Sicurezza negli stadi e prezzi dei biglietti

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Il vergognoso spettacolo prepartita della finale di Coppa Italia 2014, Fiorentina-Napoli rimette in evidenza il problema della sicurezza negli stadi italiani. Una rapida occhiata ai prezzi dei biglietti per questo evento fa sorgere un quesito: non è che costassero troppo poco?

Un biglietto in curva, per esempio quella curva da dove è piovuta una raffica di petardi e bombe carta su steward e vigili del fuoco nei momenti più concitati del prepartita costava soltanto 20 euro. È un prezzo ridicolo. Così come è un prezzo ridicolo, per la potenziale portata dell'evento, quello di un biglietto in curva per Roma-Juventus di domenica prossima, 11 maggio, pari a 48 euro. Giusto per avere un termine di paragone, ci vogliono oltre 100 euro per assistere dalla curva del Camp Nou a Barcellona-Atletico Madrid il prossimo 18 maggio.

Negli ultimi anni si sono provate misure di tutti i tipi: tornelli,  tessera del tifoso, militarizzazione degli stadi, divieti di frequentazione delle manifestazioni sportive, in un crescendo di soluzioni burocratiche e da stato di polizia. Ma i prezzi dei biglietti sono rimasti al livello ridicolo di cui sopra, e questa potrebbe essere parte non trascurabile del problema. La seguente è un'affermazione non scientifica (nel senso che non ho evidenza a suo supporto), ma che corrisponde all'osservazione casuale di fatti di cronaca (per esempio, qui): la propensione a far casino dentro e fuori gli stadi è negativamente correlata al reddito. Sotto questa ipotesi, bassi prezzi innescano un meccanismo di selezione avversa attraendo negli stadi persone che vorremmo invece fuori (quelli più propensi a comportamenti violenti) e tenendo quindi fuori quello che vorremmo invece dentro (quelli che vorrebbero godersi lo spettacolo ma che, pur essendo disposti a pagare più dei primi per lo spettacolo, stanno alla larga per paura della violenza). In equilibrio, gli stadi diventano posti insicuri. Questo è l'equilibrio "cattivo". Prezzi più alti, sotto la stessa ipotesi, scoraggerebbero la presenza allo stadio di persone più propense a comportamenti violenti e, rendendo gli stadi posti più sicuri, attrarrebbero più persone che vanno allo stadio per godersi uno spettacolo. Per prezzi sufficientemente alti si raggiunge l'equilibrio "buono" in cui gli stadi sono posti sicuri dove la minoranza violenta può essere tenuta a bada dalle forze dell'ordine (o dagli altri spettatori) come succederebbe in qualunque altro spettacolo.

I prezzi li decidono le società (i club), ma è impossibile credere che lo facciano secondo criteri di mercato. Questa è un'altra congettura non scientifica, ma ma può essere profit-maximizing un prezzo di 20 euro (fissato da un monopolista) per assistere (se pur dalla curva, che comunque all'Olimpico di Roma è bella comoda) alla finale di Coppa Italia. Io, per lo meno, non riesco a crederlo. Evidentemente, i club accettano l'equilibrio cattivo. C'è un semplice modo di alterare l'equilibrio, come spesso accade in presenza di esternalità: tassare l'attività socialmente dannosa. Per esempio il governo potrebbe imporre tasse sui biglietti di ingresso allo stadio, pari alla differenza (se positiva) tra un prezzo target e il prezzo applicato dai club. Per esempio, se il prezzo target per il posto in curva per la finale Fiorentina-Napoli fosse stato 120 euro, la tassa (al prezzo di mercato di 20 euro) sarebbe stata pari a 100 euro. Se il biglietto fosse costato 120 prima della tassa, allora la tassa sarebbe stata zero. Chiaramente, questo forza i club ad applicare il prezzo target. In pratica, è difficile sapere quale sia il prezzo target giusto (perché questo richiede meccanismi per estrarre informazione privata), ma è bizzarro che quando si affronta il problema della sicurezza negli stati di tutto si discuta fuorché di questo semplice punto. Io credo che sarebbero stati lanciati meno petardi e bombe carta dalla curva nord durante Fiorentina-Napoli se il prezzo minimo per entrare allo stadio fosse stato 120 anzichè 20.

