Speriamo che i ricchi diventino ancora più ricchi

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Praticamente metà degli americani non paga tasse sul reddito. E tre quarti dei nuclei familiari arriva, al massimo, ad un’aliquota marginale del 15%. In questo sistema l’84% dei $1.4 trilioni di entrate dalla tassa sul reddito viene pagato solo dal 20% più ricco, gente che guadagna almeno $10,000 al mese. Per questo la social democrazia di Bernie Sanders non trova spazio negli USA.


L’Internal Revenue Service (IRS), il fisco americano, ha pubblicato da poco i moduli per il pagamento delle income taxes del 2015. Non sono un esperto di tasse ma mi ha sempre incuriosito scoprire quanto pagano gli americani. Naturalmente sappiamo che il governo federale (centrale) statunitense riceve un totale di entrate fiscali di $3 trilioni (dati 2014). Di questi il grosso sono proprio income taxes: $1.4 trilioni, pari al 42% della torta. Un altro 40% sono le payroll taxes che vanno a pagare la social insurance. Le corporate taxes sono solo $0.3 trilioni (un misero 10% del totale). Il resto sono tasse minori. Questo per quanto riguarda il governo federale. Poi ogni stato raccoglie soprattutto le sales taxes, mentre le città si tengono le property taxes.

Ma questi sono dati aggregati e a me interessa sapere quanto paga l’average Joe, l’americano medio. Qui le cose si fanno più complicate perché il tutto dipende non solo da quanto si guadagna, ma anche se marito e moglie dichiarano le tasse assieme, da quanti figli hanno, se hanno il mutuo, le spese sanitarie e una miriade di cosucce deducibili.

Per prima cosa, quanto guadagna l’americano medio? O più di preciso, quanto guadagna il nucleo familiare medio (il cosiddetto household), perché dal punto di vista fiscale il tutto si misura in nuclei familiari. Non ha importanza che ci siano oltre 300 milioni di americani, quello che importa al fisco è che la popolazione è raggruppata in 116 milioni di tax-paying households. Bene, l’household medio guadagna al lordo $67mila, ma come sappiamo la media viene fatta sommando il reddito di tutte le famiglie (Bill Gates e Warren Buffett inclusi) e dividendo per il numero di famiglie. Il dato medio può dare una versione un po’ distorta dell’average Joe ed è più indicato utilizzare il reddito dell’household mediano, che è $53mila: ossia, metà dei nuclei familiari americani guadagna meno di $53mila e metà guadagna di più di $53mila. Possiamo fare meglio e suddividere per quintili (dati US census 2014):

 

20% di famiglie

 
 

40% di famiglie

 
 

60% di famiglie

 
 

80% di famiglie

 
 

95% di famiglie

 
 

fino a $21,432

 
 

fino a $41,186

 
 

fino a $68,212

 
 

fino a $112,262

 
 

fino a $206,568

 

Il 20% delle famiglie americane guadagna meno di $21mila, il 40% guadagna meno di $41mila, il 60% guadagna meno di $68mila, l’80% guadagna meno di $112mila, il 95% guadagna meno di $206mila, e il 5% più ricco guadagna su su su, fino ai bilionari.

Ora, sapere quanto pagano di tasse in ogni scaglione è un po’ più complicato perché appunto non sappiamo se il nostro average Joe che guadagna $53mila è sposato, se ha figli, eccetera … Il census americano fornisce dati sui nuclei familiari: il 48% è sposato, in media ci sono 1.8 figli per coppia, e così via. Ma queste caratteristiche del nucleo familiare sono sparpagliate lungo la distribuzione del reddito. A prescindere, questi particolari alla fine non hanno un grosso peso perché, da come scopriremo, il fisco americano è assai generoso a questi livelli di reddito.

Il modulo 1040 per la dichiarazione dei redditi funziona così: per scoprire il reddito tassabile partendo dal reddito lordo dichiarato ci sono una serie di possibili detrazioni che tralascierò per concetrarmi sulle due principali: la standard deduction e la exemption. Il reddito lordo non è tutto tassabile, difatti si può sottrarre la standard deduction di $12,600 per coppie (e $6,300 per singoli). Non è finita qua, perché poi si possono sottrarre le exemptions, e cioè $4,000 per ogni membro del nucleo familiare. Il singolo sottrae altri $4,000; la coppia senza figli $8,000, la coppia con un figlio a carico $12,000; la coppia con due figli $16,000; la coppia con tre figli $20,000 e mi fermo qui.

