Aria Fritta - II

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Perché scrivere 868 parole senza dire un cazzo?

P.S. Reso edotto di un grande precedente, ho aggiustato il titolo.

Non so chi sia il signor Franco Venturini, ma ora so che è capace di parlare a lungo senza dire un assoluto niente, ossia (in italiano corrente) senza dire un cazzo.

Già me l'immagino alla sera quando torna a casa (o al mattino, che ai giornalisti piace far tardi) tirar la giacca sulla poltrona annunciando "Gioite. Anche oggi mi son guadagnato da vivere vendendo aria fritta." Contento lui, contenti tutti. Ma, visto che scrive per il pubblico, io che sono parte del pubblico mi chiedo perplesso: ma non ha niente di meno irrilevante da dire? Detto in "economichese": quante ore ha perso a scrivere niente? Io, a scrivere del niente, ci sto perdendo dieci minuti. Scommetto che i suoi son stati venti volte di più ...

Domanda: a che serve avere editorialisti che invece di arrischiarsi di esprimere un giudizio, fare un'analisi, avanzare una critica, delineare un'ipotesi di lavoro, allertare ad un rischio, evidenziare un merito, favorire un'opinione foss'anche balzana, altro non fanno che ciurlare nel manico e ripetere (riassumendole in un italiano da terza media) le cose che pure la mia domestica ha appreso al largo delle ultime due settimane? A che serve? Perché lo pagano? Perché così i gonzi pensano d'aver letto un articolo intelligente? Ha lo stesso contenuto intellettuale d'una puntata del Gran Hermano, for Christ's sake!

Direte voi: ma che te ne frega? Rispondo: nulla. Passavo di qua per caso tra una moglie che va a dormire ed un cane che non ancora. Ho dieci minuti da buttar via, insomma.

Ma il più diffuso quotidiano italiano non dovrebbe servire, qualche volta, per dire cose non analoghe a "l'acqua bagna, il fuoco scotta ed i pedi puzzano"? Chiedo, di nuovo: a che servono costoro? Le masse, di cosa si pasciono? Aria fritta? Strano, ingrassano comunque.

Che sia per questo che i Catarrhal Noise (questi nostri fratelli intellettuali in esilio) si chiedono, parmedianamente, "mama mama e scorese pesa?"?

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Commenti

Ci sono 24 commenti

Da verificare che siano stati venti volte di più.

È vero. Ho scritto in fretta e questo fatto non ho potuto verificarlo. Per questo "scommettevo" invece di asserire. Magari l'ha scritto in un attimo ed io perdo la scommessa. In un certo senso è una scommessa che mi piacerebbe perdere.

 

Per il'autore e il testo in questione valgono le stesse considerazioni svolte qui. Un piccollo assaggio con solo frasi dispari. Altre sequenze disponibili su richiesta.

1. Celebrata con entusiasmo su entrambe le sponde dell’Atlantico, quella tra Barack Obama e i suoi alleati europei rischia di diventare una luna di miele tanto appassionata quanto breve.

3. Aspettiamoci, e non saremo noi a dolercene, solenni riaffermazioni di un legame antico, grandi manifestazioni di amicizia e calorose promesse di collaborazione.

5. Ma dietro la barriera dei sorrisi scontati, è in agguato un dissenso profondo e già acrimonioso che ai tempi dell’idillio nessuno avrebbe potuto prevedere.

7. Obama porta in valigia un messaggio chiaro: se si vuole evitare un disastro servono nuovi massicci stimoli fiscali, i governi devono allargare ulteriormente la borsa e favorire il rilancio economico attraverso la crescita dei consumi.

9. Gli europei continentali (perché la Gran Bretagna è piuttosto vicina agli Usa, come spesso le accade) considerano irragionevole spendere per nuovi stimoli prima di aver verificato il funzionamento di quelli già adottati.

11.La disputa risulterebbe soltanto dottrinale (e si scoprirebbe probabilmente che tutti hanno ragione) se non venisse versata, qua e là, qualche goccia di veleno.

13. Inoltre gli europei negano che i loro stimoli siano globalmente insufficienti, dichiarano di voler proteggere la solidità dell’euro e sornionamente «capiscono » che un sistema di regole e di monitoraggio risulti fastidioso per Wall Street o per la City di Londra.

