Sono da poco coinvolto in un progetto dell'Enea su una supercazzola di cui non posso parlare, ma a Frascati, in un capannone ultra-segreto c'è il macchinario di "Doc Emmett Brown" perfettamente funzionante, e non ho resistito alla tentazione di farmi catapultare nel passato, ed ho scelto il 30 Maggio 1882, il luogo : Isola di Caprera, per parlare con uno dei personaggi più incredibili che la storia abbia mai prodotto: Giuseppe Garibaldi. Questo è il resoconto dell'incontro, che sfata molti luoghi comuni, ma soprattutto darà molto filo da torcere agli "unitaristi" del centocinquantenario.
Garibaldi è nel patio della casa, e guarda il mare, mi vede apparire e mi chiede : "Lei chi è ?" E io: "Vengo dal futuro, ho alcune domande da farle". Garibaldi mi guarda perplesso, forse pensando che sia matto, ma avendone viste di tutti i colori mi fa cenno di accomodarmi sulla sedia di fianco e mi dice: "sono talmente arrabbiato che ho voglia di crederle, e non voglio pensare che sia l'ennesima spia piemontese, mi dica pure".
Prima domanda: nel futuro diranno che lei non è mai stato un grande militare, che era più un capo-banda che un generale, in particolare un giornalista (Indro Montanelli NDR) dirà che non aveva alcuna capacità strategica, ma solo virtù carismatiche. Che l'impresa dei Mille è stata possibile solo con l'aiuto della massoneria e il tradimento dei generali borbonici. Cosa risponde ?
"Che con il culo al caldo possono dire quello che vogliono, ma dimenticano che la battaglia del Volturno, da me vinta, è stata la battaglia con più uomini impiegati sul campo di battaglia in Europa nel periodo fra il 1815 e il 1870, che se poi eliminiamo la guerra franco-prussiana è stata la più importante del periodo 1815-1915, quindi dicano quello che vogliono, la storia la fanno i fatti, non le opinioni, come diceva il mio amico Dumas, per tacer del fatto che sono stato l'unico a battere i prussiani in battaglia, a Digione nel 1870".
Va bene, ma lei a Calatafimi vinse con 1.000 volontari contro 4.500 borbonici comandati dal generale Lanza, che preferì fuggire, pur essendo in vantaggio di posizione e di artiglieria, di fatto da lì acquisì il vantaggio decisivo, lo stesso Lanza fu poi omaggiato con una pensione da generale dell'esercito piemontese. Solo fortuna, o troppe coincidenze ?
Mi fate ridere voi posteri, sempre a spaccare il capello in diciotto, comunque io già sapevo che le truppe di Lanza (che era un pessimo generale, malato di gotta, non presente sul campo di battaglia, in quanto si muoveva solo in carrozza) erano disorganizzate e male equipaggiate, con fucili peggiori dei nostri, che erano dei ferri-vecchi, che non erano addestrate al fuoco, mi avevano riferito che Von Mochel, comandante in capo delle truppe, all'ennesimo cambio di divisa delle truppe, aveva detto al Re Ferdinando "Viestl cumm vuò ,ca chist fujeranno semp" , d'altronde un esercito che negli alti gradi aveva o stranieri o nobili, che ha più ufficiali che soldati in alcune compagnie, che esercito è? E poi anche un'idiota sa che per battere un nemico numericamente superiore ne devi sfruttare i punti deboli. Il punto debole delle truppe borboniche è che non avevano mai subito un assalto (da allora detti alla garibaldina, NDR) ravvicinato, cosa che io feci a Calatafimi. Dica ai culi caldi di analizzare le mie battaglie e di vedere se io ho mai ripetuto uno schema. Mai! E poi la pensione di Lanza era un atto dovuto, nel senso che fu riconosciuta a tutti gli ex-ufficiali del Regno delle Due Sicilie, e Lanza tale era.
Generale mi scusi, lei ha ragione, ma sa noi italiani siamo diventati dei dietrologi fenomenali, si dice che dietro di lei ci fosse la massoneria, i poteri occulti, che sia stato un fantoccio insomma.
