Fabbrica Fiom o Fabbrica Fiat ?

/ Articolo / Fabbrica Fiom o Fabbrica Fiat ?
  • Condividi

Alcuni mesi fa usciva la sentenza sul caso “FIOM-CGIL+19 contro Fabbrica Italia” (Gruppo Fiat, stabilimento di Pomigliano) che imponeva a quest'ultima di assumere 145 lavoratori, purchè iscritti alla CGIL-FIOM. La sentenza non ci interessa da un punto di vista giuridico, ma ci interessa per far capire come si muovono i sindacati, le aziende multinazionali, o comunque di grandi dimensioni, e come vengono risolti i conflitti, quando insorgono.

Cominciamo dalla richiesta sindacale: Fabbrica Italia è un soggetto nuovo, nato dalle ceneri del vecchio stabilimento di Pomigliano, sia pure con un accordo che prevede il reintegro totale dei precedenti dipendenti, ma con numeri crescenti nel tempo, secondo la FIOM (che non ha firmato, comunque, gli accordi dell'epoca) tale riassunzione dovrebbe avvenire seguendo una proporzionalità anche negli iscritti alle varie Organizzazioni Sindacali, altrimenti si configura un “comportamento antisindacale”, vietato dalla legislazione europea ed italiana. In particolare la FIOM contesta che sui 2071 reintegrati nessuno sia un iscritto alla FIOM. Un passo è da riportare integralmente, perchè sarà utile:

 

che gli iscritti alla FIOM che all’epoca del referendum erano 623 nello stabilimento di Pomigliano sono scesi a 382 al gennaio 2011 ed attualmente sarebbero, secondo quanto riferito dal responsabile delle relazioni industriali della FIAT Dott. Rebaudengo alla trasmissione “Presa Diretta” del 4.3.2012 ridotti a 212;

che il sindacato non è allo stato in grado di individuare in modo diretto ed immediato i suoi iscritti lesi dalla discriminazione, perché le disdette vengono inviate dai lavoratori solo all’azienda e per il 2012, avendo la FIAT disdettato tutti gli accordi collettivi preesistenti, non ha inviato alla organizzazione sindacale l’elenco dei lavoratori iscritti.

 

Notare che la FIOM sta qui dicendo di non sapere chi sono i suoi iscritti. Cioe' loro sanno chi e quanti sono gli iscritti solo tramite le trattenute in busta paga, quando FIAT manda un prospetto mensile con scritto "Asdrubale Rossi, Bucefalo Bianchi e Caracalla Verdi hanno autorizzato la trattenuta in busta paga a favore di te sindacato, eccoti i soldi".  Prendere nota di questo fatto per dopo.

Procediamo con ordine e iniziamo da Fabbrica Italia Pomigliano (FIP). Vediamo come si è opposta alla richiesta della FIOM.

Al punto 1 c'è la contestazione “giuridica” dell'azione, in parole povere FIP dice “non posso essere tacciata di comportamento antisindacale, perchè all'interno di FIP la FIOM non c'è proprio (aggiungerei: bella evidenza, li tieni fuori), quindi come faccio a discriminare un sindacato che non c'è?

Al punto 2 c'è la parte tecnica di riassunzione di parte dei 4.367 lavoratori della ex fabbrica FIAT, in particolare FIP afferma: “abbiamo dato incarico a una società esterna (SHL) di procedere alla selezione dapprima dei quadri tecnico-direttivi e anche dei “team Leader”, ovvero di figure professionali altamente specializzate che poi saranno quelli che materialmente sovrintenderanno alle varie aree di produzione”, e non è stata FIP a scegliere poi gli altri dipendenti, ma gli stessi Team Leader, poiché nel nuovo stabilimento era importante la “massima coesione fra i membri di un Team di una specifica area di produzione”. Questo passo è cruciale, e ci torneremo alla fine, ma tenete a mente questa frase.

Al punto 3 c'è la (facile) affermazione di FIP secondo cui si può parlare di discriminazione nei confronti di FIOM se alla fine del processo di riassunzione non ci siano iscritti FIOM, ma poiché ne erano stati assunti solo 2071 era presto per parlare di discriminazione. NB : i 2071 sono poco più del 40 % dei precedenti assunti, e la FIAT si era impegnata ad assumere, appunto “almeno il 40% entro il 12.07.2012”, soglia raggiunta invece prima del previsto.

