Padoa Schioppa e l'evasione fiscale

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I mezzi di comunicazioni hanno riportato alcune affermazioni di Padoa Schioppa sull'evasione fiscale in Italia che, alla luce dei dati che risultano dagli stessi studi statali e governativi sulla materia, appaiono gravemente errate e fuorvianti. La politica del governo in questa materia appare viziata da pregiudizi politici, infondata ed illogica, e pertanto nociva e destinata all'insuccesso.

Padoa Schioppa ha affermato (vedi Sole 24 Ore, Gazzetta Mezzogiorno, comunicato ANSA 2007-06-21 23:22 "Evasione a 100 mld, possibile azzerarla", dell'inviato Andrea Linares) che:

  • Ci sono "7 punti di Pil di mancate entrate per l'erario: oltre 100 miliardi, cioè il 15-20% di tutte le entrate fiscali raccolte".
  • Cento miliardi - ha spiegato il ministro - che se venissero pagati regolarmente "cambierebbero il volto dell'Italia" [...] Un sogno? No, ha assicurato Padoa-Schioppa. Anzi, un obiettivo possibile, raggiungibile, addirittura vicino. [...] "Un'Italia ad evasione zero - ha assicurato infatti il ministro - è possibile, è a portata di mano".
  • Quello dell'evasione, è un male che riguarda tutto il Paese, da nord a sud, senza distinzione e che "supera la base imponibile dichiarata".
  • L'evasione fiscale "non è una malattia di alcuni, ma spesso una vera e propria pandemia", dove i livelli di frode sono "doppi rispetto a Francia, Germania e Regno Unito e addirittura quadrupli rispetto ad Austria, Olanda ed Irlanda"

Le affermazioni del ministro, come riportate dai mezzi di comunicazione, contengono due errori madornali.

Il primo errore madornale è che sarebbe possibile e plausibile ridurre l'evasione fiscale a zero. Da decenni gli economisti fanno stime dell'economia sommersa per l'Italia e altri paesi, questo è un esempio:

Informal Economy as % of GNP 1999/2000

Paese% Sommerso
Greece28.6
Italy27.0
Belgium23.2
Spain22.6
Portugal22.6
Sweden19.1
Norway19.1
Finland18.3
Denmark18.2
Canada16.4
Germany16.3
Ireland15.8
Australia15.3
France15.3
Netherlands13.0
New Zealand12.7
United-Kingdom12.6
Austria10.2
United States8.8
Switzerland8.8

Aggiungo in seguito (agosto 2008) un tabella sull'evoluzione temporale dell'economia sommersa stimata nei paesi OECD, vedi in fondo all'articolo.

L'economia sommersa è rimasta sostanzialmente invariata sia nei 5 anni di legislatura dell'Ulivo dal 1996 al 2001 sia nei 5 anni del governo Berlusconi dal 2001 al 2006, tanto in Italia come negli altri paesi. Quindi:

  1. È implausibile e irrealistico pensare di portare dal 27% a zero nei termini di tempo di una legislatura un fenomeno che, negli ultimi 10 anni (ma non solo), è rimasto sostanzialmente stabile intorno al 27%, senza apprezzabili variazioni.
  2. È implausibile e irrealistico pensare che sia possibile ridurre a zero l'evasione considerato che i migliori risultati a livello mondiale sono 8-10%.

Il secondo errore madornale è che l'evasione riguarderebbe tutto il paese, da Nord a Sud senza distinzione. È sufficiente consultare il sito web dell'Agenzia delle Entrate per vedere quali sono, dopo approfonditi studi, le stime dell'evasione fiscale IRAP. Estraggo dalla loro principale tabella:

Graduatoria dell'intensità dell'evasione regionale - Media 1998-2002 (base imponibile evasa / dichiarata)

Regioneevaso/dichiarato
Calabria93.89%
Sicilia65.89%
Puglia60.65%
Campania60.55%
Sardegna54.71%
Molise54.61%
Liguria50.29%
Basilicata49.75%
Umbria44.51%
Marche33.95%
Toscana33.67%
Abruzzo33.11%
Piemonte30.53%
Trentino-Alto Adige30.17%
Valle d'Aosta28.97%
Friuli-Venezia Giulia28.22%
Lazio26.05%
Veneto22.26%
Emilia Romagna22.05%
Lombardia13.04%

Queste stime sono paragonabili a quelle analoghe compilate circa 10 anni fa durante il primo governo Prodi e pubblicate su Repubblica Affari & Finanza del 2 giugno 1997:

Evasione 1993 stimata per industria e commercio (reddito evaso / reddito totale):

Regioneevasione/PIL privato
Basilicata83.2%
Calabria70.8%
Campania64.2%
Molise62.4%
Sardegna57.2%
Puglia54.4%
Sicilia54.4%
Abruzzo43.5%
Val D'Aosta40.6%
Marche35.2%
Toscana34.0%
Umbria29.8%
Liguria28.3%
Lazio27.5%
Veneto24.1%
Friuli-Venezia Giulia23.3%
Trentino-Alto Adige22.9%
Emilia-Romagna20.1%
Piemonte19.1%
Lombardia13.1%

Nel servizio di Repubblica si legge:

 

"La ricerca delle Finanze è il più attendibile tentativo di ricostruire la mappa della produzione sommersa in Italia. Lo studio è stato effettuato con i più sofisticati mezzi tecnici oggi a disposizione: si pensi che milioni di dati inseriti nella banca dati dell'Anagrafe Tributaria sono stati confrontati con quelli dell'Istat e dell'Inps."

"Lo studio è stato fatto da un'agguerritissima commissione composta da membri del Secit, il servizio dei superispettori fiscali, esponenti dell'INPS, della Banca d'Italia, dell'ISTAT, dell'Anagrafe Tributaria".

 

Gli studi sopra elencati riguardano l'economia privata. Nel settore pubblico è presumibile che l'evasione fiscale sia molto vicina a zero per gran parte delle voci di spesa importanti come pensioni, stipendi degli statali, contributi alle imprese. In Italia la spesa pubblica corrisponde al 43% del PIL in prima approssimazione. Non conosco dati separati per regioni, ma mi aspetto che la spesa pubblica vari da valori intorno al 30% nel Nord Italia a valori intorno al 65% nel Sud Italia, sono interessato a conoscere eventuali dati se esistono. In ogni caso, indipendentemente dall'incertezza riguardo le differenze regionali sul contributo della spesa statale al PIL, quando ai dati del settore privato si aggiungano quelli del settore statale i dati disponibili mostrano chiaramente che l'evasione fiscale è:

  • in Lombardia, al livello dei paesi OCSE più virtuosi,
  • nelle altre grandi regioni padane, al livello europeo oltre le Alpi,
  • nel Centro Italia, significativamente più elevata della media europea,
  • nel Sud Italia, mostruosa e indegna di un paese civile e avanzato, e  fuori da ogni parametro OCSE.

Pertanto non è vero che l’evasione è un problema che riguarda l’intero paese in modo uniforme. Inoltre, è impensabile, dati i livelli di efficienza degli apparati statali, ridurre i livelli di evasione delle regioni del Nord, già uguali o migliori di quelli europei, senza introdurre uno stato di polizia ancor più illiberale e intrusivo di quello che già esiste. Sarebbe invece realistico, oltre che doveroso, ridurre il livello di evasione nelle regioni del Centro e soprattutto nelle regioni del Sud dove lo Stato italiano è poco più di una barzelletta per quanto riguarda gli obblighi fiscali.

Secondo gli studi compiuti sotto il primo governo Prodi, le tasse evase in Campania (5.7 milioni di abitanti, dato corretto grazie ad un commento rispetto al valore dato inizialmente di 7 milioni, errato) sono più di quelle della Lombardia (9 milioni di abitanti, un reddito procapite nettamente superiore, e un minore contributo dell'economia statale). Questo implica che vessare gli artigiani ed i piccoli imprenditori del Nord, come il governo sta facendo, è economicamente ingiustificato e socialmente ingiusto. Si tratta di una scelta puramente politica, per la quale sono evidentemente funzionali le affermazioni errate e fuorvianti di Padoa Schioppa sopra ricordate. E si tratta di una scelta politica che di fatto punisce gli abitanti delle regioni che tendono a non votare la maggioranza politica al potere.

