La libera volonta'

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Rispondendo al nostro (beh: mio) sollecito, Palma ci ha inviato un sommario del contributo di H. Frankfurt al dibattito sulla libera volonta' e le sue implicazioni morali. Non tanto estivo come bullshit, ma l'estate finira' presto e comunque e' meglio non smettere di pensare.

Tradizionalmente e spesso con il consenso della maggioranza il problema della liberta' della volonta' e' stato posto in termini di una tensione non sopportabile.

La tensione sta tra due poli

(i) (quasi) tutti i soggetti umani introspettivamente sono coscienti di una gamma di azioni da essi compiute che sembrano o sono libere. "Libero" qui significa controfattualmente cambiabile, vale a dire "io mi sono lavato i denti al mattino, potrei anche non averlo fatto - se non avevo voglia o tempo o...- ma lo ho fatto "di mia libera volonta'" almeno nel senso minimale che nulla mi ha costretto a farlo che non fossero scelte, o preferenze che seguo, eccetera a seconda delle versioni che uno preferisce.

(ii) Ammesso e non concesso che (i) sia una descrizione adeguata del comportamento (p.es. di Adriano che si lava i denti) il tutto cozza violentemente contro una forma di determinismo fisico: ogni evento ha una causa, che io o chiunque altro la sappia identificare o meno non ha nessuna importanza, e la constatazione che il lavarsi i denti di Adriano e' un evento fisico, quanto le maree o i passaggi delle comete.

Come penso tutti sappiano, il dibattito e' praticamente interminabile (vi sono, che io sappia, sei posizioni principali e varianti relative a tutte e sei etc.) ma la cosa qui non e' centrale, a meno che non vi interessi la metafisica delle azioni.

Quel che HF ha contribuito a "sfatare" e' un mito. Il mito e' il seguente: *se* vi sono ragioni serie per pensare che la volonta' non sia libera [e ve ne sono, almeno secondo alcuni IN TUTTE le situazioni, secondo altri solo nei casi di azioni di "psico-dipendenti", compiute da persone sottoposte a lavaggio del cervello, tossicodipendenti, ossessivi, etc.)] ALLORA [questa e' l'inferenza principale] dobbiamo abbandonare le nozioni, strettamente apparentate di "essere responsabile di", "essere colpevole di", "aver di propria volonta' fatto in modo che" etc. [quasi tutte le nozioni legali di "mens rea" sono questo genere.]

L'idea informale e' che il soggetto sia responsabile di azioni liberamente scelte tra alternative al soggetto accessibili. Quella che ho chiamato inferenza principale e' insostenibile per molti (forse la maggioranza): pragmaticamente non sappiamo nemmeno come ragionare se eliminiamo nozioni come responsabilita' nei dominii, ad esempio, della moralita' e della legalita'.

Riassunto: una nozione fortemente intuitiva ci induce a pensare che vi sia una gamma di azioni da noi compiute che sono libere, almeno nel senso minimale che sono vere e proprie scelte tra alternative possibili. L'intuizione indica pure che non siamo in grado di utilizzare le nozioni di responsabilita' o perfino di libera scelta se non vi sono vere e prorie possibilita' alternative. E' il soggetto che "mette in essere" una delle possibilita', attualizzandola, appunto, di sua spontanea volonta', come si dice in Italiano.

HF ha generato una serie di esempi (noti adesso come "esempi di Frankfurt") in cui le due nozioni si disinnescano reciprocamente. Il principio, propone Frankfurt, che sta sotto l'inferenza e' che una persona e' responsabile dell'atto X SSE la persona confronta (considera, valuta, preferisce, sceglie [questo e' il termine piu' contestato]) tra diverse possibilta' alternative una all'altra e che mutualmente si escludono.

Se decido di uccidere Paris Hilton, considero un mondo con Paris Hilton, senza Paris Hilton, un mondo in cui Paris Hilton mai nacque (posso cercare di uccidere la signora Hilton Sr. gravida, etc.) e se *scelgo* il mondo senza Ms. Hilton, sono responsabile di questa scelta.

La proposta e' di prendere questa come la linea di base della congiunzione tra libera volonta' e responsabilita'. E' essenzialmente connessa, indistricabilmente connessa, alle possibilita' alternative. Che io "attualizzi" una delle possibilita' e' al tempo stesso mia scelta e mia responsabilita'.

Gli esempi di Frankfurt su cui temo di aver annoiato l'universo intero mostrano che si puo' essere *sia* la persona responsabile per o "di" X e non avere *alcuna* alternativa (mancando appunto le possibilita' alternative.)

Ne riproduco uno qui sotto per dare a chi interessato il "sapore" di un assaggio.

