Il Papa a Yankee Stadium

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Domenica pomeriggio ero uno dei sessantamila ad assistere alla Messa celebrata dal Papa a Yankee Stadium.

Bando al cinismo cosmico che domina la mia esistenza di economistuccolo: e' stata una grande esperienza. Ieri pomeriggio, della tanto conclamata crisi della Chiesa, nel Bronx non v'era traccia alcuna. L'entusiasmo per la Messa con il Top Shepherd era assolutamente straripante. La cattedrale del baseball, giunta all'ultima stagione della sua veneranda esistenza, era piena come un uovo per il Santo Padre. La gente ha cominciato ad affluire alle 9, più di cinque ora prima che iniziasse la Messa. E veniva da tutti gli angoli del Paese. Io sono sceso dalla metropolitana alle 11:30, e mi ci è voluta un'ora e mezza per raggiungere il mio posto! Sugli spalti, c'era una serenità, una gioia, e un senso d'attesa che ben poche volte ho sperimentato in vita mia. Così come in poche altre occasioni ho percepito i brividi che ho provato ad ascoltare sessantamila persone pregare all'unisono. "Trulyinspirational," come dicono gli americanoidi. Come ha detto candidamente un giovane intervistato in televisione dopo aver assistito ad un evento di questa visita apostolica: "itwasawsome... whenyou are in front of the guy, youfeeleven more Catholic." :-) Noi cattolici siamo famosi per l'autocommiserazione e il desiderio di auto-punirci. Eventi come questi, con l'impronta emozionale unica che ci lasciano, aiutano ad emanciparci.

La Messa ha costituito il coronamento di una sei giorni esaltante negli Stati Uniti, di cui gli ultimi tre 'in ourgreat city of New York'. Non v'è visitatore per cui sia facile farsi notare a New York. La città, nella sua febbrile ed incessante attività, non si scuote per nessuno. Il Presidente Bush viene in città? Tutti sanno che sta al Waldorf Astoria, sicché basta stare lontano da quell'isolato. Si riunisce l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite? Poco male. Tanto, chi ci abita negli Eastmid-Fourties? Il Papa, invece, si è sentito, eccome. NY1, la televisione locale, ha fatto tre giorni di diretta continuata, trasmettendo tutti gli eventi che hanno costellato la visita del Papa: il discorso alle Nazioni Unite, la visita in una sinagoga a Manhattan proprio poche ora che iniziassero le celebrazioni del Passover, l'incontro con le vittime dei preti pedofili, la Messa per i religiosi in Cattedrale, l'incontro con i bambini disabili e con i giovani al Seminario di SaintJoseph, a Yonkers, per finire con la visita a Ground Zero, il sito del World Trade Center, e la Santa Messa a Yankee Stadium. Ovunque, l'attenzione della gente e dei media è stata spasmodica.

