FABIO GHIA è nato a Napoli il 9 settembre 1946. E’ Contrammiraglio della Riserva della Marina Militare e giornalista free-lance. Svolge libera professione in Tunisia. Formatosi all’Accademia Navale di Livorno, quale Ufficiale di Marina ha comandato diverse unità navali. Sul San Giorgio, nel 1991-92, è stato impegnato in Somalia nell’ ambito della missione umanitaria dell’ONU in operazioni di sicurezza nel porto di Mogadiscio e lungo la costa somala. Ha operato per tre anni presso il Comando Supremo Interalleato (SHAPE), in Belgio, svolgendo poi molteplici incarichi di Stato Maggiore. Dal 1995 al ’97 è stato Comandante della Nave a vela “Orsa Maggiore”, impegnata nel giro del mondo, partecipando a regate oceaniche e vincendo la Transpacifica 97. Per tre anni è stato in servizio presso la Presidenza della Repubblica, nello staff del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Dal settembre 2001 ha svolto l’incarico di Addetto militare presso l’Ambasciata d’Italia a Tunisi. Nel 2009 è stato collocato nella Riserva. E’ laureato in Scienze Marittime e Navali presso l’Università di Pisa e in Scienze Diplomatiche Internazionali all’Università di Trieste. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Roma, è autore di numerosi articoli e studi d’interesse strategico, internazionale e umanitario. Editorialista e corrispondente da Tunisi del quotidiano L’Opinione, ha pubblicato scritti e articoli anche sui quotidiani “Italia oggi” e “Italia chiama Italia”, e sui periodici “Radici Cristiane”, “Rivista Marittima”, sulla rivista statunitense “Naval Review ” e sul “Corriere di Tunisi” e su molte altre testate “on line”. Ha un’ottima conoscenza della lingua inglese e francese, parlata e scritta, e una conoscenza di base dell’arabo parlato. Dal 2004 al 2006 è stato Segretario Generale della Camera tuniso-italiana di Commercio e dell’Industria di Tunisi. Dal dicembre 2004 è Delegato per la Tunisia dell’ ANFE (Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati) e dal giugno 2011 Presidente di “ANFE Tunisie”, con la quale opera nel settore della migrazione legale e del “Dialogo Interculturale tra Occidente e Islam”, tenendo a distinguere le differenze culturali esistenti tra le due realtà sociali. In tale mentre, nel 2012 è stato insignito del Premio Floris a Terni e di una targa ANFE con menzione per la “particolare attività svolta nel “Dialogo interculturale e intereligioso”.
Dal punto di vista politico, nato nel MSI di Almirante, ne ha seguito le vicissitudini evolutive (o involutive?) passando a An prima e poi al PDL, il tutto sempre facendo affidamento su personaggi (Fini, Alemanno e Meloni) che, nella realtà dei fatti, sono riusciti a saturare negativamente le sue aspettative, soprattutto durante l’ultima fase del Governo Berlusconi (l’approvazione delle due “manovre” Tremonti, da me definite “l’esplosione della Bolla Tremonti”: l’Opinione novembre 2011), e quanto ne è seguito durante l’appoggio al Governo Monti, con la crisi finale che ha significato ancora una volta un “tradimento” rivolto oltre che a Monti anche a molti di coloro che continuavano a seguire lo sviluppo di quella delicata fase politica. Già da tempo, infatti, si era iscritto a Italia Futura, convinto che questa “novità” potesse rappresentare lo sbocco della sintesi della destra italiana e il Governo Monti, dettata da un comune denominatore, sentita da più parti anche se in modo differente: l’Europa! Ahimè, ancora una volta le mie attese sono andate deluse. Verso la Terza Repubblica (ha aderito anche a questa iniziativa) si è persa nei meandri dello stupido, ma politicamente comprensibile, rinascere del neo-Berlusconismo da una parte e dell’evidente “franchising” centrista del dopo Monti.
Per chi abbia sempre creduto nell’essenzialità della componente politica per il futuro della nostra Italia, tutto questo ha significato l’ingresso in una fase di completo disorientamento che lo ha portato dal M5S (dal quale ne sono uscito subito, per incompatibilità caratteriologica e morale con Grillo), attraverso Ingroia (attratto da “legalità” e “Solidarietà” della sua “Rivoluzione Civile”; valori scomparsi dietro Di Pietro e i Comunisti italiani, foraggiatori economici del movimento), per rasentare l’approccio anarchico e finire nel più convinto “astensionismo”! Nel gennaio 2013 ha ritrovato fiducia, rintracciando Boldrin e NFA nelle file di Fare per Fermare il Declino e trovando estremamente confortanti, fattibili e incentivanti i 10 punti del programma.