Veniamo alla sentenza (di 1° grado, poi vediamo quella di 2°). 

Al punto 1 il Giudice dava torto alla FIP per una serie di articoli di legge che non ci interessano, non entrerò nel merito giuridico, secondo il Giudice FIP ha torto, paghiamo la Cassazione per decidere queste cose, se la vedano loro.

Al punto 3 il Giudice dava torto alla FIP perchè, scrive il Giudice, “FIP ha firmato un accordo in cui ha detto che al 12.07.2012 riassumeva almeno il 40% e solo nel biennio successivo anche gli altri, in ragione del mercato dell'auto e della vendita dei modelli." Quindi, dice il Giudice, FIP ha garantito solo il 40 %, e basta, gli altri non hanno alcuna garanzia di riassunzione, quindi qualunque ragionamento va fatto sui 2071, perchè FIP ha detto “40% è sicuro, ma non uno di più se il mercato auto va male”. Questo non lo ha detto FIP, ma un Giudice in una sentenza: tenetelo a mente per le conclusioni.

Al punto 2 ci sono tutti i paradossi possibili e immaginabili, da cui si evince che tutta l'operazione “Pomigliano” è un bluff che nessuno è andato a vedere, in primis i sindacati, che poi dovrebbero tutelare i lavoratori, mentre pensano solo a tutelare se stessi. Vediamo. FIOM dice : non so quanti sono i miei iscritti (costa fatica e tempo, i sindacalisti hanno altro a cui pensare a spese dei lavoratori), diciamo presumibilmente 242, nessuno dei 242 è fra i 2071, statisticamente è impossibile (lasciamo perdere...), FIP afferma: è sbagliato prendere come dato di riferimento i 4367 dell'ex stabilimento, “perchè FIP fa molto meno, ovvero fa solo lastratura,verniciatura e montaggio, mentre prima a Pomigliano si faceva tutto, stampaggio dei componenti compresi”.

Domanda ai sindacati (firmatari e non): ma anziché parlare di Ergo-UAS, che tanto non ci capite niente, di diritti sindacali “lesi”, perchè i permessi sindacali sono meno, di diritto alla malattia leso, perchè quando ci sono le partite dell'Italia non ci si può dare ammalati, avete provato a fare 2+2 ? Se uno stabilimento fa meno cose, con più automazione, pensate che ci sarà posto per tutti ? Lo avete detto ai lavoratori che la nave è più piccola, e a bordo molto probabilmente non ci sarà posto per tutti ? Io non ho letto niente del genere, FIAT parla di “almeno il 40%”, il Giudice conferma e voi zitti. Al lavoratore non far sapere... 

Vabbè, fine della divagazione, stiamo parlando della FIOM, dei lavoratori non frega niente a nessuno, comunque il Giudice dice che la statistica si applica anche al “sottoinsieme dei 2071 assunti” e a questo ci atteniamo, avvalorando poi il lavoro dell'esperto professore di Birmingham.

Veniamo al processo di selezione del personale, il Giudice in sentenza scrive:

 

“Dagli elenchi presso l'Unione Industriale di Napoli......si evinca che trattasi quasi esclusivamente di operai addetti alla produzione, essendo appunto quasi tutti inquadrati al III e IV livello, ad eccezione di sei lavoratori di V livello e di uno di VI livello.

Diventa pertanto circostanza irrilevante che la selezione di Capi Ute – quadri e impiegati - di Team Leader e conduttori sia stata affidata ad una società estranea al gruppo e leader nel settore, perché il suo operato non poteva riguardare gli iscritti FIOM.”.

 

Ancora:

 

E’ la stessa Fabbrica Italia a dare atto di avere poi delegato ai neo assunti Team leader l’individuazione delle risorse da inserire nei rispettivi team al fine di garantire la massima coesione del gruppo in termini di efficienza e coinvolgimento, sulla base della diretta conoscenza delle competenze ed attitudini lavorative delle maestranze acquisita presso il vecchio stabilimento, privilegiando risorse dotate di polifunzionalità, flessibilità ed adattamento ai processi dell’innovazione, nonché attitudine al lavoro in team […] in vista dell’immediato raggiungimento degli standard di qualità ed efficienza perseguiti dall’azienda.