15. Quanto basta per mettere a rischio, dietro la solita facciata consensuale, l’effettivo esito del G-20.

17. Vero, ma questa volta la partita viene giocata al cospetto di arbitri che non perdonano: la crisi economica, la disoccupazione, le borse, la fiducia che manca per rilanciare i consumi.

19. Compromessi di basso profilo nemmeno.

21. Intendiamoci, Barack Obama resta per gli europei un simbolo di speranza e nessuno manifesta rimpianti per il suo predecessore.

23. Obama riapre il dialogo con la Russia, tratta sullo scudo antibalistico e di fatto rinvia l’allargamento della Nato a Georgia e Ucraina?

25. Mano tesa anche all’Iran?

27. Nuova strategia in Afghanistan?

29. E ancora, l’Europa teme il G-2, quel rapporto privilegiato tra America e Cina che oggi pare inevitabile.

31. Gli Stati Uniti vorrebbero una sostanziale diversificazione degli approvvigionamenti energetici dell’Europa, che invece resta dipendente da Mosca e lo resterà malgrado il progetto Nabucco.

33. Problemi minori, quando vengono paragonati all’ampia piattaforma di convergenze che resta tra europei e americani.

35. E si aprirà per questa parte dell’Atlantico il tempo delle illusioni perdute.

La mia domanda è sempre la stessa. Ma come funziona questo sistema degli editoriali? Allora, forse c'è qualcuno del giornale che chiama l'editorialista "x" e dice: Allora, perchè non scrivi un pezzo su questo? E poi, mi chiedo, ma il pezzo è sottoposto ad una qualche approvazione?

Oppure sono gli editorialisti che scrivono spontaneamente e poi sottopongono il pezzo alla trafila dell'approvazione?

Nel primo caso, gli editorialisti mi sembrano dei pennivendoli che, a comando, buttano fuori un commento, quale che sia; nel secondo caso, se non si sottopone a verifica quanto gli editorialisti storici di un giornale propongono, mi sembra che sia il giornale a mettersi in vendita come spazio.

In entrambi  i casi, anche in ragione delle critiche che sono state evidenziate su NFA in merito ad alcuni editoriali, mi sembra che non ci sia nessun controllo.

 

Non molto tempo fa balzò all'onore delle cronache il caso di una bambina brasiliana di 9 anni rimasta incinta a seguito di uno stupro che venne fatta abortire per motivi di salute. Un prelato del posto intervenne, in modo non molto opportuno, a sottolineare che comunque secondo il diritto canonico era scattata per i medici la scomunica "latae sententiae", che vuol dire senza un pronunciamento ma in modo automatico nel momento in cui veniva commesso il procurato aborto.

Qualche giorno dopo un editorialista di Repubblica, alle prese con lo sport più in voga del momento che è quello di infamare e diffamare la Chiesa, scrisse nell'impeto del suo articolo la scomunica aveva colpito non già i medici, bensì la bambina stessa! Quello è davvero un editoriale vergognoso...

Wow....ai wow voglio sempre credere...ma non ci riesco....e quindi provo a controllare...non avendo il lexis-nexis italiano a portata di mano ho provato artigianalmente....sarebbe questo? http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/07/la-bambina-la-scomunica.html , cioe' quello di Sofri, che non mi sta per nulla simpatico, ma non mi sembra abbia scritto che sia stata scomunicata la bambina di nove anni...ma che dal Vaticano fanno sapere che la scomunica del Vescovo era un atto dovuto....non la scomunica allo stupratore....ma al medico era un atto dovuto....

ma magari nella fretta ho letto l'articolo sbagliato....

 

Credo che l'espressione "aria fritta" sia stata usata per la prima volta da Ernesto Rossi.

Ottimo precedente anche quello anche se, credo, che di per se l'espressione esista da parecchio tempo, no?

 

Vedo un sollevarsi di scudi ed altra ferraglia.

Io ho espresso la mia opinione svariate volte. Voi esprimete tranquillamente la vostra, più o meno apertamente o anonimamente. Affari vostri.

