,13,54,14,34,54,14,14,24,2
SVKSlovak Republic
29,528,829,429,529,222,325,632,140,952,5


% of total population0,50,50,50,50,50,40,50,60,81,0
SWESweden
487,2477,3476,0474,1476,1481,1479,9492,0524,5562,1


% of total population5,55,45,35,35,35,35,35,45,76,1
TURTurkey
..271,3................


% of total population..0,4................

Hai ragione Steve, di andarci piano con le conclusioni: senza ritegno uno ti potrebbe dire che la composizione etnica del Lussemburgo sta cambiando: a ragione di ingressi all'altezza di 40 % l'anno, nel giro di 3 anni i "bianchi" saranno messi in minoranza...

Chiaramente, dati numerici senza un minimo di presentazione valgono solo a fini aritmetici.

Una tabella del genere viene poi presentata in ambito geografico: la somma totale degli ingressi sarebbe apprezzabile con le provenienze dettagliate.

Il dato sorprendente è quello della Germania che, si presume dal valore numerico assoluto e in proporzione al totale della popolazione complessivo, non ha fermato gli ingressi dal suo lato Est, mentre le etnie Turche prosseguono indisturbate. Comunque, Francia ed Inghilterra sono raggiunte dall'italia nelle proporzioni annue. Però è un effetto molto recente.

Qualcuno mi spiega quale sia la questione sottostante tutto questo dibattito su chi ha una percentuale più alta di "residenti NATI all'estero"?

Alberto Lusiani mi ha convinto con i dati Eurostat che, in Italia, il flusso d'immigrazione (che era storicamente basso) è aumentato dal 2000 circa in poi, raggiungendo livelli uguali a quelli degli altri grandi paesi europei. Ossia, oggi la percentuale di nati all'estero - che per decenni in Italia era molto inferiore a quelle di Francia, Belgio, Germania, UK, eccetera - è ora simile alle loro. È successo anche in Spagna, dove la cosa è iniziata qualche anno prima ed è andata più rapida, ragione per cui quella percentuale oggi in Spagna è sostanzialmente ancora maggiore dell'italiana (doppia, secondo i dati OECD, un po' meno che doppia secondo Eurostat).

Quindi? Bene, male, così così? What's the point?

Vogliamo farne una questione di "composizione razziale"? Se quello è il problema allora servono i dati sulle RAZZE. Come, giustamente, qualcuno ha ricordato paesi d'antica immigrazione (Belgio, Francia, Germania, UK ...) hanno forti percentuali di nati nel paese che sono di razza altra da quelle che si associa normalmente al paese d'origine. Dubito che, per esempio, la composizione razziale, italiana sia tanto variegata quanto quella francese o inglese o tedesca o belga ...

QUINDI? What's the point?

Composizione demografica? Forse che sono arrivati troppi giovani/donne/vecchi/bambini/mezzaeta'/quellochevoletevoi? Qualcuno dovrebbe dimostrarmi che la composizione per età e sesso della popolazione residente in Italia è stata "sbilanciata" dal fenomeno migratorio. Io mi gioco cento lire che, invece, è stata "ribilanciata" ... vogliamo scommettere?

Altro? Orientamenti sessuali? Religione? Insomma, what's the point?

se possa azzardarmi nell'interpretazione dei commenti sull'aumento dei flussi migratori,direi che l'idea è:" i governi italiani degli ultimi 10 anni sono stati incapaci di controllare il crescente fenomeno dell'imigrazione, che se marginale fino alla prima metà dei '90, è divenuto sempre più intenso fino a raggiungere - ed in qualche caso superare- altri paesi europei. Dovremmo fare come la germania [cioè?] ed  invertire la tendenza"

questa interpretazione vale sopratutto per Lusiani, il cui leitmotiv di tutti i post è "viviamo nello stato più stupido del mondo, con il governo più inefficiente del mondo e tra 10 anni saremo destinati al disastro". sbaglio?

