Pluto is a dog, not a planet

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L'astrofisico Francesco Sylos Labini (FSL) si è permesso recentemente sul blog del Fatto Quotidiano di dubitare sulla capacità dei premi nobel in Economia di migliorare la condizione umana. Ho risposto, sul nostro blog presso il Fatto, di getto, con un post volutamente ironico. Pensavo di riprendere, copiandolo, il post qui su nfa, ma preferisco parlare d'altro, perché credo di avere imparato una lezione o due dai commenti che stanno fluendo, copiosi, al mio post.

Sia ben chiaro, Francesco Sylos Labini non ha semplicemente pisciato fuori dalla tazza, ma fuori dalla finestra. Forse non meritava nemmeno una replica, ma non si può sempre tacere.

Confesso anche che il buon Sandro Brusco, cui avevo fatto vedere il post preventivamente, mi aveva avvertito che si sarebbe come minimo rischiato di far passare la questione come una diatriba fra studiosi che fanno cose diverse. Molto probabilmente invece, avrei fatto la figura dell'arrogante che pretende di comandare agli altri di non parlare della propria disciplina. E aveva ragione.

Purtroppo però non ci può non essere arroganza in campo scientifico: c'è chi le cose le sa, e chi le deve imparare. FSL, di economia, purtroppo deve impararne, e molta, quindi non può mettersi a parlare di Nobel. Quindi il post l'ho messo e i commenti sono arrivati, copiosi più che mai. Senza pretendere che si tratti di un campione rappresentativo di lettori, posso comunque cercare di esprimere qualche considerazione:

1) Una buona parte del pubblico del fatto sembra non avere granché idea di cosa significhi studiare l'economia. C'è un sentimento diffuso di attribuzione di responsabilità diretta agli economisti per la grave situazione economico-finanziaria mondiale. Qualcuno non sa far distinzione fra "studioso di economia", e "persona che fa soldi", o speculatore.

2) C'è chi fa un passaggio ulteriore: è responsabilità degli economisti se tanti imprenditori e finanzieri (e politici magari) sono spinti da avarizia più che dal perseguimento del bene comune. Insomma gli economisti, duemila persone si e no, propongono uno stile di vita e tutti via a seguirlo, a milioni.

3) Sembra assodato per qualcuno che la categoria degli economisti sia direttamente al soldo delle elites finanziarie (chissà perché nessuna di quest'ultime ha ancora trovato il mio numero).

4) Non esiste una minima consapevolezza dei risultati concreti ottenuti dall'economia che migliorano concretamente la vita di tutti.

Potrei continuare con la lista. Le lezioni da trarre?

a) l'ignoranza di una buona fetta di lettori di un giornale peraltro ragionevole è stupefacente. Figuriamoci chi non legge il giornale! Purtroppo qui sto estrapolando troppo dal campione, che non può essere rappresentativo. Però io sono sempre dell'idea che dietro ad ogni commento ci sono centinaia di lettori che la pensano similmente. Anche se non rappresentativo, il campione fornisce un segnale.

b) occorre intraprendere un serio lavoro di educazione sul ruolo della scienza economica, cosa può fare, cosa non può fare e cosa ha fatto di buono. Un lavoro ingrato se si pensa alle grosse fette di prosciutto che certi lettori del fatto si trovano davanti agli occhi.

c) evitare di scendere al livello della bassa polemica. L'arroganza fa perdere credibilità, e di questo mi dispiaccio.

d) per quanto si possa essere cauti, ci sarà sempre chi prende una frase o un esempio estraendola dal contesto per rivelare una supposta incoerenza logica, o imprecisione. Tant'è: con questa gente non c'è speranza.

e) Il blog del Fatto, così come Facebook, Twitter, e tanti altri luoghi online, non sono posti dove si possa avere una discussione seria. Per due motivi; uno è che "logisticamente" non sono strutturati a questo scopo. Il secondo è che l'equilibrio dell'area commenti, quella che a me piace chiamare la norma sociale, non è quella di postare la propria opinione per cercare un confronto. Al contrario, si posta per pura soddisfazione personale, la soddisfazione dell'insulto gratuito.

La cosa strana è che il mio post abbia risvegliato tanti sentimenti contro gli economisti. Ma davvero, cosa abbiamo fatto di male? Ve lo assicuro lettori del Fatto, siamo delle brave persone :-)

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Commenti

Ci sono 369 commenti

Anche tante "streghe" ed untori erano brave persone. Ma la "gggente" non vuole ragionamenti lunghi e difficili che si concludono con "forse". E non vuole farsi sentir dire che è responsabile di qualsiasi cosa. Vuole qualcuno da incolpare hic et nunc. A voi economisti va anche bene....

 

 

c) evitare di scendere al livello della bassa polemica. L'arroganza fa perdere credibilità, e di questo mi dispiaccio.

 

Questo mi sembra un ottimo proposito.

Riguardo alla questione del perche' il grande pubblico abbia un'idea distorta degli economisti (e di riflesso delle discipline economiche) io  una mia teoria ce l'ho. Il problema e' che spesso, sui media italioti, il biglietto da visita di "Prof." di economia viene speso per cercare di dare credibilita' ad questo o quel progetto (politico - in genere).

L'immagine che i lettori  hanno degli economisti e' quindi prevalentemente quella che viene fornita loro dai giornali. E se invece di parlare di lettori spostiamo l'attenzione sui telespettatori, il benchmark degli economisti rischia di essere il quasi nobel Renato Brunetta.
:)

A me sembra che editoriali come questo contribuiscano a creare l'immagine di cui parla carlo carminati. 

Tanto gusto per il velleitario ha irritato me, personalmente, ma credo che nel lettore medio la lettura di dieci proposte buttate lì apoditticamente e condite da un "rimane il problema di «quale» governo abbia il coraggio di fare tutte queste cose. Berlusconi ha una grande occasione per dare un colpo d’ala al proprio governo. Oppure serve una grande coalizione? O un governo tecnico? Non siamo politologi e non lo sappiamo" generi sensazioni anche peggiori. 

 

E per fortuna che non hai ricordato che John Maynard Keynes, da loro idolatrato in quanto sostenitore (vabbè, lui poneva dei limiti..) dell'intervento dello Stato in economia, era poi un accanito speculatore di Borsa...

 

La causa fondamentale dell'odio da parte della società verso gli economisti è il fatto che la gente pensa che l'economia sia una branca dell'ideologia politica. L'economista non viene visto come uno scienziato ma come un politico che ha preventivamente trasformato le sue convinzioni ideologiche in teorie scientifiche attraverso dimostrazioni matematiche probabilistiche e quindi inesatte. Siccome l'economia non ha l'esattezza della matematica, allora la gente ignorante si permette di contestare, tanto per il gusto di farlo e non portando contributi alla crescita della disciplina, quelle teorie "ideologiche", poi vanno a dire: ho la prova, leggete latouche 'un professore di economia (che tralaltro am mio avviso scrive per non farsi capire a se stesso!) ' che afferma che la concezione del lavoro che abbiamo al giorno d'oggi è dovuta alla mentalità borghese (come se qualcuno oggi vada a lavorare perchè spinto dall'ideologia borghese anzichè perchè sia competente a far bene qualcosa per guadagnarsi da vivere), la crisi è colpa degli economisti: assurdità! è come se io me la prendessi con i medici anzichè col virus che ha causato l'epidemia..semmai la gente dovrebbe criticare gli economisti sperando che trovino una soluzione rapida alla crisi, un po come si spera che i dottori trovino la cura per qualche malattina; solo che i secondi sono scienziati, gli altri scienziati "ideologici".

Non avrai mica beccato FSL in seguito alla mia segnalazione? Mi sentirei terribilmente responsabile per il tempo che ti ho fatto perdere.

Ti ringrazio per i punti c) ed e), cercherò di farli imparare a memoria alla mia bile. La mia bacheca FB è stata per un certo tempo un discreto guazzabuglio; poi mi son stufato e ora per lo più segnalo pacificamente le cose interessanti che mi capita di leggere (ma venerdì sono caduto nella trappola dei commenti a FSL). Rimane il problema di come perseguire b) su una scala accettabile attenendosi ad essi.

Vi lascio un aneddoto ottimista: un mio amico che ha entrambi i genitori economisti qualche hanno fa propose loro  di organizzare una piccola serie di  incontri a tema economico, ad uso per lo più dei suoi amici (al tempo tutti universitari). Quegli incontri furono un successo e da allora periodicametne ci proponiamo di ripetere la cosa, senza mai trovarne il tempo. Questo per dire che ortogonale al commento ignorante c'è un grande interesse e una grande volgia di imparare. Anzi, forse il primo è l'espressione più becera dell'esigenza frustrata di capirci qualcosa (Ok questa l'ho un po' sparata...).

l'ignoranza di una buona fetta di lettori di un giornale peraltro ragionevole è stupefacente. ... occorre intraprendere un serio lavoro di educazione sul ruolo della scienza economica

Sì, ma più che di educazione, c'è bisogno di alfabetizzazione.

 

Sì, ma più che di educazione, c'è bisogno di alfabetizzazione.

 

Completamente d'accordo, visto che sono un informatico ignorante in economia.

A questo proposito chiederei un favore ai più "dotti" del sito: potreste pubblicare una bibliografia (cartacea e elettronica) per consentire a noi profani di avvicinarci?

Ho sostenuto solo un esame di Economia a Ingegneria (il testo mi pare fosse Mansfield), ma si è tutto perso nelle nebbie della memoria.

Grazie

 

Salve. Due premesse: 1) mi sono iscritto per commentare questo post, ma vi seguo da tempo; 2) sono un fisico, quindi faccio parte di quell' "altra" categoria :P

Per quanto mi riguarda, il motivo per cui la mia opinione degli economisti (ma in genere di chiunque mi dica di occuparsi di finanza, economia, etc... da un punto di vista scientifico) e' tendente al basso, e' riassunto bene in due frasi che lei ha scritto:

"una delle cose che Lucas & Co. ci hanno insegnato (sì proprio loro della famigerata scuola di Chicago) è che l’unica previsione che possiamo fare in economia è che non si possono fare previsioni."

"Una buona parte del pubblico del fatto sembra non avere granché idea di cosa significhi studiare l'economia.".

Ora, come detto, io nella seconda frase mi ci rispecchio pienamente. Non ho idea di cosa voglia dire studiare economia. Ma al contempo, quando leggo la prima, continuo a chiedermi a cosa serva studiare economia.

Se non e' possibile fare previsioni, quale scopo ha studiare l'economia? cerco di spiegarmi: supponiamo che io studi l'economia del mondo occidentale dei passati 100 anni. Cerco di capire quali leggi o decisioni politiche abbiano causato quali reazioni, cosa sia successo nei mercati e per quale motivo, etc... (sara' questo che studiano gli economisti? boh, io farei cosi' :D).Dopodiche', formulo un modello. A questo punto, posso farle o no le previsioni? Se, come dice lei, NON posso a cosa mi e' servito lo studio? A parte soddisfare la mia curiosita' in merito a quel che e' successo e cercare di individuare quelle che ritengo essere le cause importanti degli avvenimenti, cosa ne ho guadagnato? (si badi, ritengo che ci sia gia' un "guadagno" di conoscenza se la questione venisse posta in questi termini).

Insomma, cio' che mi sfugge e', semplicemente, la velleita' di chiamare scienza qualcosa che, per come viene poi posta (non si possono fare previsioni) scienza non e'.

Spero sia chiaro il mio dubbio ^^

saluti

 

Francesco

"una delle cose che Lucas & Co. ci hanno insegnato (sì proprio loro della famigerata scuola di Chicago) è che l’unica previsione che possiamo fare in economia è che non si possono fare previsioni."

Vorrei cercare di chiarire il significato di questa frase. Ci sono cose che l'economia in quanto scienza può prevedere benissimo. Ad esempio, si può prevedere che in un sistema economico, più moneta stampi, più salirà l'indice dei prezzi. Quello che non si può prevedere con precisione è quando questo avverrà.

Altro esempio, se imponi una tassa sui redditi del 99% puoi prevedere che l'evasione fiscale tenderà al 100%. 

Insomma, quando si dice che in economia non si possono fare previsioni, si intende il fatto che non possiamo dire, ad esempio, il momento esatto in cui la borsa subirà un crollo. Il confronto tipico che piace fare a molti economisti è quello con i terremoti. Ne puoi studiare e capire le cause e gli effetti, ma non puoi prevedere il momento esatto in cui avvengono. E' inutile studiare i terremoti? E inutile studiare e scoprire che l'universo si espande? E' inutile studiare i fenomeni economici che portano ai crolli di borsa?

Se non e' possibile fare previsioni, quale scopo ha studiare l'economia?

Prova a fare una previsione su un sistema dinamico MIMO non lineare e non stazionario con miliardi di miliardi di I e O.

Suggerisco la lettura di questo post di Alberto. Dovrebbe servire ad iniziare.

Io questa perenne diatriba tra scienziati non la capisco. Esistono sicuramente varie "categorie" di scienze più o meno rigorose. La fisica sforna teoremi destinati a "fallire", ovvero a venir superati da modellli più precisi o più generali. Lo stesso avviene per l'economia che ha i suoi bravi modelli che spiegano il mondo reale fino a quando non si scopre qualcosa di meglio. Ciò che le accomune è il metodo di studio, appunto scientifico.

Come ha detto qualcuno prima, è la mancanza di certezza che fa paura? La parola "forse" mette l'ansia? Ma lo scienziato vive con l'incertezza. Anzi la quantifica.

saluti

Giancarlo

Caro Francesco,

ho cercato di dare una risposta alla tua domanda in un post pubblicato qualche mese fa che ti ripropongo. Si intitola 

 

Confessioni di un previsore kafkiano incallito

 

http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1821

 

Spero sia utile per comprendere cosa si intende per "previsioni".

 

 

In generale non sono solo gli economisti ad essere oggetto di attacchi gratuiti. Basta pensare a chi si occupa di OGM, a chi gestisce centrali elettriche, per non parlare di chi produce plastica, o (Dio non voglia) termovalorizzatori.

E' un fatto della vita che esista gente che ha bisogno di sfogare frustrazioni (Orwell insegna) contro un nemico immaginario. E ci sono quelli che godono nell'esacerbare un dibattito. Non per questo bisogna scoraggiarsi. Anzi. E' un motivo in piu' per entrare nella tenzone.

