Brunetta, luci ed ombre

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Al contrario di altri, Renato Brunetta non ha cominciato male il proprio lavoro di ministo. In particolare, trovo condivisibile la decisione di rendere pubbliche le consulenze dello stato. Ma non è tutto oro ciò che riluce: oltre al rischio che finisca come Bersani ("partiam, partiam, partiamo ..."), c'è poi il fatto che oggi il Corriere pubblica una sua intervista.

La stampa ha dato un certorisalto (dovrebbe farlo in modo continuato) all'iniziativa di Renato Brunetta di rendere pubbliche le consulenze esterne che l'apparato dello stato ha utilizzato e pagato nel 2006. Mi auguro continui a farlo, annualmente, nel futuro.

Alcune riflessioni.

- Contrariamente a quanto molti commentatori hanno suggerito, questa operazione non ha nulla in comune con la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi personali, avvenuta alcune settimane fa per opera dell'Agenzia delle Entrate. In questo caso lo stato sta semplicemente rivelando ai cittadini come spende (parte de) i soldi che raccoglie con le loro tasse. Questa pratica - comune negli USA dove (per esempio) i salari dei professori delle università statali sono pubblici - permette un minimo di controllo sui criteri di spesa dell'apparato dello stato. Non intrude nella privatezza di nessuno, non solo perché non ne riporta l'intero reddito ma anche perché non obbliga nessuno a fare da consulente pubblico, mentre la dichiarazione dei redditi è obbligatoria. Lo stato rende conto ai contribuenti di come spende i loro soldi; chi non gradisce si sappia quanto percepisce dallo stato si trovi un altro lavoro.

- Le liste andrebbero attentamente studiate ed un rendiconto dei servizi resi andrebbe richiesto. Ho dato un'occhiata: vi sono le cose più strane e sorprendenti. Brunetta: potresti anche mettere dei piccoli rendiconti di COSA queste migliaia di consulenze abbiano prodotto di utile per gli italiani? Se poi avanza tempo, potremmo anche sapere quanti permessi sindacali retribuiti e quanti distacchi ugualmente retribuiti esistono nei vari comparti della pubblica amministrazione, dai comuni sino ai ministeri? Questo è tanto per dare un'idea ... la lista di cose in cui lo stato spende i nostri soldi e che potresti rendere pubbliche è molto lunga. Si tratta di continuare.

- È fondamentale attaccare di petto il problema "Pubblica Amministrazione, apparato dello Stato, burocrazie ministeriali romane". La domanda che mi pongo, e che pongo sia a Brunetta che ai lettori è: che fare? Quali strade seguire? Ci accontenteremo dei soliti proclami o esiste una strategia credibile ed efficace? In cosa consiste?

Aldilà dell'iniziativa sui tabaccai, discussa nel post di GG precedente a questo e che anche a me sembra un'idea non propriamente geniale, l'impressione è che Brunetta ci stia sinceramente provando. Gli consiglierei una certa cautela e di evitare eccessi di protagonismo; soprattutto, gli consiglierei di dare solo colpi forti tralasciando gli annunci. La bestia è piena di trucchi, guai ad offrirle il destro e guai a dare l'impressione d'aver fatto quando ancora così non è.

Il consiglio di cautela si estende anche alle interviste, meglio a certe interviste. Spreco di autolelogi a parte, Renato Brunetta non si rende conto di aver detto alcune sonore e solenni corbellerie? Speriamo siano affermazioni passeggere, causate dall'ebbrezza del momento ...

 

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Commenti

Ci sono 75 commenti

Egr.prof. Michele Boldrin,

lei è celebre per essere sempre in grado di addurre motivazioni plausibili alle sue affermazioni.

Potrebbe spiegarci meglio quali sono le corbellerie che va dicendo il Brunetta e motivarle? 

 

Credo di dovere una risposta, anche se molti lettori hanno già risposto per me. Visto che non condivido alcuni dei commenti, è meglio che io dica la mia per evitare confusioni.

