Quantitative Easing (QE): i mille miliardi che la BCE non ha

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Tutti ne parlano in questi giorni. Che cos'è il QE?

Esiste un notevole contrasto tra le dimensioni di una manovra finanziaria fatta da un governo nazionale e un piano di intervento sul debito pubblico del paese fatto da una banca centrale. Per la "manovra" fiscale di luglio 2011 si tratta di alcune decine di miliardi di euro che per un paese di 60 milioni di abitanti significa circa mille euro per cittadino. Sono sacrifici sudati che si fanno già sentire sulla pelle del contribuente tramite accise sulla benzina, ticket sanitari, e bollo dell'auto, per fare alcuni esempi. Mentre il governo pretende sacrifici fiscali per alcune decine di miliardi, è sorprendente sentire la Banca Centrale Europea (BCE) che annuncia un intervento di mille miliardi di euro per l’Italia, e di 600 miliardi di euro per la Spagna.

Viene spontaneo chiedersi perché si richiedono tanti sacrifici di tagli alla spesa e di aumento di tasse per risparmiare alle casse dello stato qualche miliardino, quando poi la Banca Centrale Europea sembra avere delle risorse centinaia di volte maggiori. E poi, da dove saltano fuori tutte queste migliaia di miliardi di euro che la BCE pare possedere e che intende spendere nelle prossime settimane per acquistare debito pubblico italiano o spagnolo?

La realtà è che la BCE, come tutte le altre banche centrali, non ha in cassaforte queste quantità di denaro né possiede ricchezze reali ad esse equivalenti. Si tratta di quantità artificiali che fanno parte di una politica monetaria chiamata Quantitative Easing (QE). Mentre un governo deve imporre sacrifici reali per portare i conti dello stato in pareggio, la banca centrale ha il cosiddetto potere di stampare moneta. Naturalmente, se una banca centrale stampasse veramente contanti per finanziare la spesa di uno stato gli effetti negativi di un’iperinflazione si farebbero immediatamente sentire. Questo è il caso dello Zimbabwe oggi, o della Germania dopo la prima guerra mondiale. I soldi freschi stampati dalla banca centrale andavano, o vanno, direttamente dalla banca al governo e da questo ai cittadini sotto forma di stipendi, trasferimenti, acquisti di beni e servizi. I cittadini hanno i soldi in tasca e li spendono, generando inflazione (indovinate un po' cosa succederebbe ai prezzi del vostro supermercato preferito se domattina e per sempre tutti avessero, magicamente, il doppio da spendere in quel supermercato). In molti paesi industrializzati come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone ed i paesi dell’euro è esplicitamente vietato che una banca centrale finanzi direttamente un governo comprando i suoi titoli di stato all'atto della loro emissione. Questo proprio per evitare che, così facendo, la banca centrale pompi soldi nuovi direttamente nelle tasche dei cittadini.

Non è invece vietato per una banca centrale intervenire nel mercato obbligazionario secondario e comprare questi titoli di stato dalle banche commerciali o da chiunque altro li abbia acquistati in precedenza ed ora voglia venderli (attraverso le banche commerciali). Può sembrare che fare questo sia la stessa cosa che monetizzare il debito pubblico, ma non lo è e non ha necessariamente gli stessi rischi inflazionistici. Perché? In sostanza, facendo QE la banca centrale cambia la composizione del portafoglio degli investitori: sostituisce al debito pubblico i fondi da essa creati. Questi fondi, ossia moneta, non verranno necessariamente spesi in modo immediato per l'acquisto di beni e servizi, come invece succederebbe se la banca centrale comprasse nuovo debito trasferendo soldi nuovi allo stato. Il trucco è questo: assieme a QE la banca centrale può utilizzare un secondo strumento, le riserve bancarie. La banca centrale stabilisce le riserve (di moneta) che ogni banca commerciale deve mantenere disponibili (e depositate presso di essa, la banca centrale stessa). Se una banca commerciale ha 100 di depositi, una riserva pari al 10% significa che i prestiti fatti da quella banca non possono superare 90. Ora, se la banca centrale aumenta l’obbligo di riserva per un ammontare uguale a quello dei titoli di stato che compra dalla banca commerciale, l’impatto finale è di non aggiungere alcuna liquidità addizionale al sistema. In questo caso QE non ha alcun impatto inflazionistico. Quindi, la BCE prima crea “dal nulla” una cifra di miliardi di euro per comprare i titoli di stato posseduti dalle banche commerciali e poi impone alle stesse banche di aumentare le proprie riserve per la stessa cifra di miliardi. È importante capire che non è necessario che lo imponga direttamente, basta che convinca le banche commerciali (o renda per loro conveniente) accrescere in parallelo la quantità di riserve volontarie detenute presso la banca centrale. Questo è quanto è accaduto durante QE 1 e 2 negli USA: le riserve delle banche presso la FED sono enormemente aumentate a causa del fatto che la FED creava nuova moneta dal nulla comprando titoli (di debito prima privato e poi pubblico) che erano nel portafoglio delle banche. Fino ad ora ha funzionato e per questo non abbiamo visto inflazione negli USA, né particolari bolle speculative nei mercati finanziari (oro a parte, ma è un'altra storia).

