Innanzitutto un po' di storia (che non fa mai male) : la Sanità è stata completamente regionalizzata nel 1999 con il D.Lgs n° 229 , da allora il Governo fissa solo gli obiettivi e i “livelli di assistenza omogenei per il territorio Nazionale”. Ovviamente la Sanità costa (come i nostri amici amerikani ben sanno, in attesa che il loro Presidente gliela faccia avere gratis), per cui, è istituito il “Fondo Sanitario Nazionale” che, per il 2010, prevede uno stanziamento di 105 miliardi e passa di euro, di cui alle Regioni, per il loro “fabbisogno indistinto” vanno 102 miliardi di euro. Per chi si vuole divertire con il burocratese qui c'è il riparto, io mi soffermo solo su alcune parti, che sono i criteri adottati per la divisione , e che sono:
102,102,398 milioni di euro ripartiti prendendo a riferimento :
a. il criterio di ripartizione adottato storicamente (cd criterio della "spesa storica" NDR), prima della sottoscrizione del precedente Patto per la Salute 2007-2009, che si basa essenzialmente sul criterio della cosiddetta quota capitaria assoluta, utilizzando i dati stimati per classi di età dall'ISTAT al 1° gennaio di cisacun anno di riferimento, corretta con i parametri di cui allart. 1 comma 34 della L. 662/96 per tenere conto della frequenza dei consumi sanitari per età e per sesso. b. i criteri ed i pesi per età, riportati in calce, costruiti sulla base dei dati dei consumi sanitari presenti nella banca dati del NSIS riferibili ad ogni Regione (dati SDO 2006 per l'ospedaliera e dati Tessera Sanitaria 2008 per la specialistica ambulatoriale); c. dati della popolazione stimati per classe di età dall'ISTAT al 1° Gennaio 2009. |
e poi l'effettivo ammontare, dati i criteri (soprattutto la spesa storica, quindi) di riparto:
Regione |
Totale fabbrisogno indistinto e finalizzato 2010 in Euro |
Piemonte |
7.758.852.859,92 |
Valle d'Aosta |
218.969.044,60 |
Lombardia |
16.660.491.790,31 |
Bolzano |
832.165.610,50 |
Trento |
883.381.571,89 |
Veneto |
8.325.695.839,90 |
Friuli |
2.161.685.197,31 |
Liguria |
3.023.297.623,24 |
Emilia Romagna |
7.592.928.524,20 |
Toscana |
6.536.096.971,79 |
Umbria |
1.572.329.541,55 |
Marche |
2.748.280.087,52 |
Lazio |
9.584.918.273,11 |
Abruzzo |
2.306.487.456,88 |
Molise |
557.200.888,47 |
Campania |
9.579.984.408,10 |
Puglia |
6.840.657.838,00 |
Basilicata |
1.022.091.068,25 |
Calabria |
3.403.516.048,90 |
Sicilia |
8.455.621.414,75 |
Sardegna |
2.837.452.822,61 |
Totale |
102.895.497.900,00 |
Chiedo scusa se ci sono erori di trascrizioni, ma il file originale è inutilizzabile, poichè è un .pdf derivante da una scannerizzazione del documento originale. Evidentemente Brunetta si deve essere dimenticato, nel suo piano sulla digitalizzazione della PA, di spiegare che “digitalizzazione” non vuol dire fotocopiare.
Quelli che leggete a fianco del nome di ogni Regione sono i soldi che tale Regione può spendere in assistenza sanitaria, chi non riesce a starci dentro va in “deficit”. Adesso, facendo un giochino facile facile, dividiamo i relativi ammontari per la popolazione residente in una Regione a caso, la Lombardia, che “vanta” un surplus nei conti della Sanità, e nella mia Regione, la Campania, che vanta un bel deficit.