Allora, prendiamo il nostro average Joe che guadagna con la moglie $53,000 in lordo. Sottraiamo $12,600 di standard deduction, e $16,000 di exemption (arrotondo a 2 gli 1.8 figli della media americana). Scopriamo che il suo reddito tassabile finisce per essere $24,400 (53 meno 12.6 meno 16). E quante tasse paga il nostro average Joe? Dopo mi soffermo sulle aliquote marginali americane, ma per arrivare subito al dunque, secondo la tabella fiscale di questo anno, con $24,400 di reddito tassabile la income tax è $2,741. E il nostro average Joe le paga? No! Il fisco americano ti fa una sorpresa perché una volta che hai scoperto quanto devi pagare, ora puoi dedurre il child tax credit, ovvero togli altri $1000 per ogni figlio che hai. Quindi il nostro average Joe con due figli a carico sottrae $2,000 e paga solo $741 di tasse. Se ha tre figli non paga un bel niente. Su $53,482 lordi, una famiglia tipica paga $741 all’anno, e cioè il 1,4% scarso, praticamente nulla.

Ora, magari il vicino di casa senza moglie e figli che guadagna solo $41,000 lordi finisce per pagare di più: $41,000 lordi meno $6300 di standard deduction (per il single) e meno solo $4000 di exemption, si arriva a $30,700 di reddito tassabile che equivale a $4,043 di income tax, il 9,9% del lordo. Quindi è difficile dire che tutti quelli che guadagnano meno di $53,000 non pagano le tasse, ma la percentuale di coppie è considerevole, in più la media di due bimbi per famiglia non è fantascienza. Insomma, pressapoco metà degli americani non deve praticamente neanche pagare l’income tax. Se i più poveri non pagano e, da quel che abbiamo visto, nemmeno il ceto medio-basso (la lower-middle class) paga, chi li paga questi $1.4 trillion di income tax?

Guardiamo all’altro vicino di casa di average Joe, quello a capo della famiglia che guadagna in lordo $68,200 all’anno, meglio del 60% dei nuclei familiari americani. Detraiamo la standard deduction di $12,600 per la coppia, e $16,000 di exemptions (diciamo che anche lui ha moglie e due figli): il reddito tassabile diventa $49,600. La tabella del fisco indica $6,514 di tasse, meno $2,000 di child tax credit e siamo a $4,514, e cioè solo il 6,6% del lordo. Ma che aliquote marginali vengono utilizzate per determinare queste tabelle fiscali? Per il 2015 queste:

 

Tax Rate

 
 

Single

 
 

Coppia

 
 

10%

 
 

$1 - $9,225

 
 

$1 - $18,450

 
 

15%

 
 

$9,226-$37,450

 
 

$18,451-$74,900

 
 

25%

 
 

$37,451-$90,750

 
 

$74,901-$151,200

 
 

28%

 
 

$90,751-$189,300

 
 

$151,201-$230,450

 
 

33%

 
 

$189,301-$411,500

 
 

$230,451-$411,500

 
 

35%

 
 

$411,501-$413,200

 
 

$411,501-$464,850

 
 

39.60%

 
 

oltre $413,200

 
 

oltre $464,850

 

Ricapitolando, la coppia con due figli che guadagna $68,200 di lordo, e di questi $49,600 sono tassabili, deve pagare il 10% sui primi $18,450, e sul rimanente $31,150 paga il 15%. In sostanza tutta queste aliquote che vanno su (25%, 28%, 33%, 35%, 39.6%) non toccano minimamente la maggior parte degli americani, dato che una famiglia tipica, sopra il 60% delle altre e sotto il top 20%, al massimo paga una tassa marginale del 15% (e come abbiamo visto una tassa media del 6,6%).

Infatti lo scaglione dell’aliquota del 15% è talmente ampio che finisce per prendere dentro quasi tutto il quarto quintile. Guardiamo a quella modesta famiglia che guadagna $112,262, un misero $9,355 al mese, al di sopra dell’80% dei nuclei familiari americani. Qui siamo nel ceto medio-alto (upper-middle class). Togliamo i canonici $12,600 di standard deduction e i $16,000 di exemption per famiglia tipica: il reddito tassabile è di $83,662. Di questi, i primi $18,450 sono tassati al 10%, e quasi tutto il resto al 15%. Solo gli ultimi $8,762 vengono tassati allo scaglione del 25%. Il totale di tasse è $12,506 meno i $2,000 di child tax credit siamo a $10,506, una tassa media solo del 9,4% rispetto al lordo! 

In sintesi, la stragrande maggioranza dei nuclei familiari americani (l’80%) raramente vede un’aliquota marginale oltre il 15%. Per questo mi viene da ridere pensando al dibattito elettorale per le primarie repubblicane, quando, prendendo fiato dalla caccia al mussulmano, ogni candidato presentava il suo programma fiscale con una flat tax che si aggirava sul 14.5%. Per la vasta maggioranza dell’elettorato si tratta quasi quasi di un aumento delle tasse!

