Ma ci prendono in giro?

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Risposta affermativa. Come facilmente prevedibile, l’obbligo di  pareggio di bilancio in Costituzione è una bufala.

"Non è consentito ricorrere all'indebitamento, se non nelle fasi avverse del ciclo economico nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non può essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio" (da Repubblica on line).

Da sola, la clausola sui “limiti degli effetti  del ciclo” sarebbe abbastanza risibile: prevedo dotte discussioni fra Scilipoti e Di Pietro sul filtro migliore per separare ciclo da trend  (Hodrick-Prescott? Baxter-King?).

La clausola dello “stato di necessità” è assolutamente demenziale. Che vuol dire? E’ proprio necessario un terremoto o basta l’avvicinarsi delle elezioni?  Chi  lo proclama lo stato di necessità? Una commissione di saggi bipartisan? Il Parlamento a maggioranza di due terzi? Il Governo?

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Commenti

Ci sono 147 commenti

Un applauso alle coorti di "liberalidel ..." che, in questi mesi, hanno offerto la foglia di fico per questa ennesima presa per i fondelli.

Mi informano che ora due di essi (Rossi e Martino) hanno proposto una cosa veramente seria e veramente tough: pareggio di bilancio per il 2013 e tetto costituzionale del 45% alla spesa pubblica in percentuale del PIL!

Eppoi qualcuno pensa che vada la pena moderare i toni perché, così facendo, questa banda di buffoni ignoranti e delinquenziali forse ci ascolterebbero di più? Ma per favore!

touchè :-)

ecco il testo approvato in consiglio dei ministri...

www.mef.gov.it/documenti/open.asp

al di là di tutto,a parte la questione relativa agli eventi eccezionali cosi' mal posta...la regola legata al ciclo,alla fine non è uguale alla regola del patto di stabilità e crescita,solo spostato invece che al 3%,al pareggio di bilancio e con un vincolo costituzionale nazionale invece che con un vincolo europeo con sanzioni ridicole,tra l'altro manco mai applicate in questi decenni,quando anche Germania e Francia in diversi anni hanno sforato la regola per cui venne proprio modificata con il riferimento al ciclo economico?Io penso che tendenzialmente,con il nostro debito pubblico,l'Italia dovrebbe avere sempre "almeno" il pareggio di bilancio...cioè in tempi di crescita,avere un surplus di 2-3 punti di PIL con la previsione che nei momenti di recessione il bilancio sia almeno in pareggio...per poter ridurre di diversi punti all'anno il rapporto debito/PIL e impedire di vederlo riaumentare negli anni di crisi o comunque riaumentare di molti punti (ad esempio,se si riferificasse una caduta del PIL nominale del 3 % come nel 2009,comunque avendo un pareggio di bilancio,il rapporto debito/PIL non sarebbe riaumentato di 10 punti in un anno ma al massimo di 2-3 punti e anche visti comunque i bassi tassi di crescita del nostro PIL...E comunque,certo la nostra classe politica è abbastanza disastrosa,pero' mi risulta che regole simili sono state introdotte in diversi paesi europei,considerati molto piu' seri del nostro...

 

 pareggio di bilancio per il 2013 e tetto costituzionale del 45% alla spesa pubblica in percentuale del PIL!

 

in due mesi non sono riusciti a tagliare la spesa di un punto ma secondo Martino l'anno prossimo la taglierebbero di 5?

Ma va là! 

 

Mi informano che ora due di essi (Rossi e Martino) hanno proposto una cosa veramente seria e veramente tough: pareggio di bilancio per il 2013 e tetto costituzionale del 45% alla spesa pubblica in percentuale del PIL!

Svezia 2010:

 

 

 
 

General government revenue (% of GDP)

 
 

51.211 %

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

General government total expenditure (% of GDP)

 
 

51.44 %

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

Total Government Net Lending/ Borrowing (% of GDP)

 
 

-0.23 %

 

 

GDP Growth (Constant Prices, National Currency)

 
 

5.536 %

 

ecco la proposta di cui parli...

www.pietroichino.it

l’obbligo di pareggio di bilancio

Qui c'è un problema di coscienza.

La Angela va sostenuta sempre e comunque, però sul merito della questione ha solo sostanzialmente ragione, non totalmente.

Bisogna senz'altro che la norma entri nelle coscienze dei popoli, ma se in tempi non sospetti avevamo pur lasciato un 3% di deficit ammissibile, era per "gestire la realtà", che ti si presenta addosso nuda e cruda.

Non va dato corda a chi vorrebbe usare l'argomento per fare una battaglia ideologica "anti-keynesiana": le misure di spesa anti-ciclica vanno consentite, con moderazione sì ma anche con certezza giuridica. 

RR   

La Angela va sostenuta sempre e comunque

Se è quella che penso io, la Angela capisce di economia e di come va al mondo, al mattino dopo due caffé, come e quanto io capisco di cricket dopo 6 pinte al pub mentre mi guardo una partita di football australiano ...

Il testo approvato dal consiglio dei ministri (grazie a Roberto Arnaldo per il link) chiarisce i dubbi di Giovanni. La nuova versione dell'art. 81 recita:

 

Lo stato di necessità è dichiarato dalle Camere in ragione di eventi eccezionali, con voto espresso a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.