Dunque è stata proprio la conoscenza delle maestranze da parte dei selezionatori a determinare la scelta e tale conoscenza non poteva non concernere, secondo nozioni di comune esperienza, anche il profilo dell’affiliazione sindacale dei lavoratori.

 

Secondo il Giudice i Team Leader hanno scelto sulla base dell'appartenenza sindacale, secondo nozioni di comune esperienza. Le sentenze si accettano, per carità, ma metterei prima il Giudice su una linea di montaggio, poi verificherei le sue nozioni di “comune esperienza”.

Lo stesso Giudice, allegramente, alcune righe sotto afferma “e, per quanto concerne la spiccata professionalità deve pur sempre rammentarsi che si parla di operai di III e IV livello.” Secondo il Giudice tu devi assumere a prescindere dalle competenze..... lasciamo stare 2.
Dove invece FIP si è fregata con le sue mani (e quindi quelle dei suoi avvocati, lautamente pagati) è quando afferma che:

 

Secondo Fabbrica Italia

“il pregiudiziale e fermissimo rifiuto …della trattativa e poi del contenuto del Contratto specifico di primo livello nonché della versione del 13.12.2011 (che regolano …gli aspetti della vita di fabbrica dei dipendenti della FIP…) appare assolutamente incompatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa che deve collocarsi in un contesto aggregato, coordinato e retto da regole accettate sindacalmente e necessariamente uguali per tutti: con il che viene meno quel requisito essenziale e determinante per lo svolgimento di tale attività” . 

 

Il Giudice ben stigmatizza la frase: è un processo alle intenzioni assolutamente discriminatorio, chiunque ha scritto quella frase è un idiota. Ben pagato, purtroppo.

La perla è nel dispositivo finale:

 

Contrariamente agli assunti dell’organizzazione ricorrente ciò non può tradursi nell’ordine di assumere specificamente i lavoratori nominativamente indicati in epigrafe, in nome e per conto dei quali l’O.S. ha agito nel presente giudizio ai sensi dell’art.5, 1° comma D.Lvo 216/03, dal momento che è impossibile identificare gli aventi diritto all’assunzione, individuabili esclusivamente in una quota percentuale degli iscritti FIOM tale da ristabilire, e mantenere, tra questi e gli assunti totali, lo stesso rapporto proporzionale preesistente tra gli iscritti alla FIOM e i lavoratori in forza a FGA nello stabilimento di Pomigliano.

 

Da adesso in poi chiunque vuole assumere è avvertito: guai ad assumere senza una giusta proporzione fra le varie Organizzazioni Sindacali, poi verranno le donne, i giovani, gli omosessuali, i portatori di handicap, gli esodati, i pensionati baby, e così via. Principio rafforzato alla fine della sentenza:

 

Deve pertanto ordinarsi a Fabbrica Italia Pomigliano di assumere 145 lavoratori iscritti alla FIOM e di mantenere nel prosieguo delle operazioni di riassorbimento del personale dello stabilimento di Pomigliano, sia pure con la necessaria approssimazione la quota dell’8.75 % in favore di FIOM. ’

 

Welcome to Italy, dove anche i decimali contano.

Conclusioni: secondo un Giudice in Italia si può assumere, ma mantenendo la proporzionalità fra gli iscritti ai sindacati, la qualifica professionale conta poco, specialmente se poi tutti o quasi gli iscritti a un sindacato risultano essere i meno qualificati.

Il fatto che poi un'azienda dica ai suoi “team leader”: “aiutami a scegliere, perchè sulla linea con quelle persone ci vai tu, e quindi devi essere responsabile del loro lavoro, nonché del loro affiatamento, e infine dei risultati” non conta, lo spazio al merito ed alle capacità individuali deve essere mortificato, conta la tessera sindacale. E adesso mettetevi a capo di un'azienda multinazionale che deve investire in un paese e ditemi quale cancellate dalla lista.

I sindacati (tutti, firmatari e non) sono sempre molto interessati alle relazioni sindacali (permessi retribuiti, rappresentanza, trattenute in busta paga), ma non riescono a sapere nemmeno quanti sono gli iscritti alla loro organizzazione, glielo deve dire l'azienda, non sanno inoltre nemmeno fare 2+2, è evidente (e basta farsi un giro per lo stabilimento per capirlo, data l'automazione spinta) che nella nuova Pomigliano non c'è assolutamente spazio per tutti gli ex lavoratori, tanto che FIP (e il Giudice conferma) ha praticamente affermato che solo il 40% sono garantiti, gli altri rimangono sulle spalle dei contribuenti italiani grazie alla CIGS garantita a FIAT (ovvero paghiamo noi).

