scruscioFromSicily (Ma la fanno sta secessione, o no?)

/ Articolo / scruscioFromSicily (Ma la fanno sta secessione, o no?)
  • Condividi

Il titolo è scruscio from Sicily (scruscio in siciliano significa noise), ma il contenuto è scruscio dalla Lombardia, perché la mia domanda è: perché Bossi invece di fare tutto questo scruscio non fa veramente la secessione? Io non sono un esperto di contabilità nazionale, ma la risposta che i dati sembrano suggerire è semplice: non gli interessa, perché il Nord non ci guadagnerebbe più di tanto. Per il Sud non sono affatto sicuro che questa sia una buona notizia, perché una soluzione 'endogena' ai problemi socio-politici del Mezzogiorno di cui parla Michele non è esattamente dietro l'angolo. Provo ad elaborare questi due punti.

Il primo punto si può, in modo semplificato, porre come segue: come mai esiste la Lega Nord, in Italia?

L'estate scorsa parlai un po' con Michele della situazione politico-economica italiana, e alla fine si rimase che gli dovevo una risposta a questa domanda. La mia inconfessabile sensazione era che la risposta fosse: perché al Nord ci sono molti onesti e operosi e al sud un sacco di buoni a nulla e delinquenti, quindi questi ci vogliono scaricare, e non a torto. Leggendo cose come:

 

il Mezzogiorno [...] continua a ricevere (e sprecare) ingentissime risorse sottratte a chi, nel Centro-Nord, le produce lavorando

 

pensai che sotto sotto anche Michele la pensasse così, e gliene chiesi conferma. Ma lui non confermò, anzi tuonò, "Ma mi hai preso per un cretino qualunque?" A quel punto il solo vero cretino restavo io (anche se lui non lo sapeva), e ci dovevo pensare meglio. Adesso, fermo restando il fatto degli operosi ecc, in effetti non credo sia quella la risposta. Credo che la Lega sia nata in Italia perchè il Nord reclamava un peso politico proporzionato alla sua rilevanza economica, in un contesto storico nel quale i trasferimenti spaziali di risorse sono diventati rilevanti almeno quanto quelli economico-sociali (ho scritto un articolo su questo che potete vedere qui).

E il fatto delle 'ingentissime risorse'? Se fosse vero la minaccia di secessione sarebbe credibile. Ma non credo che le cose stiano così. Ho dato un prima occhiata ai dati dei Conti Pubbilici Territoriali (CPT) sulla spesa del settore pubblico allargato e quelli Istat sul PIL (del 2006, gli ultimi che ho trovato completi in entrambi senza sforzo). Ho eliminato il Centro, quindi tutti i totali saranno N+S, non Italia (=N+C+S). Il PIL di Nord+Sud è ripartito nelle proporzioni 70/30 (70% al Nord, 30% al Sud). La popolazione, per inciso, è 56/44. Sui CPT ho guardato le due voci della spesa corrente dove più si annidano gli sprechi: Spesa Personale e Acquisto Beni e Servizi. La ripartizione Nord/Sud è rispettivamente 53/47 e 66/34. C'è ovviamente uno scostamento significativo nelle Spese Personale rispetto alle quote nel PIL, quindi nel Sud c'è spreco in questa voce. Quanto ci perde il Nord? Assumendo che la spesa del Nord sia 'giusta', un totale teorico aggregato per Nord e Sud si trova dividendola per 0,7 (quota PIL del Nord, sempre rispetto a N+S). La spesa giusta del Mezzogiorno sarebbe il complemento al totale teorico; facendo la differenza fra questo e la spesa reale si trova 26.128 milioni di euro. Quanto di questo è finanziato dal Nord? Dai dati CPT le entrate del settore pubblico allargato (N+S) sono ripartite 70/30, quindi il CN ne finanzia il 70%, sicché dall'eccesso personale al Sud il Nord perde 0,7*26.128=18.362 milioni (in questa e nelle prossime moltiplicazioni i risultati sono giusti, i primi membri arrotondati), cioè il 2,3% del PIL del Nord. Anche fermandosi qui, non sembra una cifra che cambia la vita. D'altra parte gli Acquisti Beni e Servizi sono acquisti di manufatti, la cui produzione è ripartita fra Nord e Sud nelle proporzioni 82/18 (voce Istat Industria senza Costruzioni); a Nord e Sud gli acquisti sono risp. 134.378 e 69.824 milioni; a frontiere chiuse il Nord perderebbe ordini per l'82% degli acquisti di beni e servizi del Settore Pubblico Allargato (SPA) al Sud; di questi il 70% sono finanziati da tasse del Nord, sicché il Nord  perderebbe 0,3*0,82*69.824=16.921 milioni. Qui sto assumendo (eroicamente, ok) che gli ordini pubblici sono aggiuntivi rispetto alla produzione in assenza di Stato. Se mettiamo in conto gli interessi sul debito che, indipendentemente da 'chi' ha causato l'insorgenza del debito, sono per l'80% erogati al Nord (31.058 MEuro) dunque per il 0,8-0,7 finanziati dal Mezzogiorno, si aggiunge 0,1*31.058=3.195 milioni. Sommando i tre numeri, di spesa corrente a frontiere chiuse il CN guadagna 18.362-(16.921+3.195)=-1.754 milioni. Questo numero cambierebbe certamente con una stima diversa dell'evasione nel Mezzogiorno, o per il fatto che le frontiere non sarebbero del tutto chiuse, o che la produzione per il SPA non è tutta addizionale e in ogni caso contiene beni intermedi prodotti altrove. Ma non credo ne uscirebbe fuori granché. E stiamo tralasciando gli interessi del Nord nel settore privato a Sud, e quelli nelle risorse europee, che sospetto siano forti. In conclusione, da un primo sguardo agli ordini di grandezza dei numeri nei conti sembra doversi dedurre che, in effetti, le minacce di secessione sono solo scruscio.

Il secondo punto da discutere si può porre, per riprendere le parole di Michele, è i fatto che il Sud sia  ''socialmente marcescente". Sono d'accordo con tale giudizio, e in effetti direi che il Sud è anche economicamente marcescente. "Arrivi a Punta Raisi e senti parlare solo di Bandi" (Oliviero Toscani). Bandi por, bandi fas, bandi qui e bandi lì. Tutti dietro ai Bandi, per due motivi. Uno è quello più evidente: fra una cosa e l'altra c'è un sacco di grana. L'altro è la diversion: nella implementazione dei progetti vengono impiegate risorse umane pagate più del loro contributo marginale. Quindi tutti a caccia. Il che è dannoso, intanto perché questi costi riducono la qualità dei servizi prodotti, ma soprattutto perché si caccia lavoro improduttivo. Distruzione non creativa. Economia drogata, giorni che passano a procacciarsi una misera dose. Attenzione, gli sprazzi di luce ci sono: il Dipartimento Politiche per lo Sviluppo, sotto la guida di Fabrizio Barca, negli anni scorsi ha fatto un sacco di sforzi e ha anche ottenuto risultati. Significativi, ma non determinanti. Il problema (socio-politico, indeed) è che quelli che hanno le rendite più alte nello status quo sono anche i più bravi a raccogliere voti. C'è tecnologia seria di public employment engineering, si spezzetta il titolo, si cedono opzioni sui pacchetti, titoli derivati di sussidi e pensioni, promesse contingenti... insomma ogni briciola di impiego pubblico, se la sfrutti bene, ti regala belle soddisfazioni. Specialmente se chi hai di fronte non vede la differenza fra il fumo e l'arrosto. Per inciso, questo dell'ignoranza io credo sia il pezzo più rilevante della risposta al perché fra nord e sud "siamo davanti a due paesi diversi". Io cerco di sostenerlo da un po' di anni, Sonnino e Franchetti lo dissero più di cent'anni fa. Ma i minorenni non portano voti. A questo punto non so onestamente perché ci troviamo in questa situazione (nel 1200 la Sicilia era un paese di frontiera, al pari della Lombardia), ma mi preme sapere se e come si può cambiare. Quindi la domanda terra terra che mi faccio è: ci sono i voti per una rivoluzione? Sicuramente il cambiamento passa per una ristrutturazione importante del settore pubblico, che indurrebbe una discontinuità nelle aspettative sul lavoro e di conseguenza nei comportamenti delle persone liberando energia imprenditoriale. Ma queste cose hanno benefici che si misurano su orizzonti più lunghi di quelli degli employment engineers. Possiamo sperare che questi accettino di buttar via i voti che hanno in tasca? Mi pare difficile.

E allora? Allora niente revolution, né da dentro né da fuori. Si continua piano piano, cercando di cambiare qualche epsilon qua e là, facendo quasi sempre sangue marcio perché nessuno ti dà retta. E tu, carissimo Michele, onestamente chiedi: dove sono le elites meridionali? Dove sono? A Chicago, New York, London, Milan. A cercare il successo che qui non può arrivare. Ma qui, tranquillo, piano piano sì --ma fermi mai.

Indietro

Commenti

Ci sono 231 commenti

perché il Nord non ci guadagnerebbe più di tanto

Ho letto solo l'intro e ho trovato un errore. Stai insinuando che i politici leghisti non fanno la secessione perche' va contro gli interessi del "Nord" (immagino inteso come gli interessi del proprio elettorato).

Ragionamento sbagliato.

Avresti dovuto scrivere che non fanno la secessione perche' fare il Ministro dell'Interno italiano paga di piu' che fare il presidente dell'Insubria o il Doge della Venetia.

Non lo fanno casomai perche' va contro i loro interessi personali. Perche' come politico e' tanto meglio avere un'Italia anziche' una dozzina di Svizzere. Ma come cittadino piemontese o siciliano sarebbe molto meglio il contrario.

PS. L'articolo comunque dopo lo leggo.

 

Fare la secessione? E a Renzo chi ci pensa più...?

La cosa certa è che calcoli siffati bossi e la schiera dei suoi scienziati non sono in grado di comprenderli. La seconda considerazione che mi sorge è che se di ignoranza si tratta, e tendo a concordare, essa massicciamente presente al Sud si sta rapidamente diffondendo al centro ed al nord. E, fatte salve le differenze tra nord e sud, credo si veda piuttosto nitidamente una omologazione al livello pù basso.

luigi zoppoli

Non ho voglia di controllare i conti.Ma con tutto il rispetto, se il risultato è che pagare qualcuno per fare un tubo coi miei soldi (pro rata, ma il discorso non cambia) è nel mio interesse non credo di averne bisogno.

Avanzando un' ipotesi a naso, direi che il primo errore è che i 16.921 milioni di cui sopra hanno un controvalore non nullo in beni e servizi.Perchè non viene calcolato?

Ti propongo un' affare: tu mi dai 150000€, ed in cambio io ti compro un' appartamento da 160000€.Tu ci guadagni 10000€, non mi sembra male ;).

Ribadisco un concetto che ho più volte espresso su NFA : il Sud sta meridionalizzando il Nord, la Lega è solo l'espressione locale di quello che Mastella & Co. fanno da anni al Sud (ho detto Mastella per il risalto mediatico che stanno avendo le sue vicende in queste ore, potete usare qualsiasi politico meridionale, di dx e sx, nulla cambia).

Sono d'accordo con LP, la lega fa questo calcolo: meglio Ministro degli Interni di Roma ladrona che Ministro degli Interni del circondario di Bergamo bassa.

Comunque ti ringrazio per i conti: è da tempo che ho affermato varie volte su Nfa che, posto il conto dare/avere Nord Sud non si sarebbero avute grandi cifre a saldo, mi hanno sempre dato addosso approfittando del fatto che sono piccolo  e nero (non sono un economista), da adesso in poi ho un punto di riferimento. Vero è che il Veneto...