 

 

 

 

 

 


 

 

Comincio dalla fine:

 

La cosa strana è che il mio post abbia risvegliato tanti sentimenti contro gli economisti. Ma davvero, cosa abbiamo fatto di male?

 

Non avete fatto niente di particolare. Il problema è che la gente, quando si ritrova vittima degli eventi, quando cioè non ha un controllo su quello che gli succede attorno, cerca un capro espiatorio. E le accuse possono essere benissimo pretestuose. Esempio classico: il terremotato che se la prende con i pompieri, nonostante lo abbiano estratto vivo dalle macerie. E perché? sono arrivati troppo tardi, sono stati inefficienti, eccetera.

La differenza tra voi economisti ed i pompieri è che perlomeno quest'ultimi in generale hanno una buona fama, ovvero la gente è ben consapevole che senza pompieri si starebbe peggio, e quindi le critiche pretestuose, quando spuntano, svaniscono subito come neve al sole. La stessa consapevolezza non esiste minimamente nei confronti degli economisti (punto 4).

La lezione fondamentale da tratte da questa storia secondo me è il punto b:

 

occorre intraprendere un serio lavoro di educazione sul ruolo della scienza economica, cosa può fare, cosa non può fare e cosa ha fatto di buono.

 

Tanto per fare un esempio, quando ho letto questa frase nell'articolo sul Fatto...

 

Non mi avventuro nemmeno a spiegare quanto tutti vivremmo molto peggio se non esistessero i mercati azionari o le opzioni, perché non è questo il luogo.

 

... la prima cosa che ho pensato è stata: peccato!

Una considerazione leggermente OT (è un po' che non nè facevo).

A me stupisce molto come in Italia tutti pontifichino su tutto, però arrogandosi di saperne più degli esperti che anzi sono generalmente visti come dei rincoglioniti che non vedono l'ovvio.

Dato che, entro certi limiti, quanto sopra ci può stare, cerco di spiegare più esattamente cosa mi stupisca con un esempio:

A giugno mi è stato spiegato da una casalinga in pensione come il giudice abbia sbagliato ad indagare su Gianni Letta che sicuramente è innocente. Tralasciamo che la signora non ha alcuna conoscenza del diritto e dell'indagine, quindi l'affermazione lascia il tempo che trova, quello che mi sconvolge è che la signora fino a due giorni prima non aveva mai parlato di Gianni Letta e Gianni Letta non aveva nulla a che fare con la sua vita.

Per quale accidenti di motivo in Italia tutti si buttano a capofitto a parlare di argomenti che non li interessano di striscio? Solo perchè ne parla la tv? Succede anche all'estero?

Effettivamente si tende a confondere l’ economista con lo speculatore. E’ abbastanza simpatico quando nelle discussioni salta fuori che la teoria mainstream della finanza trova insensato giocare in borsa (random walk).

Oltre all’ ignoranza, penso comunque che esista un fattore più serio che erode la figura dell’ economista, e cioè il fatto che è costretto a occuparsi di “istituzioni” quando la “cultura” è forse una premessa necessaria allo sviluppo. Questo fa sì che l’ esito delle sue ricette sia spesso altalenante.

Pur essendo un assoluto principiante riguardo l'economia credo che la colpa di tanto odio siano i numerosi instant book sulla crisi che quasi invariabilmente puntano il dito contro la famigerata efficient market theory.

Ovviamente non credo che tutti quelli che postano abbiano letto questi libri, ma probabilmente avra' letto qualche editoriale di qualche giornalista che ne ha letto uno (distrattamente) o avra' sentito un amico.

Inoltre in Italia c'e' da sempre un viscerale odio verso chi ha i soldi, in quanto immeritati per default, in questo e' molto diversa dalla cultura anglosassone.

Di chi e' la colpa se l'happy hour e' raddoppiato? Degli speculatori! Chi insegna agli speculatori? Gli economisti!  prepariamo forche e bastoni allora...

 

Inoltre in Italia c'e' da sempre un viscerale odio verso chi ha i soldi, in quanto immeritati per default

 

Giusta osservazione!

Quando nei blog si comincia a tirare fuori la filosofia della scienza si è quasi sicuri che ci si sta avvicinando al punto esatto in cui la discussione non avrà più nulla di dire...

Ma io dico, posto che una possieda gli strumenti formali per dimostrare che un certo approccio a una disciplina è incoerente, inutile, infruttuoso o altro perché non scrivere un articolo e sottoporlo alla comunità scientifica? Che senso ha parlare in generale? Labini, prenda un teorema, prenda un modello economico e utilizzando i metodi formali che sicuramente possiede lo confuti (mi si dirà che confutare un teorema non si può...beh allora lavori sui limiti di applicazione di quello, insomma si inventi qualcosa, perché ogni volta che lo leggo questo Labini è come se stessi sempre per scoprire qulcosa di incredibile, tipo che tutto quello che penso di sapere sia falso, ma poi alla fine dell'articolo mi trovo con battutine, auspici, speranze, risatine). Non capisco perché si critichi la carente scientificità di una disciplina spostando la discussione ad un livello che è ancor meno scientifico. Sylos Labini sembra sapere quando e come una asserzione scientifica diventi ascientifica o antiscientifica, cioè lui sembra davvero sapere dove si colloca il discrimine preciso e netto che consente di sapere quando una affermazione è scientifica e quando non lo è. Bene, visto che lui possiede cotanto sapere passi in rassegna l'economia e ci dica: scienza/non scienza, scienza/non scienza. Potrà così finalmente sbugiardare e smascherare tutti i cialtroni che lo aspettavano per capire cosa stavano sbagliando. E potrà anche risolvere un problema di filosofia della scienza epocale, appunto chiarire cosa sia e cosa non sia SCIENZA. Ti immagini, quante cose avrebbe risolto se solo passasse da post polemici un tanto al chilo (pubblicati in un blog che sembra un ritrovo di ultras solo un po' più "studiati") ad una critica analitica di ciò di cui lui parla spesso. L'unico cruccio è che dopo aver rischiarato tutti noi in campi così diversi non potremmo nemmeno dargli un premio nobel, perché sarebbe ingeneroso premiarlo con un premio  screditato già assegnato a persone di livello intellettuale inferiore al suo.

Aggiungo un pensierino per i progressisti di tutte le risme. Un pensiero per tutti quelli che hanno buone intenzioni e pensano sempre di saperla più lunga degli altri. E che pensano che se solo le loro idee di pace, giustizia sociale e solidarietà fossero adottate da tutti il mondo sarebbe migliore. Ecco io mi chiedo, ma non so eh, io chiedo (chiedere è lecito, rispondere chi lo sa?) ma non sarà che le critiche ai risultati dell'economia, quelli teoricamente provati e testati empiricamente e che cozzano con le concezioni di giustizia più elementari o che sono proprie di una certa tradizione ideologica, ecco non sarà forse che quelle critiche a qualcosa che collide con un certo set di principi di giustizia sociale che uno preferisce alla fine siano come le critiche che gli antievoluzionisti cristiani fanno continuamente alla scientificità della teoria dell'evoluzione darwiniana solo perché i risultati di quella screditano le convinzioni profonde dei credenti? Io non so se le cose stiano così, ma mi piacerebbe una bella riflessione comparativa fra critiche alla scientificità dell'evoluzionismo e critiche all'economia. Se così fosse avremmo che tradizionalisti, religiosi e sociali, alla fine contestano certi risultati perché contrari alle loro tradizioni. 

 

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Da quello che scrive FSL mi pare che abbia una conoscenza della filosofia della scienza veramente rozza - a dire poco. Uno che nel 2011 ancora parla come i meccanicisti dell'800 ("l'economia non è scienza perché non predice!" E perché, la meccanica quantistica cosa predice allora? E il principio di indeterminazione se l'è dimenticato negli altri pantaloni?) è francamente davvero imbarazzante.

Studiare, studiare, studiare!

Bella idea, Marco E., mancava solo la segnalazione nell'oggetto :-)

 

Non capisco perché si critichi la carente scientificità di una disciplina spostando la discussione ad un livello che è ancor meno scientifico. Sylos Labini sembra sapere quando e come una asserzione scientifica diventi ascientifica o antiscientifica, cioè lui sembra davvero sapere dove si colloca il discrimine preciso e netto che consente di sapere quando una affermazione è scientifica e quando non lo è. Bene, visto che lui possiede cotanto sapere passi in rassegna l'economia e ci dica: scienza/non scienza, scienza/non scienza. Potrà così finalmente sbugiardare e smascherare tutti i cialtroni che lo aspettavano per capire cosa stavano sbagliando. E potrà anche risolvere un problema di filosofia della scienza epocale, appunto chiarire cosa sia e cosa non sia SCIENZA.

 

Commento su questo punto, anche se non voglio scendere nel dettaglio delle mie affermazioni perché dovrei raccontare anche alcuni aneddoti. Sai perché FSL ha questo tipo di atteggiamento? Perché questo è il suo approccio anche nella sua disciplina. Uno dei punti centrali della sua ricerca accademica è l'ipotesi di frattalità dell'Universo. Tali ipotesi, che può essere testata con alcuni metodi sviluppati in meccanica statistica, è stata pazientemente smontata da praticamente tutta la comunità di cosmologi. Questo non ha indotto praticamente alcun ripensamento in FSL e collaboratori... Anzi l'atteggiamento è stato sempre del tipo: "sono i cosmologi che non capiscono...". E per adesso mi fermo qui (o forse mi fermo e basta).

 

 

ma non sarà che le critiche ai risultati dell'economia, quelli teoricamente provati e testati empiricamente e che cozzano con le concezioni di giustizia più elementari o che sono proprie di una certa tradizione ideologica, ecco non sarà forse che quelle critiche a qualcosa che collide con un certo set di principi di giustizia sociale che uno preferisce alla fine siano come le critiche che gli antievoluzionisti cristiani fanno continuamente alla scientificità della teoria dell'evoluzione darwiniana solo perché i risultati di quella screditano le convinzioni profonde dei credenti?

 

Domanda lunga, risposta breve. Si. Ritengo la tua ipotesi molto verosimile.

 

Ecco io mi chiedo, ma non so eh, io chiedo (chiedere è lecito, rispondere chi lo sa?) ma non sarà che le critiche ai risultati dell'economia, quelli teoricamente provati e testati empiricamente e che cozzano con le concezioni di giustizia più elementari o che sono proprie di una certa tradizione ideologica, ecco non sarà forse che quelle critiche a qualcosa che collide con un certo set di principi di giustizia sociale che uno preferisce alla fine siano come le critiche che gli antievoluzionisti cristiani fanno continuamente alla scientificità della teoria dell'evoluzione darwiniana solo perché i risultati di quella screditano le convinzioni profonde dei credenti?

 

 

è esattamente così. Applausi, Marco.

Riflessioni in ordine sparso.

I comunisti (ex-post-riciclati) vi odiano perché non mettete in discussione il capitalismo, la finanza e il mercato (triade satanica).

I fascisti vi odiano perché non mettete in discussione il denaro e l'interesse.

 

In generale io credo che il problema dei commentatori in internet risieda nell'autoselezione: la maggior parte di quelli "attivi" online è gente che legge cose confuse e di dubbia provenienza, che rielabora in modo ancora più confuso in un contesto di frustrazione. La percentuale di mattocchi, esaltati e deviati vari poi è anomala. Non prendete troppo sul serio i commenti su internet, che hanno la stessa importanza della reazione di una curva quando si fischia (o non si fischia) un calcio di rigore.

 

L'uomo della strada, che non legge né il fatto quotidiano né i blogghetti su internet, non ha la minima idea di cosa faccia un economista. Ai miei amici economisti chiedono tutti consigli in materia fiscale e quando gli rispondono "no guarda io non mi occupo di questa roba e sinceramente non ne so nulla" vengono guardati con aria perplessa, come a dire "allora che accidenti hai studiato a fare?".

 

Per concludere, secondo me non vi odia nessuno: siete semplicemente uno dei tanti bersagli preferiti degli estremisti repressi che si aggirano in rete.

 

Sono d'accordo, è molto probabile che sia così. Mi pare comunque la discussione che ne sia uscita qui sia interessante. 

Il punto 4) è senz'altro compito vostro, o - ancora meglio - di qualcuno che si occupi di comunicazione in campo economico. Spiegare cos'è l'economia e quali sono i suoi fondamentali mi sembra ancora più importante ora, in un periodo in cui quest'ultima viene strumentalizzata ancora più di quanto si faccia normalmente.

Ed infatti nemmeno a me è piaciuto leggere "Non mi avventuro nemmeno a spiegare quanto tutti vivremmo molto peggio se non esistessero i mercati azionari o le opzioni, perché non è questo il luogo". Capisco perfettamente le ragioni di spazio e di tempo, ma al lettore meno informato questa può sembrare una specie di spocchia come a dire "Non mi abbasso neanche a spiegarlo", anche se naturalmente non è così.

Anzi, sarebbe forse un esperimento interessante analizzare in maniera semplice le diverse componenti dell'economia (borsa, istituzioni di controllo, ecc.), e spiegarne la funzione, magari ipotizzando cosa succederebbe se ne mancasse qualcuna. Come ha scritto Alessandro Riolo, è un problema di alfabetizzazione, non di educazione. Dovete però considerare (parlo ai redattori ovviamente) che la maggior parte dei lettori è venuta su leggendo terrificanti lezioni economiche possibili solo in Italia, e che idee così non vengono mica via in un giorno, né in due. Ci vuole tempo e pazienza, se uno ha voglia di rendere un servizio.

Altrimenti si rischia di cadere in un atteggiamento elitario (legittimo, per carità), ma che a conti fatti servirebbe a poco se non a dare qualche soddisfazione al proprio ego.

Come da titolo:

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/24/il-lavoro-della-vecchia-talpa-liberista/165951/

Domanda da un milione di euro: è peggio questo o FSL?

Se posso dare un consiglio, tenete duro e rispondete:altrimenti l'avrebbero vinta queste persone.