Anzitutto, non ho apprezzato per nulla il commento di Federico Spano secondo cui Brunetta è un "cialtrone" (e, se Spano ha ragione nella sua inferenza, anche di Paolo Uliana, che però non ha ancora chiarito a chi si riferisca il suo di insulto). Questo per due ragioni:

- Non ho alcuna evidenza che Renato Brunetta sia un cialtrone: a norma di vocabolario tutta l'evidenza che ho dice l'opposto. Forse lavora troppo, ma cialtrone proprio non è.

- Non ho nulla contro il dare del cialtrone a chi cialtrone lo è, ma occorre motivarlo e documentarlo. Gli insulti pubblici vanno giustificati in modo preciso, altrimenti sono solo vigliaccherie. Quest'ultimo È un insulto ed È motivato in modo molto preciso: considero una vigliaccheria usare un luogo pubblico come nFA per scriverci insulti ai propri "nemici" politici senza neanche fare lo sforzo di spiegare cosa motivi gli insulti. Se avete delle ragioni argomentabili, scrivetele. Altrimenti astenetevi dall'insulto gratuito ed andate a sfogarvi altrove.

Passiamo al mio di aggettivo: corbellerie. L'intervista rilasciata da Renato Brunetta al Corriere ne contiene parecchie. Va detto che, come qualcuno ha suggerito nel dibattito, forse l'effetto valanga che l'intervista provoca è causato ad arte da un giornalista intento più allo scoop che alla documentazione serena. Questo è possibile, ma tant'è: Renato Brunetta farebbe meglio a fare più attenzione prima di dire certe cose. Tralasciamo anche la parte personale, non mi sembra il caso di entrarci. Veniamo alle corbellerie econmiche.

 

1) Ma è un fatto, non una mia opinione: il declino non esiste. Non esiste

la recessione, né in Italia né nel mondo: recessione è quando per due,

tre trimestri di fila il pil diminuisce; invece l’Italia è sempre

cresciuta, sia pure poco.

 

Che si è in recessione è una cosa che si scopre sempre dopo, vari mesi dopo. Lo stesso vale per quando incomincia la ripresa. Quindi non può essere un "fatto" che siamo o non siamo in recessione: semplicemente è un argomento sul quale è meglio stare zitti o dare giudizi molto cauti. Non credo serva documentare che i tassi di crescita misurati, sia in Italia, che in quasi tutto il resto d'Europa che negli USA, sono calati sostanzialmente e sono sotto trend. Tecnicamente parlando siamo quindi in una "growth recession", ma lasciamo stare i tecnicismi. Diffondere ottimismo immotivato è pratica pessima. Fingere poi che l'Italia non sia un paese in declino, almeno al momento, è errore grave: perché cambiare radicalmente, perché riformare se non siamo in declino?

 

2) Non esiste neppure la crisi dei subprime ». Come non esiste? «Esiste

una crisi di crescita. E di governance. Ma i subprime non c’entrano

niente. I derivati sono un aspetto virtuoso, positivo, della

straordinaria crescita economica americana di questo decennio. La

tensione sui subprime incide in minima parte sui bilanci delle banche.

Crederà mica che la Northern Rock sia fallita per i subprime? È

crollata la fiducia dei risparmiatori. Dobbiamo e possiamo recuperarla».

 

Qui siamo alla pura fantasia. A meno che non voglia dire che, in astratto, l'idea di "subprime mortgage" non è in "crisi" (e come potrebbe esserlo?) l'intera sequenza di affermazioni è priva di senso. Non solo perché la crescita economica americana post 2001 è stata tutto fuorché straordinaria (molto inferiore a quella del ciclo precedente in tutte le dimensioni rilevanti) ma anche perché dire che trattasi di "crisi di governance" senza spiegare di cosa si parla (ossia di governance del sistema bancario, spero, e dell'insieme di strumenti derivati creati negli ultimi 15 anni) è brutta abitudine. Ed infine, tanto per non smettere di fare il professorino: un economista non dovrebbe confondere "derivati" con "subprime", sono cose ben diverse come tutti sappiamo.

