Il conto è ovviamente terra terra e serve solo a trarre indicazioni di
massima. Sappiamo tutti che non è affatto scontato che gli elettori
mantengano invariato il voto a fronte di alleanze che cambiano. Ovvio,
inoltre, che negli ultimi due anni ci siano stati movimenti
nell'opinione pubblica. Lo stesso, questo calcolo rozzo ci permette di
capire quali siano le regioni critiche e di quanto movimento di voti
abbiano bisogno le forze poltiche per assicurarsi la vittoria.
Il Senato è la parte interessante da guardare, perché alla Camera dei
deputati il risultato è abbastanza scontato. Lì il premio di
maggioranza si assegna a livello nazionale. Applicando ai dati del 2006
le alleanze attuali si ha che Popolo delle Libertà+alleati ha il 41,39% dei voti, mentre
Partito Democratico+alleati ha il 36,65%. Quindi, a meno di improbabili sconvolgimenti
della geografia elettorale, il PdL prende 340 seggi e ha la
maggioranza.
Le cose al Senato sono più complicate perché i premi di maggioranza si
determinano a livello regionale. Inoltre, la soglia di sbarramento a
livello regionale è molto diversa che a livello nazionale. Per
partecipare alla ripartizione dei seggi un partito deve prendere almeno l'otto per cento dei voti regionali. Molti ricorderanno la soglia del 3%, ma quella valeva solo per partiti collegati a coalizioni che superassero il 20% (qui
trovate la normativa, gli articoli rilevanti sono il 16 e il 17).
Questo significa che l'UDC, anche se si allea con Mastella, non
raggiungerà il quorum in molte regioni e che anche la Cosa Rossa corre
qualche rischio.
I conti li ho fatti come segue. Sono andato sul sito del Ministero dell'Interno e mi sono copiato i dati delle elezioni regione per regione. A questo punto ho fatto le seguenti ipotesi:
1) Il Partito Democratico si presenta coalizzato con Di Pietro e i
Radicali. Ottiene i voti che nel 2006 andarono a DS, Margherita, Di
Pietro e Rosa nel Pugno (e, solo per la Calabria, Lista Consumatori,
che poi è Agazio Loiero).
2) La Cosa Rossa si presenta come unico partito. Ottiene i voti che
nel 2006 andarono a Rifondazione e a Insieme per l'Unione (coalizione
di PdCI e Verdi).
3) Il Popolo delle Libertà si presenta coalizzato con Lega Nord e gli eredi di
DC-Nuovo Psi. Ottiene i voti che nel 2006 andarono a Forza Italia, AN,
Lega Nord e DC-Nuovo Psi.
4) L'UDC si presenta da sola. Ottiene i voti che nel 2006 andarono all'UDC.
5) Anche tutti gli altri partiti, in particolare l'UDEUR, si presentano da soli e ottengono gli stessi voti che nel 2006.
6) Nei seggi esteri il PdL si presenta unito come rappresentante della
destra, a differenza dell'ultima volta, e strappa al PD 2 seggi,
NordAmerica e Africa-Asia-Oceania.
Ho quindi fatto i calcoli regione per regione, ottenendo i seggi di
ciascuna coalizione in ciascuna regione. I calcoli li trovate qui. A questo punto ho aggregato i dati regionali e ho tirato le some, qui trovate i calcoli relativi.
Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire in particolare dove l'alleanza berlusconiana perde seggi e dove li guadagna.
L'incredibile effetto "regioni rosse". Qui che si manifesta in
tutta la sua diabolica perfidia il porcellum, nella clausola in cui
prevede che se la coalizione col maggiore numero di voti non riceve
almeno il 55 percento dei seggi, ad essa vengano assegnati di diritto
il 55 percento dei seggi, come premio di maggioranza. Per capire cosa
succede,
consideriamo l'Emilia Romagna. Nel 2006 il centrosinistra unito ottenne
il 59,43% e 12 seggi, mentre la CdL ottenne il 40,57% e 9 seggi.
Siccome il centrosinistra ottenne più del 55%, non si applicò il premio
di maggioranza. Ora però il premio di maggioranza diventa importante.
PD e alleati ottengono solo il 44,68%, perché perdono i voti della Cosa
Rossa, ma ottengono lo stesso 12 seggi grazie al premio. In
compenso ora la Cosa Rossa prende il 12,95% e quindi partecipa alla
ripartizione dei seggi! Se ne becca 3, e indovinate a chi li porta via?
