Tutti in Polonia nel 2012 - Part II

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Secondo me, la mancata aggiudicazione dell'organizzazione degli Europei del 2012 e' stata una delle migliori news dell'anno per l'economia italiana. Non mi stupisco del fatto che molti non concordano con questa mia opinione. L'importante e' che nel dibattito non si sparino boiate immorali, come hanno fatto due colleghi su lavoce.info.

Come è noto, la Federazione Italiana Giuoco Calcio si è vista negare il diritto di organizzare i Campionati Europei del 2012, a favore di Polonia e Ucraina. Nei giorni seguenti l'annuncio della decisione da parte dell'ex-gobbo Platini, la stampa italica tutta, politici, ed accademici del calcio, si stracciarono le vesti. Ci fu chi diede la colpa al calo d'immagine seguito allo scandalo del 2006 (chi vive all'estero sa che l'effetto marginale di quello scandalo sull'immagine dell'Italia è stato pressoché nullo), chi al male che Monsieur Platini ci vorrebbe (it turns out che Platini votò per l'Italia), chi alla mancanza di garanzie da parte del Governo, chi infine all'uso insufficiente di strumenti vari di persuasione dei delegati UEFA, arte in cui gli italiani si ritengono maestri. A prescindere dalla ragione che la provocò, qui su NfA ci dichiarammo entusiasti della scelta della UEFA. Si veda, a questo proposito, il post di Alberto.


Qualche settimana dopo, Diego Corrado e Battista Severgnini pubblicarono su lavoce.info un articolo che si proponeva di stimare l'impatto della mancata organizzazione dell'Europeo sul Prodotto Interno Lordo del Paese. Secondo i loro calcoli, la mancata crescita del PIL si assesterebbe tra gli 800 milioni e i 2.5 miliardi di Euro.


Ricordo che rimasi inorridito dall'articolo e scrissi un commento sul sito de La Voce. La risposta a quel commento mi inorridì ancora di più e mi ripromisi di postare le mie considerazioni in proposito su nFA, ma tra impegni di lavoro e le consuete perdite di tempo, non ho ancora dato seguito a tale mio proponimento. Lo faccio ora.


I dati su cui si basa la stima di Corrado e Severgnini sono quelli sull'incremento del valore aggiunto e delle ore lavorate nel settore "hotel e ristoranti" nei Paesi organizzatori, in occasione degli ultimi otto campionati europei. Avete capito bene: Corrado e Severgnini basano la loro stima su otto, dico otto datapoints. Ma non fermiamoci qui. Il bello deve ancora venire. In quanto segue, dimentichiamoci del fatto che l'eseguità del campione renderebbe superflua ogni altra osservazione.


I Nostri sembrano accorgersi che ci sono altri fattori, oltre l'avvenimento sportivo, che potrebbero aver avuto un impatto sul valore aggiunto del settore considerato. Immagino che Corrado e Severgnini abbiano considerato l'opportunità di introdurre una o più variabili di controllo (la crescita del PIL stesso, ad esempio) e stimare un'equazione lineare. Ma stimare anche tre soli parametri con otto osservazioni, avrebbe prodotto standard errors che il mio ex-collega Mark Manuszak, nel suo forbito inglese di Georgetown, avrebbe definito gargantuan (e cosa cambierebbe, direte voi, rispetto alla stima di due parametri, con otto osservazioni?).


Ecco dunque che si limitano a fornirci i dati evidenziando le differenze con un Paese confinante e con la media dei 15 Paesi Europei (nota al margine: nel 1980, la loro prima osservazione, trattavasi di EU8, not EU15).

 

Nella due tabelle qui sotto consideriamo la variazione annuale in termini percentuali per il valore aggiunto e per ore lavorate nell’anno dello svolgimento della fase finale per il paese organizzatore. Per controllare che il dato non sia affetto da eventi esterni che incidono sul turismo (ad esempio, dal clima), confrontiamo la stessa crescita per uno dei suoi paesi confinati e per la media dei 15 paesi europei, evidenziando le performance dell’organizzatore superiori a quella del paese confinante.

