Con tutto il rispetto, Mr. President

/ Articolo / Con tutto il rispetto, Mr. President
  • Condividi

Alcuni di noi hanno firmato una lettera aperta al Presidente Obama sullo stimolo fiscale approvato ieri dalla Camera. La lettera è apparsa sul NYTimes (e su altri giornali, credo), sponsorizzata dal Cato Institute. La trovate qui.

I firmatari di nFA avrebbero aggiunto la seguente postilla:

We also favor stopping to bail out and protect "national" banks, freeing regulators from their captive condition as insurers of Wall Street and re-establishing competition, transparency and accountability in the financial sector.


Indietro

Commenti

Ci sono 157 commenti

 

We also favor stopping to bail out and protect "national" banks, freeing regulators from their captive condition as insurers of Wall Street and re-establishing competition, transparency and accountability in the financial sector.

 

 

Suona bene, ogni liberale dovrebbe sottoscrivere, ma temo si configurerebbe come pura dichiarazione concettuale, senza speranza d'incidere sui rapporti di forza e, quindi, di fatto al momento irrealizzabile. In ogni caso, mai rinunciare ad esprimere il proprio pensiero.

Non solo dalla vostra parte dell'oceano .....

 

Pur essendo uno dei firmatari, vorrei far notare la paucità dei nomi. Magari dipende dal fatto che Niskanen è andato a colpo sicuro ed ha mandato l'appello solo a quelli che sapeva condividerlo. Tanto per dirne due: mancano sia Lucas che Kydland!

Potrebbe essere la ragione che si tenda a pensare che il Cato institute è di tendenze conservatrici e dunque qualcuno è stato frenato da ragioni di "prudenza"?

In autunno c'era un altro appello, (qualcosa che proveniva da Chicago) che aveva raccolto più firme..

 

Capisco la necessità di raccogliere firmatari, ma la pars construens dell'appello mi pare davvero vuota e vaga. In particolare:

- non capisco se i firmatari credono che tagliare le tasse e "ridurre il peso del governo" siano possibili azioni "di emergenza", ovvero cose da implementare subito per cercare di alleviare il periodo di crisi, favorire la ripresa dei consumi, agevolare il credito, etc. Secondo voi, si tratta di cose da fare al più presto, di cose da mettere in agenda per il prossimo futuro o di semplici indicazioni generali?

- Cosa avete in testa, esattamente, quando parlate di "reduction in the burden of government" nel contesto dell'attuale crisi finanziaria?

Concordo sulla debolezza della pars construens - se la pars construens  e' intesa come azioni di emergenza. Credo molti dei firmatari non credano che sia semplicemente possibile fare nulla che favorisca, con emergenza,  "la ripresa dei consumi". Credo anche che tutti concordino col fatto che anche se fosse possibile non bisognerebbe farlo. I consumi non sono la soluzione del problema, i consumi sono il problema, per usare una parafrasi. I risparmi sono la soluzione; si e' consumato abbastanza negli ultimi 10 anni.

C'e' molto invece che puo' essere fatto per agire sui mercati finanziari. Non so quanti dei firmatari della lettera concordino su questo, ma noi credo si': che le "attivita' tossiche" siano tolte dai bilanci, al piu' presto, al prezzi di mercato, oggi (senza salvare nessuno, quindi); che le banche siano rifinanziate qualora necessario, ma con capitale di rischio (senza salvare nessuno, quindi). Poi ci sono altre cose su cui non tutti sono d'accordo (creno nemmeno tra noi, ma non sono certo). Ad esempio io credo che la FED faccia bene ad acquistare debito a breve delle imprese - anche se i) e' bene che comprino solo debito di altissima qualita' (e quello di identificare la qualita' non e' proprio il loro lavoro), ii) e' importante che reagiscano rapidamente alle condizioni di mercato e sappiano quando smettere di farlo (e qui' temo davvero..).  

Aggiungerei pure che, seguendo le recenti argomentazioni di Fama e Cochrane, se la riduzione delle imposte va ad aumentare il risparmio (perchè, come è stato giustamente notato, alla base dell'attuale crisi c'è un difetto di risparmio, almeno negli USA) e questo viene investito in T-Bonds siamo di fronte ad una una partita di giro.

Con tutto il rispetto milton friedman sarebbe orgoglioso di voi.

Se non fosse che anche queste politiche hanno dimostrato il loro limite: il laissez faire ha fatto sì che questa bolla finaziaria scoppiasse, ma soprattutto si gonfiasse. Poco importa chi ha deciso cosa, se democratico o repubblicano, la deregulation sui mercati secondari del credito ha fatto sì che persone che non erano in grado di ripagare i propri debiti hanno avuto accesso al credito e gonfiato la domanda.

Discutiamo se è meglio intervenire dal lato della domanda, o dell'offerta, ma mi sembra che la politica di Obama di creare in usa un mercato "verde" (non richiesto dal mercato stesso, per cui gli americani hanno le autovetture meno efficienti dal punto di vista energetico, oltre a essere il paese più inquinante al mondo) sia una grande opportunità da non perdere, per non far sì che il mercato, lasciato a sè stesso continui a divorare risorse (e non crei offerta di questo genere di beni).

Il resto verrà (si spera).

 

Se non fosse che anche queste politiche hanno dimostrato il loro limite: il laissez faire ha fatto sì che questa bolla finaziaria scoppiasse, ma soprattutto si gonfiasse.

 

Vogliamo parlare di Fannie e Freddie?

O della fissazione sul tenere elevati i consumi per il sacro terrore della deflazione?

Io sono piuttosto scettico sugli stimoli ecologici.

Probabilmente aiuteranno ad abbassare gli oceani, che è un' ottima cosa, ma non credo siano economicamente utili.Se le tecnologie ecologiche sono convenienti non c'è bisogno di "spingerle", se non lo sono si tratta di forzare a spendere i soldi dei contribuenti in un modo piuttosto che un' altro, aiutando l' industria automobilistica (nazionale) a scapito del resto.