E, last but not least, perchè dovrebbero fare la secessione adesso che sta per ripartire la Cassa (Banca?) per il Mezzogiorno ?

e il Ponte!!! Fanno il Ponte!!!!

Ci si puo fare un toto scommesse sulla cifra finale dell'obbrobbrio.. 10mld 15???

 

Perché Bossi invece di fare tutto questo scruscio non fa veramente la secessione? Io non sono un esperto di contabilità nazionale, ma la risposta che i dati sembrano suggerire è semplice: non gli interessa, perché il Nord non ci guadagnerebbe più di tanto.

 

Perche' la LN non fa la secessione

In breve: la LN ha cercato seriamente di fare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato.  Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione.  Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania. Personalmente ritengo una secessione nel medio-lungo periodo altamente benefica sia per il Nord e forse anche piu' per il Sud, esattamente come e' avvenuto nel caso della secessione Cecoslovacca, ma non e' certo questo che determina i programmi politici che dipendono invece dalle preferenze degli elettori e dal consenso politico e dalla percezione che di tutto questo hanno i politici.

Ora espongo piu' in dettaglio. Bossi ha cercato seriamente di fare la secessione, a partire dalla campagna per le elezioni del 1996 quando la LN si e' presentata sola, prendendo piu' voti di ogni singolo altro partito nel Nord geografico dall'Emilia Romagna inclusa in su. Di seguito ci sono state la dichiarazione di indipendenza della Padania, e la manifestazione che secondo Massimo Fini ha raccolto se ricordo bene 300-600mila persone sulle rive del Po. Inizialmente il programma indipendentista della LN ha raccolto ampio consenso, specialmente nelle province pedemontane e montane, dove la LN ha preso tra il 30% e il 42% nel 1996, incrementando questi numeri gia' elevati dopo aver ulteriormente chiarito di voler puntare all'indipendenza. Ad esempio, nel giugno del 1997 la LN ha vinto le supplettive per il seggio di Tradate con il 46.2% aumentando il gia' largo consenso del 38.2% con cui aveva vinto lo stesso seggio nel 1996. Sempre nel 1997 alle elezioni amministrative la LN ha vinto da sola le province di Varese, Como e Vicenza e i comuni di Alessandria, Lecco e Pordenone. Nel Veneto i sondaggi indicavano un consenso alla LN aumentato dal 30% del 1996 al 47% nel 1997 - 1998. Tuttavia il consenso all'indipendenza della Padania, pur vigoroso in alcune delle aree piu' economicamente forti e produttive del Nord, non ha raggiunto il livello (maggioranza assoluta in un insieme ragionevole di province) che potesse innescare una secessione di fatto sia pure iniziale.  Inoltre a partire dal 1999 gli elettori padani hanno progressivamente deciso di puntare Berlusconi piuttosto che sulla LN per raggiungere una soluzione piu' rapida ai danni che loro provocava il governo dell'Ulivo del tempo. Indicativi di questa tendenza sono i risultati delle amministrative del 1999 quando per un soffio la LN ha perso la provincia di Bergamo a favore del centro-destra. Da quella data Bossi cambia programma nella direzione di un accordo con Tremonti e SB per arrivare ad una riforma federale dello Stato, un accordo che SB effettivamente mantiene nonostante il magro risultato (3.9%) della LN nel 2001, approvando le riforme nella legislatura 2001-2006. Il resto e' storia recente, la LN sta riprovando la riforma elettorale, ma questa volta ha preso l'8.4% e poi il 10% alle europee invece del 3.9% del 2001.

Il bilancio dei trasferimenti di ricchezza tra Nord e Sud Italia

In passate discussioni su nFA l'entita' dei trasferimenti di ricchezza da Nord a Sud era stata gia' approfondita. Ricordo come riassume la situazione Mario Draghi nelle considerazioni finali del 2008:

 

La spesa pubblica è tendenzialmente proporzionale alla popolazione, mentre le entrate riflettono redditi e basi imponibili pro capite che nel Meridione sono di gran lunga inferiori. Si stima che il conseguente afflusso netto verso il Sud di risorse intermediate dall'operatore pubblico, escludendo gli interessi sul debito, sia dell'ordine del 13 per cento del prodotto del Mezzogiorno, il 3 per cento di quello nazionale. È un ammontare imponente; per il Sud, è anche il segno di una dipendenza economica ininterrotta. La sua incidenza non è uguale dappertutto: varia dal 5 per cento del prodotto regionale in Abruzzo al 20 per cento in Calabria.  Nonostante un tale impegno finanziario, resta forte la differenza tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all'istruzione, dall'amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture.

 

Negli interventi Spesa_pubblica_e_tributi_pagati_nelle_Regioni_d'Italia e Meggiogiorno, Villa La Pietra, 2009 (pdf) (trasparenze 10 e 13) sono elencati i residui fiscali pro-capite per Regione, cioe' quanto ogni cittadino in media paga di tasse meno la spesa pubblica mediamente erogata nel suo territorio: questi numeri sono piu' concreti dei tuoi dati che contengono un profluvio di dati assoluti e di percentuali le cui conseguenze pratiche per il contribuente medio sono piuttosto nebulose. I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente. Anche nel caso del Belgio i trasferimenti tra fiamminghi e valloni venivano efficacemente riassunti nella considerazione che ogni 3 anni ogni famiglia fiamminga regala un'automobile ad una famiglia vallone: in Italia e' molto di piu', per i lombardi, e anche le altre Regioni del Nord contribuiscono pesantemente.

Non ci puo' essere dubbio alcuno che questi soldi che i settentrionali "regalano" a Roma e al Sud senza ottenere alcuno sviluppo anzi ricevendo indietro servizi statali che l'Economist correttamente definisce "miserabili" sono una perdita netta per tutta la societa' italiana, incluso il Sud dove drogano e distorcono l'economia e la stessa societa'.  Non c'e' dubbio alcuno pertanto a mio parere che in base a queste considerazioni sia opportuno dividere i destini economici e politici del Nord e del Sud Italia, a beneficio di entrambi. E' corretto che ci saranno anche conseguenze negative, di rilevanza minore, come ce ne sono state nel caso cecoslovacco, ma non mi risulta che nessuno dei due Paesi voglia tornare indietro e anzi mi sembra che entrambi stiano progredendo autonomamente e serenamente senza rimpiangere il passato unitario.

 

Quasi tutto vero Alberto.

Il quasi sta nella dirigenza della lega, Bossi in primis, che è di pessima qualità (con le dovute eccezioni che contano come il due di briscola).Può darsi che facessero sul serio nel '96-'98, ma la mia opinione è diversa: Bossi ha un' ottimo fiuto per gli umori popolari e qualche buona intuizione tattica, ma lo ritengo incapace di concentrarsi sullo stesso argomento per più di mezz'ora o di elaborare un piano che termini oltre domani pomeriggio.

Oggi ha ragione Marco, è un Mastella del nord.

Questo non esclude affatto che come dici tu la lega sia meno peggio del resto.Non lo credo, ma è possibile.

Alle considerazioni di Alberto va aggiunto che nel periodo 1998-1999 ci fu l'aggancio con l'euro e che questo spezzò a mio avviso ogni idea di secessione. Se l'Italia non avesse raggiunto i parametri richiesti e fosse stata fuori dall'euro allora la possibilità di secessione di un nord economicamente forte e robusto avrebbe potuto essere, per le industrie del nord, il binario per un riaggancio rapido con l'economia europea. Invece con l'Italia dentro, un Nord secessionista si sarebbe trovato a ricontrattare l'ingresso, dimostrando in due o tre anni di avere i conti in ordine. Due o tre anni persi e tra l'altro in un momento di notevole crisi economica (1998-2001).
Ecco perché il Nord in quel periodo ha poi deciso di puntare su Berlusconi.
All'interno di un'Italia inserita nell'area Euro quindi è piu' opportuno innescare dinamiche federaliste che secessioniste.
FF

 

In breve: la LN ha cercato seriamente di fare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato.  Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione.  Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania.

 

A mio modo di vedere, la causa di tutto ciò è BS, se lui non fosse 'Sceso in campo' la lega avrebbe raggiunto negli anni 90 la massa critica per la seccessione, visto che i 'competitors' al nord ad esclusione dell'emilia romagna non erano sufficientemente forti per opporsi e se non ci fosse BS probabilmente non lo sarebbero nemmeno ora.

Il problema della lega è che per sopravvivere ha dovuto cambiare radicalmente quello che era da movimento di 'Protesta fiscale' liberista 89-98 a partito anti-immigrazione Socialdemcratico 99-ora. Per altro la gestione della famigghia Bossi & C. Ha plasmato il partito su un modello  Staliniano, il punto di rottura è stata l'uscita di Lenin (Miglio) e le purghe di tutte le persone pensanti successivamente all'uscita di GFM.

I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente.

Salve a tutti Chiarissimi (?) prof!

Da studente d'economia che segue attentamente la lezione (interessante) si va infondendo sempre più nella mia mente una domanda forse puerile ma che lecitamente credo di poter (es)porre.

Al Nord si produce, e al Sud si consuma quello che il nord produce (sbaglio?). Il beneficio è del Sud(sbaglio?) E giustamente il Prof Boldrin dice: (http://www.noisefromamerika.org/index.php?module=comments&func=display&cid=30137)

2) Non solo, venderebbero di più anche AL NORD!!!! Infatti, venderebbero al Nord TUTTO quanto ora il Sud acquisisce (e consuma) nella comoda partita di giro che descrivi.

Per Produrre c'è bisogno di K,L (in genere) soprattutto molto L e poco K dell'ordine tipo 70/30.

LO STATO "spende per acquistare prodotti delle industrie settendrionali"..(esempio le lavagnette 'intelligenti' della Ministra gelmini...nel mercato credo non esisteva una domanda massiccia di lavagnette...quindi aumenta la produzione ((al nord)), aumenta K,L con funzione con rendimenti di scala constanti semplifichiamo)

 

Lo Stato non sostiene forse indirettamente la domanda di lavoro del nord? e al Sud nada? (vabbe si ok al sud non ci sono industrie per produrre...zero...a chi li deve fare produrre?..però potrebbe farle produrre al Sud...come??...a voi l'illuminante risposta...non so...forse magari sto sognando ad occhi aperti...)

Ergo al Nord Lavoro (che a lungo andare fa crescere l'economia o no?) al Sud consumo...si muore con la pancia piena senza avere imparato a fare un'automobile...o una lavagnetta...

Domanda riassuntiva (sperando di aver argomentato in maniera semi chiara il mio concetto impertinente...):

Il commissionare al Nord la produzione di "beni e servizi" e il "redistribuire" questi ultimi, ha qualche influenza non marginale in termini di mercato del lavoro e sviluppo dell'economia?

Cioè il nord si evolve e il sud rimane nel medioevo?

Salve, e grazie anticipatamente della risposta.

 

 

Non ho più nessuna stima per la Lega, della quale penso tutto il male possibile, specialmente perché credo abbia fatto un gran danno agli interessi del Nord, del libero mercato e della crescita economica in generale. Dei suoi dirigenti, poi, ho un'opinione personale che è probabilmente peggiore di quella che ho di BS, il quale almeno è intelligente e non alcolizzato.

Non ho mai nemmeno pensato a nessuna rivoluzione o secessione, quindi non mi metto nemmeno a discutere della medesima. Non perché sia contro il separatismo, ma perché non mi è chiaro cosa e chi voglia o potrebbe separarsi.

