Avete presente quegli studenti un po' zucconi che proprio non ci arrivano e allora cercano di copiare? Ma che sono così zucconi che, siccome appunto proprio non ci arrivano, perfino quando copiano riescono a infilarci degli errori? Bene, la politica italiana ci ha offerto un altro illustre esempio di questa variegata umanità.
Il PdL, ci viene detto, ha elaborato una proposta di abbattimento del debito pubblico. La proposta è stata illustrata da tal Angelino Alfano, gestore pro tempore del partito in attesa del ritorno del padrone, di cui conoscevamo le doti di leguleio ma di cui ignoravamo la lucidità di pensiero su temi economici. Il PdL, dicevamo, ha messo insieme un po' di gente e ha ''elaborato una proposta''. Purtroppo, a nostra conoscenza, lo studio completo non è stato reso noto, per cui dobbiamo accontentarci di quanto sinteticamente riportato sul sito del partito. Rileggiamolo insieme:
“Gli obiettivi principali - ha precisato Alfano - che ci siamo prefissati sono due: la riduzione del debito pubblico al di sotto della soglia del 100% e la conseguente riduzione della pressione fiscale di un punto l’anno per cinque anni. La diretta conseguenza è la possibilità per cittadini e imprese di poter disporre di maggiori risorse.
Lo strumento che utilizzeremo sarà un Fondo privato a cui lo Stato cederà parte del suo patrimonio pubblico per la valorizzazione e vendita a investitori italiani e stranieri tramite l’emissione di obbligazioni. Ciò ci consentirà di poter incassare una cifra stimata di 15/20 miliardi l’anno (un punto di PIL), per un totale di 400 miliardi.
Ai lettori di questo sito, immagino, non può sfuggire che alcuni di questi numeri già sono apparsi altrove. Portare il rapporto debito/PIL sotto il 100% (a proposito, Angelino: si dice 100% del PIL, non 100% e basta, altrimenti non ha senso; scusa la pedanteria) anche attraverso vendita del patrimonio è il punto 1 delle proposte di ''Fermare il declino''. Ridurre la pressione fiscale di 5 punti in 5 anni è il punto 3. Numeri sospettosamente uguali.
Ma, come dicevamo, lo studente zuccone che proprio non ci arriva riesce a sbagliare perfino quando copia. E quindi armiamoci di matita rossa e proviamo a spiegare un po' meglio come stanno le cose.
Primo: quando si copia, non si possono saltare i pezzi. Tra la proposta 1 e la proposta 3 c'è, sorpresa sorpresa, la proposta 2. La quale dice questo
2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni.
Si vede che la proposta è stata trovata troppo sconveniente, e quindi è saltata. Peccato che, senza questa proposta, le altre due non stiano in piedi da sole. Non si può portare il rapporto debito/PIL al 100% e in più ridurre la pressione fiscale di 5 punti senza ridurre la spesa. Ma l'allergia del PdL alla riduzione della spesa è ben nota, per cui non continuiamo.
Secondo: quando si copia è bene evitare di aggiungere parole di cui non si capisce il significato. Per schivare la parte sulla riduzione della spesa, il buon Alfano vuol farci credere che dalla sola riduzione del debito mediante dismissioni risulterà ''la conseguente riduzione della pressione fiscale''. Angelino, no. Non consegue proprio per nulla. Facciamo un esempio semplice semplice, con numeri arrotondati, così magari capisci. Nel 2012 lo stato italiano si prevede spenderà circa 85 miliardi di interessi, su un debito di circa 2000 miliardi. Ne risulta un tasso medio del 4,25%. Il PIL è circa 1600 miliardi. Ora, supponiamo di portare il rapporto debito/PIL al 100%, rimborsando 400 miliardi ottenuti mediante dismissioni. Quanto si rispamia in termini di spesa per interessi? La riposta è 400 X 4,25% = 17 miliardi. Che sono, più o meno, un punto percentuale di PIL. Gli altri quattro che mancano per ridurre la pressione fiscale, Alfa', da dove li pigli?
Vedi Alfa', forse ora potrai meglio apprezzare che noi quel punto sulla riduzione della spesa non lo abbiamo messo a caso. A differenza di pagliacci e ciarlatani vari che blaterano da 20 anni di ''meno tasse per tutti'', noi i conti siamo abituati a farli, e a farli bene. Quei 6 punti di riduzione della spesa purtroppo servono, non sono lì perché ci divertiamo a mettere numeri a caso. Un paio di punti circa servono ad assicurare che il pareggio di bilancio venga raggiunto e mantenuto (visto che, ricordiamo, non ci siamo ancora arrivati) e il resto serve a finanziare la riduzione delle imposte. Perché la riduzione della spesa per interessi da sola non basta, e chi racconta il contrario o non sa fare i conti o è in malafede.
Terzo: quando si mettono dei numeri non copiati, bisogna stare attenti che i conti tornino. Ci dici ''ciò ci consentirà di poter incassare una cifra stimata di 15/20 miliardi l’anno (un punto di PIL), per un totale di 400 miliardi''. Due cose. Per ripetere quanto detto al punto precedente puoi solo usare il calo degli interessi per finanziare la riduzione delle imposte. Se cali le imposte di un punto di PIL l'anno perché hai entrate straordinarie da dismissioni di un punto di PIL l'anno vuol dire che non hai capito nulla, e finirai per spaventare (giustamente!) i mercati e far arrabbiare (giustamente!) i partner europei. La riduzione delle tasse si finanzia con riduzione della spesa corrente, non con le entrate straordinarie. Poi, di grazia, ci spieghi come si arriva ai 400 miliardi partendo da 15/20 miliardi l'anno per 5 anni? Noi, anche prendendo l'ipotesi massima di 20 miliardi annui, arriviamo a 100. Magari a qualcosa di più capitalizzando o robe del genere, ma con tassi realistici facciamo fatica ad andare oltre 120. Il resto, siamo veramente curiosi di sapere, da dove arriva?
Si lo sappiamo, che ne servono 400 di miliardi per portare il debito al 100% del PIL. E, tanto per ribadire cose già dette, è per questo che c'è il punto 2 sulla riduzione della spesa nelle nostre proposte. Ti facciamo osservare un'altra cosa: nel nostro punto 1 abbiamo scritto che la riduzione del debito va raggiunta anche attraverso la vendita di patrimonio pubblico. Te lo mettiamo in grassetto qua, e lo abbiamo messo in grassetto prima. Quella parola non l'abbiamo messa a caso. L'abbiamo messa perché sappiamo che le dismissioni da sole non bastano.
E siamo arrivati in fondo. Ci sarebbe da discutere sugli aspetti più squisitamente tecnici delle dismissioni così come sulla credibilità di chi arriva allegro e giocondo, dopo aver passato tanti anni al governo, a spiegare cosa dovrebbe fare chi governa. Ma se ne è già parlato, per cui ci limitiamo a fornire il link.
Insomma, un disastro. Un altro esempio, se mai ce ne era bisogno, di una classe politica fallimentare e allo sbando. Via, vanno mandati via e basta.
Inoltre se si riduce di 400 miliardi il debito i 17 miliardi di conseguente riduzione degli interessi restano tali anche per gli anni a seguire e coprirebbero anche per essi il primo 1% di riduzione delle tasse. Per il secondo step occorrerebbero altri 400 miliardi di riduzione del debito e così per ilterzo fino al quinto. (la riprova è che azzerando il debito, 400 X 5, si risparmierebbero circa 85 miliardi che corrispondono a circa il 5% di tasse).