Le auto americane consumano un botto perchè hanno sempre avuto benzina molto economica, basterebbe promettere di portare le accise a livello europeo per cambiar registro ed avere auto più ecologiche, ma per Detroit sarebbe il colpo di grazia.

Non pretendo tanto, e se i numeri che sento sulla contrazione a due cifre del mercato automobilistico sono veri cedo si possa discutere di un qualche aiuto temporaneo, magari condizionato al taglio della capacità produttiva. Ho anche il sospetto che il crollo sia dovuto a precedenti stimoli che son venuti meno o han perso di efficacia: per esempio gli ecoincentivi e le limitazioni del traffico han svecchiato il parco macchine, mi pare normale che a svecchiamento avvenuto il ricambio rallenti.Se fosse cosi avremmo una specie di bolla automobilistica, non so quanto abbia senso gonfiarla ancora.

P.S. sono l' unico cui viene in mente la favoletta dell' auto elettrica ad Arese?

 

il laissez faire ha fatto sì che questa bolla finaziaria scoppiasse, ma soprattutto si gonfiasse

 

Anche e soprattutto la politica monetaria della FED, per niente laissez-faire ha fatto gonfiare e scoppiare la bolla. La poca teoria monetaria nuova degli ultimi 30 anni dice: stick to a monetary policy rule, don't mess up with expectations and that's it! Qualcuno ha osservato questa attitudine nei comportamenti della FED degli ultimi 15-20 anni? A me sembra che abbiano sempre cercato di manipolare il tasso ufficiale alla ricerca della solita ricetta per sostenere la crescita, inondando il mercato di liquiiditá che ha innescato la bolla poi formatasi nei mercati finanziari e in quello dell'housing, per poi farla scoppiare riaumentando il tasso. Quindi tutta questa colpa al cosidetto laissez-faire liberista non la darei e soprattutto cercherei di spiegarlo ai fautori di un ritorno a una super-regolamentazione dei mercati.

Da una parte capisco le posizioni espresse dai firmatari della lettera - e vorrei ben dire, dopo mesi di assidua frequentazione di nFA! Dall'altra - sarò suggestionato dalla retorica obamiana? - non capisco bene perchè in un momento di crisi acuta alcuni interventi da parte del governo non possano essere comunque validi. Almeno nella misura in cui:

(i) alleviano uno stato di immediata sofferenza che ok, potrebbe essere positivo per l'intero sistema nel lungo periodo, ma intanto si mietono posti di lavoro, cioè si colpiscono direttamente tante persone e, al contempo

(ii) questi interventi lo fanno agendo su mercati caratterizzati da esternalità importanti (innovazione, ambiente...) il che, per quel poco che ho studiato, mi pare giustifichi un qualche intervento pubblico. (Ok, nel caso dell'auto si potrebbe agire introducendo incentivi di altro tipo - vedi quello che dice Marcello qui sopra - ma lo stesso Marcello mi pare si dia una risposta altrettanto sensata. Infine

(iii) mi pare che su temi come quello della sostenibilità, anche dare un segnale al mercato, una speranza ai cittadini, indicare una possibile via d'uscita dal tunnel in una direzione che è anche "bella e buona" possa avere di per sè un valore.

Insomma, se in un momento di crisi la spesa pubblica interviene non per far scavare e ricoprire fosse, ma per fare cose utili anche da altri punti di vista, per cui non c'è solo l'effetto keynesiano (vero o presunto che sia... mi guardo bene dall'entrare nella questione!), ma anche l'effetto di soldi spesi in "cose buone", tipo limitare possibili fallimenti di mercato... boh, non sto dicendo che questo sia il caso (anche se ammetto che mi piacerebbe pensare che così sia!), ma se lo fosse, perchè stracciarsi le vesti?

(Come ogni volta che scrivo su nFA, aspetto con ansia di essere massacrato dai Professori... amo questo blog soprattutto per questo!)

 

il laissez faire ha fatto sì che questa bolla finaziaria scoppiasse, ma soprattutto si gonfiasse.

 

Marco, puoi argomentare questa frase?

Soprattutto, cosa c'entra il laissez faire in questo dibattito?

Cosa sarebber il laissez faire, in questo contesto? In Spagna, dove governano i socialisti da 5 anni che il laissez faire non lo praticano per definizione, dal 2005 in poi la crescita nel settore edilizio, che prima aveva un fondamento reale chiarissimo, ha pure generato una bolla. Qual e' il meccanismo?

Faccio la stessa domanda con riguardo a questa affermazione

 

per cui gli americani hanno le autovetture meno efficienti dal punto di vista energetico, oltre a essere il paese più inquinante al mondo

 

In base a cosa affermi questo? Se io ti dicessi che la macchina media americana risponde a standard di anti-inquinamento molto piu' stringenti dell'italiana, che mi diresti?

 

Penso che un economista dovrebbe cercare di distinguersi dai politici, non propugnando ricettine semplici, miracolose e superficiali e rifiutando di appartenere a ideologie preconcette. Quindi va bene criticare le scelte di Obama, ma quelle cinque righe suonano tanto come uno slogan vuoto, degno del nano di Palazzo Chigi (siccome non sono un economista, peraltro, mi permetto una risposta altrettanto sempliciotta: se per uscire dalla crisi bisogna passare per un decennio alla cilena.. preferisco la crisi).

Detto ciò, credo che mettere sullo stesso piano il ruolo nell'economia del governo federale americano e quello dello stato italiano sia un accostamento quantomeno azzardato. Per tagliare un miliardo dal budget federale bisogna fare delle scelte che da qualche parte incidono (meno armi? tagli alla scuola pubblica?). C'è un trade off. Un miliardo tagliato alla pubblica amministrazione italiana (se le scelte fossero fatte con criteri di efficienza) potrebbe tranquillamente avere un impatto solo ed esclusivamente su chi percepisce uno stipendio in uno dei tanti posti di lavoro inutili, che esistono in funzione di leggi inutili, e che inquinano il paese con valanghe di burocrazia e pezzi di carta inutili.

Gli esempi si sprecano, quindi non ne faccio. 

