Veniamo ai fatti: nell'Ottobre 2008 il ministro presenta in pompa magna “il Piano Industriale della Pubblica Amministrazione”. Io non faccio il ministro, ma l'imprenditore, e di piani industriali (iniziali minuscole) ne ho visti una marea, realizzati (i miei) almeno sei, alla cadenza di uno ogni due anni.
Nelle 25 pagine del Piano suddetto ognuno può trovare Obiettivi (cosa un piano vuole realizzare, dalle astronavi alle lavagne elettroniche), Tempi (in quanti anni si vuol costruire un'astronave, o introdurre le lavagne elettroniche), Costi (quanto costa 'sta minchia di astronave? E le lavagne elettroniche?) Fonti Finanziarie (chi ci mette gli sghei ? Chi paga ?)
La cosa più divertente di tutti gli obiettivi, è che alla fine di ogni paragrafo finale appare il comma: “preparare l'evento di firma e conferenza stampa”, chissà se “l'evento di firma” sarebbe poi stato organizzato dalla Protezione Civile ... sta di fatto che di tale “eventi di firma” non ne è stato realizzato nemmeno uno (1). Perchè direte voi ? Forse per risparmiare sui costi ? No, semplicemente perchè in diciotto mesi (un anno e mezzo) non è stato raggiunto nemmeno uno (1) degli obiettivi del "Piano Industriale dell'Innovazione”. Nemmeno uno!
Li riassumo brevemente, assieme alla data indicata per il fine attività (i Tempi), vi risparmio i costi e le fonti di finanziamento.
Obiettivo |
Data fine attività |
Acquisto lavagne elettroniche, Pc portatili e altri strumenti informatici per il 40% delle scuole italiane |
Dicembre 2009 |
Il 100 % delle scuole italiane in rete |
Dicembre 2009 |
Notifica telematica atti processuali per il 100% dei Tribunali italiani |
Dicembre 2009 |
Rilascio in rete atti giudiziari per il 100 % dei Tribunali italiani |
Dicembre 2009 |
Registrazione telematica atti giudiziari per il 100 % dei Tribunali italian |
Dicembre 2009 |
Messa in rete di tutti i Medici di Base |
Giugno 2010 |
Fascicolo Sanitario Elettronico per tutti i cittadini italiani |
Dicembre 2009 |
Certificati di malattie digitali per tutti i cittadini italiani |
Dicembre 2009 |
Impresa in un giorno |
Marzo 2009 |
Banda larga (pag.22) |
Senza data |
Shangai 2010 |
Giugno 2010 |
A pagina 8, poi, c'è anche la solita solfa sulla Carta d'Identità Elettronica, le Reti Amiche, la Firma Digitale, eccetera, risparmio l'elenco, tanto non è stato raggiunto nemmeno un obiettivo. In diciotto mesi (anzi, ora son quasi 24)!
A parte l'inutilità d'alcuni di questi obiettivi - a che servono le lavagne elettroniche? Al MIT hanno ancora quelle con il gesso e funzionano benissimo! Ed i PC, perché devono essere portatili? E cosa c'entra Shanghai 2010 con l'innovazione nell'Amministrazione Pubblica? In un sistema giudiziario bloccato, davvero serve telematizzare gli atti giudiziari? - e l'insipienza intellettuale dell'intero progetto - l'efficienza della PA si raggiunge attraverso l'informatica o attraverso la riforma dei regolamenti e delle procedure ed una ristrutturazione di compiti, doveri ed incentivi? Uno che si pavoneggia settimanalmente in TV in quanto "tecnico", non riesce proprio ad arrivarci a questa banalità? Che non è una questione di computers, ma di procedure e di organizzazione interna? - gli obiettivi hanno tutti una caratteristica comune: spesa aggiuntiva! Per uno come Brunetta, evidentemente, rendere efficiente un'impresa, renderla più capace di competere NON passa attraverso una riduzione dei costi per unità di output, ma attraverso un AUMENTO dei costi medesimi!
Poi sento dire che “dalla crisi si esce solo con l'innovazione”, con cotanto ministro saremmo in crisi a vita. Mi vien da dire: per fortuna che non vivo a Venezia! Non diciate poi, voi veneziani, che non vi avevamo avvisati!
Egregio Esposito,
Finalmente! Sono approdato qui casi per caso ma il suo, seppure breve, ma alquanto pertinente intervento, mi riconcilia con la genialità italiana.
In effetti, dopo le bombe (per riprendere la formula linguistica cara al mondo del pallone in tv) sganciate nel paesaggio economico ed imprenditoriale che conta, dopo vanne attese per leggerne gli effetti positivi, di traccia della concretezza del pensiero dell'uomo politico più improvisato dell'attuale governo, non s'intravede una benchè minima parte.
Come sempre, nel campo del management, (quello confuso con il Piano Industriale) di un'organizzazione in qualsiasi settore, le sparate vanno usate solo in caso di EMERGENZA e per una durata molto limitata nel tempo, per creare una rottura col passato. Cioè, il periodo temporale di questa rottura deve essere di durata molto breve, al massimo pochi mesi. In caso contrario, si rischia di creare un'ambiente solo votato al terrore di finire fuori le grazie di chi commanda, anzichè spronare i componenti di concentrarsi sul proprio obiettivo, anch'esso parte di un obiettivo di più ampio respiro.
Nel famigerato Piano Industriale invocato dovrebbero figurare impegni chiari ed investimenti corpuosi, data la natura di chi lo firma: per il conto della PA. Invece compaiono obiettivi persino incongruenti con l'organizzazione in questione ed il suo scopo fondamentale. Certo che prestabilire che si deve andare a Shangai nel giugno 2010, e non si sa bene con che qualifica, è proprio sorprendente, per non dire sconvolgente. Che legame misterioso e, per noi comuni mortali, incomprensibile, possa esserci tra la PA e...la China? Forse per andare a frugare nelle mirobolanti offerte proposte dai commercianti cinesi per la cancelleria? Gli altre parti del Piano sembrano una lista di idee aggiuntive sfornate all'ultimo minuto dall'IT manager di una qualsiasi dittarella in cerca di opportunistico modernismo. Certo che la mancanza di un piano degno di questo nome e che, volente o nolente, dovrebbe essere la massima espressione della capacità manageriale di un manager, lo rimanda ai suoi cari studi. Un conto è fare i titoli dei giornali, un conto è portare miglioramenti decisivi nell'organizzazione di cui si è a capo!
Chiaramente, adesso, caro Esposito, aspetto con grande fiducia di leggere il suo commento sul poco opportuno accanimento contro i giovani d'Italia, che Brunetta ha fatto presto a disegnare come bamboccioni, quando invece comincio ad avere la netta sensazione che il problema maggiore di questa straordinaria Italia sia proprio la sua gerontocrazia!
Insomma, questi anziani si vogliono far pagare la pensione e dirci come bisogna dirigere il paese fuori dalle brutte acque in qui naviga da troppo tempo.
Ringrazio per la comprensione e sono certo che capirete il mio stentato italiano,
Olivier