Andare avanti per Fermare il Declino

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Michele Boldrin

Poche righe per cercare di chiarire cosa sta succedendo e cosa vogliamo succeda.

1) Dentro al movimento Fare per Fermare il Declino vi sono almeno due visioni diverse di come procedere per andare avanti. Queste visioni si sono rivelate inconciliabili. Potrei riassumerle qui una volta ancora, ma mi sembra polemica assurda a questo punto. Tempo permettendo, e lo permetterà, ognuno racconterà la sua versione, inutile farlo ora rinfocolando polemiche a questo punto lesive per tutti. Solo i fatti che verranno decideranno per tutti noi se una delle posizioni era corretta o lo erano entrambe, o nessuna. Io credo di aver fatto ciò che a me sembrava e sembra corretto. Se ho sbagliato i fatti si incaricheranno di darmi torto. Ora voglio guardare avanti.

2) Io credo, assieme a migliaia di altre persone, che l'attuale struttura organizzativa di Fare per Fermare il Declino andasse immediatamente cambiata perché non funzionava e non funziona assolutamente. Di nuovo, possiamo discutere all'infinito se abbiamo ragione o torto, io credo di aver ragione e credo di poterlo provare. Ma, di nuovo, il tempo per articolare tutti i dettagli non c'è e mi chiedo se entrare pubblicamente in una diatriba del genere sia sensato. Io credo non lo sia. Semplicemente, io ritengo che l'attuale struttura organizzativa abbia fallito e vada immediatamente resa inattiva per pure ragioni di meritocrazia ed assunzione di personale responsabilità. Chi non raggiunge gli obiettivi e perde la fiducia di una parte cospicua (a mio avviso e sulla base dell'evidenza, della maggioranza degli aderenti) deve farsi da parte, smettere immediatamente di gestire l'organizzazione, dare ad altri la possibilità di provare per vedere se fanno meglio. Si tratta, ripeto, di praticare ciò che si predica, niente di più. Rifiutarsi di farlo implica violare un chiaro patto e dei principi fondamentali.

3) Nel caso di specie la mia (e di moltissimi altri) richiesta era ancora più semplice e minimale: dimissioni immediate di tutti i dirigenti con responsabilità organizzative, nomina di "facenti funzione" approvati unanimemente da tutti, adozione di uno statuto minimale che, partendo dal basso, permettesse lo svolgimento al più presto di un congresso costituente e democraticamente condotto. Su queste proposte, fondamentali e dirimenti, la votazione in Direzione è stata di 7 a favore, 8 contro ed un astenuto (che aveva parlato a favore durante la discussione). Impasse totale e, a mio e di moltissimi altri, avviso, decisione non legittima di procedere a nuove nomine e decisioni politiche (elezioni locali, nuove commissioni, nuove responsabilità, eccetera) da parte di una risicatissima minoranza di una Direzione nominata da un Presidente irrevocabilmente dimissionario.

4) A fronte di questa situazione e mancando di totale fiducia in questa Direzione e nelle persone che, a striminzita maggioranza, essa intendeva mantenere in funzioni direttive (con nomina a responsabilità politiche ed organizzative di nuove persone alcune delle quali sconosciute) io ho dichiarato che non mi sarei più sentito capace, in coscienza, di cooperare con questo movimento. Ho sempre lavorato volontariamente pagandomi tutte le spese per cifre ingenti senza alcun potere o funzione direttiva. Ho passato mesi facendolo ed ho dato tutto me stesso senza chiedere nulla. Migliaia di persone mi hanno incontrato da settembre 2012 ad oggi in tutta Italia. Ma posso dare me stesso solo ad una organizzazione in cui ho fiducia. Per mesi ho lavorato in assenza di tale fiducia verso chi organizzava il tutto. L'ho fatto per rispetto al progetto e, soprattutto, alle migliaia di militanti. Finite le elezioni, qualsiasi ne fosse stato il risultato, intendevo porre la questione. L'ho posta a voce varie volte e poi per iscritto dato che non mi era stato offerto di partecipare alla Direzione: mi è stato risposto picche nel modo descritto. Anzi, mi è stato spiegato che i 7 Fondatori, ed io in particolare, eravamo la causa di tutti i problemi (!) ed avremmo dovuto farci da parte. Queste affermazioni sono state fatte ripetutamente da persone che poi hanno votato contro la mia richiesta (contenuta in una dettagliata lettera pubblica disponibile in rete). A quel punto mi son fatto da parte.

Come uomo libero credo di avere il diritto di farlo. Credo di avere il diritto di non cooperare con persone in cui non ho fiducia e che pubblicamente disprezzano il mio lavoro e le mie idee. Credo di avere il diritto di dire che non accetto diktat ed imposizioni e che mi scelgo a chi DONARE le mie idee, il mio tempo, le mie energie.

5) Poiché migliaia di persone condividono la mia posizione procederemo dal basso, dai comitati, dai circoli, città per città, regione per regione, luogo di lavoro per luogo di lavoro, alla ricostruzione di questo fantastico movimento di popolo lavoratore. Il progetto non cambia, quel manifesto e quelle proposte le ho scritte (anche) io e le condivido tutt'ora. Altre cose si sono aggiunte, nuove idee sono emerse, ma l'impianto di fondo non cambia. Cambia il metodo: SI PARTE DAL BASSO!

6) Nei prossimi giorni, con centinaia di persone che condividono questa impostazione, lanceremo questa proposta e chiederemo ai circoli/comitati di organizzarsi territorialmente secondo regole trasparenti, semplici, democratiche. Useremo la rete per articolare assieme un processo costituente che porterà ad un congresso nazionale al più presto possibile. Lo schema - aperto e modificabile - che proponiamo è il seguente

a) Alcune tesi verranno proposte pubblicamente e sottoscritte da chiunque le voglia sottoscrivere. Tesi simili a quelle del 28 Luglio 2012 con miglioramenti ed aggiunte che raccolgono quanto appreso e suggerito da migliaia di persone in questi mesi. E con una proposta semplicissima di statuto costituente che definisca le regole elementari di adesione, codice etico, elezione rappresentanti, costituzione circoli/comitati ed elezioni di responsabili. Tali tesi provvisorie costituiranno la base di discussione per il congresso costituente durante il quale potranno essere emendate, migliorate e finalmente approvate se e solo se vi sarà grande consenso su di esse.

b) A partire dai circoli territoriali si inizierà il processo costituente. Dai circoli ai congressi regionali e, da questi, ad un congresso costituente nazionale. Contiamo di concludere tutto per maggio o nel minor tempo possibile, compatibilmente con discussione aperta e partecipazione inclusiva di chiunque condivida tesi e nuovo metodo di fare politica.

c) Io credo che le unità organizzative di base debbano essere i circoli/comitati e che occorra strutturare il movimento su base regionale. Regione per regione, in autonomia "federalista", convergendo poi assieme in una organizzazione nazionale trasparente e snella che permetta sia una comunicazione rapida ed efficace dalla base alla coordinazione nazionale, sia indipendenza territoriale, almeno a livello regionale. Richiederà lavoro, intelligenza e creatività ma vogliamo costruire un nuovo modo di far politica in una struttura organizzativa nuova e flessibile.

Ce la faremo e da questo andremo avanti. Il cammino è lungo ma l'obiettivo di fondo non cambia. Occorre cambiare classe politica per cambiare la politica, rivoltare questo stato come un calzino e fermare il declino affinché l'Italia ritorni a crescere e prosperare. Per tutti e con tutti.

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Commenti

Ci sono 143 commenti

COme puoi facilmente immaginare, io ci sono, anzi, ho gia' ricominciato a girare per l'Emilia per spiegare che siamo ancora in pista, anche se non dove eravamo prima.

ciao a tutti, io ci sono e come sempre disponibile all'approfondimento sui temi su cui mi sento di poter dare i miei 2c (federalismo, sanità, welfare). Vorrei pero' capire meglio l'ambito, visto che tu parli di un "dove" diverso rispetto a prima. Stiamo creando qualche cosa di nuovo oppure stiamo rifondando FARE dal basso? Ad integrazione del racconto di Michele, ieri alle 15 Silvia Enrico ha comunicato che "Purtroppo, preso atto delle difficoltà ad attuare in un clima di serenità le delibere sulla revisione dello statuto e la convocazione dei congressi, non posso fare altro che rassegnare le mie dimissioni e quelle di tutta la direzione nazionale." e quindi la richiesta di dimissioni fatta da Michele è stata accolta. Ripartiamo dal basso dentro FARE oppure questo tuo accenno ad essere in pista ma in un "dove" diverso indica che stiamo costruendo qualche cosa di totalmente nuovo?
Disponibile ad entrambe le opzioni, nel caso.

Io ci sono. Ho lavorato un po' con Franceso Forti e Mimmo su temi federali e intendo continuare a farlo se c'è una certa utilità. Ho anche altre idee su PMI e Welfare suddidiario, pronto a condividerle.

 

Mi piace l'idea del federalismo! 

D'ora in poi per piacere non fermiamoci più, dobbiamo fermare il declino dell'Italia non accellerare il nostro!

ci sono anch'io.

Caro Michele,

chiaramente ti scrivo per dirti che hai il mio appoggio, per quanto esso possa valere, e tutta la mia solidarietà in una vicenda che non fa bene ne a coloro che l'hanno vissuta in prima persona, da protagonisti, ne a coloro che l'hanno vista da fuori, come spettatori, e sono  migliaia, come me. Se posso dare un suggerimento, di consigli non ne do ne li ho mai accettati, cerchiamo tutti quanti di abbassare i toni della polemica. La campagna elettorale è finita e quindi possiamo abbassare il tasso adrenalinico. Da quanto leggo mi sembri anche tu propenso su questa linea da seguire. Evitiamo di scrivere su FB o in altre sedi commenti offensivi, spesso vili, che non portano da alcuna parte, è un invito che rivolgo a tutti coloro che scrivono sulla pagina di fare cose indibili rivolte a Enrico e altri. La rabbia e la delusione inclinano le persone a scrivere cattiverie e rivalse che, per essere sincero, solo annoiano e allontanano gli elettori. Cerchiamo di andare oltre, di concentrare ogni sforzo ed energia sulle cose da fare, che sono urgenti. Come te Michele vivo all'estero. In Colombia per essere precisi. Ora sono in Italia per un breve periodo, presto dovrò ripartire e ritornare alla mia vita quotidiana, che non è fatta di politica ma di altre cose. Mi piacerebbe che il movimento / partito, chiamalo come vuoi, non sono i nomi o i termini a dare sostanza, fosse vicino anche a noi italiani iscritti all'AIRE (se ci riuscissimo sarebbe un grande risultato, gli altri partiti o movimenti ancora non hanno preso completa cognizione che gli italiani votano anche dall’estero e possono essere determinanti con il loro voto). Un organizzazione politica che sia sufficientemente strutturata da poter essere agevolmente raggiungibile e individuabile ovunque ci si trovi nel pianeta. Poco importa se a Milano, NY, Shangai o Bogota. La rete è un ottimo strumento da poter utilizzare a tale scopo. Ma la rete offre un universo di mezzi, quali, tra una gamma e un offerta sempre piu' ampia e in costante evoluzione, usare? Io non so dare una risposta, tu? voi? E per voi intendo riferirmi a tutti coloro che sono pronti ad appoggiare Boldrin. Vogliamo prendere come modello M5S? Si? No? Mi sembra che il successo innegabile che M5S abbia ottenuto, anche grazie alla rete, molto lo si deva a Grillo nelle piazze. In che misura l'uno e in quale misura l'altro? Ma ho altri dubbi che non trovo risposta nella tua lettera Michele.

