Gentile Segretario,
ho pensato di scriverle una lettera aperta per esprimere il mio scoramento davanti alla (mancanza di) attività del suo partito. Ma mi sono ricordato di averle scritto una lettera aperta in questo blog l'anno scorso, l'ho riguardata, e ho realizzato che quello che voglio scriverle è proprio quello che le scrivevo allora.
Il fatto che nulla sia cambiato mi rattrista ancora di più, come può immaginare. Non perché lei non abbia letto la lettera (o l'abbia considerata irrilevante) - non sono nato ieri e so che le lettere aperte non sono che un esercizio retorico, ad uso soprattutto dello scrivente. Ma perché quello che dicevo è cosa ovvia che un politico esperto come lei avrebbe dovuto capire senza bisogno di leggere alcuna lettera. E invece no, siamo qui daccapo; anzi peggio. Mi risparmio lavoro e scrivo questa lettera come un commento a quella dell'anno scorso.
Dicevo l'anno scorso:
non ci siamo mai conosciuti di persona, ma ci siamo parlati: l'anno scorso, lei era negli studi di Matrix da Mentana e io in collegamento dal tetto di un grattacielo a New York. [...]
In realtà adesso ci siamo conosciuti di persona. Lei è venuto a New York ed io ero presente ad un party in suo onore a Brooklyn, in un bellissimo appartamento con un terrazzo meraviglioso. C'era troppa gente in fila per parlarle e quindi io non l'ho fatto (ammetto che sono troppo snob per stare in fila). Ma sul terrazzo lei ha cortesemente offerto a me e ad un amico comune un meraviglioso toscano. Chissà magari ora della prossima lettera ci saremo conosciuti.
Dicevo l'anno scorso:
Fui un po' scoraggiato, ricordo, perché si parlava di economia, di crisi, e di Stati Uniti e lei prese una posizione francamente poco originale, di quelle che "troppo mercato fa male, l'avevamo detto noi" e, credo, di quelle che "meno male che adesso c'è Obama". [...]
Fui scoraggiato anche questa volta. Non direttamente da lei ma da Stefano Fassina, suo esperto economico che l'aveva accompagnata nel viaggio Amerikano e con cui ho avuto modo di chiaccherare sul terrazzo, presentati da comuni amici. Fui scoraggiato perché capii subito, da come Fassina ricordava i vari corsi di economia in Bocconi (che avevo preso anche io qualche anno prima), che la sua idea di cosa sia l'economia come disciplina era vecchia di cinquant'anni almeno (tutta storia e niente analisi). La disciplina gli era passata sopra la testa e non se ne era nemmeno accorto. Fui scoraggiato anche perché mi raccontò alcuni dettagli del vostro viaggio a Washington nella speranza di parlare con Nancy Pelosi e trasparì chiaramente una certa superficialità, una notevole mancanza di comprensione della politica amerikana, e una totale mancanza di preparazione del viaggio stesso (non solo Fassina, ma nessuno del suo gruppo sembrava sapere quale fosse il ruolo delle organizzazioni satelliti al Partito Democratico che avevate visitato).
Dicevo l'anno scorso:
Ma non è per questo che le scrivo, Segretario, ovviamente. Le scrivo perché da allora sono sempre più scoraggiato dal comportamento del suo partito [...] Il mio scoraggiamento è dovuto essenzialmente al fatto che non esistete. Non esistete più: né superficialmente né profondamente. Nulla.
Nulla da argomentare, siamo allo stesso punto.
Dicevo l'anno scorso:
Non esistete sui media. Semplicemente non vi si sente più: si sente Di Pietro, si sente Santoro, si sente Travaglio, ma voi proprio non vi si sente più.
Non esistete in campagna elettorale. Il paese è in ginocchio. Il PdL sta affrontando un momento drammatico, travolto da un polverone giudiziario di grosse dimensioni [...]
Il polverone è diverso, ma la situazione la stessa: il paese è sempre in ginocchio, non si è mai rialzato, la campagna elettorale è partita, ma ...
Dicevo l'anno scorso:
E voi? Non dico che non ci sia stato il segnale, dico che non l'ho visto (e l'ho cercato, le assicuro). La prego, segretario, batta un colpo. Dica qualcosa, c'è ancora tempo. Dica per esempio che in Campania il comitato di potere di Bassolino è stato sconfitto, che tutta la sua gente sta disperatamente cercando lavoro.
Sto ancora aspettando qualcosa su Bassolino. Nel contempo c'è stata la questione Mirafiori. Ma voi non c'eravate e se c'eravate eravate confusi. Se volessi riassumere come la posizione del PD è giunta alle mie orecchie (tese, che erano tesissime, le assicuro) direi:
non diamo indicazioni di voto, ma se le dessimo diremmo No, però speriamo che vinca il Si.
Ma il mio scoramento è dovuto soprattutto al fatto che ...