Alla fine questa manovra monetaria serve per fare da spugna. La banca centrale percepisce un nervosismo eccessivo dei mercati che fa innalzare i tassi d’interesse sul debito pubblico oltre un livello considerato insostenibile. Con un Quantitative Easing la BCE prosciuga il mercato del debito pubblico assorbendosi un’enormità di titoli di stato e placandone così l’effetto sui tassi d’interesse, ma allo stesso tempo impone/convince (al)le banche private di tenere questa liquidità fittizia come riserve, evitando così un impatto inflazionistico sull’economia. Questo tipo di politica monetaria è già stato implementato dalla Fed americana per placare gli effetti della crisi finanziaria del 2009, e prima ancora era stato collaudato dalla banca centrale giapponese. È un intervento disperato ma efficace se le ragioni del nervosismo finanziario sono temporanee. Se i mercati si placano perché i motivi del panico erano passeggeri, allora la BCE può rivendere i titoli di stato che aveva assorbito riversandoli sul mercato a tassi d'interesse ragionevoli. Ma se la causa di questo nervosismo è fondata, e quindi il pessimismo verso i conti dello stato italiano e di quello spagnolo ha una natura permanente, allora il QE può rivelarsi molto pericoloso e produrre inflazione e svalutazione dell’euro, un po’ come è successo alla lira nel 1992.

Siamo entrati nell’euro per godere della reputazione creditizia e della bassa inflazione tedesca, ma alla fine potrebbe toccare ai tedeschi patire la svalutazione e l'inflazione causati dall’elevato indebitamento italiano.

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Commenti

Ci sono 149 commenti

Manca un punto a mio avviso cruciale in questa esposizione. La Banca Centrale immette liquidita' a tassi molto bassi attraverso le oprazioni pronti contro termine con il sistema bancario. Le banche forniscono a garanzia i titoli di stato ed altri titoli investment grade che hanno nei lorro attivi.

In sostanza le banche prendono a prestito a tassi dell'1,5% (in Europa e dello 0,25% in America) comprano titoli di Stato che rendono poco, ma comunque sempre di piu' di quanto pagano sulla provvista e sulla liquidita' ottenuta della banca centrale. Quindi senza sforzo beneficiano di un arbitraggio a rischio zero e ovviamente non hanno alcun interesse a finanziare l'economia reale cioe' le imprese. Certo se va in bancarotta uno stato il giochino si inceppa. Ma non c'e' paura la Banca centrale compra anche i debiti dei governi. E se proprio succede un casino arriva l'EFSF a ricapitalizzare le banche.

In sostanza si e' verificata una sovietizzazione strisciante del sistema finanziario, visto che la banca centrale finanzia i bilanci pubblici con creazione artificiale di moneta, ma nel fare questa operazione foraggia i profitti delle banche private che intermediano tra due branche del sistema pubblico. Un capolavoro che stanno studiando in Corea del Nord per il prossimo piano quinquennale.

A questo punto sarebbe piu' onesto rendere la sovietizzazione trasparente nazionalizzando le banche. Almeno in questo modo si socializzerebbero i profitti dei vari Passera e Co e se non altro le imprese potrebbero sperare di avere un po' di credito allocato dal Gosplan. Magari si potrebbe stabilire una regola che fissa il flusso di credito in relazione al fatturato o al monte salari attraverso un conto corrente che le imprese accenderebbero direttamente presso la banca centrale. Certo sarebbe un'aberrazione, ma sempre meglio dell'ircocefalo attuale.