 

 

 

Penso che un economista dovrebbe cercare di distinguersi dai politici, non propugnando ricettine semplici, miracolose e superficiali e rifiutando di appartenere a ideologie preconcette. Quindi va bene criticare le scelte di Obama, ma quelle cinque righe suonano tanto come uno slogan vuoto, degno del nano di Palazzo Chigi (siccome non sono un economista, peraltro, mi permetto una risposta altrettanto sempliciotta: se per uscire dalla crisi bisogna passare per un decennio alla cilena.. preferisco la crisi).

 

Ma scusa, tutti possono fare le sparate che vogliono su quanto denaro pubblico speso a casaccio serva per "uscire" dalla crisi e spiegare che loro non hanno mai creduto all'infallibilità del libero mercato, e passare per luminari, ma se a uno, che magari ha dedicato la vita a studiare i perché e i per come dei cicli economici (e magari ci ha anche vinto un nobel), viene in mente di richiamare al fatto che non è stato il gov. spending a fare uscire l'america dagli anni 30, diventa un ciarlatano degno di berlusconi?
Se sei in cerca di una spiegazione di quelle 5 righe di slogan, c'è qualche tonnellata della miglior letteratura di economia che ti aspetta. Il vero punto è che si pensava che qualcosina di questa letteratura fosse passato e che non bastasse una recessione un po' sopra la media per cancellarne qualunque traccia da politica, media e opinione pubblica.

 

Devo dire che "quelle cinque righe" hanno deluso un po' anche me.

Capisco che uno non puo' mettere un trattato di economia in un one-page ad, pero' cosi' si continua a mantenere basso il livello della discussione: pare che tutti siano rimasti a Econ 101, chi dalla parte IS-LM, chi dalla parte della Legge di Say.

Se qualcosa di piu' sensato non si puo' dire in cinque righe, perche' non lasciare il titolo (che e' perfetto!) e dire semplicemente che (molti tra) i firmatari hanno scritto piu' in dettaglio altrove?

E poi non farebbe male ammettere che, anche se qualcosa di piu' sensato si puo' dire, nessuno (ne' voi, ne' chi vuole affrettarsi a spendere un trilione di dollari) puo' dire di sapere veramente quale sia la politica ottimale nelle presenti circostanze. O no?

P.S.

Come notato altrove,

 

More government spending by Hoover and Roosevelt did not pull the United States economy out of the Great Depression in the 1930s. More government spending did not solve Japan’s “lost decade” in the 1990s. As such, it is a triumph of hope over experience to believe that more government spending will help the U.S. today.

 

e' un non sequitur perche', tra le altre cose, "solve" non e' sinonimo di "help". Naturalmente cio' non implica che la conclusione sia sbagliata.

 

Ma lei si aspettava qualcosa di diverso dal presidente ?

Una cosa che mi incuriosisce e' sapere quanti dei firmatatri sono stati pro obama in campagna elettorale. Per questi vale il detto " hai voluto la bicicletta .........". Mi Trovo d'accordo con l'appello  e vi chiedo  per rilanciare la produzione non sarebbe meglio creare nuovi mercati invece di costringere quelli attuali a consumare di piu' ? per esempio diminuendo le barriere doganali

No, mi aspettavo questo, dal presidente. Non ho votato perche' non ho la nazionalita' USA, ma se lo avessi fatto avrei votato entusiasticamente Obama. E lo farei anche se dovessi votare domani (cioe' conoscendo la sua politica economica). Purtroppo questo e' sempre il dilemma di un  economista "socially liberal" come me, che pero' vuol essere economista - che spesso vuol dire essere "conservative" (non e' la parola giusta, ma ci capiamo) rispetto alla politica economica. Ho detto apertamente che mi piace Obama. Ma non ho alcuna intenzione di limitarmi nelle critiche alla sua politica economica  per questo. Dopo tutto ho votato Prodi e penso che il suo ultimo governo sia stato uno dei peggiori del dopoguerra. Capisco che sia difficile e forse anche un po' contraddittorio (Palma, possono degli argomenti essere un po' contraddittori, ma solo un po'? :) qualcun altro che sappia di logica?) sostenere queste cose. Si cammina su un filo sospeso - un po' di vertigini ma  sempre meglio che non come d'autunno sugli alberi le foglie.

... capisco che l'ingestione nei mesi scorsi di quantità sovrumane di parole come Hope e Change e New Deal possa avere degli effetti euforici su di voi, ma calma e sangue freddo:

1) l'appello dice che "it is a triumph of hope over experience to believe that more government spending will help the U.S. today". Se avete argomenti contro questa frase, dico argomenti solidi con dati e lavori seri, beh prego avanti fateci sapere. Personalmente non ne conosco.

2) se vi pare che le indicazioni generiche dell'appello sui passi da intraprendere per usicre dalla crisi non siano ben giustificati, beh vi prego: giustificate come lo stimolo fiscale può fare il miracolo. Perche io di giustificazioni solide non ne ho sentite molte: sembra più un atto di fede, spesa pubblica su, implica consumi su, quindi produzione su, quindi occupazione su, e via dicendo. Prego dettagliate come e quanto e quando. Roosvelt disse la stessa cosa di Obama quando varò il New Deal e la Great Depression e' continuata per una decina d'anni.

3) l'argomento keynesiano usato per lo stimolo fiscale non ha niente da dire su QUALE spesa pubblica deve aumentare; l'argomento usato è che PIU spesa pubblica implica PIU crescita. Non importa che spesa pubblica è, non importa se dai 50 milioni ai musei, o 50 milioni per scavare gallerie nel monte Rushmore, o 50 milioni per costruire ponti. L'importante è spendere 50 milioni e il miracolo si verificherà. Se a voi pare un argomento particolarmente sofisticato, fatemi sapere. E soprattutto, fatemi vedere i dati. Perche i dati che io conosco dicono che tale argomento e' fallace.