Negli Stati Uniti ci sono circa 67 milioni di Cattolici, di cui circa tre a New York City. Come ha sottolineato Benedetto XVI durante la sua omelia, la strada percorsa negli ultimi duecento anni è stata notevole. Proprio due secoli fa, Papa Pio VII costituiva le diocesi (oggi arcidiocesi) di Louisville, Philadelphia, Boston, e New York, al fine di ridurre il carico di lavoro del Vescovo di Baltimora, l'unico negli Stati Uniti fino al quel punto. Quello era un tempo di grande animosità della maggioranza protestante verso l'esile minoranza cattolica, animosità che si spingeva ben oltre la discriminazione. La chiesa della mia parrocchia, costruita attorno al 1830, è la più antica della città, ma non è stata la prima ad essere costruita. Infatti, chiese più antiche vennero incendiate. Ci vorranno le torrenziali correnti migratorie dall'Irlanda prima, e dall'Italia poi, per dare ai cattolici la forza numerica per ottenere rispetto. Ora costituiamo una forza che, nonostante gli innumerevoli problemi, riscuote continua attenzione da parte di media, politici, e potentati economici (si vedano i recenti sforzi di Obama e Hillary). Le sfide degli ultimi anni sono note a tutti. Prime tra tutte, gli scandali dovuti ai reati di pedofilia commessi da sacerdoti e il calo delle vocazioni religiose. Come mi pare di aver sostenuto in passato anche su NfA, a parer mio lo humancapital dei religiosi non è mai stato così alto nella storia della Chiesa. Non voglio negare che gli scandali abbiano provocato danni. Ma gli scandali non sono stati se non la pubblica realizzazione dei crimini. I danni sono stati perpetrati in passato, e perlopiù da personale reclutato molto addietro. I giovani preti hanno preso coscienza delle loro vocazioni in tempi in cui il costo opportunità della vita religiosa era molto alto. E non sono il prodotto di una sottocultura cattolica imperniata sulle comunità di immigrati. Domenica scorsa, nella mia parrocchia la Santa Messa è stata concelebrata da un sacerdote di recentissima ordinazione. Già studente undergraduate di NYU, il datore di lavoro mio e di Alberto, il tipo non ha preso piena coscienza della sua vocazione prima di aver completato la LawSchool ed aver lavorato come corporatelawyer. Certo, non tutti i nostri preti sono avvocati, e probabilmente non vorremmo che lo fossero. Fatto sta che tutti i preti giovani che incontro mi impressionano per il loro entusiasmo e per le loro capacità intellettuali.

Chiudo con una battuta. A distanza di anni, a parte sensazioni personali non facilmente descrivibili, di questa visita ci ricorderemo il bellissimo motto ufficale, "ChristOurHope", e la difficoltà con cui il Santo Padre pronuncia l'articolo "the." Intendiamoci: Benedetto XVI parla splendidamente perlomeno Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco, e Italiano (ha usato tutti questi idiomi durante questi sei giorni). Detto questo, tutti ci ricorderemo di "In zenameof ze Father, ofze Son, andofzeHolySpirit"...

Aspettate... voglio anche citare (non letteralmente) una metafora utilizzata dal Papa durante l'omelia a SaintPatrick. Eccola. Da fuori, le vetrate delle chiese gotiche sono poco più che pezzi di vetro. Diversamente, all'interno, la luce che li attraversa crea affascinanti effetti cromatici. Lo stesso si può dire della fede. Agli occhi dell'osservatore esterno, non dà sensazione alcuna. Da dentro, invece, è bellissima.

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Commenti

Ci sono 67 commenti

Know your enemy.

 

Oggi, di sfuggita, nel servizio sulla visita del papa a New York trasmesso da RAI2 ho visto due cartelli antipapali. Uno diceva "GOD IS YOUR ENEMY" e l'altro, mi sembra, "POPE IS A LIAR". E' mai possibile che nessuno, ma proprio nessuno, in Italia, abbia parlato di queste piccole, piccolissime proteste antipapali?

 

C'era anche un signore con una maglietta gialla messa al rovescio a Yankee Stadium! Se erano "piccole, piccolissime" le proteste...

 

 

Io non sento questa esigenza di farmi raccontare ogni minima protesta. Tra l'altro mi sembra che questa volta non si possa dire molto: il viaggio del Papa e' stato ottimo credo (in quanto a messaggi, partecipazione delle persone, onesta' intellettuale, etc...)

 

 

Concordo con Alberto. Visti gli eventi, se la stampa avesse dovuto raccontare delle rimostranze anti-cattoliche, avrebbe dovuto anche far vedere i quattro tifosi dei Boston Red Sox che, fuori Yankee Stadium, agitavano un lenzuolo su cui v'era scritto: "God is a Red Sox fan." Questo perche' anche coloro che protestavano contro il Papa erano in quattro ( e parlavano tra loro, perche' nessuno se li filava).

