La sanità come non l'avete mai vista prima: il caso Campania

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È notizia di questi giorni che i neo-governatori delle Regioni Meridionali si sono presentati con il cappello in mano al Governo a chiedere soldi per ripianare i loro deficit sanitari. Il Governo ha risposto con un calcio nelle parti nobili.

Innanzitutto un po' di storia (che non fa mai male) : la Sanità è stata completamente regionalizzata nel 1999 con il D.Lgs n° 229 , da allora il Governo fissa solo gli obiettivi e i “livelli di assistenza omogenei per il territorio Nazionale”. Ovviamente la Sanità costa (come i nostri amici amerikani ben sanno, in attesa che il loro Presidente gliela faccia avere gratis), per cui, è istituito il “Fondo Sanitario Nazionale” che, per il 2010, prevede uno stanziamento di 105 miliardi e passa di euro, di cui alle Regioni, per il loro “fabbisogno indistinto” vanno 102 miliardi di euro. Per chi si vuole divertire con il burocratese qui c'è il riparto, io mi soffermo solo su alcune parti, che sono i criteri adottati per la divisione , e che sono:

 

102,102,398 milioni di euro ripartiti prendendo a riferimento :

 

a. il criterio di ripartizione adottato storicamente (cd criterio della "spesa storica" NDR), prima della sottoscrizione del precedente Patto per la Salute 2007-2009, che si basa essenzialmente sul criterio della cosiddetta quota capitaria assoluta, utilizzando i dati stimati per classi di età dall'ISTAT al 1° gennaio di cisacun anno di riferimento, corretta con i parametri di cui allart. 1 comma 34 della L. 662/96 per tenere conto della frequenza dei consumi sanitari per età e per sesso.

b. i criteri ed i pesi per età, riportati in calce, costruiti sulla base dei dati dei consumi sanitari presenti nella banca dati del NSIS riferibili ad ogni Regione (dati SDO 2006 per l'ospedaliera e dati Tessera Sanitaria 2008 per la specialistica ambulatoriale);

c. dati della popolazione stimati per classe di età dall'ISTAT al 1° Gennaio 2009.

 

e poi l'effettivo ammontare, dati i criteri (soprattutto la spesa storica, quindi) di riparto:

 

Regione

 
 

Totale fabbrisogno indistinto e finalizzato 2010 in Euro

 
 

Piemonte

 
 

7.758.852.859,92

 
 

Valle d'Aosta

 
 

218.969.044,60

 
 

Lombardia

 
 

16.660.491.790,31

 
 

Bolzano

 
 

832.165.610,50

 
 

Trento

 
 

883.381.571,89

 
 

Veneto

 
 

8.325.695.839,90

 
 

Friuli

 
 

2.161.685.197,31

 
 

Liguria

 
 

3.023.297.623,24

 
 

Emilia Romagna

 
 

7.592.928.524,20

 
 

Toscana

 
 

6.536.096.971,79

 
 

Umbria

 
 

1.572.329.541,55

 
 

Marche

 
 

2.748.280.087,52

 
 

Lazio

 
 

9.584.918.273,11

 
 

Abruzzo

 
 

2.306.487.456,88

 
 

Molise

 
 

557.200.888,47

 
 

Campania

 
 

9.579.984.408,10

 
 

Puglia

 
 

6.840.657.838,00

 
 

Basilicata

 
 

1.022.091.068,25

 
 

Calabria

 
 

3.403.516.048,90

 
 

Sicilia

 
 

8.455.621.414,75

 
 

Sardegna

 
 

2.837.452.822,61

 
 

Totale

 
 

102.895.497.900,00

 

 

Chiedo scusa se ci sono erori di trascrizioni, ma il file originale è inutilizzabile, poichè è un .pdf derivante da una scannerizzazione del documento originale. Evidentemente Brunetta si deve essere dimenticato, nel suo piano sulla digitalizzazione della PA, di spiegare che “digitalizzazione” non vuol dire fotocopiare.

Quelli che leggete a fianco del nome di ogni Regione sono i soldi che tale Regione può spendere in assistenza sanitaria, chi non riesce a starci dentro va in “deficit”. Adesso, facendo un giochino facile facile, dividiamo i relativi ammontari per la popolazione residente in una Regione a caso, la Lombardia, che “vanta” un surplus nei conti della Sanità, e nella mia Regione, la Campania, che vanta un bel deficit.

