I fatti son ben noti, nemmeno provo a riassumerli anche perché sono in continua evoluzione.
Alcune riflessioni mi vengono, però, spontanee. Le metto qui nella speranza che persone più informate di me possano contribuire fatti ed analisi che le approfondiscano, modifichino, migliorino o contraddicano.
1) La stampa occidentale, specialmente quella di orientamento diciamo così "liberal-conservatore", vede in queste rivolte la nascita della democrazia islamica. Leggiamo di "rivoluzione dei gelsomini" e si sprecano gli articoli che predicono partiti, elezioni, parlamenti e democrazie "occidentali" in Tunisia, Egitto e così via. Mi permetto di dubitare o, per lo meno, di invitare alla calma. Io, al momento, vedo delle rivolte parzialmente coordinate ma fondamentalmente spontanee. Sono rivolte di popolo povero e disperato contro regimi corrotti, violenti, oppressivi e financo affamatori (Algeria). Le rivolte sembrano partire spontaneamente e la loro comune radice sembra essere l'incontenibile rabbia di massa contro il regime. Non è ovvio che questo tipo di rivolte debbano finire con l'instaurazione di regimi democratici.
2) In ogni paese è il comportamento dell'esercito e delle forze di polizia che decide il risultato finale. Ali Baba è stato deposto perché il suo esercito l'ha mandato a casa. Il regime algerino no, perché controlla l'esercito molto più saldamente, anzi è l'esercito. Con Mubarak non si capisce bene come sia la situazione ed il fatto che il capo di stato maggiore egiziano si trovasse, sembra proprio per caso, a Washington, finirà per essere il fattore decisivo. Ora torna a casa e vediamo cosa succede ... La questione da porsi, quindi, è: chi controlla, ideologicamente, l'esercito e, in particolare, le elites militari? Non è che siamo sempre in Portogallo in aprile ...
3) Lo stile delle rivolte, i (tentati) suicidi (auto-immolazioni), i simboli che appaiono nei filmati, il ruolo di Al Jazeera, gli appelli dei leaders religiosi (come quello dell'Ayatollah Ahmad Khatami oggi durante la preghiera del Venerdì a Teheran) ... il fatto che in Egitto sono i fratellini musulmani che sembrano coordinare il tutto ... soprattutto, il fatto che queste sono rivolte di popolo povero, incazzato, ignorante, affamato, oppresso e che quel popolo lì, di solito, va nelle parrocchie della Vandea se vive in Francia e va nelle moschee se vive in Nord Africa, ecco tutto questo mi fa pensare (temere? Non so ...) che alla fine avremmo qualche regime fondamentalista in più e qualche dittatore comprato dal mondo occidentale in meno.
4) Il che conduce all'ultima riflessione, la più rilevante. Quelli che stanno crollando, o che corrono il rischio di crollare, sono per il momento regimi "pro USA" o, addirittura, "pro Europa", come quello tunisino. Vedremo se le deboli proteste segnalate in Siria condurranno a qualcosa, ma ho come l'impressione che non succederà. Tutto tace in Libia mentre le strade si riempiono di gente in Yemen del Sud ... Ed allora mi viene da ripetere la domanda che da decenni pongo ai famosi "cinico-realisti" che gestiscono sia la politica estera USA sia quella europea. Costoro hanno sempre teorizzato la necessità ed utilità di tenere in piedi questi sons of bitches perché sono our sons of bitches e non se la prendono con Israele, almeno non attivamente.
Molto bene: se per caso fra sei mesi al Cairo è al potere un governo controllato dai fratellini di Muhammad, continuerete a pensare che sia una buona idea tenere in piedi questi bastardi solo perché sono i nostri bastardi?
Così facendo avete regalato Cuba a Castro, il Venezuela a Chavez, l'America Centrale alle bande di narcotrafficanti, la Bolivia a Evo, l'Iran agli ayatollah, il Pakistan vedremo presto a chi, l'Iraq alla guerra civile continua ... e, speriamo di no, il Nord Africa a degli altri ayatollah.
Non sarebbe ora di scendere dallo scranno, fare mea culpa e ritirarsi in convento a meditare per qualche decennio?
un articolo su epistemes.org di Andrea e Mauro Gilli.
Mauro aveva scritto una cosa sulla Tunisia.
un altro articolo su epistemes.org: epistemes.org/2011/01/30/malthus-sul-nilo/