Dicevo l'anno scorso:
Non esistete col cervello. Qual è la vostra analisi degli ultimi 15 anni di politica in Italia? Io non l'ho sentita, o quantomeno non ho sentito nulla di coerente. Mi permetto di suggerirle io un'analisi, chiedendole di smentirla, di argomentare che ho torto. L'analisi è molto semplice, persino (volutamente) semplicistica: il centro sinistra in Italia ha sviluppato la reputazione di essere il partito delle tasse (la reputazione è peraltro ben riposta). La destra, di conseguenza, riesce ad ottenere il voto di coloro che pagano troppe tasse e di coloro che non le pagano per niente (cioé di tutti i cittadini per cui le tasse hanno un posto rilevante tra le motivazioni di voto), senza fare assolutamente nulla, semplicemente dichiarando che faranno di tutto per abbassarle. Lei dirà che voi le tasse le volete solo far pagare agli evasori. E lo dirà con quel tono poco originale, un po' triste addirittura, che aveva usato da Mentana. Come se fosse ovvio. E lo è ovvio, se non fosse che se gli evasori pagassero le tasse, e quelli che le pagano adesso continuassero a pagarle, il paese sarebbe enormemente più asfissiato di quanto già non sia. Le parlo anche da economista, mi permetta.
E qui, col cervello invece stiamo peggio. Non appena si è parlato di elezioni, il PD ha aperto la discussione sulla patrimoniale. Ok, è vero che Fassina ha preso posizione contro, ma di questo si parla, nel PD. Veltroni e Ichino contro Fassina. E lei in mezzo che media, se ho capito bene la Sua posizione. Se non l'ho capita, mi creda, non è colpa mia, che sto sempre con le orecchie tesissime, appunto.
Torniamo alla patrimoniale. Segretario, lei si rende conto che con questa discussione ha perso le elezioni, prima ancora che si decida se/quando ci saranno le elezioni? E ha perso le elezioni contro un puttaniere e una banda di briganti. La questione è certamente tattica: adesso, adesso dovete parlare della patrimoniale? Mi scusi, lo so che Veltroni, se potesse, lei lo manderebbe volentieri in Africa, dove (aveva dichiarato che) voleva andare di suo ... Ma, delle due l'una, o Veltroni ce l'ha con lei e con il partito ed è disposto al suicidio di massa per rovinarvi (lei e il partito) o c'ha la ghiaia nel cervello - quella che non trattiene i "pensieri" che colano, come direbbero Aldo, Giovanni, e Giacomo.
Ma la questione è molto più grave. Non è tanto che il suo partito contiene dei sabotatori o dei minus habens. È che appare chiaramente che siete tutti d'accordo, intellettualmente. E non potete non esserlo. Certo, quelli tra voi che sono capaci di allacciarsi le scarpe da soli capiscono che parlare della patrimoniale ora sia un suicidio tattico. Ma la vostra cultura economica vi porta dritto lì: pensate che sia un suicidio tattico, invece è una aberrazione strategica. E torniamo alla terrazza di Brooklyn: il Fassina con cui ho parlato, quello de l'economia è storia, l'economia è distribuzione del reddito, non può che essere a favore della patrimoniale, nella sostanza. Lo è perché non ha gli strumenti analitici per comprendere quali sono i trade-off, le implicazioni della politica fiscale, in astratto e in pratica in Italia.
Mi creda, segretario, la sua politica economica non è una scelta di campo, come non dubito i suoi consiglieri la rappresentino. Non è una scelta di nulla, mi spiace dirlo,
è crassa ignoranza; null'altro che crassa ignoranza.
Mi spiace davvero dirlo, mi creda. Non me la prendo con il PD perché lo disprezzo, ma al contrario...
Dicevo l'anno scorso:
[il Suo partito] non posso dire che sia anche il mio, perché non sono iscritto, però, pur con tanti dubbi e strizzamenti di stomaco, ho sempre votato per la parte sinistra di quello che oggi è il PD).
Citavo Berlusconi l'anno scorso:
«La sinistra [...] ormai si è ammanettata a Di Pietro [...] vuole fare dell'Italia uno Stato di polizia dominato dall'oppressione tributaria [...]».
Non ho cercato sue dichiarazioni tra un bunga-bunga e l'altro, ma credo siamo d'accordo che qualcosa del genere Berlusconi la deve aver detta anche ieri, l'altro ieri, e il giorno prima. E ha ragione. Non solo tatticamente, ha proprio ragione. Ha ragione nella sostanza (a parte l'iperbole dello stato di polizia, ovviamente) perché la sostanza della vostra politica consiste nel ripetere con toni apparentemente moderati, e con due giornidi ritardo, quello che dichiara urlante qualche esponente dell'IdV due giorni prima.
Gentile Segretario, mi spiace davvero ma non è possibile concludere altrimenti: una parte del PD ha una visione di politica economica suicida e il PD tutto ha una visione di politica economica ignorante.
Dicevo l'anno scorso:
Come non essere scoraggiati? Batta un colpo per favore. O si faccia da parte. Non come persona, come partito. Abbia il coraggio di dichiarare fallimento. Qualcosa, dal fallimento, nascerà.
Ribadisco quest'anno; se possibile con ancora maggiore enfasi.
Cordiali saluti,
Alberto Bisin
Quanta passione delusa nel post. I risultati però dicono che il PD talora volontariamente talora, ed è peggio, involontariamente sono i garanti dell'eternità di silvio e della sua banda. Oscillano tra il vendolismo ed il nulla blaterando su alleanze che avrebbero senso se PRIMA si facessero venire qualche idea per costruire uno straccio di programma. Vanno a carrettino con chiunque, non solo con Di Pietro tanto a sancire l'assenza di iniziativa. Circola D'Alema che continua con la mania del CLN che dimostratamente è un fallimento logico prima ancora che fattuale.
Per quanto mi riguarda alle prossime elezioni non andrò a votare.