Non è vero, comunque, che le "opinioni" contano indipendentemente dalla loro fonte. Per due ragioni molto, ma molto banali

1) Ciò che conta indipendentemente dalla fonte sono "asserzioni scientifiche", ossia prove molto convincenti che il fatto X è tale o che da A segue logicamente B e non, come io credevo, C. Certo, questo tipo di cose contano indipendentemente da chi le dica. Ma non sono molto frequenti, per quanto su nFA si faccia uno sforzo notevole per concentrarsi su di esse.

2) Le opinioni, invece, hanno tanto più valore quanto uno è disposto a metterci dietro la sua faccia. Mi dispiace, ma è così. È un fatto, non una teoria mia (ossia, non è un'opinione). Infatti, storicamente, le UNICHE opinioni o idee o valori o principi guida o chiamatelicomevolete che abbiano avuto una qualsiasi rilevanza sono quelle il cui (o i cui) propugnatore/i ci hanno proprio messo la loro faccia e la loro reputazione. Le altre, quelle anonime, si sono sempre dissolte nell'oblio dei più, ed anche dei meno. Ripeto, è un fatto. Corrisponde all'antico detto secondo cui you got to put your money where you mouth is. Non è obbligatorio, sia chiaro, ma così è. Gli esseri umani così funzionano. Date un'occhiata alla rete e chiedetevi: delle centinaia di migliaia di blogs che ci sono in giro, quali sono quelli che contano? Se ne trovate uno fatto da anonimi che conti per davvero, segnalatemelo. Io non lo conosco.

Such is life. Non prendetevela con il messaggero (io) se trovate sgradito il messagio.

Buona settimana a tutti, a quelli con i nomi ed a quelli con gli a-nomi ugualmente.

io credo che l'opinione che più conta sia quella pubblica tipicamente anonima e di massa. Gli interventi anonimi sono solo dei segnali anticipatori. L'opinione pubblica la si può ignorare ( come fa il PD ) o la si può cavalcare come fa BS: ma di fatto esiste . Il 68 , la caduta del muro di Berlino, la fine dell' apharteid, sono eventi che senza l'opinione pubblica non sarebbero successi. Gli arabi raggiungeranno l'indipendenza solo quando l'opinione pubblica araba lo deciderà. E la borsa americana tornerà a salire solo quando gli americani lo decideranno , indipendentemente dai vari opinion leader che passano in televisione. Ho appena sentito del nuovo piano di salvataggio del messia , lui ce la mette la faccia ma il culo è sempre quello degli altri ne più ne meno che il nostro BS.

Il primo esempio che mi viene in mente: si è dibattuto per secoli se "William Shakespeare" fosse o meno uno pseudonimo. Non mi sembra che questo abbia minato la sua autorevolezza. Un esempio più recente è il collettivo "Luther Blisset".

È vero che lo pseudonimo ti permette di dire cazzate senza dovertene vergognare (se sia un bene o un male mi sembra difficile da determinare); è falso che lo pseudonimo non possa avere una reputazione associata.

 

Infatti, storicamente, le UNICHE opinioni o idee o valori o principi guida o chiamatelicomevolete che abbiano avuto una qualsiasi rilevanza sono quelle il cui (o i cui) propugnatore/i ci hanno proprio messo la loro faccia e la loro reputazione.

 

Purtroppo a volte il prezzo da pagare per dire quel che si pensa e' sufficientemente alto da scoraggiarne l'espressione: mica dappertutto esiste il Primo Emendamento, e anche in paesi di tradizione liberaldemocratica come la Gran Bretagna le leggi contro la diffamazione o per la "protezione della privacy" possono essere usate per limitare la liberta' di pubblicazione (e prova a pubblicare in Italia con nome e cognome le intercettazioni di BS e Carfagna e poi vedi che ti succede).

Finalmente, certe forme di illegalita' di massa possono essere utili a chiarire che leggi esistenti non hanno il supporto di una grossa parte dei cittadini, e vanno cambiate: il Diciottesimo Emendamento alla fine fu abrogato anche perche' talmente tanta gente frequentava di nascosto speakeasy joints, che avere una legge che proibiva il consumo dell'alcool stava coprendo di ridicolo l'autorita' dello stato. Io penso che andra' a finire cosi' anche col file sharing.