A Pomigliano non sta andando in scena una querelle sindacato (FIOM) e azienda (FIAT), ma tutti i motivi per cui solo un folle che si lancia con il paracadute da 30.000 metri dovrebbe essere disposto a investire in Italia, il problema è che c'è uno solo in tutto il pianeta e non fa l'imprenditore: abbiamo un sistema giuridico basato sul formalismo, sindacati interessati solo a se stessi, ma che manovrano le opinioni dei lavoratori, aziende che scaricano sulla collettività le proprie scelte, difatti il mio appunto finale è per FIAT: ma costa proprio tanto dire “Uagliù, qua spazio per tutti non ce n'è più, se voglio produrre in Italia devo andare sull'automazione spinta (magari vendendo qualche robot all'estero ndr)”?

Conclusione e morale: nel caso Pomigliano ci sono sia l'azienda che sbaglia sia i sindacati che non fanno i sindacati ma i sindacalisti. Mentono entrambi, e chi ci rimette è il lavoratore.

La seconda parte, con la sentenza di appello a breve, ma preparatevi...

Indietro

Commenti

Ci sono 48 commenti

Per la verità, il testo citato dalla FIOM dice che loro non sono ingrado di individuare "in modo diretto e immediato" i loro iscritti lesi dalla discriminazione, non in generale. Il punto è che se FIAT non gli comunica chi sono gli iscritti alla FIOM ancora dipendenti, la FIOM non può confrontare quella lista con quella degli iscritti per vedere chi manca ed è stato quindi (nella loro interpretazione) discriminato ingiustamente.

 

Tra l'altro, come si fa a pensare che la FIOM non sappia chi sono i propri iscritti? c'è un tesseramento e un registro, arriva a casa un bimestrale (o altro periodico comunque)...

 

Per la verità, il testo citato dalla FIOM dice che loro non sono ingrado di individuare "in modo diretto e immediato" i loro iscritti lesi dalla discriminazione, non in generale.

 

Il testo citato:

 

 

avendo la FIAT disdettato tutti gli accordi collettivi preesistenti, non ha inviato alla organizzazione sindacale l’elenco dei lavoratori iscritti.

 

Non ho altro da aggiungere.

 

Da adesso in poi chiunque vuole assumere è avvertito: guai ad assumere senza una giusta proporzione fra le varie Organizzazioni Sindacali, poi verranno le donne, i giovani, gli omosessuali, i portatori di handicap, gli esodati, i pensionati baby, e così via.

 

 

Ma cosa c'entra? la sentenza riguarda la riassunzione dei dipendenti dopo una riorganizzazione dell'azienda, riassunzione che la FIAT ha cercato di sfruttare per liberarsi degli iscritti a un sindacato scomodo (e, per favore, non meniamola in giro su questo punto: questo è quello che è successo, a prescindere da quello che si pensi della FIOM e delle relazioni sindacali). Siccome in Italia e in Europa, come giustamente ricordi, la discriminazione sindacale è illegale, il giudice ha ordinato (sì, con un criterio molto rigido) a Fabbrica Italia di porre rimedio.

 

Il punto cruciale è che si tratta di riassunzioni della forza lavoro precedentemente impiegata dall'azienda; esiste quindi una demografica di riferimento su cui è dimostrabile in modo molto chiaro l'eventuale discriminazione. Per le assunzioni ex-novo, viceversa, non è altrettanto semplice dimostrare l'eventuale discriminazione, ma nel caso sia dimostrata rimane parimenti illegale.

 

Le conclusioni che trai da questa sentenza (ossia che è il tipico esempio di come il nostro sistema giuridico e le nostre relazioni sindacali rendono inappetibile il paese agli investitori) non seguono dai fatti; sono vere in generale, ma in questo caso particolare il giudice ha applicato la legge, che vieta le discriminazioni sindacali. Sono poi del tutto d'accordo sul fatto che i sindacati siano strutture in generale pessime e fini e a sé stesse, che la loro influenza è assolutamente nefasta, che il sistema giudiziario italiano è una macchina da incubo con cui solo un masochista potrebbe voler avere a che fare; ciò non elimina il fatto che la FIAT ha provato a fare una cosa palesemente illegale e contro la quale un'ordinanza di reintegro era inevitabile.