4) veramente state parlando di laissez-faire in uno dei settori maggiormente regolamentati del mondo, quello finanziario e bancario? siete seri? semmai parliamo di come i regolatori hanno un po' chiuso gli occhi (Madoff vi dice qualcosa?). Parliamo anche di come gli interventi del Tesoro e della FED hanno fatto peggio: se due anni fa si fosse intervenuti con una disciplinata e forzata chiusura delle banche messe peggio, forse non staremmo neanche parlando di stimolo.

5) lo stimolo porterà il deficit americano al 10% circa, e il debito alle stelle. Se il problema era troppo indebitamento privato per consumare oltre le possibilità, perche' secondo voi l'eccessivo indebitamento pubblico per consumare oltre le possibilità del paese dovrebbe risolvere il problema?

6) Se andate a leggervi lo stimulus bill, vi accorgerete che e' la festa del pork spending. se andate a vedere come il TARP sta venendo implementato, vi accorgerete che anche questo e' la festa del pork spending. Per carità, secondo i Keynesiani probabilmente tutto fa brodo, ma io ho i miei dubbi. O devo ciecamente avere fede nel 44esimo Presidente?

Potrei andare avanti, ma mi fermo.

Apparently ...

P.S. Firmare appelli è costoso! Tra ieri ed oggi non ho fatto altro che rispondere a giornalisti i più svariati che volevano parlare di TARP e di stimoli ... una palla mostruosa: ripeti sempre le stesse stronzate e progressivamente le semplifichi perché capiscano e le usino. Alla fine emetti solo sound bites e pensi di esserti trasformato in una specie di robot con tre neuroni.

 

non mi dire... un inferno. 

Vi distraggo un attimo dal dibattito ammerigano per riportarvi l'ultima perla della nostra forza federalista preferita

www.polisblog.it/post/3507/renzo-bossi-membro-dellosservatorio-sulle-fiere-lombarde-il-caso-emblematico-di-un-paese-malato

Renzo Bossi - il delfino dell'amato leader celtico - dopo aver brillantemente fallito per tre volte l'esame di stato, è stato premiato con un posto nel consiglio di direzione dell'ennesimo ente inutile.

Com'è che si dice? Una volta toccato il fondo c'è sempre la possibilità di scavare.

 

The virus is spreading everywhere ... this is getting interesting.

Now the question is: how long will it take to figure out that:

IF forcing interest rates to practically zero, flooding the system with liquidity and allowing bankers to do as they pleased without holding them responsible for the consequences of their actions was BAD in 2001-2006,

THEN it cannot possibly be GOOD now?

Which begs the question: do central bancarios know better than the average guy? I mean: it is now clearly proved that private bancarios do not, they in fact know pretty much horseshit. So, what should lead everybody to believe that central bancarios are endowed with superior powers?

Just wondering ...

La Stampa mi ha chiesto un articolo sulla lettera ad Obama. Oggi Mario Deaglio risponde. La mia contro-risposta: 

 

La distinzione tra torre d'avorio e realta' vera, che e' il cuore del suo argomento, e' secondo me incorretta. Mi spiego.


 Da un punto di vista teorico (sulla torre d'avorio) le teorie che supportano interventi fiscali "fine tuning", come e' sulla carta quello dell'amministrazione Obama, sono cattive teorie. Nessuno mai si sognerebbe oggi  di insegnare o fare ricerca nel contesto di quei modelli. (Naturalmente un giorno questo potrebbe cambiare - ma non vi e' nulla di arbitrario in questo; per tornare ai treni a vapore e' necessario che la tecnologia dei treni a vapore migliori; farlo oggi sarebbe una stupidaggine). E le teorie stanno tutte sulla torre: Krugman sta sulla torre come Prescott. Con la differenza che uno ha argomenti sofisticati e l'altro no. 

Eugene Fama, John Cochrane sono ottimi economisti lontanissimi dalla torre. Hanno scritto le cose migliori che io abbia visto sulla crisi:



(non concordo su tutto, anzi; ma sono argomenti seri e soprattutto logicamente corretti; sono stati attaccati da Brad DeLong e Paul Krugman  in modo ignobile e con argomenti risibili).

Greg Mankiw raccoglie tutto sul suo blog (Greg sta ad Harvard ed e' un Repubblicano; non e' nemmeno uno di quelli ad avere posto fisso sulla torre, visto che e' stato al Council of Economic Advisors - non ricordo bene, credo del  primo Bush): 



Da un punto di vista empirico, il consenso che gli stimoli fiscali nel passato siano falliti non e' cosi' vasto come il consenso sui modelli di politica fiscale anti-keynesiani degli anni 60. La ragione e' che e' molto difficile fare test econometrici: da ogni recessione passata siamo usciti e ogni recessione ha visto piani di stimolo (i politici non ne possono fare a meno).Bisogna quindi utilizzare metodi sofisticati per distinguere piani di stimolo "esogeni" e estrapolare dalle diverse dimensioni dei piani. La piu' recente parola su questo, di Harald Uhlig, non supporta affatto la tesi che i piani funzionano:



(Veda anche la rassegna nell'introduzione; anche Jordi Gali' e gli stessi Romer&Romer hanno dubbi). La ragione per cui le teorie keynesiane sono state inizialmente criticate alla fine degli anni 60 e' proprio che gli stimoli non hanno mai funzionato come previsto dai modelli (se avevano effetti, li avevano tardi)


Infine, mi permetta di continuare la sua analogia: l'economia e' malata,  e i politici fanno i medici.  Beh, il punto che sto facendo e' che i politici hanno una diagnosi errata. Stanno curando over-consumo con uno stimolo al consumo. Non le pare una follia? Il fatto che la crisi sia dovuta a over-consumo delle famiglie americane e' ovvio, dai tassi di risparmuo, dalla caduta dei prezzi immobiliari,....Non basta dire che bisogna agire, non basta agire, bisogna anche provare a fare una diagnosi prima di agire, per agire correttamente. 


