Regolamentare Internet

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In Italia Internet vive una condizione anacronistica: una lenta ma fortunatamente irresistibile espansione tra le utenze che però trova la classe dirigente (e anche quella "opinionista") regolarmente e pesantemente impreparata. Il legislatore ed Internet non vanno d'accordo, ormai ne abbiamo ampia evidenza.

Non si tratta semplicemente di una generale incapacità ad utilizzare gli strumenti informatici da parte dei Governi e dell'Amministrazione Pubblica (si veda, emblematico, il caso del portale Italia.it, costato 45 milioni di euro e nato morto); una ancor più grave incompetenza si verifica ogni qual volta il legislatore decide che la rete è luogo che abbisogna di regole. Solitamente sono regole atte al controllo: nascono da una smania inspiegabile di volere catalogare l'incatalogabile. Avete mai provato, ad esempio, ad acquistare un nome di dominio .it? È la solita trafila italiana: occorrono giorni interi di burocrazia, bisogna stampare contratti e lettere di assunzione di responsabilita', firmarli, controfirmarli, inviarli via fax con firma leggibile al CNR di Pisa dove probabilmente un'occhialuta segretaria si premura di impilarli. Voi avete perso una settimana per una procedura che altrove nel mondo è istantanea. Lo Stato però ci ha guadagnato una firma autografa e un FAX poco leggibile.

Il lettore ricorderà anche le disposizioni recenti ideate per controllare la proliferante espansione dei blog. L'idea era di istituire un registro dei blog di modo che il sito di qualsiasi ragazzino fosse legalmente equiparabile ad una testata giornalistica. Ma ovviamente controllare cosa viene scritto non è sufficiente. Se il disturbo è ossessivo, è ossessivo. Occorre anche essere sicuri di controllare chi sta scrivendo. Memorabile il piano del Ministro dell'Interno Maroni che dichiarava "stiamo lavorando con i gestori per la realizzazione del numero IP unico per ogni utente della rete". Chi sa cosa è un numero IP si rende conto di quanto sia ridicola questa proposta. Per gli altri rimando ad una spiegazione altrove. Lo stesso Berlusconi ha dichiarato che una delle priorità del G8 dovrebbe essere quella di "regolamentare Internet" (nonostante il fatto che egli stesso abbia ripetutamente dichiarato di "non capirne nulla, di internet ")

Ora l'ultima nota di questa sgradevole sinfonia arriva dall'Onorevole Gabriella Carlucci.

“Non possiamo continuare a permettere che orchi travestiti da agnellini, sfruttando l’anonimato assicurato dalla rete, utilizzino Internet per adescare giovani prede. Il caso del professionista di una cittadina vicino Napoli, arrestato ieri con l’accusa di aver adescato una minorenne offrendo false generalità e fingendosi suo coetaneo, lo dimostra drammaticamente. Dietro nickname fantasiosi spesso si nascondono terribili pericoli per i nostri figli. Per questo ho presentato una proposta di legge che, implicando l’obbligo della tracciabilità di chi pubblica e di cosa viene pubblicato su Internet, impedisca di fatto il ripetersi di casi analoghi. Davvero non comprendo il polverone di polemiche sollevato da questa mia proposta. Chi non ha nulla da nascondere non deve temere nulla dall’approvazione della mia legge. Del resto non possiamo più sopportare che uno strumento magnifico come la rete venga utilizzato da pericolosi criminali per i loro loschi traffici spesso purtroppo a sfondo sessuale.”


La proposta di legge circola da un paio di mesi e, ovviamente, da un paio di mesi è prontamente seguita da rumorose pernacchie ovunque si presenti. La sostanza è chiara:

Articolo 2
1. È fatto divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima.

Ogni intervento in rete, sia esso un commento su noiseFromAmerika o una aggiunta a Wikipedia o un filmato caricato su youtube DEVE essere completamente rintracciabile. Probabilmente, visti anche i commenti della Carlucci, attraverso una firma autentica e non uno pseudonimo (a meno che non si voglia istituire una anagrafe degli pseudonimi gestita dalle prefetture). Di fronte a tante critiche, l'On. Gabriella Carlucci rimane basita e ci tiene a spiegare che la sua proposta ha come scopo quello di combattere la pedofilia. Ci facesse la cortesia, il signor pedofilo, di firmarsi con nome e cognome la prossima volta che prova ad avvicinare un bambino. Se non in nome della legge, almeno in nome della buona creanza!