 

Regione

 
 

Quota F.S.N. (in mln €)

 
 

Popolazione (wikipedia)

 
 

Spesa pro-capite (in €)

 
 

Lombardia

 
 

16.660.491

 
 

9.642.406

 
 

1.727,00

 
 

Campania

 
 

9.579.981

 
 

5.820.795

 
 

1.645,00

 

Specifico inoltre che la Lombardia “riceve” , con un fondo apposito, € 448.000.000 per “mobilità sanitaria”, la cifra è indicata a pag 14 del documento di riparto, ma è poco leggibile, per cui non l'ho reinserita qui, ma il dato (spero) è incontrovertibile. La differenza è data soprattutto dal criterio "spesa storica", considerato che la distribuzione della popolazione, specialmente nelle fasce di età di "maggiore ricorrenza" è molto simile, o comunque non tale da giustificare uno scostamento come quello visualizato nella voce "spesa pro-capite":

Campania (totale) 5.812.9620-8 anni 569.121 (10.2%)65 e+ 922.708 (16,0%)
Lombardia (totale 9.742.6760-8 anni 846.604 (8,7%)65 e + 1.943.422 (19,9%)

Qui la fonte dei dati.

A questo punto penso sia chiaro che se la Campania ricevesse pro-capite la stessa cifra della Lombardia avrebbe un finanziamento aggiuntivo di € 477.305.190,00 (82*5,890,705) tali da ripianare il deficit annuale (che è di circa 300mln) e in tre anni di azzerare il deficit sin qui accumulato e cominciare anche a guadagnare dalla Sanità (ma questo è un sogno di una notte di mezza estate, figuriamoci se un politico che può spendere soldi pensa a risparmiare...)

Fin qui l'arida aritmetica, che contraddice un documento di poca o nulla importanza e rilevanza.

Adesso veniamo alle dolenti note e il federalismo alle vongole di cui tanti blaterano, ma nessuno ci dice cos'è e come dovrebbe essere fatto.

Abbiamo quindi un Fondo Sanitario Nazionale, che dovrebbe essere, di principio, egualitario: X pro-capite e buonanotte. (nota: l' X è € 1.702,93), oppure dovremmo avere un principio per cui le “risorse” rimangono sul territorio (e la Lombardia si potrebbe permettere di spendere ben altro), con le cifre e le conseguenti proporzioni di cui alla seguente tabella:

 

Regione
Proventi IRAP
Proventi addiz IRPEF
Integrazione statale
 

Piemonte

 
 

2.522.865.023,24

 
 

548.885.000,00

 
 

4.520.006865,68

 
 

Valle d'Aosta

 
 

82.070.805,79

 
 

16.645.000,00

 
 

 

 
 

Lombardia

 
 

7.792.799.128,88

 
 

1.288.303.000,00

 
 

7.314.500.737,44

 
 

Bolzano

 
 

369.392.641,58

 
 

62.947.000,00

 
 

 

 
 

Trento

 
 

303.914.122,11

 
 

63.435.000,00

 
 

 

 
 

Veneto

 
 

2.957.272.592,81

 
 

568.520.000,00

 
 

4.611.924.374,09

 
 

Friuli

 
 

767.758.433,68.

 
 

152.755.000,00

 
 

 

 
 

Liguria

 
 

758.449.404,17

 
 

196.546.000,00

 
 

2.005.572.347,07

 
 

Emilia Romagna

 
 

2.899.083.330,07

 
 

557.226.000,00

 
 

3.964.663.383,12

 
 

Toscana

 
 

2.051.761.837,40

 
 

433.124.000,00

 
 

3.912.842.038,38

 
 

Umbria

 
 

352.682.626,73

 
 

90.226.000,00

 
 

1.095.389.512,82

 
 

Marche

 
 

737.928.910,16

 
 

160.558.000,00

 
 

1.795.326.000,15

 
 

Lazio

 
 

3.879.864.948,95

 
 

640.854.000,00

 
 

4.902.006.077,16

 
 

Abruzzo

 
 

452.189.567,41

 
 

113.379.000,00

 
 