E non pensiate che si tratti di una boutade. In America si propone gia' da tempo che la Fed acquisti obbligazioni di societa' private e anzi che finanzi direttamente le piccole e medie imprese. Stay tuned!

 

E non pensiate che si tratti di una boutade. In America si propone gia' da tempo che la Fed acquisti obbligazioni di societa' private e anzi che finanzi direttamente le piccole e medie imprese. Stay tuned!

In Italia gia' lo facciamo (ok, il governo, non la banca centrale) con la Cassa depositi e prestiti.  Non proprio un esempio edificante :-).  Il banchiere centrale sara' sempre meglio di Tremonti e Bassanini, certo, ma anche lui puo' avere obiettivi "altri", no?

quest'effetto era voluto per dare una "pulita" ai bilanci bancari che sono erano in pessimo stato, con l'effetto collaterale di sostenere anche gli indici di borsa.

si è visto che appena s'interrompe il giochino, il sistema s'inceppa e si torna pericolosamente verso la recessione.

potrebbe esser riproposto per comprare tempo, ma per uscire dal pantano dove siamo occorre tirar fuori dal cilindro qualcos'altro.

Fabio, tu ricordi correttamente una cosa di cui si è parlato nel recente passato e che oggi sembra essere un po' dimenticata. A me - da imprenditore - ha sempre dato molto da pensare, e mi sembra che costituisca un problema non di poco conto.

Se il sistema bancario ha la possibilità di far profitti - magari modesti, ma sicuri - prendendo a prestito a tasso basso e comperando titoli pubblici, la distorsione del mercato finanziario è palese e penalizza le imprese. Ciò è particolarmente pesante in Italia, dove il ricorso a capitale di debito è maggiore che in altri territori.

A prescindere dal fatto che la via maestra sarebbe favorire la capitalizzazione - ad esempio rivedendo l'imposizione fiscale sulle imprese, oggi di gran lunga la più alta d'Europa come certificano i dati World Bank - ed escludendo una misura dirigistica di tipo sovietico, come immagini possibile intervenire, per porre rimedio?

In sostanza si può affermare che l'insipienza italiota e del governo di si silvio peron oltre a rovinare l'Italia è stato lo scalino capace di mettere nei guai anche l'Europa. Complimenti!!!!!!!!!

 

Attenzione, la Bce non ha annunciato un intervento da mille miliardi di euro per l'Italia e di 600 miliardi di euro per la Spagna! Queste sono le speranze del mercato...

Ha annunciato, domenica, acquisti di titoli ancora una volta "per aiutare a ripristinare una migliore trasmissione delle nostre decisioni di politica monetaria", lasciando intendere così che gli ammontari saranno limitati. Ha anche invitato i governi "ad attivare l'European Financial Stability Facility (EFSF) sul mercato secondario, sulla base dell'analisi della Bce", proprio allo scopo di delegare questa funzione ed evitare un quantitative easing.

"Noi dreniamo sempre la liquidità che è iniettata e quindi noi non ci avviamo attraverso questo strumento (gli acquisti di titoli sul mercato secondario...) verso un quantitative easing", ha detto il presidente Jean-Claude Trichet alla conferenza stampa di giovedì scorso. E così lunedì la Bce ha annunciato per la prossima settimana - come ogni settimana - un'operazione a sette giorni di ritiro della liquidità iniettata per gli acquisti di bond. Sarà una conferma importante - da fare, ovviamente - se sarà di nuovo drenato un ammontare uguale agli acquisti compiuti dal 4 agosto in poi (tutti con settlement a partire da questa settimana).

Il Qe è quello che - secondo molti - la Bce dovrebbe fare, soprattutto oggi, e non fa e non intende fare; ma questa è un'altra storia, molto più complicata.

Lodovico, Fabio, non capisco. Forse e' il mio fuso orario che parla (sono in Corea, sono le 2 del mattino e sto vivendo Lost in Translation sulla mia pelle, solo che invece di andarmene in giro con Scarlett Johansson son qui che scrivo a voi, vabbe').

Riguardo al post: Lodovico, non capisco perche' dici ( o suggerisci) che la Fed usa moral suasion aumentare la liquidita' delle banche - io avevo capito che la Fed vorrebbe invece che investissero (e quindi anche creassero potenzialmente inflazione) - e sono loro a non farlo. 