 

Rispondere? Mah non so...quelli del Fatto vogliono, è il loro mestiere!, le grandi polemiche, il dibbattitto e cioé tutto quel terrificante coacervo di stimoli intellettuali da terza pagina delle quali vivono le pagine culturali dei nostri giornali. Ecco, loro vivono di quello, e anche Pellizzetti a quanto pare. Quello che al Fatto dovrebbero capire, invece di sottomettersi a un principio di rispetto del pluralismo che li lascia in balia di qualunque idiozia, tanta è la loro voglia di far parlare tutti, che questi polemisti giornalisti hanno una sostanza intellettuale che coincide esattamente con il Fatto stesso o con i libri e pamphlet pubblicati in Italia. Cioé al Fatto danno spazio a scrittori "brillanti" che sono brillanti e conosciuti perché scrivono sul Fatto o su Micromega, salvo non accorgersi che se non li promuovessero loro non esisterebbero proprio, almeno sul piano della rilevanza delle loro idee. Consiglierei inoltre, a quelli del Fatto, di chiedersi: "ma se Pellizzetti o SL non avessero da polemizzare con quelli di NFA o non ce l'avessero con i finanzieri, loro, di loro, con le loro competenze, COSA AVREBBERO DA DIRCI? Oppure: altra domanda: "ma i fondi di P. e SL, COSA CI INSEGNANO? COSA CI SPIEGANO CHE GIA' NON SAPPIAMO? Cioè dico, ci vuole molto a sedersi attorno a un tavolo e farsi queste domande?

Ma forse c'è un altra soluzione. Pellizzetti e Sylos Labini scrivono per una fetta di mercato di lettori, mediamente istruiti e con una certa disponbilità di reddito e tempo per comprare e leggere il Fatto; lettori che sono di sinistra, contro il mercato e comunque incazzati per come vanno le cose. Non lo farebbe il Fatto, a pubblicare queste riflessioni ci sarebbero Liberazione, Il Manifesto e Micromega, perché dunque lasciarsi sfuggire questi lettori? 

E vabbé, cari amici del Fatto, va bene così: però non fatelo sapere a Pellizzetti che lui pure è un prodotto del mercato (editoriale) che voi piazzate nelle edicole. Potrebbe  cominciare ad accusarvi di essere speculatori, affaristi e liberisti...

beh, io dovrei pure essere ideologicamente vicino a PP, ma:

con le c...te di Tremonti ci voleva John Wayne, altrochè (anche Rambo e Terminator...);

il pezzo sul free rider come archetipo dell'agente razionale poteva pure risparmiarselo.

In complesso, un pezzo di pura e semplice polemica ad hominem o ad gruppum

 

Però, un tentativo di essere costruttivo. In teoria della letteratura (non sparate...) Eco ha teorizzato che il lettore interpreti e apprezzi un'opera sulla base di una sua "enciclopedia" di conoscenze sul mondo. In economia, nessuno ha provato a vedere come influenzano il comportamento economico dei vari attori le loro "enciclopedie" su come funzionerebbe secondo loro il sistema economico? 

 

esiste. Il resto e' commentario.

 

Ho idea che questi ragionamenti diventeranno pane quotidiano di Lega e PdL

http://www.asianews.it/news-en/A-few-suggestions-on-how-to-emerge-from-the-crisis-22696.html

(l'autore è italiano, un certo Maurizio D'Orlando)
questa in particolare:

1. Proposal to avoid Italy’s public debt insolvency
Italy is a member of the G7 and nothing could stop it from doing what the United States, Japan and Great Britain do, namely issue its own currency with legal tender to pay for its public debt securities that it cannot cover on euro financial markets. As Greenspan said about the dollar and as the Swiss National Bank said it might to do, Italy could issue money at its own discretion. Because the Bank of Italy (BI) was established under private law and under the treaties establishing the European Central Bank (ECB) the Bank of Italy can issue Euros only in accordance with ECB rules, new Italian Liras would be issued by the Italian Treasury as ‘treasury notes’ on par with the Euro. Italy would thus have two currencies with legal tender with the new Lira restricted to Italian territory. This should boost the economy following the same notion about deficit spending that saw Italy’s national debt start to grow in the 1960s. Anyone who bought bonds issued in Euros was aware of Italy’s existing public debt and its role as economic stimulus in Italy for which it was incurred. Thus, they would get a return on their investment according to the original conditions to be spent in Italy or to pay taxes. This would not be either sovereign debt insolvency or the abandonment of the Euro, which would continue to be use for ongoing transactions. By issuing a new Lira, Italy would have greater social flexibility to meet its commitments (balanced budget and lower public debt), thus avoiding the danger of social unrest. Italy’s solution could be adopted by other countries on their own terms and needs. A balanced budget and the transformation of past excess debt into income that can be spent at home should be the guiding principle.
2. Cutting public spending
The aforementioned step (1.) should be temporary and would not exempt Italy, or any other country in the world, from achieving a balanced budget, even whilst maintaining public services. It would be possible because, in Italy as elsewhere, waste public spending is high and eliminating such an outrage is a duty towards one’s countrymen and women as well as the rest of the world. Reducing irresponsible public spending, in Italy and elsewhere, is possible and necessary. This is especially true in relation to health care and retirement costs, which are not covered on the basis of contributions but are borrowed from future generations. It is also possible and desirable to cut the cost of politics, whose level is higher than that of pre-revolutionary France. Few people realise that all states in the modern world could end up like the French monarchy and the Ancien Regime, brought down by debt and mechanisms of automatic and uncontrolled spending. In this sense, French royalists and the French court were the best allies of the country’s republican revolutionaries.
Hence, as suggested by Italy’s Berlusconi government, we must go beyond a balanced budget and change the constitution. Italy, like Hungary, should make at least public debt reduction constitutionally mandatory. It is a necessary act of responsibility towards the rest of the world.
3. Proposal to avoid currency distortions
Since China’s Communist leaders show no intention of letting their currency freely float, a custom duty should be imposed based on the difference between the Yuan’s domestic purchasing power and the exchange rate fixed by the Chinese government. Chinese leaders would have no reason to continue on a path that will certainly lead to a brutal and ominous fall, following an age of drugged expansion based on underpriced exports. Gradually, they will be forced to slow domestic growth to a healthier and more manageable level on the medium and long term, focusing on the welfare of the large segments of the Chinese population that are currently not enjoying much from the country’s export-driven boom. Other countries will see their economies benefit from fairer prices and competition. Efficiencies will increase for the entire world since currency distortions come with a wasteful allocation of human and material resources, including low wages to maintain the parasitical consumption of the few and excessive use of raw materials against comparable production and functional levels.

un certo Maurizio D'Orlando

Da Consecration Now:

"Dott. Maurizio d'Orlando
Mr. d'Orlando is an economic and news analyst for Asia News. A widely read and respected commentator on Church affairs in Asia, as well as a keen observer of economic trends, Mr. d'Orlando will examine the world's fragile financial condition and what can be done to avert disaster. He is a staunch advocate of the Fatima Message and believes that global problems that portend unthinkable catastrophes can no longer be averted by the exercise of human prudence and political policy but only by invoking Divine aid."

Più che rispondere a FSL al suo articolo, che si commenta da solo, gli porrei una domanda. Se Paolo Sylos Labini vincesse un nobel (postumo, cosa che comunque credo non possa avvenire) ritratterebbe il contenuto del suo articolo (in puro stile politicante italiano)? O continuerebbe a dire che i vincitori di nobel non migliorano la condizione dell'umanità? Cosi, giusto per sapere.

La cosa strana è che il mio post abbia risvegliato tanti sentimenti contro gli economisti. Ma davvero, cosa abbiamo fatto di male? Ve lo assicuro lettori del Fatto, siamo delle brave persone :-)

Visto che anche il Vaticano se la prende con il liberismo, c'è perlomeno una forte corrente di opinione contro alcuni economisti, o - per meglio dire - contro alcune politiche economiche. Però siccome anche voi avete spesso detto, e giustamente, che i confini fra economia politica e politica economica sono un po' labili, ecco che si punta il dito alla economia come disciplina.

Naturalmente Sylos è stato un po' estremo criticando il Nobel - direi all'ottimo FSL di accettare con più rassegnazione il fatto che ci siano premi dati anche a economisti che non piacciono. Però il mantenere aperta una discussione epistemologica è giusto e doveroso, e penso che questo fosse il suo intento.

RR

 

Mi si perdoni la battuta nel titolo, è molto più bella l'originale.

 

1) Una buona parte del pubblico del fatto sembra non avere granché idea di cosa significhi studiare l'economia.

 

Vale lo stesso discorso per ogni disciplina, solo che la colpa è di chi la disciplina dovrebbe divulgarla, ovvero chi la studia, ovvero gli economisti. Mancano divulgatori in economia? Al contrario sembrano troppi, uno per ogni modello elaborato; un giorno il PIL 2012 italiano è previsto all'1%, il giorno dopo allo 0,4%, il giorno dopo ancora -0,1% e mai una volta che venga abbozzata una spiegazione, solo il nome dell'istituto che formula la previsione (sbagliata per definizione a quanto pare). Che ragione c'è di diffondere dati del genere con al massimo due righe di commento che qualsiasi studentello del liceo potrebbe produrre? Non va meglio quando sedicenti esperti cercano di convincere che la colpa dello spread che vola è dell'eccesivo debito pubblico italiano (non certo una novità imprevista) o della instabilità politica (50 governi in 50 anni e non è mai stato un problema) o dell'impossibilità di svalutare la moneta (quale medico prescrive sempre la stessa medicina quale che sia il malanno?).

 

2) [...]Insomma gli economisti, duemila persone si e no, propongono uno stile di vita e tutti via a seguirlo, a milioni.

 

Sorvoliamo sui duemila economisti, sono 4695 i docenti universitari di economia solo in Italia. Più gli studenti, che da questi professori imparano, moltiplicato per il G20, mass media di ogni genere a fare da cassa di risonanza, davvero Lei si stupisce dei milioni che seguono questo "stile di vita"? C'è ancora qualcuno che non conosce le regole della propaganda; http://it.wikipedia.org/wiki/Spirale_del_silenzio

 

3) Sembra assodato per qualcuno che la categoria degli economisti sia direttamente al soldo delle elites finanziarie (chissà perché nessuna di quest'ultime ha ancora trovato il mio numero).

 

Con rispetto, si vede che Lei non conta un'accidente. Hanno sicuramente trovato il numero del direttivo della Banca Mondiale, dell'FMI, del Tesoro USA pre e post-Obama, della BCE, della BEI, potrei continuare ma è chiaro il concetto.

Bisogna credere che sia un caso che gli ultimi due segretari al Tesoro USA siano banchieri? Che i governatori della BCE siano economisti o banchieri? Anche senza dare un giudizio etico sui professionisti del debito non è un sistema vagamente autoreferenziale e del tutto privo di indipendenza dal potere economico?

 

4) Non esiste una minima consapevolezza dei risultati concreti ottenuti dall'economia che migliorano concretamente la vita di tutti.

 

E temo che dopo l'attenta lettura dell'articolo rimarremo nell'ignoranza; vorrei far notare che non tutta la scienza deve essere "pratica" o "concreta": l'economia non fabbrica ponti, si limita ad indebitare qualcuno per costruirlo.

P.S.

Ripensando a Plutone mi è venuta in mente una parola: Plutocrazia, il governo dei ricchi. E chissà chi potrebbero essere i suoi profeti...

la colpa dello spread che vola è dell'eccesivo debito pubblico italiano (non certo una novità imprevista) o della instabilità politica (50 governi in 50 anni e non è mai stato un problema)

Quanti anni hai?

due segretari al Tesoro USA siano banchieri? Che i governatori della BCE siano economisti o banchieri? 

Giusto ecchecavolo!

Ma vi rendete conto!?! Sarà mica sempre un caso che gli ultimi dieci primari del reparto di oncologia della vostra città siano medici?

Vogliamo parlare dei cantieri delle NOSTRE case? Tutti ing, arch, qualche geometra a prendere decisioni? Perché non c'è il mio sindaco (che ho votato) a farlo? Eh!?

E tutti sti marescialli dei carabinieri? Non vi rendete conto che sono tutti carabinieri!?!

un giorno il PIL 2012 italiano è previsto all'1%, il giorno dopo allo 0,4%, il giorno dopo ancora -0,1% e mai una volta che venga abbozzata una spiegazione, solo il nome dell'istituto che formula la previsione

Chi fa questo tipo di previsione non è un economista. Magari è uno che ha studiato economia, ma l'economia, come disciplina, non si occupa di questo tipo di previsioni. Non ce n'è uno, di programmi di PhD che io conosca, che spenda mezzora in 4 anni a spiegare come si fanno queste cose. 

Sorvoliamo sui duemila economisti, sono 4695 i docenti universitari di economia solo in Italia. 

Eh? Docenti universitari di economia in Italia? Per favore, il 90% non ha pubblicato niente di niente, manco sul bollettino parrocchiale. Di persone competenti ce ne saranno si e no un centinaio, fra i quali, di attivi, meno di metà ad occhio e croce. 

Con rispetto, si vede che Lei non conta un'accidente. 

Esattamente il mio punto: la scienza economica, alla fin fine, c'entra poco con le decisioni politico-economiche.

E temo che dopo l'attenta lettura dell'articolo rimarremo nell'ignoranza

 Non era mia intenzione parlare di quello infatti. 

A parte il fatto che un banchiere fa un mestire molto diverso dall'economista, (Paulson e Geitner non sono certo economisti), vale la pena di ricordare che Trichet e' un ingegnere minerario prestato alle scienze politiche, di economia capisce pochino e nonostante fosse stato coinvolto nella bancarotta del Credit Lyonnais (di cui aveva firmato i bilanci falsi) e' stato fortissimamente voluto a capo della BCE dal potere politico, in particolare da Chirac, che fece il diavolo a quattro per imporlo.

en.wikipedia.org/wiki/Cr%C3%A9dit_Lyonnais

DO NOT FEED THE TROLLS!

ROTFL!

"Sembra assodato per qualcuno che la categoria degli economisti sia direttamente al soldo delle elites finanziarie (chissà perché nessuna di quest'ultime ha ancora trovato il mio numero)"

Mi permetto una risposta: Forse perchè non si è mai occupato di formule matematiche per certi prodotti finanziari.

Questa ipotesi però crea, ed ha creato un legame nel pensiero comune di economia e finanza pari sono.

Sia chairo, non la penso assoluntamente in questo modo, essendo assolutamente incompetente e leggendo queste pagine da tempo..... però quando si parla di leve, moltiplicatori a debito e potenzialmente molto redditizi nel mondo finanziario e bancario qualcosa è andato storto nel 2007- 2011 e forse per qualche anno ancora.

