Nei due anni e passa dedicati - altri, fra cui forse io, direbbero "persi" - a tentare di fermare il declino italiano, che continua invece inesorabile, mi son fatto spesso coinvolgere in sciocchi dibattiti con personaggi di dubbia fama che i media italiani hanno, in 4+4=8, trasformato in guru economici. No, non vi tedierò oggi con la solita dottoressa Loretta, non ne vale la pena. Nè ritornerò a dibattere di austriaci ed alsaziani: la questione che mi interessa è quantitativa e seria, la polemica con altri è solo una meschina motivazione addizionale.
Il sassolino in questione è costituito dalle affermazioni di un circolo di persone che, in questi anni, hanno acquisito una certa "fama" mediatica nel bel paese in quanto teorici e propugnatori dell'idea secondo cui l'euro è la causa di (quasi) tutti i mali nostrani e che l'uscita dallo stesso con conseguente svalutazione dovesse e debba essere il primo passo di ogni seria politica volta ad invertire il declino italiano. Questi signori (e signore) han cominciato ad apparire qualche anno fa, via social media e rete, con affermazioni tanto agressive quanto prive di fondamento. Qui potete trovare un esempio ma bastano dieci minuti per trovare dozzine di simili fesserie.
Siccome ho fretta assai vado telegraficamente. Quasi sette anni fa, all'incipit della crisi, pubblicai questo. L'argomento è banale: all'inizio della crisi finanziaria, la Spagna stava meglio dell'Italia e veniva da circa 15 anni di crescita che, in Italia, erano stati anni di effettiva stagnazione. Argomentavo che, anche se gli effetti della crisi dovessero essere più pesanti in Spagna che in Italia, la Spagna avrebbe complessivamente fatto meglio dell'Italia per parecchio tempo perché aveva una classe dirigente meno squallida. Non quantificavo gli anni e dicevo (in riferimento al fatto che in Spagna si stava meglio che in Italia): "[...] e continuerà ad esserlo per lungo tempo, desaceleraciòn o no". Il resto dell'articolo usa il presente e, semplicemente, descrive la situazione così come era al tempo; non era un articolo di "previsioni" anche perché, notoriamente, trovo le "previsioni economiche" una grande perdita di tempo. Non sto qui a discutere se le ragioni da me adotte per spiegare le migliori condizioni spagnole siano o non siano quelle corrette, non è questo il punto (tutto quanto ho appreso in questi sei anni mi ha più che confermato la loro correttezza). Fa lo stesso: facciamo finta che la mia intenzione fosse "prevedere" in gennaio del 2008 quale sarebbe stata la posizione economica relativa d'Italia e Spagna nell'ottobre del 2014.
Basterebbe cominciare, e finire, con questo grafico che, alla fin fine, riassume (come una statistica sufficiente) tutta la storia che voglio raccontarvi:
Il Bel Paese, come vedete, "stands alone" nel gruppo naturale di riferimento. Il reddito nazionale reale per capita oggi è di alcuni punti percentuali inferiore a quello dell'inizio 2003 - parentesi importante: qualcuno più paziente di me dovrà, spero presto, documentare come stia l''80% di italiani meno fortunati: scopriremo che stanno molto peggio di 25 anni fa ... - e questo vale SOLO per il Bel Paese.
Ma le statistiche "sufficienti" a volte tali non sono, quindi proviamo ad esaminare qualche altra misura significativa delle performance economiche dell'ultimo decennio. Di seguito le più rilevanti e significative.
Come vedete, in termini di prodotto nazionale totale, abbiamo fatto peggio del famosissimo malato, il Giappone, sia dal 2003 che dalla crisi. E, non scordiamocelo, il Giappone è un paese in crollo demografico (quindi delle forze di lavoro) mentre l'Italia, sino all'altro giorno, aveva una popolazione (e delle forze di lavoro) crescenti. Vediamo ora il valori per capita.
Niente, stessa storia: sempre ultimi. Ah, approfitto di questo grafico per far notare la posizione relativa di UK e Italia sino al 2013. Come ricorderete il Regno Unito svalutò la sterlina in seguito alla crisi e questo, come il grafico indica, non gli permise di far meglio dell'Italia durante gli anni della, sua, svalutazione. Sta facendo meglio nell'ultimo anno e mezzo durante il quale, guarda caso, la sterlina ha iniziato a rivalutarsi. Oh well, questo è un microsassolino dedicato sempre a chi sbraita che la svalutazione (di per se) sia la panacea che eliminerebbe i nostri mali.
Andiamo avanti e guardiamo ora ai tassi di crescita del GDP aggregato. Ennesima conferma: facciamo peggio di tutti e leggermente peggio della Spagna anche qui. Notasi che la differenza con la Spagna, a nostro discapito, si accentua nell'ultimo periodo e che era abissale prima della crisi del 2008.
