Il mese scorso sono stato attivamente su Twitter (Tw). L’ho fatto un po’ controvoglia, ma varie persone mi avevano istigato, primo di tutti l’amico Carlo Stagnaro di IBL che lo usa con successo (e che sa che dovra' pagare per avermi istigato). E poi, pensavo, mi sarebbe stato utile a propagandare il libro (cosa che probabilmente e’ successa). Pero’ su Tw non ho trovato solo Carlo ed altri piacevoli ed interessanti interlocutori (Fabrizio Goria, Riccardo Puglisi, Francesco Trebbi, e altri). Ho trovato subito un gruppo di personaggi che non conoscevo ma che mi hanno assaltato come topi il formaggio.
L’inizio e’ stato un tweet di tal Claudio Borghi che postava una mia intervista e suggeriva fossi un incompetente (o addirittura in malafede). Questo sulla base di una mia frase nell’intervista in cui dicevo che l’uscita dell’Italia dall’Euro non sarebbe stata una soluzione ai problemi del paese e che avrebbe invece potuto crearne altri. Dopo questo tweet, sono stato assaltato da un esercito di personaggi, molti dei quali anonimi, che me ne hanno dette di tutti i colori. Non cerco pieta’, non sono uno che si fa insultare facilmente e senza reagire – l’ho fatto, e la cosa e’ degenerata molto rapidamente.
Ho chiamato le persone che mi sono parse seguire Borghi “truppe cammellate”, un nome che li ha prima offesi ma cui alcuni di loro hanno riconosciuto una certo successo in termini di ironia. In ogni caso la definizione ha preso rapidamente piede e costituisce il mio contributo duraturo a Tw. Ad ogni modo i loro attacchi, verbalmente violenti e sempre in gruppo, ricordano molto i pestaggi che alcuni praticavano durante la mia gioventu’, fortunatamente pero’ ora solo online. Meglio cosi'.
Borghi si auto-definisce “economista” ma in effetti ha lavorato in banca la maggior parte della sua vita professionale ed ora ha una cattedra a contratto in Cattolica, di cui ama dire sia dovuta a “chiara fama” e a causa della quale ama farsi chiamare “professore”. [Ho discusso in dettaglio di questi comportamenti che mi paiono intellettualmente disonesti in un altro post]. La cosa in cui davvero eccelle, Borghi, e’ l’uso di storify.com, un website che permette la selezione di tweet e il loro commento a margine, in modo da costruire selettive (nel senso di selezione avversa) discussioni in cui la sua capacita’ retorica sia magnificata all’inverosimile. La metafora piu’ appropriata per queste “storie” e’ quella delle foto di notabili sovietici da cui Stalin faceva togliere chi gli stava davanti o chi era piu’ alto, o chi aveva mandato in un campo o eliminato. Mi sia permesso noatre, con un po' di malizia, che Borghi scriva per un giornale che ha dimostrato grande l'abilita' a gestire senza scrupoli una oliata "macchina del fango".
Le "truppe cammellate" di Borghi stanno solo su Tw. Il limite dei 140 caratteri nobilita la loro capacita’ retorica perche’ impedisce alcun argomento compiuto al di la’ della frase a effetto o dell’insulto. Anche Facebook.com e’ troppo per loro. La loro comprensione dell'economia e' davvero rudimentale, cosi' come quella della statistica elementare. La loro aggressivita' e' correlata inversamente alle loro conoscenze.
La questione e' un po' diversa per Bagnai, un gigante al confronto di Borghi, un "economista" nel senso del mio post, con un blog di successo (oltre al libro che verra’ successivamente recensito su queste colonne). Anche Bagnai pero’ non ama il confronto, blocca con grande ardimento (che le "truppe" interpretano come prova di virilita') chi non concorda con lui, su Tw e sul blog. Non parlo di me, che in Tw ho fatto essenzialmente il troll, non riuscendo a fare altro; ma anche gente che di economia internazionale ne sa piu’ di chiunque altro in Italia, come Tommaso Monacelli. In sostanza, a me pare Bagnai non abbia ancora deciso se voglia fare economia o contendere il comando delle "truppe" a Borghi. Temo voglia fare entrambi - cosa che a me almeno pare assolutamente impossibile.
La settimana scorsa me ne sono andato da Tw perche’ il mio carattere fumantino non mi permetteva di starci godendo delle cose buone, ma mi trascinava invece continuamente in liti violente (a questo proposito col grande aiuto di Leonardo Donati, Fabio Scacciavillani, Riccardo Trezzi e altri, che ringrazio di cuore). Una specie di attrazione fatale all’abiezione umana, una addiction, manco fosse youporn.com, che ho deciso di tagliare.