 

Mi pare che l'unica differenza rispetto a una procedura di approvazione di legge ordinaria sia la richiesta della maggioranza ''dei componenti'' delle Camere, anziché dei votanti come accade normalmente.

Riassumendo: per spendere in deficit bisogna che ci sia un evento eccezionale. Se c'è un evento eccezionale lo decide la maggioranza parlamentare. Una barriera impenetrabile all'esplosione del debito, no?

Sul serio gente, non vale la pena di stare a parlare di simili minchiate. Questi devono andarsene e basta.

 

 

Sul serio gente, non vale la pena di stare a parlare di simili minchiate. Questi devono andarsene e basta.

 

Il tasto "like" va implementato al più presto!

Domanda: è grave che mi stupisca lo stupore?

Sarà che la sera passeggio vicino ai "Ministeri del Nord", ma lo davo per scontato che si sarebbe trattato di una presa in giro del genere.

Ovviamente sono in attesa di quella relativa alle province, che ipotizzo verranno trasformate in "distaccamenti locali della regione" o qualche pseudo ente simile, mantenendo gli attuali carrozzoni di amici degli amici.

 

 

E pensa che c'e' della gente che manifesta contro questo vincolo come se fosse una cosa seria.

Aveva ragione Elio, quando cantava "la terra dei cachi".

 

L'avevo sentita ma non volevo crederci. Prevedo, se la norma venisse approvata, una serie di "eventi eccezionali" da far impallidire le sette piaghe d'Egitto (o i Blues Brothers)

 

alla fine il problema e' sempre che gli italiani eleggono politici che vogliono spendere. di fronte a tale fatto non esistono vincoli istituzionali che tengano...

Scusate ma, sia pure dopo aver letto l'articolo di Michele e questa discussione, io non capisco perché i criteri per separare il ciclo dal trend e per definire uno stato di necessità e, aggiungo, per deliberare il ripianamento di un debito di un ente autonomo, se approvati con una maggioranza dei due terzi non potrebbero comunque migliorare la situazione.

 

Certo che questa idea di sancire per via costituzionale un vincolo di natura tecnico-economica è davvero strana, e per diversi motivi.

Da un lato fa specie vedere anche i liberali, e fra questi anche molti sedicenti tali, che ricorrono a uno stratagemma che negli ultimi anni era un trucco abbastanza consueto della sinistra politica italiana. Secondo questo schemino, alcuni principi erano sanciti nella costituzione, in specie quelli sociali, e per questo motivo lo Stato doveva promuovere e tutelare quei diritti perché quelli erano appunto...diritti costituzionali! Una circolarità che in certi circoli intellettuali era ben accetta perché quanto proclamato dalla costituzione combaciava con le proprie idiosincrasie ideologiche. In genere, i liberali rispondevano che quelli erano principi fumosi, nati da compromessi traballanti postbellici, con scarsa o nessuna rilevanza a decenni dall'approvazione di quella carta fondamentale. In quel caso i liberali, o quelli che almeno a parole si dicevano tale, ci insegnavano che le costituzioni non sono tavole di pietra, che le costituzioni vanno aggiornate ai tempi e altre cose peraltro ragionevoli. Ora le parti si rovesciano, e i riformatori della società italiana, o che almeno questo dicono di voler fare, tentano la strada dell'atto performativo: una sorta di abracadabra che appena messo per iscritto sulle tavole fondanti della nostra repubblica renderà tutti più virtuosi e sobri nel gestire la spesa pubblica. Se la cosa dovesse riuscire per davvero, immagino quelli che oggi difendono la Costituzione  nata dalla Resistenza e che oggi stesso ritengono immodificabile quella costituzione, combattere per considerare gli eventuali vincoli costituzionali alla spesa pubblica come retaggi di anni nei quali il debito pubblico imperversava senza controllo; i liberali invece avranno buon gioco a rivendicare la sacertà di quel testo dinnanzi a tentativi di modificazione dello stesso.

Rimane una cosa però. Dinnanzi a una situazione che, a quel capisco, si fa ogni giorno più drammatica rimane insopprimibile il desiderio che una parte del paese e delle sue classi dirigenti mostra sempre: quello di buttare la discussione su principi astratti od elevati, su questioni immense che ci distolgono da quei conti della serva che ogni giorno si approssimano sempre più necessari per uscire dal casino in cui siamo finiti. La mia domanda, di opportunità politica, ma anche di intelligenza volgarmente tattica, è: ma vista la situazione in cui siamo, e considerato il polverone emotivo ed ideologico che si collega alla costituzione italiana, era davvero così opportuno collegare il dramma del controllo della spesa pubblica a raffinati dibattiti di riforma della costituzione o di suoi emendamenti? Considerato anche che in Italia, quando NON si vuol fare qualcosa si decide sempre di farla appunto per via di riforma costituzionale, ché tanto lo sanno tutti che le buone intenzioni si perderanno poi nel più asfissiante dei proceduralismi parlamentari...