1.697.376.821,47

 
 

Molise

 
 

40.952.185,20

 
 

24.898.000,00

 
 

478.597967,27

 
 

Campania

 
 

1.482.525.313,50

 
 

383.659.000,00

 
 

7.650.584.263,60

 
 

Puglia

 
 

922.984.484,51

 
 

288.241.000,00

 
 

5.516.071.455,49

 
 

Basilicata

 
 

38.600.101,89

 
 

40.761.000,00

 
 

905.823.612,36

 
 

Calabria

 
 

119.277.399,19

 
 

125.229.000,00

 
 

3.111.990.715,71

 
 

Sicilia

 
 

1.499.399.225,53

 
 

341.549.000,00

 
 

 

 
 

Sardegna

 
 

597.778.820,53

 
 

134.563.000,00

 
 

 

 

Le Regioni a Statuto Speciale non sono inserite nella colonna "Integrazione Statale" (non so il perchè, non me lo domandate), secondo questa tabella la Lombardia si paga la sua Sanità ben oltre il 50%, la Campania poco oltre il 15%.

Ecco, quello che proprio non capisco è questo: o siamo tutti uguali, indipendentemente da dove residiamo, e allora l'attuale ripartizione è una profonda ingiustizia, o le risorse sono assegnate in modo proporzionale a dove sono prodotte, e allora il Servizio Sanitario, così come è attualmente concepito, la Campania, semplicemente, non se lo può permettere, indipendentemente dai famigerati “costi standard”, che già esistono (ma nessuno lo ha detto a Calderoli...) in Sanità, e si chiamano DRG (nomenclatore tariffario Bindi, anche se poi ogni Regione ha il proprio, ma non esistono differenze significative).

Allora, poiché non capisco, vorrei che qualcuno ci spiegasse i “buchi nella Sanità” come devono essere colmati, visto che i “buchi” esistono già quando ci si spartisce la torta.

Il Governo ha già risposto nel modo più italico possibile: “aumentate le tasse”. D'altronde l'Italia è un paese federale....

Secondo me un po' di geopolitica, ovvero dove e chi prende i voti, aiuterebbe a capire perchè nessuno parla di federalismo fiscale in maniera approfondita, e perchè i costi dello stesso siano un oggetto misterioso: se dovesse prevalere la logica del costo standard unitario nazionale alcune Regioni del Nord (la Lombardia su tutte) andrebbero in crisi nel campo sanitario, le Regioni del Sud riceverebbero (addirittura!) più soldi di quelli che ricevono oggi, e chi glielo spiega ai nordici?

Se invece dovesse prevalere la logica del “ricavo standard”, per cui i costi devono essere commisurati ai ricavi su base regionale le Regioni del Sud andrebbero in default immediato, dovendo pagare stipendi pubblici che semplicemente non si possono permettere, e chi glielo spiega ai "sudici" ?

Per questo il federalismo italiano deve essere alle vongole: se si facesse seriamente o scappano i politici del Sud o quelli del Nord...

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Commenti

Ci sono 66 commenti

...l'analisi numerica, a cui ho -confesso- dato solo uno sguardo sommario, mi sembra interessante. Mi domandavo se da questi dati si possa in qualche maniera trovare un indice, regione per regione, dello spreco in campo sanitario. Che esiste, e a volte è enorme (in tutte le regioni).

Avrebbe senso, che so, dividere l'"Integrazione Statale" per il numero di abitanti?

La sanità costa, e fin qui non è una novità, ma quale spazio esiste per una ottimizzazione/razionalizzazione/risparmio o,  meglio, riduzione e controllo degli sprechi (anche sotto forma di corruzione)? Quali strumenti di analisi economica potrebbero essere impiegati per evidenziare una di queste situazioni? (domanda da neofita ma alla quale potrebbe essere non facile rispondere, per cui potete mandarmi a quel paese ... :-)

 

quale spazio esiste per una ottimizzazione/razionalizzazione/risparmio o,  meglio, riduzione e controllo degli sprechi (anche sotto forma di corruzione)? Quali strumenti di analisi economica potrebbero essere impiegati per evidenziare una di queste situazioni? (domanda da neofita ma alla quale potrebbe essere non facile rispondere, per cui potete mandarmi a quel paese ... :-)

