Sull'utilità ed il danno dell'istinto in politica

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Michele Boldrin

Provo a riflettere su quel che è andato storto nell'esperienza di Fare per Fermare il Declino durante quest'ultimo anno circa. Lo faccio qui da un punto di vista del tutto personale, perché le mie responsabilità in questa vicenda sono, nel bene e nel male, maggiori di quelle di chiunque altro. Le controversie su cosa si sarebbe potuto fare altrimenti e cosa fare in futuro le rimandiamo alle puntate seguenti. Per oggi basta questo, poi dal personale passeremo al politico.

Ho la reputazione di essere persona inflessibile, poco prona alle concessioni tattiche e con tendenze "savonaroliane". Un "caratteraccio", nella versione amichevole, un "arrogante insopportabile" in quella più diffusa.

Quando si prova a fare politica - come ho provato durante l'ultimo anno e mezzo - detto "caratteraccio" implica una certa tendenza a far di testa propria, rifuggendo dai compromessi e favorendo le prese di posizione nette che lasciano poco spazio al dubbio e che la maggioranza delle persone tende a classificare come "estremiste" o "velleitarie". Insomma: che io sia un velleitario arrogante, poco propenso ai compromessi ed alle pragmatiche mediazioni, credo sia oramai parte della vulgata e non proverò a convincere nessuno del contrario, non è questo il punto del post.

Al contrario: il punto del post è che, ad oggi, l'errore che maggiormente mi rode, fra i molti compiuti durante gli ultimi dodici mesi (infatti, durante gli ultimi ventiquattro ma, volendo evitare di riaccendere polemiche oramai utili solo alle pantegane, mi asterrò qui dal ritornare sui mesi precedenti), è di non essere stato a sufficienza me stesso, ossia un velleitario arrogante poco propenso ai compromessi ed alle pragmatiche mediazioni. E vi posso garantire che questo errore, perdippiù ripetuto nel tempo, mi rode assai e forse non smetterà mai di rodermi.

Vado per sommi capi, al fine di far intendere quali siano, concretamente, i fatti che m'hanno condotto a questa spiacevole confusione. Spiacevole perché, se vera come credo sia, essa suggerisce sia molto meglio io mi dedichi a fare cose altra dalla politica attiva. Ma a questa conclusione vorrei arrivare solo alla fine, lasciatemi che ora racconti alcuni fatti. Tutti documentabili assai anche se mi prenderò qui la licenza di omettere i documenti per brevità.

Tenetevi forte che comincio dal lato forse più sorprendente: ho sbagliato a fidarmi di Guy Verhofstadt (GV, da ora in poi). Uomo simpatico, di ottima cultura e gradevolmente poliglotta oltre che capace di performances eccezionali nei pubblici dibattiti; ma incapace di far altro che mediare ed assolutamente alieno alle realtà della situazione italiana odierna. Quando abbiamo cominciato a lavorare con GV per costruire una lista ALDE italiana (ALDE era, di fatto, l'unico "partito europeo" a cui ci sembrava non irragionevole aderire, spero che questo possa apparire ovvio al lettore senza ulteriori argomentazioni mie) egli aveva idee piuttosto "ecumeniche" su chi doveva farci parte. A suo avviso dovevamo stare tutti assieme da (in ordine alfabetico) Altissimo a Bonino, da Di Pietro a La Malfa, da Monti a Rutelli oltre, ovviamente, a quelli che hanno poi fatto per davvero Scelta Europea. Il mio istinto mi fece dire, sin dal giugno 2013, che questa insalata russa sarebbe risultata in un suicidio collettivo ma non ebbi, allora quando era il momento di averla, la lungimiranza ed il coraggio di dire "Arrivederci, noi andremo da soli o non andremo". Accettai di lavorare per convincere che si poteva fare una lista unitaria lasciando fuori tutti quelli che poi fuori rimasero (e non son pochi) e che tale lista unitaria avrebbe avuto senso se e solo se avesse avuto davvero le caratteristiche dell'embrione di quel "partito che non c'e'" e che, alla data di oggi, credo non ci sarà per un lungo tempo. Ed ovviamente sbagliai a non ascoltare l'istinto perché così facendo mi infilai nel classico slippery slope dove una mediazione tira l'altra, come le ciliegie che (come ben sa ogni persona che ne abbia abusato) provocano alla fine effetti intestinali sgradevoli alquanto. 

Qui comincia il secondo errore, che durò sino a febbraio 2014. Illudermi di lavorare per una lista unitaria, con un unico simbolo, raccolta di firme e primarie d'area fu come fumarsi dell'oppio nella consapevolezza che, al risveglio, la realtà sarà ben diversa da quella sognata nel frattempo. Ma quell'oppio mi fumai per circa sei mesi, andando a cercare a destra e a manca i possibili partner di un'aggregazione liberal-popolare che esisteva, con il senno di poi, solo nella mia testa piena d'oppiacei. Non v'era alcun dubbio, all'interno di Fare, che non essere presenti alle elezioni europee sarebbe stato equivalente alla sparizione istantanea; ragione per cui era obbligatorio trovare una maniera per esserci. Ed altrettanto ovviamente, questo l'ho già detto, era inconcepibile appoggiare qualsiasi altro raggruppamento europeo che non fosse ALDE. Ma l'errore mio fu di pensare che saremmo riusciti a convincere tutti gli altri a fare una cosa unitaria con una chiara identità programmatica e politica alternativa sia al PD che al "PdL". Perché era ovvio che così non poteva essere, sia per l'atteggiamento della maggioranza dei gruppi e movimenti seduti attorno al tavolo sia perché GV non aveva alcuna intenzione di rompere con alcuno convinto, erroneamente, che la sommatoria di tanti piccoli gruppi implicasse un aumento di voti e non una diminuzione.

Nel mezzo di questo secondo errore divenne palese il vero e principale terzo errore in fieri, ossia il ruolo che Scelta Civica (SC) avrebbe dovuto giocare in questo rassemblement. Fin da ottobre i responsabili di questo gruppo parlamentare (che già si era diviso in due tronconi) resero palese la loro posizione, che era quella di essere l'aggregatore di tutti attraverso l'assorbimento degli altri. Nelle semplici e testuali, oltre che pubbliche, parole di uno dei loro leader più nefasti (pronunciate in ottobre a Torino) la soluzione prospettata era semplice: iscrivetevi tutti a SC che diventa il partito di tutti a conduzione nostra [leggi: loro] e così il problema è risolto. A questa proposta riuscimmo a dire di no ma non riuscii (che gli errori meglio attribuirseli in toto) a spiegare a GV ed agli altri che SC era meglio lasciarla andare per gli affari propri. I quali erano, da un lato, la continua identificazione con Mario Monti, il suo governare e la coalizione elettorale da lui costruita e, dall'altro, la presenza incondizionata in qualsiasi governo a guida PD il Parlamento avesse prodotto. Quello di Letta al tempo e quello di Renzi pochi mesi dopo. Errore grave ed errore mio, solo moralmente, ma non politicamente, compensato dal fatto che GV non era nemmeno in grado di considerare l'idea di costruire una lista ALDE italiana senza SC. E su questa erronea ossessione lavorammo come vacche dirette al macello per sei mesi.