 

3) «L’economia italiana non è messa male. È in sofferenza per il prezzo

del petrolio. Controllo dell’offerta, aumento della domanda: agli arabi

conviene tenerlo sotto piuttosto che venderlo».

 

Come fa a dire cose del genere? Un'economia che non cresce da quasi 15 anni non è messa male? Un'economia dove il salario reale medio è praticamente stagnante da più di un decennio non è messa male? Tutto si deve al prezzo del petrolio che ha cominciato a crescere seriamente solo da 2 o 3 anni? Gli "arabi" tengono il petrolio "sotto" (terra, presumo) perché gli conviene? Se gli conviene, fanno solo il loro lavoro, no? It's capitalism, honey! Un ministro economico dovrebbe semplicemente evitare di dire queste cose, punto.

 

4) «Lanciando gli eurobond. Titoli europei, garantiti con le eccedenze

auree e valutarie della Bce. Enorme risparmio, enorme investimento

nella ricerca, enormi risorse per la sicurezza e le infrastrutture dal

Baltico al Mediterraneo, da far impallidire il tunnel sotto la Manica e

il ponte sullo Stretto: l’Europa ripartirà. È l’idea keynesiana che ho

in comune con Tremonti e Delors».

 

Ecco, appunto ... l'idea keynesiana in comune con Tremonti e Delors. Stendo un velo pietoso, mi sembra sufficiente.

Approfitto per due ulteriori commenti sull'operazione trasparenza, che alcuni hanno trovato insufficiente e raffazonata. Sembra lo sia, condivido le critiche avanzate. Ma va utilizzata: la società civile e l'opinione pubblica dovrebbero chiedere conto a questo governo, ed in questo caso a Brunetta, di compiere le proprie promesse e di rivelare informazioni credibili e complete. Non mi interessa stare a fare della dietrologia sulle vere intenzioni di questo governo: quelle di BS, che lo controlla al 101%, le sappiamo da tempo. Prendiamole come un dato: al contrario del baraccone prodiano, questo governo durerà. Quindi l'unica strategia ragionevole è incalzarlo chiedendogli di rispettare le sue medesime promesse e chiedendogli di render conto delle loro medesime affermazioni. Che sono sembre roboanti, a favore della nazione, ottimistiche, liberali, e via elencando pregi. 

Infine, la questione permessi sindacali: grazie per il link, che rivela la misura dello spreco e del gigantesco sussidio che dalle tasse degli italiani finisce in quelle dei sindacati, che sono associazioni private (in perpetua violazione del dettato costituzionale, tra l'altro). Ad un costo medio di 40mila euro annui (son certo di peccare per difetto), son piu'  di 100 Milioni di Euro all'anno. Non male, non male.

Ecco, ora sarebbe interessante anche conoscere nomi e cognomi di questi fortunati, loro mansioni, luogo di lavoro e servizi resi mentre in permesso sindacale. Sarebbe anche interessante poi avere un calcolo del numero di funzionari sindacali che siedono in un consiglio di amministrazione, controllo, gestione, supervisione, fateunpovoi di enti pubblici o para pubblici, tipicamente con sede in Roma. Con relativi costi. Così, tanto per capire qual'è il costo vivo della triplice per coloro che in Italia pagano le tasse. La mia stima è di circa 300 milioni di euro annui ... Costo vivo, perché poi ci sono i costi indiretti ...

Sul resto han già detto abbondantemente Calvin, DoktorFranz e Sandro e non mi sembra il caso di fare il pappagallo.

 

 

Lanciando gli eurobond. Titoli europei, garantiti con le eccedenze

auree e valutarie della Bce. Enorme risparmio, enorme investimento

nella ricerca, enormi risorse per la sicurezza e le infrastrutture dal

Baltico al Mediterraneo, da far impallidire il tunnel sotto la Manica e

il ponte sullo Stretto: l’Europa ripartirà. È l’idea keynesiana che ho

in comune con Tremonti e Delors.

