Sessantesimo compleanno

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1948.

Consiglio di lettura: Khirbet Khizeh di Y. Smilansky, a lungo parlamentare e accademico a Knesseth e a Hebrew University - Mount Scopus -, scrisse un libro in cui racconta, dal punto di vista dei militari impiegati nelle operazioni, che cosa furono le espulsioni che ebbero luogo durante la guerra di indipendenza in Palestina. Smilansky non uso' il suo nome da scrittore, ma lo pseudonimo S. Yizhar.

Dopo tanto "can can" sui sessanta anni dello stato d'Israele (lo stato di Israele sulla terra -- per chi ha dubbi consiglio di riascoltare la dichiarazione di accettazione delle risoluzioni ONU di David B. Gurion) e sui succedanei sessanta anni dalla catastrofe (Naqh'ba), consiglierei a tutti di legger o rileggere l'essenziale volumetto summenzionato, di Y. Smilansky e corto quanto si puo'.

Esiste in italiano (presso Einaudi editore, con il titolo incongruo di "Rabbia del vento") in Ivryiit, in arabo, in francese (Convoi de minuit, Actes du Sud) in Inglese e non so in quante altre lingue.

Per ragioni di parte, leggetelo in Inglese se non in Ebraico. Lo trovate qui e costa meno della pizza a Lecco o alle Zattere.

Le riflessioni dell'autore sono del 1948 (mori' nel 2006) e sono riflessioni di un sabra "puro sangue" (nacque a Rehovot nel 1916; per chi ha dubbi geografici Rehovot e' il luogo dove sta la fattoria di C. Weizmann, adesso la sede di Weizmann Institute, una delle pochissime istituzioni israeliane non statali.)

Che nulla sia cambiato tra le espulsioni di 60 anni fa e quelle degli anni scorsi, darebbe adito a riflessioni amare. Molte di queste sono nella postfazione di D. Shulman all'ultima edizione (disponibile presso il sito di ibiseditions, vide supra).

Per il momento mi limito a consigliare la lettura di Khirbet Khizet. Se poi qualcuno lo legge, commentiamo.

Non ho lettere giuste per cui questa e' la trans-litterazione del nome del libro. Il "kh" e' un aspirazione che in Italiano nemmeno esiste, la piu' prossima e' il "ch" alla fine del nome di Bach. Il nome che appare nel titolo e' il nome del villaggio in cui le azioni ebbero luogo. Nel 1964 il volumetto entro' nelle letture "di programma" delle scuole dello stato di Israele.

 

 

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Commenti

Ci sono 10 commenti

Avevo letto una recensione del volume sull'Economist di un mesetto fa. Ricordo che il tenore del commento, in effetti, faceva nascere il desiderio di leggere il libro di Smilansky. Poi, su NFA, ho visto che anche palma ne suggerisce la lettura. A questo punto mi sono deciso ed oggi ho ordinato il libro nell'edizione ibis.

 

Perchè si parla poco della "classe dirigente" palestinese, corrotta e litigiosa?

Secondo voi , a parte "conquest", quale dovrebbe essere la soluzione del problema Palestinese?

 

 

Secondo voi , a parte "conquest", quale dovrebbe essere la soluzione del problema Palestinese?

 

Sono essenzialmente d'accordo con Palma: il problema e' molto vicino all'intrattabilita'. I Palestinesi hanno disperato bisogno di un Michael Collins, ma non ne vedo alcun segno all'orizzonte (e visto come fini' Collins, la cosa non sorprende...). Gli Israeliani, dal canto loro, devono decidersi ad accettare l'esistenza di uno stato separato palestinese: anche perche' in caso contrario le realta' demografiche forzerebbero su Israele un'alternativa tra la perdita dell'identita' ebraica e l'instaurazione in esso di un regime di apartheid. Purtroppo, neanche i dirigenti politici israeliani sembrano in grado di far digerire questa realta' ai loro rappresentati. 

 

Se la domanda non e' retorica e il "voi" non e' il voi del ventennio, parlo per me.

1. non ci sono soluzioni, c'e' un conflitto reale su "quasi" tutto (la distribuzione dell'acqua, odio razziale, anti-semitismo, terrore al calor bianco di un'altro focolare di jihad in mezzo al mediterraneo, astio contro chi bombarda le pizzerie, la lista e' troppo lunga.)

2. ci sono posizioni che si possono prendere e posizioni un po' ridicole, quando non criminali. Per esempi delle varie ozioni, consiglio le opere del Prof. G. Vattimo dell'universita' di Torino e del presidente iraniano.

3. la mia (posizione) e' molto piana e assai pessimista. I palestinesi potrebbero anche avere uno stato se non fanno di piedino a hizboullah, Iran, & co.

4. poi si domandano (tanti) soldini ai vari Soros e petrofinanzieri, si mandano tanti laureatin giurisprudenza a Macerata e Camerino a spiegare che ' meglio non torturare gli indiziati.

5. si spera che nel frattempo gli animi si calmino, che Tzhal sappia guardare le frontiere, e che invece di un obbrobrio (Ghaza) lo stato palestinese possa essere un decente Kossovo che ogni tanto da in appalto ai carabinieri l'ordine pubblica.

6. Si prega di notare che non esprimo alcun parere morale sulla eventuale giustizia e ingiustizia delle soluzioni (su cui ho il mio parere ma e' affatto irrilevante)

7. le frontiere, possono benissimo essere quelle pre 1967, se poi qualcuno riprende l'indegna gazzarra, si sappia che le ostilita' riprenderanno. Ergo, il mio pirmo consiglio al governo palestinese e' di calmarsi molto.

 

Il Voi era riferito ai partecipanti alle discussioni sullo stesso argomento(PALESTINA/ISRAELE) dell'attuale e dei precedenti post

Le domande non hanno un significato retorico, ma, tendono a conoscere le opinioni  altrui riferite ad una questione grave riferita a quell'area geografica

 

 

 

 

 

 

Desculpe caballero, Vi risposi a nome nio. Nfa non ha affatto una consensuale visione (su quasi nulla, di certo non sul vicino Oriente...)

 

 

Per chi segua la situazione, consiglio di leggere le opinioni di S Mofaz. In breve il punto e' che l'aviazione ha gia' pronto un piano operativo per arrestare lo sviluppo nucleare iraniano.

 

Qui le ultimissime sull'operazione "cast lead" che la stampa italiana chiama chissà perchè "piombo fuso".

E qui un commento più generale sulle vicende del Medio Oriente.