Occuparsi di formule matematiche per certi prodotti finanziari non e' cosa in se' particolarmente redditizia. Tanto che tante persone "colpevoli" di formule sbagliate se ne son lavati le mani in modo (a mio parere) indegno. Piuttosto, il problema sono le persone che hanno idee come quelle ben espresse nel cartello raffigurato qui. Ma non mi risulta che gli economisti (in quanto categoria) ne facciano parte.

All'articolo di FSL non avrei risposto per varie ragioni. L'economia è un a materia della quale,, dall'inizio della crisi si discute ed è ovvio dato che la crisi investe tutti nel quotidiano. E' anche una materia nella quale tutti si sentono autorizzati ad intervenire e dire la loro con semplicismo che deriva dalla non conoscenza o dal pregiudizio. Non si ha l'idea che si tratti di una scienza complicata e che tirar fuori per uno stesso anno dati di PIL differenti tra un economista e l'altro, ad esempio, è del tutto normale e rientra perfettamente nella natura stessa dell'economia e dell'attività dell'economista.

Mi auguro che questo non sia un evento che fa deflettere i redattori dal loro utile e prezioso avoro sul blog che somunque costituisce una palestra utile alla quale personalmente, e credo molti altri, non intenderei rinunciare. Se posso in ultimo esprimere un suggerimento, credo che sarebbe utilissimo bastonare i contenuti dei commenti più sgangherati e pregiudiziali oltre che in malafede.

Leggete quest'articolo del fratello Stefano Sylos Labini. Ridere per non piangere, dopo vogliono parlare di economia...

Forse non sono tutti perdigiorno disinformati. Qualcuno pare che appartenga alla disciplina (anche se non ho idea delle sue reali competenze accademiche). Riporto un commento di uno che si qualifica come economista

PierGiorgio Gawronskiscrive:

Autocritica volentieri, ma a condizione che sappiamo di cosa parliamo, compagno!

Il fatto che ci siano due scuole econ in forte conflitto fra loro dovrebbe suggerirti l’idea che forse il motivo è proprio che “l’altra scuola” non solo aveva previsto la crisi, ma dal 2008 in poi ha anche messo a segno una sequenza ininterrotta e spettacolare di previsioni azzeccate (forse non sei al corrente? L’umiliazione di PIMCO ti dice niente? ecc.) in opposizione a quelle ahimé sistematicamente errate degli Chicago Boys. (I quali, sia detto per inciso, in altre congiunture azzeccano diverse cose)

Gli attacchi demagogici alla “scienza economica” tout court mi mettono tristezza: tra l’altro aprono la strada a whatever (e manipolaz politiche), che certo non è più scientifico. Neanche tu avevi previsto la crisi 2008. I bilanci di una disciplina scientifica non si fanno così.

Il tuo salto logico dalla “conflittualità” alla negazione della scientificità dell’economia è impressionante. Gli economisti (di livello) sono tutti ma tutti daccordo su un sacco di cose. Che poi su altre non siano daccordo, beh, è proprio quello il processo scientifico della verifica delle teorie, attraverso cui alcune vengono falsificate. So what? In astrofisica siete daccordo su tutto’ Gimme a break! E perché mai le aspettative razionali sarebbero ‘famigerate’? Intanto, modera i termini. Poi, ho come la sensazione che non sai di cosa parli: un critico serio delle AR non si esprimerebbe mai così.

Lucas è a capo di un grande progetto scentifico, che fu molto promettente, brillante, ma che è fallito alla prova dei fatti (di questa crisi). Molti miei amici e colleghi economisti sono coinvolti in questo mega fallimento, e non riescono a fare autocritica, neanche quando perdono un confronto: preferiscono chiudersi in una riflessione e ritornare alla carica dopo un po’ da un altro lato. Che tristezza, quando la verità non è cercata con l’amore che merita. Per cui autocritica sì, ma la dove è dovuta.

 

Piegiorgio Gawrosnki è un giornalista laureato in economia. Non mi sembra sufficiente per autodefinirsi economista. E' come se un giornalista laureato in legge si dichiarasse avvocato

Prof. Moro,

io non sono in grado di giudicare ma il suo articolo su Il Fatto mi ha lasciato un po' perplesso riguardo cio' che ha detto sulle previsioni*. Milton Friedman, "The Methodology of Positive Economics" (Essays In Positive Economics) disse

theory is to be judged by its predictive power for the class of phenomena which it is intended to "explain." Only factual evidence can show whether it is "right" or "wrong" or, better, tentatively "accepted" as valid or "rejected.">

http://www.ppge.ufrgs.br/giacomo/arquivos/eco02277/friedman-1966.pdf

--------- 

 

*<Infine, FSL se la prende con una frase di Robert Lucas pronunciata nel settembre 2007. Il povero BOB avrebbe scritto che i subprimes non erano un problema e che non si sarebbe andati in recessione. Ok, questa la incasso: Bob non è un santone, né un visionario. Per chi lo conosce, non si tratta di una grande novità. Perché, caro FSL, una delle cose che Lucas & Co. ci hanno insegnato (sì proprio loro della famigerata scuola di Chicago) è che l’unica previsione che possiamo fare in economia è che non si possono fare previsioni. Se Lucas avesse potuto prevedere che due settimane dopo i mercati sarebbero crollati, i mercati sarebbero crollati il giorno dopo, falsificando la sua stessa previsione>

 

Non c'è nessuna contraddizione fra la mia frase e quella riportata di Friedman. Quella, purtroppo, è una delle frasi più abusate di Milton Friedman Non è nemmeno chiaro cosa volesse dire con quella frase, ma le interpretazioni che si vedono in giro non rendono onore all'intelligenza del personaggio, che non era poca, da qualsiasi parte uno poi voglia stare politicamente. L'abuso dell'interpretazione di frasi del genere è il motivo per cui si consiglia agli economisti in erba di stare alla larga dallo studio di filosofia della scienza. Tempo perso. Si fa gia fatica a capirci qualcosa quando si conosce la materia, figurati quando non la si conosce. 

Per esempio, qualcuno interpreta quella frase come "non importano le ipotesi dei modelli, basta che predicano bene". Pura follia, perché i modellli sono ... modelli, e cioé astraggono da particolari che magari diventano rilevanti, e così facendo portano a previsioni errate. 

L'altra impretazione è quella che sottintende il tuo commento. E cioé che nostro compito è fare previsioni del tipo: domani il pil cresce del 4.5% e l'inflazione si assesterà al 2%. No non è quello il nostro compito; come ho cercato di spiegare, è praticamente impossibile farlo. Non è che non facciamo "previsioni", le facciamo continuamente. Ma non sono previsioni di quel tipo. Per esempio, si "prevede" che chi va al college otterrà in media salari del 35% più alti di chi non ci va. Questo non significa che se "io" vado al college poi prendo il 35% di più rispetto a quanto avrei preso altrienti. La frase di Friedman va interpretata in questo contesto. Modelli che rendono quella previsione il più vicino possibile alla realtà di come funzionani i salari, sono migliori di altri. 

E chiariamo un'altra cosa. Sta cosa che gli economisti non avrebbero "PREVISTO" la crisi, è una panzana. Il crollo immobiliare l'hanno previsto tutti, ma proprio tutti quelli che sapevano fare 2+3. E non con il senno di poi. Nel 2005 ho comprato casa, lo sapevano anche i cani che erano sopravvalutate, e non di poco, rispetto a qualsiasi parametro ragionevole. Quello che era difficile prevedere era quando i prezzi sarebbero scesi, non che sarebbero scesi. Il "quando" era la parte difficile, il lavoro che noi economisti non sappiamo né possiamo fare. Se leggi "the big short" capisci quanto valeva sapere o avere anche solo un'intuizione precisa di cosa volesse dire "quando". Un errore di 3 mesi costava miliardi, a chi ci ha scommesso. Ma noi economisti ci occupiamo d'altro, salvo una minoranza che si occupa di finanza in senso stretto e si dedica a consulenze non so bene con quali qualifiche.  

Credo che quanto Friedman affermasse fosse sostanzialmente quanto affermava Popper quando parlava dell'analogia tra scienze naturali e sociali. Popper usava il termine "previsione" sostanzialmente come sinonimo di "spiegazione". Insomma, una teoria ha un valore se dalla stessa (assieme a ipotesi ausiliarie e condizioni di partenza esplicitate) possono essere dedotte delle conseguenze singolari ("previsioni", appunto) che possano essere confrontate con la realtà. Se questo avviene possiamo dire di avere una spiegazione di un fatto reale. Popper (e nemmeno Friedman, credo) non intendeva certo con "previsione" una cosa del tipo "l'anno prossimo la produzione industriale salirà del 4%". Ma qualcosa del tipo "date queste e queste altre condizioni (chessò, quelle della ricardian equivalence), uno stimolo fiscale non può stimolare l'economia".

E chiariamo un'altra cosa. Sta cosa che gli economisti non avrebbero "PREVISTO" la crisi, è una panzana. Il crollo immobiliare l'hanno previsto tutti, ma proprio tutti quelli che sapevano fare 2+3. E non con il senno di poi. Nel 2005 ho comprato casa, lo sapevano anche i cani che erano sopravvalutate, e non di poco, rispetto a qualsiasi parametro ragionevole.

 

Verissimo e innegabile. Secondo me il problema deriva dalla mancanza di cultura scientifica.

Quando usiamo un modello per fare una previsione semplifichiamo la realtà, facciamo delle ipotesi e quel che ne otteniamo è una stima ragionevole di quello che date quelle circostanze potrebbe succedere (i prezzi scenderanno del x-y% nei prossimi N anni). 

Quando però divulghiamo la previsione, questa finisce in pasto ad una stampa che quel che si aspetta è una "profezia": niente incertezza, una data precisa per il crollo (20NN), una percentuale certa per la perdita (una bella media fra x e y!). Se riferita in termini di "profezia certa", anche la stima più ragionevole di questo mondo finisce per suonare delirante, la notizia esaurisce il suo ciclo vitale nel giro di due giorni, perchè i prezzi non sono crollati, e passa per una panzana. Una volta passata per una panzana, poi, foraggia all'idea che gli economisti siano una specie di venditori di fumo.

Poi non so se chi vuole "profezie" anzichè "previsioni", le desideri perchè fanno più caciara o per mancanza di quella istruzione di base di cui parlavate prima, che consente di capire che il margine d'errore c'è sempre. Personalmente sono pessimista e propendo per la seconda!

 

 

 

Quando però divulghiamo la previsione, questa finisce in pasto ad una stampa che quel che si aspetta è una "profezia"

 

Secondo me avviene qualche cosa di simile in campo metereologico e soprattutto climatico.
Infatti una cosa è prevedere eclissi da qui a secoli nel futuro, cosa che si puo' fare con una precisione di qualche secondo, altro è prevedere il tempo tra 4 giorni ed il clima tra 30 anni.  Sappiamo che spesso le previsioni sbagliano (soprattutto nei casi di tempo variabile non riescono certo a dirti che pioverà alle 16 di mercoledi' prossimo ma solo una probabilità che esso accada in una regione abbastanza vasta, senza precisare se Pisa o Firenze). Il sistema solare è ormai ben conosciuto, almeno quanto basta per prevedere con precisione le orbite. Qui non si parla, mi pare, di "modelli" ma di "Leggi della fisica", perché il sistema è fortemente deterministico. Quindi puoi fare previsioni accurate. Nel tempo e nel clima invece non siamo in presenza di leggi che possano descrivere l'interazione tra miliardi di molecole dell'atmosfera, il riscaldamento dovuto all'irraggiamento, i venti, le nuvole e tutto quanto. Qui si usano modelli e soprattutto modelli locali (per esempio per le previsioni sulle Alpi c'è un modello particolare). Modelli che funzionano in determinate circostanze ma che spesso sbagliano a causa di piccoli valori che hanno grossi impatti. Per esempio il fatto che un vento si riveli solo piu' forte del previsto, in montagna puo' portare sole dove si prevedeva pioggia oppure neve invece di una giornata solo coperta. Pero' lo stesso modello avrebbe funzionato se alimentato con i dati giusti. Discorso ancora piu' complesso per il clima (anzi bisognerebbe dire "i climi") e le infinite diatribe sul riscaldamento globale ed il cambiamento climatico ne sono una prova. E pari trattamento ricevono dalla stampa, che cerca di vendere profezie ed allarmismo per vendere di piu' oppure avere piu' ascolti. Da quel poco che capisco di economia, in questo campo certe previsioni sono ancora piu' difficili perché l'innovazione è sempre piu' rapida ed imprevedibile e scompagina ogni piano.

Tornando al discorso sulle previsioni meteo, immagino che sappiate che spesso quando sbagliano ci sono forti polemiche sulla stampa da parte degli operatori turistici. Si prevede una Pasqua piovosa e questo scoraggia i turisti, che disdicono le prenotazioni. Poi la Pasqua si rivela decente, con qualche ottima giornata e gli albergatori propongono ... di abolire le previsioni del tempo. :-). Polemica che dura poco e nessuno per ora ha mai linciato i metereologi.

Insomma siamo confrontati tutti i giorni con previsioni e se ci pensiamo ogni giorno, piu' volte al giorno, in tutte le TV ci sono 5 minuti di previsioni meteo. Se pari spazio fosse destinato alle previsioni economiche anche di massima, del tipo "occhio che se se va avanti cosi' puo' succedere questo", forse aumenterebbe la cultura economica nel paese.

 

 

 

 

Sylos Labini è invero poca cosa rispetto all'emissario del Dio cattolico in Terra... come sapete è di oggi la notizia che i maggiori disastri mondiali sono frutto del come va il mondo economico. E non dite che voi economisti non c'entrate nulla... :-)

Per difendere i molti lettori del Fatto, accusati di ignoranza
http://pensatoio.ilcannocchiale.it/2008/10/20/cazzari_nobel.html
http://pensatoio.ilcannocchiale.it/2008/12/03/le_molte_cazzate_del_nobel_caz.html

http://pensatoio.ilcannocchiale.it/2009/02/24/oltre_i_nobel_cazzari_quelli_c.html

Forse i lettori del Fatto saranno un po' troppo polemici, ma per chi inizia l'articolo dicendo "Sia ben chiaro, Francesco Sylos Labini non ha semplicemente pisciato fuori dalla tazza, ma fuori dalla finestra. Forse non meritava nemmeno una replica, ma non si può sempre tacere" sarà pure una brava persona, ma non è il caso di trattarlo con il fioretto.

