Partiamo dal presupposto (neanche tanto campato per aria, come i nostri fedeli lettori sanno) che noi sappiamo, con certezza, che la manovra fa schifo. Parlo di noi come investitori dei nostri risparmi e dei nostri fondi pensione. Sappiamo questo sia che Draghi lo dica, sia che lo neghi, perché leggiamo Sandro ed Alberto su noisefromamerika. Siccome tutti leggono noisefromamerika, tutti sanno che la manovra fa schifo.
Noi però non sappiamo che tutti leggono noisefromamerika. Lo sospettiamo ma non lo sappiamo. Magari qualcuno legge Il Giornale, qualcun altro si limita a guardare Rete 4. Anche se tutti sanno che la manovra fa schifo, nessuno dunque sa che anche gli altri lo sanno. E nessuno sa che gli altri sanno che loro lo sanno, e così via. Non è un gioco di parole, è il punto cruciale.
Draghi non è Alberto né Sandro, con tutto il rispetto per i miei co-redattori. Draghi è autorevole e le sue parole vantano notevole credibilità fra il pubblico e vengono riportate su tutti i giornali. Per semplificare assumiamo che l'autorevolezza di Draghi sia totale. Una frase come "Io so che la manovra fa schifo", da parte di Draghi, avrebbe un effetto su un livello secondario delle nostre e altrui conoscenze. Siccome Draghi ha notevole autorevolezza, quella frase crea conoscenza non solo da parte di tutti (questa, nelle mie ipotesi, c'era da prima), ma crea conoscenza da parte di tutti che tutti lo sanno, e che tutti sanno che tutti sanno, che tutti sanno che tutti sanno che tutti sanno, e così via. Anche se di secondo, terzo, quarto, ... n-esimo ordine, questo livello di conoscenze ha conseguenze drammatiche e importanti per i mercati. Cerchiamo di capire perché.
Pensiamo alla seguente situazione. Se la situazione finanziaria peggiora (per esempio se viene approvata una manovra che fa schifo), a tutti conviene mettere in atto comportamenti (per esempio, la svendita di BOT e BTP) che provocano la catastrofe economica planetaria, o perlomeno europea, o italiana. Insomma, qualcosa di brutto e indesiderabile. Non si può fargliene una colpa, nessuno di noi è un cattivo speculatore con cappello a bombetta: stiamo cercando di salvare i nostri risparmi. È un problema di coordinamento: quando la manovra fa schifo, se tutti svendono, conviene svendere anche a me, ma se nessuno svende, meglio tenersi i BOT. Se la manovra fosse buona, allora non converrebbe mai svendere.
Tutti sanno che la manovra fa schifo, ma non sanno che gli altri lo sanno. Se gli altri non lo sanno, non svendono i BOT. Dunque neanche a me conviene svendere. Io non so che gli altri lo sanno, né loro sanno che io lo so, quindi anche loro si comporteranno allo stesso modo. Ma se Draghi annuncia "la manovra fa schifo", cambia tutto. Ora so che gli altri lo sanno, e loro sanno che io lo so, e so che sanno che io lo so... e così via all'infinito. Si crea quello che in gergo definiamo "common knowledge". La conseguenza è che tutti svendiamo e il mondo crolla.
Al contrario, quando Draghi dice che la manovra è un importante passo avanti, questo non ha alcuna conseguenza indesiderata anche se sappiamo che Draghi è un bravo economista e sta mentendo. Nemmeno se lo sanno tutti, che Draghi sta mentendo. Perché non so che gli altri sanno che sta mentendo. Questa asimmetria deriva dall'asimmetria iniziale sulle conoscenze: tutti sanno che la manovra fa schifo. Una frase di Draghi che va nello stesso senso crea common knowledge. Una frase in senso contrario, invece, aumenta l'incertezza e consolida la decisione iniziale di attendere avvenimenti chiarificatori.
Come avrete capito, l'argomentazione tiene senza assumere che esistano delle incertezze sulla bontà della manovra. In pratica, le affermazioni da parte delle autorità servono anche a spostare le credenze degli incerti, riducendo la probabilità che avvenga il patatrac. È un gioco delicato fra la convenienza, nel breve periodo, a calmare i mercati, e quella, nel lungo, a mantenere una reputazione di competenza e veridicità che deve essere usata nei momenti critici.
Ma adesso che vi ho svelato l'inghippo non sanno tutti che Draghi ha detto il falso? Beh no, le mie parole non le scrivono in tutti i giornali ed io non sono Draghi, quindi non c'è common knowledge di niente! In pratica Draghi non è la verità impersonificata, e la reputazione sua ce l'ha fintantoché non ne dice troppe, di bugie. Facciamo allora male noi di nfa a dire la verita? No di certo! Svolgiamo una funzione fondamentale: se non ci fosse qualcuno che smascherasse le nefandezze voltremontiane, farebbe ancora peggio, e sarebbe ancora più difficile per Draghi affermare che la manovra va nella direzione giusta.
P.S. Per i secchioni: quanto descritto è noto come "Common-Knowledge Paradox", con il quale si tende a spiegare la discontinuità fra "io so che tu sai che io so che tu sai... " e via per n volte (con n grande quanto si vuole) e n = ∞. Potete dilettarvi a leggere altri esempi (un po' diversi da quello mio) nella pagina di wikipedia o in questo post di Jeff Ely (entrambi in inglese).
Anche se Draghi dicesse la verita' c'e' un nocciolo duro di risparmiatori di una certa eta' che guarda esclusivamente Rete 4, che non sa neanche chi sia Draghi, che ha paura di investire in qualsiasi altra cosa che i titoli di stato italiano. Anzi, probabilmente si rallegrano se i tassi d'interesse vanno su, perche' ricorda i loro anni ruggenti dell'era Lira.