In sintesi, gli americani più poveri (quelli con un reddito equivalente alla media italiana) ovviamente pagano zero tasse, ma praticamente anche il ceto medio-basso non ha tasse da pagare. Il ceto medio-alto al massimo vede delle aliquote al 10% e 15%. In sostanza è solo il 20% più ricco che paga praticamente quasi tutti i $1.4 trilioni di income tax. Questi sono i miei calcoli a spanne visti da un capo famiglia con modulo 1040 in mano, ma i dati aggregati combaciano. Secondo il Wall Street Journal ecco in che proporzioni vengono pagati gli $1.4 trilioni per quintili di reddito, ossia i vari ceti (stima 2014):

 

Quintili

 
 

Fascia di reddito

 
 

Quota del totale versato

 
 

poveri

 
 

$0-$24,200

 
 

-2.2%

 
 

ceto medio-basso

 
 

$24,200-$47,300

 
 

-1.0%

 
 

ceto medio

 
 

$47,300-$79,500

 
 

5.9%

 
 

ceto medio-alto

 
 

$79,500-$134,300

 
 

13.4%

 
 

ricchi

 
 

Sopra $134,300

 
 

83.9%

 

I numeri negativi per il 40% meno abbiente risultano dal fatto che il congresso americano ha deciso di incanalare alcuni benefici tramite l’income tax, forse per incentivare a dichiarare il reddito comunque o a lavorare comunque. In sostanza, tramite altre deductions non discusse in questo articolo (tipo l’Earned Income Tax Credit) l’IRS ti manda un assegno. Non solo un risarcimento di tasse pre pagate, ma proprio soldi in più.

Ma torniamo ai ricchi, quel 20% della popolazione che guadagna il 50% del reddito nazionale e che paga l’84% del totale delle tasse sul reddito versate. E pensiamo agli allarmi lanciati da Bernie Sanders, che ci avverte che il divario tra ricchi e poveri è il più elevato dagli anni ‘20. Se riflettiamo un secondo su cosa passa per la testa al nostro average Joe mentre compila il modulo 1040, ci rendiamo conto che un politico social democratico, come si auto definisce Sanders, non ha futuro negli Stati Uniti. È relegato ad essere una macchietta dovuta ad una dose di carisma personale aplificata dal rapporto energia-età, ma non c’è proprio spazio per questo tipo di idee. Lo slogan social-democratico del “dagli al ricco” può funzionare in Europa dove il peso fiscale ricade sopra le spalle del ceto medio-basso. Ma negli Stati Uniti l‘80% della popolazione è un free rider sulla groppa del 20% più ricco.

Non solo, ci sono delle esternalità positive ad avere tutti questi ricconi. Pensiamo alla Google car di Page e Brin che darà la possibilità al nostro average Joe di avere l’autista personale. Pensiamo a Bezos e Musk che, indipendentemente, hanno fatto atterrare un razzo in verticale, consentendo enormi risparmi per il settore spaziale, inaugurando una nuova sfera di crescita economica con benefici per tutti. Pensiamo alle auto elettriche di Musk, alla filantropia di Gates, a Trump che fa venire alla luce del sole tutto il razzismo americano, e così via. Oltre a queste esternalità positive i ricchi pagano il conto per tutti.

Sotto questo profilo l’America è un paese unico. Si gode di un apparato pubblico di ottimo livello che è alla base di un sistema che dà opportunità di crescita impensabili anche agli ultimi arrivati. E tutto questo viene pagato dal quinto più ricco della popolazione, mentre le decisioni su come amministrare il bene pubblico vengono prese dalla maggioranza. Allora qui bisogna fare una considerazione: speriamo che i ricchi diventino ancora più ricchi, perchè in questo sistema vuol dire non solo niente tasse per il ceto medio basso, ma ormai anche sempre meno tasse anche per il ceto medio alto.

Tutto ciò ha un che di surreale. Come è possibile che i ricchi e potenti decidano di tirare la carretta per tutti? In effetti, come indica questo recente articolo del New York Times, il sistema fiscale americano è progressivo fino ad un certo punto. La partita si gioca all’interno del top 20% (vedi tabella WSJ): tra il 19% di famiglie che guadagnano tra un $120mila a un $600mila all’anno (un 62 milioni di americani), e il top 1% (3 milioni di cittadini o circa 1,2 milioni di famiglie). In realtà il problema non è nemmeno il top 1%, ma il top 0.1% e forse il top 0.05%, ossia fra le 100mila e le 50mila famiglie di multi milionari (e i bilionari) che usufruiscono di scappatoie fiscali costruite ad hoc a suon di lobbying. Sono queste scappatoie fiscali, disegnate chiaramente per famiglie con redditi almeno multi-milionari, che consentono loro di pagare tax rates da average Joe. Per questo Bernie Sanders che dichiara con la moglie $200mila di reddito, e che è costretto a pagare un’aliquota marginale del 28%, ce l’ha a morte con i super ricchi che non tirano la carretta quanto lui. Ma è una battaglia tra alcuni milioni di ricchi come Sanders e qualche decina di migliaia di uber ricchi come i tizi menzionati nell’articolo del New York Times. Una questione importante, sia chiaro, e che fa molto discutere (alla fine tutta l'attenzione mediatica ottenuta da Piketty e soci con i loro scritti si deve proprio alla presenza di queste scappatoie fiscali per quelle poche decine di migliaia di uber ricchi) ma, occorre riconoscerlo, è improbabile assai che questa possa diventare la questione fondamentale su cui l'altro 80% delle famiglie concentra le proprie decisioni di voto. 

