Torno un'ultima volta sulla questione salari degli accademici, solo per postare un'ulteriore fonte (ancora una volta ufficiale: sono i compensi previsti per legge) che illustra a quanto ammontano le retribuzioni di certe qualifiche universitarie. I numeri arrivano dalle tabelle ministeriali, gentilmente pubblicate dall'università Tor Vergata sul proprio sito.
Per dare un termine di paragone, ho aggiunto un riferimento al PIL pro capite italiano. Ricordo anche che di professori ordinari e associati ce ne sono svariate migliaia, quindi fate le opportune moltiplicazioni.
Un ultimo appunto, sempre per dare un po' di contesto: secondo le stime prodotte da questo sito, il reddito dei professori associati a tempo pieno appena nominati (classe 0), li pone circa nel 5% dei redditi più elevati in Italia; gli ordinari sono invece nel 2,4%. (Per fare il confronto corretto bisogna usare il valore totale lordo, esclusi gli oneri a carico dell'amministrazione).
L'ultima classe di anzianità esistente li porta, rispettivamente, nell'1,3% e un non proprio disprezzabilissimo top 0,6% per gli ordinari a tempo pieno. Rispetto a questi ultimi, in tutta Italia ci sono circa 255mila contribuenti che dichiarano di più, e oltre 40 milioni che dichiarano meno.
I numeri, ripeto, questi sono: poi com'è giusto che sia ognuno si farà la sua opinione per stabilire se siano alti, o addirittura meritino un aumento come propongono alcuni.
Detto questo, vi consiglio di leggere soprattutto i commenti all'articolo in cui, qualche giorno fa, ho approfondito la questione. Sono rimasto molto sorpreso che fior fiore di professori e ricercatori non comprendano neppure concetti basilari come la differenza fra stipendio lordo e netto, per non dire i contributi previdenziali. I commenti sono illustrativi assai e mostrano benissimo tutti i limiti che il discorso razionale a volte incontra.
Oppure quanto forti possono essere i bias ideologici quando si tratta di questioni che ci riguardano da vicino: la dimostrazione che possiamo benissimo essere super in gamba nel campo A e insieme – mettiamola così – non esattamente delle cime in non-A. Comunque sia, il sottoscritto per primo, una lezione utile per tutti e che dovrebbe insegnarci a coltivare un po' di umiltà, soprattutto quando parliamo di campi diversi dal nostro che non conosciamo né abbiamo studiato bene.
E' in atto una discussione piuttosto accesa nei blog dei precari su come confrontarsi con le pretese dei professori che chiedono il recupero degli scatti. Prevale la rabbia...
Manca in questa tabella la retribuzione RTDb. Che sono io... Il trattamento omnicomprensivo mensile è 3221 (per 13 fanno 41873). Rispetto all'associato l'RTDb ha un minimo di 60 ore di lezione da svolgere, la metà di un associato.
Non credo che la richiesta degli scatti sia molto ragionevole nel contesto italiano, credo che a molti siano girate le scatole perché altre categorie hanno recuperato gli scatti. L'unica cosa che mi potrebbe dare un po' fastidio è il fatto che gli anni di contratti da collaboratore (assegni, post-doc, etc.) svolti presso l'università non contribuiscano ad una progressione di scatti. Dico potrebbe perchè non ho ricevuto informazioni certe a riguardo. Cioè, fra tre anni, quando e se diventerò associato (cosa ormai ragionevolmente certa), immagino dovrò partire da scatto 0 di associato a tempo pieno, pur avendoo già prestato servizio a vario titolo nel sistema universitario italiano per 13 anni (2007 fine dottorato).
per curiosità mi indici un paio di siti e/o pagine FB dei precari in cui si svolge la discussione? Per avere un'idea degli argomenti
Ho incluso qui solo associati e ordinari perché mi sembrano le due categorie per cui davvero gli stipendi sono già (a mio avviso) oltre ogni ragionevole misura. E' un po' complicato fare confronti internazionali sui soli ricercatori, per i quali non ho trovato buoni dati, ma qualche indizio mi fa pensare che nel loro caso le retribuzioni (controllate per gli opportuni parametri) tendano invece a essere inferiori che altrove (a intuito: se la distribuzione dei salari è così spostata a destra verso ordinari e associati, mentre la spesa in % del PIL in università è così bassa, dovrebbe voler dire che qualcuno che non prende molto c'è).
Se così fosse, d'altronde, la cosa non mi sorprenderebbe nemmeno più di tanto: è solo la riproposizione nel microcosmo universitario della gerontocrazia italiana, in cui insider e ammanicati gongolano, e gli sfigati (giovani per primi, ma non solo) fanno gli asini da carico.
Alla fine è questa, e l'ho detto più volte anche on the record, la ragione per cui lo sciopero non mi convince. In un momento di risorse scarse, aumentare lo stipendio di chi già ha un reddito da nababbo francamente non ha senso. Molto meglio sarebbe sì aumentare i finanziamenti all'università, ma dedicarli intanto a riempire i buchi nell'organico creati negli ultimi anni assumendo facce nuove, e soprattutto ripartire i soldi in base al merito e non all'anzianità. Quella è una follia sindacale che nuoce proprio (e soprattutto) ai giovani bravi, che non hanno fatto niente per meritarselo.
P. S. che ai magistrati siano stati ripristinati gli scatti non rende automaticamente giusto farlo per gli altri. Intanto bisogna vedere quanto guadagnano e se troppo (cosa peraltro probabile). E comunque due torti non fanno una ragione: se per ipotesi domani decuplicassero lo stipendio del premier, la cosa giusta sarebbe fare lo stesso per tutti dipendenti pubblici oppure farlo tornare a valori decenti?