 

Dato che ci sono, aggiungo un'ulteriore nota personale. In occasione della Messa, ho incontrato amici e conoscenti (cattolici che lavorano in universita') che non vedevo tempo. Diversi di loro hanno espresso il loro disgusto per il trattamento che un numero minuscolo di docenti della Sapienza e un numero (in proporzione) anche inferiore di studenti che hanno riservato al Papa qualche mese addietro. Questi amici sono persone di medio-alta cultura, che comprendono benissimo che in molti non gradiscono e a volte detestano dottrina e la morale cattolica. Quello che non riescono a capire (come non lo capisco io) e' come in una universita' si possa evitare o disincentivare il confronto di idee e posizioni.

 

Mi hai appena fatto scoprire che distruggeranno la Casa "costruita" da Babe Ruth 8-((

'-(

ps ma perche' il Papa migliore se lo beccano gli americani? E a noi ci lascia Ruini e Bagnasco???

 

ehi gianluca bel racconto, non ti facevo cosi' devoto,a me, anche se mi son sposato in chiesa ed ho battezzato i miei bimbi, mi ci dovrebbero tirare per portarmi dal papa :)

sinceramente pero' sulla questione della sapienza quello che non ho capito proprio e' stato il papa..

1) Il papa e' stato invitato ad inaugurare l'anno accademico (quindi in veste ufficiale)

2) Alcuni docenti hanno contestato questa scelta. Io non entro nel merito (anche se personalmente non mi e' sembrata la scelta migliore) ma mi sembra che i docenti abbiano diritto di entrare nel merito di una decisione gestionale dell'universita'. Loro non e' che non volessero dialogare col papa hanno solo detto che il papa non gli sembrava la persona migliore per inaugurare l'anno accademico. Se domani la UoM invitasse il capo di scientology a fare il discorso del commencement a me farebbe piacere poter contestare la scelta. 

3) C'e' stato poi qualche bischero che ha organizzato qualche sparuta protesta poco civile (piccoli numeri pero') ed il papa che fa? non ci va? ma che cavolo se la tua missione e' quella di evangelizzare ti ci dovresti tuffare in queste situazioni.. che fai evangelizzi solo i papa boys?  insomma quella di non andare (dopo che la sicurezza era stata comunque garantita) l'ho trovata una decisione un po' troppo politica e poco ecumenica...

 

ciao ciao 

 

 

 

 

 

Concordo perfettamente. La situazione della Sapienza era assolutamente chiara e inequivocabile: nessuno ha impedito al papa di leggere il suo discorso (nel cui merito non entra nessuno perché è di una noia melensa insopportabile...). Anche perché, "impedire di parlare" è una cosa alquanto difficile: o si fa tramite la guerriglia urbana, o tramite un decreto rettorale. Nessuna delle due cose si era verificata. Se poi il papa, con una mossa politica geniale, annuncia che non va a parlare, è una sua scelta personale.

Ricordo (perché ci credo) che quando Gesù Cristo voleva esprimere la sua opinione, lo fece in barba a tutte le contestazioni, anzi... E non c'era neanche la democrazia.

Ciao Fabrizio, good points. Una differenza tra UoM che invita il capo di scientology e la Sapienza che invita il Papa e' che la percentuale degli studenti e faculty di Sapienza che riconoscono nel Papa la loro principale guida spirituale e' molto maggiore della percentuale di affiliati UoM che aderiscono al movimento di scientology.

A parte questo, mi sono posto la questione quando il presidente di Columbia ha invitato il Presidente dell'Iran. Mi sono chiesto come mi sarei comportato se Sexton (il presidente di NYU) avesse fatto qualcosa di simile. Penso che mi sarei irritato se non ci fosse stata occasione di un contraddittorio. In altre parole, avrei voluto che a studenti/faculty fosse data l'opportunita' di fare domande. Se i professori della Sapienza avessero fatto le stesse richieste, non vi avrei trovato nulla di strano. Invece, purtroppo per loro, si sono prodotti in un diniego incondizionato e aprioristico che assomiglia a quelli che la Chiesa poneva nel Medio Evo. 

 

 

Va bene. Sicuramente sarà stato un grande evento mediatico, ma nella sostanza qual'è stato il messaggio che Ratzinger ha voluto portare agli USA?