Arrivati a febbraio e rifiutata da tutti (sottolineo: TUTTI, inclusi i tordi alati che oggi si ergono a maestrini del proprio nulla dopo aver svolto per mesi il ruolo di "guappi' di SC) la mia/nostra proposta di un simbolo comune e nuovo, la raccolta di firme e le primarie d'area, si lavorò a botte di mediazioni per aver dentro SC ed il Centro Democratico (CD) guidato da Bruno Tabacci i cui due simboli soli garantivano di poter presentare una lista senza dover raccogliere le famose 150mila firme. Sul ruolo di CD tornerò per certo in un secondo post, maggiormente analitico. So benissimo che tutti lo considerano il male in persona e non intendo sottrarmi a considerare anche questo errore ma, credetemi, quello di cercare una collaborazione con SC è stato di gran lunga l'errore peggiore, nessun confronto è possibile. Fu a questo punto che gli errori fatali vennero commessi, dal sottoscritto, tralasciando quello iniziale di non scegliere d'andar da soli nel giugno 2013. 

Perché fu nei tre mesi intercorsi fra metà gennaio e metà aprile (il giorno 16/4, per l'esattezza) 2014 che io acconsentii, accecato da furore compromissorio e desiderio di mediazione "pragmatica", ai peggiori compromessi della mia (graziaddio breve) "carrierasifaperdire" politica. Accettai di perdere una lite furibonda con GV che insisteva nell'adottare il nome "Scelta Europea" (SE) invece che semplicemente ALDE (o Italiani per RiFare l'Europa, come alcuni di noi proposero inascoltati) ed il nome rimase. Rimase anche durante il lungo mese e mezzo durante il quale SC (con l'attiva collaborazione, che certe cose vanno ricordate agli smemorati, di PLI, ALI e qualche altro gruppetto composto dai medesimi sotto nomi diversi) si dedicò a smerdare SE come lista di "neo-grillini e paleo-democristiani" alla quale intendeva contrapporre la lista dei veri liberali (!!) la quale avrebbe avuto - e come no! - il simbolo di SC a rappresentarla. Siccome qualche sassolino occorre toglierselo ogni tanto, credo valga la pena ricordare (che di materiali in rete per verificare il tutto ne trovate in abbondanza) i nomi dei principali protagonisti di questa sgradevole battaglia: da Pietro Ichino ad Andrea Romano sino all'avvocato Silvia Enrico, fu tutto un proclamarsi meglio degli altri. Alcuni ricorderanno che in quei mesi circolava un logo di SE con i simboli visibili di Fare e di CD e, nel centro, il simbolo ALDE. 

In zona cesarini SC, ovviamente, si rimangiò il bluff e corse ai ripari (vi ometto gli aspetti comici dell'intera storia, quelli meritano ben altra penna che la mia per essere narrati) aderendo ad SE. E qui l'ennesimo mio errore: non aver avuto il coraggio di dire "too little, too late, andate pure da soli e buona fortuna". E poi l'altro errore: accettare che candidassero i loro parlamentari. Sino all'ultimo: la candidatura nefasta di un ministro del governo Renzi (Stefani Giannini) come capolista nella circoscrizione del Centro. Su quest'ultimo episodio posso vantare almeno un tentativo, estremo ma fallito, di resistenza la mattina del 16/4 quando minacciai (ma poi cedetti, coglione di un Boldrin!) di far gettare nel cesso i documenti di lista, mandando tutto all'aria. Non lo feci e le liste si presentarono come le avete poi viste. Un pateracchio senza senso che garantiva, come almeno ebbi la decenza di mettere per iscritto, che saremmo spariti in quanto lista accessoria al PD renziano, priva di identità altra che il "montismo" - la kryptonite verde della politica italiana di oggi. 

E così fu. Ma anche in campagna elettorale mi son comportato come un imbelle subendo la presenza televisiva devastante del gruppo parlamentare di SC che occupò di fatto tutti gli spazi televisivi di maggior visibilità utilizzando i soliti, squallidi, meccanismi del servilismo giornalistico pubblico, e non. Chi per evidenziarsi agli occhi del nuovo cesare a cui portava le divisioni "liberali", chi per spiegare come governava bene le imposte o le università italiane, chi per vendere il proprio nuovo libretto di cattiva qualita', chi semplicemente perché "meglio uno di SC che un estremista di Fare da Vespa", in un modo o nell'altro l'immagine pubblica di SE divenne quella di SC e del montismo in salsa renziana. Sono un coglione? Si', lo sono.

Fine della storia, che i dettagli fanno solo ridere amaro ed il fatto che GV e tutto il resto della compagnia abbiano aiutato zero nell'impedire questo scempio è solo magra consolazione che la storia giustamente ignorerà.

Morale, che la morale c'è: qualcuno qualche tempo fa mi suggerì malevolmente che non ero adatto a fare il leader politico perché mi fido troppo degli altri. Affermazione cinica ma vera. E non sto cercando di fare il buono in un mare di cattivi: sto dichiarando in tutta serietà di essere un ingenuo imperdonabile in un gioco in cui non è permesso esserlo. Soprattutto, sto dichiarando che mai mi perdonerò di non essere stato, durante quest'anno, maggiormente me stesso: estremista, velleitario e restio ai compromessi. Perché i compromessi che ho accettato in questi 12 mesi spiegano il 70% della disfatta elettorale di SE, quindi di Fare per Fermare il Declino.

Sarebbe andata molto diversamente? Forse no. Forse nemmeno avremmo avuto la capacità di raccogliere le 150mila firme e, anche se le avessimo raccolte, forse non avremmo preso molti più voti di quei pochissimi che abbiamo raccolto così. Ma sarebbero stati voti nostri e saremmo morti con in mano la bandiera intonsa levata in alto. Ed invece così siamo caduti nel fango coprendoci di ridicolo per la scelta dei compagni di battaglia e per il ruolo di comparse che abbiamo svolto. E questo, mi piaccia o meno, è colpa mia per aver tradito il mio ragionevole ed informato istinto politico, ossia la parte più vera di me stesso. E di questo posso solo vergognarmene da solo.

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Commenti

Ci sono 116 commenti

Ho avuto la ''naïveté'' di crederci.

Con sincera stima e riconoscenza.

Bene gli ''Italians'' si attrezzino rapidamente nel campo del turismo. Chiuderei le facolta' di giurisprudenza, giornalismo, scemenze politiche & C. per almeno un quindicennio. Ed un saluto ai ....baby pensionati! (una tra le piu' clamorose)

F.to

Un altro ''velleitario arrogante poco propenso ai compromessi ed alle pragmatiche mediazioni''.

Ma...ho scelto di vivere da u o m o, non da bambino!

 

Nec te caelestem neque terrenum
                          neque mortalem
                             neque immortalem fecimus,
ut tui ipsius quasi arbitrarius honorariusque plastes et fictor,
in quam malueris,
tute fornam effingas.

Poteris in inferiora quae sunt bruta degenerare;
poteris in superiora quae sunt divina,
ex tui animi sententia, regenerari.

 

 

Michele, non credo che tu sia in cerca di assoluzioni, ma non capita spesso di leggere una disamina così cruda e realista. Onore al merito Michele e onore per quello che hai fatto, non tutte le colpe sono tue, ma è corretto che tu te ne faccia carico al 100%. Per quanto può valere la mia stima umana e politica cresce dopo questo post... per quello che può valere. Spero di rivederti presto, più "estremista, velleitario e restio ai compromessi" che mai. A presto.

grazie, ho solo una grossa paura: che l'Italia sia irriformabile, un paese dove una cultura liberale non troverà mai posto, il solito paesello di provincia, bigotto e conservatore.

spero di sbagliarmi...