Rigardo al commento: Fabio, se le banche avessero l'arbitrage che tu dici comprerebbero titoli, ma invece a quanto dice Lodovico li vendono alla Fed. 

Non lo so - non vedo modo di rendere coerente il tutto. Forse e' meglio che vada a vedere come sta Scarlett.

 

da profano non vedo l'incoerenza. sono due operazioni distinte che abbassando i rendimenti dei treasuries e fornendo liquidità alle banche, fanno si che esse si rivolgano al mercato azionario o alle obbligazioni corporate, sostenendoli. cosa che è accaduta per i precedenti QE.

Ora Bernanke ha tirato fuori dal cilindro un'altra idea, descritta con chiarezza da phastidio .

 

Non e' che le banche vendano tutti i titoli alla Fed. Lo fanno se e quando ne hanno bisogno. 

Il QE e' un importante ingrediente del giochino tra Fed e sistema finanziario, perche' consente di tenere alte le quotazioni dei Treasuries, una sorta di Bernake put nel mercato dei titoli a reddito fisso. Se cosi' non fosse e quindi se vi fosse il rischio che il prezzo dei Treasuries crollasse o semplicemente cadesse le banche si potrebbero ritrovare nei guai con i limiti prudenziali.

In questo modo la macchina del sussidio viene oliata a dovere senza che i banchieri corrano rischi. Appena il QE si e' interrotto avete visto cosa e' successo. Adesso ne inizieranno un nuovo ciclo come annunciato dalla Fed martedi'. Per questo nel mio commento suggerivo, provocatoriamente of course che invece di attendere il QE172 e' meglio sovietizzare il sistema da subito e farla finita con le finzioni.

Giulio scrive che un banchiere centrale non e' necessariamente un buon banchiere perche' avra' i suoi interessi e i suoi obiettivi da perseguire, e ovviamente io sono d'accordo. Non intendevo dire che quella e' la soluzione. Intendevo dire che ormai le uniche soluzioni sul tappeto ricordano molto da vicino il Gosplan. Per i Tea Parties deve essere una enorme soddisfazione. Forse dovrebbero chiamarsi Trip Parties ispirandosi alla descrizione gergale degli effetti di un noto allucinogeno.

 

Da profano e per di più ignorante mi sembra un ulteriore tentativo di tappare un buco scavandone un altro per tenere in piedi un "sistema" che di per se non ci starebbe mai.

 

Da profano e per di più ignorante mi sembra un ulteriore tentativo di tappare un buco scavandone un altro per tenere in piedi un "sistema" che di per se non ci starebbe mai.

 

Concordo, anche io da profano. Per me e' paragonabile alle rassicurazioni di chi diceva che avevamo i conti in sicurezza, quando non e' vero. Probabilmente tirate le somme un QE corrisponde a spostare costi e fregature collegate con il default o o i rischi di default da un settore all'altro dell'economia, e se e' cosi' si puo' star sicuri che i costi vengono scaricati sul popolo bue che paga le tasse salvando Casta politica e banche.

Io ho bisogno di un po' di conferme, per cui sparo qui cosa ho capito e qualcuno mi dica se condivide.

Quando nel 2008 ci fu il patatrac dei subprime, era abbastanza chiaro quali fossero i motivi del caos, dove stesse la bolla e chi ne fosse responsabile. C'era controversia sul fatto se le banche dovessero fallire o meno e non era ben chiaro chi avesse realmente assets velenosi e chi no, ma bene o male si sapeva che era qualcosa che riguardava soprattutto le banche.

Ora qui sembra tutto diverso: sembra che sotto l'occhio del ciclone non siano piu' le banche ma gli stati, o forse sarebbe meglio dire i governi. Prima l'Italia coi pagliacci che ci ritroviamo; poi il downrating degli USA; ora il paventato downrating di Francia ed UK. Mi pare che gli investitori si siano resi conto che per tornare ai livelli di crescita pre 2007 serva una leadership coi controcoglioni e di punto in bianco e' venuto fuori che la leadership coi controcojoni non ce l'ha nessuno. Chi piu', chi meno, ogni paese sembra annaspare in una classe dirigente mediocre che non e' in grado di guardare al di la' del proprio naso. L'america s'e' trasformata in una lobbycrazia e l'Europa c'ha la fiera dei vecchi rincoglioniti.