Regione |
Quota F.S.N. (in mln €) |
Popolazione (wikipedia) |
Spesa pro-capite (in €) |
Lombardia |
16.660.491 |
9.642.406 |
1.727,00 |
Campania |
9.579.981 |
5.820.795 |
1.645,00 |
Specifico inoltre che la Lombardia “riceve” , con un fondo apposito, € 448.000.000 per “mobilità sanitaria”, la cifra è indicata a pag 14 del documento di riparto, ma è poco leggibile, per cui non l'ho reinserita qui, ma il dato (spero) è incontrovertibile. La differenza è data soprattutto dal criterio "spesa storica", considerato che la distribuzione della popolazione, specialmente nelle fasce di età di "maggiore ricorrenza" è molto simile, o comunque non tale da giustificare uno scostamento come quello visualizato nella voce "spesa pro-capite":
Campania (totale) 5.812.962 | 0-8 anni 569.121 (10.2%) | 65 e+ 922.708 (16,0%) |
Lombardia (totale 9.742.676 | 0-8 anni 846.604 (8,7%) | 65 e + 1.943.422 (19,9%) |
Qui la fonte dei dati.
A questo punto penso sia chiaro che se la Campania ricevesse pro-capite la stessa cifra della Lombardia avrebbe un finanziamento aggiuntivo di € 477.305.190,00 (82*5,890,705) tali da ripianare il deficit annuale (che è di circa 300mln) e in tre anni di azzerare il deficit sin qui accumulato e cominciare anche a guadagnare dalla Sanità (ma questo è un sogno di una notte di mezza estate, figuriamoci se un politico che può spendere soldi pensa a risparmiare...)
Fin qui l'arida aritmetica, che contraddice un documento di poca o nulla importanza e rilevanza.
Adesso veniamo alle dolenti note e il federalismo alle vongole di cui tanti blaterano, ma nessuno ci dice cos'è e come dovrebbe essere fatto.
Abbiamo quindi un Fondo Sanitario Nazionale, che dovrebbe essere, di principio, egualitario: X pro-capite e buonanotte. (nota: l' X è € 1.702,93), oppure dovremmo avere un principio per cui le “risorse” rimangono sul territorio (e la Lombardia si potrebbe permettere di spendere ben altro), con le cifre e le conseguenti proporzioni di cui alla seguente tabella:
Regione | Proventi IRAP | Proventi addiz IRPEF | Integrazione statale |
Piemonte | 2.522.865.023,24 | 548.885.000,00 | 4.520.006865,68 |
Valle d'Aosta | 82.070.805,79 | 16.645.000,00 |
|
Lombardia | 7.792.799.128,88 | 1.288.303.000,00 | 7.314.500.737,44 |
Bolzano | 369.392.641,58 | 62.947.000,00 |
|
Trento | 303.914.122,11 | 63.435.000,00 |
|
Veneto | 2.957.272.592,81 | 568.520.000,00 | 4.611.924.374,09 |
Friuli | 767.758.433,68. | 152.755.000,00 |
|
Liguria | 758.449.404,17 | 196.546.000,00 | 2.005.572.347,07 |
Emilia Romagna | 2.899.083.330,07 | 557.226.000,00 | 3.964.663.383,12 |
Toscana | 2.051.761.837,40 | 433.124.000,00 | 3.912.842.038,38 |
Umbria | 352.682.626,73 | 90.226.000,00 | 1.095.389.512,82 |
Marche | 737.928.910,16 | 160.558.000,00 | 1.795.326.000,15 |
Lazio | 3.879.864.948,95 | 640.854.000,00 | 4.902.006.077,16 |
Abruzzo | 452.189.567,41 | 113.379.000,00 | 1.697.376.821,47 |
Molise | 40.952.185,20 | 24.898.000,00 | 478.597967,27 |
Campania | 1.482.525.313,50 | 383.659.000,00 | 7.650.584.263,60 |
Puglia | 922.984.484,51 | 288.241.000,00 | 5.516.071.455,49 |
Basilicata | 38.600.101,89 | 40.761.000,00 | 905.823.612,36 |
Calabria | 119.277.399,19 | 125.229.000,00 | 3.111.990.715,71 |
Sicilia | 1.499.399.225,53 | 341.549.000,00 |
|
Sardegna | 597.778.820,53 | 134.563.000,00 |
|
Le Regioni a Statuto Speciale non sono inserite nella colonna "Integrazione Statale" (non so il perchè, non me lo domandate), secondo questa tabella la Lombardia si paga la sua Sanità ben oltre il 50%, la Campania poco oltre il 15%.
