Alcuni chiarimenti sulla riforma della scuola primaria

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Visto l'interesse dei lettori sul tema della scuola suscitato da un paio di recenti articoli, segnalo un dossier inviatomi da un amico proponente un'esegesi sinottica di due documenti, intitolati, "Tutte le bugie della sinistra", e "Tutte le bugie del premier sulla scuola ", il primo pubblicato sul sito del governo e il secondo sul sito del PD. Il dossier è stato preparato dalla rivista Tuttoscuola.

Da esso si acquisiscono non solo notevoli informazioni che mancavano nei media, ma si impara anche molto sul livello del dibattito politico che i nostri politicanti amano instaurare. Vengono segnalati una serie di errori di calcolo, imprecisioni e omissioni da parte sia del governo sia dell'opposizione da far rizzare i capelli. Passi la tendenza a presentare fatti e proposte in maniera tendenziosa, evidenzando alcuni dati e omettendone altri (direi che questo è "naturale" nella dialettica politica). Qui però si fa molto peggio. Si presentano all'opinione pubblica dati erronei, distorti, in alcuni casi sbagliando semplici addizioni. Per esempio scopriamo che l'aumento delle classi a tempo pieno, calcolato dalla semplice somma di 5 numeri, viene riportato dimenticando una cifra, così il numero 15750  diventa 5750. Un rapporto alunni/docente (pari a 11) viene confuso con il numero di docenti per 100 alunni (9), e così via. Davvero sconfortante. 

Chiarisco che non conosco la rivista Tuttoscuola, e non posso garantirne l'attendibilità. Da quanto scrivono però sembrano seriamente interessati a capire cosa il governo e l'opposizione intendessero voler dire, e sembrano abbastanza imparziali da riuscire a bastonare entrambe le parti.

 

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Commenti

Ci sono 79 commenti

Ringrazio NFA per il documento, leggere le cose in questo modo è semplicemente entusiasmante, a questo punto il dibattito dovrebbe cominciare sul perchè i media disinformano, ma questo è già stato oggetto di un post, non ci torno.

A me sembra chiara solo una cosa: sono tutti incompetenti e andrebbero cacciati a calci nel sedere, ieri sera all'aperitivo (si fa anche a Napoli, niente a che vedere con quelli di su, però) un mio amico imprenditore, facendo anche riferimento a un articolo di Repubblica sul ricambio fra gli imprenditori e sul fatto che nonstante tutto l'Italia è là, grazie alle capacità delle PMI di innovarsi ha detto: "E' ora che noi imprenditori si entri in politica seriamente e si cambi questo paese!" Ovviamente si riferiva ai piccoli e medi imprenditori, ma io sono perplesso e ho ribattuto: "Sì, io mi dò alla politica e l'azienda va in malora !" Nessuna risposta, ma sono sempre più sconfortato.

 

A proposito del rapporto tra spesa complessiva e spesa del personale, avevo anche io calcolato anni fa quel 97%, che è cosi' da tempo e non è affatto una novità recente.

C'è anche da dire che è corretto cio che scrive tuttoscuola a proposito della non corretto utilizzo del dato OCSE senza spiegare bene a cosa si riferisce. 

 

il PD afferma: Vengono smentiti non dal Pd ma dall’Ocse nella pubblicazione “Education at a Glance, 2007”. Infatti, i dati della spesa corrente per il personale, raffrontati con quelli di altri Paesi, risultano questi: Italia 80,7 Francia 80,7 Germania 85,1 Gran Bretagna 69,7 Media Ocse: 80,1 Di conseguenza l’Italia risulta allineata alla media Ocse ed ha una spesa per gli stipendi inferiore a quella della Germania. 

Tuttoscuola replica: Sono due modi diversi di valutare la spesa.

Se si esamina la spesa del solo ministero dell’Istruzione, l’incidenza delle spese di personale è del 97%.

Se nel computo si includono anche le spese di altri soggetti istituzionali, dalle Regioni ai comuni (spesa complessiva per l’istruzione) l’incidenza dei costi del personale si abbassa ai valori dell’80,7%.

Non si capisce perché in tanti dibattiti televisivi, interviste e documenti ufficiali né esponenti del governo né dell’opposizione abbiano voluto specificare che ci si riferisce a indicatori diversi. Entrambi i dati sono corretti, se si spiega a cosa si riferiscono 

 

 Tuttoscuola dimentica tuttavia di dire una cosa importante: la tabella incriminata (la B6 del rapporto) indica la spesa educativa totale, pubblico + privato. Stiamo quindi comparando dati disomogenei. Ora la spesa della scuola privata in Italia è bassa ma nell'università per esempio è 1/3 del totale. 