Questo mi spiega 2 cose:

1) perche' stavolta la ECB non salva le banche, come faceva la FED nel 2008, ma salva direttamente gli stati comprando BOT a gogo

2) perche' gli stati sono in pericolo: perche' hanno dimostrato nel 2008 di non essere in grado di far testa al problema ed allora ad oggi non fanno che riconfermarlo.

La bottomline e' che, se le cose stanno cosi', stavolta non se ne esce vivi perche' l'unico modo per uscire dall'empasse e' che chi e' troppo inetto per comandare, compia scelte salomoniche. Siamo fottuti?

 

più che diverso è la continuazione.

siamo partiti da un alto livello d'indebitmento privato. l'idea è stata di sostituire all'indebitamento privato, quello pubblico per sostenere la crescita mentre si procedeva ad una riduzione dell'indebitamento privato. Una volta partita la ripresa, si sarebbe passati ad assorbire l'indebitamento pubblico.

Il problema è che ogni volta che finisce un programma di easing, l'economia rallenta. I debiti pubblici sono esplosi e la ripresa non s'è consolidata, anzi da qui il salto di livello.

Aggiungo un'altra variabile. Se si da un'occhiata alla produzione mondiale di crude oil dal 2004, ci si rende conto che c'è una limite evidente che fa si che non si riesce ad eccedere la produzione di circa 85 mln di barili. questo fa si che ogni volta che c'è una ripresa il prezzo del barile si scalda rapidamente ammazzando ostacolando la ripresa stessa.

sulla classe dirigente concordo. mediocre è dir poco

 

La bottomline e' che, se le cose stanno cosi', stavolta non se ne esce vivi perche' l'unico modo per uscire dall'empasse e' che chi e' troppo inetto per comandare, compia scelte salomoniche. Siamo fottuti?

 

C'e' sempre la possibilita' suggerita da Matt:

Un'altra possibilita' sarebbe tamponare le falle e sperare che riparta la crescita economica, riducendo il rapporto debito/PIL. Ma da come stanno andano le cose, mi pare un'eventualita' sempre piu' remota.

La mia impressione e' che alla fine la cosa sara' risolta monetizzando il debito. E speriamo che l'inflazione possa essere contenuta in limiti ragionevoli, senza finire come uno Zimbabwe planetario.

Avevo letto, non ricordo dove, che la BCE comprava titoli di debito pubblico sul mercato secondario ma contemporaneamente ne vendeva alltrettanti già in stock, per non aumentare la liquidità. 

Ricordo bene?

 

No. La BCE compra titoli di stato sul secondario e poi sterilizza l'immissione di liquidita' attraverso lo strumento delle riserve bancarie. 

Questo metodo tradizionalmente veniva utilizzato per sterilizzare gli interventi sul mercato dei cambi e poteva avere un senso (anche se e' stato motivo di ricorrenti controversie tra economisti).

Oggi e' un altro aspetto della finanza para sovietica (se fatto per sostenere i debiti pubblici) o, se preferite, di finanza creativa made in Eurotower.

cosa potrebbe leggere?

mi consigliate per cortesia dei libri o riviste o articoli online?

grazie!

Sempre a proposito del padreterno come possible ideuzza semiseria. 

Abolire totalemnte nel corso di laurea in economia lo studio della finanza e materie direttamente connesse per alcuni anni in attesa che i docenti  delle cattedre di storia econimica riscrivino i manuali di finanza.

Un aspetto che i minus habens "austriaci", non avendo capito un piffero né di teoria né di storia economica, continuano a non capire.

più o meno ho capito ma mi sfugge il riferimento agli "austriaci"! :-)

Una delle cretinate chiave degli "austriaci" è che la creazione di moneta bancaria - prestiti non coperti da risparmi già avvenuti - sia la fonte di quasi tutti i nostri mali economici, Brunetta e Tremonti inclusi.

Per questo sono ossessionati dal moltiplicatore bancario e dalla "fiat money" che stampano la FED o la BCE (a dire il vero nemmeno capiscono come funzionino FED e BCE, ma transeat). Da qui le menate con l'oro e tutto il resto. Occorre capire che, per il buon "austriaco", la banca che pratica fractional banking è equivalente ad un'organizzazione criminale. 

