Il romanzo è ambientato durante la domenica delle elezioni del 1953. In parte autobiografico, racconta di una giornata spesa dal protagonista a fare lo scrutatore nel seggio elettorale istituito al Cottolengo di Torino.
Il libro si presta a diverse chiavi di lettura. Per esempio, la visione dei minorati dell'istituto portati dalle suore a votare DC induce il protagonista a riflettere sull'insensatezza della natura umana. Calvino rappresenta il proprio travaglio interiore a seguito dell'invasione dell'Ungheria da parte delle truppe sovietiche, che ha poi causato il suo distacco dal PCI e l'allontanamento dalla politica.
Ma a me è piaciuto soprattutto l'aspetto intimo e poetico del libro, per esempio nella parte in cui il protagonista si sofferma ad osservare un anziano signore passare la domenica con il figlio minorato, sgranocchiargli le noccioline, capace di un amore unidirezionale.
Uno dei migliori libri di calvino, molto diverso dai romanzi più famosi, breve e di rapida lettura.
Due commentini, rapidi rapidi. Uno di teoria politica, l'altro letterario.
Che noi la si chiami ancora legge "truffa" e' un po' unfair per il signor de gasperi alcide, almeno con il senno di poi. No? Se non sbaglio, tutto suggerisce che un premio di maggioranza sia meglio del proporzionale puro: immaginatevi il parlamento italiano oggi, 11 Aprile 2006, senza il premio di maggioranza alla camera dei deputati!
L'invasione dell'ungheria da parte delle truppe di stalin avvenne nel 1956, tre anni dopo la legge truffa, quindi l'io dello scrutatore non poteva pensare a budapest con i carrarmati sovietici. Ma italo calvino, ovvero l'io che narra, invece si che poteva, quindi cio' che dice il timoniere e' comunque corretto. Apparentemente, calvino ci mise dieci anni a scrivere/pubblicare il breve racconto, forse anche per il tormento interiore con il comunismo che aveva mollato.