Condivido anche l'opinione di Marco Esposito: l'Italia è una cosa oramai "meridionalizzata" nelle sue istituzioni statali, nella sua classe politica, nella cultura e nei valori di gran parte delle sue elites intellettuali e sociali. Triste, ma è così. Ragione per cui faccio nFA e scrivo sull'Italia per puro hobby intellettuale, per un "habit" preso da piccolo: l'Italia la conosco bene, quindi funziona come ottimo laboratorio per le teorie che studio.

Penso che il Sud sia marcescente, esattamente come lo pensavo un anno fa, due anni fa, tre anni fa ... trent'anni fa. Fu tra il 1975 ed il 1979 che cominciai a visitarlo e studiarlo più attentamente, e da allora le mie idee son mutate sempre nella stessa direzione. Non ci posso far nulla, i fatti pesano. L'ennesimo scandalo campano uscito oggi, ovviamente, porta solo acqua ad un mulino che ne ha fin troppa.

Ritengo sempre più evidente che la responsabilità della marcescenza del Sud sia quasi tutta delle sue elites sociali ed intellettuali. Da queste non è mai venuta nessuna assunzione di responsabilità, assolutamente nessuna. Anzi, tutto il contrario: son venuti solo lamenti, scuse, teorie strampalate, chiamate di correo, capriole logiche da spezzarsi il collo solo a pensarle. E qui sta il punto.

Mi dispiace dirlo, ma questo articolo conferma che le elites del Sud nemmeno capiscono il problema, meno ancora hanno alcuna intenzione di risolverlo. Come gli struzzi nascondono la testa nella sabbia per non vedere la realtà; come pavoni in rovina agitano, sopra un corpo svuotato d'ogni afflato morale o anche solo d'orgoglio, la variopinta coda della retorica, dei bizantinismi, dell'ironia fine a se stessa.

Quando l'ha inviato, ho chiesto a Salvatore quale sia la "morale" del pezzo, perché non la capivo. Continuo a non intenderla e ripeto la domanda: qual è il messaggio?

Detto questo, vorrei aggiungere che la contabilità nazionale che Salvatore presenta è non solo altamente oscura (e perdiana, se vuoi farla, metti almeno tre tabelle e mostraci cosa hai fatto, non due links a delle pagine strapiene di dati di tutti i tipi!) ma anche incoerente. La ragione logica, elementare per un economista, l'ha colta Marcello Urbani con il suo perfetto esempio della tua casa da 160K acquistata da me con 150K che mi regali tu! Infatti, non so bene perché Salvatore presenti questi conti: a che servono?

Vuoi forse sostenere sulla base di un'aritmetica oscura che non v'è trasferimento sostanziale di risorse dal Nord al Sud? Lascia stare la Lega, chisenefrega della Lega, parliamo del fatto economico: esiste la redistribuzione, o no? È sostanziale, infatti unica nel mondo, o no?

Alberto Lusiani ha già evidenziato che i conti fiscali regionalizzati (fatti con ben altra trasparenza e pazienza) danno risultati ben chiari che, per sovvertire, necessitano di ben altri argomenti che quelli qui presentati. L'evidenza aggregata è pure incontrovertibile: il PIL per capita del Nord, anche secondo i numeri che riporti, è 1.83 volte quello del Sud. L'ultima volta che ho controllato i dati dei consumi per capita, il rapporto era 1.3 (vado a memoria, ma son certo che sbaglio di poco). Ora, o bene al Nord risparmiano come matti ed al Sud sono tutti indebitati (ed i dati dicono che non risulta) oppure QUALCHE TRASFERIMENTO finanzia questo consumo del Sud enormemente più alto di quanto il suo reddito relativo dovrebbe permettergli nel lungo periodo. Poiché questa discrepanza dura da decenni, un puro argomento di vincolo di bilancio dice che i trasferimenti sono ingenti. Fine.

E ritorno al punto, o meglio alla domanda, che rivolgo sempre più frequentemente agli amici intellettuali del Sud per i quali ho ancora un certo rispetto (molti sono, devo ammetterlo, quelli per cui l'ho oramai perso). La rivolgo anche a Salvatore: a che gioco giocate? Chi pensate di ingannare con questi esercizi d'ironia e retorica da dopo pranzo estivo al Circolo dell'Unione? Non è che, per caso, state solo raccontando delle bugie a voi stessi per andare a dormire un pelino più tranquilli la sera e rasarvi senza tagliarvi la mattina?

 

 

L'evidenza aggregata è pure incontrovertibile: il PIL per capita del Nord, anche secondo i numeri che riporti, è 1.83 volte quello del Sud. L'ultima volta che ho controllato i dati dei consumi per capita, il rapporto era 1.3 (vado a memoria, ma son certo che sbaglio di poco). Ora, o bene al Nord risparmiano come matti ed al Sud sono tutti indebitati (ed i dati dicono che non risulta) oppure QUALCHE TRASFERIMENTO finanzia questo consumo del Sud enormemente più alto di quanto il suo reddito relativo dovrebbe permettergli nel lungo periodo. Poiché questa discrepanza dura da decenni, un puro argomento di vincolo di bilancio dice che i trasferimenti sono ingenti. Fine.

 

Una domanda: non bisognerebbe tener conto anche del sommerso, il quale come sappiamo è assai elevato al sud? La differenza tra redditi e consumi deriva in gran parte dal fatto che quasi il 50% dei redditi al Sud è sommerso mentre i consumi è già più difficile nasconderli. Non dico che non si siano trasferimenti (non ho alcuna competenza per affermarlo e anzi ritengo che ci siano) ma che vadano calcolati considerando non solo la contabilità nazionale ma tutta una serie di altri fattori. Tra l'altro in presenza di una economia sommersa prospera e crescente, i dati di contabilità nazionale e le principali statistiche "ufficiali" (redditi, consumi, occupazione, risparmio, disoccupazione) vanno presi con le pinze.
A mio avviso un notevole trasferimento si attua dando lo stesso stipendio pubblico a Enna rispetto a Varese. Un insegnante elementare a Varese fa la fame mentre ad Enna mantiene famiglia e parenti.
Nel caso della scuola, dato che il 97% della spesa è costituito dal personale, non sono bruscolini.

FF

 

Non credo proprio che la LN abbia mai avunto intenzione di organizzare la seccessione, considero la detta LN una rozza cosorteria di populisti ,egoisti e tornacontisti come qualsiasi partito mastelliano del Sud

Sull'aspetto delle elites meridionali (intese come coloro che decidono direttamente o indirettamente sull'utilizzo delle risorse pubbliche) non posso che dare ragione a Michele, la cosa grave che il modo di agire e di pensare dei suddetti si stia trasferendo al Nord

Ciao Michele, io però la vedo un po' diversamente:

esiste la redistribuzione, o no? È sostanziale, infatti unica nel mondo, o no?

E' anche vero che, in nome di uno stato che è unico i servizi che questo offre sono un sacco diversi.

Quindi alla fine della giostra gli amici del Nord pagano tanto ed hanno molto.

Dopo che ti sei fatto quei 400km di adriatica ti accorgi che qualcosa è cambiato dal numero di corsie in autostrada a partire dall'Emilia Romagna.

Stupidaggini sull'evasione a parte resta un fatto che si evade più a Nord, in fondo è li che ci son le aziende. O no?

Gli amici del Nord vogliono separarsi.. NOI NON VOLEVAMO NEMMENO UNIRCI.

Non faccio parte delle elites meridionali, per cui mi aggiungo volentieri a dare addosso a una manica di incompetenti disonesti, che con i loro comportamenti hanno distrutto una parte del paese, e stanno cercando di distruggere il resto.

Io, però, nel discorso di Salvatore Modica vedo più una risposta a chi (stra)parla di secessione, senza vedere le due facce della medaglia, perchè il discorso visto da Sud sembra questo: vogliamo la secessione perchè vi manteniamo, siete una manica di nullafacenti, il buco nei conti italiani è solo colpa vostra, senza di voi staremmo molto meglio.

Semplicemente Modica contesta quel "staremmo molto meglio", che non è quantitativo, ma assoluto. Modica cerca di calcolare (senza tabelle !!) quel "molto" e dice: ma sono "solo" 3 miliardi di euro, spiccioli. Marcello dice: saranno pure spiccioli, ma meglio in tasca mia che tua.
Se Modica legge i feedback gli dico che anche io sarei interessato alle varie tabelle a cui fa riferimento, poi discutiamo nel merito, se è molto , poco, o nulla, a me farebbe piacere che quel "molto" non sia poi tanto, ma non metto in dubbio (e nemmeno Modica lo fa) che esista.

Su tutti gli altri argomenti pro-secessione Modica nulla dice, e quegli argomenti rimangono da discutere e approfondire (parassitismo, clientelismo, storture nel mercato del lavoro, etc.).

Non fa una grinza. Tranne una affermazione: gli struzzi non mettono la testa sotto la sabbia (in effetti gli struzzi non sono scemi, questa è una caratteristica tipica degli umani).

Putroppo anni di finanziamenti a pioggia dati alla buona, senza chiedere dei risultati, il sud vive in una condizione di "raccoglitori-cacciatori", mentre al nord vige la mentalità dell'uomo "allevatore-agricoltore".

Se si contruisce qualcosa al sud, un es. per tutti, la Salerno Reggio Calabria, si cerca far tirare avanti il più possibile i lavori per sfruttare il più possibile quello che la foresta ha da offrire. Non si pensa invece: "ho l'autostrada nuova, adesso posso commerciare meglio!"

Cambiando la sostanza dell'esempio l'Italia é un po come un genitore sempre pronto a dare i soldini al figlio un po viziato e con poca ambizione. Ma questa crisi dovrebbe mettere la voglia di crescere a questo benedetto ragazzo e al genitore un po più coraggio nel rispondere al proprio figlio: "adesso sei grande é ora che ti arrangi!"

Ps. Beninteso che la maggioranza di persone del sud che ho conosciuto sono bravi lavoratori e volenterosi, il problema risiede nel cancro della classe dirigente che purtroppo si ritrovano.

Ma la classe dirigente è endogena alla società, non c'è l'imperatore tizo caio esterno che li domina e glie la impone. La gran parte delle persone del sud che ho conosco(70%) hanno in se nel loro modo di fare le medesime caratteristiche, anche gente cresciuta al nord con uno o più genitori del sud le mantiene putroppo.

Premesso che ci sarebbe da discutere giornate intere su come è avvenuta l'annessione del Sud alle regioni del nord già piemontesizzate, che in 150 anni di Unità non si è riusciti ad amalgamare le due aree geografiche ancorchè ci siano stati fiumi di inchieste e di risorse finanziarie giunte al Sud. Chi ha avuto interesse affinchè le cose restassero immutate? le classi dirigenti del Nord "evoluto" quelle del sud "barbaro"? o tutte due insieme?

Leggo che molti interventi sono fatti da persone del Nord vissute al Sud, di conseguenza, senza essere pletorici, vorrei sapere in modo semplice, quali azioni proporebbero nell'immediato per incomiciare a cambiare qualcosa, tutto questo calandosi nella realtà ed immaginando di vivere al Sud, con tutti i rischi che la cosa comporta.

Non parlo di Sicilia, ma di una realtà ad essa contigua, non geograficamente.

Nonostante l'ennesimo scandalo che riguarda i coniugi Curie della corruzione campana, ho appena letto che la Alessandra Lonardo in...Mastella (per ora è solo in Mastella. Vedremo se l'evolversi delle vicende giudiziarie determinarà un complemento di stato in luogo più spiacevole, tipo: in galera, in domicilio coatto...).