Ma forse c'è un'altra ipotesi. Siamo, come paese, avvolti in un sudario di agonia che avanza inesorabile e siccome abbiamo capito che, di riffa o di raffa, siamo comunque spacciati allora ci mettiamo a parlare d'altro. Nessuno al capezzale di un morente parlerebbe dei suoi debiti o delle sue manchevolezze, si parla piuttosto di cose che possano ristorare l'aspettativa del futuro: il paradiso, una costituzione nuova che non consentirà sprechi; oppure si parlerà dei ricordi del passato...

Marco Boninu indica un elemento interessante su cui Giovanni (Federico) che e' storico e vede il nesso ci dira' la sua. Il paese e' effettivamente in stato pre-agonico. Come accadde e non per la prima volta, e' solo una pressione esterna che muove le classi digerenti. Come furono le sconfitte militari dal 1941 in poi, fino alle duplici debalces del 1943. Adesso e' Bce che traccia il solco. Il gran "daffare" dei governicchi e' quello di imbrogliare sui dettagli, in cui come noto giace il demone, per cui le provincie ci sono e "non" ci saranno, il vincolo al debito pubblico, sia sbagliato o meno, ci sara' ma non ci sara', i parlamentari vanno dimezzati ma non e' vero. 

Il tutto indica, almeno a me, che la sclerosi di un gruppo digerente defecato dalle varie catastrofi del CAF si trova in difficolta' e avendo nessuna alternativa si gingilla con direttore dell' Avanti, con le mie scuse a Turati e Kulischioff.

 e ci dicono che piove

Quella di prenderci in giro e' ormai una abitudine inveterata, dubito che riuscirebbero a smettere. Non so se ti ricordi di questa chicca: www.governoberlusconi.it/detail.php

Rimane da vedere quanto a lungo riusciranno a prendere per il culo anche la BCE.

Carlo incomincio a pensare che anche BCE, Ce , Merkel, Cameron, Sarkozy alla fine non siano i geni che ci immaginiamo  

link

Il che dimostra come una discussione partita male e continuata sull'onda di demagogie irresponsabili, può finire anche peggio.

Del resto se pensiamo che questo Paese aveva anche partorito la norma secondo la quale "gli Enti sono inutili se hanno meno di 70 dipendenti", si appalesa la situazione di "default mentale" in cui ci dibattiamo.

RR 

 

Ci vuole più Berlusconi. Finora si è fidato di chi lo limitava. Fategli dispiegare le sue energie e nulla sarà precluso all'Italia.

Panebianco ma lingua marrone (scusate la volgarità)

http://www.repubblica.it/economia/2011/09/09/news/acquisto_bond_scontro_nella_bce-21433068/?ref=HREA-1

 

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-09-09/giappone-recessione-terzo-trimestre-081411.shtml?uuid=Aazhuo2D

 

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/419502/

Commenti?

 

Anziché fare gesti inconsulti, la BCE dovrebbe comunicare al governo italiano che se ne deve andare immediatamente, e che gli acquisti di titoli non continueranno se permane questo governo. Ne ho scritto su Linkiesta.

altro che speculatori! Se ci fossero dovrebbero così correre per provocare danni come le dichiarazioni di Trichet, il gesto di Stark o le dichiarazioni di Geithner tutte rigorosamente a mercati aperti.

ieri lo show in conferenza stampa di trichet, oggi stark che si dimette a mercati aperti. nervi a fior di pelle evidentemente. pessimo indizio.

 

Come vedeste, Giorgio Napolitano e Mario Draghi non rispettano l'obbligo biblioc di shabbath

Alevai omayn. Si spera solo che esca fuori qualcosa di meglio dei soliti tentennamenti, deprecamenti ecc.

non ci posso credere, un altro condono

Ah, ecco cosa intendevano per lotta all'evasione.

 

non ci posso credere, un altro condono

 

No, non e' un condono. E' Scilipoti.

Mi sembra solo un modo per far casino a vuoto. Del resto ormai Scilipoti e' un po' come il folle delle tragedie shakespeariane: puo' dire di tutto (che sia sensato o meno), compreso quello che SB vorrebbe dire (ma non puo').

 

i Scilipoti crescono

 

Manovra:40 deputati Pdl per condono
15 Settembre 2011 15:37 CRONACHE e POLITICA

(ANSA) - ROMA - ''Sono piu' di 40 i colleghi che a Montecitorio hanno firmato il documento che io e l'amico Mazzocchi abbiamo elaborato ed inviato ad Angelino Alfano per aprire, a manovra approvata, una riflessione seria e serena all'interno del PDL sul tema del condono fiscale''. Lo rende noto Amedeo Laboccetta, membro della Commissione Bilancio della Camera. ''Siamo convinti che attraverso un concordato fiscale ed un nuovo patto tra Stato e contribuenti si possa dare un impulso al rilancio dell'economia''.          

Link

Bloccata per un pelo l'istituzione di nuovi ordini professionali e gestiti dalle province.

Standing Ovation per i partiti "liberali" di questo governo "liberale"...

Dalle mie parti si direbbe "mo andate a noni*..."

* piccoli pesci di nessuna utilità gastronomica