Partiamo dal fatto che al posto suo me ne sarei rimasto a fare il prof. negli States, decisamente più appagante :D

Scherzi a parte: mi dispiace e ringrazio per questo fiume di parole oneste che fanno capire moltissimo della vicenda.

Aggiungo solo che secondo me sono stati fatti errori dal principio nella stessa Fare, tra cui mantenere lo stesso simbolo che come SC è associata a Monti, Fare è associata a "quello delle lauree".

Nè sinceramente ero convinto del suo ruolo di leader, per come appare. L'ho sempre vista come un ottimo "membro di spicco", ma mai come leader. Dai dibattiti televisivi questo si vedeva. La sua personalità era ottima per fungere da calamita per un certo tipo di segmento elettorale, quello più disposto all'irriverenza e più aggressivo. Come leader serve un comunicatore che sappia essere simpatico a chi non ne può di "professori". E ahimé Giannino in questo era perfetto.

Inoltre: ma perché GV doveva fare scelte politiche per l'Italia? Lui è il candidato per la Commissione e doveva restare tale. Forse da questo bisognerebbe imparare dagli americani, che hanno per ogni cosa uno specialista: chi per la comunicazione, chi per le strategie politiche fra politici, chi per le strategie elettorali...

Concludo riconfermando i ringraziamenti per il suo lavoro, e me ne dispiaccio soprattutto perché lei è una persona in gamba che meritava di meglio.

Su Mr. zero tituli - sic! ' la comunita' online  - e mancanza di radicale 'palingenesi'. Scrivo questa mia, personale, opinione, dopo avere letto il precedente post di 'Luca'.

Spiace, ma sul punto sono assolutamente in linea con il Prof. Zingales. ''Fare'' sconta un peccato originale difficilmente arginabile, anche in un paese dalla memoria cortissima, e conservatore fino al midollo, come l'Italia. Anche di questo, bisogna dare onestamente atto. Ne' ho capito che 'fine' abbiano fatto taluni preclari contributors

Con sincera stima e riconoscenza

Grazie

Grazie per la disamina molto onesta.

In effetti queste elezioni dovevano servire per far conoscere un po' di più FARE e le idee che tenta faticosamente di portare avanti, e invece il risultato è stato di sparire e perdere voti.


Francamente sono un po' stufo di questi "liberali" che amano litigare tra loro in eterni distinguo, col risultato di essere nulli in politica da almeno vent'anni.  Speravo che questa situazione potesse cambiare, ma vedo che l'abitudine è dura a morire. Resteremo così per altri vent'anni, e mi ridurrò a votare "di protesta" per la Bonino o per qualche suo epigono.

La disfatta alle europee è stata la disfatta di Scelta Civica. FARE si è trovata coinvolta solo perché ha legato il suo destino a quello di Scelta Civica, come scrive anche lei. Che salire sulla barca di Monti, in questa fase storica, fosse come salire sulla Costa Concordia si poteva immaginare, certo. Ma quali alternative? "Andare da soli", dice lei. Di certo sarebbe andata meglio di così, ma non avreste raggiunto mai la soglia del 4%.

Questo sistema spinge verso il bipolarismo, ed ormai anche il sentire degli elettori, "educati" da 20 anni di berlusconismo, è bipolare. Già è anomala la situazione in cui ci sono tre soggetti (apparentemente) incompatibili, figuriamoci se c'è posto per un quarto. Gli ex-elettori di Scelta Civica, spaventati, hanno dato il loro voto a quello che gli appariva meno peggio tra questi tre, e Scelta Civica è scomparsa.

L'unica scelta che consente di sopravvivere, in questo contesto, è avvicinarsi a uno di questi tre soggetti: PD, Berlusconi, M5S. Immagino bene che sia una scelta balorda. Ma in un contesto come il presente, per quanto possa apparire paradossale se fossi al posto di Boldrin io farei la mossa a sorpresa: andrei a fare una chiacchierata con Beppe Grillo.

:-)

ma capovolgere la difesa di una politica razionale, pro-europea per divenire in futuro la mosca cocchiera del M5S sarebbe davvero diabolico.

Gli elettori SC del 2013 erano tutt'altra cosa (proprio un altro mondo; scomparso da mesi-luce), ed erano già Renziani ante-litteram. Che avrebbero dovuto votare?

Il problema più prossimo è che metà degli elettori Fare 2013 si siano astenuti nel 2014: sondaggibidimedia.com/2014/05/30/analisi-dei-flussi-lorien-il-m5s-perde-molto-verso-il-non-voto/

Faccio copia e incolla da Facebook, dove Ti ho già scritto a febbraio,
sia in privato che in pubblico, il mio personalissimo, piccolissimo
ed insignificante parere.
Con qualche impercettibile modifica.


È per l'immensa stima che provo nei Tuoi confronti,
seppur non conoscendoci, che Ti scrivo e che mi permetto
di darTi del Tu.
Amo la politica nello stesso senso in cui la intendi Tu.
Ma ho sempre avuto il terrore di farla e infatti
non l'ho mai fatta, perché ho sempre visto le istituzioni
così lontane e diverse da quello che dovrebbero essere,
da non avere la forza di avvicinarmi ad esse per cambiarle,
soprattutto per il fatto di sentirmi solo a pensare queste cose.
Da quando Ti ho "conosciuto" e mi sono innamorato, politicamente,
di Te, della Tua storia e del Tuo straordinario pragmatismo,
quella paura è diminuita.
È diminuita perché grazie a Te non mi sono sentito più solo,
ho scoperto qualcosa di nuovo, che sentivo simile a me come
nient'altro prima. Non parlo in termini di competenze, nelle
quali sono un'inutile formica al Tuo fianco, parlo di passione
e razionalità e umiltà di pensiero, di prevalenza dei dati reali
rispetto ai sentimenti personali, per quanto essi nobili.
Come ho sempre detto ad amici e conoscenti, ritengo di aver
imparato più Economia da Te che duranti i miei anonimi percorsi
di studio universitari.
Ti ringrazio a prescindere perché grazie a Te ho ritrovato
la speranza nella politica.

Questa speranza però sta pian piano morendo.
Forse è già morta.
Purtroppo mi sto rendendo conto di come forse l'Italia non Ti
meriti, non meriti di cambiare in meglio come Tu hai provato a fare.
Tutti noi abbiamo le nostre colpe in questo, me compreso.
Penso che Tu sia troppo avanti per far si che gli italiani
Ti capiscano, e lo penso davvero.
Non sono pronti per capire.
Lo dico perché, estremamente proporzionato alla mia piccola
esistenza, noto questo anche in me.
La gente non ci capisce, non è pronta e matura per farlo.

In TV vedo e sento delle cose gravissime nella loro disonestà,
che ottengono applausi a scena aperta, mentre la barca sta
imbarcare gli ultimi litri di acqua prima di affondare.
I voti sono proporzionali alle balle che si dicono.
I politici captano il sentimento che sta nella pancia della gente,
e lo cavalcano.
Se quel sentimento ci può portare alla rovina non importa,
l'importante è cavalcarlo per avere consenso ed utilizzarlo per
i propri scopi personali, aiutare se stessi e gli amici in primis.