 

Ora il federalismo fiscale in preparazione e' una congerie di provvedimenti che quasi nulla hanno a che fare col federalismo e molto piu' hanno a che fare con pianificazione statalista e centralista, ma se ad ogni regione dalla cassa comune arrivano solo i finanziamenti per  le prestazioni che tali regioni devono erogare calcolate al fantomatico costo standard purche' sensato, se ogni extra-costo deve o non esserci o venir finanziato da imposte locali, se ogni sforamento rispetto a quanto detto comporta la gogna per i politici al potere (commissariamento, esclusione dall'elettorato passivo per 10 anni, carcere per i casi di frode) i margini per la corruzione si ridurrebbero molto.  Ogni spreco e corruzione andrebbe interamengte ad alzare le tasse locali e/o a ridurre le prestazioni erogate dalla regione ai sudditi locali, che potrebbero rivolgersi altrove solo se autorizzati o comunque addebitando i costi totali alla regione di provenienza, eventualmente causando ancora una volta gogna per i politici locali in caso di sforamento.  A questo punto dovrebbero essere gli elettori locali ad avviare un circolo virtuoso eleggendo politici capaci con le condizioni al contorno appena descritte, altrimenti vuol dire che i sudditi locali la corruzione la desiderano anche se ne pagano tutti i costi, e allora non c'e' nulla da fare.

Alberto Lusiani ti ha risposto, in effetti non c'è possibilità di controllo economico della Sanità (chi può dire quanto vale una vita umana?), ma c'è la possibilità di un forte "controllo politico": chi spende di più di un X va a casa, possibilmente per sempre.

Analisi interessante. Ci sono alcuni punti che dovrebbero essere inclusi per avere un idea piu' accurata della situazione:

1) Quante persone dal Sud si spostano al Nord per usufruire dei servizi sanitari? So che per alcune malattie (e.g. oncologia) ce ne sono tante ma a livello aggregato forse non e' un problema rilevante.

2) Qual e' la qualita' dei servizi prestati? Si puo' fare un'analisi costi/beneifici, non solo dei costi pro-capite? Magari al nord si spende di piu' per persona (input) pero' i risultati (output) sono di molto superiori

3) Una piccola osservazione sulla composizione della popolazione. 20% di anziani vs 16% non e' proprio irrilevante.

Capisco che si tratta di domande difficili da rispondere (per esempio, come si misura l'output di un sistema sanitario?) ma domandare costa poco!!!!1

 

 

 

Per onestà premetto che gran parte del mio lavoro è dedicato all'attività sanitaria in Regione Lombardia (e marginalmente altre regioni). Questo per dire che ho una discreta conoscenza dell'ambito, ma che il punto di vista è inevitabilmente parziale.

Detto questo, credo che i punti che segnali siano assolutamente cruciali. 

In un sistema in cui l'equilibrio di una Regione è legato al fatto di riuscire a produrre (con le proprie strutture), almeno, un volume di prestazioni pari a quelle consumate (dai propri assistiti), non si possono fare considerazioni a prescindere da valutazioni sulla mobilità extra-regionale, che in Italia è fortemente caratterizzata da una migrazione da sud verso nord. Le motivazioni sono molte, non ultima la maggiore concentrazione di centri di eccellenza nelle regioni del nord, ma è opinione tristemente diffusa che la qualità media dei servizi offerti risentano di notevoli differenze tra regione e regione.
Carmine, esistono molti strumenti per misurare la qualità dell'output di un sistema sanitario (qui trovi un esempio cui le regioni tengono molto), in letteratura esistono molti esempi in materia. Se prendiamo il più classico dei classici, il numero di parti in cui viene utilizzato il taglio cesareo, si può vedere (dati SDO 2008) che il valore della Regione Campania è 61.88%, contro una media interregionale di 36,707% (valore comunque piuttosto alto).

Chiarisco solo una cosa, non considero il "modello lombardo" un esempio da imitare, ci sono regioni che lavorano probabilmente meglio e vantandosene meno. Ma mi sembra che andare avanti facendo finta che tutte le regioni eroghino lo stesso livello di prestazioni sia poco utile per tutti.