Tra l'altro, io non credo affatto che la diagnosi di Obama sia errata. A mio parere Obama sta solo usando la naturale apprensione del paese e il trucco retorico/psicologico (c'e' un malato, emergenza, emergenza; qualcosa bisogna fare, presto) per spingere spesa pubblica che lui pensa serva al paese e che non riuscirebbe mai a far passare al Congresso  in situazioni normali. Si da' il caso che io concordi con Obama sulla necessita' di spendere in istruzione e sanita' - il problema e' che vendendo il piano come piano fiscale - il Congresso entrera' (e gia' lo ha fatto) con ogni sorta di "pork" e il piano conterra' non piu' di $5 ben spesi su $10 spesi (questa stima e' arbitraria, la faro' per bene quando avro' piu' notizie sul piano). 


Mi scuso per la lunga reazione, ma, senza saperlo, lei ha toccato un punto cui sono molto sensibile: l'essere tacciato di vivere sulla "torre d'avorio". Il fatto che sulla torre d'avorio si facciano argomenti piu' sofisticati di qualli fatti dal politico di turno (non Obama, ribadisco, che e' ben sofisticato) che e' terrorizzato di essere visto dagli elettori come uno che sta con le mani in mano, e' cosa buona; e' la ragione per cui c'e' una torre d'avorio e noi siamo pagati per starci. 


Spero di averla convinta che la mia reazione al piano non e' dovuta a mancanza di senso pratico. Naturalmente e' lecito pensare che sia dovuta alla ideologia - molti dei riferimenti che le ho dato sono di economisti di Chicago e dintorni e da li' io vengo - ma anche questo non e' il caso (o almeno non lo e' in modo assoluto e irragionevole); ma non voglio tediarla ulteriormente,


 

Alberto, visto che accenni alla diatriba Krugman&DeLong v. Chicago: non è che puoi dire due parole in più sulla questione? Tu come la vedi? Sono sorpreso dall'estrema durezza dei toni.

Scusate, forse mi sono persa qualcosa, ma, molto modestamente, vorrei chiedere:

1) davvero è possibile considerare la crisi negli USA come una crisi "nazionale"? Mi pareva di no.

2) non leggo da nessuna parte (ma forse mi è sfuggito) una considerazione sulla "distribuzione del reddito" (chiedo scusa per il termine desueto) e mi chiedo se l'accelerazione dei processi di concentrazione che si è avuta negli ultimi anni in tutte le principali economie (OECD 2008 - Growing Unequal) non abbia niente a che vedere con l'attuale situazione

3) avete a provato a rileggere le considerazioni finali della riunione annuale dell'Associazione degli Economisti USA, anno di grazia 1938? Con tutto il rispetto per Fama e Cochrane, ho trovato forti analogie con le argomentazioni della lettera aperta.

4) davvero ha senso discutere di "anti" e "pro" Keynes nel 2009? la domanda di riserva è: che fine ha fatto Lucas?

Due giorni di lontananza e vedi che si è scatenato!

Sulla questione auto/inquinamento/efficienza hai probabilmente ragione, ho sbagliato io per mancanza di informazione aggiornata.

Humour involontario, la stessa frase me la dice mia moglie quando, secondo me e con una certa evidenza empirica, ho ragione, ma NFA non è una gara a chi ha ragione (spero), ma un luogo in cui si chiariscono le idee.

Spiego alcune cose sul dibattito "green", giusto per chiarire alcune idee, poi ognuno ne faccia quel che vuole.

Le autovetture scontano il trionfo di un meccanismo denominato "motore a mozione endogena". Che significa ? Che il motore è alimentato da un meccanismo che genera una forza internamente al motore stesso. Combustione interna (benzina, diesel o gas, con vari gradi di "efficienza energetica").

Ma il mondo è strapieno di motori a mozione esogena, sono tutti i motori elettrici, un esempio (pessimo) è un frullatore. L'efficienza energetica di un motore "esogeno" è fra l'80 e il 90 %. Con un inverter arriviamo anche a sfiorare il 100 %, un motore a combustione interna non arriva al 33 %, ovvero perde il 66 % della propria energia per altri motivi. Accoppiare un motore che già di per sè non è un modello di efficienza, facendogli portare del peso ulteriore, comprimendolo in spazi in cui disperde peggio, non è una grande idea. Ecco perchè secondo me, e molti altri che nel mercato dell'auto ci vivono, l'auto ibrida è una boiata, e la Toyota, che ci sta seminando vagonate di soldi , è fuori strada (e non su un SUV).

Da qui il fatto che l'"auto verde" o è elettrica, o non è "verde", nè lo sarà mai. FIAT, ad esempio, ha investito molto nell'auto elettrica, ma a parte alcuni modelli "civetta" è sostanzialmente ferma adesso, anche perchè l'auto elettrica era in voga prima di Marchionne, con il tentativo (fallito, per fortuna) del vecchio management di "vendere" il progetto dell'auto elettrica ad Arese allo stato italiano, Arese continua a essere un buco nero, per la gioia dei sindacalisti, ma non è stata rifilata a tutti noi.

Comunque sull'auto elettrica ci stiamo ragionando in molti, anche io, nel mio infinitesimo, ci sto provando (e non da ieri, ma da due anni).

Quello che abbiamo realizzato noi, ad esempio, è un motore elettrico passo-passo con inverter accoppiato, e una serie di meccanismi di trasmissione ad alta efficienza energetica. Non applauditemi, non superiamo i 40 km/h, ma abbiamo una discreta autonomia. Dov'è il collo di bottiglia ?

1. Le batterie. Pesano ancora molto e sono poco efficienti. Ma i fisici giurano che la svolta è prossima (i fisici sono gli stessi che protestano contro la Gelmini, speriamo bene..)

2. I sistemi di trasmissione e l'inverter ci danno una discreta potenza, ma non velocità, e siamo fermi, non riusciamo ad andare avanti.

3. Il peso e la massa totale, oltre agli ammennicoli vari, ad esempio scordatevi su questo tipo di auto lettore DVD, frigorifero/scaldavivande, PS3, forbidden.

4. Il mondo accetterà di correre meno ?

5. Secondo me il punto fondamentale: dopo aver prodotto un auto, che sostanzialmente è un agglomerato di pezzi presenti sul mercato, o facilmente replicabili da appassionati, il mondo di chi fabbrica auto sarebbe lo stesso ? O si arriverebbe all'IKEA dell'auto ? E i petrolieri staranno a guardare ? Moratti venderà l'Inter ?