Una possibile obiezione è la seguente: i club sono ostaggi dei gruppi ultras, che minacciano disordini fuori dagli stadi se non si permette loro di entrarvi a prezzi bassi; per questo i club fissano prezzi bassissimi per le curve e, quando possibile, vendono biglietti in via privilegiata a questi gruppi. I club potrebbero quindi scegliere di pagare loro la tassa e vendere comunque a 20 euro il biglietto che costerebbe 120 al netto della tassa. Questo è vero, ma sarebbe scelta molto costosa per i club. La tassa potrebbe quindi aiutare i club a sottrarsi al potere di ricatto dei gruppi ultras. È certamente preferibile che questi ultimi facciano casino fuori dagli stadi, dove si può intervenire come in qualunque caso di disordine pubblico, che dentro gli stadi, dove bisogna lasciarli fare per non mettere a rischio la sicurezza degli altri spettatori e dei giocatori. Se si tratta di delinquenza comune, come tale va trattata e il primo passo è metterla fuori dagli stadi.

Un'altra possibile obiezione è questa: poiché i gruppi ultras sono dominati da delinquenti comuni travestiti da tifosi, per questi ultimi il costo del biglietto è irrilevante. Anche questo è vero. Tuttavia, prezzi alti dei biglietti renderebbero queste persone delle figure isolate all'interno degli stadi perché eliminerebbero dalle curve i branchi che loro comandano, sostituendoli con pubblico non organizzato che vuole solo godersi lo spettacolo. Questo, pone l'ovvia domanda: ma davvero in Italia c'è un potenziale pubblico calcistico che vuole solo godersi lo spettacolo e che è disposto a pagare prezzi molto elevati per sedere in curva? Chi tra voi ama il calcio ma non va allo stadio si chieda se sarebbe disposto a pagare, non so, 150 euro una volta all'anno per andare in curva coi bambini (immaginiamo che i bambini entrino gratis) se le curve fossero luoghi sicuri e le partite simili a feste dello sport. Questo richiede probabilmente stadi migliori, magari più piccoli per poterli riempire meglio con minor pubblico a prezzi più alti.

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Commenti

Ci sono 56 commenti

Per allontanare 50 deficienti in un settore di 10-20mila persone, togliamo lo stadio a tutti quelli (studenti, precari) che hanno la sfortuna di rientrare nella classe del reddito basso senza essere delinquenti? Ma come vi vengono in mente queste idee? E come vi viene in mente di paragonare le tariffe di uno dei due-tre club che generano più reddito e spendono più soldi nel panorama calcistico mondiale, e la politica di prezzi di una squadra col volume d'affari della Roma? Ma voi siete studiosi ed economisti? Senza nemmeno parlare del fatto che la politica dei prezzi al ribasso è una strategia definita avendo in mente le prospettive di vendita: voglio vedere quanta gente compra i biglietti a 100 euro se sa che con 5 euro se la può vedere da casa.

Caro gual,

si, siamo economisti, e quindi sappiamo che le esternalita' negative generate da asimmetrie informative sono brutte bestie. Purtroppo non possiamo distinguere, a priori, tra tifosi poveri tranquilli e tifosi poveri delinquenti. Come ben sai, per non far avere facilmente armi in mano a una minoranza di delinquenti togliamo le armi (impediamo la libera vendita al dettaglio) anche a chi deliquente non e' e userebbe l'arma per farsi il tiro al piattello. Sono sicuro che in questo caso non hai obiezioni, eppure il problema e' simile.

E' vero, non sappiamo quanto pieni sarebbero gli stadi se il biglietto piu' economico costasse 100 euro. Provare sarebbe meglio che assistere allo spettacolo indecente di ieri sera. Vediamo quanto sara' pieno Barcellona-Atlerico Madrid? Io scommetto che il Camp Nou sara' stracolmo.

L'obiezione principale (che l'articolo non mi sembra contemplare) è che si sono sparati fuori dallo stadio e chi ha sparato era un romanista che non ha comprato alcun biglietto nè era interessato a farlo.

Detto questo: il ragionamento rimane interessante. Sicuramente un aumento di prezzi potrebbe allontanare le frange ultrà (o comunque depotenziarle), bisogna vedere se l'ultrà verrebbe sostituito dal tifoso "normale" con famiglia e figli o da nessuno.

Questo è il punto fondamentale.

La Juventus sta seguendo questa politica ed aveva aumentato il prezzo dei biglietti per le partite di Champions e per il Derby di quest'anno, con il risultato di non riempire lo stadio.

Se veramente esiste la possibilità di sostituire l'ultrà con il tifoso "normale" allora le società calcistiche dovrebbero puntare a questo, guadagnerebbero di più ed eliminerebbero i problemi legati al tifo organizzato.

Il fatto che nessuna provi a farlo mi fa sospettare che non credano all'esistenza di questo mercato o che pensino che l'ultrà i soldi per entrare li troverebbe comunque ("io la notte vado a rubba " disse uno, romanista, a Cassano) oppure che per farlo attendano tutte lo stadio di proprietà.