Ti rispondo sui punti da te sollevati:

1. No, ci sono dei dati spuri, ma il dato il ministero il dato lo conosce benissimo, avendo nota delle SDO (Scheda di Dismissione Ospedaliera, qui i dati aggregati) tanto che nei finaziamenti al Fondo Sanitario prevede un'apposita tabella (a parte) per finanziamenti alle Regioni con mobilità sanitaria provenienti da altre Regioni, si chiama Fondo Mobilità Sanitaria Nazionale, e prevede, per la sola Lombardia 448 mln di euro, altri soldi (molti meno, la Lombardia fa la parte del leone) li prendono il Lazio, l'Emilia Romagna e qualcun altro, ma spiccioli rispetto alla Lombardia). Da notare che da quest'anno è previsto anche un Fondo per la Mobilità Internazionale.

2. Il link di Chimo più sotto è molto utilizzato dalle Regioni, ma in sanità si dice che il cliente insoddisfatto difficilmente protesta, a meno di sedute spiritiche.

3. Su questo punto troverai la mia risposta ad Alberto Lusiani più sotto.

analisi interessante e considerazioni finali condivisibili.

Non condivido alcune affermazioni dell'intervento.

Se gli ultra-65enni sono il 19.9% in Lombardia e il 16% in Campania non si tratta di una differenza irrilevante.  Per quanto mi risulta la spesa sanitaria e' dominata dagli anziani, per cui un tale rapporto corrisponde ad una spesa presunta che dovrebbe essere presuntivamente circa 20% piu' alta in Lombardia [(19.9-16)/16] cioe' 1645 * 120% = 1974 Euro/anno/abitante rispetto ai 1727 Euro ora attribuiti.

Se parifichiamo i bambini 0-8 anni agli anziani (ma mi risulta che contino molto meno) la maggior spesa presunta e' comunque 9.1% superiore in Lombardia [(19.9-16+8.7-10.2)/(16+10.2)] e la Lombardia dovrebbe avere 1796 Euro invece di 1727.

Comunque la si veda, anche con generose concessioni, la Lombardia prende meno.

Poi c'e' il fatto, trascurato, del nomadismo sanitario da Sud a Nord.  Secondo questo studio (pdf):

 

Italy: the uneasy co-existence of different social models"
by
Marino Regini and Sabrina Colombo Department of Labour and Welfare
Studies University of Milan

[...]
Why this flux of people from one region to another? Since the national health system guarantees health care for all citizens, the inhabitants of a region with outdated medical facilities can request medical services in regions that are wealthier and have better equipped medical facilities. Especially for more complex and therefore more costly medical procedures such as highly specialized surgery (6% of hospital mobility is related to specialized treatment) or therapeutic treatments using state-ofthe- art technology, therefore, there is a considerable flux of people from the Southern regions to the hospitals of the Centre-North (Istat, 2005). Therefore, the level of per capita health expenditure is only apparently analogous in the three main territorial areas. In fact, the available data (Table 6) are not adjusted to take inter-regional mobility into account, as the region where the inhabitant lives transfers the corresponding amount to the region providing the requested medical service only at a later stage. This means that the per capita expenditure of the Southern regions is actually far higher than in the North (that consequently has to manage its own health services much more effectively since it has a larger number of users than its residents alone) and therefore weighs much more on the public budgets.
[...]

 

Ritengo non sia vero, anzi sia vero l'opposto quindi, che i buchi della sanita' si creano con la ripartizione centralista delle risorse.  Fatti i conti correttamente, lo Stato da' alle regioni meridionali significativamente piu' di quanto da' a quelle settentrionali (con differenze, ma a tutte da' di piu'), in rapporto alle prestazioni sanitarie erogate, e nonostante questo le regioni meridionali spendono oltre quanto assegnato.