 

Penso che introdurre principi di trasparenza nella pubblica amministrazione sia sicuramente un passo necessario(ma assolutamente non sufficiente) per intarprendere politiche di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica, mi sento però di fare alcune osservazioni:

1) nel caso delle liste di consulenti esterni non sarebbe stato più agevole per il cittadino medio poter inserire il nome dell ente pubblico piuttosto che dover cnsultare interminabili liste dell ordine di più di 1500 pagine? se vogliamo la trasparenza cerchiamo di adattare anche strumenti e modalità efficienti di consultazione.(almeno che...)

2)nella guida alla lettura si dice che:

"Per una corretta lettura dei dati occorre precisare che la presenza di comunicazioni daparte delle amministrazioni non assicura che le stesse abbiano inviato i dati relativi atutti gli incarichi da esse conferiti e autorizzati. Una amministrazione infatti puòrisultare in regola con l’adempimento anche se ha inviato un solo incarico(comunicazione positiva) esattamente come l’amministrazione che ha dichiarato dinon aver conferito o autorizzato incarichi retribuiti per un determinato periodo diriferimento (comunicazione negativa).

quindi  ciò vuol dire che basta che le amministrazioni comunichino "qualcosa" per risultare in regola?è chiaro che ci sono forti(ssimi) incentivi a non comunicare le consulenze meno "opportune"...(correggetemi se ho capito male)

3)piccola osservazione sui mezzi di informazione, oggi il TG5(mi capita di guardare quello ma probabilmente cose simili valgono un po per tutto il panorama dell informazione) affrontando l argomento ha portato all attenzione del grande pubblico gli incredibili sprechi delle nostre amministrazioni citando come esempi lo scandaloso corso di "massaggi orientali" ed il sovversivo istituto superiore che avrebbe pagato 600 euro un insegnante di "bongo". Non si trova niente di più interessante su quelle liste? beh allora direi che va tutto benone...

 

 

 

Penso che introdurre principi di trasparenza nella pubblica

amministrazione sia sicuramente un passo necessario(ma assolutamente

non sufficiente) per intarprendere politiche di riduzione e

razionalizzazione della spesa pubblica.

 

Concordo, anche perche' per esserci veramente trasparenza, i dati devono essere comprensibili, scrivere che un Comune o un altro ente pubblico ha speso tot in consulenze non dice nemmeno se queste fossero utili o meno. E con utili non intendo solo come ritorno economico, ma anche socialmente. Si e' parlato di asl che pagavano per corsi di fumetto, ma se questa persona che tiene corsi di fumetto fosse stata pagata per intrattenere bambini malati terminali di un ospedale, ve la sentireste di dire che sono spese inutili? So che e' un esempio demagogico, era giusto per evidenziare come i dati non sono trasparenti se sono parziali.

 Sarebbe piu' utile l'uso di indici di efficenza e qualita' delle prestazioni e delle spese, anche per poter confrontare tra loro gli enti "simili" e vedere quanto si distanziano dal livello ottimale. Sono da studiare e applicare al piu' presto, prima che la propaganda che si sta' facendo crei assuefazione e faccia perdere interesse per la questione politicizzadola

 

 