Non lasciatevi fuorviare dall’ambigua formula usata dal papa durante la messa allo Yankee Stadium. Quando il papa invita i cattolici a non lasciarsi ingannare dalla “falsa dicotomia” tra fede e politica, in realtà vuole unificarne la capacità di incidere (e dominare) nella società civile. Viene così annullato di fatto il messaggio di Cristo sulla divisione fra ciò che appartiene a Cesare e quello che appartiene a Dio. Adesso Ratzinger esorta all’applicazione delle direttive della sua entità soprannaturale di riferimento, interpretate da lui stesso che ne è il sedicente vicario, all’intero corpus legislativo.

Nella lotta per la supremazia sulla concorrente religione islamica, si concretizza così definitivamente quella “dimensione pubblica” della religione di cui le gerarchie cattoliche sono state potenti promotrici. Ora i cattolici, come i musulmani, sono impegnati a realizzare a livello planetario il progetto politico dettato dalle rispettive religioni, gerarchie e autorità.

 

 

A Teheran il governo effettivo del Paese è tutto concentrato nelle mani degli Ayatollah, quel consesso di autorità religiose musulmano-sciite di cui in Italia (e in tutto il mondo) esiste già la corrispondente struttura cattolica, vale a dire la Conferenza Episcopale.

 

 

 

 

 

Il messaggio evangelico di Cristo è stato ora rivisto, corretto e riformato in chiave esclusivamente politica, cancellando Cesare per sovrapporgli "Dio" , il Dio della gerarchia, con la straordinaria codificazione della shaarìa cattolica, la perfetta coincidenza fra le norme della religione dominate in Italia e quelle dello Stato.

 

 

Domando: come può interessare agli statunitensi un progetto politico così simile a quello esistente negli stati musulmani?

 

 

 

Caro Luciano, noto che hai una certa difficolta' nell'esegesi del pensiero del Papa. Cerco di aiutarti. Papa Benedetto e' un convinto assertore della separazione tra Chiesa e Stato. In piu' occasioni, si e' detto ammiratore convinto del modo in cui questo principio e' stato attuato negli Stati Uniti. Cio' che non perde occasione di ribadire e' l'invito alla coerenza e alla testimonianza. Non si puo' essere cristiani a seconda degli issues. Faccio un esempio facile facile. Un cattolico non puo' dirsi contrario all'interruzione prematura della gravidanza quando e' in casa propria, e poi avallarla nell'arena politica. Cio', ovviamente, non significa che i cattolici debbano imporre le proprie idee, ma piuttosto che si debbano operare, nel rispetto della sensibilita' altrui, per ridurre al minimo l'incidenza di una pratica che ritengono contraria al volere di Dio.

Sul resto del tuo intervento non mi sento di commentare, perche' mi pare ovvio sia dettato da un astio  preconcetto nei confronti della Chiesa. Astio che, purtroppo, pare condurti a forte confusione a proposito dei suoi obiettivi. Cari saluti.

 

ricordo che dopo il rapimento di Aldo Moro ci fu una grande manifestazione e mi colpì il commento del giornale, credo Il Messaggero, che all'incirca diceva".. nella piazza lo sventolio di migliaia di bandiere della DC, da troppo tempo scomparse dalle piazze.." Credo che per i cattolici, specie dove sono maggioranza religiosa come in Ialia, sia la stessa cosa, si fanno vedere solo quando la situazione chiede una forte affermazione di identità. Buona giornata

 

Caro Romano, onestamente, l'analogia mi pare debole. Negli Stati Uniti, i cattolici sono minoranza (67 milioni su 300), e soprattutto riconoscono da tempo che nella loro comunita' sono rappresentate vedute molto diverse su una miriade di issues. Tant'e' che supportano in grandi numeri sia i democratici che i repubblicani. Cio' che veramente li unisce, e li ha portati in gran numero, nonostante questa diversita', alla Messa di domenica (per esempio) e' la comunanza nella fede. As simple as that. Questo elemento, nella sua semplicita', sfugge drammaticamente alla maggiorparte dei commentatori non-credenti. La fede e' l'elemento cruciale. La fede.