Rimane che non si dimette. Lei è un esponente di primo piano del centrosinistra campano, quello pluri-tesserato infilitrato, si dice, di tessere fasulle che puzzano di camorra. Ecco, adesso abbiamo anche un noto esponente del centrosinistra che NON SI DIMETTE nonostante le gravi accuse...e questo, non dimentichiamolo, è il centrosinistra che gioca, quando gioca, la carta morale. Non poteva esserci miglior viatico per le primarie di domenica prossima. Io vorrei sentire il PD che dice a Mastella (moglie) di dimettersi...se non sentiremo chiaramente questo, domenica prossima, invece delle primarie andremo tutti a funghi...che l'estate è finita e non si può più andare al mare.

 

Wait, lei è del PD e lui del PdL ora? Marciare separati per rubare, oops colpire, uniti? Osantoiddio!

In  realtà non riesco a capire se Lady Mastella sia di centro-sinistra.

Mi permetto di suggerire una semplice risposta.

Non fanno la secessione perchè non è vantaggiosa per il sistema romanocentrico, clientelare e corrotto di cui ormai i colonnelli leghisti fanno parte.

 

 

Le elites meridionali in particolare fin dagli ultimi decenni del 1800 si sono messe al servizio di chiunque stia al potere centrale a Roma per dare consenso in cambio di risorse pubbliche (Alberto Lusiani)

 

Ribadisco che il problema è più complicato di così. Ripeto (scusate) che nel dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino la mafia portava a Roma i voti che servivano contro i comunisti, con il beneplacito di Chiesa e Stati Uniti. Parlo della Sicilia che conosco meglio. Sono successe cose pesanti, a cominciare dalla strage di Portella della Ginestra alla festa dei lavoratori nel '47. Non era alle elites che arrivavano risorse, era alla mafia che arrivavano. Negli anni '70 il sindaco di Palermo si chiamava Ciancimino. Le elites non si dovevano immischiare, e quando cominciarono a farlo cominciarono anche a saltare per aria: Costa, Dalla Chiesa, Terranova, Falcone, Borsellino. Non cerco di trovare giustificazioni, ma queste cose non si possono ignorare.

 

non a tutti quelli cui viene offerta droga, la prendono (Monica Giambitto)

 

Eccetto se sei drogato. Il drogato non può rifiutare. Non ha mentalità, ha solo astinenza. E' vent'anni che sostengo che i soldi pubblici al sud (o meglio, di nuovo mi riferisco alla Sicilia che conosco) sono maledetti. Che vengano da Palermo, Milano o Bruxelles. Avrei voluto dirlo a Occhetto, ma non avevo il numero.

 

 

 

Eccetto se sei drogato. Il drogato non può rifiutare. E' vent'anni che sostengo che i soldi pubblici al sud (o meglio, di nuovo mi riferisco alla Sicilia che conosco) sono maledetti. Che vengano da Palermo, Milano o Bruxelles.

 

Condivido, il mio era solo un esempio (pessimo) portato all'estremo. Il principio che andavo esplicando è che a monte di determinate realtà ci sono delle scelte, individuali e collettive. Non si nasce drogati e non si nasce assistenziali. Ci si diventa, sul come siamo - credo - tutti d'accordo. Ho solo affermato che è possibile fare una scelta diversa e, di generazione in generazione, migliorare. Altrimenti non avremmo avuto i Borsellino o più banalmente i genitori miei e di D'agnelli.

La mia critica non era portata a te, forse non mi sono spiegata bene. Ho ben detto che esiste un concorso di colpa di Stato e società (a Stato puoi sostituirci qualsiasi organo che abbia fatto assistenzialismo).

 

 

Ribadisco che il problema è più complicato di così. Ripeto (scusate) che nel dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino la mafia portava a Roma i voti che servivano contro i comunisti, con il beneplacito di Chiesa e Stati Uniti. Parlo della Sicilia che conosco meglio. Sono successe cose pesanti, a cominciare dalla strage di Portella della Ginestra alla festa dei lavoratori nel '47. Non era alle elites che arrivavano risorse, era alla mafia che arrivavano. Negli anni '70 il sindaco di Palermo si chiamava Ciancimino. Le elites non si dovevano immischiare, e quando cominciarono a farlo cominciarono anche a saltare per aria: Costa, Dalla Chiesa, Terranova, Falcone, Borsellino. Non cerco di trovare giustificazioni, ma queste cose non si possono ignorare.

 

E' vero che il periodo dal 1945 al 1989 e' un po' particolare perche' la gestione del consenso clientelare al Sud oltre che richiesta e benvenuta da parte di chi aveva il potere a Roma e' stata bene accetta in funzione anti-comunista all'interno del patto atlantico.  Aggiungo che il Sud e' stato fondamentale per la sconfitta delle BR perche' la gestione clientelare- feudale della sua popolazione lo ha reso di fatto impenetrabile al proselitismo estremista.

Ma non vedo grandi differenze di comportamento rispetto al periodo 1861-1924, esemplificato da Giolitti e dal trasformismo, ne' rispetto al periodo 1924-1945 nel quale i fascisti comperarono il consenso meridionale con le assunzioni in posti pubblici, ne' rispetto al periodo che va dal 1989 ad oggi.

I soldi pubblici vanno non solo alla Mafia ma anche alle elites mediante posizioni ben retribuite nello Stato e parastato, posizioni di potere nell'apparato statale che consentono di esercitare potere edestrarre benefici (Duilio Poggiolini docet). Inoltre anche la criminalita' organizzata e' parte delle elites in senso ampio, ogni uomo d'onore in Sicilia ha un ambito di autorita' su mediamente un centinaio di persone a lui devote (P.Ginsborg, Stato dell'Italia) e quindi autorita' e capacita' relazionali che lo rendono parte delle elites in senso lato.

 

non a tutti quelli cui viene offerta droga, la prendono (Monica Giambitto)

 

Eccetto se sei drogato. Il drogato non può rifiutare. Non ha mentalità, ha solo astinenza. E' vent'anni che sostengo che i soldi pubblici al sud (o meglio, di nuovo mi riferisco alla Sicilia che conosco) sono maledetti. Che vengano da Palermo, Milano o Bruxelles. Avrei voluto dirlo a Occhetto, ma non avevo il numero.

 

Penso sia giusto riconoscere che chi nasce a Sud e' veramente in qualche misura drogato dall'intervento pubblico clientelare e improduttivo, che e' un'arma molto potente in mano alle elites per plasmare la societa' meridionale. Tuttavia molti drogati riescono a disintossicarsi, e questo dovrebbe essere piu' facile per i membri delle elites.  Purtroppo troppi appaiono profondere i loro sforzi unicamente alla conservazione della vigente societa' malata.

(problemi con la rete, la risposta è indirizzata a D'Agnelli)

Quando hai finito con i sofismi, avvertimi.

Dire che non esistono scelte è una menzogna. Esiste insegnare ai propri figli il valore del lavoro e dell'impegno. Esiste non adeguare il livello delle prove alla qualità degli studenti (vedi sopra). Esiste anche la possibilità di andare via da un luogo che non si ritiene più confortevole (rimane il fatto che se uno emigra o non vive in un determinato luogo, non possa esprimere un parere in merito). Sarà che sono idealista, che sono ingenua o moralista, fai te.

Oltre a giustificare la situazione e a decidere cosa è arrogante (i nostri commenti) e cosa no (i tuoi giudizi su di noi), mi spieghi qual'è la tua idea di soluzione?

 

Ho finito coi sofismi.

Esiste insegnare ai propri figli il valore del lavoro e dell'impegno.

Soprassediamo...

 

http://www.mondofinanzablog.com/2009/07/17/divario-nord-sud-dal-mezzogiorno-700000-mila-emigrati/

Il fatto che la gente possa spostarsi non è la soluzione al problema ma incancrenisce la situazione.

I MIGLIORI SE NE VANNO
L’ emigrazione sembra inoltre interessare maggiormente la fascia teoricamente più dinamica del Sud, visto che in crescita sono le partenze dei laureati ‘eccellenti’: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%.

L'alternativa c'è ma è a livello individuale.

Il problema delle discussioni sul meridione è sempre lo stesso.

Si parte dai problemi, quelli che noi meridionali tocchiamo tutti i giorni, e che le polaroid di Lusiani e le parole di Michele esprimono con toni differenti, anche se eguali nella sostanza.

Poi, dai fatti, incontestabili, ci si sposta alla genesi storica dei problemi del meridione. Dapprima, gli affreschi che si propongono nella volta della discussione sono quelli tipici da manuali della scuola dell'obbligo, poi finalmente arrivano i cultori della materia e ci dicono cose che, dal punto di vista storico, ignoravamo...fino a che, la discussione storica prende del tutto il soppravvento e ci troviamo a discutere come gli eruditi locali, che volendo stupire con le glorie del natio borgo, ti narrano di tempi cui il triste paesello di oggi aveva in passato tanti mulini per la molitura del grano, era sede arcivescovile e così via...in Sardegna è una cosa talmente ricorrente che appena sento qualcuno di questi esegeti delle storie locali, stramazzo al suolo.

Esaurite le possibili discussioni storiche, si passa alle recriminazioni, e qui noi meridionali eccelliamo. Ci presentiamo con il solito rosario di lamenti, con l'orgoglio ferito di chi, pur abitando (sentite eh) nella culla del pensiero greco presocratico; o dei nuraghi o dei fenici, non sopporta questi del nord che parlano solo di fabbrichette, che sanno solo lavorare, non si godono la vita e sfruttano i poveri meridionali del sud; e allora giù, a dire che senza noi meridionali la Fiat bla bla....e ancora: "ah si la mafia in Sicilia? Però la mafia fa comodo anche al nord...anzi, senza la mafia e i suoi capitali, non esisterebbe l'industri al nord"...e via così.

Ma non basta risolvere i problemi oggi, a prescindere dalla loro origine storica?

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Anamnesi_(medicina)

E' questione di capir bene qual è il problema.

 

 

perché il Sud d'Italia è quella società marcescente che è?

 

Provo brevemente a dire la mia sul tema, che MB ritiene cruciale. A mio avviso quando un'economia arretrata (diciamo feudale, non industrializzata) arriva a stretto contatto con un'economia ricca, l'effetto più probabile non è di sviluppare la crescita ma di sviluppare corruzione e clientelismo. Troviamo casi di elevata corruzione anche in altri constesti (africa, medio oriente) quando un gran fiume di denaro viene intercettato da una classe politica locale arraffona, selezionata da secoli nel saper intercettare e dirottare ogni molecola e non certo a produrre ricchezza (altrimenti il posto non sarebbe arretrato). Qui non c'entrano solo i trasferimenti pubblici, che fanno la loro parte, ma anche e soprattutto quelli privati. Perché non calcolare le rimesse degli emigrati, vero fiume di denaro nell'Italia del dopoguerra. O anche il trasferimento di somme da nord a sud (lavoratori che sono emigrati al nord ed aiutano le famiglie rimaste al sud). A mio avviso questi trasferimenti non generano sviluppo ma solo quel relativo benessere che induce a non industriarsi per uscire dalla propria condizione di assistiti. La classe politica meridionale poi intercetta il flusso pubblico e lo utilizza per mantenere potere status quo. E nulla cambia. Perché dovrebbe cambiare?

FF

A mio avviso quando un'economia arretrata (diciamo feudale, non industrializzata) arriva a stretto contatto con un'economia ricca, l'effetto più probabile non è di sviluppare la crescita ma di sviluppare corruzione e clientelismo

Scusami, ma secondo me questa analisi e' monca: capisco pure che e' scritta in due righe, ma manca una premessa.