 

Personalmente credo che queste siano solo verità moooolto parziali. Il problema dell'italia è uno: LA MANCATA CRESCITA. Ed in un paese che non cresce il fenomeno immigratorio appare molto più grave di quello che in realtà è.

Difatti, anche negli altri paesi UE, fino al 2005 l'immigrazione non era vista come un disastro naturale da fermare ad ogn costo ( a parte in spagna dove gli si sparava contro). Dal 2008 in po, dopo la crisi, si sono alzate ovunque le bariere e le grida di allarme.

per l'italia ciò è ancora più vero

 

 

Alberto Lusiani mi ha convinto con i dati Eurostat che, in Italia, il flusso d'immigrazione (che era storicamente basso) è aumentato dal 2000 circa in poi, raggiungendo livelli uguali a quelli degli altri grandi paesi europei. Ossia, oggi la percentuale di nati all'estero - che per decenni in Italia era molto inferiore a quelle di Francia, Belgio, Germania, UK, eccetera - è ora simile alle loro.

 

Secondo i dati Eurostat il flusso di immigrazione in Italia dal 2002 in poi non e' stato circa uguale a quello dfegli altri grandi Paesi europei, e' stato invece significativamente superiore.  Per ogni 1000 residenti, dal 2002 al 2009 inclusi l'immigrazione netta in Italia e' stata:

  • 3.3 volte la Francia
  • 9.1 volte la Germania
  • 2.3 volte l'Inghilterra

 

Quindi? Bene, male, così così? What's the point?

 

Ci sono almeno due osservazioni da fare.

La prima e' che i numeri non sono generalmente conosciuti in Italia e ci sono persone di tutti i generi, anche su nFA, che fanno affermazioni completamente sbagliate sul tema. Il primo prerequisito per discutere e' conoscere i dati e lasciar perdere le favole dei politici e del circo mediatico italiano.

La seconda osservazione e' che il numero di immigrati annuali in rapporto ai residenti, per mia valutazione personale, e' eccessivo particolarmente a causa delle disfunzionalita' dello Stato italiano e specificamente a causa dell'incapacita' dello Stato italiano di gestire in maniera decente e civile l'ordine pubblico, la giustizia civile e la giustizia penale.

Dal punto di vista puramente economico la crescita del PIL italiano pro-capite dal 2002 ad oggi rimane significativamente inferiore ai Paesi elencati e anche rispetto alla Spagna, mentre il Paese con minore immigrazione netta, la Germania, rappresenta un modello in Europa per crescita economica.

L'inefficienza e la stupidita' dello Stato italiano nel controllare l'immigrazione verra' confermata secondo le mie previsioni dai dati sull'immmigrazione netta del 2010, che l'Eurostat deve ancora pubblicare.  Questa quindi e' una previsione personale che si potra' controllare entro un anno.  La mia previsione, dopo aver letto le stime italiane ISTAT, e' che in Italia l'immigrazione continua sostanzialmente invariata anche negli anni di crisi economica, mentre gli altri Paesi l'hanno controllata o drasticamente ridotta, particolarmente la Spagna di Zapatero, dove era molto elevata prima della crisi.

Sul tema favole e stupidaggini in contrasto con i dati fattuali segnalo le recenti affermazioni di Tremonti, da

 

1006611/tremontiimmigrati-da-noi-lavorano

"L'Italia è un Paese in disoccupazione o in piena occupazione?". Se lo chiede il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine dell'International Monetary and Financial Committee a Washington. "In Italia ci sono 4 milioni di immigrati, tra cui moltissimi giovani che lavorano da mattina a sera e anche di notte. E' un Paese che offre lavoro a certe condizioni a certe persone", ha spiegato Tremonti.

Strigliata ai giovani: "Si adeguino al mercato"

A Washington per i lavori del Fondo monetario internazionale, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si chiede: "Quando si ha un Paese come il nostro che ha accolto 4 milioni di immigrati che lavorano si ha disoccupazione o piena occupazione?". Una lettura che vale anche per i giovani senza lavoro. "Non mi risulta", osserva il ministro in conferenza stampa, "che tra questi 4 milioni di immigrati, di cui moltissimi giovani, che lavorano da mattina a sera e a volte anche di notte, ci sia disoccupazione giovanile".