PS

Comunque 100 euro non è il prezzo standard nemmeno per il Barcellona di Messi.

questi sono i range di alcune società (dati corsera)

PREZZI BIGLIETTI SETTORI POPOLARI 2012-13

INTER da 24 a 28 euro
MILAN da 20 a 25 euro
JUVENTUS da 30 euro
BARCELLONA da 19 a 112 euro
ARSENAL da 32 a 79 euro (da 26 a 63,50 sterline)
MANCHESTER UNITED 37 euro (30 sterline)


Questa e' una buona domanda, se e' profittevole perche' i club non l'hanno gia' fatto.

Una prima riposta, ma una che e' poco interessante, e' che non gli e' ancora passato per la testa.

Un risposta piu' interessante e' che nelle conidizioni attuali (non avere uno stadio di proprieta', ecc) il singolo club non ha la forza di opporsi al potere di ricatto dei gruppi ultras. Se il governo forzasse i club nel modo suggerito nel post, l'equilibrio potrebbe cambiare: 'a carogna puo' trovare facile sponda in De Laurentis e il suo entourage, se va a protestare sotto Palazzo Chigi un po' meno.

Io non credo che un aumento dei prezzi risolverebbe il problema, perché i facinorosi che sostengono le spese per una trasferta non sono spaventati da qualche decina di euro aumento. P.S.:Gli spettatori della Juventus sono aumentati di oltre il 70% con il nuovo stadio.

Il principio è condivisibile, ma gli effetti collaterali (escludere tante persone che vogliono solo vedere la partita) e gli ostacoli all'efficacia (ad esempio se i delinquenti entrano senza biglietto o il ticket viene loro regalato dalla società la norma diventa inutile) mi fanno pensare ad un altro modo di intervento. Anzichè applicare un tassa (prezzo target- effettivo) sul biglietto (e quindi con un gettito ed una efficacia legati all'effettivo acquisto -eludibile, come detto- dello stesso), la tassa andrebbe applicata direttamente alla società e parametrata alla intensità ed al numero di incidenti che gli eventi sportivi organizzati dalla squadra hanno provocato. Certo questo richiederebbe una certa organizzazione (bisognerebbe prezzare le varie casistiche: fumogeni, invasioni di campo, accoltellamenti, devastazioni, aggressioni stando attenti a fissare sanzioni sufficientemente alte -anche milioni di euro- da non far diventare la tassa un ticket per commettere reati) ma quanto meno avrebbe un'impatto sicuro sulle casse delle società e sarebbe utile per disincentivare il rapporto amichevole che spesso queste tengono con gli ultras. Meno episodi violenti = meno tasse e quindi possibilità di tenere i prezzi più bassi favorendo l'accesso agli stadi dei non malintenzionati e quindi maggiori incassi. Al contrario se le sanzioni collezionate pesano sufficientemente sul CE, la società allontanerà i violenti dallo stadio, magari anche adottando una soluzione come quella proposta da Zanella: alzando il prezzo del biglietto. Poi ovviamente il problema è anche la certezza della pena, la sanzione sociale...

 Un tempo si chiamava 'responsabilità oggettiva' (della squadra ospitante) ed ha creato gli ultras. Infatti qualsiasi gruppo organizzato poteva (potrebbe) ricattare la società, minacciando di devastare etc.

www.theguardian.com/news/datablog/2013/jan/17/football-ticket-prices-premier-league-europe

Questo link riporta un'analisi comparata dei prezzi nei principali campionati europei. Non mi sembra di poter rintracciare una correlazione significativa con la violenza negli stadi. Leggo dalla tabella "Prezzi per club" che il biglietto più economico per il Barcellona costa 15,79£, quello per il Napoli 15£. Inoltre il biglietto del Barcellona è molto più conveniente rispetto alla qualità dello spettacolo offerto (la squadra spagnola vale 2600 $M contro i 330 M$ del Napoli). Se è poi vero che i prezzi potrebbero essere alzati per alcune partite di grande richiamo, la maggior parte delle partite "normali" (che so, Milan-Cagliari) presentano gli stadi mezzi vuoti anche con i livelli di prezzi attuali; e nulla esclude che un atto violento possa avvenire in una di queste partite. Infine: ormai quasi tutti gli episodi gravi avvengono fuori dagli stadi, come peraltro hai evidenziato nel post. No, non credo che cambiare le tariffe sia una strada praticabile. Non bisogna inventare niente, basta copiare le ricette di successo. Sto pensando a come l'Inghilterra della Tatcher ha estirpato definitivamente il fenomeno degli hooligans.