Corruzione e clientelismo non sono dovuti solo al contatto tra diversi tipi di economia ma dal rapporto che vi si instaura. Voglio dire: quando i Savoia hanno conquistato l'Italia il Regno di Sardegna era una regione florida e ben organizzata (almeno in Piemonte e in Liguria, non so come stesse messa la Sardegna), l'idea che i Savoia ebbero fu di estendere lo Statuto a tutta la penisola e governarla come una estensione del loro vecchio Regno.

Se non che mancavano gli uomini per guidare una tale riforma - se mandi un piemontese in una regione di cui non sa niente, da come la vedo io ha poche alternative: o si impone con la forza, o usa i maggiorenti locali per imporsi, o forma delle persone in loco che la vedano come lui e con le quali poter lavorare.

Formare delle persone e' piu' lungo, costoso e rischioso, quindi a sud (dove ce n'era piu' bisogno) spesso e volentieri si usarono i primi due metodi. Teniamo anche presente che in generale all'epoca il modo di vedere era "noi abbiamo ragione, voi torto a prescindere" anche se condizioni geografiche e culturali erano diverse, e che le persone con cui si potevano interfacciare piu' facilmente erano appunto i maggiorenti locali: potevano avere differenze di vedute, ma anche la possibilita' di capirsi meglio che con una fascia popolare di cui loro sapevano poco e niente.

Al nord era piu' semplice perche' la situazione era piu' simile a quella del regno di Sardegna, e anche l'organizzazione economica e statale.

I primi due metodi che ho elencato sopra (violenza e utilizzo di maggiorenti locali) portano appunto a clientelismo, il primo provoca in genere una resistenza (culturale o fisica) piu' o meno serrata. La mancanza di controllo adeguato, dall'alto o dal basso, porta a corruzione: se gli danno il governo di Vattelappesca di sotto senza obbligo di rendiconto, e' probabile che anche il nordista si faccia gli affari propri. E dall'alto l'obbligo era abbastanza limitato: si richiedeva che i popolani non rompessero le scatole, pagassero le tasse (quanto fossero adeguate al livello di produzione delle regioni conquistate poco importava) e imparassero come comportarsi.

Sarebbe stato diverso se per dirne una si fosse lavorato per formare, in X anni, una classe dirigente "sudista" omologa a quella "nordista" (notare le virgolette). Ma come detto e' un compito lungo, costoso e rischioso e non so quanto si potesse o si volesse fare al riguardo all'epoca.

Capisco anche che il compito era improbo e forse si e' puntato sulla velocita' contando che poi le cose sarebbero andate avanti da sole, ma secondo me si e' trascurato questo aspetto.

Dal punto di vista del controllo delle masse, vorrei far notare che dal 1882 il corpo elettorale era limitato ai maschi sopra i 21 anni alfabeti e che pagassero 19,8 lire di tasse, circa il 10% della popolazione se non vado errato: dal 1861 al 1882 il corpo elettorale era stato anche piu' limitato.

Questo significa che fino alla riforma successiva (Giolitti, 1912) il governo del Paese e' stato nelle mani di una elite, e non so quanta di questa fosse composta di meridionali: l'istruzione obbligatoria venne stabilita solo con la legge Coppino del 1877 (*), da due a tre anni di elementari (e spesso disattesi, perche' i popolani portavano i figli a lavorare o i comuni non avevano i soldi sufficienti). E anche dopo, se si permette di votare a persone scarsamente alfabetizzate e con gravi problemi economici, devi aspettarti che non facciano sempre scelte consapevoli, volontarie o lungimiranti - quindi che votino secondo la pancia o secondo il volere del maggiorente di turno.

 

(*) questo per fugare il dubbio che i "piemontesi" (nel senso di persone del regno di Sardegna) abbiano fatto solo cose sbagliate.



 

 

Provo brevemente a dire la mia sul tema, che MB ritiene cruciale. A mio avviso quando un'economia arretrata (diciamo feudale, non industrializzata) arriva a stretto contatto con un'economia ricca, l'effetto più probabile non è di sviluppare la crescita ma di sviluppare corruzione e clientelismo.

 

Sono d'accordo che un'evoluzione di questo tipo e' "naturale" ma va sottolineato che e' "naturale" quando l'integrazione dell'area economicamente sottosviluppata viene gestita da classi dirigenti di scadente qualita' come quelle italiane, e con un modello di Stato centralista dei prefetti che sembra fatto apposta per confondere e disincentivare le responsabilita' a livello locale.

Se l'integrazione di aree economiche sottosviluppate avviene in un contesto meno "pesante", corrotto e male amministrato dello Stato italiano, ci puo' essere sviluppo e beneficio per tutti come sta avvenendo ed e' avvenuto con l'integrazione dell'Irlanda, della Spagna, della Grecia e della Slovenia nella UE. Come ho gia' ricordato diverse volte, questa integrazione e' avvenuta con successo attraverso trasferimenti di ricchezza molto inferiori di quelli di cui ha beneficiato e beneficia il Sud Italia, ma in un contesto politico-economico confederale, molto piu' "leggero" dello Stato italiano, che ha garantito libero scambio ma ha tenuto separate le casse e le responsabilita' e non ha attuato politiche tanto stupide quanto disoneste di assunzioni e salari pubblici.

Anche i sistemi federali come USA e Svizzera si sono dimostrati capaci di integrare e far convergere economicamente aree diverse per economia e cultura.  Quindi e' possibile integrare territori sottosviluppati, con beneficio per tutti: basta avere classi dirigenti sane e di buona qualita' e attuare politiche che incentivino responsabilita' e competizione sana e produttiva.  E' questo che manca nello Stato italiano dove i vertici fanno di tutto per adottare le politiche opposte a quelle che hanno mostrato di aver successo.

Il motivo economico non e’ mai stato centrale per i movimenti secessioisti, sia di successo che fallimentari. Il movente e’ stato invece, more often than not, etnico e politico. Il Quebec, la Slovakia, l’Irlanda, la Scozia, al culmine della loro spinta secessionista, erano economicamente messi peggio rispetto alle regioni dalle quali volevano separarsi. Spero di non aver trascurato qualche episodio rilevante, i trasferimenti nord/sud non dovrebbero essere cruciali a giustificare spinte secessioniste. Sono i piu’ poveri che si convincono che la loro condizione e’ causata da quelli piu’ ricchi che li sfruttano. Da questa convinzione il bisogno di separarsi. Anche a costo di rinunciare a trasferimenti dalle regioni piu’ ricche. In un mondo a la Philip Dick, avrebbe piu’ probabilita’ di successo un movimento sudista di secessione, rispetto a uno nordico. Ci vuole qualcosa di etnico, linguistico e/o razziale, o almeno bisogna inventarselo: la Padania, appunto; per il regno di Ceppalot, ci stanno lavorando, ma con calma.

Per quanto riguarda i flussi di trasferimenti da Nord a Sud, prendendo lo stesso dataset usato da Modica, e cioe’ i dati regionalizzati del settore pubblico allargato (questi includono oltre alla pubblica amministrazione, anche enti come poste, eni, finmeccanica, enel etc) bisogna dire, come avvertenza medica, che i flussi di spesa, calcolati procapite, vanno piu’ verso le regioni del nord rispetto ai flussi di spesa della sola PA. La spesa pro-capite della PA tende a essere equamente distribuita tra regioni, mentre quella del settore pubblico allargato tende a essere, anche di parecchio, piu’ alta nelle regioni del Nord (se ci si limita solo ai dati per spesa per il personale si ritorna al tipico vantaggio per le regioni meridionali). Quindi i dati del settore pubblico allargato dovrebbe andare nella direzione di quelli che dicono che il Nord alla fine ci guadagna. Invece, non e’ cosi’ se si considera anche quelli che finanziano la spesa. Infatti, il gran totale dei saldi complessivi (entrate meno uscite regionali) indicano che escono parecchi soldi dalle regioni settentrionali (in particolare, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), sia in assoluto che in termini relativi. Gli avanzi totali che vanno fuori regione sono pari al 10% del pil (dalla valdaosta fino all’umbria, escludendo Lazio e marche). I flussi che vanno al Sud (il Regno delle due sicilie: da Abruzzo fino alla Sicilia) sono pari al 15% del pil delle regioni meridionali. Ma non tutto quello che esce dal nord finisce al sud, parte si perde e i dati non dicono dove va a finire. E’ poco o e’ tanto? Un altro modo di vedere la cosa e’ quantificare quante tasse le regioni del nord risparmierebbero, pur mantenendo lo stesso livello di spesa, e di quanto le regioni meridionali dovrebbero aumentarle. La risposta e’ -15% (avanzo/entrate) per i nordici e +21% per i meridionali (escluso sempre Sardegna, Lazio e Marche). Cioe’ quelli che al Nord pagano tasse e servizi vari, potrebbero risparmiare il 15% e mantenere gli stessi servizi attuali. Gli evasori non contano perche’ non pagano comunque e per loro e’ ininfluente pagare di meno o di piu’ una cosa che comunque non pagano. Anche a occhio nudo, e utilizzando i dati piu’ favorevoli ai meridionalisti che si lagnano, e senza ulteriori elaborazioni, mi pare che il costo sia abbastanza, ma il movente fiscale economico non e' mai stato il motore dei movimenti secessionisti...anzi.

FLUSSI SPESE E ENTRATE DEL SETTORE PUBBLICO ALLARGATO PER REGIONE NEL 2007

(MILIONI DI EURO)

       Spese     Entrate    Saldo     PIL  Saldo/PILPopolazione
valdaosta3,3843,265-1194,077-0.03125979
piemonte70,81880,6939,875119,9120.084401266
lombardia179,516221,09641,580306,8860.149642406
bolzano9,41810,07165315,9770.04493910
trento9,65210,41676414,9910.05513357
veneto68,27586,17817,903138,3910.134832340
friuli24,45325,41496133,9620.031222061
liguria32,41131,932-47941,002-0.011609822
emilia romagna72,90288,74315,841129,1600.124275802
toscana59,67265,5985,92699,6870.063677048
umbria14,36114,3791820,5200.00884450
marche23,71924,40868938,8600.021553063
lazio122,353125,8263,473159,9210.025561017
abruzzo19,30818,328-98027,184-0.041323987
molise4,5363,897-6396,081-0.11320838
campania69,98461,653-8,33194,454-0.095811390
puglia50,26742,470-7,79767,638-0.124076546
basilicata8,7676,873-1,89410,583-0.18591001
calabria27,54421,052-6,49233,034-0.202007707
sicilia71,60753,343-18,26483,706-0.225029683
sardegna26,52721,448-5,07932,587-0.161665617
VdA-Umbria544,862637,78592,923924,5650.1031,678,441
Abr-Sicil252,013207,616-44,397322,680-0.1419,161,152

I dati sono tratti dalla stessa fonte di Modica, ma indicano gli aggregati totali del settore pubblico allargato (quelli sulla popolazione sono di fonte istat), i dati monetari sono in milioni di euro.

Io ci andrei molto cauto a parlare di generosità nordista.

Vi suggerisco un articolo: http://www.latimes.com/news/nationworld/nation/la-na-gates16dec16,0,6256166,full.story?coll=la-home-center

Donations to fight AIDS, TB and malaria in Africa have inadvertently put many of those with other basic healthcare needs at risk.