Chi sarà il front-man? Ci vuole un comunicatore, Giannino lo è. Non ha le caratteristiche caratteriali per essere un total and full candidate, ma come comunicatore è innegabile la sua capacità di "bucare". Boldrin è un altro comunicatore efficace, ma torna negli USA, anche lui deve riprendere la sua "quotidianità" e la sua vita lontano dai riflettori. Chi sarà il front man? Anzi chi saranno i front-men. Ci sono le regionali, le europee, le comunali. Che si partecipi ora, o alle successive, non importa il problema deve essere affrontato sin da oggi.

Michele, non voglio tediarti ulteriormente dilungandomi. Ti / Vi / Ci auguro buon lavoro.

 

Il mio invito è quello di non tralasciare la provincia come ruolo organizzativo e propulsore. LEggo di comintati locali e regionali. Ma il coordinamento provinciale, nelle regioni con più comuni, è un livello importante per non generare caos. L'esempio che porto è quello del Veneto-Vicenza. Oltre 100 comuni in provincia di Vicenza e oltre 500 in tutto il Veneto. Impensabile che un domani 500 comuni si relazionano con un unico coordinamento regionale - salvo casi particolari. Per l'operatività quotidiana, la forza e il ruolo di un coordinamento provinciale che faccia da motore sul territorio, per me è indispensabile.

PS

avanti così!

Caro Prof. Boldrin, condivido quanto scritto e sottoscrivo quanto proposto. Una sola aggiunta: partire dal territorio è indispensabile, ma la partecipazione deve essere corale e allargata (congresso aperto a tutti, anche con internet). La suddivisione deve essere un fattore organizzativo NON politico - decisionale

Enrico Bertolotti

Condivido molto l'approccio di pensiero di Fabio e lo faccio mio cercando in primis nuovo rilancio dell'entusiasmo che aveva caratterizzato questa esperienza fino a qualche settimana fa. Altresì i quesiti finali di Fabio sono, oltre che condivisibili, legittimi e a parer mio dovranno essere chiari fin dall'inizio. La breve esperienza di questi mesi ha a mio avviso insegnato molto, lesson learned, andiamo avanti facendo nostri questi (pesanti e dolorosi) insegnamenti.

Molto bene, Prof. Boldrin.

Ho seguito via web la DN, e i twitter e i post su FB, non avevo inizialmente capito molto della bolgia concitata dell'altro giorno, ma leggendo con calma la sua lettera, i fatti ed i commenti (sul sito di FID e qui) mi si sono schiarite le idee, ed ho capito che la strada da lei indicata è quella giusta.

 Una riflessione: al di la della stima (mia personale e credo di moltissimi aderenti) nei suoi confronti, bisogna fare attenzione a non creare un partito che gira attorno ad una persona (Giannino prima, lei poi). Ripeto: il suo carisma è tanto, e anche la sua competenza, ma dobbiamo portare avanti le vostre idee, non ci confondiamo coni partiti ad personam. Ce ne sono già, e hanno fatto danno. Dopo l'affaire Giannino ho letto troppi proclami enfatici di appoggio indiscriminato ad Oscar, troppa attenzione sulla persona (che pure aveva sbagliato) senza considerare l'obiettivo, che era ed E' quello di portare avanti le idee di FID.

Comunque va bene così: io ho una gran voglia di FARE!

Concordo sull'elevato rischio derivante dai personalismi, su cui forse sono stato anche frainteso. Ho notato anche io un'eccessivo orientamento di molti sostenitori e aderenti verso i leader (certamente autorevoli), ma ciò porta il cittadino medio, quello a cui verrà chiesto il voto, ad identificare il movimento non con le sue idee, ma come il "partito di ...". Su questo Boldrin mi sembra sia stato chiaro, ma le vicende di questi giorni hanno portato più che altro molti aderenti a fare tifo da stadio.

Che dire... è proprio quello che avrei voluto che tu scrivessi, Michele.  I'm in.

Per me Fermare il Declino è innanzitutto Boldrin, FilD è l'emanazione politica di nFA.
Al di là della totale condivisione dei 10 punti programmatici, ho dato la mia fiducia al movimento e poi il mio voto a Fare per la stima verso Boldrin, che per me era il garante della serietà e dell'approccio metodologico. Leggo ora che purtroppo internamente c'erano questi problemi, e sinceramente avrei preferito saperlo prima, appena Boldrin e gli altri fondatori li hanno rilevati, ma capisco che potessero esserci ragioni di opportunità per farlo dopo il voto.
Boldrin continua ad avere la mia stima e fiducia, e penso sia così per la maggioranza della base del movimento.

Prof. Boldrin o Michele, io sono presente e appoggio in pieno la linea di rifondazione volta a strutturare una volta per tutte ma in ottica lean l'ossatura di questo movimento-partito. le idee sono chiare a tutti e l'obiettivo è perseguirle uniti. Concordo con alcuni precedenti commenti che la/ti invitavano a un uso più "coscienzioso" dei mezzi "social" perchè, sebbene io creda nella necessità e indispensabilità di questi nuovi canali per accelerare la diffusione di informazioni, conoscenza e input creativi ed innovativi, utilizzarli senza un policy unanimamente condivisa può portarci a dover affrontare casi di "crisi reputazionale" che alla lunga fanno più male che bene nonostante il sottostante intento di perseguire la trasparenza. Detto questo andiamo avanti e cerchiamo di ricostruire a partire dal territorio e quesat volta vorrei vedere la costituzione di un comitato di certificazione che verifichi i cv delle persone che si candideranno ai posti di coordinamento delle varie strutture e la messa online di queste referenze in modo da consentire a tutti di conoscere chi domani avrà il compito di gestire i vari pezzi. Perchè come leggevo sopra bisogna cominciare a svincolarci dalle singole personalità con alta visibilità per trasmettere a tutti il messaggio che il FID è una comunità di persone che si raccolgono intorno a idee/soluzioni chiare e condivise. Naturalmente non insisto sul coinvolgimento diretto dei fondatori nella gestinoe e nel coordinamento ma mi piacerebbe sentirvi più vicini come think tank permanente  a supporto di tutto il movimento. Auguri e ci vediamo presto

Ottimo Prof. Boldrin, aspettavamo solo questo. 

Concordo pienamente con lei sul fatto che ora non è il momento per le polemiche e le chiacchere su chi ha fatto cosa e perchè.

E' ora di rimboccarsi le maniche e non sprecare le risorse di idee e volontà che si sono raccolte in questi mesi : adesso è il momento di FARE,  citando le sue parole: " partendo dal basso !!"

"Cambia il metodo: SI PARTE DAL BASSO!"

 

Mi verrebbero da dire due cose a riguardo (forse tre, ma non è particolarmente elegante dire "l'avevo detto, io!")

- era ora!

- era da fare dall'inizio!

 

In questi mesi ho sempre sostenuto (come molti altri) che questo movimento, una volta tracciata la linea, non potesse che partire dal basso se avesse voluto rivoluzionare la politica e ottenere dei risultati di un certo livello. Questo per due motivi fondamentali. Il primo è che i problemi "pratici" che affrontano e che importano  agli italiani che poi vanno a votare li conoscono solo gli stessi italiani (quindi tanto vale coinvolgerli direttamente per capirli e carpirne le eventuali buone proposte per risolverli)... Il secondo è che (e i risultati di Grillo credo mi diano ragione) sono stanchi che arrivi qualcuno dall'alto a comandarli a bacchetta. Riassumento trovo che ci fossero ragioni di opportunità e strategia per adottare questa linea fin dall'inizio. L'aver adottato la strategia opposta ha portato di per sè al disamoramento di alcuni militanti e a perdere risorse importanti... Ora è importante non rifare gli stessi errori una stessa volta! E se posso.... Bene i coordinamenti locali per la gestione "ordinaria", ma non dimentichiamo che ci sono strumenti che usiamo quotidianamente e che possono permettere anche strutture più verticali (ad esempio i gruppi tematici più e più volte sollecitati dal basso) e una partecipazione globale che può essere l'arma in più per diffondere le idee e far crescere il movimento.

 

my 8 cents

bene! se servisse, ci sarò!

Finalmente l'approccio giusto: si parte dal basso!

Io ci sto, certamente!

Finalmente l'approccio corretto: si parte dal basso.

Io ci sto, certamente!

Dopo l'incontro a Pesaro, mi sono tesserata con Fare. 

La delusione dopo aver letto delle dimissioni è stata tanta: come ho detto più e più volte parlando con amici, colleghi e familiari, per me FiD aveva (e ha, se le cose stanno prendendo la piega desiderata) un grosso credito di credibilità proprio perché al suo interno e come pilastri fondanti c'erano tante persone che ho imparato a conoscere leggendole negli anni e di cui mi fido. L'idea delle dimissioni di Boldrin che presumevo fossero seguite dalle dimissioni degli altri "alfieri" di nfA nel movimento mi avevano fatto credere che FiD fosse morto.

Se le cose stanno come leggo oggi, cioè che la "mozione Boldrin" è passata per forza di cose, sono molto contenta.

 

Attenzione però, perché riguadagnare i voti persi (e ne abbiamo persi molti dopo le dichiarazioni degli ultimi giorni) sarà molto dura: diverse persone che ero riuscita a convincere a votare FiD alla camera parlano di "partito morto". Insomma, dobbiamo dare un segnale deciso e chiaro che non siamo allo sbando.

se la legislatura dura almeno un paio d'anni, ci può essere il tempo per costruire una struttura nuova e lo spazio politico necessario affinchè si sviluppi. Se si andrà a votare prima, e credo proprio che questo sarà il caso, non ci saranno. Si dovrà necessariamente fare una scelta di campo. Consiglio vivamente di discutere anche di questo al congresso.