i dati aggregati sul calcio sono qui da cui risulta che il prezzo medio del biglietto in serie A è circa di 20 euro, e in B meno di 10. Negli ultimi anni i prezzi medi hanno avuto un andamento calante.  Il prezzo del biglietto è molto più alto in Spagna (50 euro), seguita da Inghilterra (45 euro), Germania (29 euro), Grecia (33) e Svizzera (30).  Si potrebbe concludere quindi che il prezzo è basso. Tuttavia, anche l'affluenza è stata in calo e gli stadi sono stati mediamente mezzi vuoti. Anche gli incidenti si sarebbero ridotti, secondo ReportCalcio 2013. Alzare i prezzi farebbe abbassare quindi ulteriormente i ricavi complessivi da vendita di biglietti (assumo la domanda elastica quindi) che già sono una quota minuscola del totale dei ricavi. Il settore è già in perdita anche perché non è che abbia obiettivi di max dei profitti, come tutti i presidenti di società sanno, non tanto perché non sia possibile fare profitti quanto  perché tradizionalmente il calcio è stato guidato da logiche "alternative" quasi non-profit anche se non altruistiche.

Detto questo, un incremento del prezzo del biglietto farebbe solo ridurre l'afflusso di pubblico ma non è chiaro quale sia l'altro meccanismo che dovrebbe portare le famiglie negli stadi senza ultrà. Per le società non cambierebbe molto in termini economici visto che il contributo dei biglietti è meno del 10% dei ricavi complessivi, quindi non vedo perché preoccuparsene fintanto che i diritti televisivi (cioè il grosso dei ricavi) è indipendente dal numero di spettatori che vanno allo stadio.

Credo, in sintesi, che si debbano incentivare le società di calcio a riempire gli stadi e quindi a renderli meno pericolosi, anziché svuotarli. Un incentivo potrebbe essere quello di  legare una quota dei diritti televisivi ai ricavi da biglietti e introdurre altri meccanismi che rendano il settore guidato più da leciti obiettivi economici e meno da obiettivi politici. 

Mi sembra che manchi dalla discussione (a tratti surreale qui sopra) il fatto che il problema mica è che non si può andare allo stadio con i bambini, ma che sistematicamente città\strade\autogrill si blocchino per degli idioti, per non parlare della quantità di polizia necessaria a controllare che non si ammazzino fra di loro. Questo è un danno sociale a me, che di calcio non me ne frega proprio nulla. Semplicemente è assurdo che paghi in tasse e figure di merda all'estero il privilegio di un gruppo (a cui non appartengo) di divertirsi settimanalmente, fregandosene di leggi e diritti altrui. Dato che il danno sociale del fenomeno ultras è quantificabile nella differenza dai costi di polizia necessaria per mantenere la sicurezza in un normale evento di quella dimensione e quelli effettivamente sostenuti per le partite, si potrebbe pensare di far pagare questo costo ai responsabili. Tipo legando i costi dei biglietti (edit: leggendo il commento sotto ) tassando la vendità dei diritti di una partita lengandola alla probabilità di scontro della partita. E se questo porta a zero i posti-partite venduti-e in cambio di zero scontri chissà che non si possano tagliare due tasse e compensare per bacarini e televisioni che non ci guadagnano più :) 

Se vogliamo seguire un approccio da economisti alla questione, mi sembra si potrebbe prendere anche un' altra strada: la questione dell' inefficienza e della riduzione di offerta da parte del monopolista; il monopolista in questione è lo stato italiano, che prima si rende monopolista dell' uso legale della coazione fisica, poi se la fa pagare comunque, la usi o no, e poi non la usa quando dovrebbe e la usa quando non dovrebbe (vedere caso Aldrovandi, for instance); ieri abbiamo assistito DENTRO LO STADIO ad el Sharawi (credo) che andava a parlamentare col capo ultrà, e ne strappava l' imperiale placet, probabilmente dopo avergli chiesto "do you ringo ?". Lo Stato c' era, nelle persone del capo del governo e del presidente del Senato, mentre gli steward, piccolo vezzo di italico scopiazzamento dell' Inghilterra, probabilmente si erano (giustamente) dileguati. Mi risulta che in UK, oltre agli steward, abbiano richiamato dall' Ulster qualche squadra di anti-terrorismo ad insegnare l' educazione agli hooligans a suon di ossa spaccate, ecchimosi e molari frantumati. Morale della favola: mi si dice che gli hooligans disturbino solo in continente, mentre in madrepatria sono impassibili come baronetti. Da noi: Roma-Galatasaray di non so quando: i turchi gonfiano in diretta tv un celerino rimasto isolato: conseguenze ? Nada ! Sono sicuro che, se fosse avvenuto il reciproco ad Istanbul, Totti tutt' oggi dovrebbe solo sperare che un secondino sadico lo voglia stuprare, per poter tornare vivo a casa; un altra partita Roma-non so cosa: Totti parlamenta col capo facinorosi per avere il via alla partita. E dire che, in passato, un notissimo questore italiano aveva fatto fermare un treno di ultras in piena campagna e li aveva fatti scendere, tipo Forche Caudine, tra due cordoni di celerini che li manganellavano a dovere. Perchè, alla fine, i nostri eroi hanno fatto qualcosa che ad un liberista dovrebbe far ribollirre il sangue: interruzione di un normale atto di commercio libero e volontario tra x mila spettatori e 22 bambini viziati in mutande. Queste cose andrebbero punite, subito e chiaramente ovunque e comunque avvengano. Invece: 2 soggetti (perchè spesso la polizia parlamenta o consente che si parlamenti), di cui uno teoricamente incomparabilmente più forte, parlamenta con x delinquenti "ché sennò spaccamo tutto". Ohibò: e se fossi il duopolio collusivo di Cournot ?