Ripreso anche qui http://punto-informatico.it/2146894/PI/News/soldi-billy-avvelenano-africa.aspx

Insomma la Bill Gates & Melinda Foundation, ma anche altre organizzazioni come la GAVI Alliance e il Global Fund (che incidentalmente nel titolo dell'articolo non vengono menzionate), si sarebbero nascoste dietro una foglia di fico fatta di vaccinazioni e pillole costose, per mascherare la pioggia di detrazioni fiscali che garantiscono ai rispettivi fondatori e ai loro ingenti patrimoni. E l'Africa - accusa il quotidiano californiano - sta peggio di prima.

Appoggio la tesi: le motivazioni economiche non sono mai bastate. ANZI.

Anche i sardi, del resto, si separerebbero DOMANI dal continente se gli venisse concesso. A questo non ho una fonte ma è opinione abbastanza diffusa.

Il punto torna ad essere: cosa ci guadagna il Nord?

 

nella tabella di Lovecchio entrate e uscite sono del 2007, i pil sono del 2006. Dopo la correzione ovviamente i risultati restano diversi dai miei, perche' io faccio altre considerazioni.

Caro Salvatore,

mi dispiace averti "ferito", come tu dici, ma non mi pento di quello che ho scritto. Preferisco dibattiti onesti che feriscono a minuetti disonesti che non permettono di chiarire le questioni.

Ho apprezzato, come sai, il tuo coraggio d'esporti ed affrontare la discussione. Al contrario di gran parte delle elites intellettuali meridionali, sembri uno dei pochi disposto a confrontare apertamente i temi di fondo.

Però ho ritenuto la tua tesi "contorta", non fondata sui numeri e, alla fin fine, finalizzata ad una forma estrema di "autogiustificazione con flagellazione". Insomma: si il Sud è un disastro ma che ci possiamo fare? È tutto così complicato e, sotto sotto, non è colpa di nessuno. Il tuo commento di commiato la ribadisce, quindi non mi dilungo.

Sui numeri: questo commento di Francesco Lovecchio usa gli stessi dati tuoi, fa dei calcoli assolutamente trasparenti (oltre che facili e verificabili da tutti) e, guarda caso, arriva alle conclusioni a cui tutti gli altri studi sono arrivati e che tu contesti. Ossia, che il trasferimento fiscale da (alcune regioni del) Nord al Sud è molto grande.

Se qualcuno vuole argomentare che questa asserzione è erronea, basta partire dalle tabelle di Lovecchio e spiegare dove lui, e chi è in accordo con lui, ha sbagliato.

 

Ti rispondo io, che non sono Salvatore, ma ho dei dubbi. Che il Nord "dà" soldi al Sud non credo lo contesti qualcuno, pochi o tanti dipende dai punti di vista, anche assumendo i dati di Francesco ci sono alcuni denari che letteralmente "spariscono", quindi per avere un quadro preciso della situazione ci dovremmo andare a leggere il bilancio dello stato italiano, cosa che non fa nemmeno Tremonti.

Quello che io (e penso salvatore anche) contesto è che questo trasferimento favorisca solo il sud e sfavorisca il Nord. Io sono convinto che buona parte di quei soldi ritorni al nord sotto forma di acquisto di beni e servizi che altrimenti al sud nessuno acquisterebbe, generando redditi al nord, che li "reinvia" sotto forma di tasse.

Chi esattamente (quali gruppi: piccola impresa, artigiani, grandi gruppi) ci guadagni in questa giostra è un dato non ancora chiaro, anche se da varie discussioni avute proprio su Nfa mi è sembrato di capire che chi ci guadagna sono i grandi gruppi. Potrei pensare che la giostra sia di questo tipo: piccola impresa lavora e paga le tasse (molte) una parte delle sue tasse finisce al Sud che acquista beni e servizi dalle grandi imprese del Nord, in questa giostra il trasferimento finale è tutto interno al Nord, il Sud è solo un (comodo) tramite.

I dati ? I flussi finaziari di Banca d'Italia, relazione del governatore 2008 (domani se ho tempo ti trovo il link).

E torniamo sempre al punto di partenza: nella giostra chi ci guadagna ? Il giostraio. In Italia ha un nome e un cognome "la casta".

 

Poi spero continuerai a voler bene anche a me (non ti costo nemmeno la cena a Ciasa Salares, anzi se vieni in Sicilia ti faccio il pesce spada!).

 

Ehi, ehi, un momento! Io mi becco il più classico dei "rimbrotti" boldriniani (un "chiaro" scritto maiuscolo) per aver preso (in parte) le tue difese, e a lui offri il pesce spada?

O lo fai perchè sai che la stagione di pesca è terminata, e quello che è in giro non è un granchè (il pesce spada, ovviamente)?

pisci spata pi 'tutti -e in estate!

Oh Madonna. I opened another can of worms ... davvero ragazzi, non offendetevi ma cerchiamo di non dire cose dadaiste, per quelle abbiamo già il Palma ...

- I "produttori" chi sono? Marziani? Parlavo di Famiglie (Households, in contabilità nazionale) e di reddito disponibile. Suvvia!

- Il mercato del Sud è protetto quanto il mio borsellino in autobus a Roma! È uguale a quello di Padova o di Valencia, le regole son le stesse.

- Se il paniere domandato con quei 100 euro recuperati dalle famiglie del Nord è diverso da quello domandato dalle famiglie del Sud, alcune imprese chiuderanno ed altre apriranno. Ordinary business. Cosa diavolo sarebbe la "sovraproduzione"? La cosa di cui discutono questi japs in the jungle?

- I prezzi più bassi lo sono per definizione, visto che abbiamo eliminato un costo (la tassazione pro Sud), o no? Come si distribuiscono e che effetto fanno dipenderà dalle elasticità, ma male a quelli che prima erano tassati non faranno di certo.

- Non baratti niente: regali. Tutto, TUTTO, ciò che produci e che si comprano con i 100 di trasferimenti è un REGALO. Per questo si chiamano trasferimenti. Male che ti vada, se non trovi nessuno che ti compri quei beni e non sai fare altro che esattamente i mobili che prima volevano a Palermo, ti prendi un po' di tempo libero. Sempre meglio che faticare gratis!

- Marco, davvero cambia letture. Ed Adam Smith, lasciamo stare Adam Smith che ora gli fate dire assurdità. Cosa c'entri il resto e la Fiat che ti convine comprarla in Belgio lo sa solo chi ha poteri paranormali, che io non possiedo.

- Le magie contabili di Salvatore, che con i beni pubblici e la tassazione inventa il moto perpetuo, già li ha commentati VincenzoP, quindi tralascio.

- Passo e chiudo, davvero. Voi datemi pure dell'arrogante, dello sbruffone e del maleducato, fa nulla. Ma io credo che prima di parlare di economia occorra studiarla, fare i compiti per casa corretti dal professore, e passare l'esame con un A. Altrimenti, capitolo 7.

P.S. Giorgio, tu che dirigi le "Giornate", per favore prendi nota: l'anno prossimo a Villa La Pietra facciamo due giorni intensi di Economics 101 e 102, preceduti da homeworks di Contabilità Nazionale (VincenzoP è esentato da questi ultimi, per lo meno).

Michele, ti ringrazio delle risposte - anche se secondo me mi sono spiegato male, o tu hai avuto poca pazienza di leggere. I tuoi modi non li discuto, e' casa tua quindi puoi fare quello che ti pare.

Tengo comunque a precisare che non sono un economista, non mi interessa diventarlo, e comunque fare domande mi sembra un buon modo per saperne di piu' - che e' il motivo per cui seguo nfA. Se verro' alle Giornate e ci saranno dei corsi di economics 10x li seguiro' volentieri.

Pero' non ho capito ancora.

Per questo provo con un esempio, sperando sia piu' chiaro. Purtroppo, per evitare fraintendimenti, sara' un po' lungo, sperando che qualcun altro mi chiarisca i dubbi.

Diciamo che sono al nord, produco maglioni che costano 5 euro di cui 1 di trasferimento al sud. Li vendo a 10 euro, e ne vendo 10: 5 al nord, 5 al sud.

Situazione attuale: 100 euro di ricavo - 50 euro di costo = 50 euro di guadagno.

Scenario 1: secessione

Tolgo il trasferimento al sud, quindi adesso un maglione costa 4. Posso far scendere il prezzo a 9 senza toccare il guadagno, e lo faccio perche' devo compensare per la perdita di clientela: i meridionali sono arrabbiati e non comprano piu' la mia merce. 

Al nord, senza trasferimento, il reddito aumenta: venderei 6 maglioni, facciamo 7 perche' ho abbassato il prezzo.

Situazione: 63 euro di ricavo - 28 euro di costo = 35 euro di guadagno

Risparmiando 7 euro di trasferimento, ho perso 50 - 35 = 15 euro di guadagno, e produco di meno - che con la mia tecnologia potrebbe essere un problema. In alternativa, potrei guadagnare ancora di meno.

Questo e' uno dei motivi per cui, secondo me, la secessione non e' conveniente. Sicuramente, non e' conveniente per chi esporta al sud. Cercare altri mercati e' una ipotesi, per me - forse non per chi ha gia' questo mercato ben pronto.

Scenario 2: tolgo il trasferimento, senza secessione. 

Posso sempre abbassare il prezzo a 9, visto che e' diminuito il costo.

A nord il reddito e' aumentato: +1 maglione

Il costo si e' abbassato: +1 maglione

Sicuramente c'e' 1 maglione in meno venduto al sud perche' chi beneficiava del trasferimento ora non lo ha piu', ma ho abbassato il prezzo quindi potrei avere altri acquirenti a sud. Per semplicita', facciamo che restino 5.

Situazione: 108 euro di ricavo - 48 euro di costo = 60 euro di guadagno

 

Ci perderei solo se togliendo il trasferimento al Sud vendessi meno di 3 maglioni.

A questo punto c'e' da capire perche' ci si ostini a mantenere il trasferimento. Io non credo, come Alberto Lusiani, che l'idealismo nazionalistico sia cosi' diffuso: ci sara' qualcuno che ha il proprio tornaconto. Su quale sia il tornaconto, ho solo delle ipotesi.

Ad esempio, ammettiamo che questo trasferimento permetta ad un insieme relativamente ristretto, ma in grado di far valere i propri interessi (un "club" insomma) di avere vantaggi sleali sugli altri concorrenti. Non la considero una teoria del complotto, perche' non sto ipotizzando oscuri calcoli politici finalizzati a chi sa quale strategia, ma semplice interesse economico di breve o medio termine per un insieme relativamente limitato di persone (che potrebbe variare, potrebbero avere accordi molto variegati e ondivaghi, ecc.).

Sicuramente il fatto di non far sviluppare una struttura evoluta al sud riduce la concorrenza (meno aziende che aprono perche' ci sono meno servizi o costano di piu'), permette di avere personale a basso costo e che volendo puo' trasferirsi al nord abbassando i costi anche li'. Magari poi il club offre anche incentivi a metter su aziende in zone depresse, o sconti fiscali. Insomma una serie di vantaggi, non ultimo il fatto che con la miriade di leggi e regolamenti da seguire le aziende straniere sono disincentivate ad entrare nel mercato.

Per questo dicevo che il mercato e' "protetto": al nord, dal fatto di far parte del club, al sud dal fatto che non conviene aprire aziende se non nei fai parte. Se fai parte del club vieni aiutato, gli altri si arrangino. E questo spiega anche il trasferimento: si paga qualcuno perche' si non costruiscano servizi e strutture che una azienda locale potrebbe usare, o magari per "disincentivare" una impresa locale che fa concorrenza.

A questo punto, il costo del mio maglione potrebbe essere di 4 euro perche' ho usufruito dei vantaggi del club: se non ci fosse questa distorsione del mercato, costerebbe di piu'.

