Che i professori universitari italiani guadagnino tanto (o poco) è un tema comparso diversevolte su questi schermi. Poiché è in corso uno sciopero dei docenti (le cui ragioni sono spiegate qui), torna forse utile aggiornare un po' i conti.
Nell'ultimo rapporto Education at a Glance, l'OCSE ha calcolato il salario medio annuo dei professori delle università pubbliche in diverse nazioni, relativo all'anno 2013/2014 e aggiustato alle rispettive parità di potere d'acquisto.
I risultati pongono il reddito degli universitari italiani fra i più elevati, sostanzialmente alla pari con quelli dei docenti americani. Data l'enorme differenza nel PIL pro capite fra Italia e Stati Uniti, non pare del tutto azzardato osservare che da noi queste figure ricevono – in media – un trattamento assai migliore rispetto agli altri lavoratori.
In questi ultimi dati dell'OCSE troviamo un altro elemento interessante. Il PIL pro capite italiano è, oggi, grosso modo allo stesso livello di 20 anni fa. Viceversa, gli stipendi pubblici (tra cui quelli degli universitari) dopo la crisi non hanno subito alcun calo, se non la (lieve) erosione che arriva dall'inflazione.
Mi chiedo quanto questa evidenza sia influenzata dalla struttura per età dei docenti universitari. Nel rapporto viene riportata solo fino alle superiori, ma andando sul database OECD e facendo due calcoli si vede come i docenti universitari italiani siano di gran lunga i più vecchi tra i paesi considerati. In Italia il 50,6% ha più di 50 anni, in F il 37,4%, in D il 24,2%, in ES il 42%, in UK il 41,3%. Addirittura in Italia l'11,3% ha più di 64 anni ... Questo ovviamente significa che i più elevati salari di fine carriera in Italia pesano enormemente di più nel determinare l'average salary.