"Comincio a pensare che se voi avete visto così tanta gente dietro di me io dovevo avere le allucinazioni quando avevo i nemici davanti a me mi sparavano. Ho perfino smesso di contare le volte che mi hanno ferito, pensi che fortuna, con degli schioppi alle volte a canna liscia miravano solo per ferirmi, perchè ero protetto dai poteri occulti. Fâ rië o belin. (espressione genovese, vuol dire che sono parole sciocche NDR).
Generale, però lei ai miei tempi è sinonimo di persona sciocca e dannosa, i movimenti secessionisti ,ed alcuni sono anche molto forti, le danno la colpa di aver unito l'Italia senza aver unito gli italiani, addirittura a danno del Nord e del Sud, vede oggi il Nord è molto ricco e dice che paga troppe tasse per il Sud, il Sud dice che è stato sfruttato fin da subito dopo la sua conquista, pardon, liberazione a tutto favore del Nord che se lei invece si fosse fatto gli affari propri oggi staremmo tutti molto meglio. A Bergamo e Varese la odiano, ci sono politici che dicono di avere i fucili pronti per liberarsi.
A Bergamo mi odiano? Ma se 300 dei miei mille eran bergamaschi! E che tiratori! Ce n'erano alcuni che colpivano un fringuello a 200 passi! Comunque guardi nella mia vita io sono stato un uomo d'azione, con la politica non ci ho mai preso tanto, ho litigato con Mazzini su questo punto, e non dico che lui avesse torto, ma io pensavo che il movimento di liberazione avrebbe dovuto prima liberare i territori e poi le popolazioni dai nobili, che io ho sempre odiato con tutte le mie forze. E più di tutti quel Cavour, un doppiogiochista come pochi, e penso che me l'abbia proprio messo in quel posto, comunque io ero a favore dei ceti popolari, in Sicilia il mio primo atto fu di abolire la tassa sul macinato, io ero contrario alle tasse: affamano i popoli, ed ero contrario allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, in questo ero tutt'uno con Mazzini. Però avevo dato la mia parola a Vittorio Emanuele che avremmo unito l'Italia, e io sono un uomo di parola. D'altra parte Vittorio Emanuele mi aveva promesso che avrebbe fatto delle riforme per il popolo, che ne potevo sapere che pensava solo al potere dei Savoia ? Io dalla conquista di un regno, con Mazzini che mi diceva "facciamo la Repubblica, io e te Presidenti" ho guadagnato esattamente un sacco di sementi, immagino che il mio esempio sia servito alle classi politiche future per far capire che si lavora per gli ideali, non per l'arricchimento personale.
Generale lasciamo stare, se sapesse chi ha rivendicato la sua eredità politica... Per non parlare di quelli che pensano che i due mondi di cui e' considerato eroe sono il Sud e il Nord del nostro paese.
Comunque si è fatto tardi, devo andare, Generale ho capito una cosa, noi non la meritavamo, forse per questo la vorremmo rimuovere. E poi, un sacco di sementi per un Regno, Lei è proprio un pessimo esempio. Addio.
Penso che Garibaldi sia stato un ottimo generale, ma non sono esperto della materia. In ogni caso Garibaldi ha mostrato che con pochi uomini, anche italiani, ma istruiti, motivati e decentemente equipaggiati era possibile sconfiggere sul campo anche gli eserciti migliori dell'epoca, austriaci e prussiani. Tra le tante colpe e stupidita' delle elites italiane c'e' stata anche quella di non aver capito nulla delle ragioni delle vittorie di Garibaldi e di aver sempre testardamente e stupidamente puntato ad un esercito fatto da masse di analfabeti demotivati e male equipaggiati, costantemente considerati economica carne da cannone, e costretti a compensare con il numero di morti e feriti tutte le deficienze, le inefficienze, la corruzione e la disorganizzazione dello Stato italiano.
Le battaglie in Sicilia furono vinte non per i mille acculturati ma per la copertura degli inglesi e la corruzione dei generali borbonici messa a punto con i soldi del Banco di Sicilia di Palermo che fu uno dei primi obiettivi del generale.
Ti pèare che lo Stato Italiano non nascesse grazie alla corruzione!
Ipollito Nievo ne tenne una contabilità minuziosa che purtroppo andò persa nel naufragio di Stromboli di cui fu vittima.