Una cosa buffa (si fa per dire) collaterale a tutto ciò, però, è stata messa in evidenza sulle pagine del blog di Guido Scorza. Scaricando il documento col testo della proposta dal sito della Carlucci emerge che il file è stato scritto da tal Davide Rossi, presidente di UNIVIDEO (un'associazione corporativa che protegge gli interessi dei grandi distributori di materiale video). La posizione di tal Davide Rossi a riguardo di Internet e anonimato (o internet tout-court) era già abbastanza nota e chiaramente interessata, nonché palesemente ridicola ("Il mondo non ha bisogno di internet, Internet non ha migliorato il mondo né lo farà mai"). Non perdetevi le perle nel filmato che segue.

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Commenti

Ci sono 26 commenti

Il signore in questione è un genio ASSOLUTO.

Il problema e' che i nostri rappresentanti lo stanno ad ascoltare, invece di trattarlo come si merita.

 

 

O M F G

 

Mi riservo un commento piu' approfondito di quanto detto nel video (a mio avviso filtrate le molte castronerie, qualche concetto giusto c'è, anche se usato in modo pretestuoso) ma mi salta subito all'occhio che quel tipo che ha contestato un errore di accentazione nel plurale di un temine di greco antico, poi nel suo disegno di legge scriva "nonchè" in luogo di nonché", cadendo quindi sugli accenti dell'italiano moderno. Forse ha visto troppi DVD di commedie all'italiana? 

Ciao
Francesco

Con queste persone è come mettere una massaia ai comandi di una centrale nucleare.

Sparano bestialità tanto grandi da non rendersi nemmeno conto della portata del disastro che potrebbero causare.

 

Bel tipo il Rossi: buona padronanza del greco ma oltre a non saper pronunciare correttamente "wikipedia" non sembra in grado di esprimersi correttamente in italiano:

 

Il diritto di proprietà è un diritto che esiste, non che uno mi mette su internet una cosa mia e io devo preoccuparmi se qualcuo l'ha fatto, andarlo a cercare,andarlo a ricercare e poi chiedere se vagamente me lo toglierà! No, io non posso prendere niente che non sia strettamente mio e non lo posso mettere su internet.

 

Credo che abbia anche poca familiarità col business model dell'associazione che rappresenta:quando acquistiamo un DVD non entriamo in possesso del contenuto, se prendessimo alla lettera quanto dice sopra non avremmo nessun motivo per comprarlo :)

Va detto che l'abitudine di far scrivere leggi sull' uso di internet ai lobbisti audiovisivi per contrastare la pedofilia non è solo italiana: tra gli altri l'Australia sta attraversando un' episodio tragicomico abbastanza analogo (va detto che l' interfernza dei lobbisti è solo sospettata).

Il lato comico:

 

The Howard Government commissioned a number of independent technical experts to examine internet filtering. The resulting report was delivered to the Australian Government in February 2008, and released publicly in December 2008. Professor Bjorn Landfeldt, one of the report's authors, stated that filtering technology simply does not work, as it can easily be bypassed and slows the internet by up to 87%.

 

 

In answer to a question in Parliament in October 2008, the government in January 2009 stated that the black list contains 1370 websites. 674 related to child pornography, and the remainder would be classified as R18+ and X18+.

 

Cioè solo metà dei siti bloccati sono pedofili, per cui il governo ha gia dimostrato di non essere in grado di classificare cio che censura.

 

 

 

Non vorrei fare nè il qualunquista nè il disfattista ma credo che, riguardo Internet, il governo, cercando di difendere i privilegi di determinate lobbies con arrogante cialtroneria e con la scusa della "sicurezza", si stia comportando ESATTAMENTE come negli altri settori in cui è intervenuto.

La differenza, riguardo internet, è che ne sappiamo più di loro quindi la malafede e la cialtronaggine saltano all'occhio immediatamente, in altri settori, abbiamo bisogno di qualche specialista che ci spieghi l'inghippo (nfA ha spesso dato in questo senso).

 

 

in Italia è in corso la liberalizzazione dell'idiozia?