In un movimento le idee vengono prima di tutto; è attorno a quelle che ci si raccoglie, non attorno a una vuota struttura.
Quindi io sto -questa è la chiave di lettura delle mie decisioni- con chi porta e produce le idee. Alia non curo.
 Detto questo, metto qua un contributo organizzativo, lasciando a tutti il compito di valutane la validità.
In questa visione, il nuovo FARE (o quel che sarà, lo chiamo così per semplicità, ma ci siamo capiti) ha bisogno di organizzarsi su due livelli strategici:


a. Un livello di “pensatori”, una squadra ben organizzata di quelli che io chiamo le “macchine delle idee”, studiosi, ricercatori e collaboratori vari capaci di far ripartire, potenziandola, la macchina che ha dato origine ai dieci punti; questo perché -come anche Michele Boldrin giustamente ha sottolineato- le situazioni cambiano e il programma di ieri non è detto che resti adeguato, deve essere costantemente sviluppato, aggiornato, adattato. Ed essere in grado di anticipare i tempi grazie alle competenze di cui disponiamo è il nostro patrimponio più prezioso, il punto di forza strategico che dobbiamo preservare ed anzi coltivare.

b. Un livello di opinion leader di front line, ossia staff persone che a diversi livelli (nazionale, regionale, locale) siano le facce “di pima linea” del movimento, quelli che la gente conosce e ai quali si affeziona.
E' necessario che siano una pluralità (abbiamo visto con Oscar a quali danni possa portare giocare con una sola punta) e che possibilmente non facciano parte del livello A, perché difficilmente le due attività possono essere coniugate senza che questo vada a detrimento dell'una o dell'altra. Credo che Michele stesso ne sia un chiaro esempio: Boldrin ha potuto DONARE a noi e al movimento il suo tempo, ma il suo anno sabbatico finirà e lui dovrà giustamente tornare a dedicare tempo al suo lavoro in USA.
L'ideale in questo caso sarebbe trovare persone coerenti con noi e con i nostri messaggi, con cui costruire una griglia ideale con almeno un personaggio "di grido" per ogni settore economico/sociale (verticale) e per ciascun livello geografico (nazionale, regionale, locale) a livello trasversale.
Faccio qualche esempio, per capirci:
- per l'Information Technology, settore innovativo e strategico, penso a un tipo di persona (non cito a chi sto pensando) che se ha qualcosa da dire è in grado di riunire in una sola sala tutta l'informatica italiana che conta, dalla grande multinazionale allal piccola sw house; in cascata, a livello regionale e locale, occorrerebbero ovviamente altri personaggi del genere  
- idem, per lo sport/giovani/handicap/scuola/imprenditoria, eccetera eccetera


Con una seria attività di scouting, e senza dare deleghe in bianco a nessuno (l'esperienza ci deve insegnare qualcosa), sicuramente saremo in grado di trovare una decina di opinion leader che, settore per settore, possano diventare i nostri portabandiera e dare agli altri "pensatori"  la possibilità di elabiorare in pace i punti per il... FARE 2.0
Un caro saluto a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi sin qui.
Leo

 

Concordo in pieno con Boldrin e la strategy di Ristori.. Riprendere il movimento dal basso riuscirà a catalizzare nuove forze ed a raggiungere più persone anche quelle meno technology addicted.. E le idee sono come i soldi più girano più creano ricchezza. Evitare i personalismi totemici è poi esiziale... Siamo uomini sbagliamo ma soprattutto a noi non lo perdoneranno mai.

Francesco

Anche un nome nuovo

Concordo sul nome nuovo.

 

"Fermare" e "declino" hanno connotazioni negative.

"Fare" è già meglio, ma non mi convince, soprattutto l'uso dell'infinito, anche se devo ammettere che ci sono anche motivi personali (parlo un po di turco, ed in turco fare significa topo (l'animale) o mouse, ed ogni volta che leggo fare usato come sostantivo mi viene questa associazione).

 

Sia il nome che il simbolo del M5S sono semanticamente più potenti e si propongono di veicolare un messaggio completamente positivo.

Democraticità e non-autoreferenzialità. Io ci sto.

Sono un candidato alle Regionali Lombardia. E' inutile esprimere la mia delusione per come sono andate le cose: abbiamo raccolto molto meno di quanto è stato seminato.

Ma c'è un enorme asset acquisito da questa esperienza: un movimento di centro destra ha finalmente ribaltato la situazione di egemonia culturale fin qui vantata dal centro sinistra.

Ho 53 anni e durante la mia vita non ho mai visto che questo accadesse.

A mio avviso è questo il perno attorno al quale far ruotare la nostra proposta politica futura, puntando a valori come la competenza, la capacità, il merito e l'irreprensibilità.

E non seguiamo inutili chimere di elezioni amministrative. Prendiamoci il tempo che serve (non credo ne serva molto) per strutturarci organizzativamente in modo adeguato e per affinare l'offerta politica.

Se questi possono essere i presupposti io sono dentro.

Sono favorevole alla proposta di Boldrin ma non ho capito se si tratta di una scissione o di cosa?

In che senso FARE e' di destra?

Caro Prof.

da ex candidato di FARE ho cercato di riassumere in breve le priorità assolute di FARE nel breve periodo e le mie perplessità che sono:

 

ecco cio'  che penso da semplice ex candidato rispetto  quelle che sono le priorità secondo il mio parere del movimento in questo momento:

 

1) La questione piu' sostanziale e difficile : trovare una leadership nuova, Giannino e' difficilmente sostituibile ma ci vuole urgentemente ed essenzialmente  qualcuno di conosciuto ed autorevole che ne prenda il posto altrimenti visibilità e capacita' di intervento risultano compromesse, , il programma e' notevole ma da solo non basta .

 

2)Come scrive Boldrin  sul suo blog NFA il rinnovo, dal basso quanto prima, delle cariche della Direzione Nazionale che faccia rientrare il tasso di litigiosità interno e che definisca le linee guida di intervento per le elezioni locali altrimenti e' il caos.

 

3)La definizione di una precisa strategia di intervento rispetto ai futuri, ma non lontani, eventi elettorali in termini di: priorità politiche di intervento (non potremmo restare soli a vita o alternativi a tutti a vita) ma inquadrare una serie di  passi del programma su cui basare eventuali alleanze.

 

 

Al momento tutto questo mi pare tanto sostanziale quanto arduo 

 

Michele, io ci sono. Ripartiamo.

Secondo me la proposta organizzativa di Ristori è molto buona. È un buon punto di ripartenza.

Fermiamo il declino affinché l'Italia torni a crescere e prosperare!

e sono con voi. Facciamo chiarezza e pulizia per andare avanti e per non perdere  quel grande patrimonio che sono gli aderenti FID e l'opportunità di cambiare veramente la politica fermando il declino

Premettendo che io sono solo un lettore che cerca di dare un contributo, senza alcuna pretesa di influenza, 

e precisando che condivido i punti essenziali della comunicazione, ovvero:

- opportunità dell'attuale dirigenza di rimettere il "mandato";

- necessità di uno statuto (domanda: organizzativo e/o programmatico?);

- organizzare un sistema gerarchico democratico;

mi chiedo invece se siano chiari la linea ideologica, l'obiettivo e le strategie per raggiungerlo.

Rimando, ad esempio, al mio commento al pur ottimo intervento televisivo di Boldrin.

In conclusione, democratici finché si vuole, ma non farei sconti relativamente all'indirizzo ideologico (spero liberale. O mi sbaglio?).

Per l'aspetto strategico (che qualcuno ha citato nei commenti) mi chiedo anche se sia così conveniente copiare M5s (ma anche gli altri) con atteggiamenti aggressivi nei confronti di tutto il "resto del mondo" o se abbia senso differenziarsi mantenendo atteggiamenti costruttivi e giudizi razionali e giustificati.

Se, come io penso, l'importante è diffondere idee giuste  (senza cui ritengo impossibile cambiamenti positivi), opterei per il secondo approccio. 

E' ovvio che poi la gente sceglie l'istrione demagogo, ma è anche vero che permettere alla stessa gente di distinguere tra idee e boiate è l'unica arma di difesa con cui si può aiutare una "democrazia" (anche se parziale ed incompleta come la nostra).

 http://www.fermareildeclino.it/articolo/comunicato-dei-fondatori

 

 Premesso che secondo me questa divisione è insensata (spero non ci sia nessun aderente che non segui il gruppo dei fondatori...), le priorità sono sicuramente quelle di ripartire dal basso ed arrivare il più presto possibile ad un congresso. Tuttavia non sottovaluterei il fatto che sia auspicabile cambiare nome a questo movimento o comunque dare un segnale di discontinuità agli eventi di questi ultimi dieci giorni.

Questo Paese è da ricostruire. Per ricostruirlo cè bisogno che ciascuno si dia da fare, si rimbocchi le maniche. Io intendo dare il mio contributo, che seppur piccolo, diventa grande unito a quello di tanti altri.

Condivido necessità di gruppi di studio. I dieci punti del programma vanno sviluppati, unendo competenze a conoscenza della realtà italiana e capacità di ascolto.

Ciao Michele. Nella provincia di Pesaro ci siamo sentiti e ci siamo eccome!! Fieri e determinati come prima e più di prima di far parte di questa idea. Grazie per tutto quello che hai fatto e che stai facendo. Roberto

Io ci sarò, ero presente la sera di fine ottobre2012 in una sala gremita a Pordenone dove ho visto prospettiva, idee, voglia di cambiare... E avendo due figli piccoligia voglio garantire loro prospettive, idee e cambiamenti in meglio!

Marco  Plusigh

... e spero di avere presto indicazione su come organizzarci praticamente, a cominciare da un luogo d'incontro locale, preferibilmente virtuale. Senza dimenticare i gruppi tematici.

anch'io sono solo un lettore/simpatizzante, che vi ha votato con entusiasmo. scrivo solo per suggerire ai fondatori e ai militanti di non trascurare l'aspetto prettamente "comunicativo" di ciò che riguarda FID e le sue dinamiche interne.

 

mi spiego. personalmente seguo nfa dall'inizio, e ho continuato a considerare il blog il mio punto di riferimento anche negli avvenimenti tumultuosi (e confusi) degli ultimi giorni. non ho avuto dubbi quindi nell'interpretare gli eventi recenti come il tentativo, da parte di michele e di altri, di tenere come punti fermi del neonato partito la trasparenza e la meritocrazia. tuttavia la percezione "dall'esterno"  di ciò che accade attorno a FID sta scivolando in un "frame" che sa molto di vecchia politica: primedonne, dimissioni, battibecchi, etc.