 

Bisogna farci i conti: l' italiano è normalmente (anche quello colto) allergico a qualunque approccio scientifico, e se parliamo di una "scienza per tutti i giorni" come l' economia, l' avversione è "di tutti i giorni". In più è allergico al confronto delle idee, conosce la realtà solo attraverso mediaset, ed ha un' affinità per l' approfondimento pari a quella dell' olio lubrificante per la limonata. In più se i nipotini del famoso lord sono gli unici economisti intervistati dalla stampa; in più se, ad esempio, Baldassarri dice che il casino è partito molto temo fa, quando il dollaro è diventato il sistema per garantire agli statunitensi di produrre 3 e consumare 13, e da allora (circa 2,5 anni fa) in televisione non si vede più; in più se tutto questo è molto cattolico (tutto sommato fino a non molto tempo fa comportarsi in maniera scientificamente corretta ti faceva invitare ad in bel barbecue a Campo de' Fiori, quindi ...), come è molto cattolico lo statalismo de' noantri, come è sempre stato molto cattolico lato sensu in Italia il partito comunista ...

MA DI CHE CI MERAVIGLIAMO ?

    Vi sono molti, assecondando la vulgata, che avendo la febbre se la prendono col termometro che gliela segnala e, conseguentemente, non fanno nulla in merito alla malattia. Questo approccio, evidentemente, torna utile ai  nostri politici (nostri non nel senso di "nostrani" in quanto la vulgata è mondiale) che possono addebitare al "termometro" l'innalzamento della temperatura corporea. Di questi, pur assecondando la vulgata, i più assennati comunque cercano di rimediare alla malattia (vedi le finanze pubbliche tedesche) altri (vedi le finanze pubbliche italo-greche) evidentemente neanche comprendono che se la stanno prendendo col termometro e lasciano morire bellamente il paziente...

Si tratta di una conversazione di metodologia delle scienze sociali, e di filosofia delle scienze più in generale, che ci dice anche qualcosa di sociologia. Quello che si capisce, anche dall'ultima replica di Sylos, è che il punto centrale del contendere è il concetto di "previsione". Diciamo più in generale, con linguaggio appropriato, di "spiegazione".

RR

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/25/economisti-previsioni-e-premi-nobel/166104/

FSL torna all'attacco. Io personalmente non sono riuscito a leggere tutto l'articolo: alle decima volta che ho letto "neoliberista" mi sono stancato.

 

Hai ragione, non vale la pena.

A me pare un articolo in gran parte condivisibile. Cercate di uscire dal vostro guscio autocelebrativo/autocommiserativo per una volta e mettetevi dal punto di vista esterno di un non-economista. E' evidente che anhe economisti quotatissimi non hanno saputo cogliere i segnali di una crisi senza precedenti. Questo, a mio modo di vedere, sta a significare una sola cosa: SE la vostra è una "scienza" non è ancora riuscita a dimostrare il teorema di pitagora.

Nel frattempo secondo il Sole 24 Ore, Nouriel Roubini ha vinto il premio Nobel per l'economia:

www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-10-25/roubini-problemi-zona-euro-104352.shtml

Non so per quanto la notizia restera' online con questo errore grossolano.

 

Infatti l'hanno gia' corretto.

 

 

Non conosco questo FSL se non per il fatto che scrive sempre stronzate saccenti su "La Procura Quotidiana", su qualsiasi argomento meno che di astrofisica. Conoscevo invece il babbo.

Penso, che nonostante lui se ne faccia schermo e citi a cazzo colleghi della nuova associazione eterodossa, il suo problema sia proprio quello: Edipico.

Lo estrapolo (per ipotesi)  conoscendo il caratteraccio e l'Ego di Paolo Sylos Labini, e che averlo in casa tutti i giorni come padre, io non lo avrei retto proprio  - nemmeno 1 settimana.

Nel merito, non c'è nulla da dire sul vuoto.

Penso, che nonostante lui se ne faccia schermo e citi a cazzo colleghi della nuova associazione eterodossa, il suo problema sia proprio quello: Edipico.

 

io direi "paraculico" piuttosto. Uno vede il cognome e pensa che sia un economista bravo come il padre, e lui lo sa e ci marcia...

 

PS: sono un lettore del Fatto, (tra gli altri giornali) e penso che sia opportuno continuare a pubblicare lì (ma al limite pure sul Manifesto, una volta avevano una certa curiosità intellettuale): non so se NfA abbia ragione o abbia SEMPRE ragione, ma il dibattito informato è sempre meglio delle nicchie autoreferenziali

Grazie Enzo Fabio Arcangeli. Ci voleva.

Questo è l'unico intervento rilevante fra le migliaia apparse qui e su Il Fatto. Ed è l'unico che spiega sia il comportamento dei due fratelli Sylos Labini sia gli assurdi contenuti dei loro articoli (qualcuno ha provato a leggere quello di Stefano sulle politiche monetarie del Reich?). Il loro è un problema personale e familiare, lasciateli fare. All'inizio non avevo capito ed ho polemizzato anche io con FSL (su questioni "puntuali", e.g. quanto riporta dati e fatti incorretti o distorti, lo farò ancora); poi ho capito la radice della sua ossessione ed ho deciso di lasciar stare. Non che tutti debbano seguire il mio esempio, ma lo raccomando. End of story.

Sul piano sociale e culturale, invece, vale la pena di notare la seguente originalità tutta italiana: due signori, con nessuna conoscenza dell'economia e specializzati in altri campi discettano di economia ripetendo sempre lo stesso refrain antico e confuso. Essi vengono presi sul serio, in certi ambienti politicamente orientati, SOLO perché avevano per padre un economista noto in Italia e di qualche rilevanza anche all'estero (scrisse un ottimo, anche se empiricamente falsificato ed oggi scarsamente rilevante, libro su oligopolio e progresso tecnico).

Le loro affermazioni hanno zero valore logico ed empirico (sono vuote, come ricorda EFA): trattasi di una polemica ideologica del tutto irrilevante ed indiscutibile. Un problema "mal formulato" non si può discutere, ancor meno se fondato su affermazioni empiricamente false. Ma, nondimeno, per effetto del cognome e solo del cognome, di tali affermazioni incoerenti (ripetute quotidianamente da dozzine di altri signori meno blasonati in rete ed altrove e regolarmente ignorate) si discute, vengono pubblicate, eccetera. Sorprendente anywhere else but in Italy. 

Ecco, se volete avere una discussione rilevante, chiedetevi "perché" questo accada. Molto più interessante come occasione per capire l'Italia.

 

Caro Andrea, ma che tipo di reazioni vi aspettavate di ricevere dai lettori del Fatto Quotidiano?

L'orientamento e lo stile del giornale sono chiari e probabilmente ben si sposano con le opinioni e l'atteggiamento dei lettori.

Mi chiedo quale sia la necessita' di avere un blog sul Fatto, dato che gia' esiste NfA.

saluti

 

Mi pare che prenda spunto dall'incapacità di Lucas(che lui definisce neoliberista) di prevedere la crisi  per attaccare il modello dell'economia globale che già prima della crisi dei subprime presentava quegli squilibri denunciati da suo padre le cui previsioni erano state bollate frettolosamente come pessimistiche,gli stessi squilibri  che nel '29 avevano causato la grande depressione

 

Mi pare che prenda spunto dall'incapacità di Lucas(che lui definisce neoliberista) di prevedere la crisi  per attaccare il modello dell'economia globale che già prima della crisi dei subprime presentava quegli squilibri denunciati da suo padre le cui previsioni erano state bollate frettolosamente come pessimistiche,gli stessi squilibri  che nel '29 avevano causato la grande depressione

 

Considerando che Sylos padre vedeva (o pre-vedeva) qualche cosa che non si è ancora verificato, era anche lui incapace di fare previsioni accurate. Perché oggi, a dieci anni di distanza dai presentimenti di PSL ci sarà crisi ma non direi che siamo di fronte ad una depressione, grande o piccola che sia. Se ho compreso bene (gli esperti in linea possono confermare o smentire) siamo ancora in fase di crescita. Magari lenta o rallentata. Non siamo nemmeno in recessione, in questo momento, visto l'ultimo dato trimestrale del PIL USA. Poi vedremo cosa succederà con i default dei debiti sovrani dei PIIGS,  che rischiano di essere una mazzata su tutta l'economia, causata dalle scellerate politiche economiche dei governi di certi Stati. E qui mi ricordo vagamente un Gramsci che sfotteva qualcuno, sulle sua capacità di far previsioni, dicendo piu' o meno:"è come prevedere che una certa bambina, prima o poi avrà un figlio, dimenticando pero' di dire che è da quando ha 4 anni che si tentava di violentarla". E qui i responsabili delle scelte governative ne hanno fatte di violenze! Ed ora danno la "colpa" ai liberisti.

 

Bella risposta.

D'altronde mi sembra un po' di sentire quelli che criticano i premi Nobel in Fisica perchè "la fisica ha inventato la bomba atomica" (molto divertente come frase), e trovo parecchio superficiale l'articolo del collega astrofisico.

Comunque una cosa non mi è chiara: se è così deprecato ed esterno alla fondazione Nobel il premio in scienze economiche (il premio è economic science, non economics, questo l'avrei scritto e la differenza è appunto sostanziale), come mai appare nel sito ufficiale?

Ciao a tutti

Andrea

Ma in tutti i casi,

lasciamo stare che la crisi l'avevano prevista tutti e i loro cani,
lasciamo stare che a differenza dei terremoti le previsioni economiche hanno il potere di modificare direttamente il comportamento che stanno cercando di prevedere,
lasciamo anche stare cosa abbia veramente detto Lucas ("sono scettico" non e' che violerebbe le basi della scienza economica) e quando (4 anni prima la situazione era forse ancora gestibile).

Ma veramente pensiamo che per una previsione sballata di un luminare: "questa situazione dovrebbe aprire un grande dibattito per rimettere in discussione i fondamentali della disciplina"?

E poi cosa? passiamo all'oroscopo?

 

scemenze di questo SylosLabini in due fratelli e un pellizzetti che e' un genio perche' capisce tutto mi spingono a ricordare l'ovvio. 

Questi manco hanno fatto un corso di filosofia, hanno letto due opere di framarpionedavelletri riassunte da severino su micromega, che spiego' che il mondo e' oscuro, la tecnica invincibile, l'occidente tramontabile, la verita' indicibile e cosi' via.

Due osservazioni solo. Vi sono (insiemi non finiti di) previsioni che nessuna scienza di qualsiasi genere sa fare (da dove arriva il prossimo asteroide a quando scoppia la prossima guerra in Palestina.) E con questo? la scienza guarda quel che puo' guardare ( e dove altro dovrebbe guardare? alla fondazione sylos labini per il proseguimento del pensiero di sylos labini?) e' nelle immortali parole del piu' citato scienziato sociale al mondo (mi dicono) nella condizione dell'ubriaco che cerca la chiave della macchina sotto il lampione perche' la luce e' li (dove sia la chiave lo sa nessuno ovviamente.)

Secondo, gli economisti hanno scoperto una gran quantita' di fatti (alcuni a me controintuitivi e per questo piu' interessanti e non meno.) Una delle affascinanti scoperte e' che la crisi-in-corso ha nulla a che fare con la crescente o diminuente divaricazione dei redditi. Tutto questo c'entra con il neo liberalismo demoplutomassonico tanto quanto la teoria della membrana. Questo straparla ed e' legittimato a farlo da come si chiama. Di Pellizetti non si puo' dir nulla perche' il nulla e' insondabile.

Vi suggerisco ad un esperimento di pensiero. Pensate a come venisse accolto Carl Feynman spiegante ai fisici come non han previsto se o come o quando si scopra che un neutrino viaggia piu' veloce della luce..

Le istruzioni per l'uso dell'esperimento ve le mando solo le chiedete, dovrebbe esser chiaro a chi ha finito il liceo (persino classico, se il dottor Boldrin concede...)

 

Richard Feynman. Carl era Gauss

Immenso e illuminante Palma come sempre.

A me piacciono le sfide difficili per cui provo a sondare qualcosa nell'insondabile pellizzetto:

 

  • attacca palesemente alla ricerca di una quache visibilità riflessa - si veda ad es il post che scrisse quando Boldrin ha lasciato il posto da editor
  • è intollerabile finanche ai commentatori distorti del Fatto che puntualmente lo impallinano - si vedano anche i commenti al suo ultimo pezzo

 

Il nulla che cerca di apparire qualcosa negando per parito preso chi qualcosa da dire ce l'ha è forse meno di nulla.

"When a distinguished but elderly scientist states that something is possible, he is almost certainly right. When he states that something is impossible, he is very probably wrong."

Dopo essersi fatti un'idea sul pensiero economico degli ultimi 50 anni sulla base della previsione riportata da FSL, suggerisco di formare il proprio giudizio sulla teoria della relatività su questa frase:

"There is not the slightest indication that nuclear energy will ever be obtainable. It would mean that the atom would have to be shattered at will." -- Albert Einstein, 1932

Con tutto il rispetto io credo che la citazione di Einstein non c'entri una beata fava.

Questa è ottima. Non la conoscevo.

Albert Einstein, un fallito ....

La fisica, una scienza da cestinare.

 

;-)

 

"When a distinguished but elderly scientist states that something is possible, he is almost certainly right. When he states that something is impossible, he is very probably wrong."

Dopo essersi fatti un'idea sul pensiero economico degli ultimi 50 anni sulla base della previsione riportata da FSL, suggerisco di formare il proprio giudizio sulla teoria della relatività su questa frase:

"There is not the slightest indication that nuclear energy will ever be obtainable. It would mean that the atom would have to be shattered at will." -- Albert Einstein, 1932

 

Be', non e' esattamente la stessa cosa.

Primo: Einstein non dice che qualcosa e' impossibile, ma piuttosto ammette dei limiti della teoria stessa.

Secondo: nel lasso di tempo dal '32 al '45 e' successo qualcosa che ha spinto gli USA a concentrare gli sforzi dei massimi  scienziati dell'epoca (Teller, Fermi, Von Neumann, Oppenheimer...) al fine di accelerare la ricerca ed arrivare costruire la bomba prima dei tedeschi e dei russi (e in effetti la rapidita' dei progressi ottenuti nel periodo '39-'45 e' abbastanza impressionante).