 

Gianluca, una cosa che mi ha incuriosito del tuo pezzo è la descrizione del miglioramento della qualità del clero. Hai idea di quale sia il meccanismo mediante il quale tale miglioramento sia stato prodotto?

Da osservatore esterno e ignorante di cose religiose io non ho notato alcun cambiamento nel sistema di reclutamento. La mia impressione era che l'imposizione del celibato e la richiesta di sottomissione a una gerarchia esclusivamente maschile fossero regole che sembravano fatte apposte per attirare persone con turbe psichiche in misura più alta della loro incidenza nella popolazione. Queste regole non sono cambiate, ma tu riporti un miglioramento nel reclutamento. Mi piacerebbe quindi avere l'opinione di qualcuno un po' più addentro.

L'unica cosa di cui io mi sono accorto, da osservatore esterno, è la crisi delle vocazioni. Questa è un'arma a doppio taglio. Può significare che i pochi che ora scelgono il sacerdozio sono più motivati e preparati che nel passato, ma può anche significare che per riempire i posti si abbassano gli standard, un po' come fanno le università quando ci sono pochi studenti che fanno domanda. Tu hai idea di come abbia inciso la crisi delle vocazioni sulla qualità del clero?

 

Ciao Sandro, innanzitutto vorrei sottolineare che quelle che ho riportato a proposito della crescente qualita' dei religiosi sono solamente sensazioni. Non ho dati, che pero' sarebbe molto interessante cercare.

Tu mi chiedi di indicare quali variazioni over time avrebbero portuto portare a tale miglioramento del personale. Mi soffermo sui sacerdoti, anche se alcuni dei punti che sollevero' si applicano anche ad altri religiosi. Innanzitutto, credo che il costo opportunita' della vita religiosa sia aumentato across the board, cioe' ad ogni livello di skill, anche se non uniformemente. In passato, il sacerdozio era veramente un 'good deal', dal punto di vista materiale: istruzione, vitto, e alloggio gratis, in un mondo in cui per molti, era un problema procacciarseli. Ora, nei paesi industrializzati non e' cosi'. Quindi per portare un persona a scegliere il sacerdozio, altri fattori (la vocazione vera e propria, ad esempio) devono avere un'importanza maggiore. Coeteris paribus, dovremmo avere gente piu' convinta.

Allo stesso tempo, e perlopiu' a causa della crisi di vocazioni che sta fortemente riducendo il numero di sacerdoti, la vita degli stessi sta diventando sempre piu' difficile. I preti che conosco io lavorano come ossessi, semplicemente perche' il rapporto tra numero di fedeli e numero di sacerdoti si sta riducendo velocemente. Per esempio, ci sono preti che di domenica si sorbiscono viaggi di cinquanta chilometri per andare a celebrare la Messa in qualche comunita' che e' rimasta priva di sacerdote. Un mio amico prete di Rochester, per poter venire a Yankee Stadium domenica, ha dovuto fare i salti mortali per trovare un sostituto per la messa domenicale nella sua parrocchia.

Cos'altro e' cambiato? Il monitoring dei fedeli, che si e' fatto molto piu' efficace. Non solo sono piu' preparati e piu' consci di quello di cui abbisognano. Sono anche molto piu' coinvolti nella vita delle loro parrocchie e molto spesso hanno ruoli di guida nelle stesse. Sopratutto a causa della crisi delle vocazioni, i preti si stanno concentrando sulla vita sacrementale, delegando sempre piu' i laici agli altri compiti che erano soliti assumersi.

Sugli standard di reclutamento, non ho alcuna evidenza. L'unico mio metro e' il confronto tra preti di diverse generazioni con sui sono venuto in contatto. Ovviamente selection effect potrebbe essere il motivo principale per cui i preti giovani che ho consciuto mi sembrano on average piu' solidi, sia intellettualmente, sia dal punto di vista emozionale. Pertanto non mi soffermo oltre su questo punto.

