Parlare di Chiesa per uno che spesso ci va la domenica non è affatto facile, tanto più che l'argomento è abbastanza tabù. Sui giornali arrivano presto gli scandali, ma l'opinione pubblica non discute il rapporto fra cristiani, sacerdoti e religione. Né tantomeno lo fanno i politici cristiani. Io mi sento in dovere di farlo anche se non sono un esperto, semplicemente perché nella Chiesa ci sono persone bellissime e vorrei che continuino ad essercene per i miei figli e per gli altri a venire.
Questo è un momento difficile, non possiamo soltanto aspettare di vedere come finisce. Per inciso, è di cattivo gusto menzionarlo in questo contesto ma la cosa ci interessa anche da economisti, perché se è vero che il capitale sociale ha a che fare con il senso della comunità, allora almeno in Italia la Chiesa ne è senz'altro un pezzo importante che sarebbe auspicabile non perdere. Mi sembra fuorviante concentrarsi sulla questione se l'allora cardinale Ratzinger dovesse o meno coprire i casi di abusi su minori che scoppiavano al suo interno. Certo, fa più male sapere che in guerra i militari nascondano i loro 'errori'; ma ci sono di mezzo interessi di immagine forti. Pazienza. Mi sembra d'altro canto decisamente insufficiente da parte del Vaticano limitarsi a riconoscere gli errori e raccogliersi nel pentimento. Questa è una storia molto grave, e pentirsi non basta ad evitare che si ripeta. Non basta sicuramente a non far rizzare i capelli alla vista di una innocente carezza di un parroco -- chi se ne frega se i colpevoli verranno puniti.
Il punto è che la Chiesa rifiuta di guardarsi allo specchio, di discutere in modo trasparente come mai queste cose succedano. La realtà è che la Chiesa è una grande organizzazione composta largamente da gente in carriera, dove i pochi votati alla più pura spiritualità non spingono per occuparsi della gestione, ai vertici arrivano i più ambiziosi e la massa degli onesti sbriga il grosso del lavoro quotidiano. Come tipicamente succede nelle grandi organizzazioni nonprofit. Orrore? Per niente. Così è fatto il mondo, è solo un problema di numeri: non ci sono masse di geni, e non ci sono masse di santi. E la Chiesa ha bisogno di tanti, tantissimi sacerdoti. Non può permettersi di selezionarne pochi eletti, e non mi risulta che lo faccia nei seminari. Potrebbe umilmente smettere di comportarsi come se tutti appartenessero a una categoria superiore ai comuni mortali.
Ovviamente, il problema è che l'uomo comune ha bisogno del sesso. Pretendere che puoi fare a meno del sesso vuol dire assegnarti a una categoria superiore. Ma come l'esperto riconosce il genio, l'uomo comune riconosce il santo. E se il santo non c'è quella pretesa resta solo una ridicola ed umiliante finzione, e l'uomo comune si beffa di lui. Non credo che i vertici della Chiesa sentiranno l'esigenza di affrontare il problema. Dobbiamo temere, purtroppo, che la Chiesa si limiti ad aspettare che passi la notte. E la notte passerà, perché alle prime pagine basteranno le scuse. Ma il problema rimane.
Credo sia discutibile pretendere che tutti i sacerdoti possano credibilmente e lucidamente fare a meno del sesso in tutti gli anni in cui il desiderio è più ardente. E' discutibile e potrebbe essere discusso da tutti, non solo dagli addetti ai lavori. Magari è possibile alleggerire questa restrizione con alternative più accessibili di rinuncia per gli uomini che scelgono di servire il Signore. Di sicuro dovremmo imparare a parlare di più di dottrina -- di celibato, di anticoncezionali, del ruolo della donna nella Chiesa -- all'interno di una comunità cristiana che chiede di vivere una vita possibile in pace con Dio e con la Chiesa. "Occorrerebbe ripensare alla forma di vita del prete", ha scritto il cardinale Martini. Io vorrei ripensare anche alla forma di vita del comune fedele, anche se non sono un teologo.