Ma non e’ stato tutto inutile, in tutto questo tempo tra una lite e l’altra, credo di aver capito come coloro che definirei “propagandisti anti-Euro” ragionano e quali argomenti amano usare come clave. Per intenderci, Il livello dello scambio su Tw e’ il seguente (tolti i nomi)
...tanto che ci sei dai sguardo a Bielorussia 2011 ;-)
Ah sì, la Bielorussia, l'ultima dittatura d'Europa! Ma vi pagano per simili scemenze?
Già, passthrough dipende da forma governo.
Xkè nn guardi svalutaz.rublo in russia nel 98 o svalutaz.peso in messico nel 94?
Non si puo’ fare. Esempi come clave e’ brutto in se’ ma inesistente da un punto di vista argomentativo: i singoli esempi sono necessariamente casi particolari, spesso erronei o mal compresi (pensate al Messico del '94-'95). Nessuno sembra capirlo su Tw.
Fondamentalmente, in queste settimane si Tw ho imparato quali sono i temi preferiti dei propagandisti anti-Euro: esempi selezionati all'uopo, senza analisi; un rifiuto isterico di ogni relazione tra svalutazione ed inflazione, perche' "relazione" viene interpretata come necessita' causale, con tanto di esorcismi ad ogni citazione della parola Zimbabwe; ripetizione incessante e a sproposito della parola mini-jobs davanti a qualunque evidenza sulla produttivita' della Germania; ripetizione incessante e a sproposito della parola debito estero davanti a qualunque evidenza sull'indebitamento pubblico italiano; accuse di fascismo (uno mi ha tacciato di festeggiare i 100 anni di Priebke) davanti ad ogni accenno alla necessita' di ridurre la spesa pubblica; insomma roba di questo genere. Ormai le so tutte!
Argomenti deboli quelli dei propagandisti anti-Euro, come dicevo, ma clave nodose che val la pena di affrontare il piu' possibile direttamente. Questo perche’ la propaganda anti-Euro ha un grande vantaggio su qualunque argomento intelligente: produce un credibile capro espiatorio, adducendo la colpa di qualunque problema economico l’Italia possa stare affrontando al di fuori del paese, dall’Euro alla Germania. Nella psicologia di massa (ma anche in quella individuale) i capri espiatori funzionano sempre – ricordate Malaussene alle Gallerie Lafayette di Parigi? Ecco, la stessa cosa con l’Euro e la Merkel.
Naturalmente questi argomenti, le clave, pur essendo in alcuni casi ovviamente incoerenti agli occhi di un economista, non appaiono cosi’ agli occhi del lettore che l’economia non mastica piu’ di tanto. Smontarli e’ un lavoro in salita, che la psicologia umana e’ peggio dello Stelvio. Abbiamo deciso pero’ di farlo, con una serie di post seri, magari anche un po’ pesanti, come dicevo, ma seri e didattici.
Ne usciranno vari. Il primo in realta’ e’ stato pubblicato tempo fa, da Giulio Zanella e da me (faceva seguito ad un altro in cui avevamo fatto degli errori tecnici – e quindi inizia con le nostre scuse). Per questa operazione, oltre a me, scriveranno un economista monetario di grande valore (che pero’ si firmera’ Brighella perche’ l’anonimato e’ nel suo caso necessario), e anche Tommaso Monacelli. Poi vedremo [ho convinto Michele Boldrin a leggersi il libro di Bagnai ... vediamo che ne esce!]. Naturalmente, come dicevo, anche le sonore stupidaggini e’ piu’ facile scriverle che smontarle, quindi non potremo smontare tutti gli argomenti dei propagandisti anti-Euro (e nemmeno tutti i peggiori), ma speriamo che il lettore, notando la superficialita’ e l’incoerenza di quelli che analizzeremo in dettaglio, possa almeno procedere per analogia. Buona lettura.
tiene due corsi come professore a contratto, uno su economia e mercato dell'arte (ha pubblicato un divertente libretto nel quale insegna come fare il collezionista di arte contemporanea spendendo poco) e l'altro, molto più misterioso ed inquietante, sull'economia degli intermediari finanziari: tratta di azioni, obbligazioni e derivati. Entrambi gli insegnamenti afferiscono ad un corso di laurea denominato "Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo" offerto dalle facoltà di economia e di lettere (Dio protegga gli studenti che lo frequentano!).
La chiara fama credo sia dovuta agli inviti alla trasmissione di Formigli, dove peraltro ha fatto una modesta figura, almeno a mio avviso.