Mi chiedo allora se valga la pena Fermare il Declino.
Perché, parliamoci chiaro Michele, dopo la puttanata di Giannino,
la festa è finita prima ancora di iniziare, e ricominciarla è impossibile.
Negli errori che hai citato, manca a mio avviso il più importante,
il peccato originale della tua avventura da pioniere degli invisibile
(parlo dei liberal-democratici italiani): essersi intestarditi
su un marchio, quello di Fare, già etichettato come "Quelli della
Laurea di Giannino, ah ah ah che sfigati!!!".
E una volta che hai un'etichetta, è praticamente impossibile togliersela.
Questo è l'errore!

Nella mia vita alterno momenti di ottimismo a momenti di
tragica rassegnazione nell'osservare un'Italia che sembra
meritare il proprio declino.

Stai combattendo (hai combattuto) una guerra persa che non meriti
di perdere.
"Noi" siamo l'esempio di un paese strano.
Ancora in molti osannano Giannino, e non ne capisco il motivo.

L'Italia è forse questa?
Temo di si.

Grazie comunque per quello che mi hai dato, tantissimo,
che sarebbe ora provare a mettere in campo per davvero.
Sei una risorsa immensa per l'Italia, purtroppo ad oggi
ancora sprecata.
La mia ultima speranza, da ingenuo sognatore, è che almeno Renzi
Ti coinvolga seriamente in un processo davvero riformatore.

Sei un grande

Come più volte ho scritto, spesso in politica fare molte cose è meno di farne una e spesso non fare nulla (su certe questioni) è più che fare "qualcosa".

Con questo sappiamo tutti che la partita delle libertà in Italia non è finita, forse deve ancora cominciare.

Non puoi sostenere che sia "colpa" tua. A meno che non si voglia sostenere che Fare è un partito di plastica in mano ad un padre padrone stile Grillo o Berlusconi, in 12 mesi hai avuto l'appoggio del partito. Al congresso la mozione che sosteneva il presentarsi alle europee con SE è stata approvata con maggioranze semibulgare. E c'erano alternative, che sono state ritenute non credibili. Se errore c'è (e col senno di poi è piu' facile dirlo) è generale.

Ma agli errori si rimedia. Ci sono le lesson learned. Tu giustamente hai le tue ed ora Fare si dedicherà alle sue. Ma non è al primo errore che ci si deve fermare. Quanti anni ci sono voluti perché la Lega Nord diventasse, dalla fondazione, un partito di livello nazionale? Idem per il M5S. In Italia c'è spazio come in europa per un soggetto liberale democratico che abbia il 7~12%? E in caso positivo, come costruirlo? Le domande rimangono.

Caro Michele,
Bella e sincera autocritica la tua, in linea col tuo carattere ruvido anche con te stesso.
I tuoi errori tuttavia non nascono con la campagna elettorale per le europee, ma molto prima. Per le europee non mi sento di dire che hai commessi veri e propri errori, perchè non avevi e NON AVEVAMO altra scelta.
Correre da soli non era una scelta praticabile, e qui sta il punto :  se non eravamo in grado di raccogliere 150'000 firme, ed è vero, è certo, come avremmo mai potuto raccogliere oltre un milione di voti ? Non potevamo.
Il partito non c'era già più quando abbiamo deciso di correre. 3000 iscritti in tutta Italia, di cui solo 2000 votano al Congresso (???) con 700 iscritti nella sola Lombardia, di cui 300 a Milano e su questi 300 soltanto il 10..15% risponde alle sollecitazioni della sua Direzione Regionale ? Ho cercato di dirtelo e comunque era tardi : già in corsa.
Ho corso con te sino alla fine, sino all'ultimo giorno. Ho fatto a Milano quello che potevo con i pochi volontari, consapevole della fine annunciata, come quei soldati che partono all'assalto sotto il tiro delle mitragliatrici, sapendo in cuor loro che è finita.
Non essendo per fortuna una guerra fisica, sono ancora vivo.
E torniamo agli errori, quelli veri. FARE era già in agonia PRIMA delle elezioni, già prima del Congresso. Come è potuto accadere ? Sono queste le domande a cui devi dare risposte, solo per te stesso, non per altri. Io le conosco queste risposte, e ti ho lanciato in più occasioni degli allarmi, ma non li hai ascoltati. Pazienza. Nulla è perduto, sino a che c'è vita. Torna al tuo lavoro, per ora. Curati le ferite dello spirito.
Altri proseguiranno da dove tu hai iniziato.  Il germe del grano impiega tempo a germogliare.  Con immutato affetto. Franco

D'accordo con Francesco Forti. Anche sul fatto che ex-post, dopo un fallimento, si tende a sopravvalutare il pregio delle alternative a suo tempo scartate.

A me sembra che l'unica alternativa sostanziale, in passato e ora, fosse e sia un entrismo ben progettato, ben organizzato, e agguerrito. Entrismo o nel PD o nel centro-destra in formazione (Passera?). Un po' come Craxi nel vecchio PSI e Renzi nel PD.

Io personalmente, per la mia storia, preferirei il PD, ma mi sembra che tutto suggerisca di puntare invece dall'altra parte.

La domanda che allora mi porrei, al posto di Boldrin, è: come meglio contribuire alla formazione e alla crescita di un serio partito liberal-democratico, rinunciando a pretese di paternità anche parziale, rivelatesi poco realistiche?

(Ammesso che Boldrin non sia rimasto, come me sotto sotto, un "sinistro radicale", con una viscerale avversione a molti aspetti della "destra", anche "moderata" -- virgolette interpretabili a piacere. Comunque, se questa riserva valesse per Boldrin, probabilmente non vale per la maggioranza degli aderenti a Fare.)

(Ho votato comunque Boldrin e SE, pur convinto dell'inutilità del voto, per infantile impulso emotivo, senza pentirmene.)

Si scrive politica, ma in italiano si legge "partitica".
Questo è l'argomento di tutto il discorso.
E non è un bell'argomento.

Se l'obiettivo non è una "carriera politica" (partitica), bensì una "rivoluzione politica" (classe e sistema), l'unica strategia è quella indicata da Gaetano Mosca un secolo fa (vedere la voce su wikipedia da me curata).

Ovvero, puntare prima sulla vittoria intellettuale, spazzando via le "formule politiche" su cui si basa l'attuale consenso al sistema, e poi raccogliere il successo quando è già maturo.

Se, al contrario, non si ha interesse ad una completa modifica del sistema istituzionale e giuridico (io auspicherei in senso liberale), oppure non si dispone dei mezzi culturali (cultura = capacità di comunicare) per proporla, allora conviene accettare la strategia attuale della "carriera" individuale o di gruppo, inserendosi in formazioni più o meno consolidate.

Auspicherei la prima scelta.

Non 'sfonda'. Senza trascurare l'assoluta......del merito di talune boutades.Inconsistenza/incoerenza cerebrale preludio della 'dissoluzione politica'?

Senza trascurare Figlio-Leggio, ossia la nobil (meritocratica) progenie di Casa-digitale-Leggio (o leggìo?) .

Una precisazione: condivido purche' vero driver siano numeri e benchmark con altri Paesi (best practice). Basta blablablologie ottocentesche di Cartesiana - astratta, vertiginosa e non falsificabile - perfezione.