Concludo chiedendo: c'è un buon testo, in Italia, sulla politica finanziaria o siamo ancora fermi a Federico Caffè ? Perchè nei dibattiti si parla di "sfrenato neoliberismo" che avrebbe portato alla bolla finanziaria e voi sembrate dare la colpa ai self-named "neo-keynesiani"?

Un ultima domanda: potrebbe essere che i "neo-keynesiani" abbiano plaudito all'abbassamento delle soglie di sicurezza e di controllo, come ad esempio nel caso di F & F, confondendo una politica a favore delle "classi deboli" con una politica di "rischio elevato"?

I am starting to understand why the Obama Administration is against cutting taxes across the board: its cabinet members are taking care of the issue privately, Italian style.

Ecco la risposta alla lettera da noi firmata. 

Sta qui. Non molto da notare tranne che nessun economista di MIT/Harvard economics la ha fiirmata (Harvard Kennedy non conta, che sono una policy school), a parte quelli che la battaglia keynesiani-monetaristi l'hanno combattuta negli anni '60.

La ns. lettera tratta il Presidente con rispetto. Questa no. Si legge:   

We do not have the luxury of a lengthy debate over the best course of action. 

Trovo questa frase davvero deprimente. Da Obama la accetto. Da degli accademici no. 

No Krugman? Curioso.

 

nessun economista di MIT/Harvard economics la ha fiirmata

 

 

Io vedo Larry Katz. Forse stanno ancora firmando.

Continuo a pensare che sarebbe meglio divulgare appelli più articolati, in modo da poter discutere dei contenuti invece che dei dettagli della composizione della lista dei firmatari. Anima bella?

Questa cosa degli appelli, francamente sta diventando, almeno agli occhi dei profani, assai strana.

Io sono un profano. Però mi chiedo:

a) Se ci sono evidenze empiriche che i piani di stimolo pubblici non hanno funzionato (come sostiene il primo appello da voi firmato), come si possono poi sostenere cose contrarie in un altro appello? Come può esserci una controversia così profonda su una cosa, per come l'avete messa voi, così cristallina?

b) Perché, Alberto, fai notare che nessun economista Harvard-Mit, ha firmato il controappello? Mi sembra una "guerra" molto retorica, tipo "io penso questo e quat'altro, e non lo dico solo io, lo dicono anche..., e quindi se lo dicono loro, che per definizione sono bravi, competenti o x, allora le cose stanno così". MA sono certo, che tu non segui questo modo di ragionare, anzi nessuno di voi redattori usa questi argomenti "luce riflessa"...però nel tuo commento sembra (sembra, ma magari non è) così.

c) Ma se fra gli economisti non c'è un consenso sugli effetti degli interventi pubblici, come sembrano suggerire gli appelli opposti, perchè fare finta che quel consenso esista?

d) Qualcuno sbaglia e qualcuno ha ragione. Tertium non datur. Vero questo (anche se boh, io non so rispondere), non mi sembra che si possa continuare a dire che chi sostiene l'utilità dell'iniezione di soldi pubblici possa essere semplicemente interessato a fare carriera grazie ai politici...o meglio: fino a prova contraria, escluderei questo movente.

Ultima cosa. Cosa intendi dire che c'è una differenza fra scuole di economia e scuole di policy, come la Kennedy School of Govern? Vuoi dire che vi è una relazione tra luogo di lavoro e quello che andranno a dire?

Ciao

 

Vabbe' Alberto, a voi vi voglio bene, ma quando nella vostra(?) lettera scrivete

 

"it is a triumph of hope over experience..."

 

un po per il culo lo state prendendo sto Obama...o no? Si voglio direi, con ironia sottile, but still...

Le trovate qui, a firma congiunta di David K. Levine e mia. Sono in inglese, a volte il tempo manca.

Bell'articolo, pieno di spunti. Un paio di domande:

(1) Perché pensate che uno stimolo fiscale sia la migliore misura di emergenza attuabile al momento? Perché, insomma, anche per voi la priorità è quella di mettere denari in tasca ai consumatori, anziché -che so io- lavorare per sbloccare i mercati finanziari

(2) Se ben capisco, fra le misure che tu e Levine suggerite c'è un taglio delle tasse (...reducing...the part of the payroll tax paid by the worker). Il gettito fiscale, probabilmente, diminuirà anche a causa della crisi (if we are poorer, so is our government which will be able to collect fewer, not more taxes).
Coerenza con quanto scritto nell'appello, credo, implica la volontà di equilibrare questi tagli con una riduzione della spesa pubblica,  ma questo non sembra possibile nell'immediato (now is not the right time to talk about reducing [the government's] role in the economy). Pensi di poter dire qualcosa in più su cosa e quando tagliare? Mi rendo conto che la cosa non è fondamentale per la completezza del testo che avete scritto, ma sarebbero cose utili di cui cominciare a parlare (lo dite anche voi: Sadly ... The plan is simply to spend more money - how that will be paid for in future tax increases or reductions in government services is not a topic of discussion.)

Io non so quanto gli "stimoli" economici valgano (in un altro post MB ci mostrava come, a ragione, gli "stimoli" siano usati in un modo altamente improprio), ma so che se non c'è una rotta la nave non va da nessuna parte.

In altri post si è parlato delle auto "ibride" come auto verdi (e non lo sono), in altri della proprietà intellettuale centralizzata (manco in URSS..), in genere è deriso il moltiplicatore keynesiano.

Però io affermo, e sfido a provarmi il contrario, che il "nocciolo" dell'idea di BO, di stimolare la crescita di un mercato che senza incentivi non sarebbe "interessante" sia un'idea sballata, o di non senso economico.

