Da una parte c'è chi, come Michele su Facebook, plaude allo sforzo della polizia tributaria ed etichetta i protestanti come "liberali alle vongole". Dall'altra, Oscar Giannino su Chicagoblog, e (con toni meno critici) Luca Ricolfi sulla Stampa che invitano a pensare al vero problema: la dannosa ed oppressiva pressione fiscale del sistema tributario. Infine, una variopinta Facebook-crowd che condivide una tabella di dati sull'evasione ripartiti per provincia.
Hanno ragione tutti, dicevo, ma qualche precisazione è doverosa.
1) Il sistema fiscale è eccessivamente oneroso verso chi le tasse le paga. Non abbiamo bisogno di ricordarlo perché lo menzioniamo a ogni occasione. Questo però non significa che l'evasione sia una scelta obbligata, o giustificabile. Se si vuole promuovere un'azione di disobbedienza civile, lo si faccia con gli opportuni ed appropriati criteri. Ma l'evasione fiscale non è disobbedienza civile.
2) Con un lieve eccesso di semplificazione, i dati confermano che si evade più al Sud che al Nord, come abbiamo documentato in un post di Alberto Lusiani del lontano 2007. Ma questo non significa che gli evasori stiano solo al Sud né che si debba concentrare gli sforzi antievasione esclusivamente al Sud. Non occorre essere esperti di teoria degli incentivi per capire che, ogni tanto la strategia ottimale richiede di andare in cerca degli evasori anche a San Candido, a Cortina, e nel bar di periferia. Piuttosto, sempre i dati rivelano che l'evasione al Sud non sembra facilmente risolvibile dalla polizia tributaria: assume infatti i tratti di un problema di ordine pubblico, da affrontare con interventi ben più pesanti che qualche blitz dei finanzieri.
3) L'operazione di Cortina ha certamente avuto l'impatto mediatico voluto da chi lo ha deciso. Se lo scopo era segnalare un cambio di regime operato dal nuovo governo, quale miglior mezzo? Onerosità della pressione fiscale o meno, non riesco a simpatizzare né col jet-set imprenditorial-vacanziero né con l'albergatore a 5 stelle o venditore di pellicce cortinese. Trovo del tutto ipocrite le lamentele di chi si appella alla crisi, paventando la fuga dei grassi milionari dalle vette dolomitiche verso altre destinazioni d'oltralpe. La crisi non si risolve chiudendo uno o due occhi sui controlli fiscali. La riduzione della pressione fiscale (il cui non essere mai realizzata è certamente una delle concause del prolungarsi della crisi italiana) va operata con una riforma fiscale, non concedendo congedi straordinari alla Guardia di Finanza.
4) Se la Guardia di Finanza opera con metodi nazisti e se le leggi tributarie sono ininterpretabili, beh, neppure questo giustifica l'evasione. La GdF va riformata, le leggi vanno precisate. Questo auspichiamo sia il dovere di un governo che vuole mandare un segnale di fermezza. La lotta all'evasione si fa per garantire la certezza del diritto, che va di pari passo con la chiarezza delle norme ed i diritti degli investigati. Il blitz mediatico serve, ma ad esso devono accompagnarsi norme precise.
5) Invece di polemizzare inutilmente, i commentatori, liberisti o meno, farebbero bene a spingere su un punto cruciale: la lotta all'evasione deve accompagnarsi ad una riduzione della pressione fiscale per chi le tasse le paga. Per troppo tempo l'opinione pubblica si è lamentata auspicando maggiori sforzi sulla lotta all'evasione, senza capire che essa si traduce in un aumento della pressione fiscale, già troppo alta. Questo, però (e con questo torno al punto 1), non significa che la lotta all'evasione debba essere sospesa. La diminuzione della pressione fiscale operata chiudendo un occhio o due nei confronti di chi evade genera non pochi danni all'efficienza del sistema produttivo. Crescita e benessere non si ottengono senza un clima di fiducia ed onestà degli operatori del mercato, convalidate da un efficiente sistema di repressione per chi sgarra.
Assolutamente e del tutto condivisibile.
Senza contare che l'evasione fiscale da una parte altera la concorrenza e dall'altra è la base per la corruzione.
Perciò perseguire l'evasione è anche limitare le inefficienze e combattre l'altra grande piaga del nostro paese.