 


Ne risulta che nell'anno dell'Europeo il valore aggiunto e' cresciuto in media dell'1.81% nel paese organizzatore, contro una flessione dello 0.35% nel Paese limitrofo, ed una crescita dello 1.04% in EU15. Da questi dati, magicamente, Corrado e Severgnini producono una stima di mancata crescita del Pil Italiano dello 0,05-0,15 per cento, ossia 0,8-2,25 miliardi di euro. Purtroppo non abbiamo a disposizione alcuna nota metodologica, tranne l'assicurazione, da parte degli autori, che gli unici dati considerati sono stati quelli relativi al settore "hotel e ristoranti". Congetturo che la previsione dell'impatto sulla crescita dell'intera economia sia stata determinata considerando la frazione del PIL italiano che viene prodotta in quel settore.


Desidero evidenziare una serie di ovvietà che rendono perlomeno inutile (io direi controproducente ) l'analisi condotta dai due.


1) Come avrebbe finanziato, lo Stato italiano, un esborso di un miliardo di euro? Maggiori tasse oggi o maggiori tasse domani, come diciamo agli studenti MBA. E quell'aumento delle tasse sarebbe stato distorsivo, nel senso che avrebbe avuto effetti negativi sull'attitudine degli italiani a lavorare ed investire, con conseguenze avverse sul PIL corrente e/o futuro.

2) Anche prescindendo dall'effetto distorsivo, la stessa maggiore imposizione avrebbe avuto l'effetto di spiazzare i consumi privati. Le famiglie italiane, vedendosi sottrarre ulteriori risorse da quella bestia insaziabile che si chiama Stato, avrebbero optato per ridurre consumi e risparmi. Trattandosi di intervento una tantum, ci si sarebbe aspettato un maggiore effetto sui risparmi. ( Visto che, fortunatamente, non ci sono vincoli ai flussi di capitali, l'effetto sugli investimenti sarebbe nullo). Ma cosa sono i risparmi se non i consumi futuri? Spesso ci si dimentica che il PIL non è un indicatore perfetto del benessere di una popolazione. Se lo Stato mi tassa (diminuendo dunque il mio consumo oggi o nel futuro) per fornire un servizio che non voglio, il mio benessere non ne guadagna. Al contrario, ne soffre. In genere i Paesi in guerra registrano un aumento del PIL. Questo non significa che le loro popolazioni stiano meglio (indipendentemente dalle distruzioni dovute all'evento bellico). Infatti lo Stato tassa il cittadino per finanziare consumi pubblici (gli armamenti), a scapito dei consumi privati.


3) Parte del maggiore valore aggiunto del settore "hotel e ristoranti" che emerge dai dati potrebbe riflettere una diminuzione del valore aggiunto di altri settori, visto che i consumatori avrebbero potuto cambiare i loro pattern di spesa per gioire dell'evento. Del tipo: "Pierino, il babbo ti porta a Roma a vedere la finale dell'Europeo, però non ti compra il videogioco per Natale." Ciò significa che non è possibile stimare variazioni del PIL avvalendosi solamente di dati settoriali.


4) Ogni qualvolta l'Italia ha organizzato un evento sportivo, il consuntivo di spesa è sempre stato di molto superiore a quanto preventivato. E si sono realizzate opere di utilità nulla, che fanno aumentare momentaneamente il PIL finchè sono in costruzione ma si rivelano poi una perdita secca come investimenti. Chi si ricorda della stazione d'arrivo d'arrivo del treno dall'aeoroporto di Fiumicino, construita ex-novo nel centro di Roma nel 1990 e subito abbandonata? E lo stadio San Nicola di Bari? Enorme catino da 60mila posti, con tanto di pista di atletica leggera mai utilizzata, che ospita ogni domenica poche migliaia di tifosi. Ma, si sa, il trio Matarrese contava, e conta ancora oggi. Molto.


Concludendo: disquisizioni come quella di Corrado e Severgnini, ingenerando nel non addetto ai lavori credenze che non hanno neanche una parvenza di fondamenta scientifiche, costituiscono un disservizio all'opinione pubblica e vanno assoluamente evitate.

 

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Fa sempre una certa impressione, circa cinquant'anni dopo il lavoro di Fogel sul ruolo delle ferrovie nello sviluppo economico USA ed un decennio circa dopo che il medesimo ha ricevuto il premio Nobel per l'economia, scoprire che ancora si "tirano" (in entrambi i sensi) regressioni di questo tipo. Possibile che, quando si pongono domande di questo tipo, vi siano ancora delle persone che ritengono sia sufficiente fare una bella regressione lineare con tutti i "controlli" che (a loro) sembrano del caso? Perche' dare risposte falsamente semplici a domande molto difficili, generando confusione da un lato ed illusioni di onnipotenza scientifica dall'altro?