Concludendo, le affermazioni di Padoa Schioppa riportate dall'ANSA (e da diversi altri mezzi di comunicazione) contengono errori madornali, gli obiettivi dichiarati come "a portata di mano" sono implausibili e irrealistici, la descrizione della situazione italiana è superficiale e sbagliata, nonché in contraddizione con gli stessi studi governativi sull'argomento. Su queste basi ci si può solo aspettare un'azione di governo inconcludente e dannosa per i cittadini italiani.

Aggiungo due figure da uno studio dell'Agenzia delle Entrate, Stefano Pisani, Cristiano Polito, Analisi dell’evasione fondata sui dati IRAP, Anni 1998- 2002 - ISTAT, 2006 (pdf):

Evasione/dichiarato IRAP in Italia per provincia

Evasione IRAP in Italia per macro-area e nel tempo

Un confronto abbastanza completo si trova in F.Schneider, R.Klinglmair, Shadow Economies Around the World: What do we Know? (pdf). Copio una tabella che riporta dati ed evoluzione temporale di una stima di economia sommersa nei paesi OECD:

Table 3.5: The Size of the Shadow Economy in OECD Countries
Size of the Shadow Economy (in % of GDP) using the Currency Demand and DYMIMIC Method
OECD-Countries1989/901994/951997/981999/002001/022002/03 (1)
Australia10.113.514.014.314.113.8
Belgium19.321.522.522.222.021.5
Canada12.814.816.216.015.815.4
Denmark10.817.818.318.017.917.5
Germany11.813.514.916.016.316.8
Finland13.418.218.918.118.017.6
France9.014.514.915.215.014.8
Greece22.628.629.028.728.528.3
Great Britain9.612.513.012.712.512.3
Ireland11.015.416.215.915.715.5
Italy22.826.027.327.127.026.2
Japan8.810.611.111.211.111.0
Netherlands11.913.713.513.113.012.8
New Zealand (2)9.211.311.912.812.612.4
Norway14.818.219.619.119.018.7
Austria6.98.69.09.810.610.8
Portugal15.922.123.122.722.522.3
Sweden15.819.519.919.219.118.7
Switzerland6.77.88.18.69.49.5
Spain (3)16.122.423.122.722.522.3
USA6.78.88.98.78.78.6
OECD average13.215.716.716.816.716.4

1) preliminary value
2) The figures are calculated using the MIMIC-method and Currency demand approach. Source: Giles (1999b).
3) The figures have been calculated for 1989/90, 1990/93 and 1994/95 from Mauleon (1998) and for the later periods own calculations.

[Mi accorgo solo ora (novembre 2008) da un vecchio commento di Marcello Urbani su nFA che questi ultimi dati sull'evasione fiscale stimata sono da tempo pubblicati su web sull'ottimo sito web di Francesco Paolo Forti sul Federalismo (qui) con tanto di tabella a colori ed elaborazione grafica.]

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Commenti

Ci sono 53 commenti

A parte cio', c'e' anche un'altra considerazione da fare: i soldi evasi non scompaiono in un black hole, ma in qualche modo tornano nell'economia come consumi e investimenti privati. E' certamente riprovevole che a trarne beneficio siano i violatori della legge, ma io vorrei vedere scritto in un programma di governo che ogni euro recuperato nella lotta all'evasione verra' usato per una corrispondente riduzione del carico fiscale nell'area dove il recupero e' avvenuto. In caso contrario, il volto dell'Italia cambierebbe, ma non in meglio: la fetta di PIL ingurgitata dallo stato aumenterebbe ulteriormente.

 

Domanda da totale profano: qual'e' l'effetto negativo dell'evasione fiscale sulla produttivita' di un Paese?

A me verrebbe da dire che l'evasione fiscale determina una tassazione piu' elevata per chi paga le tasse con tutte le distorsioni ed inefficienze che ogni tassa comporta.

Inoltre, induce gli individui a scegliere professioni che non sono ottimali per l'economia della nazione, ma che consentono di evadere piu' facilmente.

Tutti questi effetti sono, chiaramente, indiretti.

Intuitivamente mi verrebbe da dire che l'impegato pubblico che passa mezz'ora al telefono ha un impatto molto piu' diretto sul PIL di un paese.

Mi sbaglio?

vorrei vedere scritto in un programma di governo che ogni euro

recuperato nella lotta all'evasione verra' usato per una corrispondente

riduzione del carico fiscale nell'area dove il recupero e' avvenuto

Nell'assetto attuale dell'Italia non e' possibile neanche proporre quanto scrivi. Il massimo che viene proposto (da alcuni, non certo da tutta la maggioranza al governo) e' che i soldi recuperati dalla lotta all'evasione serviranno a ridurre le tasse a tutti, indipendentemente da quale area verranno recuperati. Nelle pratiche correnti del governo Prodi due quanto sopra e' poi ancora peggio di quanto appaia, perche' praticamente tutti gli sgravi fiscali approvati o in approvazione (es. assegni familiari aumentati, franchigia ICI) si applicano solo ai redditi dichiarati inferiori ad una soglia massima, oppure in misura decrescente rispetto al reddito dichiarato: questo corrisponde a favorire gli evasori (oltre ai poveri veri) a danno di chi dichiara i redditi percepiti correttamente.

Sarebbe possibile restituire i soldi alle aree piu' virtuose fiscalmente se esistesse un federalismo fiscale serio, in cui ogni amministrazione locale si alimentasse primariamente con tassazione locale. In questo caso potrebbero esistere aliquote differenziate, che sarebbero piu' basse dove si evade meno, e piu' alte dove si evade di piu'. Questo sarebbe un sistema giusto, e premierebbe chi si comporta meglio. Probabilmente per questi motivi i politici italiani invece preferiscono un sistema centralista ingiusto, dove sono premiate le aree con piu' evasori, che ricevono la loro parte di spesa pubblica indipendentemente da quanto versano e anche da quanto evadono in rapporto al reddito locale.

Ovviamente poi man mano che si passa dai moderati ai sinistri della coalizione non si propone nemmeno di abbassare le aliquote grazie al recupero di evasione ma piuttosto, nell'ordine:

  • mantenere le aliquote inalterate, e usare gli introiti extra per ridurre il debito
  • mantenere le aliquote inalterate, e usare gli introiti extra per aumentare la spesa statale

Fino ad oggi si e' realizzata prevalentemente l'ultima tendenza: aumentare la spesa statale, per esempio destinando il c.d. tesoretto ai bonus pensione. Questa probabilmente e' stata ritenuta la spesa piu' produttiva in termini di ritorno come consenso elettorale. I risultati sembrano pero' scarsi, per ora, l'appprovazione di maggioranza e governo rimane scarsa.

Gia'.

Ma TPS e' un tecnico stimatissimo (dicono), ed il suo parere "autorevole".

Sara'. Mi sembra il solito italiano che attacca il ciuccio dove vuole il padrone.

L'economia sommersa è rimasta sostanzialmente invariata sia nei 5 anni di legislatura dell'Ulivo dal 1996 al 2001  

 

 

Per la verità i dati che si ricavano dallo studio dell'agenzia delle entrate sono diversi:

"Il dato dell’intensità si è ridotto di 10 punti nel periodo sotto

osservazione, passando dal 37,46% del 1998 al 27,34% del 2002. Una riduzione cosi

importante è la risultante della riduzione del -7,2% dell’entità dell’evasione (tabella 2) ed

una crescita del 27,2% della base dichiarata"

La politica dei governi di centro sinistra sembra non essere stata indifferente rispetto alla lotta all'evasione.

 

Per la verità i dati che si ricavano dallo studio dell'agenzia delle entrate sono diversi:
[...]

La politica dei governi di centro sinistra sembra non essere stata indifferente rispetto alla lotta all'evasione.

Non sono d'accordo con la tua conclusione, per diversi motivi.

Innanzitutto, non conosco dati statistici indipendenti (le stime internazionali di economia sommersa diviso PIL) che mostrino una diminuzione statisticamente significativa dell'evasione fiscale in Italia correlata col primo governo Prodi.

Per quanto riguarda la diminuzione dell'intensita' di evasione IRAP, si tratta di un fenomeno apparentemente isolato (vedi anche sotto), che ha consentito di ridurre di poco l'evasione stimata (-7.2%) e che e' consistito primariamente nell'aumento di base imponibile (+27.2%, che puo' essere dovuta a modifiche legislative o all'emersione di base imponibile esente o in parte esente da imposta).