Mi spiego: l'auto elettrica (piuttosto che il fotovoltaico o altre cose "green) è già oggi possibile, realizzabile, avrebbe un uso ancora limitato (city car), ma già oggi è realizzabile e non ha particolari problemi, se non quelli legati alle batterie e alla loro ricarica, a nessuno viene in mente che anche le auto di oggi senza la rete di distributori servirebbero a poco, quindi se la politica "obbliga" a creare una rete di distributori, magari poco interessanti oggi da un punto di vista utilitaristico, a poco a poco ci sarebbero sempre più persone interessate ad un auto elettrica, le case costruttrici investirebbero e migliorerebbero, insomma si creerebbe un mercato nuovo, posti di lavoro, etc. etc. , oltre a salvare l'aria delle nostre città.

E a riprova di quanto affermo cito l'esempio dei climatizzatori e dei gas refrigeranti. Fino al 2002 esisteva un gas refrigerante denominato R22, era valido per molti aspetti, facile da usare, tecnologicamente maturo, ma corrosivo dello strato di ozono. Nel 2002 (semplifico, la normativa è di molto antecedente) l'UE ne ha proibito l'uso, lacrime in tutta l'industria: e come facciamo, milioni di posto di lavoro a rischio, solite cose.

Poi hanno usato il cervello, hanno investito e hanno trovato un gas (R 410) che non solo sostituiva l'R22, ma migliorava la performance dei climatizzatori di un buon 40% (per i fisici: si è passati da COP di 3,3-3,7 a COP di 6,1), ancora aveva possibilità impiantistiche irrealizzabili con l'R22. Tutto perchè "la politica" ha costretto ad abbandonare un comodo mercato, una comoda tecnologia, e a innovare, questo perchè non è assolutamente vero che il mercato stabilisce automaticamente cosa è meglio, cosa è più utile, anzi (JMK se i guardi da lassù e sbaglio, correggimi). Quindi ben vengano incentivi, o anche ordini "politici", se questo ci porterà a migliorare di molto, a creare nuovi mercati, che il "mercato" stesso non reputa premianti. Posto sia qua, sia qui, perchè non so dove è meglio.

 

Fino al 2002 esisteva un gas refrigerante denominato R22,

 

il cui brevetto, di proprieta' della DuPont de Neamour, scadeva, il che avrebbe permesso a paesi emergenti (Brasile, India, Cina) di produrselo in proprio senza pagare royalties.

 

Poi hanno usato il cervello, hanno investito e hanno trovato un gas (R 410) che non solo sostituiva l'R22

 

ma che e' brevettato dalla DuPont de Neamour, stroncando sul nascere le velleita' di non pagare royalties dei paesi emergenti:

"Gli scienziati di DuPont hanno sviluppato, brevettato e dato in licenza refrigeranti autorizzati per un utilizzo a livello globale,” ha dichiarato Cynthia C. Green, Vice President e General Manager presso DuPont Fluoroproducts. “Abbiamo investito un gran numero di risorse e milioni di dollari nella ricerca. La protezione della nostra proprietà intellettuale ci consente di continuare a investire in tecnologie innovative per i settori della climatizzazione e della refrigerazione, e di fare in modo che i nostri clienti possano trarre beneficio dalla qualità che si aspettano dai prodotti di DuPont.

Continueremo a prendere forti misure per la salvaguardia dei nostri diritti e per la tutela dalla contraffazione, dalla violazione dei brevetti e dei marchi commerciali, e dall'appropriazione indebita di proprietà intellettuali."

Nel frattempo, come va la salute dell'ozono? C'e' ancora il "buco nell'ozono" con cui ci hanno martellato per almeno un lustro tutti i media? Da quando e' stato siglato il progressivo bando dei vecchi refrigeranti, a favore dei nuovi, nessun giornale se ne occupa piu', si vede che e' bastato imporre il veto, senza aspettare che effettivamente i refrigeranti fossero cambiati, a fargli perdere ogni minacciosita'.

Ecco, se si potessero evitare gli incentivi dati su pressione "dell'incentivato", io sarei piu' sereno ed avrei meno la sensazione di essere stato preso in giro.

 

Michele, grazie per la dettagliata risposta

qui sotto il semplice grafico che volevo ma non riuscivo ad allegare (grazie ad Andrea per avermi segnalato picasa!).


Concordo con i dati (beh, difficile essere in disaccordo con i dati) e con te: usando come misura il ratio tra l’S&P500 e Case/Shiller il tuo riferimento a un’asset inflation generalizzata nel periodo da te indicato è corretta. Che a fronte di questa asset inflation i prezzi al consumo (in particolare quelli core) siano rimasti stabili è un'altro dato di fatto.

 

Se il ratio S&P500-Case/Shiller sia una misura corretta dell’asset inflation generalizzata invece vorrei tornarci. Il fatto che il ratio sia diciamo “stazionario” non mi aiuta molto a rispondere a due questioni:

 

1)      che housing e stock market, a causa della Fed, hanno deviato entrambi dal percorso di “equilibrio” finendo verso una bolla

2)      che ciò sia accaduto in misura quantitativamente simile per entrambe le asset class (non tra le asset class ma rispetto al livello di equilibrio di ciascuna asset class)

 

Che ci sia stata una grande bolla (in modo diverso su base geografica) nel settore immobiliare mi sembra sia un’affermazione che sia del tutto condivisibile e difficile da rigettare.

 

Che anche il mercato azionario si sia “gonfiato” in misura simile a quello dell’housing a me sembra molto meno evidente.

 

Rimango infatti ancora perplesso sull’effetto relativo della politica espansiva della Fed sui due asset (in questo mi sembra di concordare con parte di quanto dice Marco del Negro). Per essere chiaro, la mia impressione è che l’impatto del Fed funds all’1.00% sui prezzi azionari è stato di un ordine di grandezza molto inferiore rispetto a quello sui prezzi della case.

 

E’ chiaramente un’opinione (sono a corto di robusti argomenti teorici o empirici, sia chiaro) e forse non ho capito bene la tua posizione. Provo cmq a giustificare il mio scetticismo.