 

guardate già solo i titoli del post di oggi, e di linkiesta, due quotidiani a cui FID dovrebbe essere "vicina" se non altro in termini di bacino di lettori potenzialmente interessati alla sua proposta.  si è passati da un frame del tipo "novità promettente", ad uno completamente differente.

 

non è colpa vostra naturalmente, però l'aspetto relativo a come il movimento viene percepito è fondamentale se si vuole ribaltare la percezione negativa che è stata associata a FID dall'affaire giannino in poi: prima di archiviare il caos dei giorni scorsi, sarebbe opportuno cercare di far arrivare ai media (per lo meno a quelli potenzialmente "amici") un'interpretazione di ciò che è successo  in termini che ne mettano  in risalto gli aspetti positivi e innovativi, e se possibile farlo in modo unitario: costringere i giornalisti a spulciare la timeline di facebook di michele, o a riportare i tweet e dichiarazioni contrastanti, resi a poche ore l'uno dall'altra,  non fa il nostro gioco.

 

mi rendo conto del fatto che i giorni scorsi sono stati concitati e complicati.

però imho è estremamente importante ridare a FID l'immagine di freschezza e alterità con cui il movimento era stato percepito all'inizio. senza aspettare il 15 maggio e il congresso.

un'intervista, una dichiarazione corale, una ricostruzione condivisa, un video, non lo so, non sono un esperto di comunicazione.  my two cents. che ne pensate?

Per una stupida questione organizzativa che si poteva tranquillamente rimandare e risolvere con la calma a sangue freddo. Proprio bene.

Io come posso dare la fiducia ad un movimento che per inezie simili già si sfalda? Quando, per esempio, sarà al potere in qualche amministrazione che farà?

Delusione totale. Dovevate fermare il declino? Sì certo, ma il vostro, non quello italiano, visto che non siete in grado neanche di amministrarvi voi.

 

D.E.L.U.S.I.O.N.E.

 

siamo come un sw in fase di aggiornamento. Eliminare i bug non è mai stato semplice né indolore.

Ho appreso poco fa della scissione. Insensata. Si può fermare?

Egr. Boldrin, ma chi vuole convincere? Siete nati come movimento da salotto con the e pasticcini (e si sono visti i risultati, a parte Giannino che è stato il fuoriclasse assoluto della comica), non vi ho visto una volta nelle piazze a raccogliere firme e ancora oggi vorrei sapere ome e dove le avete prese (io lo facevo per il M5S e non c'eravate mai) e adesso pensate di cominciare a fare quello che il M5S fa da anni, a proprie spese (non siete i primi), in tutti i paesini d'Italia (cosa fa prenderà l'aereo dagli usa ogni weekend per venire a fare banchetti? La vedo dura). Coraggio, l'idea è buona, vediamo quanti secoli ci mettete. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare (di fatto x voi amerigà). Quindi ho il sospetto, infelice per voi, che quando direte ai vs seguaci italiani "armiamoci e partite", vi arriverà qualche pernacchia e non troverete nessuno. Troverei più naturale, e parlo seriamente, che FARE sparisse nel silenzio generale con la stessa velocità con cui ha provato a buttarsi nel panorama politico.

Io c'ero a raccogliere le firme, come tanti altri. Se non ci ha visto guardi meglio la prossima volta.

Noto che il successo la ha già resi arrogante come i vecchi politici.

Peccato! Si è sciupato subito.

Cordialmente

Caro prof. Boldrin con dolore vedo la caduta di FARE, perchè ogni ulteriore passaggio risulterà più difficile, non in termini organizzativi interni, ma di ricerca del consenso esterno. Sento già le voci: "siete quelli che si sono spaccati dopo 48 ore dal risultato elettorale!". Ho capito le motivazioni umane ed etiche che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo oggi, ma mi dispiace che non ci siano state altre strade possibili da percorrere per affermare la coerenza con le regole che il movimento si era dato. Come ho detto in altra occasione credevo e credo alle IDEE di FARE e quindi credo e crederò in quelle di RIFARE.

Mi auguro che altri fondatori di FARE confluiscano in questo nuovo percorso, altrimenti la strada sarebbe ulteriormente in salita. Se l'immagine che trasparirà sarà quella che il movimento si rifonda come FARE 2.0 bene, se si creasse una contrapposizione tra FARE e RIFARE il fallimento è a mio avviso certo. Andiamo avanti con serietà, imparando dagli errori.

Per quanto riguarda la struttura ribadisco l'idea di una entità parallela al Direttivo Nazionale, un comitato di vigilanza Tecnico-Etico in cui in fondatori abbiano la piena libertà di critica di quelle che saranno le azioni dei Direttivi (nazionali, regionali, provinciali), perchè questo deve essere il mandato dato a loro, mandato dato dalla base.

Anche io ci sono, qui a Parma il gruppo c'è, spero si possa aderire e lavorare...c'è tanto da FARE.

   La frequenza assidua a nfa, e la condivisione delle idee che circolano su questo giornale mi hanno portato ad aderire a FARE. Io sono con il gruppo dei promotori, e condivido quanto ha fatto e scritto Boldrin.  Vorrei che fosse al più presto chiarito un punto: pur "partendo dal basso", per non ripetere le "grillerie" alle quali assistiamo, è necessario arrivare ad un congresso fondativo; come individuare il gruppo che provvederà alla stesura dello statuto provvisorio (regole per svolgere il congresso) ed alla stesura dello statuto del movimento? A me era sembrata una buona idea affidare alla stessa Sig.ra Enrico il compito di nominare la ristretta commissione. La scissione modifica il quadro. Che fare?  Giro la domanda a Boldrin ed ai padri fondatori. 

(considerazioni anche alla luce del comunicato dei fondatori sul sito di FARE)

Premessa: io stimo enormemente Michele Boldrin, condivido la sua amarezza, mi sento affine alle riflessioni dei 'fondatori'. 

 

Detto questo:  

La Direzione Nazionale ha accettato di dimettersi. Bene, non è un buon presupposto per evitare la scissione? Per partire con... l' "assedio"?

Siamo sicuri che sia meglio dividersi?  Scommettiamo che se - coupe de théatre! - si riesce a trovare una sintesi (o un processo concordato per arrivare ad un sintesi) e si resta squadra, i 70.000 diventano 140.000 in un attimo? Scomettiamo che facendo così scoppia un rinnovato nonché contagioso entusiasmo e non ci ferma più nessuno?!!?

 

Apprendere per 'Volare':

Io non sono scandalizzato da questi contrasti, tutt'altro: i problemi ci sono e sarebbe più grave negarli. Ci sono difficoltà? Pure gravi? Chissene frega: L'importante è riflettere e apprendere da crisi ed errori. Michele, è quel che stai facendo, ma serve ancora un piccolo passetto: C'è la grande occasione di mostrare che FARE è un movimento nuovo anche perchè sa affrontare le difficoltà, le supera, impara, torna più forte che mai. COGLIAMOLA. Botte da orbi all'interno, ma massicci e autorevoli verso i dinosauri che vediamo in giro. 


@Michele Boldrin: TU sei quello che può riuscire in questo ambizioso obiettivo, devi riprenderti FARE, sei il leader naturale di presto progetto fattene una ragione :-)

E un leader deve anche trovare quel "click" per 'unire'. E sai anche tu che 'si può FARE', pure senza rinunciare al tuo credo (che condivido)

Dai ancora un tentativo per continuare l'impresa tutti insieme. NON ci credo che fra persone intelligenti non può esistere un punto ci contatto per il bene del Nostro Paese, NON CI CREDO. 

Qui Italia: ne abbiamo un disperato bisogno...

... con qualche integrazione.

1. Immagino che Boldrin & c. abbiano già fatto tentativi per prendere il controllo di Fare assorbendo gli 8 "dissidenti" della Direzione nazionale, che però avranno difficoltà ad accettare una sconfitta e una sconfessione così fulminea da parte della base.

2. Do per scontato che il movimento non si dividerà in due, ma in breve confluirà interamente sulla linea proposta da Boldrin -- sarebbe utile a questo scopo l'adesione di Giannino come semplice aderente, e anche di Zingales come "rifondatore" insieme cogli altri.

3. Dato il punto precedente, evitare la parvenza di una scissione sarebbe utile, dando il tempo ai dissidenti di salvare la faccia e consegnare le chiavi di casa, in qualche modo per loro accettabile. L'esito sostanziale non cambierebbe, ma sarebbe meglio, meno disorientante, per i 70.000 aderenti e i 380.000 elettori. Purché, ovviamente, i "dissidenti" non siano in grado di sabotare o inquinare la ripartenza -- cosa che dal di fuori mi sembra improbabile, ma potrei sbagliarmi di grosso.

Se ritieni possa essere utile, io ci sono.

vi seguiamo da Baltimore Philadelphia new Jersey dc  e abbiamo voglia di collaborare come come esposto dagli altri aire.      my eight cent. giuliana allen 

Prof. Boldrin, lei ha grande carisma, grande seguito e grandi proposte. Ripartire quasi da zero e' una mossa che ritengo giusta e coraggiosa. Buon lavoro

gentile Prof. Boldrin, lei ha rovesciato il tavolo, dimostrando (c'erano dubbi?) di avere un certo seguito. ma non dice di voler prendere la testa del gruppo, anzi mi pare lo escluda, almeno per ora. e chi può darle torto? io non penso affatto che questo progetto possa progredire guidato da lei via web, from amerika, nè che, in tali condizioni, la costruenda struttura possa raggiungere gli obiettivi che Fare-Fid ha fallito. la storia si ripeterà.

le do un modesto consiglio: poichè lei, meritoriamente, può farlo, si goda gli states e palma de mallorca!

Bene cosi'. Adesso possiamo guardare avanti con fiducia. Mi fa piacere che si pensi di ripartire dalla base. Quello che e' successo in Fare e' sotto gli occhi di tutti. Ognuno di noi puo' farsi una propria oponione. Pubblicizzate nel miglior modo possibile tutte le vostre iniziative. In bocca al lupo, c'e' bisogno di voi/noi.

Per avere una sola possibilità di successo, bisogna prendere a modello il M5S, e se possibilie innovare anche più di quanto hanno dimostrato di saper fare Grillo, Casaleggio & co..

E questo vale per tutti gli altri partiti politici del pianeta, se vogliono sopravvivere. La politica rappresentativa come la conoscevamo nel XX secolo è destinata a scomparire.