Ma anche rimanendo nel documento dell'Agenzia delle Entrate in PDF citato nel mio intervento, basta consultare la figura n.5 dove sono riassunte la stima dei redditi evasi sul PIL come dedotti dallo studio IRAP, come dedotti dallo studio dell'evasione IVA sempre dall'Agenzia delle Entrate, e come dedotti dall'ISTAT (“La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali”, 2005). L'evasione stimata dall'ISTAT e' praticamente costante al 16% +- 0.3% dal 1998 al 2002, l'evasione stimata dagli studi sull'IVA oscilla senza una tendenza chiara (20%, 16%, 18%, 19%, 17.5% dal 1998 al 2002). Solo l'evasione stimata dagli studi IRAP mostra un calo, parte dal 20% nel 1998 e arriva al 16%, al livello di quella ISTAT, nel 2002.

L'IRAP e' una tassa relativamente recente, e cosi' sono gli studi sulla sua evasione. L'articolo citato riporta:

Le tre stime sono state relativizzate dividendole per il prodotto interno lordo (PIL). Dalla figura si può trarre una prima considerazione di carattere statistico relativa al fatto che le tre stime tendono a convergere e, ciò dimostra la robustezza dei metodi utilizzati per calcolarle.

La convergenza e' al 16% nel 2002. Nel 1998 la stima IRAP divergeva (20% contro 16%). La mia conclusione e' che i calcoli sull'evasione IRAP sono diventati piu' affidabili nel tempo, e la diminuzione dell'evasione IRAP dal 1998 al 2002 e' un dato meno solido e non significativo rispetto alla sostanziale invarianza dell'evasione fiscale in Italia come stimata dagli economisti fuori dall'Italia e dall'ISTAT.

 

 

 

 

dice Padoa Schioppa: Ci sono "7 punti di Pil di mancate entrate

per l'erario: oltre 100 miliardi, cioè il 15-20% di tutte le entrate

fiscali raccolte"

Ma cosa rimarrebbe dell'economia italiana se davvero l'erario riuscisse ad incassare i 100 miliardi?

Recessione? Aumento startosferico della spesa dello Stato con crollo della produttivita`?

Aumenti indiscriminati dei prezzi al consumo e dei servizi di base (costruzioni, badanti, commercio).

Be careful what you wish for... you may just  get it!

 

 

a me questo pare il punto fondamentale. ci mancherebbe che ci riuscissero; sarebbe una catastrofe totale

Voglio raccontarvi le piccole gioie quotidiane di chi ha Visco al governo.

1) si sono semplicemente interrotti, dal giorno delle elezioni, i versamenti in contanti e in assegni di clienti lavoratori autonomi e di professionisti. Giuro, da un giorno all'altro, nessuno, e dico nessuno, ha più versato un euro in assegni o in contanti sul conto corrente del nero che hanno con me. Il terrore, dato che io amministro risparmi, è che Visco, e tutti dicono il suo nome con un misto di terrore e disprezzo, voglia andare a controllarli. I conti del nero (quelli intestati a padri e nonni) si chiudono.

2) oggi mi ha chiamato un cliente. Improvvisamente e magicamente quest'anno è triplicato il suo reddito (è un dentista). E' arrivato a 52.000 euro.

3) ho rivisto per la prima volta un bar arrivare al 250° scontrino in un giorno.

4) un mio amico idraulico mi ha confessato di aver dichiarato un reddito di 223.000 euro.

5) il mese scorso ho rivisto un finanziere che chiedeva la ricevuta a un cliente che usciva da un ristorante di Venezia.

6 ) sono andato da un dentista amico (siamo oltre i 150.000 euro di reddito) e, quando sono andato a pagare, la signorina mi ha preparato la ricevuta senza dovergliela chiedere.

Oh sì, voi avete ottime ragioni per dirmi che questa ondata reprimerà i consumi e avrà degli effetti negativi sul Pil e quant'altro, ma voi che vivete oltreoceano non conoscete quale sia il piacere, il gusto, della giustizia fiscale.

Lo so , siamo solo a un decimo del cammino, bisogna riconquistare la metà dell'Italia che va da Roma in giù, bisogna licenziare metà o tre quarti dei dipendenti pubblici, ma non deprimentemi, vi prego. Lasciatemi godere Visco in santa pace. Non rovinatemi tutto.

 

vedasi commento sopra.

 

Oh sì, voi avete ottime ragioni per dirmi che questa ondata reprimerà i

consumi e avrà degli effetti negativi sul Pil e quant'altro, ma voi che

vivete oltreoceano non conoscete quale sia il piacere, il gusto, della

giustizia fiscale.

Le mie critiche a Padoa Schioppa e a Visco non consistono nel fatto che perseguendo gli evasori "reprimono" i consumi. Se il governo Prodi recupera soldi dagli evasori e restituisce gli stessi soldi ai contribuenti onesti abbassando a tutti le aliquote, la pressione fiscale sul PIL rimane invariata, non c'e' nessuna depressione dell'economia, anzi migliora la societa' perche' la legge si applica piu' equamente, e migliora anche l'economia perche' la competizione non e' falsata dall'illegalita' fiscale e gli evasori non fanno concorrenza sleale distorcendo l'allocazione delle risorse economiche.

Le mie critiche a Padoa Schioppa e a Visco riguardano le loro affermazioni, riportate dai mezzi di comunicazione, secondo cui sarebbe possibile possibile , e a portata di mano, ridurre l'evasione a zero, e secondo cui l'evasione fiscale sarebbe diffusa uniformemente in tutte le regioni. Si tratta di affermazioni che contengono gravi errori e sono manifestamente infondate, con l'aggravante di apparire e probabilmente essere bugie intenzionalmente funzionali ad una politica economicamente insensata e socialmente ingiusta che consiste, in breve, nel far pagare le tasse agli elettori piu' restii a votare la maggioranza al governo, che gia' le pagano con correttezza uguale o migliore del resto d'Europa, e nel permettere livelli di evasione enormi in aree dove immagino saranno all'opera per comperare consenso clientelare sia con la spesa pubblica improduttiva sia consentendo evasione fiscale a livelli sudamericani o peggiori.

Se va bene rallegrarsi per gli evasori della propria citta' che vengono colpiti non ritengo si debba chiudere gli occhi sulla propaganda e sulla disinformazione sulla materia ad opera di ministri del governo e sulla ovvia conseguenza che politiche basate su stravolgimenti della realta' e sulla faziosita' politica non possono che causare danni.

A questo si aggiunge il fatto che il governo Prodi ha usato e intende usare i soldi recuperati all'evasione fiscale per aumentare la spesa statale, perdipiu' su obiettivi che appaiono motivati primariamente dall'acquisto di consenso elettorale. Contrariamente al recupero di evasione fiscale a parita' di pressione fiscale complessiva, l'aumento di spesa statale portera' con ogni probabilita' a danneggiare l'economia italiana.

 

rabbi,

era forse meglio un bel condono? una bella sanatoria? dimmi tu...

Sono sostanzialmente d'accordo con il fatto che sia implausibile e irrealistico ridurre a zero l'evasione fiscale, in una o più legislature. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, va detto che misurare l'evasione fiscale è sempre complicato ma mi sembra anche un fatto che l'evasione sia più alta in alcune zone del paese che in altre; la figura nel post segnala che l'evasione è più marcata al Sud che al Nord e, mi pare, fuori dalle grandi città (a Roma l'evasione sembra essere bassa).

Detto questo vorrei capire meglio quali sono le implicazioni di politica economica, ossia cosa dovrebbero fare di diverso da quello che stanno facendo il governo e l'amministrazione fiscale. La materia è tremendamente complicata, perché non si tratta di fare nuove leggi (le legge già dice che le tasse le devono pagare tutti) ma di dare direttive amministrative e organizzative alle forze di polizia fiscale. Queste direttive sono spesso complicate da capire per chi non ha consocenza interna dei meccanismi, e comunque vengono raramente discusse in modo approfindito sulla stampa. È quindi difficile dire esattamente cosa sta succedendo e se sta cambiando qualcosa o no. Comunque, fatemi fare le seguenti osservazioni.