Saluti,

Francesco 

 

Mi scuso per il parziale off-topic, però non ho potuto fare a meno di notare il seguente pezzo dal documento di Tuttoscuola

 

si riportano testualmente i contenuti del dossier “Tutte le bugie della sinistra”, presentato dal governo e tuttora scaricabile dal sito del governo (alla pagina www.governo.it/GovernoInforma/scuola.pdf) e dal sito di Forza Italia (alla pagina www.forzaitalia.it/speciali/decretogelmini.pdf)

 

Ora, io forse sono in amerika da troppo tempo, ma veramente è così assolutamente normale che il sito del governo, finanziato con i soldi di tutti, venga usato per pubblicare quella che è puramente e semplicemente propaganda di partito? Si, lo so, è una cosa minore e irrilevante. Se lo compariamo a come la Rai viene per esempio continuamente usata in modo scandalosamente partigiano, usando una quantità di risorse dei contribuenti incommensurabilente maggiore, questo è probabilmente nulla. Lo stesso, questo livello di impudenza a me continua a grattare parecchio i nervi. Mah, forse sono l'unico. Scusate lo sfogo.

 

 

Ora, io forse sono in amerika da troppo tempo, ma veramente è così

assolutamente normale che il sito del governo, finanziato con i soldi

di tutti, venga usato per pubblicare quella che è puramente e

semplicemente propaganda di partito?

 

In Italia il concetto di normalità è stato abolito da tempo. 

Ciao,

Francesco 

 

 

 

e sembrano abbastanza imparziali da riuscire a bastonare entrambe le parti. 

 

Gli unici a essere bastonati siamo noi cittadini. Non un governo che mette mano alla scuola sull'unica base del preciso mandato con cui è stato eletto, quello di ridurre il debito pubblico (sono le parole del Ministro Gelmini nell'intervista sottocitata), senza intavolare un serio confronto didattico-pedagogico, né un'opposizione incapace di obiettare in maniera credibile a quanto sta accadendo.

Se invece che seguire acriticamente i dati che gli uni e gli altri forniscono ci fosse una maggiore partecipazione della cittadinanza alla vita pubblica, forse i politicanti si ricorderebbero di rispettare maggiormente chi li ha eletti propri rappresentanti (e chiedo scusa per la rima politicanti-rappresentanti, ma non riesco a chiamarli politici).

Invece, come dice il ministro, "purtroppo una bugia ripetuta 10 volte può diventare, per qualcuno, verità."

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-7/interv-gelmini/interv-gelmini.html

 

Dico soltanto che siamo nelle mani di un branco di incompetenti, presuntuosi e bugiardi! E' triste e preoccupante ... Un mio collega, scherzando, ma nenache tanto, ha detto che ha fatto domanda per andare ad obliterare i biglietti agli ingressi dei musei piuttosto che vivere sulla propria pelle la distruzione della scuola. Andrò a fargli compagnia... 

 

Vi ricordo che non sono forte con le cifre, ma ora sono addirittura stupita (ma anche no) leggendo questi numeri che persino la matematica sia opinabile.

Su alcune cose vi do ragione: sono un branco d'incompetenti e ciascuno tira l'acqua al proprio mulino, no non è normale che un sito di governo faccia propaganda e ogni loro intervento sull'argomento è un'occasione in più per denigrare la sinistra quando il dialogo potrebbe essere più costruttivo.

Invece di continuare accusare un partito politico di strumentalizzare gli studenti e i docenti, perchè non ci forniscono degli argomenti seri o degli studi su cui si basa il loro pensiero? Ad ogni domanda rispondono con degli slogan. Come l'argomentazione dell'unica figura di riferimento che i bambini tra i sei e i dieci anni avrebbero bisogno, qualcuno la sa? Da che studi viene? Perchè i bambini non hanno due genitori come figure di riferimento in famiglia? Che, sono confusi per questo?

 

"il tempo pieno non diminuirà, anzi già

dal prossimo anno con l'eliminazione delle compresenze e il ritorno al

maestro prevalente ci saranno 50.000 bambini in più che potranno

usufruire del tempo pieno"

 

Su che basi il ministro fa affermazioni tipo questa? Ci sono addetti ai lavori che cercano di capire come e non cavano un ragno da un buco a gennaio ci sono le iscrizioni e le segreterie non sanno che dire ai genitori che chiedono informazioni. 

è importantissimo invece, secondo me, capire perchè i media disinformino ... a chi sono i mano i media, e chi ha interesse che la gente sappia il meno possibile? Cosa sta sotto al motivo della disinformazione? Non certo gli inreressi dei maestri ad esempio!

 

Chiarisco che non conosco la rivista Tuttoscuola, e non posso

garantirne l'attendibilità. Da quanto scrivono però sembrano seriamente

interessati a capire cosa il governo e l'opposizione intendessero voler

dire, e sembrano abbastanza imparziali da riuscire a bastonare entrambe

le parti.