Ovviamente era Hamsik, non el Shaarawi, e difficilmente gli ha detto "do you Ringo ?".

Non è necessariamente vero che ad una elevata disponibilità di denaro corrisponda una ridotta propensione alla violenza. Nella città dove sono nato e cresciuto (Napoli) chi ha più disponibilità di quattrini sono i camorristi.

Tassare i biglietti può avere invece un'altra giustificazione: se mantenere l'ordine pubblico in un evento sportivo ha un costo, è giusto che il costo lo paghi chi all'evento assiste piuttosto che chi non vi assiste , cioè la generalità dei contribuenti.

 

 

è giusto che il costo lo paghi chi all'evento assiste piuttosto che chi non vi assiste

 

Ora pongo un dilemma da "quesito della Susi": le forze dell'ordine presenti ieri a San Siro come vanno considerate? Spettatori o ordine pubblico?

Io direi "spettatori", dato che hanno guardato senza muovere un dito che un tifoso entrasse in campo, arrivasse al centro dello stesso, dialogasse con i giocatori (e se non lo accompagnavano fuori i giocatori stessi probabilmente stava ancora lì adesso). Quindi, secondo me, dovrebbero pagare...magari con la loro paga di ieri sera.

Oppure, se li consideriamo ordine pubblico, allora direi che andrebbero licenziati.

Faccio notare che la stessa cosa era successa nel famoso derby del 6-0 del 2011. In 13 anni non è cambiato nulla.

Il giorno che, invece di un fesso malato di protagonismo, scenderà in campo un Parche armato di coltello e di cattive intenzioni sono sicuro che ci sarà sommo stupore tra le forze dell'ordine e che immediatamente, per impedire nuovi casi, si istituirà la tessera dello zio del tifoso in aggiunta a quella del tifoso e, in aggiunta ai tornelli, per entrare bisognerà anche ballare il Limbo.

Tutto il necessario purchè le nostre amate forze dell'ordine si possano godere la partita in santa pace allo stadio, mica che si debbano mettere a perquisire gli ultrà o dare le spalle al campo come negli altri sciocchi paesi europei.

ultimamente il blog e' particolarmente moscio. il post e' per farci fare quattro risate?

Massimo e Tommaso hanno introdotto il concetto che volevo proporre io: il costo della sicurezza negli stadi e fuori, legati ad eventi sportivi.

Credo che semplicemente, invece di tassare il biglietto, da parte dello Stato basterebbe semplicemente presentare ai club il costo dell'uso delle forze dell'Ordine, ogni settimana. E non solo il personale, con trasferte e straordinari, ma anche il conto dei danni, dei feriti.

Tra l'altro sul tema chiedo informazioni, perché proprio non so cosa succeda oggi. Per me sarebbe giusto che chi causa un costo lo paghi (il concetto di tassa) e non credo che oggi in Italia il costo della sicurezza pubblica lo paghino i Club. Come funziona in altre realtà?

È chiaro che la sicurezza privata la pagano i Club e che in un contesto ordinato questo costo è modesto. Ma in presenza di tifoseria organizzata violenta, serve la professionalità della forza pubblica. Se questo costo fosse addebitato al Club esso si riverserebbe sul costo del biglietto, dell'abbonamento e sulle altre fonti di incasso (diritti TV) ed i Club sarebbero comunque invogliati ad investire per diminuire l'impatto della violenza negli stadi (procedure sicure di accesso, telecamere). Infatti non è di immagine far vedere in TV a milioni di spettatori casi di violenza negli stadi.

Vero che in questo modo la violenza si trasferisce fuori dagli stadi ma anche in questo caso il conto verrebbe trasferito al Club, i quali dorebbero allora fare i conti con la propria tifoseria organizzata.

