Gli articoli da cambiare sono il 56, 57, 58 e 59.
L'art. 56 nella sue versione attuale afferma:
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno della elezione hanno compiuto i venticinque anni di età.
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
La proposta di nuova versione è la seguente:
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati è di duecento.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori.
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per duecento e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Commento. La nuova versione riduce il numero dei deputati da 630 a 200, elimina le circoscrizioni estere ed elimina l'assurda limitazione per età dell'elettorato passivo.
L'art. 57 nella versione attuale afferma:
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.
La ripartizione dei seggi fra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
La proposta di nuova versione è la seguente:
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale.
Il numero dei senatori è di cento.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a uno.
La ripartizione dei seggi fra le Regioni, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Commento. La nuova versione riduce il numero dei senatori eletti da 315 a 100, elimina le circoscrizioni estere ed elimina parzialmente la sovra-rappresentazione di alcune piccole regioni (data l'attuale distribuzione della popolazione restano sovra-rappresentate Molise e Val d'Aosta, ossia le regioni in cui vive meno dell'uno per cento della popolazione).
L'art. 58 nella versione attuale afferma:
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età.
Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno.
La proposta di nuova versione è la seguente:
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto.
Sono eleggibili a senatori tutti gli elettori.
Commento. Anche per il Senato si elimina la discriminazione per età, sia nell'elettorato attivo che in quello passivo.
L'art. 59 nella versione attuale afferma:
È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
La proposta è di abolire questo articolo.
Commento. Già ora non è chiaro il ruolo dei senatori a vita. In un Senato di 100 membri i senatori a vita finirebbero per avere un peso inaccettabile.
Commento finale. Una riforma più limitata, ma ancora abbastanza utile, si può ottenere semplicemente abolendo le circoscrizioni estere, i senatori a vita e diminuendo il numero di deputati e senatori anche in forma meno drastica.
Sandro, però così ottieni il bicameralismo "più che perfetto": oltre a non esserci alcuna differenza nei compiti, le due camere sono pure elette dallo stesso elettorato (attivo e passivo).
Resta inteso che qui stiamo cazzeggiando, no? Te li vedi i 630 + 315 + non so quanti senatori a vita - 1 (Di Girolamo) a votare in prima e seconda lettura per farne fuori due su tre...