Che sia perché, a causa del maledetto patto di stabilità e dell'Europa che ci strangola, siamo stati costretti a ridurre o controllare la nostra spesa pubblica non potendo, quindi, avvantaggiarci del magico moltiplicatore di cui, invece, altri hanno fatto saggiamente uso? Sembra di no:
In quest'ultimo grafico merita osservare non solo che l'Italia compete con la Francia per il record (negativo) nella spesa pubblica in % del PIL, ma anche che gli USA (dove, a sentire gli esperti italiani di destra e di sinistra, son usciti dalla crisi a botte di spesa pubblica ...) hanno RIDOTTO brutalmente la spesa pubblica in % del PIL a partire dal 2009. E persino la tanto vituperata Spagna, quasi ammalata quanto noi, nonostante la pessima performance del PIL, è riuscita a tagliare la spesa pubblica in assoluto ed in percentuale del PIL medesimo.
Il prossimo grafico non può non essere quello delle tasse. Già tutti sanno ciò che ci mostrerà ma, in questi casi, non è male ripetersi. Eccolo dunque (quello del debito pubblico, invece, ve lo risparmio perché viene quasi per conseguenza logica):
Con le tasse siamo quasi riusciti a raggiungere la Francia, grazie a Monti ma non solo lui. Fra un paio d'anni qualcuno ricalcolerà questi stessi numeri e ci permetterà di capire che anche Renzi sta dando il suo infausto contributo. Che altro aggiungere? L'occupazione ovviamente. Eccola qua:
Dalla fine del 2011 ad oggi facciamo come la Spagna (che mostra ora segni di recupero, ma non sbilanciamoci che sono ben lontani dall'aver finito quei compiti per casa che noi manco abbiamo iniziato ...) mentre prima avevamo fatto per circa altri 15 anni (chi ha voglia cerchi i dati a partire dal 1993-4) enormemente peggio. E se vi dovesse interessare in quale comparto facciamo sempre ed uniformemente peggio, ve lo mostro io:
Impressionante, vero? Lascio ai commenti l'opportunità di spiegare, a chi ancora non l'ha inteso, perché guardare al solo tasso di disoccupazione NON è la maniera adeguata per capire quanta gente in età lavorativa lavora in un certo paese e quanta invece non lo fa. Ne parleremo.
I tre ultimi grafici sono utili per capire sia perché riusciamo, pur nella malattia comune all'Europa mediterranea, a star comunque sotto della Spagna sia per riflettere sul futuro. Li posto senza commentarli.
Bene, per quanto mi riguarda il caso è più o meno chiuso, almeno nei suoi tratti generali. Nei commenti discuteremo e chiariremo i dettagli anche grazie agli ottimi contributi tecnici che molti lettori di nFA sempre offrono. Li ringrazio in anticipo.
Per quanto riguarda le cause, ribadisco e rafforzo l'opinione di quasi sette anni fa: la classe dirigente spagnola fa abbastanza schifetto e quella attualmente al potere - ne so qualcosa per esperienza personale - è molto peggio di quelle che l'hanno preceduta (fatto salvo Zapatero, che sino ad ora è un punto di minimo assoluto nella Spagna post- Franco ...). Ma, in confronto a quella italiana, sia essa fatta di Prodi, di BS, di Monti o di Renzi (mi son scordato il nome di quello in between ...) persino Montoro e Rajoy sembrano degli statisti. Ed è tutto dire.
Gran parte della spesa pubblica è composta da retribuzioni e pensioni. Chi parla di tagliare in modo significativo la spesa pubblica senza tagliare retribuzioni e pensioni, soprattutto quelle spropositate, vive sulle nuvole, e infatti la Spagna lo ha fatto, ponendo tetti rigorosi alle alte e medie retribuzioni.
Se noi abbiamo una corte costituzionale che dichiara illegittimo un minimo taglio a retribuzioni molto superiori a quelle di paesi molto più ricchi di noi, cosa dobbiamo fare? Certo, una classe politica con gli attibuti approverebbe una legge costituzionale per modificare requisiti e composizione della corte costituzionale, e con l'occasione manderebbe a casa questi personaggi.
Ma sarebbe la prima volta nei paesi occidentali, e molti griderebbero al golpe. Sarebbe la scelta migliore, ma avrebbe tanti inconvenienti. Allora che fare?
Ecco che l'uscita dall'euro potrebbe essere il male minore, perché se la migliore scelta ci viene preclusa, così non possiamo andare avanti. Sarebbe il suicidio.
... la CC non dichiara illegittimo un qualsiasi taglio a retribuzioni, bensì i tagli così come erano stati pensati.
Non so se sia fattibile ma, per gusto della discussione, se lo Stato decidesse di licenziare tutti i dirigenti per poi riassumerli con un taglio degli stipendi del 20-30% (per dire), non credo che la CC avrebbe niente da ridire -ok è un'esagerazione, ma ci siam capiti, spero.
Ecco, bisognerebbe ridiscutere i contratti e gli emolumenti correlati. Se questi sono stabiliti per legge, si cambia la legge (vedi commessi della Camera/Senato); se sono stabiliti per contratto, ci si comporta di conseguenza... senza paura di mettere ai posti di comando persone scomode, che facciano l'interesse della struttura invece che dei dipendenti.