In fondo si parla di esternalità e trasferire ai Club il costo della pubblica sicurezza è un modo per eliminare una notevole esternalità.

i costi di sicurezza dovrebbero essere tutto sommato piuttosto bassi e tali da non modificare l'equazione. Anche i danni inflitti dovrebbero essere piuttosto limitati nel complesso se si fa una stima ad occhio. Peraltro il numero di incidenti, come gli spettatori, è in costante flessione.  Imputare i costi direttamente al club sarebbe una cosa opportuna (come anche ridurre i contributi pubblici) ma non cambierebbe molto la popolazione dedita al vandalismo che frequenta gli stadi che pare abbia oltre a una domanda rigida rispetto al prezzo del biglietto anche abbondanza di tempo libero da dedicare per le trasferte e per organizzarsi.

I risultati sportivi ed il costo dei biglietti sono correlati ? A vedere le medie postate da Francesco Lovecchio (thanks !) sembrerebbe di sì, eppure non sento e leggo lamenti in tal senso.

Allora io credo che, dati alla mano, siamo in un bel loop: i biglietti costano poco perchè lo spettacolo offerto è scadente (legge domanda e offerta), la Juventus riempie bene il suo stadio perchè lo spettacolo offerto è decente, si vede bene da tutti i settori dello stadio, il servizio d'ordine sembra essere efficiente, ed in occasioni particolari i costi del biglietto sono anche abbastanza elevati.

Allora si può tranquillamente affermare che si può aumentare il costo del biglietto del settore "popolari", che, ricordo, è quello da cui si vede peggio, perchè vedi bene al 50%, anche per escludere chi allo stadio va per altri motivi, essendo disinteressato allo spettacolo "calcio", ma poi, appunto, devi fornire uno spettacolo degno di tal nome.

E che la concorrenza della TV è fortissima, essendo il costo di visione dello spettacolo molto basso, e migliore la visuale (per i commentatori è sufficiente togliere il volume), quindi chi è interessato allo spettacolo calcio ha un trade off fra : stadio/violenza/pessimavisuale e TV/comodità/sefaschifocambiocanale, inutile dire chi vince, inseriamo adesso il costo biglietto elevato e presupponiamo la scomparsa della violenza, adesso avremo: stadio/costobiglietto/emozioni/visuale contro TV/comodità/sefaschifocambiocanale, è evidente che la discriminante diventa lo spettacolo.

Io continuo a pensare che sia meglio chiudere questi sport minori.

 

Io continuo a pensare che sia meglio chiudere questi sport minori.

 

sono d'accordo. Se per un anno si togliesse dalle tv di stato il calcio per sostituirlo con la il rugby e la pallamano risolveremmo molti dei problemi nazionali.

I tifosi teppisti pronti a far danni, quelli che in UK negli anni 80 venivano chiamati Hooligans, non si fanno problemi a pagare 100€ per lo stadio, per loro la partita della domenica (o sabato) è tutto nella vita. Come esempio si prendano proprio gli Hooligans inglesi: per moda vestivano solo con costosi capi firmati e si sputtanavano lo stipendio tra vestiti, birra e biglietti dello stadio. Non è quindi un problema di costi, è un problema di pene. Non è possibile che un teppista metta a ferro e fuoco una città, filmato ed identificato, si pigli come pena il DASPO con per es. un anno a vedere la partita in caserma dei CC quando gli va male. Bisogna punire, come si fece in UK, con la reclusione, non come accadrà a  Genny a Carogna che se la caverà con poco se non niente.

...è forse l'unico innocente, maglietta a parte, visto che non ha fatto alcuna violenza (almeno a quello che sappiamo oggi), anzi ha calmato la curva dei tifosi napoletani, ovvero, secondo alcune ricostruzioni, ha consentito che ci fosse uno svolgimento della partita senza alcuna violenza dentro lo stadio.

Condannarlo a prescindere sembra troppo, onestamente. Ricordiamo che tutto è nato da un capo ultrà romanista, tale "Gastone" che nulla aveva a che vedere con la partita, e che girava armato di una 7,65 nei pressi dello stadio.

"Chi tra voi ama il calcio ma non va allo stadio si chieda se sarebbe disposto a pagare, non so, 150 euro una volta all'anno per andare in curva coi bambini (immaginiamo che i bambini entrino gratis) se le curve fossero luoghi sicuri e le partite simili a feste dello sport. Questo richiede probabilmente stadi migliori, magari più piccoli per poterli riempire meglio con minor pubblico a prezzi più alti."

 

Semplicemente le curve non valgono quei soldi. Chi ama il calcio e può spendere cifre di un certo tipo va in tribuna.