La cosa anomala e' che non e' una sentenza di reintegro di specifiche persone giudicate discriminate, e' un pastrocchio sulle proporzioni. Fiat potrebbe, per esempio, fare cosi': prendere 145 tra le persone che vuole assumere e farle iscrivere alla FIOM. Poi assumerle.

 

Ma cosa c'entra? la sentenza riguarda la riassunzione dei dipendenti dopo una riorganizzazione dell'azienda

 

Concetto vago, a Pomigliano non c'è stata alcuna riorganizzazzione, è nato un soggetto giuridico NUOVO, diverso dal precedente, ma con una continuità del solo assetto proprietario. Quella di Fabbrica Italia non è stato un processo di riassorbimento, ma un vero e proprio processo di assunzione ex novo. Se non è chiaro nemmeno questo è inutile discutere.

Che M. Esposito abbia "in antipatia"  i sindacalisti italian,i che probabilmente ritiene abbiano, oltre ad una spiccata autoreferenzialità, anche il potere di condizionare milioni di lavoratori per ottenerne la delega a gestire i loro affari con l'azienda, in cambio di un tondo 1% del salario mensile, non sarebbe un grande problema e neppure una grande novità.

Stona maggiormente la superficialità con cui si fa di ogni erba, un mazzetto di polemica antisindacal..ista, senza distinguo e, mi permetta, probabilmente senza conoscere molto la materia: che è solo indirettamente giuridica, molto politico-ideologica e tantissimo attorcigliata attorno ad uno dei Diritti del Lavoro più complessi del pianeta che è, assolutamente, figlio (nel senso letterale di conseguenza) del travaglio politico sociale italiano degli ultimi 120 anni.

Prescindere da tutto ciò, fingendo di avere qualche idea di cosa sono e rappresentano CGIL, CISL e UIL e le corrispondenti associazioni datoriali; di quale modello di relazioni industriali esiste (e del perchè) in questo Paese, non permette di comprendere e valutare il "caso Pomigliano", che in realtà è il caso "FIAT" e, per essere precisi, è il caso "Italia: sistema della rappresentanza e delle relazioni industriali" come alcuni hanno già avuto modo di spiegare (Ichino, Cazzola, Damiano e persino.. Cofferati e Landini).

Mi intrometto solo per chiedere una cosa: perché non scrive un articolo per nFA in cui ci parla di sindacati e modello di relazioni industriale italiano? Sembra che sia molto informato a riguardo, potrebbe fornire un utile e apprezzato contributo alla discussione della community!

 

M.P

 

Stona maggiormente la superficialità con cui si fa di ogni erba, un mazzetto di polemica antisindacal..ista, senza distinguo e, mi permetta, probabilmente senza conoscere molto la materia: che è solo indirettamente giuridica, molto politico-ideologica e tantissimo attorcigliata attorno ad uno dei Diritti del Lavoro più complessi del pianeta che è, assolutamente, figlio (nel senso letterale di conseguenza) del travaglio politico sociale italiano degli ultimi 120 anni.

 

Solo una domanda: invece di fare sproloqui mi dice dove sono stato superficiale ? Perchè accusare di superficialità è semplice, basta scriverlo con una tastiera, il difficile è dimostrarlo.
Scrivere che faccio polemica antisindacale e non leggere che critico pesantemente anche l'atteggiamento di FIAT vuol dire due cose: la prima è essere superficiali, la seconda che si preferisce guardare la pagliuzza, invece della trave nel proprio occhio.

Vorrei chiedere a Marco Esposito se, in definitiva, lui contesta le motivazioni della sentenza oppure la sentenza in se.

Ovvero se contesta gli errori farlocchi scritti nel dispositivo che obbliga la FIAT a riassumere gli operai della FIOM, oppure se contesta la decisione presa dal giudice.

 

Posso essere d'accordo con lei su alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza, ma condivido totalmente l'opportunità di condannare quella che, a mia opinione (e del giudice) è un lampante caso di discriminazione sindacale.

 

Per cui, Marco Esposito, FIAT ha fatto bene a non riassumere selettivamente gli operai FIOM oppure è d'accordo che il comportamento di FIAT è sbagliato, indipendentemente da alcuni passaggi farlocchi della sentenza?