La gente che vive sulla distribuzione di materiale sotto copyright propone di continuo leggi dannosissime di questo tipo, e purtroppo non sono solo i quattro scappati di casa che stanno in Italia. Io da anni ritengo immorale comprare cd e dvd originali, e quando posso faccio la ramanzina agli amici che li comprano. Foraggiare questa gente qui è cosa da non fare.

Io da anni ritengo immorale comprare cd e dvd originali, e quando posso faccio la ramanzina agli amici che li comprano. Foraggiare questa gente qui è cosa da non fare.

 

Mi servirebbe un chiarimento: io da anni non ritengo ma "percepisco" immorale quando sopra (per non parlare del canone RAI). Mi mancano evidentemente gli strumenti concettuali e/o culturali per definire questa mia percezione. Mi daresti una mano in merito?

Beh, in un certo senso la miopia, l'ignoranza, la doppiezza e l'aggressività delle dichiarazioni politiche sopracitate fanno il gioco della tecnologia, sempre ammesso, è chiaro, che trovino effettive applicazioni. Stimolano gli addetti al settore a trovare soluzioni creative e più intelligenti, e gli utenti ad aggiornarsi e smaliziarsi, contro questa specie di demenza legiferativa dal sapore ora di fascismo, ora di lobbysmo, che agita magari davanti a caregivers sempre meno in grado di educare i figli spettri davvero insani. In un certo senso, come nel caso della falsa emergenza stupri, lo stratagemma è sempre lo stesso: utilizzare paure profonde e radicate come piede di porco per tutt'altre motivazioni, non fosse quello di creare climi sfavorevoli al dialogo e alla tolleranza. Comunque l'Electronic Freedom Foundation e altra gente intelligente c'è e vigila, no? Internet è tutto sommato un progetto attraversato da intestirpabili correnti profondamente democratiche, nell'intento, e tecnologicamente decentralizzato e indistruttibile. Quindi l'espressione "regolamentare internet" è un nonsense, un naif prodotto dell'ignoranza e della paura della libertà (altrui).

Internet in realtà non è affatto "attraversata da inestirpabili correnti profondamente democratiche" ma piuttosto è strutturalmente anarchica. Ed è un brillante esempio di come l'anarchia possa funzionare, nonostante deplorevoli siti di pedofili, esperti truffatori, ladri, ecc.

Internet dimostra come il binomio anarchia = caos non sia vero, in quanto le persone libere che sentono un bisogno sanno aggregarsi attorno a chi ha un'idea e la propone, in un ambiente di vero libero mercato, dove la menzogna ha davvero le gambe corte, dove ad ogni male realmente sentito ne corrisponde un naturale anticorpo.

Il problema non è nella rete, ma è fuori. Il problema sono quelli che usando il pretesto di fare il bene della comunità in realtà fanno il loro bene personale, secondo la loro visione personale.

Tra diverse castronerie che ha detto quella persona l'unica cosa degna di risposta è stata quella dell'esempio del ragazzino sciocco che si è messo il suo video sul tubo se lo vedrà per la vita e potrebbe in pratica pentirsi in futuro. Tuttavia noi non abbiamo alcuna difesa contro la stupidità umana.
L'istruzione può migliorare le cose un pochino, ma uno stupido ignorante in genere al massimo diventa uno stupico colto.

 

 

mi mancano un pò le definizioni esatte di anarchia e democrazia, ma forse in effetti aver definito internet attraversato "da correnti profondamente democratiche" è più speranzoso che vero. scusa il pathos eccessivo anche di quell'"inestirpabili". è dovuto al fatto che mi piace pensare che internet sia uno strumento che può essere usato per scopi profondamente democratici.  l'errore magari è un pò quello di  confondere lo scopo con lo strumento, quindi forse non tanto diverso da chi sviluppa l'equazione internet = blogger filotibetani oppure internet = pedofilia.

beh questa e' un'altra spassosa notizia..

 

www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/internet-leggi/cassazione-10mar/cassazione-10mar.html

Sinceramente qui ho qualche dubbio.