Le cronache del ricevimento al Quirinale descrivono Brunetta «mano nella mano con un’alta e giovane donna vestita di trasparenze voiles». «Sì, è la mia fidanzata. Ufficiale. Si chiama Titti ma il cognome non lo dico. È un’arredatrice d’interni. Condivide la mia passione per le case. Ne abbiamo due, a Venezia e a Todi». Il momento magico lo induce a professioni di ottimismo. «Ma è un fatto, non una mia opinione: il declino non esiste. Non esiste la recessione, né in Italia né nel mondo: recessione è quando per due, tre trimestri di fila il pil diminuisce; invece l’Italia è sempre cresciuta, sia pure poco. Non esiste neppure la crisi dei subprime ». Come non esiste? «Esiste una crisi di crescita. E di governance. Ma i subprime non c’entrano niente. I derivati sono un aspetto virtuoso, positivo, della straordinaria crescita economica americana di questo decennio. La tensione sui subprime incide in minima parte sui bilanci delle banche. Crederà mica che la Northern Rock sia fallita per i subprime? È crollata la fiducia dei risparmiatori. Dobbiamo e possiamo recuperarla». Sì, ma in che modo? «L’economia italiana non è messa male. È in sofferenza per il prezzo del petrolio. Controllo dell’offerta, aumento della domanda: agli arabi conviene tenerlo sotto piuttosto che venderlo».

 

L'impressione e' che qui l'ottimo Cazzullo abbia fatto un po' di taglia-e-cuci arrangiaticcio... Il risultato finale e' agghiacciante, in ogni caso...

 

 

>Se poi avanza tempo, potremmo anche sapere quanti permessi sindacali

retribuiti e quanti distacchi ugualmente retribuiti esistono nei vari

comparti della pubblica amministrazione, dai comuni sino ai ministeri?<

Meglio non chiederlo a Brunetta, visto il pasticcio fatto finora (ho guardato la lista del comparto scuola, vi assicuro che è incompleta e fortemente disomogenea, per non parlare di chi vi compare senza alcun motivo - commissario interno agli esami di stato del liceo è un consulente esterno?).

Il dato sui distacchi e i permessi sindacali è ampiamente noto e perfettamente pubblico, in quanto viene regolato da periodici contratti nazionali. Dovrebbe stare tutto sul sito dell'ARAN, per esempio qui. L'ARAN se non sbaglio è una delle cose che Brunetta vorrebbe abolire. Forse perché non sbagliano le tabelle.

 

 

 

 

 

 

 

Se poi avanza tempo, potremmo anche sapere quanti permessi sindacali

retribuiti e quanti distacchi ugualmente retribuiti esistono nei vari

comparti della pubblica amministrazione, dai comuni sino ai ministeri?

Questo è tanto per dare un'idea ... la lista di cose in cui lo stato

spende i nostri soldi e che potresti rendere pubbliche è molto lunga.

Si tratta di continuare.

 

su questo ti hanno già risposto.

 

La bestia è piena di trucchi, guai ad offrirle il destro e guai a dare l'impressione d'aver fatto quando ancora così non è.

 

la bestia? il problema è ovviamente complesso e bisogna, come dici tu, affrontarlo e presto. parlare di besti piena di trucchi mi sembra invece la classica deriva ideologica all'italiana che è meglio evitare. chiamare bestie i dipendenti pubblici o bestia l'istituzione in cui lavoravano non è il massimo dell'arguzia se si vuole davvero fare qualcosa. bisogna distinguere e confrontarsi evitando di demonizzare tutto e tutti. un clima di caccia alle streghe sospinto e gonfiato a tambur battente dai media televisivi (che ricordo sono proprietà o personale o indiretta di colui a cui Brunetta è politicamente legato) non aiuterà certo a portare efficienza, trasparenza ed un clima adatto al dialogo nella P.A.

personalmente penso che non si riuscirà a fare nulla di buono e quello che si farà davvero (e lo dubito perchè l'approccio di questo governo è altamente ideologico - nel senso più becero del termine, non ho nulla contro le idee guida ovviamente - e super politicizzato) sarà ampiamente compensato in negativo da altrettante porcate. il perchè è semplice: non bisogna mai perdere di vista il contesto. insomma brunetta non è un atomo isolato. se guardiamo all'ambiente attorno a lui c'è da avere paura. come fa a stare li in mezzo? detto questo ovviamente non voglio affermare che sia inutile discutere sulle sue proposte, anzi.

saluti

 

 

Mamma mia che cialtrone!

 

Spieghite, ki zé el "cialtrone"?