Per la cronaca, il saggio e' vecchio di decenni, fu pubblicato nel 1969, e credo Michele sia corretto, e' di certo ristampato in uno dei volumi di Frankfurt, come in innumerevoli antologie. A presto e spero stiate freschi (in senso letterale: almeno in NC il caldo mi sfonda il cervello) ma prometto un corto esempio che rendera' la cosa, leggibile e dotata di virgole, due punti e il macchinario cosi' caro a tutti noi.

 

ESEMPIO

Ricapitolo. Posizione di alcuni (i filosofi chiamano l'argomento trascendentale) *se* non avessimo la libera volonta', nulla e nessuno e' responsbaile - sappiamo che siamo responsabili, *ergo* esiste la libera volonta'- e la libera volonta' implica, logicaMENTE, l'esistenza di condizioni alternative (stati) del mondo che sono equi-possibili (uno dei quali e' scelto dal soggetto, appunto, di sua libera volonta'.)

Domanda (di H. Frankfurt): se questo fosse corretto e sapessimo che vi sono casi in cui S(oggetto) e' responsabile di A(zione) *&* sapessimo che NON esistono possibilita' alternative, casca il palco, per cosi' dire. Si e' responsabile di A in assenza di alternative ad A.

Le due nozioni di liberta' e responsabilita' NON vanno assieme ne' per ragioni logiche ne' per ragioni metafisiche. Mi auguro sia chiaro abbastanza.

Esempio: Robertino e' un bambino assai sgarbato che rompe l'anima ai genitori e non vuole obbedire i loro comandi e non vuole portar a spasso BUBU il cane.

Maria, madre di Robertino, sa tutto questo, e gli fa mettere nel cervello un Motorola chip che ogni volta che Robertino decide di non portare BUBU a spasso entra in un "modo di agire coatto" e lo spinge in modo coercitivo a portare BUBU a spasso.

Oggi Robertino considera se seguire la natura birbacchiona e disobbedire, oppure (la sua alternativa) se obbedire all'ordine di Maria "PORTA FUORI IL CANE". [per il lettore i due stati del mondo sono uno CON passeggiata di BUBU e uno senza, queste sono le due "alternative" possibili]

Oggi Robertino e' buono e decide di portare fuori il cane. Il Motorola chip fa assolutamnente nulla, non si attiva per cosi' dire, visto che c'e' nessuno motivo di attivarsi.

Domanda (qui sta il bandolo della matassa): Ha ragione Maria a premiare, lodare etc. (a considerare Robertino *responsabile*) per il suo comportamento? Se rispondete di si' (come sembra di buon senso a quasi tutti, Frankfurt incluso) ALLORA la liberta', la volonta', etc. non si connettono alla responsabilita' per mezzo di "scelte" tra alternative possibili. Perche'? Per la ragione che NON esiste nessuna alternativa. Per ripercorrere il ragionamento controfattuale: SE Robertino persino concepiva di disobbedire, il MOTOROLA chip entrava in azione subitaneamente e lo costringeva "neuralmente" a portare a spasso BUBU. I.e. in qualsiasi maniera volete considerare il caso NON esiste uno stato, una possibilita', una condizione del mondo senza BUBU che passeggia quel giorno.

ERGO non vi sono possibilita' alternative. ERGO se il nostro giudizio intuitivo e' che Robertino sia responsabile, lodabile, etc., il tutto non ha nulla a che fare con una concezione della libera volonta' che implica possibilita' alternative.

Per generalizzare il caso, e' sufficiente individuare due percorsi causali con ridondanza. Vale a dire due cause indipendenti e ognuna da sola sufficiente a generare, a porre in essere, uno ed un solo stato del mondo. Robertino ha due percorsi causali per portare fuori BUBU

a) di sua spontanea volonta'

b) costretto neuralemnte dal chip che ha nel cranio

Se a) e' il caso e il nostro giudizio e' che Robertino sia reponsabile, lodabile, etc., ne segue che diamo attribuzioni di responsabilita', in assenza di qualsiasi possibilita' alternativa.

Solo a chi interessa, HF continua con una sua specifica posizione su che cosa sia in realta' quel che chiamiamo liberta' della volonta'. Per il momento il punto da acquisire e' semplicemente che qualsiasi sia la vostra concezione, essa non ha, logicamente a che fare con le possibilita' alternative. Ergo perfino se Adriano avesse nel cranio un chip che ogni volta che pensa di non lavarsi i denti, glieli fa lavare, sarebbe ancora un soggetto che liberamente si lavo' i denti.

Coda satirica, solo per chi segue fino a qui.

Ma han davvero tradotto un libro che si chiama 'merda di toro'?

Essendo il 14, voila mes amis. vive la france, vive la republique.

 

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