 

Penso che questo è un punto molto importante che lei deve specificare. Perchè cambia drasticamente le implicazioni dell'articolo: in un caso lei ritiene si debba permettere ad un'azienda di operare comportamente discriminatori, nel secondo lei chiede che i giudici italiani, quando si occupano di lavoro, scrivano sentenze comprensibili e ragionevoli in modo da non spaventare gli investitori internazionali.

.. vale poco, comunque dico quello che penso: la FIAT ha sicuramente colto la palla al balzo per evidenziare delle lacune legislative e per andare allo scontro, ma secondo me ha esagerato e ha tenuto comportamenti ostili che vanno al di là dello scontro. E' unfair utilizzare il potere  che una situazione oggettiva ticonferisce (scegliere chi far entrare) per compiere atti discriminatori, compiendo un processo alle intenzioni (ho evidenziato un passo della sentenza che riporta un pezzo della memoria difensiva dellaFIAT che è  a dir poco allucinante).  In parole povere: secondo me FIAT ha sbagliato.

Dopo di che è ancor più allucinante verificare che al di là dello scontro sul fatto specifico, i sindacalisti (tutti, nessuno escluso) non abbiano evidenziato che c'erano delle evidenti lacune sul piano prospettato da FIAT, lacune talmente evidenti che un magistrato (che di mestiere fa altro) se ne è  reso conto e l'ha scritto nella sentenza: FIAT non ha garantito alcunchè, ma solo 2071 assunzioni.
E qui vengo al mio punto sui sindacalisti: non se ne resi conto perchè quella è gente che sulla linea non ci va più, in fabbrica nemmeno, e non si rende conto che se uno investe una "paccata di milioni" spinge sull'automazione, quindi si produce di più con meno. Ma dovresti stare in fabbrica per capirlo.
Sulla sentenza: io credo che il giudice, nell'umano tentativo di ristabilire un torto, ha commesso una cazzata peggiore del male, stabilendo un principio di divisione per quote peggiore del fatto in sè,e che sicuramente spaventa i già timorosi investitori.

Credo abbia ragione il Prof. Ichino a sostenere che occorra una riforma del lavoro sul genere di quella da lui predisposta in pochi articoli e traducibili in inglese. L'analisi di Marco Esposito mi pare serena ed articolata e nen merito non c'è da aggiungere. Piuttosto va segnalato che la FIOM (mi riservo di indicare casi specifici) ha concluso accordfi anche "peggiori" di quello di Pomigliano. Si rammenti che nello stabilimento di Grugliasco dove la FIOM è in maggioranza, le RSU hanno dato indicazione agli operai di votare A FAVORE del referendum del tutto identico a quello di Pomigliano e Mirafiori. La FIOM fa solo politica e fotte i lavoratori come lo stesso Marco Esposito ha dimostrato in un precedente articolo.

In ultimo. Non so se FI_AT riassumerà tutti gli operai di Pomigliano non ancora rientrati, ma vorrei osservare che nel 2010 era un pò difficile prevedere che il mercato europeo si riducesse di tanto ed in Italia crollasse fino a questo punto. In volumi e solo in Italia, 1 milione di auto immatricolate in meno dal 2007 ad oggi il che significa 300.000 auto l'anno in meno data la quota FIAT di circa il 30%.

Luigi il crollo del mercato dell'auto non ha riguardato la Panda (almeno fino a Luglio), il marchio FIAT (Panda e 500, praticamente) immatricolava, secondo i dati ufficiali ACEA oltre 70.00 auto al mese,di cui si presume almeno 30.000 panda(al lancio anche di più, si marciava a oltre 40.00). Il punto è che davvero, al massimo delle potenzialità produttive, a Pomigliano ci sarà posto al massimo per 3.000 persone.Ma proprio al massimo delle capacità produttive, altrimenti ce la fai con gli attuali 2.000 gestendo gli straordinari. E questo lo si capisce all'istante entrando in fabbrica: il reparto verniciatura è totalmente automatizzato, laddove prima (numeri a caso) c'erano trenta addetti, adesso ce ne sono quattro che giocano a carte, perchè fanno tutto i robot. la sala comando verniciatura è il ponte di un'astronave, ma davvero, quindi che gli farebbero fare a 4.000 persone ? un torneo di burraco ? E questo era evidente sin dalla presentazione del piano di investimenti.