Riguardo al federalismo fiscale poi, per quanto capisco io, non c'e' assolutamente il piano di assegnare alle regioni spesa pubblica proporzionale alle tasse pagate, se fosse cosi' il Sud avrebbe piu' o meno la meta' della meta' di quanto ha il centro-nord per abitante (il Sud ha meta' del PIL pro-capite e il doppio dell'evasione fiscale) e fallirebbe in 2 mesi.  Il piano e' ben diverso, tutto rimane fiscalmente iper-centralizzato (al netto di trucchi e fumisterie varie che danno l'apparenza del federalismo), e lo Stato centrale assegnera' alle regioni soldi pubblici pari ai servizi erogati il cui costo sara' pero' quello standard (da determinare) al posto di quello tendenzialmente gonfiato senza limite da corruzione e sprechi che spesso si osserva oggi.   Il piano del federalismo fiscale e' quindi di assegnare ad ogni regione centralmente spesa pubblica per abitante esattamente uguale per tutti i servizi essenziali, indipendentemente dal PIL e indipendentemente dalle tasse pagate e indipendemente dall'evasione fiscale locale.  I servizi essenziali sono poi praticamente tutti i servizi statali (mi domando infatti cosa resti fuori se scuola, sanita', trasporti e costo delle amministrazioni viene considerato servizio essenziale).

ringrazio alberto della spiega, in effetti l'articolo di partenza contraddice completamente la mia (soggettiva per quanto volete) percezione dello stato delle cose e quello che so p.e. di dinamica dell'acquisto del prezzo dei farmaci.

 

Se gli ultra-65enni sono il 19.9% in Lombardia e il 16% in Campania non si tratta di una differenza irrilevante.  Per quanto mi risulta la spesa sanitaria e' dominata dagli anziani,

 

La differenza è irrilevante perchè i pesi attribuiti alle classi di età 0-8 anni e 65 e oltre sono quasi identici (ti posso garantire che i bambini hanno il pessimo vizio di ammalarsi abbastanza spesso, anche di malattie quasi-croniche) e la classe 0-8 anni in Campania supera quella lombarda  di quasi due punti percentuali, sommando abbiamo che la Campania ha il 26,2% di abitanti che hanno una rilevanza statistica ai fini della ricorrenza sanitaria e la Lombardia il 28,6%. La differenza, invece, nel riparto è del 5 %. 

 

Se parifichiamo i bambini 0-8 anni agli anziani (ma mi risulta che contino molto meno) la maggior spesa presunta e' comunque 9.1% superiore in Lombardia [(19.9-16+8.7-10.2)/(16+10.2)] e la Lombardia dovrebbe avere 1796 Euro invece di 1727.

 

Questa equazione matematica mi lascia perplesso, veramente non la capisco, o non hai letto che le classi di età hanno comunque un peso "ponderale" o non so che dire, una differenza del 2.4% diventa una rivalutazione del 120% sul pro-capite ? E il Veneto quanto dovrebbe prendere ? 4.000 euro ?

E comunque il ragionamento  non sta in piedi perchè il Veneto ha una composizione di popolazione al di sopra dei 65 anni identica a quella della Lombardia, ovvero 960.577 su 4.888.548 (19.68%), ed anche per quella in età 0-8 anni , ovvero 423.358 , pari all' 8,6% e pro capite prende euro 1.703 (media nazionale).O qualcuno si fotte i veneti, o i campani (o entrambi), ma comunque la Lombardia gode.

Su quello studio sballato e senza nemmeno il link ai dati ti ho già risposto altrove, sta di fatto che la Lombardia ha un trasferimento finanziario apposito, iscritto in un altro capitolo del Fondo Sanitario, di € 448.000.000,00 per la mobilità sanitaria interregionale, e che in Campania si effettuano un numero di interventi chirurgici e ricoveri ospedalieri inferiori solo a quelli della Lombardia, qui i dati .

Fatti i conti correttamente, lo Stato da' alle regioni meridionali significativamente piu' di quanto da' a quelle settentrionali (con differenze, ma a tutte da' di piu'), in rapporto alle prestazioni sanitarie erogate, e nonostante questo le regioni meridionali spendono oltre quanto assegnato

I conti, correttamente, li ho già fatti, e lo Stato dà di meno, almeno alla Campania, la quantità delle prestazioni erogate è quasi uguale, se vedi il numero di SDO e il numero di abitanti, fra Lombardia e Campania, sulla qualità non mi pronuncio, poichè, almeno in Campania, variano, e di molto, da Ospedale a Ospedale, da ASL ad ASL, e in sanità queste differenze rappresentano differenze non di poco.