 

Durante le mie ricerche di articoli ho letto spesso Tuttoscuola e non so, l'ho trovato un po' di parte. ma forse sono di parte io!

Questo invece è l'articolo della buonanotte! 

 

 

 

Ora, io forse sono in amerika da troppo tempo, ma veramente è così assolutamente normale che il sito del governo, finanziato con i soldi di tutti, venga usato per pubblicare quella che è puramente e semplicemente propaganda di partito? Si, lo so, è una cosa minore e irrilevante.

 

No, naturalmente non è né normale, né irrilevante. L’Italia si divide in questo caso in 3 categorie. Chi queste cose non le legge, e anche se le legge non le capisce (a "destra" e a sinistra, la maggioranza). Chi le legge e fa finta di non capirle (a "destra"). Chi le legge e le capisce benissimo (a sinistra, una minoranza. Tra questi metto anche i veri liberali, destra senza virgolette, non i LV).

Devo, con rincrescimento, annoverare tra i LV coloro che danno comunque credito al ministro Gelmini e al suo governo (da usare, s’illudono, come l’utile idiota per portare a casa lo scalpo del merito) nonostante, ad esempio, i plateali e grossolani errori (sviste?) contenuti nelle schede a cura del MIUR distribuite durante la conferenza stampa del 22 ottobre (vedi link di questo articolo "Tutte le bugie della sinistra").

E devo anche ricordare che una reale opzione politica liberale in Italia non c’è mai stata (ad eccezione di Cavour e pochi altri, dei radicali forse?), non c’è e forse non ci sarà, e magari anche un pochino per responsabilità di chi ascoltando, coerentemente e legittimamente, il self-interest se n’è andato in America e ci ha lasciato qui nella…Mi scuso infine, per il parziale off-topic e riprendo la fine del mio precedente post: 

 

...sarei grato ai lettori del forum, in particolare agli economisti, se potessero esprimere una loro opinione in merito all’utilità/necessità, o meno, dell’insegnamento di economia nella scuola superiore, compresi ovviamente i licei.

 

So che anche il silenzio contiene informazione; però io sono un po' duro di comprendonio e quindi rinnovo l'appello.

 Vi è chi scorgerà dietro questa richiesta solo la preoccupazione per la careghetta (pensiero perlatro non così disdicevole, nonostante i 1600 €/mese, assegni e detrazioni fiscali incluse). In realtà sono davvero interessato alle vostre opinioni, che potrebbero anche essere del tipo: io ho fatto il liceo (come il sottoscritto); fino a 20 anni non ho mai sentito parlare di vincolo di bilancio, convessità delle curve di indifferenza, EEG, ecc. eppure sono diventato un autorevole economista... 

In Italia è in corso su questo tema un dibattito, ahimé non molto diffuso, grazie soprattutto all'azione di un'associazione professionale qui.

Quello di chi è fuori dall'Italia sarebbe senz'altro un prezioso contributo di stimolo al dibattito interno.Se vi è interesse sono disponibile ad offrire riferimenti e materiali relativi. 

 

 

Che poi ripensandoci bene ...  sembra un litigio tra i miei due figli!

"ma hai detto più bugie tu" 

"No ne hai dette tu di più!"

"Non è vero perchè tu hai ripetuto la stessa dieci volte"!

"va bene, ma le tue allora sono più gravi"

"Ahhhh io lo dico alla mammma"

"e io lo dico al papà che è più forte"

 

e che cavolo, ma non è un po' ridicolo da una classe politica seria????

 

Al di là dello stupore per il fatto che i miei, i nostri soldi, siano usati per fare propaganda di una parte contro l'altra, cosa di una inciviltà unica e che dimostra la pochezza di chi ci governa , stiamo perdendo l'occasione per discutere "veramente" della riforma Gelmini, Tuttoscuola riporta dati ufficiali per confutare dati "governativi" e dell'opposizione, e poichè i numeri hanno la strana tendenza a diventare di parte, sarebbe il caso di tornare alla riforma partendo dai numeri di Tuttoscuola, che a questo punto sembrano affidabili.

Io ho capito una cosa: il 97% del bilancio del MIUR se ne va in stipendi, tutto quello che serve per la didattica, edilizia scolastica, servizi mensa, ricerca, etc., ce li mettono Regioni, Provincie, Comuni,  e il Padreterno, per poter poi arrivare a quella percentuale dell'80, % di incidenza degli stipendi rispetto alla spesa per l'istruzione.

Quindi le Regioni, provincie, Comuni più ricchi offrono servizi migliori, poichè se li possono permettere, la parte più povera del paese tiene le scuole aperte perchè non dev pagare gli stipendi, ma parlare di servizi è impossibile, giusto ?