1) C'è una gran ansia da parte del governo di annunciare successi nella lotta all'evasione. Finora i dati disponibili sono pochi e frammentari, ed è difficile dire se l'incremento di gettito osservato è dovuto al ciclo favorevole, al cambio delle aliquote IRPEF o alla lotta all'evasione. Il tempo, con l'affluenza di dati migliori e più completi, dirà. La poca evidenza anedottica che ho io (racconti di amici, nel mio caso un agente immobiliare, che vedono gente che prima non pagava e adesso paga) però va nella stessa direzione del commento di Stefano: la lotta all'evasione sembra stia dando frutti. L'impressione estemporanea di due signori non è ovviamente gran che come evidenza empirica, ma al momento è tutto quello che abbiamo. Se avete storie come quelle di Stefano, per favore raccontatele. L'altro pezzo parziale di evidenza è la rivolta (parzialmente vittoriosa) contro gli studi di settore; l'impressione generale è che la rivolta ci sia stata perché gli studi di settore stavano iniziando a funzionare come strumento di repressione dell'evasione.

2) Assumiamo momentaneamente che la lotta all'evasione stia avendo successo. Non ho né dati duri né storie anedottiche su come tale successo sia differente in diverse aree territoriali. Le storie che ho sentito io vengono da Milano, dove sono concentrati i miei amici e conoscenti in Italia. Se ho capito bene anche Stefano racconta di storie settentrionali. Qualcuno ha dati oppure ha storie/impressioni su cosa stia succedendo nelle altre parti d'Italia? In particolare, è vero che la repressione dell'evasione fiscale sta avvenendo soprattutto al Nord mentre nulla succede al Sud? È vero che i dentisti di Palermo pronunciano il nome di Visco con allegra spensieratezza mentre quelli di Udine lo pronunciano con terrore e odio?

3) Cosa c'entra con il tafazzismo il fatto che si provi piacere al vedere che le leggi fiscali di un paese iniziano a essere rispettate? Stefano non ha affatto detto che lui è tanto contento che portino via i soldi ai 'ricchi'. Ha solo detto che è contento che le tasse inizino a pagarle tutti in modo uguale. Se il paese vuol farsi del male deve solo continuare a mantenere questo assurdo regime duale in cui alcune categorie le tasse le pagano al 100% e altre a percentuali ridicole.

4) Anch'io ho una gran paura che l'extragettito derivante dalla lotta all'evasione (che a dir la verità non sono ancora del tutto convinto esista, lo vedremo quando gli effetti del ciclo si esauriscono) serva per aumentare la spesa pubblica. Ma, onestamente, che alternativa c'è? In uno stato di diritto le tasse le devono pagare tutti, la materia non dovrebbe nemmeno essere oggetto di dibattito di politico. La lotta all'evasione va quindi fatta e tutti dobbiamo augurarci che abbia successo. Su cosa fare con i soldi recuperati con l'evasione si prenderanno decisioni politiche, e chi le prende pagherà o riceverà in termini di consenso elettorale. Io, personalmente, mi auguro che questo successo venga usato per ridurre le aliquote e userò la mia irrilevante voce per cercare di raggiungere l'obiettivo. Il governo sembra intenzionato a fare diversamente, il che a mio avviso è male per il paese e male per il governo stesso, che perderà consensi come sta facendo da mesi a questa parte. Ma questa è un'altra storia. La lotta all'evasione, puramente e semplicemente, è parte della lotta per la legalità e se fossimo in un paese normale dovrebbe essere perseguita con la stessa forza da qualunque governo.

la figura nel post segnala che l'evasione è più marcata al Sud che al

Nord e, mi pare, fuori dalle grandi città (a Roma l'evasione sembra

essere bassa).

Probabilmente la presenza di massiccia spesa statale a Roma riduce l'evasione fiscale dell'economia privata, che deve fatturare con molto maggiore regolarita' che nelle altre province laziali.

cosa dovrebbero fare di diverso da quello che stanno facendo il governo e l'amministrazione fiscale

Primo, non dovrebbero raccontare le balle che si leggono sui mezzi di informazione. Secondo, il governo dovrebbe attuare una politica differenziata di repressione dell'evasione fiscale regione per regione. In Lombardia non c'e' bisogno di alcuna stretta: l'evasione fiscale e' paragonabile a quella dei paesi piu' virtuosi, nonostante la pressione fiscale sugli onesti sia nettamente superiore. Questo non significa smettere di perseguire gli evasori in Lombardia, significa solo perseguirli come in passato. Invece Visco si agita apparentemente primariamente per la Lombardia, e si agita cosi' tanto che rischia di aggiungere un'altra macchia alla sua gia' compromessa fedina penale. Similmente, non si vede perche' il governo debba intensificare la lotta all'evasione in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte: l'evasione e' come in Francia, la pressione fiscale e' superiore, i servizi statali sono inferiori. Invece il governo dovrebbe intensificare la lotta all'evasione fiscale nelle regioni dove l'evasione supera nettamente la media europea: ad es. Toscana, Umbria, le province laziali eccetto Roma, il Sud.  I soldi da recuperare sono molti, riducendo l'evasione dal livello attuale alla media europea si recuperano un sacco di soldi, e si diminuirebbe il livello di ingiustizia dovuta all'applicazione diseguale della disciplina fiscale in Italia, un'ingiustizia che e' anche distorcente e penalizzante dal punto di vista economico.

la lotta all'evasione sembra stia dando frutti

Ci vorra' del tempo per avere dati statistici affidabili per capire se l'azione del governo e' stata realmente efficace o no. Quel che e' sicuro e' che Visco e' gia' stato al governo nella prima legislatura di centro-sinistra, e gli indicatori che personalmente considero piu' affidabili per l'evasione fiscale (stime ISTAT e degli economisti) non mostrano risultati apprezzabili.

è vero che la repressione dell'evasione fiscale sta avvenendo soprattutto al Nord mentre nulla succede al Sud?

Mi pare che dal Sud non si oda voce. Se Visco stesse realmente cercando di ridurre i livelli di evasione del 50-80% stimati sull'economia privata del Sud, probabilmente ci sarebbe una qualche reazione. Temo che questo governo segua l'esempio dei precedenti dall'unificazione dell'Italia.  Il fenomeno della sovra-tassazione del Nord Italia e dell'evasione fiscale dominante sempre piu' dal Centro al Sud risale all'unificazione italiana, quando a Nord le tasse si avvalevano degli efficienti e accurati catasti sabaudi e di Maria Teresa d'Austria, mentre nel Lazio e nel Sud il catasto era descrittivo, inaccurato e incompleto. Da allora nascono le proteste fiscali del Nord, e la resistenza fiscale al Sud, tanto efficace che il catasto agricolo fu completato a Sud solo nel 1956. 

Se serve, posso darti qualche aneddoto da un punto di vista periferico dell'Italia centrale.

Dato il mio lavoro, sono spettatore privilegiato e neutrale di vari aspetti del mondo degli affari che vanno dalla piccola compravendita familiare alle grandi operazioni societarie.

Per quella che è la mia sensazione il vento è in parte cambiato. Dopo il 4.7.2006, data del decreto legge Bersani-Visco che ha imposto tra l'altro di indicare negli atti pubblici di compravendita, sotto giuramento, la presenza o meno di mediatori immobiliari e i mezzi di pagamento del prezzo di vendita, le agenzie immobilari, tradizionalmente "pigre", hanno cominciato a fatturare. Il che non vuol dire che i mediatori sono improvvisamente diventati tutti dei ligi contribuenti, ma almeno hanno inziato a far fatture e il poco  è comunque meglio del neiente (ricordo ancora la fattura n. 1 emessa al 10.7.2006 da un agente).

Tra l'altro la guardia di finanza sta facendo i controlli, incrociando i dati con le verifiche effettuate a carico degli imprenditori edili, che sono pure inziate.

Anche i costruttori hanno la sensazione che le cose sono molto  meno semplici del passato. A fronte di una evasione che era pari mediamente al 30/50%, la mia sensazione (che nasce dalle confidenze informali ricevute) è che oggi si sono ridotti i margini di elusione, anche perchè l'uso del contante è sempre più difficile. Un altro strumento efficace anti-evasione è poi la presunzione che il prezzo di vendita dal costruttore sia pari almeno al valore del mutuo contratto per finanziare l'acquisto, mentre in passato non era raro vedere acquisti per 100 a fronte di mutui per 150.

Con ciò non voglio dire che l'Italia sta diventando la Svezia, ma essendo io contribuente ad aliquota massima, se più gente comincia a pagare le tasse non può che farmi piacere-

Mi trovi quindi perfettamente d'accordo con le tue osservazioni.

 Sottoscrivo tutto in pieno. Sandro Brusco for president!

L'altro pezzo parziale di evidenza è la rivolta (parzialmente

vittoriosa) contro gli studi di settore; l'impressione generale è che

la rivolta ci sia stata perché gli studi di settore stavano iniziando a

funzionare come strumento di repressione dell'evasione.