<<Grillo e il partito liquido dove uno vale l’altro>>, M. Feltri, La Stampa di oggi

 

Non ci si fermerebbe mai. Una sentenza chiama sempre una controsentenza e poi una sentenza successiva con immediato ribaltamento. In questi giorni il presidente della commissione di Vigilanza della Rai, il grillino Roberto Fico, esprime perplessità sui 150 milioni di euro chiesti dal governo alla tv pubblica: «Non rappresentano purtroppo una revisione di spesa ma sono la maschera per svendere parte di Raiway, la società che detiene l’infrastruttura pubblica di trasmissione». Alla presidenza della commissione Fico ci era arrivato perché, disse Grillo un anno fa, la Rai offre «propaganda gratis a spese di tutti i contribuenti italiani che hanno ripianato la perdita di 200 milioni di euro del 2012».  

Renzi taglia? Non è così che si taglia. Si propone la cancellazione delle province? Non è così che si cancellano le province. Fine del bicameralismo paritario? Non è così che se ne decreta la fine. A un anno e qualche mese dall’inizio della legislatura, il Movimento non ha trovato un punto di incontro su alcun argomento con alcun partito, a costo di sembrare incoerente e prevenuto. Del resto Grillo non voleva nemmeno incontrare Renzi nei giorni precedenti alla formazione del governo; interpellò la rete che diede indicazione opposta: vai a sentire che ha da dirti. Grillo partì da Sanremo, giunse a Roma dopo sei o sette ore di automobile, si presentò da Renzi e gli disse: con te non ci parlo. Fine. Addio. 

È stata l’ultima volta che abbiamo visto Grillo in streaming. Eccolo, streming: uno dei termini fondamentali del vocabolario grillino. Manderemo tutto in streaming. Trasparenza. La casa di vetro. Già alle prime riunioni dei parlamentari grillini negli hotel romani la diretta streaming funzionava forse che sì forse che no, ma più probabilmente no. Oggi non interessa più a nessuno: Grillo vola a Londra a incontrare l’ultraconservatore Nigel Farage, e non se ne sa niente, impossibile vedere, vietato ascoltare. Si installano le basi di un’alleanza imprevedibile («non ci alleiamo con nessuno, la demolizione è cominciata», diceva Grillo un anno fa e lo ha ripetuto per l’anno successivo) e stordente, visto che l’Ukip ha accenti xenofobi e, per stare su questioni più centrali della politica a cinque stelle, sostiene l’energia nucleare.  

 

Potrei dire tante cose, avendole vissute dall'interno, invece dico semplicemente che "mai dire mai" e tempi migliori arriveranno.

E infine una nota: sarà il PD, ma io per la prima volta sento parlare di "risparmi nella spesa pubblica" e di "diminuzione delle tasse", e senza di noi non se ne sarebbe mai parlato, e l'iniziativa "non più alto del colle" è stato un successo politico, tanto che è entrata nell'agenda di Governo.

Ovviamente, non finisce qua.

P.s.
Per Franco Puglia: ma solo un illuso poteva pensare che 3.000 iscritti siano 3.000 volontari per strada, 100 in tutta Italia era già un successo clamoroso, qui si tratta di confondere gli attivisti con i tesserati.

Se sbaglio esisto. Sant'Agostino

«Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio».

Samuel Beckett, “Peggio tutta”

 

100 in tutta Italia era già un successo clamoroso

 

Vi ho visti cercare di spiegare politica in maniera articolata a gente abituata a slogan.

Vi ho visti farlo sulla rete e nelle piazze

Vi ho visti sopportare le battute su "come sta Giannino?"

Vi ho visti dibattere di energia ed economia con "decrescisti" e no euro.

Soprattutto vi ho ammirati.

Mi dispiace non aver avuto tempo o forse coraggio di passare da tesserato ad attivo. Adesso sarei arrabbiato per il risultato ma con la coscienza più a posto.

Condivido quello che scrivi, diversi argomenti non sarebbero "nati" senza il programma di Fare. Purtroppo come movimento politico sono stati fatti grossi sbagli che hanno portato alla disfatta. Ovviamente di "sbagli" parlo con il senno di poi.

Mi ha fatto molto, ma molto, piacere leggere l'autocritica di Michele, non perchè mi dovesse qualcosa anzi ci ha messo la faccia, ci ha messo il tempo (io me ne stavo a Maiorca), sono io che gli devo qualcosa. Mi ha fatto piacere perchè ho capito che la persona è rimasta integra, che è quello che mi "sembra" di aver conosciuto leggendolo su nfA, perchè quelle cose che non sono piaciute a me , vedendole da fuori, non sono piaciute nemmeno a lui.

Non finisce qua ? Grazie, non sai che piacere mi fa sentirlo.

Ho votato Boldrin pur conscio che non sarebbe servito a nulla (i sondaggi sbagliano, ma non del 400%): siamo stati in due nel mio seggio a Bologna. L'ho fatto perchè lo dovevo all'autore dal quale ho imparato tanto negli ultimi anni; di Fare m'interessa meno, ma questo è un altro discorso. Secondo me, le idee c'erano e la capacità di trasmetterle pure. Serve solo un testimonial (così vanno le cose ...), un uomo/donna di/dello spettacolo/politica con una bella faccia e che "sparli bene", per rompere il ghiaccio, per arrivare al 4%, per mettersi in posizione. Poi, una volta che si entra, sono sicuro che la maggior intelligenza prima o poi paga. Anche nelle alleanze. Anche nel consigliare il Re.

PS: ovviamente anche le idee forti funzionerebbero (fuori dall'euro, spariamo sui barconi, barolo a tutti, ....), ma per questo c'è già Grillo e poi io non voterei più, sia chiaro.

Boh, io nel proporre la scalata solitaria, magari lenta, magari impervia, sono stato messo a tacere...forse difendevi la tua scelta, in quanto scelta, ma sta di fatto che è quella l'unica arroganza che non si sopporta, e non quella che appartiene alla parte meritevole di te.

come saggiamente ci ricorda m. spark

 

il prezzo da pagare per tollerare opinioni fasulle è la perdita graduale della capacità di formarsene di autentiche.

 

michele dopo aver corso un serio rischio, si è salvato. sono molto contento.

Egr. prof Boldrin: la sua è un' intransigenza piena di contenuti; a lei si possono rimproverare 2 difetti, quello di essere adamantinamente rigido e quello, ben più grave, di avere ragione. Qualcun altro è molto più pericoloso: qualcuno che, forse perché lavora a Chicago, si crede in missione per conto di dio, solo che non è Dan Aykroyd.

Premessa 1
Da molto non scrivo qui, pur se questo luogo virtuale mi è molto caro e considero amici carissimi gli attori principali che si muovono sul palcoscenico.
Non lo faccio da tempo, un po' - forse - anche per pigrizia, ma molto per stanchezza .... quella stanchezza che mi ha invaso soprattutto, pur se non solo, con l'avventura politica alla quale ho partecipato con entusiasmo e passione, per la prima volta nella mia vita, dedicando ad essa in esclusiva un certo numero di mesi della mia vita .... peraltro mai essendomi pentito di ciò, perché mi parve scelta ineludibile accompagnare Michele in un percorso che scaturiva dalle discussioni e dai mal di pancia qui avviati, che a tutti noi appartenevano.