Sono d'accordo che l'imposizione del celibato, in principio, possa portare a selezione avversa. Riguardo agli effetti della sottomissione ad una gerarchia maschile, invece, ho dubbi. Oggigiorno, la Chiesa internalizza i desideri dei suoi uomini e donne. Il Vescovo, nella sua autorita', non si comporta da cieco dittatore, perche' sa bene che la salute del suo gregge dipende in larga misura dalla salute psichica dei suoi sacerdoti. Per esempio, nell'assegnazione del personale, v'e' consultazione e attenzione alla sensibilita' dei religiosi.

Mi hai fatto venire voglia di cercare dati... 

 

Tu e tanti altri con te, offendete continuamente l'intelligenza dei cattolici quando vi dichiarate convinti che questi seguano il Papa o la CEI pedissequamente, senza usare il proprio intelletto per formarsi un opinione.

Non mi pare di aver mai detto questo. Né l´ho pensato. Mia moglie é cattolica praticante, mio figlio é chierichetto, ciononostante, abbiamo convissuto per 8 anni e quando ci siamo sposati i miei figli avevano 9 e 4 anni. Lo so benissimo che il 90% dei cattolici europei non si conforma pedissequamente ai dettami della chiesa, né io ho mai ritenuto né sostenuto (mi pare) che tu faccia parte del 10%. Se posso aver "offeso" la tua inteligenza di cattolico, ti chiedo scusa. Io intendevo fare una riflessione assolutamente pacata, non polemica né ironica di una situazione che qui in Italia pesa non poco. Evidentemente non ci sono riuscito, mi dispiace.

Nel merito, credo effettivamente non sia opportuno continuare con la discussione. 

 

Alcuni giorni addietro, scambiando emails con un altro redattore, mi dichiaravo speranzioso di avere incendiato le polveri. Dopo qualche giorno di assenza da nfa - dopotutto la maggiorparte di noi vive la propria vita in dimensioni diversi da quella virtuale propria della rete - e' bello  riscontrare che le polveri non solo si sono accesse ma hanno iniziato un  bel rogo... e che in Missouri la bile scorre copiosa.

Cosa c'e' di meglio, la domenica mattina,  poche ore dopo essersi sorbiti due film ultra-cazzoni al Tribeca Festival e le idiotiche elucubrazioni dei rispettivi registi, di leggersi i commenti pacati ed insightful di alcuni, e quelli, pur sempre insghtful, ma sbraitati in maniera sguaiata, di altri? Lunga vita a nfa!!!

Visto che la vita reale mi richiamera' tra poco, e visto che non ho le capacita' intellettuali di scrivere opere magne, mi limito a rilevare che in alcuni commenti ho riscontrato una qual certa ingenuita', ogni qualvolta la Chiesa e' stata tacciata di essere illiberale. L'ingenuita' e' consistita nel dimenticare che, molto spesso, i diritti personali messi a repentaglio dalle posizioni morali della Chiesa non possono essere esercitati senza al contempo limitare i diritti di persone terze. Diritti, questi ultimi, cui la Chiesa ascrive una valenza maggiore. (penso che almeno questo - cioe' avere potesta' sul proprio sistema di valori  - alla Chiesa possa essere riconosciuto).

Quali sarebbero questi diritti? A me e' palese ma, mer non nascondere il capoccione sotto la sabbia, ecco due esempietti veloci veloci. Dopotutto vengo da tre mesi di MBA teaching, e senza esempi, con gli MBA non si va avanti...

DICO. Come asserito piu' volte su nfa, io credo che sia allucinante discriminare contro le coppie di fatto. I particolare, e' oceno che ai nostri fratelli e sorelle omosessuali  venga negata la piena cittadinanza. Cio' su cui, devo ammetterlo, ho ancora delle remore, e se si debba riconoscere alle coppie omosessuali il diritto di crescere dei figli. Dovessi votare, credo che lo farei nell'affermativo. Pero' riconosco, e qui non voglio fare altro, che si tratta di un caso in cui l'esercizio di quello di un diritto della persona (a crescere ed educare bambini) ha un ovvio impatto su soggetti terzi (i bambini, appunto).