Le tue conclusioni sono anche le mie: non ci sarà alcun federalismo fiscale, tutto rimarrà essenzialmente centralizzato, basato sui "costi standard" , che penso saranno soprattutto quelli della Sanità veneta (che fu presa anche a riferimento per i DRG del nomenclatore Bindi), per cui alcune Regioni avranno di più di adesso (la Campania) qualcuna in meno (la Lombardia). Poi i politici (Lega in primis) spiegheranno la loro "vittoria".

Marco, ora non dire che non te l'avevo detto! :-)

Alberto, il conto che fai è un po' a spanne (assumi che siccome hanno il 20% di anziani la loro spesa pe capita debba essere il 20%  maggiore, che non è ovvio) ma mi trova consenziente. Di fatto, il palloso documento di ripartizione che Marco ha linkato contiene indicazioni dei pesi, per gruppi di età che vengono utilizzati per la distribuzione regionale dei fondi.

Tempo fa i costi per le prestazioni erogate fuori dall'asl di appartenenza, erano a carico di quest'ultima.

Domanda: è ancora così?

Ps: comunque le regioni che accolgono ricoveri da fuori, incassano anche l'"indotto" fatto di spese per la permanenza di familiari e ricoverati fuori dal loro comune di residenza a volte per molto tempo.

 

 

Tempo fa i costi per le prestazioni erogate fuori dall'asl di appartenenza, erano a carico di quest'ultima.

Domanda: è ancora così?

 

Sì. Se ti operi in una regione diversa dalla tua la ASl di quel luogo invierà il "conto" alla tua ASL di competenza. Il problema è che queste fatture non vengono pagate (come è del resto usanza nel mondo ASL) e le ASL delle varie regioni vantano debiti e crediti, anche ingenti, fra di loro.

 

Nei prossimi articoli sarebbe possibile scrivere "Friuli Venezia Giulia"? Sono pochi caratteri in più, ma quaggiù ci teniamo...

 

ma quaggiù ci teniamo...

 

"quaggiù"? Guarda che l'autore è a sud-ovest ed i redattori ... molto, ma molto più al sud!  :-)

P.S. Viva Trieste, il secondo miglior pesce del mondo dopo quello della Riviera del Brenta!

Fino a quando il concetto di sanità pubblica significherà finanziare ASL ed ospedali invece che i malati, le distorsioni esisteranno sempre.

Un metodo di natura assicurativa (più o meno finanziato da stato o regioni) funzionerebbe molto meglio. Potrebbero esistere comunque alcuni ospedali pubblici, utilizzabili come benchmark, ma anch'essi soggetti alla legge del mercato: se i pazienti non ci vanno, chiudono

 

Fino a quando il concetto di sanità pubblica significherà finanziare ASL ed ospedali invece che i malati, le distorsioni esisteranno sempre.

Un metodo di natura assicurativa (più o meno finanziato da stato o regioni) funzionerebbe molto meglio. Potrebbero esistere comunque alcuni ospedali pubblici, utilizzabili come benchmark, ma anch'essi soggetti alla legge del mercato: se i pazienti non ci vanno, chiudono

 

Questo e' il sistema canadese, il mio preferito, che funziona molto bene e con soddisfazione degli utenti,  ma costa piu' del sistema statale italiano e inglese incentrati sul razionamento e la pianificazione statale.  Siccome l'Italia ha una spesa statale eccessiva e resistente probabilmente dovremo subire ancora per molti anni il razionamento statale.  Inoltre un sistema sanitario tendenzialmente privato richiede piu' di un sistema statale una popolazione istruita e soprattutto un sistema giudiziario efficiente e funzionante.  Senza soldi, istruzione e giustizia funzionante il male minore e' probabilmente il sistema statale pur con tutti i suoi difetti.

Scusate se qualcuno ha sollevato questo problema, ma a quanto è dato di sapere

http://www.ultimenotizie.tv/notizie-di-cronaca/notizie-napoli/ecco-chi-sono-i-neo-assessori-della-giunta-regionale-della-campania.html

 

Nella nuova giunta regionale della Campania non c'è un assessore alla sanità. Eppure la sanità assorbe il grosso del bilancio regionale...

Questo vuol dire che il neopresidente Caldoro intende tenere questo ruolo per se stesso?

E questo è un bene o un male?