Pur tenendo conto di questa ingiustizia degli straricchi nei confronti dei ricchi, rimane il fatto che la stragrande maggioranza degli americani, anche se con redditi da capogiro quando confrontati a quelli italiani, pagano delle tasse irrisorie sul proprio reddito. Questo perché la distribuzione di reddito non è un gioco a somma zero, dove se uno diventa ricco è a scapito del povero. Con questo sistema fiscale è vero il contrario.

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Commenti

Ci sono 49 commenti

Sono andato a vedere cosa significa payrolle taxes e mi sembra che siano prelievi che andrebbero aggiunti da una parte alle tasse sul reddito, dall'altra alle tasse sulle società, un pò come i contributi (cuneo fiscale?) che qui da noi datore di lavoro e dipendente pagano sui salari. Ho capito bene? Se questo è vero, visto che ammontano al 40% delle entrate, andrebbero messe nel conto.

Si, ci sono anche le payroll taxes, stabilite dal Federal Insurance Contribution Act per finanziare la Social Security e il Medicare. Credo siano al 6.2% applicabili per i primi $118,000 guadagnati, e per questo e' una tassa addirittura regressiva (piu' ricco sei meno incide)

è un gran bel gesto romantico, proprio come un mazzo di rose,  sempre che si possa parlare di romanticismo nell'arido mondo delle tasse. denota una buona volontà di pagare il dovuto anche da parte dell'amministrazione. non gli italici ammiccamenti sulle  amplissime possibilità di scassinare il nostro sistema, solo il dovuto...

che io ricordi, certi assegni della banca d'italia per crediti di imposta arrivavano fino a una dozzina di anni fa, però in ritardo medio di 7/8 anni.

(btw: si detrae dalle tasse, si deduce dall'imponibile)

Si detrae dalle "imposte"

Ottimo articolo, grazie!

Ecco cosa succede quando un sistema giuridico prevede innanzitutto di difendere il diritto alla sopravvivenza (atto dei diritti inalienabili). Quello italiano, invece, rende al parlamento qualunque arbitrio, il quale infatti pregiudica la sopravvivenza col fisco.

Una precisazione: confondi il termine "detraibili" con "deducibili". E' un ottimo articolo, perciò ti suggerisco di correggerelo.

Suggerirei di dettagliare meglio quelle che definisci "scappatoie fiscali ad hoc" per i super ricchi. Altrimenti, restano una chiacchera.

Un'altra necessità: per quanto concerne il "fisco negativo", non penso si tratti di una aliquota negativa sul reddito come suggerito da Milton Freedman (che licenzierebbe il "reddito di cittadinanza" del M5S). E neanche di una "iniziativa" dell'IRS. Penso si tratti degli aiuti alle famiglie con membri andicappati, originati da leggi specifiche.

Infine: penso che gli stati usufruiscano a loro volta di quote di income tax.

Ultima precisazione che sarebbe necessario aggiungere: il termine "tax" in Inglese significa "imposta", non "tassa" (fee).

 

Ho cambiato detraibili con deducibili come suggerito. Grazie.

Riguardo le scappatoie ci vorrebbe un articolo a parte, ma il link al NYT e' abbastanza per non renderla proprio una chiacchiera.

Sul fisco "negativo", se inendi l'assegno che arriva dall'IRS, non e' un'aliquota negativa ma un sussidio che arriva quando guadagni pochissimo. Non e' un granche', e credo lo mettano per incentivare il lavoro, piuttosto che spendere di piu' in unemployment insurance ecc... Immagino sia cosi' ma di sicuro si trovano dettagli piu' accurati a riguardo.

Si' c'e' anche una income tax statale oltre che federale, ma e' molto meno e varia da stato in stato.