Dato che lo scopo è far polemica, tutto l'articoletto si regge su una citazione di Lucas e da quella viene evinto tutto il resto. Lo spiegone poi passa fluidamente dalle previsioni alle mappe di rischio con scioltezza degna di miglior causa.

Invece di dibattere non si potrebbe rispondere semplicemente con una piccola bibliografia sul rischio subprime di articoli/citazioni/nomi .

Dategli un controesempio fatto con un elenchino asciutto come quello che arrivò a me la prima volta che ho avuto un'idea brillante. Lo so che è lavoro in più ma non si può lasciar scorrazzare certa gente così

... o andarlo a pizzicare sul loro campo, dato che, pare, l'esempio dei terremoti crede di averlo ribaltato a suo favore (saran tre articoli che lo cita) :D

Dai commenti che si possono leggere qui, si capisce perchè l'Italia si trovi in una voragine culturale: non si riesce nemmeno a distinguere le discipline umanistico-sociali dalle scienze naturali.

E' una Caporetto del nostro sistema d'istruzione e di formazione, che ovviamente non promette nulla di buono per il futuro. Ma già lo sapevamo, ahinoi...

RR

 

 

Però mi sembra significativo che questi discorsi non riguardino un letterato che straparla di scienze esatte, al cui studio si è sottratto perché influenzato dalla prevalente cultura umanistica, ma un fisico che si aspetta dall'economia la stessa esattezza che - suppongo - attribuisce alla fisica. 

ma un fisico che si aspetta dall'economia la stessa esattezza che - suppongo - attribuisce alla fisica

No, luponti, non ce l'aspettiamo, credimi.

RR

Quarantotto

Gli economisti hanno una definizione dell’economia nata dall’affermazione politica del capitalismo e la proiettano sul passato, anche a livello storico, e da ciò traggono le loro controvertibili teorie.

Lo studio dell’economia, invece, nasce come branca della filosofia politica, per risolvere il problema della legittimazione\conservazione del potere dei monarchi assoluti in dipendenza dei limiti alla imposizione di tributi senza suscitare la reazione eversiva (rivolte) inizialmente della aristocrazia feudale e, col crescere dell’economia urbana mercantile e della diffusione dei salariati (al posto dei servi della gleba), dei “sudditi” in generale.

Nasce dunque essenzialmente come “scienza delle finanze” e, con l’affermarsi della supremazia politica della borghesia, quindi del capitalismo, diviene studio di come aumentare stabilmente la ricchezza, tenendo conto delle crescenti variabili indotte dal sofisticarsi e moltiplicarsi dei campi dell’iniziativa economica(oltre, cioè il commercio basato su rendite di posizione e possibilità di trasporto limitate).

Questo “contesto” di origine, al di là delle ricadute sull’esattezza dei “razionali” che delimitano i campi d’indagine e i sistemi econometrici “di base” (cioè i fenomeni di partenza considerati rilevanti), rende l’economia geneticamente “servente” del modello politico borghese.

Il che non è in sè un male, ma ne relativizza la validità. La fine della fase storica dell’umanità da cui, per fattori tecnologici, ambientali, demografici, -in forte variazione rispetto alle ipotesi “fondanti” della stessa economia- dipende la disciplina economica, ne segnerà la fine o la trasformazione irreversibile. Qualche altra “scienza” o, a seconda dei valori fondati dei futuri assetti sociali, “mistica” del Potere ne prenderà il posto.

Ciò non vale per la fisica, i cui progressi sono certo proporzionali all’accrescimento delle risorse nella società borghese,ma la cui validità non è relativa, per oggetto e presupposti

oddio, a parte il linguaggio veteromarxista l'affermazione

Lo studio dell’economia, invece, nasce come branca della filosofia politica, per risolvere il problema della legittimazione\conservazione del potere dei monarchi assoluti in dipendenza dei limiti alla imposizione di tributi senza suscitare la reazione eversiva (rivolte) inizialmente della aristocrazia feudale e, col crescere dell’economia urbana mercantile e della diffusione dei salariati (al posto dei servi della gleba), dei “sudditi” in generale.

Nasce dunque essenzialmente come “scienza delle finanze” , 

è storicamente esatta: cameralisti, mercantilisti, "political arithmeticks" (lo spellng è giusto...) si occupavano proprio di questo mix di scienza delle finanze, regolazione del commercio, tassazione...

 

con l’affermarsi della supremazia politica della borghesia, quindi del capitalismo, diviene studio di come aumentare stabilmente la ricchezza, tenendo conto delle crescenti variabili indotte dal sofisticarsi e moltiplicarsi dei campi dell’iniziativa economica(oltre, cioè il commercio basato su rendite di posizione e possibilità di trasporto limitate).

e più o meno è vero anche questo: prima di poter avere una riflessione su mercati, prezzi, ecc. in generale, hai bisogno della società borghese e della ricchezza "astratta" espressa in termini di merci: è difficile pensare in termini economici come li intendiamo noi in una società feudale dove non c'è mercato di terra o lavoro, in una società primitiva con meccanismi redistributivi o di scambio basati sul dono o sul potlach... le prime riflessioni in senso lato "economiche" erano su mercati e fenomeni particolari (il commercio dei grani, il ruolo del lusso e delle leggi suntuarie, se i nobili potevano esercitare la mercatura...), poi si è generalizzato.

Ed è anche vero che una ipotetica società post-scarcity (come quelle in certi romanzi di fantascienza come il ciclo della Cultura di Banks) mancherebbe appunto del dato di base dell'economia come la intendiamo, le "risorse scarse".

Invece il parallelo con la fisica va esattamente al contrario di quello che dice il commentatore: certi rami della fisica hanno potuto svilupparsi solo sulla base di una tecnologia empirica preesistente (prima viene  Newcomen, poi Carnot), ma le leggi della termodinamica sono sempre valide: così pure almeno alcuni concetti di base dell'economia e alcune istituzioni (mercato e moneta, ad es.), una volta sviluppati, valgono per tutte le società realisticamente possibili

caro andrea,

leggo il post di FSL e la tua risposta. Una unica considerazione: non valeva la pena rispondere.

Ma come fa uno che di mestiere "studia" a stupirsi che ci siano più scuole (non ricordo se usa questa espressione o qualche cosa di simile), o comunque posizioni diverse?

Non mi vorranno mica dire che in astrofisca la pensano tutti uguale?

si può discutere su quanto del corpo di conoscenze di quell'ambito è riconosciuto come valido da un grosso gruppo di studiosi (auspico che non siano mai il 100%) ...e cosa invece sia oggetto di discussione, ma per questo è necessario entrare nel merito. 

E se uno pensa di poter entrare nel merito facendo un altro mestiere (ossia l'astrofisico invece che l'economista) lo fa solo perchè pensa che il nome che porta significhi qualche cosa. E allora ribadisco ....non vale la pena rispondere.

 

 

Seguendo l'alto esempio di FSL,  occupandosi di cio che non si conosce,  chiunque puo cercare su google il nome di un po'   di fisici italiani considerati  bravi (qui per esempio ).  Poi si apre  un' altra  finestrella google (questa per esempio) e si valuta lo spessore dello scienziato confrontando i suoi numeri con quelli di persone in campi affini (e magari di eta comparabile).  H-index, citazioni totali, etc. 

Ne esce un  quadro  modesto  (H=19, citazioni totali  500 ), nettamente inferiore ai numeri dei  bravi giovani con meta dei suoi anni  (guardate per esempio tal Davide Gaiotto  H = 36,  citazioni 2900) ,   per non parlare dei  suoi coetanei  (si veda Luciano Maiani  H = 58 , citazioni 8300 ) .

Il quadro e'  certamente approssimativo  (non ho tempo per indagare oltre e ammetto che i nomi riportati sono i primi trovati con il google search). Che ci si puo' aspettare da un lavoro fatto senza   cura?  

 

 

 

 

 

Qualcuno informi Lippi che Francesco Sylos Labininon è coetaneo di Luciano Maiani.

RR

L'unico modo per poter capire la situazione economica attuale, è stato parlare con un astrofisico.

A volte avere un altro punto di vista più servire più che essere all'interno del meccanismo.

Così se tutto il vostro sapere non ci aiuta in questo senso a chi? e a cosa serve?

 

Non mi sembra affatto che, da come si è messa la discussione qui, il "parlare con un astrofisico" abbia illuminato gli economisti. Forse ha illuminato chi economista non è ... e la pensa ideologicamente come quell'astrofisico, quindi si riconosce nelle parole che legge.

Ma potremmo fare la controprova. Quando un astrofisco, facciamo un esempio, non riesce a capire come mai da una certa stella esce un flusso di energia diverso da quello che il suo modello gli suggerisce, potrebbe rivolgersi ad un economista? Non credo. Meglio rivolgersi ad un matematico, che lo aiuti a rivedere il modello. O a chiunque usi modeli simili e li abbia perfezionati.

In entrambi  i casi dubito che userebbe il Fatto come piattaforma di dialogo.

 

L'unico modo per poter capire la situazione economica attuale, è stato parlare con un astrofisico.


Visto che hai avuto questa fortuna ti dispiacerebbe condividere con noi tale conoscenza?

Ed esattamente cosa avresti capito della situazione economica attuale grazie a FSL?

 

L'unico modo per poter capire la situazione economica attuale, è stato parlare con un astrofisico.

 

Una volta per poter capire tutti i problemi del mondo si parlava con un prete, adesso lo si fa con un astrofisico. Il progresso è stupefacente...

 

Così se tutto il vostro sapere non ci aiuta in questo senso a chi? e a cosa serve?

 

Ecco, appunto.

 

Così se tutto il vostro sapere non ci aiuta in questo senso a chi? e a cosa serve?

 

Magari non a prededere tutto ma, quantomeno, a indicare le stupidaggini sistematiche più disastrose.

E Dio solo sa se ce n'è bisogno!

 

 

a) l'ignoranza di una buona fetta di lettori di un giornale peraltro ragionevole è stupefacente.

...chi sono i lettori del blog del FattoQuotidiano.it (che poi non necessariamente sono quelli del quotidiano)? Se si analizza la correlazione di traffico che c'è tra il sito del Fatto e il resto del web italiano (ci sono vari strumenti informatici che consentono di farlo in modo relativamente semplice), si vede come i lettori del blog del FQ in genere frequentano anche l'Unità.it, il blog di Beppe Grillo, i siti dell'Italia dei Valori, dell'Espresso, portali anticasta, siti di controinformazione, del Popolo Viola e di Gad Lerner.

E' logico aspettarsi un lettore polarizzato a sinistra (neanche troppo riformista), con una forte componente antipolitica, derive giustizialiste e in generale molto affine agli "indignati" contro "il sistema delle banche e del capitalismo" di cui voi apparite come i supremi vati da abbattere.

Per molti di loro siete dei Robin Hood alla rovescia, non mi stupirei così tanto se hanno un atteggiamento poco amichevole e poco incline all'ascolto. Il lettore nFA ha caratteristiche demoscopiche abbastanza differenti. 

 

Interessante. Sapresti dire che strumenti hai usato? Sapresti fare una correlazione con questo blog?

Tenuto conto dell'intervento di UM a l'Infedele, non sarebbe il caso di scrivere qualcosa di semplice ed efficace su questi temi (magari sul Fatto, non preaching to the choir?)? Per citare qualche grande pensatore ebraico (non KM), una "Guida per i Perplessi" o una "Tavola Imbandita"?

Islanda e Argentina stanno passando nel discorso pubblico come esempi di paesi che hanno fatto default e se la passano bene, meglio di noi. Io lo so che non sono casi paragonabili e che la crescita al 7% vuol dire poco se l'economia prima era crollata molto di più e bisogna vedere i dettagli, ma intanto il mantra gira e mette radici;

il signoraggio è un pò una provocazione, ma intanto questa gente sta ricicciando in giro, magari sotto la seducente formulazione della "sovranità monetaria" (se non della "moneta di popolo" dei manifesti di Forza Nuova). In particolare, la richiesta di riportare la BCE sotto un controllo politico... a me sembra una sciocchezza, di fatto è "la svalutazione competitiva che (come l'amore gay)  non osa fare il suo nome", però un angolino del cervello mi ricorda che anche con le banche centrali indipendenti senza obbligo di comprare il debito pubblico, questo è aumentato lo stesso, e forse l'euro è una valuta troppo forte e danneggia le esportazioni;

In quanto alla decrescita, visto che in occasioni come le recenti alluvioni o il calo delle immatricolazioni auto si ripete il discorso "stiamo consumando troppe risorse come il territorio, non c'è spazio per la crescita all'infinito, il mercato è saturo e di sola sostituzione", è possibile ipotizzare una crescita economica (occupazione e reddito) a fronte di una decrescita del consumo di risorse fisiche non rinnovabili: software invece di automobili, riciclaggio, recupero del costruito invece di nuove costruzioni? A me la decrescita alla Latouche sembra destinata a un sistema "gentler and kinder" di comuni cinesi, però le villette a schiera nei terreni franosi e i SUV nei centri storici non mi sembrano ottimali.

 

In quanto alla decrescita, visto che in occasioni come le recenti alluvioni o il calo delle immatricolazioni auto si ripete il discorso "stiamo consumando troppe risorse come il territorio, non c'è spazio per la crescita all'infinito, il mercato è saturo e di sola sostituzione", è possibile ipotizzare una crescita economica (occupazione e reddito) a fronte di una decrescita del consumo di risorse fisiche non rinnovabili software invece di automobili, riciclaggio, recupero del costruito invece di nuove costruzioni? A me la decrescita alla Latouche sembra destinata a un sistema "gentler and kinder" di comuni cinesi, però le villette a schiera nei terreni franosi e i SUV nei centri storici non mi sembrano ottimali.

 

Scusa Marino, che c'entra la decrescita? Intendiamoci sui termini. Le parole sono importanti, diceva qualcuno. Altrimenti facciamo come con la "patrimoniale", che la gente intende "riforma fiscale" e i proponenti "tassa addizionale".

Impedire la costruzione di villte su terreni franosi o insistere sul pendolarismo quando è possibile lavorare da casa con internet, ottimizzare le risorse energetiche tramite il riciclo sono tutte cose che si possono fare anche senza decrescere, è una questione di scelte politiche, oltre che economiche, ma non implicano la "decrescita".

Quanto alla decrescita in sè...non mi esprimo neanche, non sono un economista ma un minimo di logica riesco ad usarla.

