Lo sciopero fiscale

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E' davvero strumento improponibile di azione politica, come sostiene Veltroni?

Dal Corriere dell'altro ieri :

«Proclamare uno sciopero fiscale per far cadere il Governo è come dire

che nulla ci tiene più insieme, se è così questo Paese ha finito di

esistere come comunità». Lo ha detto il candidato alla segreteria del

Pd, Walter Veltroni, [...]  aggiungendo che «un'azione del genere ci farebbe sommergere di

risate da tutto il mondo»

La posizione di Veltroni sullo sciopero fiscale è probabilmente popolare (sulla base di un rapidissima inchiesta da spiaggia tra amici e parenti). In generale è molto facile de-ridere le iniziative della Lega, spesso velleitarie e condite da un notevole senso di spettacolarità mediatica. 

Ciononostante vale la pena di pensarci alla proposta dello sciopero fiscale, soprattutto se, come me, si pensa che la fiscalità eccessiva e distorta sia uno dei problemi principi del paese. 

Prima di tutto il "nulla ci tiene più insieme" nella frase di Veltroni e' un insulto all'intelligenza del lettore: la lotta di classe (pur nella versione annacquata da salotto di Bertinotti, Giordano, ed Epifani) si può fare senza generare problemi alla "tenuta insieme" del paese (e ugualmente possono i rappresentanti di categoria scendere in piazza contro Visco per continuare a mantenere il diritto di contrattare le tasse attraverso studi di settore ridicolmente favorevoli), ma se le popolazioni del Nord richiedono una forma di federalismo fiscale, allora "nulla ci tiene più insieme", finiamo "di esistere come comunita'". Davvero peloso questo argomento nell'uso del buonismo (non si puo' fare a meno di definirlo cosi', non riesco a trovare parola originale) cattolico a favore non della sussidiarietà tout court a favore del Sud, ma a favore di questa sussidiarietà, scandalosamente inefficiente. 

Secondo, vorrei rassicurare Veltroni  che risate da tutto il mondo ci sommergono già, ad esempio ad ogni sciopero di Alitalia, a ogni tentativo di trovare un taxi a Roma, a ogni intervista di Bertinotti, Giordano, ed Epifani di cui arrivi eco nel mondo. Non oso pensare alle risate se a qualcuno venisse in mente di tradurre La Casta in inglese; se lo traducessero in spagnolo riderebbero pure gli argentini. 

A parte i seri problemi di fattibilità, a me pare che il vero problema dello sciopero fiscale come strumento di lotta politica del Nord consista nel fatto che esso non solo favorisce in aggregato i cittadini del Nord (perché le entrate dall'erario al Nord sono spese in modo inefficiente e improprio al Sud) - che è l'obiettivo desiderato - ma anche favorisce gli evasori  rispetto ai cittadini  che evadere non possono - obiettivo questo invece indesiderato (in termini di benessere sociale, ma assolutamente in linea con gli interessi del "popolo della Lega"). 

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Commenti

Ci sono 29 commenti

A dir la verità esiste una lunga storia di uso di forme di resistenza diretta o indiretta contro l'imposizione fiscale. Alcuni episodi storici fondamentali per la storia dell'umanità, come il Tea Party di Boston e il boicottaggio del sale promosso da Gandhi furono in qualche misura forme di resistenza fiscale. Questi episodi in verità sembrano dare ragioni a Veltroni,visto che furono parte di lotte rivoluzionarie per l'indipendenza.

Ci sono però stati tanti episodi in cui la resistenza al fisco è servita più limitatamente per cambiare un governo o una politica. Tanto per macellare un'altra vacca sacra, la Thatcher venne cacciata perché tentò di imporre una tassa impopolare (la poll tax), che parte della popolazione rifiutò puramente e semplicemente di pagare. La resistenza alla tassa assunse anche aspetti abbastanza violenti. Più in piccolo, anche in Italia è attivo da ormai un paio di decenni un movimento per l'obiezione fiscale alle spese militari, che però non ha sortito grandi effetti. 

La proposta della Lega, è facile prevedere, si scioglierà nel nulla; è la classica sciocchezza da bauscia a cui i leghisti ci hanno ormai abbondantemente abituato. Ma il rischio che il continuo aumento della pressione fiscale porti alla fine a forme di disobbedienza civile (o anche incivile) esiste, e Veltroni farebbe bene a pensarci più attentamente.

Per quanto riguarda le manifestazioni anti-tasse in Italia, forse la più importante fu la "marcia dei contribuenti" a Torino nel novembre 1986, guidata da Gianni Marongiu, Sergio Ricossa e Antonio Martino, che all'epoca fece alquanto scalpore, anche per l'inaspettata partecipazione popolare (circa 35.000 persone). Su internet non si trova granchè al riguardo, solo un commento di Craxi, non molto diverso da quello di Veltroni di questi giorni.