Rivediamo lo scenario di secessione con questa ipotesi:

Scenario 3: secessione

Si toglie il trasferimento (-1 sul costo)

Aumenta il costo del personale (+1) e di produzione (+1), totale costo maglione: 6 euro.

Dimunuisce il numero di acquirenti, ma aumenta il reddito pro capite (per aver tolto il trasferimento e aumentato il costo del personale), diciamo di +2.

Diciamo che, come sopra, vendo 7 maglioni e per non perderci li vendo a 11.

Situazione: 77 euro di ricavo - 42 euro di costo = 35 euro di guadagno

Potrei decidere che per ridurre i costi di produzione importo personale dall'estero, ma in tal caso riduco il reddito a disposizione del nord, quindi meno maglioni venduti. Potrei anche trasferire del tutto l'azienda all'estero, ma vale un discorso analogo.

Come sopra, cercare altri mercati e' una soluzione - ma e' un rischio, quello che c'e' gia' rende.

Quindi anche cosi' la secessione e' una ipotesi poco fruttifera sicuramente nel breve periodo e forse anche nel lungo (in cui devi pensare a una riorganizzazione di qualche tipo).

Rivediamo anche lo scenario senza secessione:

 

Scenario 4: eliminazione del trasferimento

Come sopra, stiamo con un maglione che costa 6 euro, e togliere il trasferimento mi ha praticamente tolto tutti i clienti del sud. Di fatto e' come se avessi fatto la secessione, ma ho la possibilita' che qualcuno, a sud, possa comunque comprare i miei maglioni.

Se mi va male, guadagno come nello scenario 3: 7 maglioni con profitto di 35 euro

Se a sud almeno 1 maglione viene venduto, sono a 8 con profitto di 40 euro.

 

A conti fatti, anche in questo caso mi conviene non secedere.

 

 

 

A questo punto altra domanda: perche' con un trasferimento di 10 (1 euro per maglione) ottengo una capacita' di spesa di 50 (5 maglioni venduti)?

Rispondo con un'altra ipotesi: se il trasferimento e' un regalo verso qualcuno, facciamo che questo qualcuno sia parte del club, solo che sia al sud. Mica regaliamo questi soldi a chicchessia.

Con i soldi del trasferimento, senza concorrenza e con pochi servizi, il membro del club e' quello che si puo' comportare da monopolista locale: decide quanto pagare per cosa, e decide se e come seguire le regole che in teoria valgono per tutti. Non possono venirgli a rompere le scatole, un po' perche' fa parte del club - un po' perche' dalle sue parti e' lui che potrebbe controllare meglio i rompiscatole.

Tenendo basso il costo delle risorse guadagna sulla differenza e intanto fa un favore al club, che ricambia usando i suoi servizi - che e' un affare anche per gli altri membri, visto che grazie a lui pagano di meno i servizi sia a nord, che a sud (e magari hanno anche qualche servizio extra legale).

Siccome puo' fare a meno delle regole, puo decidere se comprare/vendere illegalmente e/o merci illegali e/o pagare le tasse: da qui il suo potere di acquisto. 

Ad esempio se io producessi coperte al sud e sui 4 euro di costo di produzione 1 fosse di tasse "vere" (non di trasferimento) non pagandolo gia' potrei comprare un maglione al nord in piu', oltre a quello del trasferimento.

Se pago al nero i miei operai ecco che esce un altro maglione.

Se poi oltre alle coperte commercio in hashish, completamente esentasse, meglio ancora - ma tutto questo non potrei farlo senza correre rischi, se non facessi parte del club.

Ora in questo papiro ho fatto tre ipotesi:

1. che esista un insieme relativamente ristretto di persone e aziende (chiamiamolo "club") a cui conviene avere almeno una parte del Paese(*) in cui i servizi e la concorrenza sono controllati dal club, e sia disposta a pagare un trasferimento (anche perche' non sono solo soldi loro) per raggiungere questo obiettivo. Questo insieme non e' univocamente determinato.

2. che il trasferimento finisce ad altri membri del club, favorendo l'illegalita' e permettendo di avere un potere di acquisto molto piu' elevato del trasferimento stesso, senza controllo da parte dello Stato anche perche' garantito dall'interesse del club.

3. che la secessione, con o senza le ipotesi di cui sopra, sia esplicitamente sconveniente per motivi economici almeno di breve e medio termine, per gli appartenenti al club.

Tutto questo senza scomodare motivi antropologici, ma soprattutto economici e solo in parte culturali - e si badi, non esclusivamente meridionali.

Qualcuno mi dice dove sbaglio, per favore?

(*)sarebbe la parte dove non possono effettuare il loro controllo direttamente

 

 

Non ho letto tutto il tuo commento fino in fondo, ma abbastanza per capire che non sei del club del moto perpetuo (e cioe' che se tu mi dai dei soldi a me per comprare i tuoi prodotti, tu diventerai piu' ricco).

Ci tengo a commentare sul tuo esempio della "secessione" perche' scrivi:

"i meridionali sono arrabbiati e non comprano piu' la mia merce."

Stai dicendo che con la secessione si innalzano barriere commerciali. In questo caso sicuramente la creazione di 3-4 stati dall'attuale Italia ridurrebbe il benessere. Difatti, anche se il Nord risparmia 1 maglione di trasferimento, perde anche i 4 maglioni che il Sud comprava con i propri soldini. Benissimo, abbiamo scoperto che free trade is good.

Ora io sono dell'opinione contraria, e cioe' che i meridionali non sono come il marito che per far dispetto alla moglie...rinuncia a 4 bei maglioni Benetton. E al momento abbiamo due opinioni contrastanti. Si potrebbe discutere su chi a ragione ma qui a Nfa contano i fatti. 

Per questo io mi guardo intorno e trovo questo paper (Economic Integration and Political Disintegration) che analizza proprio il rapporto tra creazione di nuovi stati e rapporti commerciali. Puoi trovare un modellino teorico, ma anche uno studio econometrico che indica che l'aumento degli stati e' correlato con l'aumento del commercio (con causalita' se ricordo bene). Dopo se c'e' un altro studio che dice il contrario basta tirarlo fuori.

In conclusione la tua premessa che i meridionali si arrabbiano e' sbagliata. Guardando i dati e' piu' probabile che facciano come gli slovacchi e anziche' 4, se ne comprano 12 di maglioni Benetton, crescendo in maniera virtuosa stile grafico della Grecia.

Riguardo il resto del tuo commento, non ho letto fino in fondo ma mi pare giusto. Stai distinguendo tra elettorato e politici, che sono due entita' diverse e che esiste un politician's rent. Anche qui ci sono modelli di political economics che trattano di queste cose.

Mi scuso, ma si potrebbe avere una risposta semplice (a una domanda che pare sempre piu' intricata)?

 

 

Sia il reddito prodotto 1 (in tutto il territorio, da Aosta a Lampedusa), le tasse ne prendono .5 (la meta' i numeri sono fittizi).

Del o.5 il 70% va alle regioni, diciamo da Latina in giu' (giu' essendo verso l'Antartide).

A quel punto che rilevanza ha cosa ne fa il "mezziogiorno" della piu' larga fetta? se compra maglioni, mitragliatori o le opere complete di Manzoni Alessandro e Piero?

Il trasferimento ci fu, e' ineguale, e la sola questione dopo un lasso di tempo considerevole, e' se sia una buona idea, ad esempio se produca/abbia prodotto un aumento degli investimenti, dell'istruzione, o di quel che vi pare a voi sia un obiettivo da voler raggiungere.

Se la risposta e' no, allora

1. il trasferimento e' una boiata

2. i soldi, estirpati ai cittadini di Codroipo, non sono utili -- neanche in termini di carita' pura e semplice- ai cittadini di Gibellina

3. che il produttore di pistole beretta stia dando soldi alla camorra perche' i camorristi medesimi acquistino i suoi prodotti, avendo ovvi costi di transazione, mostra solo l'imbecillita' del sig. beretta

4. se il sig. beretta e i valligiani della Val trompia debbano dunque "secedere", andar in guerra, o fare scioperi fiscali, e' una decisione politica.

 

Mi dice qualcuno, in breve dove ho torto? Mi sembra che il punto controverso sia il terzo. Ma non vedo proprio dove chiunque avesse un vantaggio a darmi denaro (sia essi cento sesterzi) perche' io paghi 15 sesterzi all'oste e compri con i restanti 85 i suoi prodotti. Oppure no?

 

 

Provo a riassumere:

1. il trasferimento e' una boiata

2. i soldi presi ai Codroiponesi non sono utili ai cittadini di Gibellina, ma al notabile/camorrista/altro X per non avere concorrenza ma personale e servizi (legali e illegali) a basso costo disponibili

3. con i soldi di beretta X ci tira su attivita' che evita di censire, un po' perche' comunque ha il coltello dalla parte del manico da quelle parti, un po' perche' ha l'appoggio di beretta se serve

4. con i soldi del punto 2 e quelli generati dal punto 3, X ci acquista i prodotti beretta, che en passant costano meno grazie al suo intervento (e in ultima analisi, al trasferimento).

5. la secessione e' comunque una decisione politica, ma non economicamente conveniente per beretta. Stessa cosa per il taglio del trasferimento. Ai valligiani dipende: se beretta dopo la secessione licenzia, potrebbe non convenire nemmeno a loro.

 


Gentile "lugg",

mi interessa solo il punto 1.

Vi e' ( o no?) una marcata differenza nel reddito prodotto e imponibile tra le due "meta' (piu' o meno) dell'Italia.  La raccolta fiscale, giocoforza, prende piu' denaro al nord che al sud. Se fornisce o lo stesso livello di erogazione (o un maggiore livello) al sud, comparato al nord, quello e' un trasferimento.

Capisco che lei sia molto piu' rapido del sottoscritto, ma la "boiata" e' che cosa?

si regolano i conti al bar

 

...terrificante.

Dopo aver letto le sconsolate frasi (di Michele Boldrin) e le dichiarazioni assai piu' irate (del sindaco di Venezia  [sono visibil su Yotube, ho aggiunto il link rilevante nelle discussioni sulla politica e sul PD]), mi pare siamo giunti ad un accordo su cio' che segue.

Esiste nessuna volonta' del ceto politico presente (in parlamento, governo, istituzioni centrali politiche e finanziarie) a decentralizzare, abbandonare propri poteri (e guarentigie varie.) Questo e' il nucleo del federalismo, non chiacchere sulla formazione di centri di studio.

Domanda a chi sa la storia meglio di me.

Ho l'impressione che nei paesi a ordinamento federalista (Confederazione Elvetica, USA, India, Brasile, e altri ovviamente) ci si trovi con quel sistema istituzionale perche' e' nato cosi' il paese (l'India e' il caso tipico, si diede un sistema di stati dovendo formare il suo stato dopo la fine della guerra-guerreggiata e non con la corona d' Inghilterra.)

Abbiamo cosi' di devoluzione pacifica e non indotta da guerre, in cui uno stato centrale si "federalizza"?

Ho l'impressione che si debba dir di no.

Se e' corretto, per quanto appaiano scemenze le furfantesche dichiarazioni dei Miglio, Bossi, & Co. sui "valligiani" armati, avrebbero un punto chiaro a proprio favore.

Qualcuno mi illumina sul tema?

 

Ho l'impressione che nei paesi a ordinamento federalista (Confederazione Elvetica, USA, India, Brasile, e altri ovviamente) ci si trovi con quel sistema istituzionale perche' e' nato cosi' il paese

Tipicamente ci sono arrivati perche' era piu' difficile gestire tutto in maniera centrale: di tentativi, nei Paesi che citi, ne sono stati fatti in ordine sparso.

