La sintassi è piuttosto impervia, il minimo che si possa dire è che
la punteggiatura appare perfettibile ("aumenta ulteriormente l'evasione
fiscale del 6,14 per cento"). Ma questo è più o meno veniale. Cercando
nel sito non si rinviene traccia della metodologia seguita per ottenere
un risultato così preciso. Sei virgola quattordici per cento. Forse era
tredici periodico, e qualche sciatto collaboratore ha arrotondato.
Sempre
più curiosi, abbiamo quindi utilizzato il contact form di
Contribuenti.it, che si intitola "Scrivi al direttore di
Contribuenti.it". E abbiamo scritto:
Egregio direttore,
ho letto il vostro comunicato stampa del 25 ottobre, che recita: “A
ottobre l'indice di fiducia dei contribuenti italiani scende a quota
17,96, ed aumenta ulteriormente l'evasione fiscale del 6,14%”Il
comunicato è stato anche rilanciato da l'Unità. Ora, per deformazione
professionale, ogni volta che leggo di una tesi, e di numeri a corredo
della medesima, per riflesso condizionato vado a cercare la metodologia
che tali numeri ha prodotto. Mi colpisce ed incuriosisce molto capire
come la vostra associazione è riuscita a misurare l'aumento di
“evasione fiscale”, cifrandola addirittura al secondo decimale. E
questo malgrado da alcuni
decenni in questo paese decine di studi e ricerche si siano
invariabilmente scontrati con le enormi difficoltà di quantificare
l'evasione. Lei può quindi immaginare il mio stupore e la mia speranza
di poter finalmente leggere i dati definitivi su questo pernicioso
fenomeno. Sfortunatamente, di tale metodologia non sono riuscito a
rinvenire traccia all'interno del vostro sito, che si presenta così
denso di informazioni da risultare a volte un po' caotico.
Le sarei quindi infinitamente grato se potesse illuminarmi sul criterio adottato.
In attesa di suo cortese riscontro nel merito, voglia gradire i miei più cordiali saluti.
La risposta è arrivata dopo pochi minuti:
Misuriamo l'evasione fiscale attraverso l'indice della tax compliance.
Tutti gli enti accreditati possono ricevere i nostri studi che sono
elaborati da KRLS Network of Business Ethics (leader in Italia nel
volontariato che conta oltre 1000 studi di avvocati, dottori
commercialisti e notai), previo pagamento delle spese. Sperando di
averle chiarito ogni dubbio è gradito conoscere se è un socio
dell'associazione ed il suo curriculum al fine di poterci avvalere in
futuro anche della sua collaborazione volontaria.
Cordiali saluti,
Contribuenti.it
Beh, chiarito è il participio passato di un verbo impegnativo. Che sarebbe questo indice di tax compliance?
Come viene calcolato? Su quale base dati? I criteri sono periodicamente
rivisti per adeguarli all'evoluzione della normativa fiscale? S'impone
una replica:
Non sono socio della vostra associazione, e mi occupo di
analisi economica. Per chiarirmi ulteriormente le idee vorrei quindi
sapere come posso conoscere la metodologia alla base del vostro indice
di tax compliance.
Giunge la risposta. Ed è una sorta di "e più non dimandare", impreziosita dall'ipse dixit della trascrizione di una interrogazione parlamentare del 2005:
Come già comunicatole, se appartiene ad un ente
istituzionale accreditato, può richiedere su carta intestata della
stessa, al pari delle altre istituzioni, tutto lo studio dove è anche
indicata la metodologia applicata da KRLS Network of Business Ethics
previo pagamento delle sole spese. Come potrà leggere dagli atti della
Commissione finanze della Camera «Contribuenti.it», tempo conduce il
monitoraggio mensile di un campione di 5.000 contribuenti
sull'atteggiamento di fiducia nutrito nei confronti
dell'amministrazione finanziaria, ricavandone un indice di tax
compliance composta a sua volta da sue subindici, il primo (peso 40 per
cento) sulla situazione corrente, il secondo (peso 60 per cento) sulle
attese per il futuro. In attesa, le rinnoviamo l’invito ad inviarci un
suo curriculum al fine di poterci avvalere in futuro di un ulteriore
analista economico.