 La mia aliquota media è del 33%, ma se includo il 22% per la pensione accantonato dal datore di lavoro prima di erogare il mio lordo  (dal lordo ente o azienda al lordo dipendente) la mia aliquota va al 25%. I contributi al servizio sanitario sono bassi, credo 300 al mese, perché il servizio sanitario è finanziato sulla fiscalità generale. Supponendo di non avere il servizio sanitario nazionale (SSN), dovrei  spendere per me e famiglia, per avere una copertura simile a quella del SSN  non meno di 800 euro/mese. Se detraggo questo dalle tasse arrivo a una tassazione  di circa il 15%.  Difficile confrontare sistemi completamente diversi.

articolo molto bello. volevo chiedere come influisce su questo lo stato sociale. Insomma in Europa con le imposte si pagano scuola, sanita', mentre il cittadino americano deve "tassarsi" dal netto per pagarsi un'assicurazione medica e mandare i figli a scuola.

Diversi servizi sono statali, come per esempio l'istruzione, e ogni stato fa cassa soprattutto con le sales taxes, ma anche con una income tax statale, che e' molto meno di quella federale. Riguardo le spese mediche, a parte che poi in una certa misura si possono anche dedurre, riguardano il prezzo di un servizio privato. Comunque, se serve per fare un paragone con un sistema socialista, un'assicurazione medica spesso viene in parte pagata dal datore di lavoro e sull'impiegato puo' incidere pressapoco un $90 per membro del nucleo familiare. Con Obamacare un mio studente mi dice che paga $40 al mese di assicurazione medica, ma poi bisogna capire anche quanto assicura. 

C'è un errore di fondo piuttosto rilevante nell'analisi e cioè vi siete dimenticati che nella grande maggioranza degli stati dell'unione ci sono corpose state income tax.

 

E che l'equivalente dell'IMU in usa è eccezionalmente + alta che in italia (1% del valore di mercato aggiornato di frequente all'anno o +).

 

I servizi che in italia fornisce lo stato in usa li fornisce l'ente locale stato, non l'ente federale. La classe media dall'ente federale non vede niente (salvo over 65 medicare). Un nucleo famigliare di 2 quarantenni con 2 figli, paga le tasse federali e in cambio ha la guerra in iraq/afghanistan e basta.

 

In california la state income tax sopra 51500 lordi per nucleo famigliare è il 9.3%

 

La scuola la paghi con l'IMU, 2000-3000 l'anno per una casa normalissima (anche prima casa, quasi mai ci sono sconti a riguardo), molto di + in quartiere sopra media se vuoi scuole valide.

 

La sanità te la stai pagando da solo (il reddito è schiacciato dal fatto che te la paga il datore di lavoro, o paghi tu di tasca se libero professionista)

 

Il trasporto locale è imbarazzante in almneo il 90% degli stati uniti

 

Gli anziani sono trattati meglio, tra social security e medicare certo ottengono significativi ritorni dalle tasse pagate in precedenza. Ma la classe media in età di lavoro è violentata dal fisco anche in usa, e forse + che in europa, paga sì meno (ma non tanto meno quanto l'articolo vorrebbe far intendere) ma per ottenere oggettivamente quasi nulla.

E' vero che essendo un paese federale il grosso dei servizi percepiti nella quotidianita' di un cittadino sono finanziati da tasse locali (property tax) e statali (sales tax e in misura minore state income tax).

L'osservazione interessante e' quali sono questi servizi federali (dal governo centrale) che la middle class praticamente quasi non paga? La parte piu' massiccia della spesa federale e' social security, medicare, unemployment insurance, ma per questo c'e' appunto la payroll tax (che la middle class paga). Oltre a queste spese di social insurance, che prendono la meta' del budget, la spesa piu' grossa e' proprio la difesa, mi sembra sui $600 bilioni, "solo" un sesto del budget totale. 

In effetti quanto racconti sugli USA è molto vicino a quanto vivo io qui in Svizzera. Anche qui la disponibilità di elevati redditi fa si' che tutto sommato chi ha un reddito mediano paghi poco o nulla se ha una famiglia (anche qui l'imposizione è sul nucleo, non sull'individuo) con figli.

Ma questo equilibrio è possibile solo perché le spese dello stato sono basse. CH e USA viaggiano attorno ad un 30-35% di spesa pubblica su PIL (consolidato di spesa federale, statale e locale) ma cosa succederebbe se fossero a livello di Italia e Francia (50-55%)? I conti non tornerebbero piu' e bisognerebbe iniziare a tassare pesantemente il ceto medio alto e anche medio. O Medio basso, come in Italia. E visto che nemmeno cosi' si riesce a far quadrare il cerchio alla fine si fa deficit e si accumulano i debiti che sappiamo.

è la forte progressività della imposizione americana sul reddito, non il suo livello o la congruità coi servizi forniti.

almeno, io ho capito così.

Il problema è che la progressività descritta si riduce di molto negli stati con state income tax, e tenendo conto delle payroll taxes che hanno pure un cap relativamente in basso (117k usd).