Il futuro sono la Svizzera, la California, Atene del periodo classico, e chi prima lo capisce e lo riesce ad implementare in una proposta convincente, avrà maggiori probabilità di influenzare il futuro, non della Repubblica Italiana, ma di qualsiasi società.

Il progresso tecnologico ci da gli strumenti per realizzare appieno la crazia di democrazia, di uniformare cioé la distanza di ogni cittadino dal potere come se fossimo tutti seduti sul bordo di un vaso.

Le reliquie del medioevo come le strutture gerarchiche, l'uomo solo al comando, sia esso il primo ministro che il segretario di un partito, gli n-mila livelli attraverso cui la sovranità popolare era costretta e filtrata, possono oggi scomparire. Puff.

La rivolta contro la casta sarebbe arrivata in ogni caso. Arriva prima nel Bel Paese perché ci siamo beccati 20 anni di austerità, ma arriverà ovunque, solo un sordo o un cieco potrebbe negare di sentire o di vedere gli indizi tutto attorno a sé non solo in paesi come la Spagna, ma anche in paesi come il Regno Unito, dove la casta politica dominante sta letteralmente comprandosi la propria sopravvivenza giorno dopo giorno emettendo montagne di debito che ricadrà sulle generazioni future.

Tra le tanti possibili risposte, l'eliminazione di tutte le caste tramite la responsabilizzazione del cittadino, la democrazia diretta, l'effettiva implementazione della democrazia, il localismo, il federalismo, la decentrazione, l'accorciamento delle filiere di retroazione, direi in pratica il loro azzeramento, sono di gran lunga le migliori possibili risposte.

Non è pensabile di mettere su un partito politico che abbia lo scopo di sfruttare la dabbenaggine di chi ci mette le idee e la dabbenaggine di chi ci crede per comprarsi l'accesso ad una nuova casta, perché quando ci sono alternative disponibili e credibili che fanno a meno delle caste, il cittadino votante prima o poi si convincerà a votarle, perché sono di gran lunga migliori, da tutti i punti di vista immaginabili.

C'è tutta la storia umana a dimostrare che il governo dei migliori, o presunti tali, è necessariamente destinato ad un fallimento. Puà andare bene per 5 anni, per 10 anni, per 1 generazioni, per 10 generazioni, per 1000 anni, ma re, imperatori, caste, oligopoli, rappresentano tutti punti di vulnerabilità che prima o poi portano sempre e comunque a declino e scomparsa. Per chi non mi crede sulla parola, basta un ripasso di storia della Serenissima.

Grillo e Casaleggio dicono uno vale uno. Bisogna partire da là. Non perché lo dicono loro, ma perché il progresso tecnologico lo rende potenzialmente possibile, e quindi diventa necessariamente possibile.

Grillo e Casaleggio ci sono stati 8 anni ad arrivare da 2 voti a 7 milioni di voti. Se qualcuno fondasse un movimento simile nel Regno Unito o in Spagna, ed applicasse con la stessa bravura e capacità le loro tecniche, altro che 7 anni, ci starebbe massimo 3 anni ad arrivare a 10 milioni di voti.

Quando Grillo dice a tutti che i vecchi partiti sono morti, gli fa un favore. Perché è vero, sono morti, è morta la democrazia rappresentativa, che non è democrazia, o comunque non può esprimere totalmente una democrazia. Gli fa un favore, perché dicendogli la verità, li sprona ad adattarsi, come infatti ha cercato di fare il PD, con tutti i tentennamente che sono anche comprensibili.

Metto le mani avanti, e confesso che io non avevo proprio idea di come fosse stato organizzato Fare per Fermare il Declino. Leggevo NfA, avevo letto il manifesto, ero andato ad una cena a Londra (e confesso di aver espresso a Carlo Stagnaro in quell'occasione i miei dubbi sull'opportunità di presentarsi a queste elezioni mettendo su tutto di fretta e furia), avevo capito ci fossero dei comitati locali, ma non credevo fosse stato organizzato come un classico partito organizzato, con addirittura una direzione nazionale.

L'altro giorno ho sentito 5 minuti della diretta della direzione nazionale, mi sono messo le mani tra i capelli, e sono fuggito inorridito. Tra l'altro, non erano nemmeno 5 minuti caldi, ma coinvolgevano un paio delle persone che poi hanno votato contro la mozione Boldrin. Quel tipo di partito è nato morto. Non andrà mai da nessuna parte, una volta che al consumatore viene offerto di meglio.

La sfida è offrire qualcosa di meglio di quello che offre il M5S, ma nella maniera in cui lo offre il M5S.

Se il risultato della "democrazia diretta" condotta attraverso la rete sono le proposte del programma M5S, allora mi sembra evidente che la "democrazia diretta della rete" ha FALLITO.

Per inciso, io non sono contrario ad adottare spazi di democrazia diretta anche in FiD 2.0; credo anzi che sia una buona idea.

Ma mi sembra utile dare alla cosa un carattere deliberativo, con l'adozione di strumenti come i wiki e forse di pratiche come il metodo Delfi.

E in ogni caso, è essenziale che la rilevanza di tali spazi sia valutata in base alla qualità dei risultati. Il programma di FID è già di ottimo livello; se gli strumenti di democrazia diretta riescono a migliorarlo, ben venga. Ma se si ottengono risultati scarsi come il M5S, o la "fabbrica del Programma online" di Prodi 2006, meglio prenderne atto e rinunciare.

Alessandro,

 

grazie per la perfetta ed ottima sintesi

Per dare un'esempio della possibile virulenza elettorale del M5S, un esempio pratico: il Trapanese. 

Il M5S a Trapani è passato da 4.993 voti nell'Ottobre del 2012 a 13.307 voti alla Camera nel Febbraio del 2013. Ad Ottobre c'erano 3 candidati locali che tiravano la volata, a Febbraio non ce n'era nessuno (la prima trapanese in lista era al 18mo posto).

Stesso discorso ad Alcamo, dove è passato da 6.541 voti a 12.358 voti, non ostante non ci fosse nessun candidato Alcamese in lista alla Camera.

A Mazara si è passati da 4.074 a 10.165 voti, anche qui, nessun candidato Mazarese in lista alla Camera.

A Marsala si è passati da 4.684 a 15.243 voti, anche qui, nessun candidato Marsalese in lista alla Camera. 

Se consideriamo tutto il Trapanese, il M5S è passato da 32.456 voti il 28 Ottobre 2012, tirati da 7 candidati locali, che insieme avevano raccolto 17.681 preferenze (quindi registrando un traino effettivo sul risultato finale), a 87.531 voti alla Camera (40,18%, credo sia la percentuale più alta a livello provinciale in tutto il paese). 

Jeri sera con un amico allargavamo il discorso a tutta la Sicilia, ed analizzando i dati, a livello di singoli partiti il M5S con l'uninominale non avrebbe forse vinto 61-0, ma ci sarebbe andato molto vicino. Anche usando le coalizioni, avrebbe praticamente vinto tutti i collegi della costa sul Canale di Sicilia da Capo San Vito a Capo Passero, e tanti altri collegi nel resto della Sicilia.

Mi sono appena iscritto ma vi ho votato e vi seguo da quanto eravate Fermare il Declino! Anche secondo me questa è la linea giusta, aggiungerei l'unica, dobbiamo creare ed offrire qualche cosa che sia meglio del M5S perché ad offrire meglio della politaca 1.0 ci hanno già pensato i grillini!

 

La sfida è offrire qualcosa di meglio di quello che offre il M5S, ma nella maniera in cui lo offre il M5S.

 

+1

Totalmente d'accordo anch'io sull'adottare il modello M5S. Ci ho riflettuto molto in questi giorni e penso che Grillo e Casaleggio abbiano fatto un'innovazione epocale nel metodo di organizzazione. Possiamo non essere d'accordo con i contenuti ma occorre,riconosce i fatti: il modello è stato un successo strepitoso e quindi è meglio tenerne conto ed innovare in quel modo, al limite fino a clonarne almeno all'inizio il funzionamento per poi correggerne i difetti e migliorarlo. In particolare cio che è stato devastante è stata la combinazione rete più piazze, reale più virtuale, che ha dato agli elettori la sensazione di non esse solo passivi. Grillo poi ci ha messo del suo da uomo di spettacolo che sa benissimo come gestire un "pubblico". Grillo è ossesionato dall'idea che si formi na qualunque forma di struttura tra lui e la base: ogni mossa, ogni regola è concepita affinchè nessuno prenda posizioni di visibilità permanente e possa costituire un gruppo di potere nel movimento. Questo colla con la sua idea che se.qualcno in politica ci resta troppo o comincia a costruirsi una posizione ed una fama poi diventerà politico di professione e non piu di servizio, diventando uguale agli altri.

 

Penso che con la fine prossima di Berlusconi (non fosse altro per ragioni anagrafiche) rimane un bacino potenziale immenso da per un nuovo Movimento liberista organizzato come M5S. Non sono d'accordo con chi dice che con uninominale non si riesce a sfondare: ci riusci la Lega, si sfonda sempre se ci sono idee e metodi giusti. Cambia solo la logistica, si trattera di scegliere con quel metodo 1 candidato per collegio anzichè piu candidati, con molti piu collegi.

Io ci sono e penso che se faremo le cose con meno fretta della campagna elettorale che ci ha costretti ad agire senza troppo pensare, eviteremo gli arrivisti e lavoreremo per il bene del nostro paese che ne ha davvero bisogno.

Spero solo, vista la situazione attuale, non sia troppo tardi perchè comincia a spaventarmi la voglia di molti, sempre di più, di qualcuno che da un balcone possa dirgli/ci come fare per essere felici...secondo lui.

Ultimo appunto: credo sia fondamentale un "personaggio" che faccia da catalizzatore perchè se speriamo di far breccia nella massa con le sole idee stiamo freschi.

Bien joué Prof.

A completa disposizione come sai e in prima linea per mettere in piedi il primo movimento liquido italiano basato su piattaforma Liquid Feedback...

CB

Che tu sappia, ci sono altre piattaforme sul mercato? Qualcuno ne ha pubblica delle valutazioni?

Incentrare un movimento su una piattaforma informatica popolare comporta limiti non da poco.

Necessario invece sfruttare le potenzialità di LF per aiutare a progettare su temi concreti (anche a livello locale, per gruppi, per competenze) e per veloci sondaggi.

Mi sembra innegabile che la "nuova" democrazia debba basarsi sulla partecipazione attiva. Secondo lo schema Boldrin.

CP

Con tutta la simpatia personale, da non elettore, vorrei chiedervi un minimo esercizio di realismo.