Intanto perchè:

 

"Per la prima volta la Cassazione esonera i siti dagli obblighi della legge sulla stampa. Una cosa che gli utenti di internet temono da anni di subire", aggiunge. Significa: niente obbligo di registrazione al tribunale, di avere un direttore responsabile; ma non solo: "Viene finalmente chiarito che non c'è l'obbligo di controllo su quanto pubblicato dai commentatori sul proprio blog. La responsabilità di eventuali diffamazioni è solo dei commentatori. Lo sarebbe anche del gestore del blog, se si applicassero le leggi sulla stampa"

 

e poi perchè i metodi sono criticabili (per esempio il sequestro di un' intero sito a fronte di pochi messaggi oggetto di denuncia) ma trovo giusto che ognuno sia responsabile di ciò che scrive, e che chiunque possa ricorrere contro messaggi diffamatori ovunque siano pubblicati.

beh, sembra una notizia che gronda paradossi. quindi per esempio basta postare un pò di commenti offensivi contro la religione cattolica in un forum o in un blog, autodenunciarsi o girare la cosa a pie e vigili associazioni religiose, e vederlo sequestrato, almeno in un primo momento, in toto? interessante...

E della serie "rendiamoci ridicoli" ecco le valutazioni della Carlucci sul fatto che "piratare" sia pure meno conveniente che affittare o comprare DVD originali...

www.gabriellacarlucci.it/2008/12/19/i-pirati-informatici-spendono-di-piu/

Ecco i passaggi piu' comici:

la durata media di un computer usato per scaricare filmati e musica è all’incirca di 2 anni

un personal computer che ci permetta di scaricare velocemente materiale multimediale molto voluminoso non costa meno di 1000 €.

A questi vanno aggiunti il costo dei supporti informatici, sui quali copiare film e musica scaricata illegalmente, che potremmo quantificare in 100 euro annui.

Ovviamente non faccio considerazioni di carattere legale o morale, ma solo di carattere economico, e quei dati mi paiono completamente sballati. Possibile che per sostenere le proprie ragioni si debbano scrivere boiate del genere?

EDIT: dimenticavo

cosa avrebbe speso un utente medio se avesse noleggiato, tutte le uscite disponibili, in un comune videonoleggio? Tra i 1100 ed i 1300 euro, sempre calcolati su base annua

Limitandoci ai film, diciamo che un noleggio singolo costi 5 euro (blockbuster ne propone uno multiplo, se non erro, a costi vantaggiosi): si parla di 260 film noleggiati (che andranno poi restituiti) contro un numero X (anche potenzialmente ben superiore) di film che resterebbero negli HD del "pirata". E sarebbero comunque 260 TUTTE le uscite disponibili? 

 

 

Per me il fondo l'ha toccato quel signore nel video quando dice "internet c'e' da tanti anni e non mi sembra che la fame nel mondo sia diminuita". Se la dirigenza delle grandi corporazioni pro-IP arriva a dire queste boiate vuol dire che stiamo davvero assistendo al canto del cigno. Vuol dire che questi signori non hanno nemmeno idea di cosa li sta colpendo.

Per quanto riguarda la Carlucci, ecco come si difende alle accuse di chi dice che la sua proposta sarebbe inutile a combattere la pedofilia (da qui):

 

Ma vi è di più. Chi è andato a controllare le proprietà dei documenti relativi alla proposta di legge pubblicati su Internet, ha recuperato le generalità dell'autore del documento ma si è stranamente dimenticato di citare la denominazione dei files. Circostanza davvero singolare per soggetti che chiedono e pretendono trasparenza. La vera e reale finalità della mia iniziativa, al contrario di quanto maliziosamente riportato, si evidenzia dal fatto che i due documenti recano titoli inequivocabili: pedo_relazione e pedo_proposta. Sono ora io che vi chiedo come mai avete occultato un dato così rilevante per comprendere la mia personale buona fede. Questa circostanza è un vero e proprio boomerang per quanti come voi chiedono di operare sulla rete senza vincoli nè regole e la dimostrazione palese dei pericoli che viaggiano sulla rete. Ma quando ad essere occultata è la denominazione di un documento nessun problema sotto il profilo giudiziario o penale.

 

Chiaro, no? Scrivete qualsiasi cosa, salvate il file come pedo_qualcosa e automaticamente avete una proposta anti-pedofilia! geniale. Vado a fare la pedo_lista_della_spesa.doc

Nella pagina indicata del sito dell'onorevole Carlucci e' proposto un link ad una copia in PDF di un articolo di "TV Sorrisi & Canzoni".

La cosa divertente e' che in basso, nel PDF e' chiaramente scritto:

"ritaglio stampa ad uso esclusivo dl destinatario, non riproducibile".

Che facciamo, la denunciamo per pubblicazione di materiale protetto da copyright?