Ecco, quello che proprio non capisco è questo: o siamo tutti uguali, indipendentemente da dove residiamo, e allora l'attuale ripartizione è una profonda ingiustizia, o le risorse sono assegnate in modo proporzionale a dove sono prodotte, e allora il Servizio Sanitario, così come è attualmente concepito, la Campania, semplicemente, non se lo può permettere, indipendentemente dai famigerati “costi standard”, che già esistono (ma nessuno lo ha detto a Calderoli...) in Sanità, e si chiamano DRG (nomenclatore tariffario Bindi, anche se poi ogni Regione ha il proprio, ma non esistono differenze significative).
Allora, poiché non capisco, vorrei che qualcuno ci spiegasse i “buchi nella Sanità” come devono essere colmati, visto che i “buchi” esistono già quando ci si spartisce la torta.
Il Governo ha già risposto nel modo più italico possibile: “aumentate le tasse”. D'altronde l'Italia è un paese federale....
Secondo me un po' di geopolitica, ovvero dove e chi prende i voti, aiuterebbe a capire perchè nessuno parla di federalismo fiscale in maniera approfondita, e perchè i costi dello stesso siano un oggetto misterioso: se dovesse prevalere la logica del costo standard unitario nazionale alcune Regioni del Nord (la Lombardia su tutte) andrebbero in crisi nel campo sanitario, le Regioni del Sud riceverebbero (addirittura!) più soldi di quelli che ricevono oggi, e chi glielo spiega ai nordici?
Se invece dovesse prevalere la logica del “ricavo standard”, per cui i costi devono essere commisurati ai ricavi su base regionale le Regioni del Sud andrebbero in default immediato, dovendo pagare stipendi pubblici che semplicemente non si possono permettere, e chi glielo spiega ai "sudici" ?
Per questo il federalismo italiano deve essere alle vongole: se si facesse seriamente o scappano i politici del Sud o quelli del Nord...
...l'analisi numerica, a cui ho -confesso- dato solo uno sguardo sommario, mi sembra interessante. Mi domandavo se da questi dati si possa in qualche maniera trovare un indice, regione per regione, dello spreco in campo sanitario. Che esiste, e a volte è enorme (in tutte le regioni).
Avrebbe senso, che so, dividere l'"Integrazione Statale" per il numero di abitanti?
La sanità costa, e fin qui non è una novità, ma quale spazio esiste per una ottimizzazione/razionalizzazione/risparmio o, meglio, riduzione e controllo degli sprechi (anche sotto forma di corruzione)? Quali strumenti di analisi economica potrebbero essere impiegati per evidenziare una di queste situazioni? (domanda da neofita ma alla quale potrebbe essere non facile rispondere, per cui potete mandarmi a quel paese ... :-)
Ora il federalismo fiscale in preparazione e' una congerie di provvedimenti che quasi nulla hanno a che fare col federalismo e molto piu' hanno a che fare con pianificazione statalista e centralista, ma se ad ogni regione dalla cassa comune arrivano solo i finanziamenti per le prestazioni che tali regioni devono erogare calcolate al fantomatico costo standard purche' sensato, se ogni extra-costo deve o non esserci o venir finanziato da imposte locali, se ogni sforamento rispetto a quanto detto comporta la gogna per i politici al potere (commissariamento, esclusione dall'elettorato passivo per 10 anni, carcere per i casi di frode) i margini per la corruzione si ridurrebbero molto. Ogni spreco e corruzione andrebbe interamengte ad alzare le tasse locali e/o a ridurre le prestazioni erogate dalla regione ai sudditi locali, che potrebbero rivolgersi altrove solo se autorizzati o comunque addebitando i costi totali alla regione di provenienza, eventualmente causando ancora una volta gogna per i politici locali in caso di sforamento. A questo punto dovrebbero essere gli elettori locali ad avviare un circolo virtuoso eleggendo politici capaci con le condizioni al contorno appena descritte, altrimenti vuol dire che i sudditi locali la corruzione la desiderano anche se ne pagano tutti i costi, e allora non c'e' nulla da fare.
Alberto Lusiani ti ha risposto, in effetti non c'è possibilità di controllo economico della Sanità (chi può dire quanto vale una vita umana?), ma c'è la possibilità di un forte "controllo politico": chi spende di più di un X va a casa, possibilmente per sempre.