 

è possibile ipotizzare una crescita economica (occupazione e reddito) a fronte di una decrescita del consumo di risorse fisiche non rinnovabili:

Io da ragazzo andavo in giro con una macchina 1300cc che quando andava bene consumava 1 litro di carburante per fare 7km, ed aveva bisogno di un rabbocco d'olio ogni 2 pieni. Oggi le 2000cc con un litro fanno 20km.

L'innovazione ti permette crescita e migliore efficienza nell'uso delle risorse. No innovazione, no crescita.

 

però un angolino del cervello mi ricorda che anche con le banche centrali indipendenti senza obbligo di comprare il debito pubblico, questo è aumentato lo stesso, e forse l'euro è una valuta troppo forte e danneggia le esportazioni;

A guardare le esportazioni tedesche non si direbbe. Quanto al debito immagina dove sarebbe ora se le banche centrali monetizzassero, e non è detto che non ci arrivi.

 

Ps: oggi gli USA dovrebbero entrare nel club del debt/GDP > 100%

Per farvi un idea potreste provare a leggere "Storia della mia gente" di Nesi. Non che il libro mi sia piaciuto (anzi...) e probabilmente qualsiasi economista risponderà "Ma Nesi si sbaglia", sì ok, però questo libro è stato apprezzato ovunque, ed è proprio con questo tipo di attacchi con cui vi dovete misurare.

 

è proprio con questo tipo di attacchi con cui vi dovete misurare.

Perché "dovete"? Guarda che c'è una strada piuttosto semplice per far capire come funziona il mondo, ed è quella di lasciar fare e godersi lo spettacolo con i popcorn.

Volete fare default come l'Argentina? Prego.

Volete stampare banconote come lo Zimbabwe? Liberissimi.

Volete tradire la fiducia dei vostri partner come l'Islanda? Avanti.

Avvertimi quando hanno finito, che vengo a fare shopping, magari riesco a comprarmi Venezia per un sacco di farina da uno dei pochi sopravvissuti ...

strano,sul blog del Fatto di Labini,hanno cancellato 4 volte un mio messaggio che semplicemente chiedeva conto a Labini di cosa pensasse del fatto che suo padre (insieme ad altri di centrosinitra come Prodi) avessero appoggiato la proposta di riforma delle pensioni preparata dal governo Berlusconi nel 1994 e poi non approvata per la contrarietà della Lega...

Strano.

Ma quando dici che ti hanno cancellato, vuoi dire che hai visto apparire il tuo commento, che successivamente e' stato eliminato?

Sono appena stato qui, dove tal George Cooper ha presentato il libro che ha scritto sulla crisi. Cooper e un fisico di formazione (PhD in fisica teorica), passato poi alla finanza, con un discreto successo. E' persona tecnicamente (cioe' matematicamente) preparato e dopo un certo numero di anni passati nei mercati finanziari si puo' dire che sa di cosa si tratta.

Nel libro presenta la sua tesi su quale sia la via duscita dalla crisi (cose tipiche da uomini di finanza tipo le agenzie di rating devono fare x e y...). Tesi non molto originali ma non stupide. Il problema - e qui il collegamento a FSL - e' che per condire il libro ha fatto un excursus pseudo economico in cui dice essenzialmente che nessun economista ha capito la crisi, mentre lui si'. Gli ho fatto presente che la efficient market hypothesis e general equilibrium non sono la stessa cosa, ed in particolare nessuna delle due e' la cosa di cui parlava lui - diceva che EMH=GET=il prezzo e dato dal valore reale del bene, cioe' il prezzo d'equilibrio a lungo termine, aggiungendo "that's what Milton Friedman claims". Ma niente, non c'e' stato verso di fargli capire che lui di economia ne sa meno di me (il che e' tutto dire). Ah poi, alla fine, ha pure tirato fuori la scuola austriaca.

Le differenze con FSL sono che il rancore italico non c'era; e la sua inabilita a rispondere alle mie obiezioni (da quattro soldi, diciamolo) era un chiaro sintomo che quello era solo un espediente per allungare il brodo del suo libro che certamente e' intellettualmente onesto. Ma che non consiglierei come ho consigliato Reinhart-Rogoff.

Insomma, paese che vai... (con le dovute differenze)

Scusate, ma da questo guazzabuglio di commenti, io non ho capito assolutamente nulla.

Il tema "perche' non e' stata prevista la crisi" (o, forse piu' correttamente, "in quale misura e' possibile prevedere le crisi") meriterebbe di non essere liquidato cosi' sbrigativamente.

A me sembra che il paragone tra terremoti e crisi finanziarie sia un po' fuorviante: i terremoti si creano nella pancia della terra (e noi non ci possiamo fare nulla, se non evacuare), le crisi finanziarie riguardano i meccanismi del mercato, qualcosa che -in una certa misura- dipende da come e' regolato il mercato.

Se dovessi fare un paragone, la crisi finanziaria piu' che a un terremoto l'assimilerei ad un incidente in una centrale nucleare. Era davvero imprevedibile, o e' stata generata da una voluta sottostima del rischio di chi ha preso decisioni di politica economica?

 

Chiedo scusa in anticipo per l'OT.

Visto che l'escamotage sull'haircut trovato, è "volontario" non fa scattare i CDS. questo non dovrebbe rendere praticamente inutile questo strumento? se è così nessuno avrebbe più interesse a sottoscriverne e il mercato di questo strumento dovrebbe crollare causando delle perdite nei bilanci, banche comprese(i CDS in circolo diventerebbero carta straccia). Dove sbaglio? funziona così?qualcuno può illuminarmi?

Grazie in anticipo 

 

se è così nessuno avrebbe più interesse a sottoscriverne e il mercato di questo strumento dovrebbe crollare causando delle perdite nei bilanci, banche comprese(i CDS in circolo diventerebbero carta straccia)

 

il primo errore è confondere i volumi con i prezzi.

è possibile che, per interventi normativi quali ad es. il divieto di posizioni nude, ci sia una contrazione di volumi, ma i contratti residui continueranno a battere prezzi alti o bassi , indipendentemente. le perdite le avrebbero i grandi intermediatori o "facilitatori", cioè con posizioni nette nulle o quasi, di cds, maq quelle sono le solite banche d'affari americane cattive per default. secondo me, sarebbe un esperimento interessante per vedere come cambia la volatilità, già alta, di tali strumenti. sempre che abbiamo voglia di fare esperimenti con la nitroglicerina.

Visto che l'escamotage sull'haircut trovato, è "volontario" non fa scattare i CDS. questo non dovrebbe rendere praticamente inutile questo strumento

se l'adesione è volontaria, è volontaria anche per le banche. rinunceranno ordinatamente ai loro crediti solo in virtù della specificità del settore, pesantissimamente regolato, e dalla governance spesso bizzarra. chi scontenterebbe il padrone di fatto dell'attività bancaria europea, i governi?

 

 

 

 

Copio incollo. Traduzione automatica, non e' perfetta ma comunque si capisce.

Mercati azionari europei,obbligazioni eCDShanno reagito conuna delle sessionipiù fortedi tradingdell'anno peri risultati delverticeUEbrevementediscusso nellaedizionedi ieri.Titoli bancarifrancesiguadagnatoin media il 20%e ilItraxxseniorFinancialssub-indiceè aumentato del 34bpsa207bps.UsaCDSbancaradunatoinsimpatia emercati asiaticianche chiusoal rialzoquesta mattina.Indicatori di rischio piùdi altri, comel'euro(circa1,42USD), materie primee gli indicatori divolatilitàanche miglioratonettamente.Anche secaratterizzato dacrescente illiquidità(molto ampiospread bid-ask),i 2.000bpsserraggio delgrecoCDS5ySovranoè degno di nota, dopoISDAha chiarito cheiltaglio di capellidebitovolontariodi nuovononinnescarepagamentinell'ambito dei contratti diCDSgreco.
Un po 'meno pronunciatoè stato il miglioramentodei rendimenti obbligazionariitaliani,che ancoraindugianointornoal 5,9%per il10ystrumentidavantiastabonditalianidi oggi.

.

 

 

b) occorre intraprendere un serio lavoro di educazione sul ruolo della scienza economica, cosa può fare, cosa non può fare e cosa ha fatto di buono.

 

C'è qualche idea su cosa si possa fare in questa direzione? Al di là del blog (e degli interventi sulla stampa), pensate che possano esistere altri progetti targati nFA finalizzati allo scopo? avete (redattori, lettori) delle idee?

 

Io proporrei non e' mai troppo tardi

PS

http://www.youtube.com/watch?v=l04yEbxudf8

L'ho scritto da qualche parte qui .... una trasmissione breve (10-15min) serale, stile previsioni del tempo, ogni sera, sulle previsioni economiche. Alcune cose sono prevedibili, altre no, ma cominciamo da quelle che lo sono. Per me se le persone si rendono conto che è utile avere questo genere di informazioni (non solo se uscire domani con l'ombrello) ma anche come andrà questo anno l'economia,, italiana ed mondiale, il posto di lavoro, diventerà un format popolare in tutte le TV.

In fondo da ogni sondaggio emerge che la cosa che preoccupa di piu' gli italiani è il lavoro, l'economia.

La domanda quindi secondo me esiste. Si tratta di predisporre un'offerta interessante, non barbosa, facile e per tutti ma rigorosa. Chiaramente le previsioni sono un pretesto (un po' come fabio Fazio al "tempo che fa"). L'importante è diffondere cultura, in pillole brevi e digeribili. Poi magari una volta alla settimana uno spazio piu' lungo, con dibattito tra tesi diverse.

 

 

b) occorre intraprendere un serio lavoro di educazione sul ruolo della scienza economica [..]

C'è qualche idea su cosa si possa fare in questa direzione? Al di là del blog (e degli interventi sulla stampa), pensate che possano esistere altri progetti targati nFA finalizzati allo scopo? avete (redattori, lettori) delle idee?

 

secondo me una buona idea potrebbe essere quella di costituire una serie di "mini corsi", di livello basico, accessibili on-line dal blog. 

si potrebbe pensare in  prima battuta a fornire, che so, elementi di base almeno di contabilità nazionale, di macro e qualche nozione di micro.

per iniziare basterebbero delle slide o dei pdf di un corso universitario di livello non eccessivamente formalizzato, in modo da non scoraggiare chi non è ferrato in matem o statistica. ogni mini corso potrebbe essere corredato da una bibliografia un po' più accurata per chi volesse approfondire (ad esempio questa richiesta è venuta spesso dagli utenti in varie occasioni).

non so quanto la cosa possa essere time-consuming per i redattori, ma col tempo il tutto potrebbe diventare più strutturato, (non so, mi viene in mente la khan academy (wiki), sarebbe bello avere dei video..), pubblicizzando i contenuti su social network o piattaforme di maggiore richiamo.

secondo me ci sarebbe molta 'domanda' latente per questi tool di base, anche perché l'offerta informativa in Italia non fornisce niente del genere (non che io sappia). ad andar bene, in occasioni particolari su qualche quotidiano tirano giù dei glossari, o dei boxini informativi, ma imho per qualcuno completamente digiuno delle basi della materia non sono molto fruibili.

nfa e lavoce svolgono una funzione a loro modo 'unica' nel panorama informativo italiano, ma per come sono strutturati sono utili soprattutto per chi ha già almeno una preparazione minima.

questa cosa si è resa evidente da quando nfa ha intercettato il grnade pubblico dirottato dal fatto quotidiano. sono arrivati molti utenti e commentatori nuovi, e questo è di sicuro un bene, ma spesso sprovvisti delle nozioni necessarie per fruire appieno dei contenuti del sito.

secondo me fornire queste nozioni di base, oltre a essere un servizio utile in sé, migliorerebbe anche la qualità media del dibattito su Nfa.. cerco di esemplificare in base alla mia esperienza: come tutti ultimamente ho notato una maggiore % di commenti che denotano una scarsa dimestichezza con le basi dell'economia. allo stesso tempo la natura del blog (e il suo bello) è di cercare di discutere di questioni non banali, e a volte anche molto tecniche, nel modo più accessibile possibile.

per quanto mi riguarda, pur avendo un minimo di conoscenze di base (un po' di esami undergraduate, e un po' di letture aggiuntive), spesso mi rendo conto dei 'limiti' che mi derivano dal non avere una "cassetta degli attrezzi" adeguata. mi accorgo che ho dei tasselli, ma me ne mancano altri che mi consentirebbero di comprendere tutte le sfumature di un dibattito, e magari di commentarlo. 

in questi casi però, avere una conoscenza di base imho aiuta a evitare di entrare a gamba tesa con commenti che non c'entrano niente. avere chiari almeno i termini delle questioni, senza per forza essre un PhD, fa 'intuire' la complessità e la portata di un problema, e porta ad evitare di commentare a vanvera..

che ne pensate?

 

... visto che Trichet dice che il default di Grecia non deve farli scattare assolutamente altrimenti scoppierebbe il caos, visto che non sono assolutamente coperti?

Scoperti per scoperti, mi viene voglia di iniziare a venderli anche io... e' una bella rendita e proprio proprio alla peggio gli dici che tanto i soldi non il hai. ;)

Scoperti per scoperti, mi viene voglia di iniziare a venderli anche io...

i tuoi, naturalmente non te li compra nessuno. il problema della sospetta insolvenza dei venditori nasce con la crisi: quello che era certo e sostenibile prima è diventato invece rischioso, da ricalcolare ex-novo. se vuoi, versando i margini, ti puoi mettere a vendere opzioni. il divertimento intellettuale è assicurato, la resa no!

bisogna poi puntualizzare: il cds nudo è quello scoperto dalla parte del compratore di assicurazione che non ha il sottostante. non si riferisce alla mancanza di copertura finanziaria del venditore, cioè il rischio di controparte.

Selective citations,  selective cut and paste, ed ecco come ti trasformo due fantastici studiosi (disclosure: sono di parte, uno e' il mio maestro) in due grullerelli. 

Ora a parte che chi li conosce sa che c'é una profonda idea delle proprie competenze dietro alla    reticenza nel parlare a braccio.  Ma  se  poi si guarda  la conferenza intera si vede che le risposte ci sono, con tanto di citazioni e paper (grande Tom su A. Hamilton, si veda dal minuto 15 al 30).     

 

Questa interessantissima diatriba m'ha spinto a scrivere per la prima volta, anche se vi leggo ormai da anni.