Si', lo so, suona folle. Ma è la cosidetta "teoria economica austriaca" ...

 

Ne approfitto per cercare di capire - io che economista non sono - alcune cose sui debiti pubblici.

Parto dalla constatazione che in Svizzera la legge impedisce che un'azienda abbia debiti che superano il 50% del capitale sociale. Quando succede (quando si raggiunge la soglia) si portano i libri in tribunale e si procede verso il fallimento o una ricapitalizzazione. Regola sana, direi, che serve ad evitare i fallimenti a catena. E gli stati?

Una regola simile dovrebbe valere anche tra gli stati. Infatti un singolo stato puo' anche avere grossi debiti (per la ricostruzione dopo una calamità o per sue scelte) ma se tutti o quasi hanno forti debiti pubblici - tra l'80 ed il 100%) si crea una situazione in cui ben difficilmente i pochi "virtuosi" possono accollarsi le conseguenze dei debiti altrui. Tra l'altro c'è pure un effetto perverso, per cui chi ha debiti e magari stampa moneta a balla (o equivalenti) vede la sua valuta indebolirsi, favorendo le esportazioni, mentre il "virtuoso" vedrà le sue esportazioni fortememte ostacolate da una valuta piu' forte, creando cosi' un danno al suo sistema produttivo. Che senso ha allora essere virtuosi?

Tutto questo mi porta a ritenere che regole che pongano limiti ai bilanci siano utili  ma che non basti la semplice regolamentazione interna. Servono poteri sovranazionali che possano imporre sanzioni e prendere provvedimenti. E la regola deve valere per tutti gli stati, non solo per qualche volontario.

 

 

 

Mi accodo essendo anch'io un estraneo al settore ponendo una questione magari inutile.

Visto e considerato che il grosso dell' UE ha una moneta unica per cui inevitabilmente, (penso io) i problemi di uno si trasmettono agli altri, che senso ha cercare soluzioni "nazionali" a un problema che nazionale non è?

Francesco ti rispondo anche se ovviamente non sono un economista,quindi lascio ad altri valutare e  o integrare

Tra l'altro c'è pure un effetto perverso, per cui chi ha debiti e magari stampa moneta a balla (o equivalenti) vede la sua valuta indebolirsi, favorendo le esportazioni,

Ciò che conta è la ricchezza reale,il governo non può continuamente   svalutare  la moneta.Parecchie volte è successo nella storia,in particolare tra gli anni 20 30 del secolo scorso fu una delle  cause dell'ascesa al potere di un gruppo di psicopatici  esaltati che avevano la fissa per gli occhi azzurri e i capelli biondi

 

Francesco, il problema è: come calcoli il "capitale" di un paese intero, quello su cui può appropriarsi lo stato per ripagare il debito? Per l'impresa è facile, per lo stato molto meno.

Infine, il potere sovranazionale che invochi c'è e si chiama "mercati" o "investitori". Magari non agisce tanto rapidamente come alcuni di noi vorrebbero, ma è evidente che agire agiscono ...


 

mi chiedo se osservando il mondo nel suo insieme alcune opinioni andrebbero modificate. Ad esempio constato che:il PIL mondiale e' cresciuto anche durante la "nostra" crisi, nei BRIC's e' pieno di imprenditori che investono. Concordo sulla incipiente sovietizzazione del sistema finanziario: il QE in essere serve a salvare le banche ( e adesso) gli stati (EU e US). Ci si e' accorti che la cosiddetta "ricchezza finanziaria" (titoli, azioni, crediti,..) vale molto meno di quanto si pensasse e soprattutto di quanto e' iscritta nei bilanci. La differenza di valore sara' lunga da ingoiare: il QE dovra' restare a lungo. Un saluto

Sorry boys (and girls) you are ALL (minus GZ, ovviamente) out of your depth. Chi più chi meno, ovviamente, ma mi sembra che la discussione sia perfettamente insensata, quindi fine.

Lasciate stare, studiate, poi se ne riparla. Se avete voglia di studiare, possiamo farvi avere una bibliografia. Ma stare a discutere con chi non sa e' una perdita di tempo, per tutti. 

Buona serata. 

P.S. The rock was excellent, so I am in a perfectly nice mood. Capisco le vostre buone intenzioni, ma non si puo' parlare di cose complicate senza conoscerle. Vale per la meccanica quantistica come per la teoria monetaria. 