Anche la Confederazione Elvetica ebbe qualche problema (vecchia guerra di Zurigo e soprattutto(*) il Sonderbund), e l'India dopo l'uscita degli Inglesi si divise con il Pakistan in maniera non del tutto pacifica - e da li' poi venne la "guerra dei poveri" (mi pare venne definita cosi', vado a memoria) per il Pakistan orientale (Bangladesh).

Gli USA hanno avuto la guerra di Secessione, il Brasile la Confederazione dell'Equatore (per quanto sia stata piu' una rivolta che una guerra).

Il caso della Germania ad esempio e' diverso perche' gli Stati sono stati a lungo separati, e l'unificazione e' avvenuta in pratica ad opera della Prussia - e sempre grazie ad una guerra con "il" nemico esterno, la Francia.

(*) nel senso di vera rivolta separatista


 

 

Abbiamo cosi' di devoluzione pacifica e non indotta da guerre, in cui uno stato centrale si "federalizza"?

Ho l'impressione che si debba dir di no.

 

Concordo.  Secondo me il caso di maggior successo di risoluzione di un sistema centralista dannoso e insoddisfacente e' la secessione cecoslovacca. Inoltre una secessione pone le migliori basi per una futura ri-aggregazione confederale o federale, realisticamente in ambito UE per Italia e Cecoslovacchia, impostata su basi piu' chiare e con attori negoziatori ma sovrani e indipendenti.

 

Se e' corretto, per quanto appaiano scemenze le furfantesche dichiarazioni dei Miglio, Bossi, & Co. sui "valligiani" armati, avrebbero un punto chiaro a proprio favore.

 

Non mi risulta che Miglio abbia fatto dichiarazioni su valligiani in armi.  Ma certe dichiarazioni della LN durante le fasi indipendentiste corrispondono alla migliore risoluzione - secondo me - del fallimentare centralismo italiano. Bossi ha parlato in passato della secessione consensuale cecoslovacca come di un modello auspicabile, tra l'altro.

non ci intendiamo. Tutto vero (credo) quel che dice.

Mi interessa il caso inverso: uno stato centralizzato (uno stato/"nazione") che decide spontaneamente di togliere poteri al proprio governo centrale e li devolve/cede/regala/trasferisce a entita' che non sono governativo/centrali (i comuni ad esempio)

 

Se me lo passi il Belgio.

Con un sacco di problemi: hanno una marea di parlamenti, governicchi & c., e c'è parecchia tensione tra i due gruppi.Però tutto sommato sta in piedi.Per ora.

E' una questione importante: molti anche qui su NfA sembrano convinti della necessità di una riforma federalista.

Sarebbe interessante capire se tale riforma sia tanto necessaria e sentita da mettere in moto movimenti di opinione popolare, anche mossi da una certa energia. Le elites hanno già espresso variamente che hanno altro a cui pensare.

In caso contrario, vien da chiedersi, quali dovrebbero essere le motivazioni da far decidere uno stato così tanto accentrato (ed ideologico) a mollare la presa.

Intendo, vedo quel che riesco a scovare. La ringrazio.

palma

Tutto sommato anche la creazione delle regioni a statuto speciale in Italia è stata un'esperienza di devoluzione dal potere centrale a poteri locali. Si può ovviamente questionare quanto la cosa sia stata ''pacifica'', visto che a) è avvenuta con la creazione della costituzione repubblicana alla fine di una guerra e b) forti spinte autonomiste erano presenti in alcuni dei territori. Ma, diciamo, è stata tanto pacifica quanto realisticamente possibile.

Don Michele mi ha detto di andare a studiare, e lo sto facendo. Aveva ragione, i numeri che avevo messo giù non erano giustificati. Un punto di partenza più pulito sembra il conto Risorse-Impieghi, i cui valori 2007 sono nella tabella:

AGGREGATI 2007CNMEZZITCN/ITMEZZ/IT
Prodotto interno lordo1.176.671366.8701.543.5410,7620,238
Importazioni nette-59.27480.14120.868  
Totale Risorse1.117.397447.0121.564.4090,7140,286
Consumi866.215361.6501.227.8650,7050,295
Investimenti251.18285.362336.5440,7460,254

(Fonte: Istat, Conti economici Regionali, Tavole Regionali 1995-2008, Tavola 1). Il trasferimento, consistente, c'è. Se ripartissimo le importazioni nette in proporzione al PIL otterremmo i seguenti valori:

 CNMEZZ
Importazioni nette allocate in proporzione al PIL15.9084.960
Totale Risorse corretto1.192.579371.830
Distorsione percentuale sul valore corretto-0,0630,202

La distorsione è rispetto ai valori corretti, -0,063=1.117.397/1.192.579-1 e 0,202=447.012/371.830-1: il CN perde il 6.3% delle risorse, il Mezz ne ha 20.2% in più di quante ne avrebbe senza la distorsione. I valori sono di nuovo opinabili, ma la sostanza non credo.
A questo punto perché il Nord non se ne vada non lo so, ma è un dato di fatto che non se ne va. Un altro dato di fatto è che non ci sta bene nessuno, il CN perché paga, il Mezz perché è un'economia di molto consumo sovvenzionato e poco investimento trainante (con le conseguenze di marcescenza e mortificazione dei talenti che tutti conosciamo).
La sensazione è che debba esistere un Pareto improvement, almeno in un'ottica di lungo periodo. Continuo a studiare.

Scusa Salvatore, mi era sfuggito questo tuo commento, e quindi replico in ritardo, spero tu lo legga.

La riflessione che io facevo (e faccio) è che il Nord "finanzia" il Sud perchè un poco gli conveniva: Michele dice che non capisco un piffero, che comunque chiunque preferirebbe pagare meno tasse invece di pagare per uno che poi ti acquista le merci che hai prodotto, ma solo che lo fa con i soldi tuoi (ho esemplificato, Michele mi può correggere). Io su questo punto (self-evident) concordo, penso solo che questo punto non è tanto self evident a tutti i poveri fessi (quelli del nord -)) che pagano le tasse, mentre è molto evidente alle elitees che li(ci) governano,ed è anche evidente alla grande impresa, che è quella che ne trae veramente un vantaggio,poi la Lega ha un pò sparigliato i conti (salvo accodarsi in seguito), ma tant'è. Non ho mai detto che il Nord non finanzi il Sud, anzi spero sempre che questi trasferimenti, di qualunque genere vengano azzerati, ma lo spero per motivi diversi.

Che ho fatto nel frattempo ? Anche io ho studiato, ho "studiato" i CPT (Conti Pubblici Territoriali), se ti dai la briga di scaricarteli da qui (ma forse lo hai già fatto) vedrai che sommando entrate uscite del Nord avrai un saldo positivo dal lato entrate di € 86.678 mln ,al Sud un saldo negativo di € 47.143 mln, al Centro un saldo positivo di € 4.487 mln , il saldo italico è quindi positivo per € 44.022 mln, che dovrebbe essere il famigerato "saldo primario" del 2007.

Non ho approfondito altre tematiche: tassazione in rapporto al reddito, tassazione in rapporto al PIL, il tutto diviso per aree geografiche:NCS. L'esercizio che volevo fare (e che non ho il tempo di fare da solo) era di vedere se era possibile pensare ad un equilibrio dei conti per il Sud, tale da essere propedeutico ad una "separazione formale" fra le tre aree del paese. Era un esercizio affascinante, anche perchè studiare come si "forma" un bilancio di un ente territoriale è un'esperienza interessante, almeno per me, che utilizzo business plan e bilanci di piccole aziende. Se pensi di poter fare qualcosa in questo senso mi piacerebbe parlarne.

Per il resto: non dare ragione a Michele, che altrimenti chi se lo sente, oltretutto adesso che stanno ricercando anche questo..

Salavatore, avevo anche io mancato questo tuo commento, grazie.

Effettivamente, questi numeri non lasciano dubbio alcuno. Se poi "zoommi" su alcune regioni (Lombardia, Veneto, Emilia ed un po' Piemonte) le percentuali negative si fanno grandi (il resto delle regioni, eccezion fatta per la Liguria e la Val d'Aosta, sono più o meno balanced).

A questo punto, dici tu, diventa misterioso perché il Nord non se ne vada. Beh, davvero? Considera che

- solo poche regioni pagano il grosso (le 4 di cui sopra, fondamentalmente);

- all'interno delle medesime molti ci lucrano dal meccanismo medesimo (e nel Sud, molti ci perdono);

- l'ideologia nazionalistica conta, eccome se conta: la nazionale, Roma, l'italico idioma ...;

- l'inerzia istituzionale non è cosa da poco;

- la classe dirigente "federalista" è composta di inetti e venduti;

- non c'è un miglioramento di Pareto a disposizione, perché i "pagamenti laterali" non si possono fare.

C'è un chiarissimo conflitto d'interessi fra raggrupamenti sociali: se A costituisce circa il 70% del Nord ed il 20% del Sud, l'altro costituisce nondimeno il 30% del Nord oltre che l'80% del Sud. Al Centro poi, che include Roma, sarà 50-50 se va bene ...

Ma queste sono solo opinioni e speculazioni mie, niente di solido.

In compenso, mi fa piacere che sui numeri siamo finalmente in accordo. Il trasferimento, grande, c'è. Il resto è politica.

Sartori sostiene che no, non ci sarà nessuna secessione.

Interessante però notare come sembra che la colpa delle differenze N-S sia dovuto al federalismo, quando di quest'ultimo non c'è ancora traccia di attuazione...

L'analisi di fondo:

La cerniera Nord-Sud non tiene più, e si sta trasformando in un imprevisto boomerang

sulla debolezza del governo BS dovuta al dualismo di interessi territoriali, mi sembra però corretta.

 

Per una volta che anche Sartori riesce a fare un'analisi corretta, tu lo critichi? Ma allora non siete mai contenti voi "pedemontani"! :-)

Le due frasiche ti fanno dubitare

 

Non succederà; ma già il fede­ralismo fiscale sta più che mai spaccando il Paese in due. L’Italia è sempre stata divisa tra un Nord più ricco e più puli­to, e un Sud clientelare e pove­ro.

 

sono solo contigue, ma non vogliono indicare "causalità". Ossia, Sartori non sta cercando di sostenere che è il federalismo - che non c'è! - a creare la divisione. Dice che sta (ed esagera) spaccando politicamente il paese (ed il PdL, in particolare). Su questo secondo punto non mi sento di dargli totalmente torto.

Nemmeno sul fatto che la secessione non ci sarà gli do torto: è una constatazione, non un'augurio. È un fatto che ora, e per i prossimi 50 anni, neanche la maggioranza del Nord vuole la secessione.

Infine, per quanto riguarda il punto di fondo (meridionalizzazione del PdL), Sartori ripete, quasi due anni dopo, un'osservazione che Sandro Brusco aveva fatto pochi giorni dopo le elezioni del 2008! Forse qualche sua assistente gli avrà consigliato di rileggere gli arretrati di nFA per avere qualche idea originale si cui scrivere editoriali per il Corriere ...

 

Certifica anche il Governatore Draghi che "In più casi -emblematico è quello della sanità- il divario deriva chiaramente dalla minore efficienza del servizio reso, non da una carenza di spesa."

Ma anche che "La radice dei problemi del Sud stanno la carenza di fiducia tra cittadini e tra cittadini e istituzioni, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme, l'insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori eletti, il debole spirito di cooperazione: è carente quello che viene definito "capitale sociale"", insomma quello già detto da nFA.

Infine la soluzione "federalismo fiscale".Curiosità: Repubblica riporta la stessa analisi, ma neanche una riga sulla possibile soluzione.