Se si riesce a fare un governo e a fare una riforma elettorale con l'uninominale a doppio turno, ha senso avere un partito? I piccoli partiti hanno un senso o col proporzionale puro (e nel 1987 Democrazia Proletaria prese 642.000 voti, più o meno il doppio dei vostri ed elesse otto deputati, tanto per avere un ordine di grandezza) o con il Porcellum all'interno delle coalizioni, vedi Fratelli d'Italia.

 

Più in generale, con quale sistema elettorale (eccetto il proporzionale puro ex italiano o israeliano) un piccolo partito sarebbe vitale? Io vi consiglierei di fare qualche simulazione con i sistemi elettorali europei, in particolare tedesco o spagnolo. Con i maggioritari puri, a uno o due turni...no way.

 

Ad occhio, da quando c'è il suffragio universale, i grossi partiti sono sempre partiti "storici"  già esistenti (vedi l'evoluzione del PS francese che ha soppiantato il PCF, o il PCI che diventa primo partito della sinistra al posto del PSI dopo la Resistenza), o il risultato di un lungo lavoro dal basso (i Verdi tedeschi).  L'unico esempio in cui un partito ne ha completamente soppiantato un altro è stato il passaggio del ruolo di principale partito progressista in Inghilterra dai Liberali al Labour, ma penso che sia anche legato a trasformazioni sia della società che del diritto di voto.

Poi ci sono i partiti che crescono in modo esponenziale in situazioni di crisi, ma onestamente non vi ci vedo, perchè richiedono dosi massicce di demagogia  (è un complimento: come case study esemplare pensavo al rapidissimo aumento di voti di un certo partitino tedesco negli anni '30, 'nuff said)

E quindi la soluzione quale sarebbe? poni un problema ma non dai la tua opinione...

L'entusiasmo, piccolo o grande che sia stato, è dovuto al fatto di discostarsi da tutti gli altri...

è sensato quello che dici, a maggior ragione se si tornerà a votare a breve. Per non esser sorpresi a metà del guado sono riflessioni che spero faranno.

...mi sembrano sensate. Non le intendo come distruttive. Suggeriscono di tenere sempre abbastanza aperte varie prospettive, oltre a quella di costruire dal nulla un partito che diventi rilevante.

La prospettiva di entrare, come piccola forza politica ben organizzata, in un partito più grosso ed egemonizzarlo.

Oppure la prospettiva di coalizzarsi con altre forze, anche più grandi, e farle evolvere e muovere in una direzione utile.

E simili, adattandosi creativamente a condizioni ora difficilmente prevedibili. Anche per questo, è importante essere organizzati bene, in un modo che favorisca innovazione e rapidità di decisione, oltre che buona comunicazione fra vertici e base, dall'alto al basso come dal basso all'alto. 

La grande confusione (eufemismo) non ha attenuato la necessità irrinunciabile del progetto. Se riusciamo a fare quello che si dice, o meglio, quello che si scrive, personalmente dalle Marche ci sto e con me sicuramente molti altri. Che sia, però, la volta buona perchè se non si superano gli esami di riparazione si è bocciati come ben sa il nostro Professore.

Io ci sto professore! FiD è nato da un gruppo di fondatori e con esso che io mi sono rapportato e con loro che ho spsato il prgramma. Domenica ci vedremo con tutto il comitato in cui siamo e sono certo saremo pronti la nuovo cammino.

La grande confusione (eufemismo) non ha attenuato la necessità irrinunciabile del progetto. Se riusciamo a fare quello che si dice, o meglio, quello che si scrive, personalmente dalle Marche ci sto e con me sicuramente molti altri. Che sia, però, la volta buona perchè se non si superano gli esami di riparazione si è irrevocabilmente bocciati, come ben sa il nostro Professore.

Sceso il polverone, chiariamo le cose, ... e si riparte. Io ci sono.

Ma solo se Fra Michele decide di fare il priore.

 

Saluti,

[È la mia prima volta sul Forum]

Sono un normale cittadino e non un attivista ma ho votato FARE perchè ne condividevo il programma.

Dopo la débâcle ho provato ad informarmi di più sul "partito" e sono rimasto inorridito di ciò che stava succedendo sui social network..... 70.000 persone che urlavano/schimazzavano/insultavano/si disperavano/si vergognavano; insomma mi sembrava essere stato letteralmente scaricato contro il mio volere in qualche mercato/bazar di un altro paese...

Io desidererei farmi delle idee più chiare ed avrei bisogno di qualche risposta, ovviamente se possibile, ovvero:

  • *cosa sono, e a chi appartengono, etc.:Fare per Fermare il Declino e Ali - Fermare il declino, le due entità giuridiche menzionate nel comunicato stampa
  • *è possibile vedere la registrazione della direzione nazionale tenutasi lo scorso 27 Feb. così che io possa farmi un'idea delle persone e dell'origine delle discussioni?

 

Sono profondamente interessato a FARE ma ora ritengo che sia necessaria molta calma, molte spiegazioni chiare ed un "piccolo" piano per i passi da intraprendere nelle prossime settimane.

Desidero capire se mi posso "fidare" ancora o se devo ripiegare, per l'ennesima volta, su altre forze politiche.... "meno peggio".

L'elefante si mangia solo a fette e non in un sol boccone.... e masticandolo bene!

 

Cordialmente

 

*è possibile vedere la registrazione della direzione nazionale tenutasi lo scorso 27 Feb. così che io possa farmi un'idea delle persone e dell'origine delle discussioni?

 

uno e due.

Mi sono tesserato a FARE e non sono per nulla contento della piega, invero poco comprensibile, che le cose stanno prendendo. La spinta ad aderire me l'aveva data Giannino, persona che -tuttora- stimo e nei confronti della quale assolvo i comportamenti da dandy. La spinta a tesserarmi l'ho avuta da Boldrin, mio conterraneo, e per quanto (per deformazione professionale) sia portato a non fidarmi troppo del mio prossimo vorrei aderire alla sua prossima versione di FARE, nella speranza che sia quello che mi aspettavo dalla prima. Come intendete procedere?

Grazie per quanto sta facendo per l'Italia. Non sono ancora iscritto ma sono con Lei

Rimangono forti punti di unità

• la lettura della crisi italiana e delle politiche per affrontarla, espresse nei 10 punti;

• l’idea di mettere in piedi un processo democratico per decidere come andare avanti e chi guida il movimento.

Ci sono differenze importanti, relative al percorso per arrivare al congresso; ci sono giudizi diversi sugli errori e le inadeguatezze nell’azione di questi ultimi mesi.

Mi resta una domanda.

Quali pezzi di società vogliamo aggregare se non siamo capaci di ritrovare le ragioni dell’unità tra noi, con chi ha condiviso l’impegno di questi mesi, sicuramente improvvisato ma lucido negli obiettivi ed entusiastico

 

Un partito non è un club o un’azienda o una famiglia, che posso fare con chi voglio. Troverò anche persone che mi sembrano inadeguate e tattiche che non sembrano a me e ad alcuni le migliori possibili. E’ già moltissimo quello che c’è stato, una condivisione nel programma e un impegno disinteressato in termini di poltrone.

 

Vi prego, scrivete di meno, rilassatevi, riconoscete l’impegno gratuito degli altri, ritrovate le ragioni dell’unità, riconoscete chi ha la visione politica po’ lucida, siate capaci anche di rinunce senza disimpegno.

Il frazionismo di chi dice “o si fa come dico io o me ne vado porta solo a dissipare la speranza di molti che questa volta “ci hanno creduto”.

Nell'unire sta la leadership

Opinione personale :

Nuovo nome

Nuovo logo 

Nuovi professori 

Un leader si ma da costruire in casa con una formazione politica, poi sarà  la nostra forza della base a supportarlo fino a farlo diventare conosciuto e riconosciuto 

Un partito, dopo, prima un MOVIMENTO LIBERALE  capace di pensare proporre e non litigare

Concordo in pieno.

Aggiungerei uno statuto organizzativo, uno ideologico (liberale e monetarista, ma non so se c'è pieno accordo su questi indirizzi) ed uno programmatico.

Magari, oggetto di verifica collettiva su questo blog, molto ben organizzatro per i dibattiti.

Sto ascoltando lo streaming della direzione (ma non avro' tempo di asoltarla tutta, quindi lascio qui prime impressioni).

 

Interessante. Dopo aver solo la lettera di Michele, mi ero riservato il diritto di senire l'"altra campana".

 

E' pero' impressionante, nella direzione, la volonta' di non accettare la critica di base di Michele, e di parlare solo di punti procedurali (tipo: "si' ma il congresso era gia' deciso ... la lettera non cambia niente ... non si vede il perche' dobbiamo dimetterci"). Michele, senza nominarli, dice che sono stati fatti errori sistematici da alcune persone, e che queste persone di devono dimettere subito, lasciando il campo ad altri.

Se gli "accusati" non rispondono sul merito, difendendo le proprie azioni e dicendo che quelle azioni non sono state errori, allora danno ragione a Michele.

 

E' la classica trappola che Michele usa nei suoi contenziosi. Accusa l'altra parte di sbagliare e in genere l'altra parte non e' in grado di rispondere e quindi o ripete la stessa solfa, o cambia argomento, o s'incazza (per l'atteggiamento in genere poco rispettoso di Michele).

dopo la raccolta firme , il freddo dei gazebo e la neve nell'attaccare i manifesti elettorali, io ci sono ancora

Vi confermo il pieno appoggio mio e di tutti coloro che posso!

 

Per dar vita a quel giusto "processo democratico di aggregazione" che porterà la "Società Civile" a realizzare quella vera "Rivoluzione Liberale" indispensabile a Fermare il Declino e a Salvare il nostro Paese!

 

In alto i cuori!

Approvo e mi ci metto anche io.

Mi sono professato liberale per anni, poi la parola in Italia si e' sputtanata a tal punto che la evito come la peste. Inoltre, se avete familiarita' con i circoli liberali italiani, vi sarebe resi conto che c'e' percentuale statisticamente significativa di segaioli. Terzo punto, mi pare ovvio che porti sfiga.


Io continuo a sperare in un movimento, partito, circolo di bocce, quello che vi pare, senza componente ideologica, che dica abbiamo questo set di problemi e per proporli proponiamo queste soluzioni. That's it. Motivo per cui il nome FARE era perfetto. Poi, considerando che una roba chiamata Movimento 5 Stelle ha preso la maggioranza dei voti in Parlamento direi che conta poco, ma e' giusto per dare un'idea.

la presenza di Boldrin sempre più costante nei dibattiti e nelle partecipazioni al futuro congresso del movimento.

Purtroppo ha un lavoro dall'altra parte dell'Atlantico, così come la maggior parte dei fondatori, e questo compromette in parte la crescita e l'espansione del movimento nel territorio.