En ordine alphabetiko: Boldrin? Brunetta? FedericoSpano? Johnny? Tuti? Nisun?

No go kapio ...

 

 

 

Io sono estasiato. Il populismo e la propaganda sono arrivati al punto da approvare il seguente provvedimento: aumentare le tasse su banche, assicurazioni e petrolieri per fornire sussidi agli anziani per comprare il pane e pagare le bollette.

Lasciando da parte il giudizio mio personale sul provvedimento (negativo), il PD e' meraviglioso: fa opposizione dura sulla norma salva premier (giudizio personale sommamente negativo) dicendo che il dialogo e' saltato e nel frattempo il governo approva provvedimenti che gli faranno guadagnare grande popolarita' (e che faranno dimenticare la norma salva-premier). E poi il PD non capisce come mai perdono voti? Se mi pagano una consulenza vado a spiegarglielo volentieri: mi basterebbero i 9 minuti usati ieri dal CdM per approvare il pacchetto.

P.s. Una nota positiva sul governo Berlusconi: le discussioni interne non esistono quasi (se si escludono alcune "liti" con la Lega). Dite quello che volete, ma a me un governo che prende le decisioni senza discutere per 6 mesi e in cui e' lapalissiano chi vuole cosa e perche', piace proprio tanto. 

 

Temo che il grosso del PD sia tanto concentrato sul palazzo da ignorare tutto cio' che avviene fuori.

Per il resto concordo, tranne un dettaglio:al solito il decisionismo si applica agli interessi personali di BS ed alle manovre populiste.Spero diessere contraddetto dai fatti, ma mi aspetto una pioggia di contentini a tutti i comprimari, con annesso mercato delle vacche.

 

 

Qualcuno ha visto Brunetta ieri a Matrix? ha ricordato pareri autorevoli secondo cui avrebbe potuto essere un potenziale Nobel...

 

OK. Devo migliorare la mia autostima, period. Letture interessanti sull'argomento?  :)

 

vedi qui  (penultimo riquadro di "guai ai fannulloni"...sbrodolata sul nobel a parte, ha detto cose IMHO giuste sulla trasparenza sulla spesa pubblica).

 

 

Premetto che il post non è in relazione con il giudizio politico o di efficacia sull'operato del Ministro Brunetta, che spero riesca davvero nella sua opera.

Però visto che ci stiamo preparando alla cospirazione liberale, alla quale parteciperò peraltro, proporrei di aprire anche il fronte Confindustria, ovvero cominciare a discutere di quello che fa concretamente il sindacato degli imprenditori.

Per esempio leggo la seguente notizia:

"E persino a ricordarsi (almeno per chi, armato di microscopio elettronico, ha trovato la notizia sui giornali) del mega-patteggiamento per corruzione appena concluso dal gruppo Marcegaglia al tribunale di Milano: 500 mila euro di pena pecuniaria e 250 mila di confisca per Marcegaglia Spa, 500 mila euro di pena più 5 milioni di confisca per la controllata NE Cct Spa, 11 mesi di reclusione per il vicepresidente Antonio Marcegaglia (fratello di Emma). Il tutto perché nel 2003 l'azienda di famiglia pagò una mazzettona a un manager Enipower in cambio di un appalto."

Voglio dire: ma una cosa simile è vera? La sapevate?

Ma come si può sostenere che la società italiana può cambiare se ai vertici industriali del paese indulgono in simili condotte? E poi: ma chi ha eletto la Marcegaglia sapeva queste cose? Ma con quale faccia poi Confindustria sbatte fuori chi paga il pizzo in Sicilia se poi l'azienda del presidente di Confindustria patteggia per una tangente?

Magari alla sessione energia delle giornate fiorentine, qualcuno ci potrà dire se c'è una relazione tra la corruzione esistente nel mercato dell'energia e i costi in bolletta che pagano gli italiani?

Boh, e pensare che la Marcegaglia mi piace pure così brillante.