Non ne sono troppo sicuro.

Io sono soggetto a questi studi e congruo, ma due anni fa con gli stessi criteri avrei dovuto decidere se dichiarare redditi inesistenti (conosco gente che l'ha fatto) o candidarmi ad un' ispezione con probabile contestazione di ogni minimo errore formale.Inoltre le tariffe dei miei colleghi sono molto variabili: so di gente pagata un buon 30% in più di me, e per lavori a Roma o Verona mi hanno offerto un buon 40% in meno, per non parlare degli ex cococo cui è stata imposta la partita iva dalla Biagi, che spesso prendono meno della metà.

Inoltre molte domande degli studi sono incomprensibili o insensate, e  si finisce per rispondere un po' a caso ed un po' a target: che io sappia la differenza tra "applicativi ERP-CRM-SCM" e "soluzioni ERP-CRM-SCM" è nota solo agli uffici marketing ed al ministero, so solo che i primi sparan tariffe più alte per le seconde.Ed io vendo solo il mio tempo, stando al mio commercialista per chi ha attività vere le voci dubbie sono numerose ed influenzano pesantemente la congruità. 

Tagliate la spesa, tagliate le tasse, portate la pressione fiscale piu' vicina al 30% che al 40%, e vedrete che anche l'evasione diminuira'. Ecco quello che dovrebbe fare il governo. Niente direttive, circolari, controlli bancari o fucilazioni di dentisti in pubblica piazza. 

La questione del rispetto della legge e' irrilevante: il rispetto della legge c'e' se la mia utilita' attesa di rispettarla e' maggiore di quella nel caso in cui non la rispetto. Uno Stato che volesse rendere minima l'evasione dovrebbe utilizzare una combinazione sensata e ottima di tassazione, spesa pubblica e mezzi repressivi contro chi non paga le tasse tale che il numero di coloro che trovano conveniente pagare le tasse anziche evadere sia massimo. Sicuramente, usare mezzi estremamente repressivi combinati a tassazione elevata e spesa pubblica enorme e inefficiente non rientra tra queste policies. Questa combinazione di policies ha ovviamente effetti aggregati, e non si possono fare analisi ceteris paribus sull'evasione fiscale senza considerare tutte e tre queste variabili. La combinazione piu' sensata sembrerebbe bassa spesa bassa tassazione e repressione decisa (US, Svizzera,...). Sinche' non si capisce questo, ogni tentativo di ridurre l'evasione fiscale per me e' pericoloso e sconsigliabile.

Beh, dissento. Ovvio che che se si abbassano le aliquote l'evasione si riduce, e sono assolutamente d'accordo che va ridotta la spesa e la pressione fiscale. Detto questo, la legge è legge e va rispettata. Permettere selettivamente ad alcune categorie di non pagare le tasse non viola solo l'elementare principio di uguaglianza di fronte alla legge, ma fornisce incentivi politici ed economici terrificanti.

Dal punto di vista politico, io credo che buona parte della ragione per cui l'opposizione ad aumenti della spesa pubblica non sia in Italia forte come dovrebbe essere è che buona parte dei ceti che verrebbero danneggiati da tali spese non lo sono affatto perché tanto le tasse non le pagano. I lavoratori autonomi hanno mostrato più volte di avere come priorità politica il mantenimento del privilegio fiscale (vedi recente rivolta sugli studi di settore). Se finalmente dovessero pagare le tasse come tutti credo sarebbe molto più facile trovare alleati nella battaglia per ridurre le spese statali.

Dal punto di vista  economico, l'attuale regime favorisce il nanismo delle imprese (le imprese piccole evadono meglio) e distorce l'allocazione delle risorse.

Prima ci sbarazziamo dell'evasione fiscale meglio è.

Mi spiego, spiegando il titolo.

Alberto mostra, credo molto chiaramente e convincentemente, che l'evasione fiscale NON e' omogenea sul territorio nazionale, anzi e' terribilmente (anche se non sorprendentemente) differente fra Nord, Centro e Sud. Il livello che, questi dati suggeriscono, l'evasione raggiunge al Sud e' superiore a quello che io mi aspettavo, ma questo conta poco. Conta che questi dati pongono in discussione (ad essere gentili) due argomenti continuamente usati da questo governo

I) che l'evasione e' un fenomeno nazionale ed uniforme;

II) che per combatterla occorre concentrarsi al nord, nel privato, nel popolo delle partite iva, eccetera.

Da una montagna di episodi riportati dalla stampa, aneddoti e piccoli dati, si evince che l'azione di repressione si sta concentrando al Centro-Nord, mentre il fenomeno assume dimensioni criminali al Sud (dove e' probabilmente legato ad attivita' criminali in senso stretto) ed il governo mantiene un assoluto silenzio su questo aspetto della questione. Anzi, come uno dei pochi commenti che dibattevano la tesi di Alberto (forse l'ha scritto lui stesso) ricorda, sembra che al Sud si stia facendo poco o nulla. I casi clamorosi di evasori beccati son tutti al Centro ed al Nord, niente di niente dal Sud. Perche'? Non sembra strana questa cosa?

Non so se riassumo bene, ma questo mi pare quanto Alberto sostiene e dimostra. Ossia, questa e' l'affermazione A.

Ora passi che il governo, VV e TPS non intervengano su nFA per replicare ad AL. Passi che editorialisti ed economisti ufficiali italiani ignorino l'analisi del nostro non diffondendola, non dibattendola e non criticandola, ma che quasi nessuna delle persone che hanno commentato l'articolo di AL discuta di A e delle sue implicazioni, questo faccio fatica a capirlo! Insomma, nessuno offre la minima evidenza empirica o un argomento logico che pongano A in discussione, ossia che dimostrino -A. Eppure, se e' corretto, A ha implicazioni dirimenti sia sulla politica di questo governo, che su quelle dei governi passati, e futuri.

Tutti, invece, parlano di B, ossia se e' bene o meno fare la lotta all'evasione fiscale e se la medesima, nelle forme in cui viene oggi attuata sotto la guida di VV, sta avendo effetto o meno. O se l'evasione fiscale e' un problema morale o legale, se prima occorre ridurre la spesa e poi le tasse, se occorre abolire il sostituto d'imposta (campa cavallo, facciamo prima ad abolire lo stato borghese) e cose simili. Argomenti interessanti (meno interessante mi sembra la solita divisione manichea fra chi pensa che l'evasione fiscale sia il bene assoluto e chi pensa sia invece opera del diavolo ...) ma che non hanno molto a che fare con la tesi di AL. Questa e' la parte che non capisco.

La sua tesi, che io condivido, e' che l'evasione fiscale e' DIRETTAMENTE legata alla questione meridionale. Infatti io direi, andando oltre quanto AL abbia detto, che la questione meridionale = (evasione fiscale)+(sussidi e spesa pubblica improduttiva).

Forse la questione meridionale ed i suoi legami con l'evasione fiscale sono argomenti poco interessanti (?!) ma non mi sembra. Certo che finire SEMPRE a fare discussioni ideologiche lascia un po' il tempo che trova. Detto questo, provo a collegare l'argomento di AL ad alcuni dei commenti.

(1) La tassazione, formalmente, e' la stessa da Caltanissetta a Como. Cosa causa tali enormi differenze nell'evasione? In particolare, perche', a fronte di aliquote identiche, hanno piu' incentivi ad evadere i Lucani dei Veneti?

(2) I Lombardi, tanto per dire, sembrano pagare molte piu' tasse (in percentuale del proprio reddito) che non i Pugliesi anche se (qui parlo a naso e sulla base di dati vecchi: non studio la distribuzione regionale della spesa pubblica italiana da 10 anni almeno: qualcuno ha dati freschi?) anche se, dicevo, si spende in percentuale di piu' al Sud che al Nord. Se fosse vero che spendere il gettito fiscale laddove (settorialmente o territorialmente) si genera riduce gli incentivi all'evasione (una percentuale piu' alta delle tue tasse ti torna indietro) dovrebbe essere l'opposto. In particolare, i Siculi ed i Lucani dovrebbero essere molto ligi nel pagare le tasse, mentre i Lumbard dovrebbero evadere come dei ... Campani. Come si spiega questa plateale anomalia? Forse che la tassa di "compliance" fiscale NON dipende da quanti soldi ti tornano indietro, ma da altre cose (cultura, morale pubblica, intensita' della repressione,...)?