Premessa 2
Come molti di voi sanno - Michele in primis, che talvolta me lo ha rimproverato - e come testimonia la mia storia personale in altri ambiti, io sono ancor più restio ai compromessi e incapace di fingere posizioni non mie e stima per coloro che mal considero. E m'incazzo molto - pardon my French - se ritengo ingiusto un comportamento o, meglio, se mi pare che passi sopra valori per me fondamentali.
Non sono affatto adatto alla politica, dunque, lo sapevo e ne ho avuta conferma .... perché, ricordando la definizione di Rino Formica, io sono disponibile a versare il sangue ma non a mettere le mani nella merda.

E allora.
Ciò detto, per chiarire la base del discorso, debbo dire di non essere felice che anche Michele sia giunto alla conclusione alla quale io ero giunto un anno fa e che, prima di me, anche altri amici protagonisti con noi della prima ora iniziavano a proporre: non riesco a dire se abbia fatto bene a provarci ancora, è una scelta personale e come tale legittima.
Soprattutto, è triste aver toccato con mano la pochezza umana, la presunzione senz'alcuna base, il prevalere di ambizioni personali e la scarsa trasparenza di troppi individui, non solo nel consueto agone politico ma anche in un ambito che avrebbe dovuto, per valori posti a bandiera, essere assai differente.
In ogni caso, Michele, questa tua riflessione ha un grande pregio .... che rararamente si riscontra in politica e che, infatti, scaturisce solo da chi politico non è: l'onestà, checché ne dica chi fa prevalere astio e rancori personali.

Forse gli errori che Michele Boldrin si imputa di aver fatto sono tali, non lo so. Forse, come lui stesso dice, se fosse stato più fermo sul suo vero "io" le cose non sarebbero andate diversamente. In tal caso ci troveremmo a discutere su una sconfitta conseguente al suo "eccessivo estremismo, velleitario e restio ai compromessi". In politica serve "mettere le mani nella merda", la difficoltà è saperlo fare senza sporcarsi, senza confondersi con essa. Delle scelte andavano fatte, si sa il risultato di quelle prese, ma non si conoscerà mai dove avrebbe condotto la strada alternativa.

Alla luce del risultato Michele Boldrin pùò affermare che il ruolo del politico non è quello che gli si cuce meglio addosso, ma le parole che ha lasciato in questo post, ciò che ha espresso ed il modo con cui l'ha fatto, riportano l'UOMO al di sopra del leader, il ruolo che egli ha svolto in questi mesi. Parole che toccano la mente, ma anche il cuore. Grazie

Per agire politicamente nel Parlamento Eueopeo occorre:

a) raccogliere 150000 firme per presentare le liste

b) superare la soglia di sbarramento del 4% (quest'anno era un poco di più di un milione di voti

c) entrare a far parte di un gruppo parlamentare.

Comicio dalla fine per quelli che non sono edotti del funzionamento del PE; il regolamento funziona in base a gruppi parlamentari, i "non iscritti" hanno un'agibilità limitatissima. Per costituire un gruppo ci vogliono almeno 25 deputati di almeno sette paesi diversi che sottoscrivano un documento politico; non è ammesso il "gruppo misto".

Ed ora andiamo per ordine: o si ha la capacità di mobilitazione per raccogliere le firme oppure non si parte nemmeno: niente morte con la bandiera intonsa, non ci sarebbe neanche la bandiera. Per aggirare questo ostacolo, sul quale occorrerebbe una riflessione più approfondita, bisogna allearsi con qualcuno che abbia già parlamentari, vuoi SC, vuoi altri. E L'ALLEATO, chiunque esso sia, cosciente della sua posizione di forza ci tiene sotto schiaffo.

Passiamo a b), prendere un milione e passa di voti. Non è impossibile ma per esempio i Fratelli d'Italia con ex ministri e sottosegretario non ci sono riusciti come pure i Verdi, che sono andati solo marginalmente meglio di SC e Syriza c'è riuscito a stento nonostante gli indignados, il 99% e compagnia bella.

È ingiusto il giudizio su GV: non è solo "uomo simpatico, di ottima cultura e gradevolmente poliglotta oltre che capace di performances eccezionali nei pubblici dibattiti"; è stato Primo Ministro in Belgio per quasi 9 anni e non ha fatto male. Il suo obiettivo era di avere una lista ALDE nella maggior parte dei paesi, e il giochetto gli è riuscito per esempio in Grecia: To Potami ha avuto un discreto successo. Il suo errore è stato casomai di credere che quelli di SC fossero liberali, mentre invece non c'è nulla di più lontano...

Per le prossime elezioni che si fa? Si raccolgono 150.000 firme oppure ci si apparenta con SC oppure con qualcun altro, con tutte le conseguenze del caso?

mi è sembrato che nel corso del tempo, e in particolare nell'ultimo anno, i tuoi interventi pubblici siano stati sempre più orientati a spiegare argomenti basici, quelli che con esibita ignoranza i veri demagoghi trascurano bellamente. nel calcio sono i fondamentali: stop, tiro, dribbling...

sarà stata la tua una dura necessità oppure la conseguenza di  un animo caritatevole, però qui la pazienza infinita, la tenacia e la moderazione, anche il piccolo compromesso a favore dell'intellegibilità, sono virtù da mantenere e prima o poi daranno frutti, magari imperscrutabili.

sugli uomini in malafede, bisogna invece troncare presto. da esterno, fatico a conoscere fatti e retroscena, purtroppo ho visto gli esiti.

( non resisto: la cosa più spassosa, in questa valle di lacrime pre e post elettorale, sono gli "esperti di comunicazione". ma quanti sono ? :-) )

Via solitaria o via congiunta SE/ALDE con dentro tutto o quasi tutto credo che forse non sarebbe cambiato nulla, come ammette Michele nel finale del suo testo. Ma almeno abbiamo inparato (e non è cosa da poco) come si fa a costruiire un percorso comune con altri compagni di viaggio.

Ma perché non sarebbe cambiato nulla? Perchè l'elettorato, ha ritenuto piu' credibile  dare affidamento (fiducia e speranza) ad un Renzi che già viaggiava su un carro quotato 30~35% piuttosto che scommettere su un neo-partito-assembramento da zerovirgola che forse non avrebbe nemmeno superato la soglia.

L'incipit del manifesto di Fare inizia con "La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 - tranne poche eccezioni individuali - ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.". Gli italiani hanno voluto pero' dar credito - per ora - a Renzi. Si tratta di una scommessa, naturalmente. Ed in una fase di conflitto con Grillo e Berlusconi, Renzi è stato bravo a dragare tutti  voti che poteva. Renzi in parte ha fatto suoi concetti come il merito, far ripartire l'Italia, crescita. Ha saputo coniugare questo con un po' di populismo (80 euro) con i toni da ultima spiaggia (il pericolo grillino). L'astensione ha fatto il resto.

Ma l'elettorato oggi è sempre più mobile e cambia rapidamente idea. Soprattutto, come sappiamo, le illusioni e le speranze possono trasformarsi velocemente in delusioni (c'è un legame stretto tra illuso e deluso) e prima o poi si smette di inseguire illusioni e si approda a progetti piu' solidi. Se sapremo prepararli.