Poi vennero la Lega, il giuramento di Pontida, l'ampolla con l'acqua del Po, e tutto finì nella solita farsa...

La cosa più divertente è che lo sciopero fiscale lo fa chi le tasse non le paga o chi evade..Se ci pensate viene veramente da ridere!

 

in Belgio - dove vivo e lavoro - la pressione fiscale è ben più alta di quella italiana, ma nessuno si sogna di organizzare buffonate del genere. Credo si tratti della solita dimostrazione di italianissima mancanza di senso dello Stato. Invito in questo senso a leggere anche l'articolo di Messori sul Corriere di ieri, che mi sembra sia emblematico di questa situazione. saluti e buon lavoro a tutti.

Probabilmente in Belgio i soldi dei cittadini vengono spesi in modo piu' oculato cosi' che' i servizi forniti dallo stato in cambio delle tasse funzionano e lo stato ha una credibilita' differente da quella italiana e dello zimbabwe. L'ultima? Dopo i roboanti annunci sul sequestro dell'auto a chi guida ubriaco, oggi e' saltato fuori che tale sequestro non e' compatibile con le leggi in vigore. Ergo, tutti i sequestri effettuati secondo il nuovo codice della strada sono stati revocati. Che figura ci fanno i legislatori, che noi contribuenti paghiamo profumatamente? Che figura ci fa lo stato? Anche questa figura da cialtroni, se fosse tradotta e divulgata nel mondo, non susciterebbe l'ilarita anche dei Venezuelani e dei Kazaki'

 

Secondo alcuni tutto dovrebbe ridursi a pagare alla Regione di residenza l'intera imposta dovuta come se fosse tutta Irap (tassa regionale), commettendo un errore formale nella compilazione del modello F24 (si usa in Italia per pagare le tasse). Si incapperebbe in una sanzione amministrativa per codice tributo errato, pare solo in caso di mancato ravvedimento una volta segnalato l'errore da parte del Fisco.

Quindi per protestare contro gli sprechi e il fisco rapace i siciliani dovrebbero dare i loro soldi a ... Cuffaro. Questa si che fa veramente ridere.

Tremonti prosegue con il culto della personalità e parla di sciopero fiscale

www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/23/cazzullo_intervista_tremonti_sciopero_fiscale.shtml 

Purtroppo piu che altro Tremonti in quel pezzo fa prendere aria ai suoi denti...

i suoi giudizi comunque sono abbastanza allineati con quelli di Russo-Spena; dovrebbero allearsi.

si'...solo che Russo Spena non ha mai fatto il ministro dell'economia

... straparla da anni.

Quando iniziammo il blog, quasi un anno e mezzo fa, ero di passaggio per l'Italia e come d'abitudine mi riempii la borsa di libri senza aver tempo per fare l'appropriata cernita. Fra di essi vi era un libercolo del Commercialista di Sondrio, intitolato "Rischi Fatali". Lo lessi finche' andavo a Malpensa (in un'ora e mezza, dalla Feltrinelli di via Manzoni, si riescono a fare entrambe le cose) e nella mia follia d'aspirante bloggaro presi pure alcune, poche, note. Le presi perche', ancor piu' dei risibili argomenti, lo stile prosaico adottato dall'autore mi sembrava ridicolo, oltre che letterariamente mediocre (deve aver fatto il classico). L'ultima volta che avevo letto prosa del genere era nei libercoli del Toni Negri che si calava il passamontagna e sentiva il calore della comunita' operaia o nello stupidario francese degli impostori intellettuali. La cosa, purtroppo, mi sembro' cosi' incoerente che abbandonai rapidamente l'ingenua idea di farci una recensione sul nascente blog: non ho la pazienza e la chiarezza di Sokal e Bricmont!

Per la suddetta noia le citazioni letterali son poche, ma oggi almeno torna utile non aver gettato il file.

 

"in ogni caso, e' soltanto una coincidenza se l'11 dicembre

2001 [data accesso Cina al WTO] viene appena tre mesi dopo l'11 settembre?" 

 

 

"In un mondo dominato dal mercato unico, campo di

applicazione di grandi forze ..." (p. 7)

 

 

"Un miliardo di

euro di export cinese non vale come un miliardo di euro di export europeo.

Perche' il miliardo di euro cinese contiene una quantita' di prodotti

enormemente maggiore." (p.20)

 

 

"Il liberismo si

basava su di un principio di liberta' applicato al mercato. Il comunismo si

basava su di una legge di sviluppo applicata alla societa'. Il mercatismo e' la

loro sintesi. Perche' applica al mercato una legge di sviluppo lineare e

globale. In questi termini il mercatismo e' l'immissione del mercato in un

campo di forza." (p. 29) 

 

 Ed infine, la perla:

 

 "Basta con le provocazioni, tipiche di chi in vita sua

non ha mai lavorato ..." (p. 21)