Che cosa sceglierà Boldrin? Riuscirà a conciliare le due cose? E' una scelta difficile, per questo Giannino era il candidato e il trascinatore in Italia ideale. Davvero peccato, l'amarezza non si può nascondere ma è necessario riprovarci piuttosto che continuare a guardare la realtà presente e futura di questo Paese.

scusate la fretta ma non so se è stato gia reso noto questo articolo, delle 15:15, apparso per pochi minuti, poi scomparso e riapparso in serata.

Intanto io vorrei capire (anche se immagino che la risposta dipenda da problemi legali non velocemente risolvibili) chi ha la titolarità del movimento FID e chi quello della lista elettorale FARE.

L'articolo è molto interessante, quantomeno per capire i termini della questione...  quindi Boldrin e altri fondatori si sono dissociati da questa linea?  Oppure si tratta di una posizione ampiamente condivisa, tale da ricomporre la scissione del movimento?  Nel comunicato si citano come interlocutori le "componenti liberali" di svariate associazioni, e come riferimento generale le proposte di Matteo Renzi.  Però Renzi ha appena pubblicato questa nota, e la sua partecipazione ad un'iniziativa del genere non sembra scontata.  (Forse interpreto male, e FID intende semplicemente proporre e sostenere Renzi come prossimo premier...?  proposta molto sensata IMHO, ma in tal caso perché dividersi?)  Poi si mette in chiaro l'intenzione di concorrere alle amministrative, ma questa era già la linea della DN, a cui Boldrin si era dichiarato contrario...  Sembra anche di leggere un certo scetticismo verso la democrazia partecipativa e l'uso degli strumenti tecnologici, cosa che la base sta interpretando come un invito a dare strutture più formalizzate al movimento, ma anche come critica alla linea espressa da Boldrin in questo stesso post.

In fin dei conti, il comunicato pone più questioni aperte di quante ne risolva.  Serve ancora chiarezza, soprattutto verso gli aderenti.

L'articolo era apparso in una forma, è stato rimaneggiato e ripubblicato ed ora è offline, non so se verrà ripubblicato o meno, non abbiam più a che fare con la gestione tecnica del sito.

Credo che a questo punto sia inutile

e infatti buona parte di coloro che intervengono sul sito di FID - e anche alcuni su questo - non ne sono capaci.

Avendo aderito a nFA oltre sei anni fa, ho imparato qualcosa in merito alla serietà di fondo dei suoi animatori, nonostante qualche occasionale ruvidezza. Pertanto, resto in serena attesa degli sviluppi preannunciati da Michele mentre trovo inopportuni interventi personali di singoli promotori (come quello linkato da Francesco Forti e commentato da tizioc).

Poi, ognuno farà le sue scelte.

La battaglia delle idee si vince sul lungo termine, e le idee devono essere al centro del tutto. Michele e' un ottimo portatore di idee, e questo e' il suo ruolo. Concordo col fatto che molti commenti qui che richiedono un leader o un Michele-leader sono abbastanza stonati.

 

Sul breve c'e' poco da fare. Anzi, moltissimo e' stato fatto. FARE in pochi mesi ha fatto cose straordinarie. Gli errori ci stanno e dagli errori le persone intelligenti imparano ad essere migliori.

Giustissimo. Con la calma si diradano le nebbie, e si raccolgono le idee (migliori)

Quello che è mancato a Fare fino ad ora era un leader che trascinasse il movimento e la venuta meno di Oscar ha accentuato il problema (al di là dei problemi legati allo scandalo). Gli eventi e il caos di questo giorni sono dovuti proprio al fatto che non c'era un organismo direttivo legittimato e credibile.

Boldrin può giocare questa parte, assieme però ad un direzione chiara da seguire con la quale siamo in molti pronti a partire.

Nella lettera di Boldrin si dice che la Direzione era stata nominata "da un Presidente irrevocabilmente dimissionario". 

Qualcuno mi sa spiegare quando e da chi è stata "nominata" la Direzione? Lo Statuto dice che viene eletta dal Consiglio. In questa fase provvisoria di avvio saranno stati eletti dalla Assemblea di costituzione, non è così? 

Boldrin sembrerebbe dire che sono nominati da Giannino come ultimo atto da presidente

Come nome, usando le parole del titolo di questo articolo, sceglierei sicuramente 'Andare avanti' piuttosto che 'Fermare il declino' (modello Kadima). 

Massi Gramellini oggi ci regala qualche cosa su cui riflettere e forse lo regala proprio a noi. (Link) Qui riporto quello che mi ha fatto pensare a noi:

 

Ma allora bisogna immaginarne [partiti] di nuovi, diversamente strutturati. Di certo il futuro non può essere affidato a miliardari e magistrati fai-da-te. Può anche darsi che la soluzione siano movimenti di persone perbene agglomerati dal web come i Cinque Stelle, ma dovranno risolvere l’intima contraddizione fra la trasparenza della base e l’oscurità della catena di comando. A cosa serve accendere una webcam in Parlamento se poi l’ufficio della Casaleggio & Associati, in cui si scrivono le regole e si decide la strategia, rimane ostinatamente al buio?

Hai proprio ragione su Casaleggio & Associati. Il problema è proprio nei termini da te indicati. Ma, se siriuscisse a far luce anche li dive deve essere "definita la strategia e le regole", credo proprio che questa è l'organizzazione più rispondente.

Cominciamo a scambiare le idee.

La questione morale all'interno del movimento Fare per Fermare il Declino era già stata posta da me e mia moglie a Treviso, ben prima del caso Giannino. 

La questione sorgeva innanzitutto sulla non trasparenza delle cariche e delle candidature, con i dovuti distinguo, alcuni erano stati "imposti" e non votati, altri ancora autoproclamati "Presidenti".

L'urgenza e lo stato di Guerra in cui FARE si trovava, prese di posizione transitorie da parte di coordinatori provinciali e regionali, ci hanno fatto attendere nel prendere più stringenti posizioni. 

Con quello che poi è accaduto, ho personalmente inviato più messaggi affinché si potessricostruire il movimento dal basso, come suggerito anche da Boldrin con la sua lettera e questo messaggio. Molti apprezzamenti da chi mi leggeva, grandi critiche da vertici di Comitati e Coordinatori.

Bassa trasparenza e sinonimo di oscure macchinazioni atte a ottenere privilegi: il fuggì fuggì di molti nostri candidati al Parlamemto forse ne è una dimostrazione: FARE non era un fine ma un mezzo, per la loro personale gloria.

In un incontro tenutosi a Silea, mia moglie ha fatto il primo intervento, proprio in questo senso, ha evidenziato anche una situazione paradossale, anche se già in passato già sorta, una semplice domanda: CHIEDETE COSA POTETE FARE VOI PER GLI ALTRI E NON QUELLO CHE GLI ALTRI POSSONO FARE PER VOI.

L'unico applauso da un centinaio di persone, quello di Michele.

 

Michele hai riflettuto?

Abbiamo bisogno del tuo illuminato parere per decidere come andare avanti.

Grazie

In quanto sta proponendo Boldrin, con tutto il mio rispetto e la considerazione, rivedo la costituzione del Partito Comunista Italiano di Berlinguer: con tanto di Comitati di base e di cellule di quartiere. Il che potrebbe anche andare bene. Anzi se mai nascerà una nuova struttura politica quanto più ramificata verso il basso sarà, meglio risponderà alle "reali esigenze" delle famiglie italiane: ultimo e solo riferimento di base cui l'organismo si deve dedicare. Ecco quindi che l'elemento imprescindibile da ben studiare per la messa in pratica di una organizzazione di questo tipo dovrà necessariamente essere la rete. Solo in questa maniera si riuscirà a stabilire contatti significativi con gli utenti (che lo vorranno) per aprirsi al dialogo con loro e recepire le loro istanze. In tutto questo, pero', intravedo la necessità di inserire dei "filtri" (come già ha dimostrato MV5S), certamente non per "censurare", ma ben per "limitare" all'essenziale le conversazioni. Personalmente per semplificare eliminerei i commenti e lascerei libero spazio a "esigenze" e "proposte". Se il tutto verrà articolato anche a livello "locale" automaticamente si avranno due flussi di informazioni e dialogo: il primo di mero contenuto politico organizzativo e propositivo a livello nazionale (tematiche ad ampio spettro quali i dieci punti di Fare, l'Europa, il quadro internazionale ecc), mentre a livello comunale, con coordinamento Regionale, meglio troverebbero spazio tematiche a carattere locale (smaltimento rifiuti, cocompatibilità industriale, "distretti industriali", interrelazioni con altri organismi istituzionali: Camere di Commercio - Confindustria - Confconsumatori ecc ecc). Per finire, in questa maniera si potrebbe anche pensare a una maggiore interazione sulla rete, con votazioni, elezioni e quantaltro, tutte rigorosamente via internet. Per fare questo, oltre a persone specializzate nell'uso del webb e disponibili sull'intero territorio nazionale, serve tempo e un buon coordinamento. Se Boldrin ci riesce è un terno all'otto. Buon lavoro e sempre disponibile per contribuire al buon fine dell'impresa. FG

ma siete davvero convinti che si tratti di un progresso? davanti alla tastiera ognuno è isolato, tende a seguire l'indirizzo preso dal dibattito perdendo di vista il quadro d'insieme e non coglie quelle sfumature che emergono da un confronto de visu.

Inoltre: che garanzie di trasparenza sono disponibili?

copio un post che ho pubblicato sulla pagina FB di FARE e di Giannino, in risposta ad una lettera/annuncio di De Nicola.
Sto cercando di capire quello che succede ma mi risulta difficile trovare delle vere colpe.
L'unica cosa che ho trovato strana è la storia dei post sul sito ufficiale di FARE che sono apparsi e scomparsi per ben due volte.