 

Oltre al fatto che la sales tax esiste anche da loro, non ai livelli della VAT europea ma comunque per importi significativi (in doppia cifra % in vari stati), e anche quella riduce la progressività.

 

Il succo dell'articolo è "la classe media in america non è attratta dal socialismo di sanders (tizio che in realtà in europa sarebbe un politico mainstream di csx) perchè paga pochissime tasse". E questo è oggettivamente falso in molti stati, in molti stati la classe media lavoratrice (discorso diverso per gli over 65) è MASSACRATA DAL FISCO in usa.

 

articolo molto bello. volevo chiedere come influisce su questo lo stato sociale. Insomma in Europa con le imposte si pagano scuola, sanita', mentre il cittadino americano deve "tassarsi" dal netto per pagarsi un'assicurazione medica e mandare i figli a scuola.

La stragrande maggioranza degli americani manda i figli a scuola in scuole pubbliche gratuite, fino alle superiori, (gratis davvero - se sei di poco sotto al reddito mediano ti sussidiano in parte o completamente anche il costo di colazione e pranzo). e di poco piu' costose delle italiane all'universita'. I meritevoli invece vanno nelle scuole d'elite pagando solo quello ce la famiglia puo' permettersi. 

non credo sia lo scopo di questo articolo. Sistemi troppo diversi. Anche il discorso sulla spesa sanitaria regge poco, la incide per il 18-19% di PIL, e la spesa pubblica è circa il 40% ma copre sostanzialmente solo l'ospedalità, qui siamo al 7% circa con il SSN che copre praticamente tutto e la spesa pubblica sanitaria è il 75-77% del totale.

Cerchiamo di cogliere il meglio di ogni sistema e capirne le debolezze. Così facciamo cultura

Condivido le implicazioni dell'articolo, ma una mia semplice congettura è che le politiche di Sanders (e degli altri candidati) non sono dirette all'elettore mediano.

In primo luogo, l'elettore mediano non ha lo stesso reddito mediano del cittadino con diritto di voto. La partecipazione al voto cresce con il reddito, con l'età, e col grado di istruzione. Quindi, andrebbero scalate verso l'alto le considerazioni sul reddito dell'elettore mediano, sopratutto per l'elettore più suscettibile a cambiare voto, e cioè quello più informato e meno ideologicamente fedele.

Tuttavia, non è neanche questa la mia considerazione chiave, ma che i cadidati come Sanders  si rivolgono in questa fase non all'elettore mediano (generale o all'interno del proprio elettorato di riferimento), ma all'attivista e al donor.

L'attivita politico è uno dei motori fondamentali per ogni campagna elettorale, e il finanziatore ne è il carburante. L'attivista (dem o rep)  ha un reddito e un livello di istruzione significativamente superiore (ricordo di cifre intorno al 50% in più in termini di reddito) così come il finanziatore mediano (a memoria più del doppio).

In altri termini, in questa fase Sanders (così come pure un qualsiasi altro candidato rep o dem) si rivolge a un pubblico che non ha molto in comune con il cittadino che sta intorno alla mediana della distribuzione del reddito, ma a persone mediamente più istruite e con reddito significativamente più alto, e una abitazione abbastanza costosa da mantenere ma non proprio nei pressi delle migliori scuole pubbliche.

E’ da un sacco di tempo che non scrivo più’. Buon post per descrivere il sistema di tassazione americana. Tutto bene, secondo me, tranne il pistolotto iniziale che mi ha lasciato un po’ basito:

“In questo sistema l’84% dei $1.4 trilioni di entrate dalla tassa sul reddito viene pagato solo dal 20% più ricco, gente che guadagna almeno $10,000 al mese. Per questo la social democrazia di Bernie Sanders non trova spazio negli USA.”

 

Semmai e’ vero il contrario: proprio per questo Bernie Sanders si sta rivelando in maniera sorprendente un challenger per Hillary. E sta facendo una cosa epocale in termini di campaign financing in termini di numero di donazioni (2.5 milioni di persone negli Stati Uniti hanno gia’ donato soldi per la campagna di Bernie Sanders secondo le ultime notizie).

 

Ecco, secondo me, il perché’ facendo una semplice “back of the envelope computation” sul tuo articolo. I dati dicono che il 20% della popolazione con reddito più’ alto negli USA paga l’83.9% delle income taxes, quindi mi sembra di capire che hai calcolato: (tax rate_upper20 * Income_upper20)/(tax rate_national*Income_national) = 0.839

 

Ora, quanto e’ lo share di national income negli stati uniti che va a quelli che tu chiami “ricchi”? Cioè’ quanto e’   Income_upper20/Income_national?