All'unico altro partito che supera la soglia, ossia il PdL. Quindi,
solo in Emilia Romagna siamo a -3 per il centrodestra, quasi abbastanza
da neutralizzare la vittoria in Campania. Riporto a seguito la
differenza percentuale di voti tra PD e PdL nelle regioni in cui il PD
vince il premio di maggioranza e il numero di seggi perso dal
centrodestra rispetto al 2006.
Emilia Romagna | 11,26 | -3 seggi |
Toscana | 11,73 | -2 seggi |
Umbria | 6,25 | -1 seggi |
Marche | 3,29 | -1 seggi |
Abruzzi | 0,63 | -1 seggi |
Basilicata | 9,98 | -1 seggi |
Calabria | 3,33 | -1 seggi |
La perdita totale per il centrodestra è quindi di ben 10 seggi.
Qua c'è qualche speranza per il centrodestra. Il margine negli Abruzzi
è molto sottile e la partita tutta aperta. La Calabria è interamente in
gioco, perché Mastella prese il 4,23% e Bobo Craxi il 2,77%. A seconda
di come si alleano questi signori e altre schegge varie possono dare il
premio di maggioranza al PdL, che otterrebbe in tal caso 6 seggi (+2
rispetto al 2006). Notare però che se Mastella si allea all'UDC, il PdL
perde un altro seggio in Calabria. Regioni da guardare con molta attenzione nei prossimi giorni, quando si definiranno meglio le mosse dei nanetti.
L'ancor più incredibile effetto "Lombardia". È quasi punizione
celestiale, dato il ruolo di Calderoli nell'elaborazione del porcellum,
che in Lombardia il centrodestra perda un seggio. In questa regione i
seggi sono 47 e il premio di maggioranza 26. Nel 2006 il centrodestra
prese il 56,95% dei voti ed acciuffò per i capelli un seggio
addizionale, ottenendo quindi 27 seggi. Ma senza l'UDC il centrodestra
si ferma al 49,01% e si deve quindi accontentare di 26 seggi! Il seggio
non va a Casini, che in Lombardia ha il 5,85% e quindi non supera la
soglia di sbarramento (non la supererebbe nemmeno con Mastella), ma al
PD o alla Cosa Rossa, questione di resti. Questo effetto è robusto, per
recuperare questo seggio il PdL dovrebbe aumentare i consensi in
Lombardia dell'8%. Forse è possibile ma mi pare molto difficile. Quindi
qua c'è un 1 seggio perso di sicuro.
L'effetto "swing regions". La grande speranza di Berlusconi è
quella di riuscire a essere primo in molte più regioni che nel 2006.
Data la perdita di consensi del centrosinistra, questo probabilmente
sarebbe successo se i due schieramenti si fossero presentati uniti come
nel 2006. Ma con destra e sinistra in ordine sparso, in particolare
senza Casini per il centrodestra, le cose sono più complicate. Ci sono
infatti solo tre regioni che passano dal centrosinistra al
centrodestra, Campania, Liguria e Sardegna. Riporto a seguito la
differenza percentuale di voti tra PdL e PD in ciascuna regione e il
numero di seggi guadagnato dal centrodestra.
Campania | 9,07 | +4 seggi |
Liguria | 1,87 | +2 seggi |
Sardegna | 1,10 | +1 seggi |
Il totale dell'effetto è quindi un +7. Come si vede il
pezzo grosso è la conquista della Campania ma per il resto c'è poco
altro. In Liguria e Sardegna i voti sono molti vicini e potrebbero
cambiare per effetto di partiti locali che si coalizzano con l'uno o
con l'altro. Il risultato della Campania è anche notevole perché dice
che in questa regione Mastella (che raggiunse il 5,2% nel 2006) è irrilevante. Il centrodestra vince tranquillamente senza di lui.
L'effetto estero. Nel 2006 il centrodestra si presentò separato
in tutte le circoscrizioni estere, e in tal modo guadagnò un solo
seggio nella circoscrizione Europa. Ho ipotizzato che stavolta si
presenti unito e ottenga il seggio del Nordamerica e quello
dell'Asia-Africa-Oceania, oltre a uno in Europa. A dir la verità non sappiamo quasi
nulla sulla stabilità del voto degli italiani all'estero, per cui ogni
previsione è un po' azzardata. Comunque diciamo che qua c'è un +2.