Il quadro sembra divenire più chiaro. L'indice di tax compliance è una sorta di misura della "customer satisfaction"
dei contribuenti nei confronti dell'Amministrazione finanziaria dello
stato. Se sono soddisfatto, rispondo che non voglio evadere le tasse,
sennò rispondo il contrario. E questa sarebbe la "misurazione
dell'evasione fiscale"? E come si misura la fiducia nei confronti del
fisco? Deriva dalla qualità dell'interazione con l'Agenzia delle
Entrate? O dal livello di pressione fiscale percepita? Mistero, perché
noi non siamo un "ente accreditato". Torniamo sulla home page di
Contribuenti.it e clicchiamo il link a KRLS Networks of Business Ethics. Un sito con moltissimi dead links
(sidebar di destra, "consulenza", "professionisti", "imprese"), di
fattura piuttosto vetusta, ed un "Chi siamo" certamente più informativo:
KRLS Network of Business Ethics nasce dalla volontà di
un gruppo di professionisti di diverse nazioni che ispirandosi ai principietici e morali di S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù,
hanno inteso ridefinire i confini delle proprie professioni, orientando
la vita professionale non solo alla mera realizzazione di profitti, ma
vivendola come missione al servizio degli altri, promuovendo uno
sviluppo economico sostenibile, nel quale siano posti al centro
dell’attenzione l’uomo, la famiglia, le fasce deboli della società.
Ma anche in questo caso, dello studio in questione e della metodologia adottata non vi è traccia. Sappiamo che in Italia esiste un fiorente mercato di associazioni di consumatori, che sembrano avere in comune soprattutto la propensione a lanciare numeri
e l'allergia a spiegare come quegli stessi numeri sono ottenuti.
Pensare che sia possibile identificare con precisione ingegneristica il
"tasso di evasione fiscale", per giunta su base mensile, è qualcosa di
semplicemente onirico. Basta andare a leggersi il classico testo di
riferimento adottato nei corsi universitari di Scienza delle Finanze
(Il Bosi-Guerra, "I tributi nell'economia italiana", edizioni Il
Mulino), per verificare quanto sia metodologicamente problematico
tentare di quantificare il fenomeno dell'evasione fiscale.
Perplessi e insoddisfatti replichiamo all'ultima email:
Purtroppo, sono "solo" un privato e non appartengo ad
alcun ente. Sono un contribuente, ma pare non basti. Vorrei solo
specificare che pubblicare comunicati dove scrivete che "in ottobre
l'evasione fiscale aumenta ulteriormente del 6,14 per cento" è del
tutto fuorviante, visto che non esiste modo di misurare l'evasione
fiscale in quanto tale, come ogni studente di scienza delle finanze
potrebbe confermarvi. Se il vostro questionario di tax compliance è
costruito ponendo domande al contribuente sulla sua volontà di pagare o
meno le tasse in futuro, è del tutto evidente che ciò non può in alcun
caso essere considerato indicatore di "evasione fiscale".
E otteniamo l'ultima risposta, che si apre con un bell'ipse dixit, a rinforzo del concetto di "e più non dimandare":
E’ probabile che abbiamo bisogno della sua competenza e
che non bastano i professionisti di KRLS Network of Business Ethics.
Accettiamo tutti i suggerimenti, ma prima di accettarli gradiremmo
conoscere le sue competenze. Visto che sta criticando docenti
universitari, oltre che istituzioni, è possibile ricevere il suo
curriculum?
Non sia mai detto che in questo paese si possano criticare "docenti
universitari"! Anche il vostro Titolare lo è stato, in un paio di
occasioni, ma ormai ha perso la patina di infallibilità. Avrete capito,
per farla breve, che qui abbiamo qualcuno che gioca con la semantica, e
qualcun altro che partecipa al gioco: nel 2005 con interrogazioni parlamentari,
oggi con articoli di spin su l'Unità, a sostegno della tesi bersaniana
che afferma che "l'evasione fiscale è ripartita col governo
Berlusconi". Cosa che può essere anche vera (allo stesso modo in cui
può non esserlo), ma che non è possibile accertare se ci si limita a
"dare i numeri".
Discorso diverso, e certamente meritevole di segnalazione ed adesione, è invece l'attività di lobbying per costringere il fisco a dare corso ai rimborsi.
Un importo enorme, che mai come in questo momento darebbe ossigeno ad
imprese e famiglie, come ribadito e richiesto nei giorni scorsi anche
dalla presidente di Confindustria. Anche ricordando che il programma
del governo Berlusconi prevedeva modifiche al meccanismo dei rimborsi Iva, che sarebbero dovuti avvenire in tempi "commerciali" (60-90 giorni al massimo), con il debito d'imposta che sorge solo dopo l'incasso della fattura. Ad oggi, questa promessa elettorale non è stata ancora mantenuta.
Se qualche "ente accreditato" ci sta leggendo, e volesse gentilmente
metterci a disposizione il questionario e la metodologia utilizzata, ci contatti. Avrà la nostra imperitura gratitudine.
la domanda nasce spontanea :chi finanzia contribuenti.it ?