 

Scusa se mi permetto di essere un po’ impreciso e approssimativo in maniera che va comunque contro la mia conclusione ma non ho tempo di trovare dati aggiornati adesso e non so neanche se ci sono. Ora secondo il database di Saez http://www.wid.world/#Database: sol0 per upper 10 della income distribution siamo a uno share del 49.85% nel 2014 

Nel 2005, secondo questo sito http://www.cbpp.org/research/poverty-and-inequality/a-guide-to-statistics-on-historical-trends-in-income-inequality eravamo al 57% di income share per il top 20%.

Quindi usando dati non aggiornati del 2005 e che vanno contro la mia conclusione (secondo me a naso income share per il 20% e’ andato su negli ultimi anni, ma potrei sbagliarmi) si può’ approssimare:  Income_upper20/Income_national = 0.57.

 

Ora cosa accade se divido il tuo numero 0.839 per 0.57? Trovo ovviamente tax rate_upper20/tax rate_national. Questo numero e’ 1.47. Cosa mi dice questo numero? Che in media i “ricchi” hanno un tax rate che e’ il 47% in più’ di un houshold medio negli Stati Uniti.

Ma quanto fanno i “ricchi” di income in più’ dell’household medio?

Tre comparisons (la seconda e' la piu' rilevante, but still):

1) Prendi l’income del “ricco più’ sfigato” quello che delinea l’upper top 20% household e secondo i tuoi dati e’ $134,300. Prendo l’income dell’household medio secondo i tuoi dati e’ $67,000.

134,300/67,000 = 2

2) Prendo l’income medio dell’upper 20% che e’ $241,000 (dati qui https://www.cbo.gov/publication/50318): 241,000/67,000 = 3.59.

3) Prendo l’income medio del top 1% che e’ $1,447,000 (dati qui https://www.cbo.gov/publication/50318): 1,447,000/67,000 = 21.59

 

(Piccolo aside: stiamo comunque parlando di average tax rates che per il top 1% in media non arrivano neanche al 30%. E per il middle quintile sono circa il 12-13% quindi modesti per gli standard italiani).

 

Riassumendo il back of the envelope exercise: negli USA, i “ricchi” pagano in media il 47% di tasse in più’ rispetto alla all’household medio avendo pero’ o il 100% o il 259% o il 2000% in più’ rispetto alla all’household medio. 

 

 

E allora…feel the Bern.

Non solo, ma secondo me nuoce all'articolo, proprio perche' non e' in rapporto con il contenuto.

Se la lower e la middle class usufruiscono del servizio pubblico federale* senza pagarlo, perche' lo paga il 20% piu' ricco, allora piu' guadagna quel top 20% meglio e'. Meglio nel senso che il trend e' che la middle class paga sempre meno tasse.

Per farti un esempio, venti e passa anni fa l'aliquota piu' bassa era 15% e partiva dal primo dollaro guadagnato. Poi scattava subito quella del 28% partendo da pressapoco $58K (inflation adjusted). E parlo degli anni '90. Quindi solo una generazione fa' una buona fetta della middle class pagava un'aliquota marginale (del 28%) che ora la pagano solo quelli che guadagnano dai $170K in su.

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*Naturalmente con tutti i distinguo che in un sistema federale buona parte dei servizi pubblici e' local/state e le sales taxes e le property taxes vengono pagate in maniera molto proporzionale

Buonasera, ringrazio Ludovico Pizzati per l'interessante disamina del sistema fiscale USA. Mi permetto tuttavia di osservare che questa sua analisi è monca, nel senso che manca l'altra metà del discorso: come i soldi pubblici vengono spesi. La mia obiezione non è di poco conto, perché analizzando anche la seconda faccia della medaglia, si giunge alla conclusione esattamente opposta a quella cui arriva Pizzati ( in estrema sintesi, Pizzati afferma che la socialdemocrazia in USA non va di moda perché il sistema fiscale e dei trasferimenti USA favorirebbe i redditi mediani più di quelli europei): se si va a vedere il risultato netto del sistema tasse/trasferienti, infatti, l'average John, Jan, Hans, Jaques sono molto più favoriti dal sistema dell'average Joe. Il sistema fiscale USA è infatti quello più favorevole per i ricchi, nel senso che è quello con il minor livellamento dell'indice di Gini da pre Tax/transfer a post Tax/transfer. Insomma, prende poco alla classe media, ma dà anche pochissimo, in compenso dà a chi è già ricco. Posto due vecchi articoli del Washington Post che spiegano il tutto sicuramente meglio di come non abbia fatto io: https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2013/04/05/americas-taxes-are-the-most-progressive-in-the-world-its-government-is-among-the-least/.

https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2012/09/19/other-countries-dont-have-a-47/

Ho letto l'articolo del Washington Post, e ti ringrazio per averlo postato perche' mi permette di sottolineare il punto provocatorio del mio titolo. L'articolo del WP parla di redistribuzione come fine ultimo. Ci dice che ok, il sistema fiscale americano e' il piu' progressivo al mondo, e che poi c'e' la social security, il medicare, l'earned income tax credit. Pero' non riduce l'ineguaglianza come nelle social democrazie europee.