 

Credo sia solo dovuto al fatto che è commissariata.

non so chi ha vinto la discussione prima, vedo però che la voce ha appena pubblicato un analisi simile:

http://www.lavoce.info/commenti/281001724.html

da quello che posso capire, nelle loro fonti hanno tenuto conto dell'età degli assistiti e di altri proxy della salute dei residenti. la conclusione è che le regioni fuori budget hanno effettivamente una sanità peggiore e più cara rispetto a quella nazionale, con la solita cesura tra nord e sud

http://www.cermlab.it/_documents/Quaderno2_09_9_Nov_CERM.pdf

Guarda caso ... i numeri vanno sempre dallo stesso lato. Vedasi anche questi.

Poi voglia ha un altro Marco a spiegarmi che i numeri che provano il semi-secolare grande risucchio me li invento io perché sono "separatista" ...

Che ci sia un risucchio è certo, che ci siano però molti altri gorghi un po' dappertutto è altrettanto certo.

Sempre a proposito di numeri si scopre per esempio

che il defibrillatore bicamerale della Boston scientific (modello teligen 100 Dr F110) costa, a Trento, 13.500 euro, ad appena 50 chilometri di distanza, a Bolzano, 16.100 euro

oppure che

 lo "stent medicato" a rilascio di farmaco Xience V costa a Terni 594 euro, ma a Genova il prezzo misteriosamente raddoppia balzando a 1.250 euro. Per un altro modello, il Taxus Liberte-Promus Elemento, avviene inspiegabilmente il contrario: il prezzo più alto è a Terni (1.486 euro), dove costa più del doppio di quello del centro acquisti Estav-Sudest della Regione Toscana (670 euro).

 

Ti avevo promesso i numeri pesati per l'età, l'ho fatto, e sto scrivendo il sequel di questo post, visto che quello che ne esce fuori (dai numeri) è peggio di quel che pensavo, anche se poi Lombardia e Campania ci azzeccheranno poco, ma saranno comunque interessanti.

Io contesto la ripartizione del Fondo Sanitario nazionale, non il modo in cui poi le singole regioni dilapidano i quattrini.

Io, per esempio, faccio il veggente, il costruendo "Ospedale del mare" a Napoli Est sarà una fonte di sprechi senza pari, questo perchè questo Ospedale dovrebbe assorbire cinque Ospedali cittadini, di cui però ogni divisione vuole mantenersi "viva", per cui avremo cinque chirurgie, cinque cardiologie, quattro ortopedie, etc., etc., con relativi primari, aiuti, capo-sala, infermiere, barellieri, etc., etc., altro che € 1.500 a TAC!

 

Italy: Patients in Naples Will Have to Seek Reimbursement for Prescription Drugs Directly from Local Health Authority 
Inhabitants of Naples and the surrounding province will be required to pay for prescription medicines in pharmacies in full from 6 September, and then claim reimbursement for these purchases directly from the local health authorities (ASLs), reports Italian newspaper Corriere del Mezzogiorno. This follows a decision made by the governing council of the Naples branch of the Italian association of independent pharmacists, Federfarma. The decision was made as a result of the delayed payments by the ASLs for prescription medicines to the pharmacies in the province and the city; according to the report, the local ASL has only paid for medicines for one month so far this year. Pharmacies in the city and province are reported to be owed around 300 million euro (US$384 million) by the ASLs. The head of Federfarma Naples, Michele Di Iorio, is reported by the source as saying that the pharmacists he represents are caught between non-paying authorities and private suppliers (wholesalers), who are becoming increasingly focused on payment deadlines. It is emphasised that life-saving medicines will continue to be dispensed, and a list of these is published on the website of Federfarma Naples.
Significance: The problem of late payments by ASLs to pharmacies is certainly not a new phenomenon in Italy, particularly in the southern regions of the country, and especially in Naples (see Italy: 28 June 2010: 
Pharmacies in Naples Region of Italy Poised to Announce Temporary Closure in Protest Against Payment Delays). The situation in Naples is very bad for all groups involved in the pharmaceutical industry, from producers to retailers, as the entire supply chain is disrupted and slowed down. It is possible that some patients may even opt not to buy drugs, if the process of obtaining reimbursement from the ASL is too cumbersome.