Un piccolo (perverso) esempio: il DG di un ospedale ha imposto ai suoi primari di tagliare i costi ed aumentare le prestazioni. Perché no? Si trattava di aumentare l'efficienza, in fondo. In tempo di blocco del turn over non era facile (altrimenti si sarebbe potuto mandare in pensione vecchi medici per prendere giovani al minimo), ma alla fine ci sono tutti riusciti: come? Primo: hanno fatto scadere tutti i contratti a tempo determinato (risparmio di risorse). Secondo: hanno diminuito i tempi minimi per le visite (qui devo una spiegazione/approfondimento: i medici sono inquadrati come dirigenti quindi tenuti a fornire le prestazioni a prescindere dall'orario - sempre che quelle prestazioni siano state correttamente autorizzate e/o preventivate. E' stato sufficiente avvisare il CUP di aumentare la frequenza delle visite e, allo stesso tempo, autorizzare l'inserimento di più visite contemporanee (allo stesso orario), et voilà il gioco è fatto. Non solo recupero delle prestazioni ma incremento in senso assoluto! (e non ci sono problemi per il primario, perché la responsabilità è personale -del medico- quindi se ha sbagliato qualcosa per via del fatto che c'era poco tempo a disposizione della visita, fatti suoi che nel tempo stabilito non s'è accorto di nulla) Certo, il fatto che DG e primari si siano spartiti -a titolo di premio d'obbiettivo, a fine anno- l'equivalente degli stipendi risparmiati, getta un'ombra sulle intenzioni di questi dirigenti, ma forse son io prevenuto... scusate. Cmq, un modello che si può ripetere, no?)
scusate l'OT
Ora, poichè il pesce puzza sempre dalla testa, è indubbio che i membri della Corte Costituzionale non siano l'esempio di rigore e dirittura morale che vorrebbero far credere. Basti pensare all'usanza di eleggere come presidente della CC il membro più anziano pronto a lasciare il posto vacante nel più breve tempo possibile al fine di eleggerne un altro, con le medesime caratteristiche, e così via, allo scopo di massimizzare la pensione attesa da lorsignori. Usanza che somiglia tanto a ciò che avviene negli alti gradi militari dove i colonnelli diventano generali giusto in tempo per ricevere la pensione (da generale). E' chiaro però che tali comportamenti sono possibili solo laddove vi siano delle leggi che li favoriscono e che creano degli incentivi perversi. E qui sta il punto: possiamo anche mandare a casa i giudici costituzionali ma se la qualità della produzione legislativa non cambia il problema rimane tale e quale. Siamo sicuri che gli uffici legislativi che hanno pensato i cd 'contributi di solidarietà' che sono stati poi dichiarati incostituzionali non abbiano scientemente scelto tale strada proprio perchè ne conoscevano l'esito ? Spesso le leggi sono fatte male non per incapacità ma per calcolo. Mi sembra altamente improbabile che la 'patria del diritto' non sia capace di produrre leggi decenti: il problema è che le leggi indecenti troppo spesso sono fatte apposta.
Ciò detto è fuor di dubbio che se si vuole tagliare la spesa pubblica i capitoli di spesa da considerare sono pensioni, retribuzioni (e n. di addetti) della PA e, in misura minore, spesa sanitaria. Il costo del lavoro italiano è esageratamente alto perchè deve sopportare dei contributi sociali pari al 33% delle retribuzioni (lorde) che non ha pari nel mondo (tranne forse che in Francia, che infatti sta prendendo la stessa direzione italiana), oltre ai contributi assicurativi (malattia, infortuni, disoccupazione involontaria, ecc.). E' proprio tale livello contributivo che riduce già in partenza il livello di occupazione ottenibile. Purtroppo i ns governanti, schiavi del modello superfisso, han ragionato esattamente al contrario: hanno favorito l'accesso alla pensione aumentando progressivamente la contribuzione fino alla soglia massima di tolleranza, chè è stata superata. Ne è la prova il fatto che il sistema economico non riesce più a creare nuovi posti di lavoro. L'allungamento dell'età pensionabile giunto negli ultimi anni è arrivato troppo tardi e solo perchè ci si è resi conto che il livello contributivo raggiunto non era più superabile. Un encomio speciale, in tal senso, va all'ultimo governo Prodi, che per abolire il cd 'scalone' che il ministro del lavoro Maroni aveva introdotto qualche anno prima con effetto ritardato, non ha saputo far di meglio che aumentare i contributi e girare il TFR (!) all'INPS, grazie al solito artificio contabile. Inoltre, siccome le disgrazie non vengono mai da sole, tale governo sarà ricordato anche per i contributi al fotovoltaico che hanno ulteriormente peggiorato la competitività dell'industria nazionale facendo aumentare il costo dell'energia elettrica.
La classe politica nazionale è talmente brillante che, dopo che negli ultimi anni abbiamo dovuto scegliere tra delinquenti e incapaci, MR oggi viene spacciato per uno statista...