 

Io non lo sapevo e non mi stupisce che i giornali non abbiano dato risalto alla cosa: la mia stima nei confronti del giornalismo italiano e' pari a quella verso il gioco dell'Italia in Italia-Olanda.

Pero' distinguerei molto seriamente le due cose: una cosa e' il fatto che la societa' Marcegaglia abbia pagato una mazzetta (cosa grave e su cui la stessa Confindustria dovrebbe prendere provvedimenti), altra cosa e' che Confindustria cacci via (dica di cacciare via?) gli imprenditori che pagano il pizzo.

La bonta' del secondo provvedimento non e' inficiata dalla condotta di chi lo promuove. O almeno non dovrebbe. Una norma giusta lo e' indipendentemente da chi l'ha promossa. Dobbiamo smetterla di  dire: io non rispetto le regole perche' i miei superiori non lo fanno!

 

Confesso la mia ignoranza sul caso

tangenti ad Enipower (e sarebbe invece opportuno farsi un'opinione a

partire da una vera conoscenza dei fatti, senza dare

aprioristicamente credito alla commistione tra realtà ed

opinioni presentate come verità, tipiche di furbastri tribuni

alla Beppegrillo).

Così, su due piedi, mi sorge il

sospetto (chissà perché) che le pratiche concussorie

non siano una rarità in ambienti pubblici o di derivazione

pubblica – il sistema di potere politico, anziché

liberalizzare, ha sempre privatizzato, cioé (s)venduto agli

amici – e che la denuncia di tali comportamenti, ancorché

idealmente la miglior soluzione, possa portare a conseguenze

sfavorevoli per l'azienda che decida di presentarla.

Girellando un po' in rete ho anche

scoperto che l'azienda (Ne-Cct, controllata da Marcegaglia) coinvolta

nell'affaire Enipower, si è data nel 2004 (cioè l'anno

successivo alla vicenda in esame) un regolamento etico, probabilmente

al fine di evitare il ripetersi di simili situazioni, che costituisce

una reazione positiva all'evento e lo ha fatto sulla base del D. Lgs.

231/2001, che attribuisce (secondo me in maniera non sempre

appropriata) all'organizzazione di appartenenza la responsabilità

delle azioni compiute dai dipendenti se ad essa apportano un

vantaggio.

Inoltre, pur condannando la cosa,

ritengo che una (esecrabile) “provvigione in nero” pari a meno

dell'uno per cento sul totale del contratto (127 M€) non sia la

causa dell'alto costo dell'energia, che va invece ricercata nelle

scelte politiche relative alla mancata liberalizzazione del mercato,

all'uscita dal nucleare dopo il referendum deciso dall'emozione del

momento ed alla onnipresente sindrome NIMBY, che qui raggiunge vette

altrove inimmaginabili.

Non spetta, comunque, a me prendere le

difese del gruppo Marcegaglia e nemmeno mi interessa farlo, mentre

(oltre a guardare con un certo sospetto, forse tipicamente italico,

alla tempistica della notizia, oggi che la “Lady d'acciaio”

presiede Confindustria senza le genuflessioni al sindacato troppe

volte viste nel passato) vorrei proporre un paio di considerazioni.

Qualunque discussione può essere

sempre allargata a piacere, includendo, di volta in volta, quegli

aspetti che ciascuno ritenga più vicini alle proprie

convinzioni e più adatti a costituirne un rafforzamento

dialettico.

Io ritengo opportuno, però,

concentrare l'attenzione sul core business e, se il problema consiste

nel cattivo funzionamento del sistema-paese, la discussione dovrebbe

vertere sui motivi e, soprattutto, sui rimedi da utilizzare.

Allora l'esempio

Confindustria/Marcegaglia/Enipower (per quanto ovunque si possano

trovare comportamenti censurabili) non è pertinente, giacché

l'organizzazione basata sulle capacità e sul merito,

necessaria per competere, sta nel DNA delle imprese ed andrebbe

trasferita anche nella PA che, invece, non compete con alcuno e,

quindi, è priva di una forma mentis adatta.

