Dopo la relazione Draghi, ma anche prima va detto, la stampa italiana ha scoperto che il reddito degli italiani non cresce. E ce ne spiega le cause suggerendo di conseguenza le cure appropriate.
Si vedano esempi qui, qui e qui (quest'ultimo segnalato da un'altra cortese e graziosa lettrice).
Urge demistificazione! Questi stanno dicendo delle cretinate veramente invereconde che girano sulla stampa e, ne son certo, finiscono nei continui ed ossessivi quaquaraqua televisivi. Alle invereconde baggianate giornalistiche fanno poi da accompagnamento analisi "tecniche" incoerenti prodotte da economisti da spiaggia, come quelle che trovate in questo sito e diosolosa in quanti altri. In particolare, su quest'ultimo sito - assurto ad apparente fucina del pensiero economico rifondarol-manifestante - vi invito a leggere il dotto sproloquio sul capitale umano, il mercato malato e le eterne "riforme di struttura" a firma di tali Roberto Romano e Sergio Ferrari ... tra confusione ideologica, assenza di qualsiasi analisi empirica, e completa ignoranza di cosa determini produttività e crescita, il pastrocchio che ne esce è ilare. Ma c'è poco da ridere, visto che poi su queste comiche idee il Parlamento italiano ci fonda la politica economica.
Sia chiaro, le cretinate non consistono nel documentare che, da quasi un decennio,
salari e stipendi (in Italia si ama ancora fare questa distinzione: il
primo lo prende il butto operaio, il secondo va invece al più
civilizzato impiegato) non crescono in termini reali ed in alcuni casi
addirittura calano. Questo è vero, ed è il sintomo più solido e più
drammatico del declino del paese. Non crescono al lordo, prima delle tasse. La crescente tassazione del valore aggiunto generato dal settore privato, per mantenere le inutili spese della casta e della sua corte romana, hanno ridotto in moltissimi settori il reddito disponibile reale dei lavoratori italiani. Questo fatto era noto da un pezzo a chiunque non avesse il prosciutto sugli occhi. Il problema sta nel capirne correttamente le cause ed individuarne quindi i necessari rimedi. Ed è a questo punto che le cretinate in Italia fioccano.
Le cretinate consistono nel
sostenere le varie teorie incoerenti che attribuiscono la mancata
crescita del reddito degli italiani ai prezzi che crescono troppo (per
cui basta fare il controllo amministrativo dei prezzi ed il reddito
reale cresce), o al mancato rinnovo dei contratti (per cui basta
scioperare più frequentemente e duramente, ed i redditi reali
crescono) o al diffondersi dei lavori precari (per cui basta imporre per via legislativa o contrattuale l'eliminazione del precariato et voilà siamo tutti subito
più ricchi) ed altre corbellerie di questo tipo. Oppure, se si scrive sul Manifesto, basta straparlare di mancate "riforme di struttura" e dell'assenza di adeguato intervento pubblico che curi il mercato malato, come sproloquiano incoerentemente i due "economisti" di cui sopra, perchè il miracolo si avveri.
Urge
demistificazione, ripeto. Se leggete i commenti dei lettori nel secondo e nel terzo
link che ho messo, vi viene la pelle d'oca. L'ignoranza e la confusione
diffuse in Italia sulle cause del declino sono impressionanti e
spaventose. Su tale ignoranza si mantiene la casta, il suo non
riformare e l'eterno mal governare, sia esso prodian-rifondarolo o berlusconian-corporativitista. Su tale ignoranza si costruiscono solo
ulteriori disastri a venire: un declino economico cosí massificato e persitente non si inverte in poco tempo, né senza misure di drastica e dolorosa riforma (questa sì: strutturale!) che liberino mercati, concorrenza, meritocrazia e mobilità sociale. E che taglino le maledette tasse assieme alle maledette spese pubbliche inutili.
Purtroppo mi manca il tempo per farlo, quindi posso solo fare l'appello ad altri più capaci di me. Il tempo mi manca perchè qui il mercato non è malato. Tralasciando il mercato senior, dove faccio da ansioso acquirente, ho sei studenti sul mercato junior medesimo: un italiano, uno spagnolo, un russo, un turco, un argentino ed un giapponese. Cercano tutti ed entusiasticamente un lavoro precario, con rischio di licenziamento in tre o sei anni se non producono nuova conoscenza ad alto ritmo e non insegnano come si deve. In compenso, se lo trovano negli USA, il lavoro precario in questione pagherà loro un salario iniziale di almeno 120mila dollari ... agli altri raccontare cosa succederebbe se lo trovassero invece in Europa o, peggio ancora fatte salve due eccezioni, in Italia.
Non urge solo una demistificazione del tutto, urge un noiseFromAmerika di massa ... diventa sempre più duro tenere il passo, eppure bisogna tenerlo. Cerco un RA per fare nFA, volunteer anyone?
Da marzo a luglio potrei essere interessato... se la richiesta è seria e non trovi nulla di meglio, fammi sapere!