 

PER: Alessandro De Nicola
http://www.facebook.com/alessandro.denicola.5
POST: <<Due giorni fa i fondatori hanno pubblicato una lettera....>>

Belle parole: Life can only be understood backwards; but it must be lived forwards.
Ed è proprio sul backwards che mi soffermerei:
Parliamo del post sul sito di FARE che ieri è apparso e scomparso per ben due volte....
La prima volta i firmatari erano 4: lei, la Enrico, la Bruno e Stagnaro.
La seconda volta i firmatari erano solo 3: lei, la Enrico e la Bruno.
Poi la scorsa notte la Bruno si dissociava.
Adesso leggo questo e ci siete solo lei e la Enrico.
Inoltre il post menzionava: Italia Futura, Milano Forward, Renzi etc. auspicando e suggerendo migliori lidi.....
Allora visto che lei afferma -cito- <<...Le idee hanno conseguenze..>>, allora lei quali idee ha?
Perchè se mi interessava Italia Futura potevo benissimo votare Monti o Fini o Casini, se invece mi interessaza Renzi sarei andato alle primarie a dargli una mano.
Visto che non è quello che ho fatto, ma ho votato FARE, forse sarebbe il caso che lei e la Enrico chiariste le vostre idee un po' più pubblicamente per far capire da che parte state: non per mettervi in croce, rispetto le vostre opinioni, ma date a me, ed a molti altri, la possibilità di scegliere liberamente ed onestamente da che parte stare senza faziosità.
Il fatto stesso che i post siano stati pubblicati e poi "cancellati" è già un segno di poca chiarezza ed un po' di presa per i fondelli (now you see, no you don't, come se fosse un scherzo). Non mi ritengo uno smanettone, come la Enrico intendeva, tuttavia in questo momento è l'unico mezzo per sapere e tenersi aggiornati su FARE.
Per cui le chiedo gentilmente e nuovamente: lei quali idee ha?

Cordialmente

 

Secondo me, Michele, dobbiamo fare un passo indietro e pensare seriamente a come creare una base di consenso più ampia. Non è vero che il partito di Grillo è "giovane", Grillo sono per lo meno 10 anni che costruisce la base del suo movimento. Abbiamo toccato con mano che scrivere un programma elettorale serio e concreto è la minima parte di un movimento che ambisce alle elezioni.

 

Ci sono tanti temi in gioco. Ma devono essere sviluppati in una strategia comunicativa concreta mirata ad ottenere consenso. Dalla mia, avendo 26 anni e lavorando all'estero, sento che, per esempio, il tema dei "giovani disoccupati" vada reso partendo da concetti più pragmatici (per esempio, combattere la cultura del voto in pagella) delle statistiche e delle analisi economiche.

 

La gente non nota la differenze tra Fare e il resto perchè ragionando in astratto, senza saperne di economia, le cose sembrano troppo simili. Bisogna scendere nel micro, nel concreto, in quello che la gente vive ogni giorno. Per dire, io ho dovuto lottare non poco per fare un piccolo stage in Cina a chiusura della mia triennale, non ricevendo nessun credito dall'università. Queste storie, proposte concrete a questo livello, devono cominciare ad apparire sul sito di Fare o su nfa o su quello che sarà.

 

Un'altra cosa e chiudo. Si parla di "web". Lasciami dire che se ne parla troppo e troppo male. Le elezioni sul web sono un'idea abbastanza ridicola. Ma una volta che ci sei sul web, si deve garantire un engagement quotidiano, non si può tenere la base a digiuno di contenuti per settimane. Ci sono concetti interessanti e io cito sempre la qualità di hackernews che forse andrebbero testati. Ci deve essere un modo, per contenuti di qualità che non arrivano dai fondatori o dai più noti, per arrivare alla base in maniera filtrata (nessuno vuole leggersi 200 articoli scarsi al giorno, ma 1 o 2 di qualità sì).

 

Insomma, di lavoro ce n'è. Grillo prima o poi si sgonfierà perché ciò che propone è impraticabile. Ora, sarà tra pochi mesi, o tra pochi anni, ma noi dovremmo avere le capacità e la lungimiranza di esserci in entrambi i casi.

Vedo che l'orientamento si sposta empre più su Grillo e il MV5S. Invito tutti a andare a leggere il "Non Statuto" del MV5S. Scopriranno che il cardine di tutto lo statuto fa riferimento al blog di Beppe Grillo e a quanto da lui "legiferato". Per contro, per chi volesse acculturarsi su altre "devianze" verificatesi nella compilazione degli statuti, riporto di seguito una nota riportata su liberalblog: liberalblog.eu/2009/10/05/lo-statuto-liberalsovietico/. Nella sostanza, credo che prima di parlare di statuto bisogna ben comprendere "come si vuole fare politica" e quale dovrebbe essere "la finalità politica" di riferimento. Io, personalmente continuo ad essere per una formazione elastica e aperta (sul tipo del MV5S) con ben altre finalità (Europa innanzitutto con orientamento Liberale), ma soprattutto "partecipativa" attraverso una forma di Web controllato (libere comunicazioni di "Esigenze" da soddisfare e "Proposte" per risolvere i problemi. Il tutto nella cornice ben più prioritaria di una rivisitazione della Costituzione Europea che vada verso un'Europa Federata. FG

Caro Boldrin, da frequentatore di nFA sul sito e alle Giornate di Siena mi sono immediatamente convinto della qualità della vostra iniziativa, alla quale ho aderito fra i primi, compiacendomi anche della sinergia con il bravissimo (laurea o non laurea) Giannino . Ho avuto occasione di ascoltarti un paio di volte a Firenze, e come che sia andata poi (ho seguito per quanto ho potuto) desidero confermare stima e piena fiducia, intellettuale e morale, a te personalmente e ad altri fondatori che ho conosciuto alle Giornate (con te ci siamo fuggevolmente incontrati a Firenze).

Ciò premesso, credo che una questione morale esista, come ovunque. Sono convinto che noi (in qualsiasi modo ci chiameremo) dovremo distinguerci costantemente per uno stile del tutto diverso da quelli cui ci ha abituato la politica nazionale: il nostro stile deve chiamarsi TRASPARENZA, CHIAREZZA, SEMPLICITA'.

Ogni aderente/simpatizzante deve essere sempre in grado di capire come stanno le cose del movimento/partito. 

Non sempre è stato così. Prima delle elezioni ho ricevuto, come tutti gli aderenti registrati, l'invito via e-mail a sottoscrivere le liste dei candidati, in vista del loro deposito formale: ma con mia sorpresa queste liste non si vedevano da nessuna parte, nè in allegato al messaggio nè sul sito di Fare. Mie richieste di info al mittente delle e-mail non hanno avuto risposta.

Ho comunque dato il mio voto, convinto che occorreva in ogni caso "contarci" e che importava soprattutto passassero le idee prima delle persone, ma sono rimasto deluso da questa mancanza di chiarezza e trasparenza verso gli aderenti. Ancora non mi è chiaro come siano state formate le liste, e questo secondo me non va bene, indipendentemente da come sia poi andata. 

Quale che sia la tecnica organizzativa che seguiremo d'ora in avanti, occorre a mio avviso che sia improntata alla massima chiarezza e trasparenza, senza spazi per giochetti di piccolo cabotaggio.

Un cordialissimo saluto

Giuliano Delfiol

L'Oscar della credibilità, di F. Sylos Labini. 

RR

appena l'avv. ghedini si libera, a giannino ho intenzione di chiedere i danni.

mai però vorrei essere confuso con quelli che praticano il più classico dei "calci dell'asino".

La lezione da imparare e' che l'economia si impara studiando, non acquisendo titoli, ne' per trasmissione genetica, come pensa qualche saccente complessato. 

Non mi interessa se di sx o di dx; l'importante è provare a dare un'altra spallata.
Per cui visto che la nostra percentuale (FARE) ha contribuito a non dare i voti a Berlusconi e fermarlo sicuramente al senato, continuiamo con qualche opera dall'esterno.


temi.repubblica.it/micromega-appello/

 

Cordialmente

Sono perfettamente d'accordo con te, Peo, intorno ad un progetto che vale, e da molto ne sentivamo la mancanza, ci si rimboccano le maniche e ci si butta con energia e generosità.

Siamo "noi" che dobbiamo edificare questa "Cosa", ognuno con il suo ruolo e la sua competenza, ma senza dimenticare l'obiettivo comune: rendere possibili i 10 punti!

riporto parte di articolo di Massimo Gramellini su La Stampa

perche' in questo "silenzio" da fb del dopo elezioni forse dovremmo interrogarci veramente su questo tipo di tematiche

. "E ora che ci siamo svegliati, per reazione vorremmo buttare tutto all’aria, convinti che per fare politica bastino un ideale e una fedina penale intonsa. Non è vero. Gli ideali e l’onestà sono la base per distinguere i buoni leader dai cialtroni che ci hanno ridotto in questo stato. Ma la politica è anche un mestiere con regole precise: l’attitudine all’ascolto, la conoscenza della materia trattata e delle procedure legislative, la capacità di giungere a una sintesi che in democrazia è quasi sempre un compromesso tra diversi egoismi, come ben sa chiunque abbia frequentato un’assemblea di condominio. Era così ai tempi di Pericle e delle lavagnette di creta. Lo rimarrà nell’era di Grillo e del web, con buona pace di chi pensa che la democrazia diretta possa abolire il filtro della rappresentanza. I rimpianti Cavour e De Gasperi non erano dilettanti o improvvisatori. Erano politici di professione".


anche all'interno del movimento /partito si e' peccato di questa innegabile sciatteria: pensare che tutti possano avere la competenza di fare il politico, a prescindere.

Ora invece, dopo aver perso, ci ritroviamo incapaci di dialogare veramente per ricominciare.  Le formidabili idee espresse nei dieci punti sono oscurate dalle diatribe infinite e emerge lampante una unica verita': non sappiamo ancora fare politica e invece di cominciare umilmente a studiare su come proseguire assissistiamo a una frenetica caccia ai distinguo.

Aspetto, perche' nella mia funzione di "base scartina" non mi resta altro. Invito tutti pero' a smettere di far distinguo e prendere atto che da bravi economisti  difficilmente ci si trasfroma in bravi politici. Non ho perso la fiducia, ma non vedo molti libri aperti ne  tanta umilta', doti fondamentali per il cambiamento di rotta

Urge organizzazione di congressi, perlomeno regionali o per province confinanti,onde partire dal basso con una seria proposta di Forma Partito. So che siamo una base valida e ricca di buon senso,proposte ed esperienza ma se non ci raduniamo e contiamo guardandoci negli occhi,confrontando le nostre proposte di presenza sul territorio,ciò che resterà saranno solo amari sfoghi sul web e ci leggeremo pensando quanto siamo bravi e giusti e quanto contiamo un .....!

Visto il regolamento del congresso, appare ormai evidente che tutta la costruzione di Fermare il Declino è stata un' emanazione del prof Brusco volta a poter utilizzare il voto alternativo in qualche caso pratico.

Io approvo ;)

Viene dal blog di LSE.

parecchie testate in rete, una peggio dell'altra.

l'autore è un dottorando in giurisprudenza, sconosciuto.

boh, l'articolo non mi sembra un gran che, svolazza attorno a diverse tesi più o meno complottiste senza mostrare la stessa decisione che esibisce sugli esiti previsti

lo metterei nello scaffale del folklore italiano, in basso.