"E questo - rileva - formula un'idea sulle cause e i perché" del fenomeno. L'Italia, sottolinea l'inquilino di via XX settembre, "offre lavoro a certe condizioni e a certe persone. Evidentemente non c'è richiesta di questo lavoro da parte di altri". E a chi chiede se occorra chiudere all'immigrazione o siano i giovani italiani a doversi adeguare, Tremonti replica secco: "Escludo la prima ipotesi".

 

Secondo le Tremonti la disoccupazione sarebbe principalmente un problema dei nativi italiani mentre gli immigrati sarebbero piu' o meno tutti occupati.  Sono stupidaggini.  Secondo i dati ISTAT nel Nord Italia, dove risiede la maggior parte degli immigrati, il tasso di disoccupazione degli stranieri e' molto superiore a quello dei nativi, piu' che doppio, e il tasso di occupazione e' simile. L'afflusso di immigrati in Italia ha aggiunto al problema della disoccupazione nel Sud  l'ulteriore problema della disoccupazione degli immigrati nel Nord. Solo i pochi stranieri del Sud Italia (~12% del totale) hanno una disoccupazione inferiore ai nativi.

Secondo l'ISTAT questi sono i numeri nel 2009:



NordCentroMezzogiornoTotale
Tasso di
inattività
(15-64 anni)
Popolazione
straniera
26.624.935.827.3
Popolazione
nazionale
31.134.049.338.4
Tasso di disoccupazionePopolazione
straniera
11.311.89.311.2
Popolazione
nazionale
4.66.712.67.5
Tasso di occupazione
(15-64 anni)
Popolazione
straniera
65.166.258.364.5
Popolazione
nazionale
65.761.544.356.9

 

Qualcuno mi spiega quale sia la questione sottostante tutto questo dibattito su chi ha una percentuale più alta di "residenti NATI all'estero"?

Per esempio che la Bossi Fini molto probabilmente ha avuto l'effetto opposto a quello che si voleva.

[non ho ancora finito di leggere tutti i commenti di oggi (problemi di connessione) pero' ..]

per favore Boldrin, anche se questo post e' di un argomento diverso, la domanda desidero fartela da Febbraio dal tempo dei primi "sandali"....

Question: alla radio oggi il radiogiornale ha riportato i nuovi dati ISTAT della disoccupazione giovanile italiana al 28%

Perche' questo dato non preoccupa come dovrebbe? Perche' l'Italia non punta sui giovani?

per favore commenta questo dato. Grazie

Anche se la domanda è diretta al Professor Boldrin.

Semplicemente perchè puntare sui giovani non migliora la vita di chi ha il potere decisionale.

I loro di giovani sono destinati ad ereditare il potere.

 

Fosse solo la disoccupazione corrente: http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/2133

Non so cosa commentare, dopo tutto quello che abbiamo scritto sul tema.

Io dell'Italia, dirò la verità, mi sto stancando di nuovo. Oramai scrivo quasi solo per diletto intellettuale. Mi sembra un paese in viaggio dritto dritto, ed orgogliosamente, verso un declino fascistoide ed imbarazzantemente volgare.

Ai giovani posso solo consigliare di prendere il treno ed andarsene, se hanno voglia di lavorare. Grazie alla UE non serve nemmeno il passaporto e nel Nord Europa cercano gente sveglia che sappia far le cose.

 

Question: alla radio oggi il radiogiornale ha riportato i nuovi dati ISTAT della disoccupazione giovanile italiana al 28%

Perche' questo dato non preoccupa come dovrebbe? Perche' l'Italia non punta sui giovani?

 

ma loro si preoccupano? 28% è un'enormità eppure...non si sente niente!

Non mi si fraintenda: non è una provocazione, è veramente una domanda! Dovrebbe esistere un forte disagio giovanile, ma non ne ho evidenza alcuna, a parte (forse) la manifestazione contro il precariato.