Il coinvolgimento, nella critica

globale al sistema, della principale associazione degli imprenditori

(che ha senza dubbio difetti ma sta cercando di correggerli) mi pare

dunque sbagliato perchè essa porta proprio quei valori che

sono l'unico possibile motore per il miglioramento delle condizioni

al contorno - oggi così deficitarie - ed offre il destro a

chi, da posizioni stataliste, combatte il cambiamento.

 

 

Sembra che, come nFA ha documentato da tempo, anche il resto dell'Italia stia cominciando a rendersi conto che Renato Brunetta è, soprattutto, uno che parla tanto (spesso a proposito) ma non combina niente o quasi. Insomma, un bluff.

Alla buon'ora ... comunque, meglio tardi che mai.

Forse, insistendo, possiamo ancora evitare che finisca per fare il sindaco di Venezia sostituendo la sua versione di sinistra, Massimo Cacciari. La povera Venexia nostra abandonada già si è cuccata quasi vent'anni di mala gestione da un sindaco che parla degli (e forse anche con gli) angeli ma non sa gestire neanche il proprio cassetto dell'ufficio. Passare da uno che mentre parla degli angeli massacra la terraferma per (al momento) quattro anni al fine di costruire la linea di tram più inutile dell'universo, a uno che straparla di tutto mentre esibisce morose-premio e cucina la pasta e fagioli potrebbe essere letale.

Insistiamo sulla documentazione delle balle, quindi, se non altro per amor della lontana Repubblica Serenissima ...  :-)

Parecchie di quelle "ombre" devono essere di quelle che si bevono a Venezia, perché l'iperattivo (sui media) Renato oramai straparla un giorno sì ed un altro pure.

L'ultima, di questo fine settimana, è così ridicola che persino i suoi compagni di governo si son immediatamente smarcati dichiarandola opinione personale. L'idiozia socio-economica della proposta è tale che mi fa pena persino commentarla, per cui non lo farò.

Un anno e mezzo dopo aver scritto questo articolo - nel tentativo, chiaramente futile, di concedergli il beneficio dell'inventario - devo riconoscere che gli atti e le parole di Renato Brunetta mi hanno definitivamente confermato tre cose:

- Il desiderio di apparire, specialmente quando frustrato da decenni di portaborsismo, è una pessima guida per chi dovrebbe governare invece di chiacchierare.

- Le capacità intellettuali e le conoscenze tecniche della materia non basta millantarle: è necessario averle. Quando non sai molto e capisci poco, non dovresti far finta di essere un grande tecnico uscendotene con proposte pseudo-miracolose ad ogni pié sospinto. Fai solo danni, incluso alla tua immagine. Dovresti star zitto, studiare e lavorare.

- Socialisti-populisti, dediti allo sperpero dei soldi altrui, apparentemente si rimane (quando ci si "nasce", politicamente parlando) nonostante lo sbandierato "liberismo" acquisito, in fretta e furia, per passar dal portar le borse di un tipo ad quelle di un altro.

Morale: veneziani, scordatevi Brunetta e votate Orsoni o Scibilia alla poltrona di sindaco.

 

Si è dimesso uno dei componenti della CiVIT, la Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche, insediata da poco più di anno. Si tratta del giovane Pietro Micheli, che ha preferito tornarsene a fare il Lecturer in UK piuttosto che prendersi un lauto stipendio ma fare un lavoro "per finta". Bella lettera e bel coraggio; sarà anch'egli marchiato a vita per questo oltraggio - tutta la mia solidarietà.

La CiVIT era entrata tangenzialmente anche nei discorsi sull'Università e sugli Enti di Ricerca, perchè c'era il problema di delimitarne il suo campo d'azione rispetto all'ANVUR. Tralascio i dettagli, comunque ora la vicenda di Micheli mette a nudo problemi generali per le operazioni di codesti sistemi di "valutazione".

RR