E forse è per questo motivo che gli studenti meridionali fanno mediamente più schifo di quelli del nord ? (l'altra bossiana spiegazione è che no, gli studenti meridionali sono effettivamente sottosviluppati). C'è traccia di ciò nella "riforma" Gelmini ? Non mi sembra, per cui tornando a bomba, ancora una volta mi sembra dimostrato che questa riforma non serve a niente, eccetto un risparmio di spesa (che comunque non è poco), ma non ha nessun altro intento fra quelli sbandierati dall'avvocato di Brescia-Catanzaro.

 

 

Io ho capito una cosa: il 97% del bilancio del MIUR se ne va in

stipendi, tutto quello che serve per la didattica, edilizia scolastica,

servizi mensa, ricerca, etc., ce li mettono Regioni, Provincie,

Comuni,  e il Padreterno

 

Dimentichi nell'elenco la spesa delle famiglie, che e' modesta ma non trascurabile, e in aumento. La mensa per i miei figli in eta' scolare, per fare un singolo esempio, la pago io, e cosi' i libri.

 

Quindi le Regioni, provincie, Comuni più ricchi offrono servizi migliori, poichè se li possono permettere ...

 

Assolutamente no! Le Regioni, le Province e i Comuni ricevono principalmente trasferimenti dallo Stato centrale, e questi trasferimenti sono in generale inferiori per le aree piu' ricche e che contribuiscono piu' tasse, e maggiori per le aree piu' povere che pagano meno tasse.

L'unica spesa potenzialmente diversa tra aree ricche e povera e' la spesa delle famiglie, che comunque e' un contributo minore.

Nota bene che anche con la Costituzione "federale" sovietico-catto-comunista dell' Ulivo, giocoforza implementata nella bozza Calderoli, l'istruzione e' considerata servizio essenziale corrispondente a diritto umano fondamentale e come tale finanziato in maniera 100% perequata, con finanziamento di fatto per trasferimento dallo Stato Centrale, esattamente come ora, nonostate la vernice federale, verbosa quanto insussistente.  L'unica modifica con la bozza Calderoli, apparentemente, e' il passaggio al "costo standard", al posto della spesa storica.

Quanto ai risultati scolastici meridionali, e' noto che non dipendono dalla spesa scolastica.  La spiegazione piu' ragionevole e seria e' che dipendano dall'arretratezza della societa' meridionale e da una maggiore inefficienza e minore qualita' della gestione della spesa pubblica nel Sud.

 

Per avere una base su cui confrontarsi suggerisco questo documento ,prodotto dal governo Prodi e peraltro già citato in altri post di nFA, dove a pagina 227 la tavola A1.12 evidenzia che la Campania è agli ultimi posti per la spesa scolastica per studente e anche complessiva insieme con Puglia, Liguria e Sicilia. Ai primi posti si trovano ovviamente le regioni del centro-nord. In un altro punto del documento viene citato uno studio specialistico che spiega le differenze di qualità dei risultati scolastici in base non solo alle risorse disponibili a scuola e nel territorio ma anche al loro uso più o meno efficiente( fattore prevalente per spiegare le differenze tra risultati scolastici del centro rispetto al Nord)

 

 

Grazie per l'indicazione. Per capire come mai la spesa per studente per istruzione e' inferiore in media nel Sud Italia. riporto quanto dice lo stesso documento:

 

Secondo le ricostruzione effettuate nell’ambito della ricerca INVALSI-MIPA (2005), le differenze nella spesa complessiva annua (pubblica e privata) per studente non sono riducibili al tradizionale divario tra Centro, Nord e Sud, presentando la Liguria una spesa simile a Campania e Puglia e la Sardegna una spesa pari al Friuli-Venezia Giulia (vedi Appendice 1, Tavola A1.12). Il contributo delle Province al totale della spesa per la scuola presenta una larga differenza fra alcune delle regioni più popolose (è, ad esempio, in Piemonte il 7,3 per cento e in Lombardia il 7,5 per cento contro il 3,6per cento della Sicilia e il 2,9 per cento della Campania). Comunque, è soprattutto nella scuola dell’infanzia, in larga parte sotto la responsabilità dei Comuni, che si avvertono le maggiori differenze territoriali. In generale, si può osservare che nelle regioni del Sud, la componente di finanziamento dovuta allo Stato è maggiore che nel resto del paese, mentre, in queste stesse regioni, risulta minore l’apporto degli enti locali. I finanziamenti degli Enti Locali influiscono peraltro sulla qualità dei servizi alla scuola che nel Mezzogiorno registra livelli qualitativamente inferiori: si pensi ai trasporti, alle mense scolastiche, ai materiali didattici, etc.