(3) Come influisce la tassazione/evasione sulla produttivita'? Di nuovo, Nord, Centro e Sud sono sottoposti a regimi fiscali identici. Se l'evasione e' una maniera per difendersi dallo stato rapace che non permette di trattenere i frutti del proprio lavoro (riducendo gli incentivi per essere produttivi, tanto ti rubano tutto quello che produci) allora la forte evasione fiscale delle regioni del Sud dovrebbe permettere ai nostri concittadini Calabresi di fronteggiare incentivi altissimi rispetto a quelli dei Romagnoli. Insomma, siccome gli astuti Calabresi riescono, via evasione, a mettere in saccoccia una percentuale piu' alta di quanto producono, essi hanno un maggiore incentivo a produrre, investire e lavorare duro. Giusto? Sbagliato? Non so, ma direi che i dati a disposizione suggeriscono il contrario. La percentuale di cittadini dell'amato Sud che lavorano e' minore che nel Nord, quelli che fra loro lavorano lavorano meno ore degli analoghi al Nord ed ognuna di quelle ore e' meno produttiva di quelle lavorate al Nord. Perche'?

(4) Piu' in generale: alzare le tasse, l'evidenza internazionale dimostra, tende a far fuggire lavoratori/imprese altamente produttivi e che operano in settori dove l'evasione e' impossibile. Questo, devo dire, risulta difficile negarlo. Detto questo, ne segue che fare la lotta all'evasione fiscale, a tassazione formalmente invariata, fara' ridurre la produttivita' e fuggire i lavoratori produttivi? A me sembra che la conclusione appena scritta non segua dal fatto evidente menzionato all'inizio di questo punto. Dov'e' che mi faccio confusione? Quale connessione logica o evidenza empirica m'impedisce di capire che perseguendo l'immobiliarista evasore riduco la produttivita' media del paese?

(5) Infine, e qui vengo alla politica, assumendo che si voglia fare la lotta all'evasione fiscale per poi poter ridurre le tasse (assunzione eroica, visto il circo che si riunisce a Palazzo Chigi) sono i metodi ed i criteri adottati da questo Governo (e dal precedente o dai precedenti) i piu' efficaci ed appropriati?

 

Sul punto 2 credo dipenda in buona parte dall' efficienza dei sistemi repressivi e dal tipo di attività economiche praticate. Dove vivo i due grandi filoni del nero sono i servizi ai privati e l' industria dell' ottone, dove grazie al riciclaggio degli sfridi molti fan tanto nero da non chiedere fattura nemmeno per le lavorazioni esterne.Inoltre in zona sono molto diffuse le "cartiere": mi sa che buona parte di quel 13% viene da li.

P.S. riguardo al legame tra la spesa ed evasione, Trentino, Friuli e Val d'Aosta hanno il record di evasione la nord e se non sbaglio spendono tutto il loro gettito (ed oltre) in loco.

P.S.2: non dimentichi le mafie nella tua equazione sulla "questione meridionale"? 

In realtà i dati riportati dalla agenzia delle entrate sulla diffusione dell'evasione sul territorio nazionale andrebbero, IMHO, un po' meglio soppesati altrimenti rischiano di venire utilizzati a mo' di clava per polemiche nord-sud.

Cerco di spiegarmi. I dati in parola sono genericamente riferiti all'evasione dell'IRAP, vale a dire un'imposta pagata (ed evasa) da qualsiasi titolare di partita iva, sia esso il proprietario del bar dell'angolo, l'imbianchino che mi pittura casa, ma anche la FIAT o la filiale italiana della Microsoft.

Ora, è comune esperienza che l'evasione ha un'incidenza molto maggiore tra le piccole imprese, attive soprattutto in  servizi, agricoltura e commercio, rispetto alle grandi imprese manifatturiere ed alle utilities, che magari hanno altri mezzi più sofisticati e sfuggenti di elusione (holding lussemburghesi, trusts, triangolazioni estero-su-estero ecc.) che non la banale non emissione della fattura.

Nell'economia settentrionale il peso della impresa medio-grande  è prevalente così come comincia ad essere prevalente, nel mondo delle libere professioni, il fenomeno dei grossi studi internazionali, sicchè l'associato di Clifford Chance avrà un grado di evasione infinitesimale rispetto al piccolo avvocato di Poggibonsi o di Canicattì.

E' quindi ovvio che in termini assoluti, determinati sul volume d'affari, prevalgano comportamenti apparentemente virtuosi, dato che è alquanto improbabile che la Telecom o la Edison, il cui fatturato totale è forse pari all'intera economia della Calabria, possano mettersi a sottofatturare. 

Ciò che andrebbe  verificato è se il popolo delle piccole partite IVA settentrionali, comparabile con la dimensione di gran parte del mondo economico meridionale ha comportamenti virtuosi (con evasione quindi al 20/25%) oppure a soglie di evasione più alte.

Sono d'accordo con Michele per quanto riguarda la criminalità. E' questo il vero problema nonchè causa-effetto dell'evasione, ma consideriamo che per il commerciante di Palermo la scelta tra pagare il pizzo al capomandamento del quartiere e recuperare attraverso l'evasione una parte di quanto pagato, può  essere una scelta obbligata, dato che lo stato al massimo di multa, mentre don Carmelo mi fa saltare in aria il negoazio.

Michele, non so bene cosa intendi per questione meridionale. Potrebbe anche essere che gran parte dell'evasione sia localizzata al sud, ma questo non implica che:

1. I lombardi ed i veneti le tasse le pagano ma i campani ed i calabresi no.  Per fare questo punto occorre prima rispondere alla domanda: quanti lombardi e veneti trasferiscono la loro attivita' in campania o calabria per evadere le tasse? Siamo sicuri che quei lombardi e quei veneti li' (che a naso non sono pochi) sono a favore dell'eliminazione dei paradisi fiscali del mezzogiorno? Non e' un caso che la stragrande maggiornaza delle lamentele contro VV vengono da operatori in attivita' nontradeable. (Per inciso, per quelli invece andati direttamente all'estero, ricordiamoci del regalino di Temonti con lo scudo fiscale).

2. La strategia ottimale del governo e' quella di intensificare da subito il prelievo dell'evasione dal meridione. Per prima cosa, siamo sicuri che questo non sia il caso? In secondo luogo, anche se il prelievo dell'evasione fosse principalmente concentrato al nord, non e' questo naturale visto che al nord, almeno nel breve periodo, l'enforcement technology e' migliore? Magari si puo' discutere se il governo stia investendo o meno in enforcement technology al sud, il che probabilmente e' in gran parte legato alla lotta alla criminalita' organizzata.  Ma non credo sia realistico non tener conto della diversa tempistica degli interventi al nord ed al sud.   Una cosa poi e' certa: gli altri governi e Berlusconi in testa sono completamente inadeguati a risolvere il problema dell'illegalita' sia al nord che al sud. E' quest'ultima considerazione che probabilmente sposta il nocciolo della questione verso la domanda "ridurre l'evasione (in un dato posto, in un dato tempo) e' un bene oppure un male?".

 

 

I lombardi ed i veneti le tasse le pagano ma i campani ed i

calabresi no.  Per fare questo punto occorre prima rispondere alla

domanda: quanti lombardi e veneti trasferiscono la loro attivita' in

campania o calabria per evadere le tasse?

Senza un minimo di dati a supporto una spiegazione del genere lascia il tempo che trova, a mio parere. E tutto quello che so dei dati esposti va contro questa congettura.  Le stime ISTAT confrontano consumi e risparmi con i redditi dichiarati. Se per assurdo veneti e lombardi producessero redditi con evasione fiscale a Sud, questi redditi dovrebbero emergere dalle loro parti come consumi e/o risparmi non corrispondenti ai redditi dichiarati.  Questo aumenterebbe le stime di evasione fiscale ISTAT in Veneto e Lombardia, e questo non di osserva.  Si osserva invece che i consumi/risparmi a Sud sono molto superiori ai redditi dichiarati.

Una cosa poi e' certa: gli altri governi e Berlusconi in testa sono

completamente inadeguati a risolvere il problema dell'illegalita' sia

al nord che al sud. E' quest'ultima considerazione che probabilmente

sposta il nocciolo della questione verso la domanda "ridurre l'evasione

(in un dato posto, in un dato tempo) e' un bene oppure un male?".