Col sesso la Chiesa Cattolica ha un problema. Ce l'ha con i preti e con tutti i fedeli. Non conosco un solo cattolico in accordo con il divieto dell'uso del profilattico nell'Africa dell'Aids. E altrettanto ce l'ha - il problema, la Chiesa Cattolica - con la donna. Su queste cose non basta allargare per sempre le braccia, io mi sento in dovere di dire che non mi va tutto bene. L'intrinseca rigidità dottrinale? No, la dottrina è rigida solo col sesso e la donna. Il prof che gestisce i concorsi per figli e nipoti è sempre confessato di fresco, mentre io non mi comunico più perché non mi pento di fare l'amore con mia moglie. La Chiesa si sta allontanando dalla nostra vita quotidiana, se nessuno la chiama si perde.
Come ti spieghi il fatto che tu noti che la Chiesa è rigida in fatto di sesso e con la donna, mentre invece è malleabile con chi fa le raccomandazioni? Perché pensi che faccia così?
Penso che il modo di riorganizzare la Chiesa dipenda da quali sono i suoi obiettivi. Capire i motivi di come la Chiesa agisce, come nelle domande sopra, può aiutare a capirli e quindi a proporre un modello verso cui tendere.
Infine, alcune osservazioni sparse:
1. La Chiesa non è una democrazia, quindi affermare "Non conosco un solo cattolico in accordo con il divieto dell'uso del profilattico nell'Africa dell'Aids" è senz'altro ragionevole, ma è un'osserazione spuria. Infatti, da un punto di vista formale, la Chiesa non stabilisce precetti consultando i fedeli. Da un punto di vista sostanziale, non sono sicuro che sia la democrazia interna a fargli cambiare idea, piuttosto che stimoli esterni. Tu su che piano stai discutendo, formale/dottrinario oppure sostanziale?
2. Il "This Time is Different" si applica anche in questo caso e non solo alle crisi economiche! Non mi sembra che sia cambiato molto riguardo i voti e le rinuncie che fa un prete o un religioso: è da secoli che un prete non si può sposare e non può fare sesso, come facevano in passato? Che soluzioni hanno trovato a questo problema?
3. Da un punto di vista formale e dottrinario, il pentimento e la confessione sono un elemento delicato: da una parte aiutano chi è veramente pentito a sentirsi di nuovo in pace con sè e con Dio. Dall'altra, però, costituiscono una sorta di incentivo perverso, nel peggiore dei casi a peccare, che tanto poi ci si può pentire, in un caso meno peggiore, a non fare autocritica, ma ad autoassolversi chiedendo scusa. E' difficile che persone abituate a questo tipo di percorso mentale si mettano a guardare a loro interno e a mettersi in discussione.
il pentimento aiuta a mettersi in regola coi piani alti, ma è pur vero che se s'ha da dare a Cesare quel che è di cesare, anche la giustizia terrena ha la sua parte e in questo senso ratzinger ha fatto bene a ordinare di collaborare con la giustizia civile
Che la chiesa di maggior numero di fedeli nel mondo consulti tutti è difficile,ed essendo per lo piu le materie teologicamente dedicate è come se chiedessero a me di essere consultato da fisici nucleari: 0 al quoto sulla materia.
Io sono sinceramente contro le auto blu, i guadgni strepitosi e le croci in oro placcato platino: se vai a chiedere loro "come mai" ti rispondono:"sono segni che rappresentano il nostro Dio" come se a un figlio di un falegname che cenò con monili lignei e che girò a piedi per lo più e che disse "lasciate tutto" trovasse importante essere rappresentato con pezzi di metalli preziosi, mentre gente che muore di fame ce n'è.
La chiesa sbaglia una cosa grossissima, detto in termini economici aziendali: ha dimenticato il core business, la predicazione del semplice messaggio del vangelo, che non parla di casitità (pietro era sposato, si sà) non parla di evitare profilattici e metodi contraccettivi (specialmente se poi questo porta a d avere prole con aids, che quindi ha zero difese immunitarie ed è facilissimo che muoia) Se predicasse e si comportasse da capo a piedi come Vangelo comanda, non ci sarebbero conversioni ad altre fedi Islam in primis - se uno passa da cattolico a luterano il gran capo è lo stesso-,ma forse è troppo occupata a dare indicazioni di voto alle regionali
Direi che queste cose succedevano anche prima, solo è più facile che vengano fuori oggi, vuoi perché l'informazione è più facile da trasmettere (è più facile trovare altre vittime, comunicare, verificare informazioni), vuoi perché l'istituzione ha meno potere ed è meno facile andarle contro.