 

In UK sono riusciti a debellare la piaga degli hooligans con misure strettamente "penali", è decisamente semplicistico e utopistico pensare che bastino ragioni economiche per fare altrettanto qui in Italia. Specialmente quando i teppisti (quella del tifo è evidentemente solo una scusa) vanno a tirare bombe carta a chilometri di distanza dallo stadio...

Si potrebbe imporre una caparra in aggiunta al biglietto che verrebbe restituita in caso vada tutto bene, se si verificano episodi negativi essa verrebbe persa in tutto o in parte.

Ad esempio si paga una caparra di 20€ quando si acquista un biglietto se si verifica un lancio di oggetti se ne perdono 10 se si verifica un invasione di campo non autorizzata si perde tutto.

Eventualmente si potrebbe far perdere il denaro solo a chi stava nelle aree dello stadio, la curva, in cui si è verificato l'evento negativo.

Cosi sarebbero gli stessi tifosi che per non svenarsi imporrebbero un minimo di rispetto delle regole.

Qui, il sommario di un articolo che pare in linea con la tesi di Giulio: gli hoolingans danneggiano il successo economico dei club.

L'idea di escludere i poveracci dallo stadio, perché "le statistiche" dicono che tra i facinorosi, i più sono poveracci. Ho letto anche tutti gli interventi, e riassumo il mio pensiero in un unico post. Per mio giudizio, la soluzione proposta (oltre a  essere un po' odiosa) non funzionerebbe. Portando il prezzo base del biglietto a 120€, oltre  a provocare proteste, si otterrebbe il risultato di avere lo stadio semi-vuoto. Le partite vengono trasmesse in TV, in HD con 20 telecamere, e si possono vedere bene da casa gratis o quasi-gratis. Chi li paga 120€ per andare allo stadio? Anche oscurando le TV (ma la quota maggiore degli introiti viene dai diritti TV) non ci andrebbe nessuno. Il paragone col Barcellona è improponibile e (almeno in parte) sbagliato, come dice la tabella dei prezzi del Barcellona pubblicata sotto. Io sono stato a vedere una semifinale di Copa del Rey al Camp Nou con 30€. Ma se anche fosse vero, il paragone è improponibile perché il Barcellona ha un pubblico di "turisti del futbòl" che vanno a vedere il Barca una volta nella vita, come si va a vedere il Louvre, e che è tanto numeroso da riempire una anellata dello stadio. Il pubblico di qualsiasi squadra non-Barcellona, invece, è del tutto privo di occasionali ed è composto tutto da abituali. Per questi, i 120€ del biglietto sarebbero una spesa da ripetere per ogni partita della loro squadra, una volta ogni 3 giorni.  Ben pochi potrebbero permetterselo, ancora meno se gli appassionati vanno allo stadio con tutta la famiglia. Ma le società non possono permettersi stadi semi-vuoti. Non per ragioni di incasso (la TV vale di più) ma perché la cornice di pubblico che assiste allo spettacolo fa parte dello spettacolo. Se allo stadio non andasse nessuno, le società dovrebebro pagare delle comparse per avere quel servizio che gli forniscono, pagando, i tifosi.

La soluzione al problema emerso in tutta la sua evidenza nella finale di coppa italia, secondo me ( e di molti altri problemi di questo paese..) si chiama principio di responsabilità individuale. Non collettiva: individuale. Non della società, che paga la multa, no, del facinoroso; e non del "gruppo", ma proprio di quello lì, con quel nome e cognome. Che deve pagare di tasca sua la multa, più i danni eventuali, essere interdetto e punito, personalmente e severamente. In pratica: non inquadrare mai in TV, per nessun motivo, a'carogna di turno, non farlo parlare con Hamsik, ignorarlo, e fargli tante belle foto con lo zoom. Aspettare il giorno dopo, andarlo a prendere a casa, quando è SOLO, arrestarlo e fargli passare la voglia. Fondamentale è che sia SOLO, e che sia inquadrato da solo nelle foto. E' la "soluzione inglese" al problema Hooligans, che fu elaborata e messa in pratica dopo la strage di Sheffiled del 1989, e che è riassunta nel Rapporto Taylor. http://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_Taylor

La strada prevede molte cose, tra queste c'è anche un ritocco del prezzo dei biglietti, come discusso qui. Ma il principio centrale è: posti a sedere per tutti, biglietto comprato con documento e associato a una seduta, obbligo di stare seduti al proprio posto per tutta la durata dello spettacolo. Come a Teatro. E ovviamente, sanzioni certe e personali per chi contravviene, anche semplicemente alzandosi in piedi.

prendere i criminali, processarli e condannarli sembra un sistema molto più efficace che non introdurre l'ennesima tassa ad hoc. Mi raccomando, non suggerite la tassa sulla violenza al governo Renzi, ci sono buone possibilità che venga introdotta!