 

Question: alla radio oggi il radiogiornale ha riportato i nuovi dati ISTAT della disoccupazione giovanile italiana al 28%

Perche' questo dato non preoccupa come dovrebbe? Perche' l'Italia non punta sui giovani?

 

Risposte brevi:

  1. mi sembra un dato normale e scontato per l'Italia, dati i tempi di crisi non riassorbita
  2. l'Italia non punta sui giovani perche' e' un Paese stupido e con una cultura politica e una cultura generale scadente e fallimentare

Andando un po' piu' nel dettaglio va premesso che come per ogni statistica italiana e' insensato considerare l'Italia unita, vanno considerati almeno i dati disaggregati tra Sud e Centro-Nord.

Siccome all'ISTAT non lavorano bene, non trovo facilmente nel loro sito web questa disaggregazione per il 2011, ma se leggi http://www.istat.it/dati/catalogo/20110408_00/volume_NoiItalia2011.pdf puoi constatare come nel 2009, con disoccupazione giovanile al 25%, la disoccupazione giovanile del centro-nord era 20%, esattamente nella media europea, mentre nel sud era al 36%, mostrando le ben conosciute e usuali patologie.

Con ogni probabilita' il 28-29% di oggi si divide in maniera simile.  E' possibile che l'Italia sia peggiorata rispetto all'Europa (in media peggiora sempre, anno dopo anno) tuttavia non mi aspetto che il peggioramento sia significativo.  In conclusione, il 28% di disoccupazione giovanile e' un dato tipico dell'Italia in momenti come questo di crisi economica non riassorbita, ed e' vicino - per la parte d'Italia confrontabile con l'Europa - alla media europea. Complessivamente, a causa delle patologie del Sud Italia, facciamo tuttavia peggio della media europea.

L'Italia infine conferma la sua attitudine a trattare male i giovani: la disoccupazione giovanile si confronta peggio della disoccupazione complessiva rispetto alle medie europee, oltre a cio' i giovani italiani sono mediamente meno retribuiti e hanno posizioni meno stabili rispetto agli anziani, mentre nelle medie europee le caratteristiche degli impieghi dei giovani ed anziani sono piu' simili.

Ti sbagli, sono i giovani che non vogliono un futuro. Così dice tale Santo Versace (PDL):

www.blitzquotidiano.it/agenzie/santo-versace-i-giovani-non-vogliono-lavorare-ma-il-posto-fisso-e-al-cimitero-830853/

 

 

Oggi i ragazzi non vogliono lavorare, vogliono solo il posto fisso, aspettano il 27''. E' duro l'attacco alle nuove generazioni del presidente di Fondazione Altagamma e deputato del Pdl, Santo Versace, al convegno 'Cervelli in fuga: una risorsa per l'Italia. ''Abbiamo piu' posti di lavoro che lavoratori – continua Versace – ai giovani ricordo che, come diceva mio padre, l'unico posto fisso e' al cimitero''.

 

Mi domando per quale motivo i ragazzi non sono sotto casa sua con i forconi.

scusa michele,spesso concordo con le tue opinioni ma questa volta mi permetto di dissentire spiegandotene i motivi

sicuramente centinaia di migliaia di badanti tengono in piedi il sistema sanitario nazionale e molti operai producono nelle  imprese italiane, ma molto dipende dalle differenze culturali e dal differente grado di bisogni di queste persone rispetto alla popolazione locale.

mi spiego meglio,dato che ho studiato tutta la notte ,l'introduzione non è granchè lucida.