 

Riassumerei i dati in questo modo:

  • lo Stato centrale da' per l'istruzione piu' soldi al Sud rispetto al Nord, siccome la spesa MIUR per la Scuola finanzia al 97% stipendi, mi aspetto che al Sud ci siano piu' impiegati pubblici tra insegnanti e personale tecnico amministrativo, in rapporto agli studenti, rispetto al Nord
  • lo Stato centrale da' in generale piu' soldi pro-capite agli enti locali del Sud rispetto al Nord (questo lo dico io e se necessario posso provvedere i relativi riferimenti)
  • gli enti locali del Sud spendono le pur maggiori risorse a loro disposizione invece che per l'istruzione su altri capitoli di spesa
  • come risultato di queste scelte degli enti locali del Sud, non legate a minore finanziamento statale, la spesa per istruzione al Sud e' inferiore

Se devo fare un'ipotesi sul perche' gli enti locali del Sud spendano altrove le loro pur maggiori risorse, ipotizzo che la spesa degli enti locali per la Scuola consiste sostanzialmente in attrezzature, e ha una minore valenza clientelare nella gestione del consenso rispetto all'assunzione di dipendenti pubblici. Incidentalmente noto che la disattenzione degli enti locali del Sud per l'istruzione e' un dato storico consolidato, che fra l'altro ha indotto in passato l'accentramento allo Stato della scuola primaria, inizialmente competenza dei Comuni come - immagino - in molti altri Stati ancor oggi.

Approfitto per citare anche le conclusioni del documento del governo Prodi rispetto ai peggiori risultati della Scuola del Sud, coerenti riguardo l'individuazione delle cause con quanto ipotizzavo (maggiore arretratezza del Sud e peggiore gestione delle risorse finanziarie).

 

 

  • nel Sud le competenze degli studenti sono fortemente sfavorite dal contesto territoriale peggiore rispetto al Nord e al Centro,
  • ma una parte rilevante del ritardo del Sud e una parte predominante del ritardo del Centro sono legati a problemi interni al governo della scuola, e sono dunque aggredibili da un intervento a essa diretto

     

     

    Un contributo ...

     

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    Grazie! 

    Interessante scoprire che un ricercatore di statistica "scopre" di dati OECD che personalmente seguo da piu' quasi 12 anni. Questo è il grande valore aggiunto delle proteste di questi mesi. Moltissimi scoprono finalmente l'acqua calda e quei dati, noti da tempo e costantemente aggiornati, smettono di essere letti solo da pochi interessati. 

    Tuttavia oltre a "quanto" si spende (dato volumetrico assoluto o per studente) dobbiamo anche capire "come" si spende. Partiamo dal dato di fatto che per quanto riguarda il ministero (senza la spesa locale e privata) il 97% della spesa è dato da stipendi. Se nella scuola primaria si spende piu' di altri paesi è perché per non licenziare nessuno hanno inventato i "moduli" che non esistono da nessuna altra parte, a quanto ne so. Ma a vedere i risultati (la prova è nel budino, come si dice) il risultato di contanta spesa va piu' a vantaggio economico di tanti docenti pagati male e che lavorano poco che dei progressi educativi degli studenti.

    Ben altre tabelle ed indagini ci spiegano quante ore lavora un docente a Ginevra, New York, Berlino, Parigi, quanto guadagna e come sono i risultati educativi di quel lavoro rispetto ai nostri.

    Ciao,

    Francesco 

     

     

    Vabbè, mi avete convinto sull'importanza dei numeri ... è che io non posso "competere" a livello numerico con voi, purtroppo me la cavo meglio a livello linguistico! Dimenticavo che su un sito di economisti è difficile spuntarla!!!! Io mi occupo di tutt'altro.

    Una cosa per concludere (tanto poi tornerò a curiosare cosa rispondete lo stesso) la volevo dire: tutto si può migliorare, su questo non ci piove. Immaginiamo pure di importare i modelli migliori possibili in Italia, ma comunque sia non è quello di cui si preoccupa il Ministero della Pubblica Istruzione in questo momento, sembra che gli interessi siano altri (uno potrebbe essere creare un terreno fertile per la scuola privata). La cosa che mi ha fatto aprire un blog ed essere attiva come genitore nel comitato della mia zona è stato soprattutto quello. 

    Avere l'impressione che la "Ministra" sforbiciasse a destra e manca senza cognizione di causa e senza avere a cuore, forse "avere a cuore" per un politico è troppo, diciamo senza aver presente le reali esigenze del settore. Unico fine adempiere alle richeste del Ministero delle Finanze. La pubblica istruzione è senz'altro un settore problematico su cui intervenire, non lo nega nessuno, ma se l'intento fosse stato di migliorare si sarebbero dovuti muovere in altre direzioni. Io penso che siate d'accordo anche voi sul fatto che il governo Berlusconi non si sta muovendo bene per quanto riguarda il mondo della scuola, o no? Leggendo in giro sembrerebbe che i problemoni non verrebbero risolti dalle misure fino ad ora pensate. 

     

    Perché Lugano non è diverso da Como o da ogni altro agglomerato urbano

    italiano, se non perchè si è deciso di adottare soluzioni che

    funzionano meglio.