 

 

per assistere (se pur dalla curva, che comunque all'Olimpico di Roma è bella comoda) 

 

Perdonami,evidentemente non sei un frequentatore di stadi. la curva dell'olimpico è uno dei posti peggiori in Italia da dove vedere una partita.se si è interessati alla partita ovviamente.

Alzare il prezzo dei biglietti svuoterebbe ulteriormente gli stadi, e non certo degli ultras. Numerosi gruppi ultras hanno legami con la criminalità, inoltre il loro potere di ricatto nei confronti delle società è enorme. Basti citare la storia dell anorma sulla discriminazione territoriale e di come le istituzioni abbiano dovuto fare rapidamente marcia indietro per poter terminare il campionato.

Il problema è di ordine pubblico e come tale va trattato.

Carissimi,

l'articolo fa senza dubbio un ragionamento logico così come lo sono tutti i commenti riportati successivamente. Inoltre è davvero piacevole "ripassare" qualche concetto di teoria economica e specialmente se questi sono applicati ad un caso concreto come quello in discussione.

Vorrei però far presente che in molti casi gli ultras non pagano il biglietto (almeno i cosidetti "capi ultras").. Spesso sono infatti le stesse società calcistiche che pensano al rimborso del viaggio (se in trasferta), coreografie, ticket, ecc. dei gruppi di tifoseria organizzata (almeno questo è quello che ho potuto dedurre quando qualche anno fa mi recavo spesso allo stadio).

In codesto caso, l'articolo sopra riportato, per quanto utile al fine di aprire la discussione sul tema in oggetto, propone sicuramente una soluzione errata semplicemente perchè per quanto il prezzo del biglietto sia alto, quelle frange violente che vorremmo eliminare dallo stadio potrebbero lo stesso entrare in quanto non sono loro a pagare il biglietto :)

 

Un caro saluto a tutti.

 

Salve a tutti, a mio modesto parere non credo sia il prezzo del biglietto ad incidere sulla "qualità" ed "educazione" delle tifoserie.

Io abito a Treviso e spesso  vado a vedere partite di Rugby, sia partite di campionato che di Celtic League (Lega tra le migliori squadre Italiane, scozzesi, irlandesi e gallesi) i biglietti costano sui 25 - 15 euro, non ci sono barriere tra tifoserie che anzi sono spesso mischiate, alla fine della partita si festeggia il terzo tempo con birra e salcicce e spesso i bimbi giocano a bordo campo. Ergo non credo sia un problema di prezzo ma un problema di cultura legata al soccer.

Il probema posto da Zanella, facendo il punto dopo varie discussioni, a me pare interessante. La criminalità individuale di per se' non è aggedibile tramite meccanismi di mercato (non si puo' mettere una tassa sull'omicidio o imporre un prezzo alto per quell'atto). Repressione e prevenzione sono le misure standard.

Ma qui siamo in presenza di una criminalità di gruppo (un fenomeno associativo) che crea costi sociali ed individuali.  A loro volta questi costi influiscono  sul bilancio dello stato e/o sul bilancio delle società sportive. Solo la repressione (doverosa) può arginare il fenomeno oppure agendo sui prezzi negli stadi si puo' aggiungere un ulteriore stimolo al contrasto di questi comportamenti collettivi?

Io penso che il mercato possa fare qualche cosa, ma forse non nella forma ipotizzata da Giulio. Se ci sono persone che vogliono sfogarsi in modo violento (questo il lato della domanda) sarebbe bene che ci fosse un'adeguata offerta. Penso per esempio a questi casi. Vedo che con 35 euro, piùdei 20 euro della curva ma meno dei 120 ipotizzati nell'articolo di Giulio, uno può sfogarsi un'ora. Magari potremmo pensare, sempre sul lato dell'offerta, a situazioni in cui è possibile sfogarsi in gruppo, sotto la guida di un capobranco.  Cercando in rete è saltato fuori anche questo racconto di Rodari.

Ecco, questa credo possa essere una risposta di mercato.

Se ci fossero i biglietti a 100€ secondo me sarebbe ingiusto perché: il prezzo non rifletterebbe il servizio che hai al interno dello stadio (voi parlate di Spagna e Germania ma vi ricordo che hanno stadi molto più belli di quelli italiani con servizi al loro interno molto migliori, tali da giustificare il prezzo deu biglietti).

seconda cosa: se ci fosse un biglietto da 100€ in curva in Italia , rimarrebbero escluse tutte quelle brave persone che non avendo reddito alto non potranno più andare a vedere le partite!

Gradirei una risposta da parte vostra in merito a queste 2 problematiche che ho appena sollevato.