Dai dati statistici disponibili risulta che, al di la' della propaganda, 5 anni di Ulivo sono stati equivalenti a 5 anni di Berlusconi, riguardo all'evasione fiscale in rapporto al PIL in Italia. Certo la propaganda e' molto diversa, ma questo e' tutto. Di fatto la politica di condoni e la micro-riduzione di tasse di Tremonti, hanno prodotto gli stessi risultati di 5 anni di Ulivo, come e' logico attendersi, se l'Ulivo applica le risorse statali a cercare di ridurre l'evasione fiscale proprio nelle regioni dove questa e' minore o uguale alla media europea, lasciando correre dove invece l'evasione e significativamente piu' alta, come per esempio nelle regioni rosse dell'Italia centrale.

Per quanto riguarda me, appurata la pessima qualita' sia dei governi di destra che di quelli di sinistra, preferisco la politica di destra orientata alla diminuzione delle tasse, piuttosto che la politica di sinistra orientata a spremere solo chi gia' paga le tasse in misura uguale o superiore alla media europea allo scopo primario di aumentare la spesa pubblica clientelare e/o elettorale. E' una preferenza sia chiaro col naso turato a piena forza, perche' il massimo che Tremonti e' riuscito a fare e' stato diminuire le tasse a spese del deficit e lasciando correre la spesa pubblica. D'altro canto le panzane di Padoa Schioppa e i politica deliberata di aumento della spesa pubblica del centro-sinistra sono a mio parere ancora piu' dannose.

 

Nell'articolo del Corriere che descrive la Finanziaria (meglio, il testo di accompagnamento, credo) si legge che

Inoltre si rafforza il sistema dei controlli soprattutto per quanto

riguarda «il patrimonio mobiliare: attualmente in meno del 15% dei casi

viene dichiarata l'esistenza di un patrimonio mobiliare, percentuale

che scende a meno del 3% nel Mezzogiorno».

Ora, o i nostri fratelli e le nostre sorelle del Sud sono particolarmente piu' poveri della media nazionale - ma tanto tanto di piu', non il 20% di piu' delle (truccate) statistiche ufficiali sul reddito e nemmeno il 10% di piu' delle (meno truccate) statistiche sui consumi, ma tipo 7 volte piu' poveri ... - oppure, per una ragione o per l'altra, hanno la manina corta anche quando e' l'ora di riportare che hanno un conto in banca, duecento azioni della Fiat e qualche migliaio di Euro in BTP ... 

Ecco cosa dice il corriere di oggi. Nota soprattutto la parte su Nord-Sud. Guarda ai dati in termini assoluti e non in percentuale. Ma che siamo babbei? Poi dice, si vabbe' in termini relativi il Sud e' peggio, ma «a livello provinciale tanto nel Nord

come nel Sud d'Italia ci sono province in cui la base imponibile evasa

supera addirittura la base imponibile dichiarata» (sic). Roba da pazzi. Veramente insultante per l'intelligenza di chi legge.

 

ROMA - L'evasione fiscale «brucia» oltre 100 miliardi di imposte

l'anno. Il cambio di politica tributaria sta però portando i suoi

frutti e «tra il 2006 e il 2007 sono stati recuperati circa 23 miliardi

di euro di maggiori entrate precedentemente non pagate e in parte

legate ad un miglioramento dell'adesione tributaria dei cittadini». E

l'importo del recupero di base imponibile fiscale più essere

considerato considerato «acquisito» in modo «non temporaneo». È quanto

afferma la relazione su «I risultati della lotta all'evasione fiscale»

che è stata elaborata dal vice ministro Vincenzo Visco e inviata in

Parlamento dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa.

SUL PIL

- L'evasione fiscale in Italia, in termini di gettito, equivale ad

almeno 7 punti percentuali di Pil. «Il valore aggiunto dell'economia

sommersa nel nostro paese - si legge nel documento - è quasi il 18%

dell'intero prodotto interno lordo e si stima che l'evasione fiscale

sia anche maggiore raggiungendo il 21% della base imponibile Irap e il

33% della base imponibile dell'Iva». Questi livelli di evasione,

sottolinea Visco, «sono fino quattro volte superiori a quelli dei paesi

europei più virtuosi».


NORD E SUD - Sul fronte

dell'evasione «le differenze tra Nord e Sud del Paese sono spesso

minime» e «i dati dell'evaso Irap sono, in termini assoluti, simili in

Campania e in Lombardia, in Veneto e in Puglia, per le città come

Napoli e Torino». Il rapporto ammette che l'evasione risulta maggiore

in alcune regioni del Sud del Paese, se la si guarda in termini

relativi, ma evidenzia subito che «a livello provinciale tanto nel Nord

come nel Sud d'Italia ci sono province in cui la base imponibile evasa

supera addirittura la base imponibile dichiarata». Tra le tipologie di

contribuente, invece, il rapporto evidenzia che «l'evasione coinvolge

sia le grandi sia le piccole imprese, sebbene risulti più diffusa tra

quest'ultime». Così, se in termini assoluti risulta più alta nelle

grandi imprese a causa della loro dimensione, le Pmi «occultano al

fisco quasi il 55% in più della base imponibile di quanto facciano le

imprese di maggiori dimensioni».


SERVIZI E COMMERCIO -

«Più dell' 80 per cento dell' evasione fiscale è generato nel settore

dei servizi, particolarmente alle imprese e alle famiglie, e nel

settore del commercio al dettaglio». La valutazione viene fatta in base

al «peso di ciascun settore dell'economia» anche perché «diversamente

da quanto spesso si ritiene - è scritto nel rapporto - l'evasione in

Italia è un fenomeno diffuso che coinvolge, a diversi livelli, tutti i

settore dell'economia e l'intero territorio nazionale, sebbene con

diversa intensità». Il ministro dell'Economia e delle Finanze spiega in

particolare che, per quanto riguarda l' Irap, in agricoltura si evade

il 39% del valore aggiunto, il 29% nel terziario e nei servizi, del 9%

nell'industria, «con i valori più elevati che si registrano nel settore

delle costruzioni e dei servizi immobiliari dove si stima che

l'evasione superi il 50% del valore aggiunto».


Ci provo anch'io, vediamo se mi viene:

In termini assoluti la disoccupazione nel Sud e' simile a quella del Regno Unito; nulla di cui preoccuparsi. In termini relativi, certo bisogna ammettere che la disoccupazione al Sud sia piu' elevata che non nel Regno Unito, ma nel Regno Unito come al Sud ci sono disoccupati che non sono in grado di tirare a fine mese.

Ops, mi e' venuto.

 

 

 

Improvvisamente TPS si è dimenticato le "proporzioni". Ma forse è meglio non rispedirlo subito a scuola. Chissà che seguendo la medesima logica, in una confederazione italian/bossiana futuribile, chiederà alla Lombardia quanto chiede alla Campania. Oppure, chissà che nella finanziaria 2009 non si appresti a reintrodurre l' imposta capitale di antica memoria: 10.000 euro a testa e via andare. Una mega flat tax indotta da particolari concettualizzazioni sull' art. 53.  

In termini assoluti... ma allora come guardiamo la seconda figura dell'articolo?

Aggiungo alcuni dati recenti sull'evasione fiscale, che mi sembrano di scarso interesse se non per valutare come l'associazione che li ha prodotti (www.contribuenti.it) e i giornali li riportano. Queste le agenzie stampa originate dall'associazione:

Italianamente non si riportano questi dati che sarebbero utili a meglio comoprendere l'informazione:

  • le fonti dell'elaborazione
  • l'evasione pro-capite o per famiglia o almeno come percentuale del PIL
  • l'evasione pro-capite o come percentuale del PIL nei paesi civili cui l'Italia vorrebbe assomigliare
  • quale e' la pressione fiscale reale, e quale e' la pressione fiscale agente su chi paga tutte le tasse, maggiore di quella reale a causa dell'evasione
  • come varia Regione per Regione o per macro-area l'intensita dell'evasione
    in quali aree del Paese l'evasione fiscale supera quella tipica europea
  • come si confronta questa stima con quelle precedentemente elaborate
  • a quale data si riferisce l'elaborazione, e in particolare prima di Visco+TPS, durante l'azione dei due, o dopo la sconfitta dell'Unione a inizio 2008?  Insomma, gli annunci trionfali secondo i quali l'evasione era sotto attacco sarebbe presto stata ridotta a zero erano di qualita' migliore o peggiore degli annunci di R.Brunetta sulla riduzione dell'assenteismo?


 

Il Corriere della Sera pubblica un articolo sintetico sull'attivita' del governo in materia di evasione fiscale.  I dati sono generici e poco indicativi, secondo lo stile tipico dei ministeri e della Stampa italiana, ma c'e' qualche elemento positivo.