     

    La differenza più evidente è che uno sta in Svizzera e l'altro in Italia ...  la Svizzera adotta ciò che le proprie risorse le consente di adottare.

    Questa invece è una domanda che vi faccio a proposito della "troppa"

    spesa. La parola troppa indica che ci debba essere sottointeso anche

    rispetto a cosa, o mi sbaglio? La Svizzera è la nostra cugina più ricca che si può permettre Dolce e Gabbana mentre noi ci vestiamo al mercato, tutto qui.

    Io rimango dell'idea che non sempre ci sono i presupposti per l'importazione di modelli esteri in una realtà Italiana, modelli Svizzeri, così come Francesi, Tedeschi o i più quotati Americani. Magari con una rivoluzione ... tabula rasa ... puff

    Un ultimo appunto anche sul modulo ... che è difficile da comprendere. (io personalmente farei tempo pieno con due insegnanti per tutti e ovunque) Tre maestre su due classi servono per potrer avere le stesse opportunità didattiche in un tempo ridotto rispetto al tempo pieno, non solo per quanto riguarda i programmi didattici, ma soprattutto per le ore di compresenza che sono ritenute una delle colonne su cui si basa il pensiero pedagogico di questa scuola elementare. Che poi a livello politico sia anche servito per dare lavoro ad esuberi ... sicuramente succede anche quello (se non di peggio). 

    Nel mio piccolo cerco di informarmi ... vi metto questo che è solo un estratto del capitolo (che sono 40 pagine) che prende come esempio principale una scuola media, ma che ha dei riferimenti che sono utili anche per la scuola elementare.

    Dal IV capitolo (scaricabile qui) di:

    Il sogno di una scuola. Lotte ed esperienze didattiche negli anni Settanta: controscuola, tempo pieno, 150 ore - 2006, Ed. Petite Plaisance

     

     

    La differenza più evidente è che uno sta in Svizzera e l'altro in

    Italia ... la Svizzera adotta ciò che le proprie risorse le consente

    di adottare.

    Questa invece è una domanda che vi faccio a proposito della "troppa"

    spesa. La parola troppa indica che ci debba essere sottointeso anche

    rispetto a cosa, o mi sbaglio? La Svizzera è la nostra cugina più ricca

    che si può permettre Dolce e Gabbana mentre noi ci vestiamo al mercato,

    tutto qui.

    Io rimango dell'idea che non sempre ci sono i presupposti per

    l'importazione di modelli esteri in una realtà Italiana, modelli

    Svizzeri, così come Francesi, Tedeschi o i più quotati Americani.

    Magari con una rivoluzione ... tabula rasa ... puff

     

    La questione della troppa spesa a mio avviso va capita analizzando la qualità della spesa.

    Io, e non credo di essere l'unico, ritengo che il successo economico dei paesi avanzati sia fortemente legato all'investimento educativo ed alla ricerca. Ma ovviamente non basta solo un certo volume. Bisogna vedere "come" viene ripartita ed usata la spesa. Ora in Italia essa è poca (rispetto ad altri) e ripartita male, con risultati finali (benchmarks PISA) scadenti. Nell'ambito della "poca" spesa italiana si assiste tuttavia ad un eccesso di spesa del personale (il "troppa" di cui si parla). Un po' come nell'ambito della spesa del welfare si assiste ad un eccesso di spesa previdenziale.

    Ovviamente in regime di risorse scarse, gli eccessi di un elemento del sistema e gli sprechi, si trasformano in forti carenze negli altri elementi del sistema. Ecco che abbiamo tre docenti su due classi ma con zero sussidi didattici e devono portarsi da casa colla, forbici, matite, scotch, carta. Pure quella igenica. Io ritengo personalmente che i vantaggi teorici del modulo (la pluralità della docenza) possano esistere ma sono annullati dalla assenza totale di sussidi didattici. Quindi alla fine il risultato è neutro. Magari positivo in un settore come la lettura dove con qualche libro puoi far fare buoni progressi, mentre è negativo in tutti qui settori educativi in cui la presenza di sussidi didattici è fondamentale. Ed anche alle elementari tra laboratori di lavoro manuale, musica, scienze, biblioteche, computer e quant'altro i sussidi didattici sono essenziali. A parità di qualità della docenza, la presenza di ottimi sussidi didattici fa la differenza nei risultati complessivi di un sistema educativo.

    Se nella costruizione di una F1 investiamo meno degli altri ed inoltre il 95% è sul motore (che una volta misurato risulta il migliore del mondo), dubito che con telaio, areodinamica, cambio, differenziale, sospensioni, elettronica sottofinanziati avremo una vettura in grado di arrivare in griglia in una competizione con altri sistemi.