Ora che succederà a FARE? Io spero che resti (e chi mai in Italia porterà avanti il tema del federalismo?) ma ho i miei dubbi. Ma di questo magari sarebbe meglio parlare sul forum di Fare, dove (e questa si' è una critica che ti faccio volentieri) non ti sei mai affacciato. Piu' di 100'000 interventi, mai uno tuo. Eppure (seconda critica) il tempo per ciacolare su twitter e faccialibro (a volte litigando e mostrando il carattere che ammetti di avere) lo trovavi.

...io l'ho trovato ostico, anche quando ho postato io qualcosa, è troppo dispersivo, secondo me. Ma non saprei dire come organizzarlo, o meglio un'idea la ho, solo che non conto un piffero.

Ma quel forum va assolutamente rielaborato e riaperto, perchè così come è non funziona. Così, per parlare d'altro.

Trovo questo post dopo averti mandato ieri alcune riflessioni, e quanto là detto mi appare ancora più vero.

Il tuo errore, e quello di molti di noi, è stato quello di non esser stati abbastanza "liberi".

Vedi, Michele, tu sei abituato a vivere e lavorare da anni negli Stati Uniti, e sei abituato a comportarti da uomo libero. Lo sappiamo, i compromessi si fanno ovunque e il paradiso non esiste, ma quello è un paese dove è possibile intraprendere una strada con le proprie nuove, libere, idee e convinzioni, giuste o sbagliate che siano. Io negli Stati Uniti ci sono stato solo pochi anni ma mi è bastato per rendermi indigesto il modus vivendi (e lavorandi) mediterraneo.

 

Nel dettaglio, ha ragione il commentatore che più sopra ci ricora che "scontiamo sempre il peccato originale", e quello è stato un treno perso. Molto colpevolmente perso, e non per colpa tua. Punto. Ciò che è avvenuto dopo è stata una encomiabile e faticosissima nuotata al galleggiamento in un mare di mille correnti contrarie (e quindi di compromessi).

 

Ora si vedrà come andrà a finire la "scommessa" renziana, e state tutti tranquilli perchè presto si capirà: io credo che adesso, umilmente, occorra lavorare alacremente ognuno nel proprio campo secondo principi di libertà, senza rinunciare a sognare la rivoluzione e a tratti provare a realizzarla. Magari un altro treno passerà e magari lo condurremo noi...

 

un saluto, a presto!

 

Mi pare sia questa l'unica, sconfortante, forse auto-consolatoria, constatazione da cui partire.

Fuor di gusto per la sprezzatura, l'Italia ha una competitivita' da emerging (cfr. GCI World Economic Forum). Scuola, istruzione, formazione, riforma fiscale, federalismo/regionalismo, giustizia, illegalita' e via dicendo. La gente vota con la pancia (T. De Mauro) -personalmente, avrei fornito anche altra...indicazione anatomica.. - per ignoranza.

Un paese da rifare from scratch,  come diceva un Marchese nato nel 1798. Sara' anche ora di educare/fare gli Italiani? O no?

Istruzione, formazione, M A T E M A T I C A, analisi logica, codice binario (0/1) sono le basi di partenza da cui ripartire. Sad but true. Trascurando (preterizione ) kafkiani fenomeni da 'Oscar' che mi fanno cambiare 'canale' alla sola vista.  E voglio rimarcarlo, anche perche' non ho mai visto alcuna analoga presa di posizione in tal senso, o repentir sincère, dopo avere sostanzialmente ....azzoppato un movimento che stava prendendo piede.

Chiudiamo sempre ''ecumenicamente''/balena bianca: Mose' divise le acque, MOSE divide  i flussi di cassa....

(notazione ...'lexikalische' : singolare che, conoscendo i ''fondamentali'' Italiani  siano stati soltanto in 35 a cercare di approfittare della .....Möse......)

Forza e coraggio

Michele, diciamo la verità, ti sei messo alla testa di un'impresa titanica. Un insuccesso va sempre contestualizzato. Però dopo quello che è successo con la vicenda Giannino, ci voleva soltanto uno molto, ma molto ostinato per non capire la lezione. Per me la vicenda Giannino ha solo rafforzato la convinzione che l'Italia sia un caso disperato. Andiamo con ordine. Perchè la gente non ci ha votati dopo la vicenda Giannino? Eravamo meno liberali del giorno prima? Era cambiato qualcosa nelle nostre idee? No. Si è detto che siamo risultati incoerenti. Già, invece i partiti dominati dai soliti figuri che ci ritroviamo da 20 anni almeno, quelli sono coerenti? Berlusconi, Bossi e poi Maroni, Renzi, Grillo, Fini? Per citare i più noti. Vogliamo parlare della coerenza di queste persone? Non credo che la coerenza faccia parte dei valori più tenuti in considerazione dagli italiani altrimenti non avremmo la classe politica che ci ritroviamo. Avere successo elettorale in Italia da anni ha poco a che fare con l'avere un bel programma o delle buone idee. Pensiamo al successo di Grillo. Spara cazzate ai quattro venti, ma risulta simpatico e comunicativo. M5S contiene nel programma cose inenarrabili, più volte esaminate su NoiseFromAmerika, eppure ha preso percentuali di voti tra il 20 e il 30%! C'è da piangere! Berlusconi voleva fare la rivoluzione liberale, ma non ha perso i voti dopo che si è capito che non l'avrebbe fatta, altrimenti non avrebbe preso ancora percentuali a due cifre alle ultime elezioni. L'Italia ha enormi problemi culturali e hai detto tu stesso che gli italiani hanno votato Renzi perchè pensano di uscirne con operazioni cosmetiche, mentre secondo noi servono riforme radicali. Ti ho sempre votato per la coerenza delle idee, così come ho votato Giannino anche dopo il fattaccio. Non mi è mai importato della vicenda laurea, ma mi è sempre piaciuto quello che diceva sullo Stato Ladro. Quanta gente c'è che vota così in Italia? Quanta gente vorrebbe come diceva la Thatcher "the State as servant and not as master!". Quanti si rendono conto di chi è il nemico? (Non l'euro, non l'europa, non le banche, ecc) Pochi, troppo pochi. Ed è per questo che le cose vanno sempre peggio. Non è un caso se in Olanda ALDE ha vinto e da noi, anche se tu non avessi sbagliato niente (vedi alleanze assurde con Tabacci), SE non avrebbe preso più del 2/3%. Cosa sarebbe cambiato? Per me nulla. Fossi in te non mi biasimerei troppo. Un contributo positivo l'hai comunque dato. Alcune delle idee di Fare sono state prese da Renzi ad esempio. Siediti e goditi lo spettacolo, che il paese non ha finito di farsi del male. Adesso c'è un nuovo pifferaio. Io non credo farà le riforme necessarie, anche se spero di sbagliarmi. Le cose andranno ancora molto peggio prima di migliorare, ammesso che migliorino, e io che ho già vissuto anni in UK prima di rientrare in Italia (come vedi non sei l'unico a fare grossi sbagli) forse me ne dovrò andare di nuovo. Così va il mondo e a pochi è dato il privilegio di cambiarlo. Hai fatto la tua parte, almeno ci hai provato e di questo ti ringrazio di cuore.