ABORTO. Non credo di dovermi dilungare. L'esercizio del diritto all'aborto ha un ovvio impatto sul nascituro.

Bottom line: la discussione sulla supposta illiberalita' della Chiesa non puo' prescindere dalla considerazione dei soggetti terzi i cui diritti personali sono compromessi dalla salvaguardia di quei diritti di cui la Chiesa propone una limitazione. 

 

Gianluca scusa, ma non si parla solo di protezione dei diritti di soggetti terzi. Ovviamente e' cosi' in alcuni rari casi (per l'aborto si puo' discutere, anzi si discute SOLO di, se il nascituro sia o meno un soggetto terzo). Pensa piuttosto ai DICO, e lascia perdere la questione dell'adozione (di cui non parla nessuno). Sono due persone consenzienti e legalmente in grado di sottoscrivere un contratto. O al divorzio, quando vi fu questo dibattito. O anche solo alle pressioni sul modo in cui l'educazione sessuale vada insegnata. (Ricordo che, nel precendente governo di BS, il simpatico ministro Moratti fece diffondere nelle scuole superiori un pamphlet di educazione sessuale che conteneva cose del tipo "l'unico modo sicuro di non rimanere in cinta e non contrarre malattie e' l'astinenza" e via discorrendo sul fatto che il preservativo abbia moltissimi rischi.)

 

Bottom line: la chiesa propone la limitazione di diritti personali l'esercizio dei quali non provoca alcuna esternalita'. (con l'eccezione di una esternalita' "morale", tipo che schifo questi gay che si baciano per strada..che ovviamente non si considera)

 

Per chiudere, e sempre parlando di chiesa e liberali, come mai nessuno parlato dell'ultima enciclica (sbaglio: qualcuno si' ma non direttamente) ? e' evidente che il capitalismo e lo stato liberale sono l'attuale nemico...addirittura si parla dei grandi insegnamenti di MARX!!

 

 

Forse in Missouri scorre copiosa la bile ma forse, più probabilmente, ognuno tesse il filo che ha filato. Prima sbagli le divisioni, ed ora fai confusione sulle esternalità ed i diritti dei terzi (che per essere tali devono essere considerati "persona", cosa che il feto non è). Andiamo malino.

L'aspetto intellettualmente scoraggiante della faccenda, comunque, è che quanto argomenti non attiene alla questione sollevata dal, sguaiatuccio anzichenò, commento ad Axel. A dire: la natura anti-liberale della dottrina della chiesa ed il fondamentalismo intrinseco nella richiesta che la sua morale si trasformi in legge dello stato. Non tutte le funzioni di benessere sociale sono uguali: quella della chiesa e' semplicemente illiberale. Non e' colpa loro, gliel'hanno rivelata.

 

 

DICO: sulla possibilità delle coppie omosessuali di crescere dei fili tu dici "riconosco che si tratta di un caso in cui l'esercizio di un diritto della persona ha un ovvio impatto su soggetti terzi". Verissimo, ma allora perchè permettiamo a tanti irresponsabili (etero) di crescere ed educare bambini ? Se ci preoccupassimo veramente  dei soggetti terzi dovremmo stabilire del test di valutazione e levare la patria potestà al 30% degli attuali genitori (e probabilmente anche al 30% dei genitori di tutti i tempi :-) ). Tra l'altro in questo modo si fa finta di non sapere che di bambini allevati da coppie omosessuali ce ne sono già molti anche in Italia. Pura ipocrisia

 ABORTO: sai bene che il punto dirimente è proprio se un feto è un soggetto terzo. Se ci fosse una certezza scientifica su questo punto, non ci sarebbe discussione. Poichè una certezza scientifica non c'è, l'unica soluzione (la meno peggio) è quella di mettere dei paletti invalicabili lasciando poi alla singola persona la responsabilità di accettare questi paletti o di spostarli più indietro fino al momento del concepimento (come ha deciso di fare la chiesa cattolica).