Il non-effetto delle regioni azzurre. Nelle restanti regioni il
centrodestra prese nel 2006 esattamente i seggi del premio di
maggioranza, e li prenderà ancora nel 2008. Assolutamente nessuna
variazione. È molto improbabile che ci siano sorprese positive per il
centrodestra. Per ottenere più seggi dovrebbe infatti arrivare in
genere almeno al 58% senza UDC. In questo gruppo la regione in cui il
PdL è messo meglio è il Veneto, dove ha il 47,58%. Un aumento di 10-11
punti percentuali mi pare assai improbabile. L'aumento dovrebbe essere
ancora più alto per le altre regioni, quindi direi che qua non
succederà nulla.
Il movimento totale di seggi per il centrodestra è riassunto in questa tabella.
Effetto swing regions | +7 |
Effetto Estero | +2 |
Effetto regioni rosse | -10 |
Effetto Lombardia | -1 |
TOTALE NETTO | -2 |
Il blocco berlusconiano passa quindi da 156 a 154 senatori e non guadagna la maggioranza al Senato.
Analisi di sensitività. Credo che rispetto ai calcoli anteriori
l'unica speranza di miglioramento per il Partito Democratico sia
evitare la sconfitta in Liguria e Sardegna (la Campania è chiaramente
persa, e la recente vicende della spazzatura non ha certo aumentato il
consenso verso il PD). Questo ridurrebbe ancora di più i seggi del PdL
ma non cambierebbe sostanzialmente la faccenda, visto che il PD non ha
nessuna speranza di raggiungere la maggioranza al Senato. Esiste invece
la possibilità che il centrodestra faccia meglio e conquisti la
maggioranza. Oltre a conquistare Liguria e Sardegna potrebbe anche
prendersi Abruzzi e Calabria. In tal caso in queste due regioni
prenderebbe 10 seggi anziché 5, portando il totale dei propri seggi a
159. Questo è esattamente il margine che aveva Prodi, e abbiamo visto
che non è un bel vivere. Un po' più difficile ma non impossibile,
appare la conquista delle Marche. Qui la differenza è di 3,29% e un
ribaltone può accadere; in tal caso il PdL aggiungerebbe 3 seggi,
andando a 162. Questo inizia ad essere un margine confortevole, almeno
se i senatori a vita non fanno opposizione militante. Ma si noti che se
perde una sola di queste regioni (Liguria, Sardegna, Abruzzi, Calabria
e Marche) il centrodestra sarà abbastanza nei guai. E cambiamenti di
seggi nelle altre regioni appaiono molto improbabili, anche se il
centrodestra imbarca Mastella e Storace.
Ho ipotizzato inoltre che l'Udeur corra da sola. Se va con l'UDC
potrebbe rosicchiare al PdL uno o due seggi nelle regioni in cui il
centrosinistra prende il premio di maggioranza, ma è più probabile che
l'effetto sia nullo. Se invece Mastella si allea con il PDL potrebbe
risultare determinante per la Calabria (ma non per la Campania, che va
a Berlusconi di sicuro).
Ragioni per cui potrei aver sottostimato il Partito Democratico.
*Nel 2006 l'Ulivo prese circa il 2% in più alla Camera, dove si
presentava unito, che al Senato, dove si presentava diviso tra DS e
Margherita. Questo effetto si osserva anche nelle elezioni precedenti,
l'Ulivo otteneva sempre più voti nella parte uninominale in cui si
presentava unito che nella parte proporzionale in cui i partiti si
presentavano separati. Se questo effetto si conferma la base di
partenza per il Senato è più alta. I voti vengono sottratti quasi tutti
alla Cosa Rossa, e potrebbero evitare la perdita di alcune "swing
regions".
* Ho escluso dal computo dei voti alcune schegge, come Repubblicani
europei o PSDI, perché non so cosa facciano e che controllo abbiano sul
loro pacchetto di voti. Potrebbero essere importanti in alcune regioni
del Sud. Per esempio in Calabria il PSDI prese lo 0,84% nel 2006, che
in una elezione tight possono fare la differenza.
Ragioni per cui potrei aver sovrastimato il Partito Democratico
* Non ho modo di valutare la consistenza della scissione di Mussi
& Co. Ho quindi ipotizzato che non portino via voti. Gli attuali
sondaggi, per quello che valgono, sembrano andare in questo senso.
* Ipotizzo che tutti i voti che furono della Rosa nel Pugno seguano i
radicali. Visto che i voti era almeno in parte dei socialisti, che al
momento sembrano voler andare soli, questo sovrastima i voti del PD.
Qua è tutto molto azzardato, non ho visto sondaggi affidabili.
Aspettiamo e vediamo, può darsi che nemmeno i radicali si alleino con
il PD.