    Il problema nell'importare modelli sta tutto qui. Le realtà/paese sono diverse tra loro grazie a fattori geografici e storico-politici che a loro volta sono il frutto diretto o indiretto di decisioni prese in passato. Una volta che si dimostra che una certa decisione innesca effetti positivi, altri paesi studiano se e come introdurre anche loro certe innovazioni. Magari come progetto pilota locale. Ovviamente vanno considerari anche i costi. Un sistema che ha effetti dubbi e discutibili ma che costa il 33% in piu' difficilmente verrà adottato.

    Tra l'altro un altro problema è che in Italia dato l'orario di lavoro dei docenti elementari (le 24 ore alla settimana di cui si parla) l'unico modo per arrivare ad avere una parvenza di tempo pieno alle elementari è avere piu' docenti su una classe. Ma questo problema non si pone nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo ( vedi qui ) perché mediamente gli insegnanti elementari insegnano per 35~40 ore la settimana (esattamente 37 ore, escludendo l'Italia). E sono pagati di conseguenza. Il problema quindi alla base di tutto è che per motivi politico-sindacali il mondo della scuola italiano ha preferito il modello "tanti, lavorando poco, pagati male" rispetto al modello prevalente che è "numero giusto, lavoro giusto, stipendio giusto".

    Ciao,

    Francesco

     

     

     

    Immaginiamo pure di importare i modelli migliori possibili in Italia,

    ma comunque sia non è quello di cui si preoccupa il Ministero della

    Pubblica Istruzione in questo momento

     

    Premesso che tutti i governi italiani incluso questo sono avvelenati da un miscuglio di incompetenza, disonesta' e corruzione, questo particolare ministro e' il primo che a mia memoria personale ha mostrato qualche minimo segno di avere a cuore i risultati della scuola italiana, piuttosto che l'interesse a comperare voti assumendo precari senza concorso (come fatto sia dal precedente governo di destra sia da quello di sinistra), e conseguentemente ha avuto il coraggio di ridurre le programmate assunzioni di precari e di riformare la Scuola tenendo conto sia dei risultati delle indagini PISA sia dell'organizzazione scolastica nei Paesi che al tempo stesso sono piu' civili dell'Italia e ottengono anche migliori risultati nelle indagini PISA.

    I decreti sulla Scuola sono sicuramente anche costruiti sull'intento programmatico di ridurre la spesa pubblica. Tuttavia in base ai confronti internazionali, almeno secondo la mia personale opinione, e' opportuno sia ridurre la spesa per la scuola primaria, sia organizzarla in maniera diversa.

     

    se l'intento fosse stato di migliorare si sarebbero dovuti muovere in altre direzioni

     

    Non sono d'accordo, come ho scritto sopra. Gli interventi, che pur va sottolineato sono accozzaglie di norme adottate per decreto secondo gli standardi tipici delle Repubbliche delle Banane, secondo l'uso del Belpaese, vanno complessivamente nella direzione giusta.  Certamente un governo serio e competente, e un Parlamento serio e competente, avrebbero fatto molto molto meglio, e invece di stare settimane a scannarsi per la vigilanza RAI avrebbero lavorato almeno in una commissione dedicata ad una seria indagine conoscitiva su come funzionano i migliori sistemi educativi e quali sono le correzioni piu' efficaci in termini di rapporto tra spese e risultati da adottare per la Scuola italiana, a cominciare da una seria valutazione nazionale delle competenze acquisite nelle scuole primarie e secondarie, con conseguenti incentivi e disincentivi per promuovere chi fa meglio. Ieri ho appreso che perfino il Brasile ha un sistema nazionale di valutazione delle competenze acquisite perfino dai laureati, con conseguenze economiche sulle universita'.  In Italia ovviamente non c'e' nulla, nemmeno a campione, c'e' solo lo Stato che mette il bollino del valore legale senza controllare.

     

    Io rimango dell'idea che non sempre ci sono i presupposti per

    l'importazione di modelli esteri in una realtà Italiana, modelli

    Svizzeri, così come Francesi, Tedeschi o i più quotati Americani.

     

    Questo e' certamente vero: non sempre e non integralmente.  Tuttavia nella storia del mondo chi si ripiega eccessivamente sulle proprie tradizioni e le proprie peculiarita' e' destinato a rimanere indietro, e' destinato alla poverta' e alla rovina, come ad esempio e' successo alla Cina dalla meta' del 1400 in poi.  Al contrario il successo dei paesi europei nord-occidentali a partire dallo stesso periodo in poi si e' basato sulla loro capacita' di innovare anche adottando modelli e modi di fare di altri paesi avanzati.  Non esisterebbe alcuna civilta' europea come la conosciamo oggi se ogni Paese si fosse rinchiuso nelle proprie peculiarita' senza accettare le innovazioni prodotte altrove, basta pensare al superamento del feudalesimo e alla rivoluzione industriale.