 

[...] le strategie operative di quest'anno sono state indirizzate verso la selezione dei soggetti a maggior rischio, ossia di quelli che evadono di più nell'ambito delle varie categorie economiche, alla luce dei gravi danni arrecati nell'attuale periodo di crisi non solo al bilancio dello Stato, ma anche in termini di equità sociale, allontanando peraltro la ripresa della crescita» [...]

CONTROLLO - L'attività di controllo dei primi 5 mesi ha inoltre evidenziato oltre 23 milioni di euro di diritti doganali evasi accertati, con il sequestro di 106 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando; 16 milioni di accise evase su oli minerali ed alcoli, di cui 15 tonnellate sequestrate in flagranza di reato; 3.500 interventi a tutela del monopolio statale sui giochi e sulle scommesse, che hanno portato al sequestro di 2.050 videoslot, 300 agenzie di bookmaker esteri e 4.500.000 tagliandi di lotterie istantanee gratta e vinci non autorizzate. Gli accertamenti in materia di spesa pubblica hanno condotto alla scoperta di truffe in materia di finanziamenti comunitari e nazionali a sostegno delle imprese per 220 milioni, danni erariali denunciati alla Corte dei Conti per 480 milioni e casi di malasanità per 52 milioni (il doppio rispetto al 2008). In particolare, 1.850 persone sono state denunciate alla magistratura per truffe ed indebite fruizioni di prestazioni sociali agevolate destinate alle fasce di famiglie più deboli (borse di studio, affitti di alloggi, esenzioni dai ticket sanitari, buoni libro, assegni di maternità, ecc...).

 

Dopo le balle colossali di Padoa Schioppa, a mio parere funzionali solamente a spremere ancora di piu' gli imprenditori del Nord Italia che non solo tengono su tutta la baracca dello Stato italiano, ma come illustrato evadono come o meno di quanto si verifica in Francia e Germania, sembra che l'azione dello Stato - almeno a parole - sia indirizzata in maniera almeno un minimo sensata, cioe' verso le aree di vera, abnorme evasione fiscale di livello nordafricano, che si verifica prevalentemente in alcune regioni ben conosciute del Belpaese.  Almeno a parole, l'azione di contrasto all'evasione si concentra sui soggetti che appaiono, per categoria, fuori media. Viene perseguito il contrabbando di tabacco, diffuso nel Sud Italia, l'evasione e gli imbrogli sulle accise della benzina, il gioco d'azzardo illegale, diffuso specie al Sud e controllato dalla criminalita' organizzata, le truffe sulle prestazioni sociali (tipo esenzione dal ticket e pensioni di invalidita' false, endemiche al Sud), le truffe sui contributi comunitari (di nuovo prevalenti a Sud). Ho la netta impressione che - data la struttura dello Stato italiano - non ci sara' nessun progresso significativo.  Ma almeno non si raccontano piu' le balle si prima.

 

Se Atene piange Sparta non ride...

http://www.e-gazette.it/index.htm

Truffa a colpi di chilowatt, Gdf mette sotto accusa alcune aziende milanesi
Milano, 22 giugno – Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano ha scoperto un'evasione per circa quattro milioni di euro nel settore delle accise dell'energia elettrica perché su oltre un miliardo di kilowattora non erano state applicate le dovute imposte e le relative addizionali provinciali. Lo hanno riferito le stesse Fiamme gialle in una nota, spiegando che alla cifra evasa si aggiungono sanzioni per oltre nove milioni di euro.
Le aziende verificate, tutte con sede in Milano e provincia, risultavano beneficiarie delle esenzioni previste dalla normativa tributaria per chi utilizzava per determinati scopi energia elettrica in quantitativi mensili superiori ad 1,2 milioni di kilowattora.
“Ma gli accertamenti eseguiti hanno permesso di rilevare che tale energia esentasse veniva utilizzata o da imprese che non avevano i requisiti previsti dalla legge o, in altri casi, per impieghi diversi da quelli previsti dalla norma di favore”, dicono le Fiamme Gialle.
Nelle indagini - che hanno portato alla denuncia di quattro persone per le ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato ed appropriazione indebita - sono state anche scoperte fatture emesse senza addebitare l'Iva, o con un'aliquota più bassa di quella dovuta, per un totale di oltre 30 milioni di euro.
Secondo quanto riferito, è emerso che i denunciati, pur avendo addebitato ad alcuni clienti le imposte dovute, avevano trattenuto le somme senza poi versarle all'Erario.
La cifra di un miliardo di kilowattora è pari al consumo domestico annuale di circa 865.000 persone oppure a 25 volte la produzione nazionale di energia da impianti fotovoltaici del 2007.

 

Repubblica del 11/5/2012 informa di un interessante studio di Bankitalia (una delle poche istitutioni dello Stato italiano che sembra funzionare decentemente) sull'evasione fiscale. Riporto alcuni stralci:

 

 

Lo studio parte dall'uso dei contanti, anche se la novità consiste nella stima effettuata sulla parte di economia dovuta alle attività vietate della legge. In particolare l'analisi, compiuta su 91 diverse province, ha valutato le transazioni irregolari relative a prostituzione e traffico di stupefacenti: in pratica attività illegali volontarie evitando quelle legate a violenza (come le estorsioni) e quelle realizzate senza accordo (come i furti). Dai risultati emerge un'incidenza media dell'economia sommersa e di quella illegale pari rispettivamente al 16,5 e al 10,9 per cento del Pil nella media del quadriennio 2005-2008: per un totale del 27,4% di economia inosservata.

 

Questo studio si incastra alla perfezione tra le stime del totale dell'economia sommersa dei lavoro citati di Schneider e altri, che stimano un 27% piu'  o meno costante per l'Italia negli ultimi 15 anni, e gli studi ISTAT, che stimano il sommerso di attivita' legali intorno al 16-18%. Secondo questo studio la differenza tra le due stime corrisponde alle attivita' criminali sommerse. Si tratta di un'incidenza del PIL nettamente superiore a stime che ho visto pubblicate per altri Stati, come il Canada, ma tutto sommato non implausibili con quello che ci si puo' aspettare con uno Stato come quello italiano. Anche Schneider e altri usano la domanda di contante per ottenere una stima omnicomprensiva del sommerso di uno Stato, mentre l'ISTAT usa primariamente una sua stima stima dei lavoratori dipendenti basata su quantita' misurabili e la confronta con i lavoratori dipendenti dichiarati al fisco, ottenendo una stima del sommerso che piu' direttamente ha a che fare con sottrazione di gettito fiscale teoricamente ottenibile. Le attivita' criminali non potrebbero generare gettito aggiuntivo, semmai lo Stato dovrebbe essere piu' efficace nel contrastarle.

Secondo lo studio di Bankitalia

 

Gli ultimi dati, riferiti al 2008, sono ancora più incisivi: l'economia sommersa totale si attesta al 31,1%, sommando il 18,5% del Pil dell'economia che sfugge al fisco e il 12,6% legata a chi sfugge invece dalla legge per ragioni criminali.
Le tabella indicano una crescita esponenziale tra il 2006 e il 2008: il sommerso globale è passato dal 24,6% del 2006 al 31,1% del 2008 con una crescita di 6,5 punti percentuali. Il sommerso "fiscale" è balzato dal 15% al 18,5% del Pil, quello criminale dal 9,6% all'11,3%.

 

Cioe' mentre TPS affermava che la riduzione a zero dell'evasione fiscale era possibile e a portata di mano, mentre Prodi diceva che con l'avvento del governo dell'Unione tutti gli italiani venivano a pagare le tasse spontaneamente ... i dati indicano che il sommerso sia "fiscale" che "criminale" aumentavano significativamente (Repubblica scrive addirittura "esponenzialmente" utilizzando una forma scadente di italiano contemporaneo). Inutile sperare che il giornalista di Repubblica si sia accorto e abbia pensato di ricordare ai lettori questo genere di curiose coincidenze.

Lo studio di Bankitalia e' questo: n. 864 - La misurazione dell’economia sommersa attraverso l’approccio della domanda di circolante: una reinterpretazione della metodologia con un’applicazione all’Italia (Measuring the underground economy with the currency demand approach: a reinterpretation of the methodology, with an application to Italy).di Guerino Ardizzi, Carmelo Petraglia, Massimiliano Piacenza e Gilberto Turati , aprile 2012.