Questa pagina del celeberrimo blog del prolifico Bradford De Long argomenta, fondamentalmente, che non c'è alcun rischio economico o finanziario nel continuare ad emettere ulteriore debito pubblico USA. L'argomento "economico" credo possiate intenderlo facilmente tutti voi, anche chi non ha una comprensione perfetta dell'inglese.
Esso sta tutto in quel grafico dei tassi d'interesse che ho riprodotto qui sopra - oops, senza volere ho allungato il periodo di tempo ... magari torna utile dopo :). Esso rivela, secondo Bradford De Long, una insaziabile domanda di debito pubblico USA da parte del mercato. Ed i mercati vanno soddisfatti ed accontentati, dice Brad, quindi, perbacco, emettiamo più debito, molto più debito e spendiamo tutto questo bendiddio che la gente ci presta in "cose utili" (whatever THAT means, ma fa niente).
Ho trovato la logica della "prova" di De Long affascinante ed allora, siccome FRED è un prodotto di casa, sono andato su FRED. Ed ho trovato tanti interessanti grafici di tassi d'interesse. Ma veramente tanti tanti ... mostrarveli tutti non è il caso. Ve ne mostro solo un paio e lascio a voi, cari lettori, il piacere di replicare lo stesso esercizio di "logica economica" del professor De Long a qualche altra serie di tassi d'interesse.
I grafici che propongo misurano i tassi d'interesse sui mortgages (prestiti ipotecari) USA e sulle obbligazioni corporate classificate Baa da Moody's. Eccoli, nell'ordine.
Nel confrontarli al grafico su cui BDeL fonda il suo argomento, ed applicandovi la medesima logica, io concludo che:
1) Il mercato sembra avere una fame insaziabile anche di prestiti ipotecari e di obbligazioni corporate; non si capisce perché mai non se ne emettano molti di più di quei prestiti.
2) Sembra che il mercato avesse un appetito, leggermente meno insaziabile, per tali prestiti anche nel periodo 2004-06; non si capisce perché mai non se ne siano emessi di più anche allora.
3) L'appetito per i corporate si ridusse, repentinamente, nel 2008-09 ma poi tornò prontamente ed ancora più forte. Quella per i mutui ipotecari, invece, sembra non si sia mai placato. Decisamente devono esserne stati concessi troppo pochi in questi ultimi 15 anni, vero professor De Long?
4) Ed infine - ma questo è un bonus dovuto al fatto che ho allungato per caso le serie temporali all'indietro - al mercato la fame per i prestiti ipotecari, le obbligazioni corporate ed il debito pubblico USA, era drammaticamente passata all'inizio degli anni '80 e, quindi, in quegli anni avremmo dovuto tagliare drasticamente deficit e debito pubblico (oltre agli altri due). Una vera sfiga che lo si sia fatto solo per gli altri due e non per il debito, vero?
Per una piccola nota credo questo basti, lascio ai commenti discuterne le implicazioni.
Rimane il problema vero e serio: ossia di perché oggi i tassi nominali, ma anche reali, siano così particolarmente bassi sia negli USA che in Europa. Cosa sta causando questo fenomeno (specialmente a fronte di rendimenti alti nei mercati azionari) e quali implicazioni potrebbe avere? Se ne discuteva oggi con Alberto Bisin riconoscendo sia la rilevanza che la complessità del problema, che non sembra avere risposte facili. Ecco, questa forse è la domanda da porsi senza particolari preconcetti, ma che il professor De Long (ed il professor Krugman e tanti altri) sembrano invece non volersi porre.
Nel nostro piccolo, se il tempo e le idee aiutano, magari ci proveremo in futuro.
Quindi anche qui da noi dovremmo emettere più debito perché i tassi stanno scendendo... La banca di De Long invece che offrire credito domanda debito della serie è l' universo che gira intorni alla terra che in realtà è ferma ... Boh ho capito giusto ?
L' ultima è la domanda dell' anno riuscire a rispondere permetterebbe di sapere cosa succederà quando la Yellen alzerà i tassi e cosa succederà in Europa...