     

    ma soprattutto per le ore di compresenza che sono ritenute una delle

    colonne su cui si basa il pensiero pedagogico di questa scuola

    elementare

     

    Queste per me rimangono solo parole senza alcun corrispettivo concreto in termini di risultati divisi spesa corrispondente. Non vedo alcuna evidenza di quanto scrivi, l'evidenza che ho io e' che queste parole sono solamente funzionali ad aumentare impiego pubblico e spesa pubblica per comperare voti alla politica e iscritti ai sindacati. Ho letto anche il riassunto che indichi: ci vedo propositi apprezzabili, sogni, ma nessuna stima concreta, nessuna evidenza empirica che corrispondano veramente ad un uso corretto e produttivo della spesa pubblica.

     

     

    Certamente un governo serio e competente, e un Parlamento serio e

    competente, avrebbero fatto molto molto meglio, e invece di stare

    settimane a scannarsi per la vigilanza RAI avrebbero lavorato almeno in

    una commissione dedicata ad una seria indagine conoscitiva su come

    funzionano i migliori sistemi educativi e quali sono le correzioni piu'

    efficaci in termini di rapporto tra spese e risultati da adottare per

    la Scuola italiana, a cominciare da una seria valutazione nazionale

    delle competenze acquisite nelle scuole primarie e secondarie, con

    conseguenti incentivi e disincentivi per promuovere chi fa meglio.

     

    E' proprio per questo che la mia impressione, da genitore e non da una del settore, rimane che non affrontano neanche loro il problema in modo serio. Anzi da proprio l'idea che non interessi risolvero in modo serio. Basta far quadrare i conti a qualunque prezzo (che forse è già tanto).

    E non è neanche possibile che ogni volta che il governo cambia si debba ricominciare da capo, mettendo pezze qua e là. Un dibattito tra le parti sarebbe stata la soluzione adatta, secondo me, forse una soluzione lunga e faticosa, ma sicuramente meno dolorosa. La spesa pubblica è da ridurre? va bene che sia fatto razionalizzando le risorse. Non bastano le forbici. 

    E comunque per la gran parte dell'opinione pubblica il metodo "muscoloso" del decreto, della fiducia e della chiusura ad un confronto genera sospetto, malcontento e un rifiuto. Questo lo posso dire perchè questa è l'aria che si respira fuori dalle scuole a Milano. 

    Alla fine le vostre argomentazioni sono in una certa misura anche condivisibili e forse più serie addirittura di quelle del governo stesso.

    Vogliamo credere che il dittatore dello stato libero (?) di bananas  guidi il "Belpaese" fuori da questa barzelletta, facendolo diventare uno stato serio?

    ... mah ... io ci credo poco!

     

    Quando io dico di non prendere in considerazione sempre e solo i numeri e che la scuola, soprattutto elementare, è fatta anche di altro forse mi dovrei spiegare meglio.

    Un modello di scuola come il tempo pieno con due docenti, al di là dei costi, è un modello che, secondo la mia esperienza diretta e indiretta, rispetta a pieno i tempi di aprrendimento dei bambini di quell'età. Tutto il metodo su cui poggia il tempo pieno io personalmente lo trovo a misura di bambino. Il raporto che s'instaura tra bambino e maestra è un rapporto basato sulla fiducia ed è di base molto più intimo di come non fosse ai miei tempi. E più intimo è diventato anche il rapporto scuola/famiglia. Questo influisce sullo sviluppo psicologico dell'individuo. E' una scuola che "accoglie" e "sostiene" il bambino anche nella sua crescita emotiva non solo cognitiva. Ci sono mille testi sicuramente che lo spiegano meglio di me, ma il fattore emotivo/psicologico non è tenuto conto in tutti quei dati numerici e io lo trovo altrettanto importante.

    Un bambino non conta solo in termini di risutato prettamente scolastico, magari questo discorso può andare bene nelle fasi successive di scolarizzazione, ma all'età delle elementari è altrettanto importante raggiungere un equilibrato stato emotivo/psicologico. Quindi, io penso, che un bambino ben equilibrato psicologicamente è un ottimo risultato comunque anche se è meno forte in matematica di un suo coetaneo svizzero. Io li spendo volentiei dei soldi in più per una scuola così. (magari prendendoli da tutti quegli appalti per grandi opere incompiute o altre cose del genere)

    Se poi avessimo una scuola media e superiore meno disastrata, forse la mancaza scolastica potrebbe anche essere colmata grazie alle risorse psicologiche dell'individuo. Ecco dove avrebbero dovuto intervenire intelligentemente, soprattutto sugli altri settori della scuola. Razionalizzando la scuola elementare semmai, senza stravolgerla.

    Grazie per la vostra paziente attenzione!

     

    P.S. QUESTO ve lo posto perchè parla di numeri Vs parole ... a proposito della valutazione in decimi