Il suo discorso sig Moro non fa una piega, ma come spiega le conclusioni semplicistiche di questo articolo?

krugman.blogs.nytimes.com/2011/10/24/praise-is-always-welcome/

Leggo che l'autore ha vinto il Nobel nel 2008. Considerando poi che personaggi del calibro di Tremonti e Brunetta sono, nostro malgrado, economisti, credo che dubitare delle conclusioni degli economisti alla fine non sia tanto sbagliato :)

Non è solo la dimostrazione che "gli economisti" non esistono? (almeno come massa uniforme)

E anche che dovremmo tutti crearci quella minima competenza per distinguere un ragionamento coerente e informato, da uno ideologico o semplicemente sbagliato.

Un consiglio ? Modifica il tuo commento prima che i redattori lo leggano: dire che Tremonti è un economista su nFA è peggio che bestemmiare dio in chiesa -). Anche perchè è un tributarista...

Su Brunetta poi tralascio, riguardo PK credo che oramai sia sconfessato perfino dai neo-keynesiani, sulla trappola della liquidità puoi leggere il post di Michele Boldrin su Federico rampini sopra.

A memoria ricordo che un periodo di bassa domanda difficilmente genera inflazione, e che il Quantitative Easing della FED deve ancora dispiegare i suoi effetti. E non sono un economista.

A proposito di previsioni. Dal sito CMA ecco le piu' alte probabilità di default a ieri sera (31.10.2011) ore 20:30.

Highest Default Probabilities
Entity Name Mid Spread CPD (%)
Greece3515.5484.16
Portugal970.7356.33
Venezuela995.4950.71
Pakistan972.2149.42
Argentina910.8947.22
Ireland697.8844.90
Ukraine699.9838.71
Italy445.8132.20
Hungary519.5330.45
Croatia440.6426.60

Da notare che un mese fa L'italia viaggiava sempre tra il 32 ed il 34% ma contemporaneamente la grecia superava il 92%, il portogallo il 66% (gli altri francamente non me li ricordo e non riesco a trovare i dati storici). In pratica è diminuito il rischio degli altri mentre l'Italia non migliora e marcia sul posto. 

Dopo nemmeno 24 ore, ecco la situazione alle 16:30 del giorno dopo:

Highest Default Probabilities
Entity Name Mid Spread CPD (%)
Greece5487.2391.27
Portugal1075.6660.06
Venezuela1028.4051.83
Argentina983.6950.23
Pakistan979.8849.83
Ireland761.0647.94
Ukraine734.7940.16
Italy518.6836.36
Hungary551.6631.97
Spain390.6428.83

 

D'accordo sul punto di fondo, cioè che FSL non sa minimamente di cosa parla, ma noi (intendo i redattori e la maggioranza dei lettori di NfA) si. Bisogna ammettere che FSL e tutti gli altri imbonitori da strapazzo qualche ragione di coglionarci ce l'avrebbero se e solo se la comunità scientifica internazionale tutta non si fosse ormai da tempo dissociata con forza da cappellate come questa e questa (no, non sono nè Rampini nè Guido Rossi). Perchè ci siamo dissociati pubblicamente, vero?

Dice che quelli di Inside Job lo hanno usato come capro espiatorio

About five minutes after the microphone was clipped to my lapel, however, it became clear that my role in the film was predetermined – and I would not be wearing a white hat.

In che senso io, Michele Boldrin, mi debbo dissociare da ciò che Rick Mishkin e Glenn Hubbard fanno di più di quanto mi debba dissociare da ciò che Barack Obama o Silvio Berlusconi fanno? 

Cosa mi rende responsabile delle loro azioni? Che abbiamo un PhD in economia sia io che loro? Allora dovrei forse dissociarmi dalle azioni di Raffi Rob (che conoscevo anche abbastanza bene) uno che è reo confesso d'aver fatto fuori la moglie a colpi da mazza da baseball, pianificandolo? O da quelle di Andrei Shleifer, uno che è stato condannato per svariate truffe per valori nei milioni di dollari? O da quelli di tanti altre persone con un PhD in economia che hanno compiuto reati orrendi o anche solo azioni riprovevoli? Quando ho preso il PhD mi sono forse iscritto ad un partito, sono entrato in una grande famiglia in cui siamo tutti responsabili in solido di quanto fanno tutti coloro che hanno un PhD in economia? Davvero stai sostenendo questo?

In cosa è laureato, tanto per dire, il criminale italiano che ti appare maggiormente efferato? Tutti coloro che hanno la sua stessa laurea devono ritenersi responsabili e fare pubblica ammenda? 

Tu, che laurea o dottorato o altro titolo professionale possiedi? Sei sicuro che TUTTI coloro che appartengono al tuo stesso club siano perfetti?

Ho discusso Inside Job in pubblico a Salamanca con un noto giornalista de El Pais che agitava teorie del genere. Dopo cinque minuti si è reso conto pure lui che erano assurdità ed abbiamo preferito entrambi di dedicare le due ore di discussione a temi maggiormente interessanti. Con il consenso delle centinaia di persone che erano nel pubblico. 

Ci vuole tanto a capire che stai facendo una polemica assurda e tutta ideologica, priva di ogni fondamento concreto? I medici che fanno? Si stracciano le vesti e gettano i libri di patologia, scusandosi pubblicamente, ogni volta che qualcuno di loro, nel mondo, commette un atto dannoso o immorale usando la sua professione di medico come copertura?

Vuoi che scriva che mi stanno sul cazzo? Non lo posso fare: mentre Hubbard è l'opposto di simpatico, Mishkin è spesso divertente. 

Vuoi che scriva che ritengo che il loro lavoro scientifico fa schifo? Non lo posso scrivere: nessuno dei due ha scritto nulla di fondamentale, le loro cose migliori sono, per i miei standard, mediocri. Ma vendono: entrambi hanno svariati papers con più citations dei miei, pur controllando per "l'ampiezza" del subfield in cui operano che è distinto dal mio. Quindi, schifo non fanno ed Hubbard è stato coautore di alcuni decenti papers empirici molto noti; uno dei quali, con i miei colleghi Fazzari e Petersen, è stracitato a "sinistra" e in particolare da coloro che ritengono che Mishkin scrivesse cose sensate, tanto per confermare quanto poco il bianco ed il nero siano categorie utili in questi casi! Idem per Mishkin che ha scritto tanta roba che non trovo scientificamente interessante ma che è, guarda caso, di "sinistra", ossia mooolto keynesiana.

Insomma: i due hanno scritto cose che la vulgata popolare considera molto più di "sinistra" di quelle che ho scritto io, tanto per capirsi! Potrei anche aggiungere che il loro essere così "addentrati" in quel mondo, quello che connette finanza, banche e politica e dove le consulenze con molti zeri si sprecano, è attribuibile, a mio avviso, PROPRIO all'aver scritto cose che si considerano di "sinistra" ... ma queste son "congetture". 

Ti accontenti se ti dico che non sono dei grandi teorici? Questo lo posso fare: non lo sono, non lo sono per niente, sono solo due praticoni di successo e ben ammanicati a Wall Street ed alla Fed di NY. Infatti, guarda caso, nessuno dei due fa parte dei Fellows della Econometic Society di cui, invece, fanno parte alcuni di noi 

Infine, ed è forse l'unica parte che conta, vuoi che ti dica se ho fatto anche io consulenza di bassa qualità come hanno fatto e fanno loro? No, ho fatto scelte diverse. So what? Cosa c'entra tutto questo con la teoria economica, l'analisi della crisi, la rilevanza/correttezza di questa analisi o l'altra di questa politica o l'altra? Nulla, assolutamente nulla. Populismo di bassa lega e gossip da reality tv, nient'altro.

Due precisazioni. Primo, è ovvio che la responsabilità dei comportamenti è personale, nessuno ha mai detto il contrario; il riferimento al criminale e alla laurea è immediatamente estendibile alla categoria del genere umano, e quindi un artificio retorico che lascia il tempo che trova. Secondo, non vedo cosa c’entrino destra e sinistra: criticare è di sinistra e non farlo è di destra? Perché parti pensando che io stia facendo una polemica ideologica attribuendomi arbitrariamente intenzioni che non ho? Solo perché cito esempi di un documentario che forma bagaglio culturale degli Occupy Wall Street? Se Mishkin o Hubbard hanno scritto cose più o meno New-Keynesian lo so perfettamente da me, senza bisogno che me lo spieghi tu. Ma cosa c’entra questo con la deontologia professionale? Nulla, assolutamente nulla.

Mi sono limitato a riprendere un punto, ormai così vecchio e logoro che ha stancato un po’ tutti. Se da un lato è ovvio il fatto che avere un PhD non significa iscriversi ad un partito, dall’altro credo sia innegabile che per chi fa ricerca esiste una comunità scientifica di riferimento. Lo ribadisci tu stesso, segnalando che né Mishkin né Hubbard sono Fellows della Econometric Society, tra i quali si viene ammessi perché segnalati e votati dai propri peers. Se come comunità ci preoccupiamo delle cazzate che scrivono FSL e gli altri significa che quello che la gente pensa di noi un po’ ci importa (sennò nessuno avrebbe perso tempo a scrivere il post e a commentarlo), e se pensa male ci fa incazzare. Giustamente, direi. Perché ciò che conta alla fine è la bontà o meno della teoria economica che viene utilizzata e la rilevanza/correttezza delle analisi di policy. Parole tue, e parole sante, aggiungerei io. Ma queste policy hanno una qualche possibilità di essere applicate solo se riusciamo a convincere tutti gli altri che quelle proposte hanno un senso, e a farle votare democraticamente. Alla fine della corsa, bisogna fare i conti con quello che gli altri pensano di te. Ti va bene se ti dico che sentire un ex Governor della Fed dire che ha scritto che il sistema finanziario islandese era totalmente solido, e che per farlo si è fidato di quello che gli ha detto chi alla fine quel lavoro gliel’ha commissionato (pagato e quanto non ha alcuna importanza; se si lavora è normale essere pagati; e se si è bravi è normale essere pagati un sacco di soldi), mi fa girar le balle a manetta, perché crea un’esternalità negativa sulla mia credibilità come economista (per quanto bassa questa possa essere per oggettivi limiti personali)? E ti va bene se ti dico che se fossi un autoriparatore londinese (che quindi non ha la più pallida idea di quanto grande sia il sigma della sua funzione CRRA; se il suo tasso di sconto intertemporale è iperbolico o no; o se nell’utilità ha un termine di habit-persistence che lo rende in grado di risolvere l’equity premium puzzle) che ha perso i suoi risparmi perché ha investito in asset emessi da banche islandesi sarei incazzato ancora di più? Tutto qua, nessun retropensiero ideologico. Poi ognuno fa quello che vuole. Io, per esempio, mi fermo qua.

Ognuno ha la sua maniera di rendersi conto di aver pisciato fuori dal vaso. Tu hai la tua, che consiste nel non ammetterlo, parlar tanto senza dir nulla e svicolare senza scusarsi. Va benissimo, prendo nota e andiamo avanti.

Ma non senza prima ribadire i fatti. Il tuo primo commento, polemico e diretto a me/noi, è lì ed io ho risposto a quello. Gli argomenti di Inside Job, che evidentemente ti è piaciuto, sono pure visionabili: non è colpa mia se chi predica intervento statale ogni due per due poi scopre, amaramente, che quelli che l'intervento statale sia lo predicano che lo praticano se ne approfittano e ci fanno i soldi. Fossi uno di quelli che predicano l'intervento statale come toccasana ci farei sopra un'umile riflessione, visti i risultati. Invece, guarda caso, Inside Job fa l'opposto e tu vieni qui a chiedere conto a noi di "dissociarci" da costoro! Io mi "dissocio" da costoro da una vita, vivendola diversamente e scrivendo cose che li contraddicono. Tu, che fai? Se non sbaglio scrivi cose che portano acqua al loro mulino, o mi sbaglio?

Infine, per quanto riguarda le esternalità negative che Rick Mishkin o Glenn Hubbard possono averTI provocato, vale proprio il discorso della responsabilità individuale che affermi di aver inteso ma poi contraddici due linee più sotto. 

L'han fatto LORO, non io o uno di nFA. Quindi perché la domanda la fai a noi? Se il danno te l'han fatto loro prendi l'aereo, vieni a NY, aspettali sotto casa e chiedigli il risarcimento o sputagli in fronte. Oppure, più pacificamente, scrivi articoli e manifesti denunciando loro, quelli come loro, i loro comportamenti e le loro teorie economiche. Ma lascia stare in pace me/noi: cosa c'entriamo?

Salve

ho trovato questa interessante discussione sulle dichiarazioni di Francesco Sylos Labini ed allora penso sia il caso di fornirvi  un po' di informazioni su di lui per far comprendere meglio il personaggio.
Premetto che sono anche io un ricercatore in fisica, e che ho avuto modo di entrare in contatto con FSL per motivi di lavoro.
FSL viene da un gruppo che e' famoso per il loro modo agressivo con il quale si lanciano in nuovi campi affermando di aver trovato la verita' mentre gli altri che ci lavorano da anni non hanno capito niente, e non mi riferisco solo all'economia.
Se guardate i lavori di FSL (https://scholar.google.fr/citations?user=sN0w5V4AAAAJ&hl=fr&oi=ao) vi renderete conto che il grosso della sua ricerca e'  sull'ipotesi che  stelle e galassie siano distribuite in maniera frattale.
Quando se ne uscirono con questa idea, la communita degli astrofisici  era molto scettica al guardo, ma loro andarono avanti per anni insulantando i colleghi astrofisici e forzando l'interpretazione dei dati per avvalorare il loro modello.
Oggi di tutto questo non rimane piu' niente, questa teoria e' stata completamente abbandonata (vedi wiki en.wikipedia.org/wiki/Fractal_cosmology).
Prima di questo  lo stesso gruppo aveva proposto la teoria della superconduttivita' non adiabatica che si sarebbe rivelata un altro fiasco.
Oggi sono passati all'economia, sempre con lo stesso modo di fare, insulatando tutti ed essendo convinti di essere gli unici detentori della verita'.
Se succedera' come in fisica, dovete solo aspettare qualche anno  poi tutte le loro teorie saranno smentite, ci si dimentichera' di loro, e FSL and friends passeranno a qualcos'altro.
Distinti saluti
Sebastiano Vertini