Come dici tu, confrontare due serie di prezzi/rendimenti senza averne fatto le opportune correzioni per il rischio è…rischioso in termini di conclusioni che se ne traggono. Un modo grezzo, veloce e back-of-the-envelope che ho usato è di guardare se alcuni multipli dei prezzi dei due diversi assets si sono “gonfiati” in modo diverso usando come misura la propria media storica degli ultimi 20 anni circa (ipotesi: i multipli sono mean reverting).

Se guardo i p/e per il mercato USA osservo:

 

 

I P/E sono rimasti su livelli sostanzialmente in linea con la media storica degli ultimi 20 anni circa.

Anzi, sono scesi notevolmente scesi tra il 2003 e il 2006. Da un punto di vista dell’economia reale mi sembra che questo sia coerente con un periodo piuttosto florido per le imprese, i prezzi sono cresciuti anche perché effettivamente l’economia stava andando bene e i margini di profitto erano considerevoli. Normale che i prezzi crescessero.

 

 

La crescita dei corsi azionari quindi non si è discostata dai fondamentali, come faccio a riconciliare questo con l’asset inflation generalizzata a cui tu fai riferimento?

 

Se guardo il multiplo dell’housing (price-to-rent) osservo invece:

 

 

Qui invece, mi sembra che la deviazione da un livello di equilibrio mi sembra sia un'ipotesi più sostenibile. E’ per questo motivo che all’inizio sono rimasto inizialmente sorpreso.

 

L’unica spiegazione che sono in grado di darmi è che nel mercato immobiliare USA c’è stata la combinazione di un fenomeno macroeconomico (tassi molto bassi) con pericolose dinamiche nel sistema bancario a livello microeconomico: nelle modalità di concessione dei mutui, negli incentivi a fare monitoring sui prenditori, nella governance e nel risk management delle banche, nella supervisione degli intermediari, nei meccanismi di trasferimento del rischio di credito tra diversi soggetti e nell’interazione tra l’attivo del settore bancario con i mercati finanziari.

 

Tutto ciò comunque non per giustificare le decisioni di politica monetaria della Fed. Mantenere il target sui fed funds sotto l’1.50% per 21 mesi è, almeno dal mio punto di vista, una scelta di policy molto forte e probabilmente questionabile. 

f

 

 

Mah, a ben vedere siamo d'accordo su quasi tutto ... quindi non ho molto da aggiungere.

Solo una cosa vale la pena chiarire (nessuno ha la sfera di vetro, quindi questo è inevitabilmente soggettivo) sulla questione "la bolla case è evidente quella azioni meno". Anzi, due cose.

1. Cheap shot: i corsi delle azioni sono crollati di più del prezzo medio delle case, quindi un po' di asset inflation doveva pur esserci, no? :-)

2. È vero quello che dici sui P/E delle azioni, ma se calcoli gli "earnings" da case nello stesso periodo (mettendoci dentro i capital gains) anche in quel caso hai dati CONTEMPORANEI ragionevoli. Il problema, come sempre, è che ciò che conta sono gli earnings FUTURI, non quelli contemporanei. Quelli futuri, ora, sembrano decisamente molto peggiori. Ora, si dà il caso che io abbia una teoria sull'argomento (come il mercato DI FATTO predice gli earnings futuri dati i presenti, non come dovrebbe ...) e ci stia scrivendo un paio di articoli con Adrian Peralta Alva. Rimando, quindi, a quei paper (un mesetto per il primo, tre per il secondo che è molto più tosto). La teoria dice, in soldoni, che il mercato estrapola un po' troppo ... in questo caso mi sembra avessero estrapolato proprio troppo.

Rimane la questione di quanto i tassi all'1% siano serviti per alimentare la crescita dei corsi azionari. Non so quanto, ma gli argomenti portati in altre sedi suggeriscono "abbastanza". Io non ho mai favorito le spiegazioni "monocausali", e gli altri elementi che tu menzioni sono certamente importanti. Come lo è stata anche la crescita della Cina ... Non ho una misura quantitativa da dare, ma il modello ce l'ho (ed il 25 marzo spero anche di avere il paper pronto, se smetto di scrivere su nFA e lavoro un po' di più!). In ogni caso, concordo con Axel L., al momento, che la teoria l'ha spiegata in modo ragionevole ... rimangono da fare i conti e le simulazioni, e qualcuno potrebbe dare una mano. O devo fare tutto io? :-)

P.S. Menzioni figure che però non si vedono. Almeno, io non le vedo ...

 

<object height="295" width="480">

<param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/dEDIyztZGBA&amp;hl=en&amp;fs=1" />

<param name="allowFullScreen" value="true" />

<param name="allowscriptaccess" value="always" /><embed src="http://www.youtube.com/v/dEDIyztZGBA&amp;hl=en&amp;fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="295" width="480"></embed>

</object>

(Quasi) sullo stesso tenore:

http://www.youtube.com/watch?v=uuwgHNtyD54

http://www.politico.com/news/stories/0209/18482.html

Obama rejected Republican arguments that massive spending in the $819 billion stimulus bill that passed the House should be replaced by a new round of massive tax cuts.

“I welcome this debate, but we are not going to get relief by turning back to the same policies that for the last eight years doubled the national debt and threw our economy into a tailspin,” said President Obama

Ben scelto. È vero.

Obama oramai dice una bugia dietro all'altra: Bush ha tagliato pochissimo le tasse ed ha fatto crescere enormemente la spesa pubblica, specialmente a causa delle sue avventure militari. In compagnia della Fed, la politica di Bush ha creato enormi incentivi perché le famiglie americane si indebitassero.

Obama sta facendo la stessa cosa: piccoli riduzioni di imposta, grandi incrementi della spesa ed una politica che, in cooperazione con quella della Fed, sta facendo il possibile perché le famiglie americane incomincino di nuovo ad indebitarsi dopo la breve pausa dell'ultimo anno.

Le analogie sono profonde e rispondono ad una domanda, che viene dalla società americana, di avere la moglie ubriaca e la botte piena.

 

http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,605695,00.html

L'articolo non manca di una certa (irritante) arroganza teutonica, ma è la legge del contrappasso.

Antonio Martino, sul sito dell'Istituto Bruno Leoni