Una bibliografia sarebbe un'ottima cosa, indipendentemente dalla discussione specifica, perlomeno se è possibile imparare almeno i fondamenti anche senza un intero corso di laurea (come è possibile per la fisica, ad esempio).

L' aumento del tasso di riferimento ad aprile 1,25% a luglio 1,50% e gli annunci fatti di ulteriori rialzi

per i mesi successivi  può aver scatenato la crisi dei debiti sovrani dei Paesi Europei più

problematici ?

Fermo restando i problemi reali sottostanti dei Paesi Europei deboli.

Gli Usa sono ancora fermi allo 0,25%.

La BCE avrebbe pertanto valutato la situazione più solida di quello che in realtà era?

 

Lascio agli editori in carica il compito di trarre insegnamenti e conclusioni da questo piccolo dibattito, specialmente per quando arriverà il nuovo sito (a proposito, quando arriva? Ce lo avevate promesso già sei mesi fa :-)) e gli aggiustamenti da adottare. 

Personalmente sono sia infastidito dall'anonimato sia favorevole ad un sistema a "punti" che faccia scomparire le cretinate nel fondo più profondo del sito, là dove non giunge luce alcuna.

Per quanto riguarda le mie idiosincrasie ai commenti cretinoidi capisco perfettamente di far parte d'una minoranza irritante, il problema è che ci sto comodo in quell'irritante minoranza. Per un'introduzione semplice, financo banale, al problema, raccomando la lettura dell'agevole e noto libretto di HF.

Per quanto riguarda poi le letture da raccomandarsi: avete ragione, ma preparare bibliografie ad hoc è MOLTO time consuming ... ed il tempo è la risorsa che più manca. 

insisto con la scarsa fiducia in sistemi a punti e reputazioni varie, son qui da qualche mese, ma chi scrive col cervello e chi invece spara c..ate lo so già leggendo il nome, comunque alla peggio sarebbe un sistema inutile, dannoso non credo.

sulle bibliografie. dai ragazzi le bibliografie...solo su wikipedia alla voce QE ci sono 80 voci di note biliografiche, in qualsisasi paper sull'argomento ce ne sono altrettante

Personalmente sono sia infastidito dall'anonimato

Io invece sono favorevole all'anonimato, esprimere giudizi politici  puo essere un problema se hai la necessità di cercar lavoro. Sarebbe meglio fornire il nome e cognome al massimo ai webmaster/redattori (con magari link al profilo FB o linkedin o altro socialnetwork)

 

lodovico,

ecco alcuni elementi per migliorare la tua presentazione

1) leggendo si ha l'impressione che se la Fed compra titoli sul secondario invece che sul primario la cosa cambi.  Se pensi invece alle balance sheets di Treasury, Fed e Banche nei due casi vedrai che sono identiche sia che la Fed compri il giorno 1 all'emissione, che il giorno 2 sul secondario.

2) Perchè tiri in ballo il reserve requirement? Negli USA è da anni vicino a zero (81 bln su 1683bln la scorsa settimana Fed Data Release H3) e nessuno sta pensando di cambiarlo.

3) dai poi l'impressione che la Fed abbia imposto/convinto le banche ha mantenere excess reserves, sennò avrebbero speso tutto e creato inflazione, ma cosa te lo fa pensare? Non dimenticare poi che le banche non possono ridurre la base monetaria e nemmeno le excess reserves: lo può fare una singola banca ma non l'intero sistema.  In teoria le potrebbero ridurre solo se comprassero asset esteri.  In questo modo le liabilities della Fed rimangono le stesse, ma diminuiscono le excess reserves e aumentano di pari ammontare le due voci che nel Data Release H.4.1 vendono chiamate "foreign official deposits" e "reverse repos/ international accounts".

Temo tu abbia confuso aggregati monetari con aggregati creditizi. L'inflazione non la crea l'incremento della base monetaria, ma il suo incremento accompagnato da un aumento degli aggregati creditizi, che invece scendono da tre anni in termini nominali (Data Release H8 per il credito bancario,  la fed non contabilizza più il credito totale in dollari, ma ci sono altre fonti che mostrano una contrazione anche di questo).

Da tre anni sale la base monetaria ma scendono gli aggregati creditizi.