Ragioni per cui potrei aver sottostimato il Popolo delle Libertà.
* Anche qui ho escluso dal computo alcune schegge. Il partito dei
pensionati, che ha una certa consistenza al Nord, potrebbe aiutare a
conquistare con un buon margine la Liguria. In generale le schegge
possono aiutare a muovere le cinque regioni chiave (Liguria, Sardegna,
Abruzzi, Calabria e Marche). C'è inoltre l'incognita Mastella, ma come
ho spiegato prima questi può veramente aiutare il PdL solo in Calabria,
mentre rischia di danneggiarlo se si allea con Casini.
Ragioni per cui potrei aver sovrastimato il Popolo della Libertà.
* Ho ipotizzato che la Destra di Storace prenda solo i voti che nel
2006 presero i partitini fascisti, che equivale a ipotizzare che la
scissione non porta via alcun voto addizionale. Anche qui mancano
sondaggi affidabili, ma è legittimo sospettare che qualche elettore di
AN potrebbe votare Storace, soprattutto se mantiene il simbolo.
Direi che ho detto tutto quello che avevo da dire. Ovviamente i conti
che ho fatto non tengono conto dei cambiamenti di voto dell'elettorato,
ma in Italia tali movimenti non sono mai stati massicci. Le alleanze
elettorali hanno sempre giocato un ruolo determinante. Nel 1996 il centrosinistra vinse perché la Lega si presentò da sola, non certo per una grande ondata a favore della sinistra. Nel 2001
la vittoria del centrodestra al Senato probabilmente non ci sarebbe
stata se Rifondazione e Di Pietro avessero evitato di andare da soli al
Senato. E il 2006 abbiamo visto tutti com'è andata. Inoltre, in tante
regioni nemmeno aumenti di voti dell'ordine del 10% cambierebbero la
ripartizione dei seggi. La campagna elettorale e gli spostamenti
dell'opinione pubblica serviranno veramente solo nelle regioni
"marginali" prima menzionate.
Concludo con una osservazione pro domo mea. Alla fine di tutto
l'ambaradan, tutto quello che succede è che i voti determinanti ...
sono quelli degli italiani all'estero. Quindi, fratelli e amici
espatriati, siamo noi a essere decisivi. O meglio ancora: è nFA a essere determinante. Come canta il sommo poeta: SIAMO SOLO NOI. E, nel caso ve lo stiate chiedendo, l'ultimo paragrafo non è serio.
Aggiornamento del 20 febbraio. Alcuni lettori mi segnalano che la Lega potrebbe correre da sola nelle regioni del Nord. Questo ha un effetto importante in Lombardia e Veneto. Infatti in tali regioni funzionerebbe un meccanismo simile a quello delle regioni rosse: il PdL otterebbe comunque i voti del premio, dato che arriverebbe primo anche senza Lega, e in più la Lega parteciperebbe alla spartizione dei seggi riservati alla minoranza. Questo frutterebbe 5 seggi alla Lega in Lombardia e 2 nel Veneto, portando il blocco berlusconiano a 161 seggi. Credo sia troppo rischioso per il centrodestra far correre la Lega da sola in Piemonte e Liguria, poiché in tal caso rischierebbe di perdere il premio. Il Friuli-Venezia Giulia è problematico; non ci dovrebbero essere problem per il PdL ad arrivare primo anche senza Lega, ma la Lega ha preso solo il 7,12% alle ultime elezioni e rischia di non partecipare all'assegnazione dei seggi. Il porcellum, devo dire, non finisce mai di stupire. Ho caricato qui l'analisi con l'ipotesi che la Lega corra da sola in Lombardia e Veneto, e qui il riassunto dei seggi sotto questa ipotesi.
Cosa accadrebbe nella tua simulazione se il PD corresse veramente da solo?
Dovrei fare i conti per benino, ma a naso direi che senza Di Pietro e Radicali il PD perde per certo tutte e 5 le regioni marginali. Quindi PdL a 162 seggi e maggioranza chiara della destra. Ovviamente questa resta una possibilità a causa degli spostamenti d'opinione dell'elettorato, ma allo stato attuale è tutt'altro che una cosa certa. Ricordo inoltre che tutti questi conti assumono che l'elettorato segua pedissequamente le indicazione dei partiti in caso di alleanza. Questa ipotesi funziona in genere abbastastanza bene ma mai al 100%, e visto che stiamo parlando di regioni in cui l'esito si deciderà per un pugno di voti bisogna andar cauti.