Io ricordo che landini ai tempi criticava il progetto fabbrica Italia in quanto sosteneva che era assolutamente privo di fondamenta e che la Fiat non avrebbe fatto quello che prometteva (investire 5 miliardi mi pare). Oggi posso solo constatare che ciò che diceva landini si è puntualmente verificato. ancora pochi giorni fa marchionne ha fatto qualche vaga dichiarazione su investimenti e subito (gli altri) sindacati si sono prostrati ai Suoi piedi. Non ha avuto neanche il tempo di smentirsi... Il punto a mio parere è che marchionne sta facendo una battaglia politica per ridefinire il sistema delle relazioni tra "padronato" e "lavoratori". La FIOM non ci sta e gli altri sindacati semplicemente non esistono. Si puo discutere di questo se vogliamo ma trovo molto scorretto soprattutto da parte della Fiat usare il ricatto del lavoro, soprattutto in una regione non certo ricca di possibilità, per portare avanti le sue istanze squisitamente politiche.

NB uso la parola politica nella sua accezione più ampia, da non confondersi con partitica

Mi pare che lo strumento del "ricatto" sia usato spesso, con scioperi improvvisi che bloccano i singoli reparti e strane epidemie durante le finali di calcio. Non vedo perché l'impresa, se ne ha la possibilità, non possa scegliersi quei lavoratori che per atteggiamento appaiono meno conflittuali.

Io credo che questa cosa dell'averci azzeccato nella previsione abbia valore fino ad un certo punto. Voglio dire: quella di Marchionne sugli investimenti futuri sarà stata anche una spacconata o una presa in giro, ma anche a saperlo prima, che cambiava?

Pomigliano andava comunque ristrutturata e le cose sarebbero comunque cambiate, anche perché l'alternativa era la chiusura dell'impianto. Altro che 2071 lavoratori: tutti a casa e delocalizzazione della produzione.

Se Landini avesse vinto al grido di "Respingiamo l'accordo con Fiat, che se ne vada pure!", che sarebbe successo? Quei 20 miliardi sarebbero spariti dal gioco da subito invece che sei mesi dopo, ok, ma insieme se ne sarebbe andato anche tutto l'impianto di Pomigliano, e chissà che altre strade, con effetto domino, avrebbe preso la Fiat.

A questo la FIOM non credo risponda mai.

indirettamente, ma non troppo.

 

indirettamente, ma non troppo.

 

non è proprio indirettamente, Ichino suggerisce (ma non conosco la sua visione compiuta) il metodo USA (che è simile in versione light a quello UK e in versione super light a quello svizzero) che in alternativa al reintegro prevede il risarcimento (compensativo e punitivo) di tutti quelli che sono stati soggetti a discriminazione per la propria appartenenza sindacale, in questo caso alla Fiom e pari a circa 380 persone (o altro numero).

 

Facendo un calcolo della serva di Detroit, il massimale di risarcimento negli USA per un caso come questo è 300 mila dollari. Assumendo che il giudice riscontri la discriminazione e stabilisca un terzo del massimale, sono 100 mila dollari (simile al max inglese di 70 mila sterline) a testa per 380 discriminati ipotetici che fa 38 milioni di dollari (circa 30 milioni di euro) sull'unghia senza nulla in cambio, rispetto all'alternativa nostrana di assumere 180 lavoratori fiom (presumibilmente produttivi) che costano circa 5 milioni all'anno. 

Non capisco cosa c'entri l'astensionismo per la Nazionale a Pomigliano con gli artt. 39 e 40 Cost. . D'accordo, qualche fighetto di New York o Los Angeles compra la 500 Abarth (ma non era la macchina dei tamarri?!) e comprera' la Giulietta. Ma qui stiamo parlando di auto, di migliaia, di catene di montaggio, di innovazione, di lavoro. La FIAT sembra piu' un pezzo di design che una fabbrica di automobili. E' Natale. Si chieda ad un operaio della Volkswagen cosa sia la dignita', non alle donne e agli uomini di Pomigliano; potrebbero rovinare l'atmosfera. Landini e la FIOM non saranno Gesu' Cristo ma sono rimasti gli unici a difendere i principi universali dello Statuto dei Lavoratori.