Ma l'ineguaglianza statunitense non e' quella sudamericana. Che male c'e' se milioni di milionari scorrazzano per le malls? Se proviamo ad implementare una redistribuzione social democratica il reddito mediano, ma anche il reddito del povero, si abbassa o si alza? Si abbassa. Percio' il fine ultimo e' il benessere in termini assoluti dell'average Joe, o il benessere in termini relativi al vicino di casa?

Riguardo il tuo appunto sul considerare non solo il reddito al netto delle tasse, ma anche al netto dei servizi pubblici ricevuti, e' un luogo comune pensare che l'average Joe se la passi peggio dell'europeo medio.

dall'incapacità della maggiorparte dei commentatori di comprendere il significato dell'articolo

Il significato è che in USA non viene toccato dalle imposte (né federali né statali) quella parte di reddito che serve alla sopravvivenza (mantenimento) ed alla salutedi tutti coloro che dipendono da quel reddito.

In Italia, tale concetto non esiste.

Qualcuno ha dei dubbi sull'enormità della differenza?

Esempio: se una certa somma ti serve per la sopravvivenza tua o di tuo figlio o di tua mamma, ebbene, il fisco italiano te la chiede lo stesso. Quello USA no. E' chiaro ora?

E se non sbaglio, anche le spese per l'istruzione sono tutte deducibili in USA. Non così inItalia.

La differenza è una sola: il sistena giuridico USA si fonda su un elenco di diritti inalienabili. Vita, libertà personale, proprietà, salute. Appartengono al cittadino e sono intoccabili.Per la costituzione italica no. E' la Repubblica che li "garantisce" (ma solo se hanno "valore sociale"), secondo l'arbitrio del parlamento (e poi della magistratura che tanto si autogoverna).

Quando, nel 1895, l'imposizione USA sul reddito cominciò ad essere simile a quella italiana odierna, ebbene venne dichiarata incostituzionale dalla corte suprema!

E' questo il concetto eclatante, quello da discutere. Non l'andamento di rapporti tra gettito e percentuali di progressività moltiplicati per l'inverso del rapporto tra reddito medio della rava per la durata della fava.

passaggio:

 

l’household medio guadagna al lordo $67mila, ma come sappiamo la media [..].
Il dato medio può dare una versione un po’ distorta dell’average Joe ed è più indicato utilizzare il reddito dell’household mediano, che è $53mila.

 

Beh, sì, forse ai fini di questo articolo forse può essere più indicato osservare la mediana che non la media.
Ma mi pare piuttosto degna di nota una così grande distanza tra media e mediana.
Come è fatta questa distribuzione, e perché?

 

Forse dipende dal fatto che la mediana è insensibile a Warren Buffett al contrario della media...

Esitono dati analoghi o quantomeno comparabili relativi agli anni '50 quando l'aliquota marginale era del 90%? 

Esistono dati analoghi o comparabili per gli anni '50 quando l'aliquota marginale era del 90%?

Buongiorno, intervengo nuovamente su questo vecchio post perché sono onestamente molto interessato alla materia, e soprattutto perché essendo in periodo di primarie, direi che gli eventi delle ultime settimane stanno rendendo giustizia a quello che cercavo di argomentare allora. La tesi di fondo dell'autore di questo post è che "un politico social democratico, come si auto definisce Sanders, non ha futuro negli Stati Uniti" sostanzialmente a causa della maggiore progressività della tassazione USA rispetto a quella europea. Quello che cercavo di spiegare allora, e che a maggiore sostengo oggi, è che invece un messaggio come quello di Sanders, improntato sulla volontà di garantire finalmente agli americani quanto noi europei diamo per scontato da più di mezzo secolo, ovvero una copertura sanitaria universale e una università gratuita o perlomeno a prezzi sostenibili per tutti, dovrebbe avere un certo appeal anche negli States. Il dato politico secondo me più interessante non è tanto la vittoria di Sanders in NH, ma il margine da lui ottenuto fra i 18-29 anni, oltre l'80% dei consensi. soprattutto, mi sembra che risultati di questo tipo dovrebbero fare riflettere quanti, qui su NFA, da anni, sostengono la necessità di superare il principio del finanziamento pubblico dell'istruzione universitaria, per andare verso un sistema basato sui prestiti d'onore per finanziarsi gli studi... un sistema che, visti i suddetti risultati, i giovani americani non apprezzano per niente...