4) ci sono altre questioni più importanti nella discussione sugli effetti del QE, come ad esempio gli effetti secondari di redistribuzione del reddito e della ricchezza (Ben ha fatto salire Wall Street, ma forse anche le commodities, e solo il 20 degli americani ha azioni, mentre tutti fanno benzina: questi effetti erano previsti?) Inoltre c'è il dubbio che perchè tutto non torni indietro sia necessario un QE3 e QE4... C'è il problema del moral hazard, insomma tante altre questioni che dovresti considerare.

leggendo si ha l'impressione che se la Fed compra titoli sul secondario invece che sul primario la cosa cambi.  Se pensi invece alle balance sheets di Treasury, Fed e Banche nei due casi vedrai che sono identiche sia che la Fed compri il giorno 1 all'emissione, che il giorno 2 sul secondario.

Quanto dici è vero parzialmente, credo. E' vero che se il fabbisogno del Tesoro è 100€, tutti i 100€ vanno all'economia sotto forma di salari, acquisti, etc a prescindere da come i 100€ vengano finanziati. Tuttavia, se Banca Centrale lascia che il prezzo si formi in asta, e poi acquista selettivamente sul secondario (a fermo o in P/T) il denaro iniziale viene comunque da stock pre-esistemti di risparmio, dopodichè nei fatti è come se BC  effettuasse prestiti alle Banche, collateralizzati dalla carta pubblica: per contratto, nel caso di P/T, ovvero quando il mercato si riequilibria (perchè i debitori sovrani riacquistano credibilità, etc) nel caso di acquisti a fermo, la carta pubblica verrebbe in qualche modo "rigurgitata"  sul mercato da parte della BC. E' ben diverso lo scenario in cui BC andasse in asta ed acquistasse poniamo qualunque importo al 3% di cedola: la situazione diventerebbe analoga al famigerato c/c di tesoreria  pre "divorzio" bankit/tesoro, cioè si andrebbe ad aggiungere pari pari alla base monetaria banche (= nuovi saldi liquidi presso banche detenuti direttamente dal Tesoro ed usati per pagare salari e beni), monetizzando il debito tout-court ed andando a creare moneta gonfiando i portafogli totali e non riallocandoli come nel caso degli acquisti sul secondario.  Lo stesso bilancio della BC perderebbe gran parte del suo significato, in quanto all'attivo vi sarebbe un cespite (il debito del tesoro) dal valore incerto, e le stesse banche non avrebbero alcuna security a fronte di (parte delle) loro riserve presso la BC, se non un claim a convertire detti saldi in Fiat Money (banconote), con relativa perdita di valore della moneta, etc.  

Del resto, è chiaro che, qualora gli acquisti sul secondario si protraggano nel tempo (diventando prevedibilissimi e quindi influenzando i tassi di asta) e/o si estendano a dismisura (esempio: OPA su 200 MLD di titoli del tesoro da parte della BC), la  equivalenza da Te indicata, nei fatti, si verificherebbe.

In sintesi: la differenza non è tanto tra intervenire in "primario" o "secondario" ma tra intervenire in modo che sia (e che sia parcepito come) selettivo, temporaneo, circostanziato; ed intervenire in modo palesemente distorsivo con l'intento di monetizzare il debito in via permanente.  

E' ovvio che quando si parla (o straparla) della BCE che acquista 1 G€ di carta del tesoro italiano, a prescindere da primario o secondario, si tratterebbe di una monetizzazione tout-court.

 

 

 

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-09-21/parte-operazione-twist-acquista-202928.shtml?uuid=Aa6PzQ6D&cmpid=nl_7%2Boggi_sole24ore_com

Nel comunicato rilasciato dopo la due giorni di Comitato Monetario (FOMC), la Banca Centrale americana specifica che da qui a giugno venderà un ammontare pari a 400 miliardi di dollari di titoli del Tesoro con scadenza a breve per acquistare un ammontare analogo di titoli con scadenze fra i sei e i trent'anni.

La tecnica in gergo è chiamata "twist", da "twisting of funds", "spostamento di fondi" non prevede aumenti della liquidità, ma induce una riduzione dei tassi a lunga, importanti per finanziare gli investimenti, per mobiliatre il credito a vantaggio delle piccole medie imprese e per agevolare la sottoscrizione di emissioni obbligazionarie private.