la mentalità ,la cultura,le condizioni nelle quali vivevano nel loro paese  le loro 'non' preferenze per il tempo libero,forse la loro scarsa propensione a pretendere la tutela di diritti sacrosanti,il pagamento dello straordinario per esempio,magari  dovuta al fatto che si trovano in un paese straniero fanno si che venga spinto verso il basso il salario di quei lavoratori le cui competenze sono facilmente sostituibili,in questo senso, secondo me, determinano non  un abbassamento del pil,dato che sono molto produttivi ma piu che altro una concentrazione di ricchezza a favore di quelle persone che li sfruttano consapevolmente e a scapito di quella percentuale di lavoratori  che pretenderebbe un salario piu elevato e delle condizioni di lavoro maggiormente favorevoli e sicure

 questo aumento della concorrenza e l'assenza di rivendicazione di diritti oggettivamente sacrosanti,non è possibile lavorare 16 ore al giorno 6 a volte 7 giorni su 7 causa un abbassamento del livello del salario dei lavoratori unskilled,e determina degli elementi di tensione sociale tra immigrati e popolazione locale, che poi il tutto sfoci in sentimenti razzisti nella vera accezione del termine potrebbe essere anche un equivoco determinato  da questa situazione,non dico che non ci siano razzisti ,ma se la posizione di lavoro degli immigrati si allineasse alle condizioni vigenti,mediante controlli maggiormente serrati per esempio, nei paesi ospitanti, il livello di astio diminuirebbe di molto ,e forse per questo non si agisce dato che poi i politici avrebbero un onda in meno da cavalcare.

P.S.tutti gli italiani ti aspettano a ballarò eccetto castelli e lupi............ e proprio  questo forse, fa crescere ancora di piu l'attesa,un saluto dalla sicilia 

 

Costantino, mi permetto solo di farti notare che il sistema migliore per comprimere salari e diritti degli immigrati e' proprio avere un rigido sistema di quote che ne mantenga il maggior numero possibile nella condizione di immigrati irregolari (anche quando un lavoro lo avrebbero), e quindi costretti al lavoro nero. E' semplice, allarga le maglie delle regolarizzazioni, e vedrai che gli immigrati rivendicheranno come tutti salari piu' elevati e diritti a tutela del loro lavoro.

O detta altrimenti, mi sembra che per combattere l'immigrazione irregolare si faccia prima a girare per i cantieri di Milano (o i campi del sud Italia) che a pattugliare il mediterraneo.

causa un abbassamento del livello del salario dei lavoratori unskilled

L'evidenza a favore di questo nesso causale e', nel migliore dei casi, debolissima. Esiste anzi evidenza del contrario, cioe' che immigrazione aumenta i salari medi (esistono complementarita' tra le occupazioni dei cittadini e degli immigrati che potrebbero aumentare la produttivita' media) a parita' di altre condizioni e che quello che danneggia posti come l'Italia e' l'emigrazione dei piu' produttivi (se ancora non ce ne fossimo accorti...).

Venuta meno la condizione necessaria del tuo ragionamento, cade anche la premessa, direi.  Che poi ci siano situazioni particolari di sfruttamento e' certo, ma nell'aggregato ("in media") non sembra essere cosi'.

Nel caso di una situazione articolata come la stiamo valutando, non esiste una soluzione unica e semplice per porre rimedio in modo efficace al disturbo.

E evidente che è necessario costruire una  programmazione molto più complessa di una semplice soluzione tipo: chiudiamo le frontiere, o mettiamo in carcere i clandestini e cosi discorrendo.

Già facciamo fatica a leggere i dati statistici (per pura curiosità, sto WE ero "sotto" la via del XX  settembre, un pò più giù, dietro al Viminale, di fronte all'Istituto Nazionale di Statistica. A volte mi dico che il mondo è piccolo ...

http://www.ilgiornale.it/bin_laden/leditoriale_festeggiamo_anche_noi/03-05-2011/articolo-id=520706-page=0-comments=1

Il passaggio sull'immigrazione e' vomitevole, ma che la chiusura finale appaia sulle colonne del Giornale e' invece surrealismo allo stato puro.

 

Sanno che ci si può anche dividere, ma non sempre e su tutto. Da quelle parti conta più la ban­diera di chi vince le elezioni. Qui in Italia invece c’è chi vuo­le fare cadere il governo su un delicato tema di politica inter­nazionale ( leggi Libia), men­tre i nostri soldati-piloti ri­schiano nei cieli di Tripoli.

 

Succede anche questo.