Caro Boldrin, è strano leggere una riflessione come questa in un sito che riunisce persone che vivono e lavorano negli USA. Non conosco politico americano che sarebbe in grado di scrivere così. Sopratutto di fare politica cosí. Neanche i Repubblicani. Non sarebbe immaginabile perseguire il voto con tanto poco coordinamento, con così pochi obiettivi condivisi, con i ruoli delle persone così poco definiti, con la comunicazione incluso questo tuo sfogo come un optional, e questo livello di faziosità generale, very Italian!

Mah, forse in ameriKa il problema manco si propone. Poi su NfA scrivono italiani che stanno - o stavano - un po' da tutto il mondo (non solo USA, io scrivo dalla sGuizzera) ma chi ascolta e poi dibatte sta in Italia. Il From, implica un To, caro pierluigi.

Michele, se errori sono stati commessi (e oggi possiamo solo ragionare col senno di poi), questi devono essere condivisi con tutti coloro che - come il sottoscritto - hanno partecipato alle decisioni di cui parli e non in ultimo con chi, come me, aveva già sperimentato come in politica possa essere pericoloso rinunciare al rigore delle proprie opinioni per non contraddire quelle di alcuni occasionali compagni di viaggio.

Un paio di punti da un simpatizzante esterno.

Se Fare deve essere il partito "Europeo", bisogna andare a spiegare alla gente come e perché quello é importante. Ci sono molti siti e blog anti-euro, molti commentatori che producono argomentazioni con tanto di grafici per giustificare l'uscita dall'euro. Sempre piú non addetti ai lavori si stanno convincendo. Voi dove siete? Se non andate a discutere contro i Bagnai, contro i  Paolo Savona, i Rinaldi, i Borghi, i Guarino, chi lo fa? Questi stanno attirando consensi. C'é bisogno di un partito pro-Europa che abbia voglia di sporcarsi le mani. 

Due. Mettersi assieme a Monti (perché quella é la percezione) é stato un grosso sbaglio, ma in un certo senso vi ha anche salvato. Molti elettori non sapevano neanche che Fare fosse dentro SE. Quindi la sconfitta non é stata cosí dannosa secondo me per il general public. Fare può benissimo ri-iniziare da capo senza paure. 

Spero che continuerete, e che la prossima volta vada meglio.

 

Voi dove siete? Se non andate a discutere contro i Bagnai, contro i  Paolo Savona, i Rinaldi, i Borghi, i Guarino, chi lo fa?

 

lo hanno fatto più di una volta. loro ed altri. 

quanto a monti, che ha fatto moltissimi errori, almeno qui per fare un bilancio equilibrato bisognerebbe ricordarsi dell'autunno 2011 e delle mega aste di febbraio 2012 da affrontare con  assenza di compratori e liquidità evaporata, per non parlare delle obbligazioni bancarie da piazzare (se non ricordo male gli impieghi erano il 180% della raccolta) . Questo senza nulla togliere agli errori che pure ha fatto.

Come dice Paolo, Michele non e' che abbia sbagliato da solo. A me sembrava un'ottima idea aggregare i movimenti interessati (ho deciso che la parola "liberale" non la uso piu') e ho votato a favore di quella linea (come la maggioranza dei Delegati). Quello che francamente ignoravo: (1) che il panorama dei movimenti liberali in Italia fosse cosi' sconsolante. Da quando ho avuto esperienza di prima mano coi "libbberali" italiani non me la sento piu' di criticare grillini, komunisti, fasci... Gente piu' interessata a fare a gara a chi ha letto piu' volte Locke con un senso pratico pari a zero (2) che partiti di cui mai avevo sentito parlare (federalisti europei, tabacciani, cespugli assortiti) avessero pure la pretesa di imporre i propri desiderata. Ok, FARE non portava in dotazione milionate di voti ma doveva essere quanto meno l'azionista di maggioranza. E pensavo che anche GV capisse quanto meno che il nuovo vende meglio del vecchio riverniciato. Leggere che l'infelicissimo nome e' stato imposto dall'alto fa un po' incazzare.

Certo non te lo ricorderai, ma ti scrissi piu' d'una volta che cercare di illuminare la mente degli Italiani era destinato a magre risultanze, considerata la sparuta minoranza di votanti sani rimasti nel Paese. Eccolo, il tuo vero, unico errore. Tutti quelli che ti sei attribuito nel post, anche se non li avessi commessi, non avrebbero fatto grande differenza.

 

Edison si vantava di aver commesso 10000 errori prima di trovare il modo giusto per fare la lampada. E non mi risulta che a qualcuno (compreso se medesimo) sia mai passato per la mente di definirlo un coglione.

 

Il coglione commette una valanga di errori, ma non e' vero il contrario; anzi, sappiamo benissimo che errare e' l'unica via per imparare.

 

E di certo questa esperienza ti avra' insegnato molte cose. Delle quali, come sempre accade, ti renderai conto piu' avanti, dopo aver metabolizzato la delusione.

 

L'Italia e' ormai troppo dentro al vortice, resta solo da vedere cosa ci sara' all'uscita dalla cloaca.

 

Cari tutti,

cominciamo con una riflessione di pancia: quanti di noi (e quanti italiani) vorrebbero avere un leader politico, un ministro o anche solo un sindaco capace di venire fuori con una analisi così lucida e franca?

Penso molti. Perché saremo anche dei cialtroni, che non disdegnano persino di farsi governare da cialtroni, ma quando le cose si mettono male e serve mettercela tutta per venirne fuori ci si guarda intorno e si cerca della gente così.

Noi (e dico Noi, che ci troviamo qui a discuterne) ne abbiamo di gente così. Sicuramente anche più di uno. Il primo obiettivo di Fare deve essere proprio raccogliere, valorizzare e fare conoscere a tutti il meglio delle risorse umane a disposizione di questo Paese.

Forse il problema delle ultime elezioni è stato anche che erano perse in partenza. Molti piuttosto che perdersi in un voto “di bandiera”, e metterci ancora una volta la faccia dopo la scottata dell'ultima volta, hanno preferito non votare (vedi analisi sui flussi). Ma non è detto che la cosa debba per forza ripetersi. A patto che il voto sia percepito come utile ed in grado di contribuire a fare qualcosa. Come?

 

Guardiamo avanti.

Analisi e Strategia.

  • 1) Il bipolarismo, o meglio lo schema maggioritario, sembra ormai un fenomeno consolidato. Si devono ancora fare i conti con il M5S Un anomalia quasi tutta italiana, anche per la sua difficile collocazione nell'arco costituzionale.
  • 2) Per un medio-lungo periodo il centrodestra potrebbe trovare difficoltà nel costruire il consenso che gli permetta di tornare ad essere competitivo con il PD di Renzi.
  • 3) Il PD e Renzi, passata la fola elettorale, si troveranno ad avere a che fare con i soliti e ben noti problemi dell'Italia. Dall'economia alla riforma dello Stato. Al momento il programma genericamente presentato, e mai vagliato da un voto diretto, non sembra all'altezza delle ambizioni riformiste vantate.

E se il Partito che non c'è per ora non avesse ragione di esserci? Mi spiego, affinché si possano affermare le idee del Manifesto è necessario avere un veicolo elettorale?

Le risorse necessarie per mantenere una macchina che possa solo ambire ad avere una rappresentanza stabile entro un sistema maggioritario, è a dir poco proibitivo per un partito di nicchia. Diciamocelo una volta per tutte: portare il Liberalismo alle masse forse è possibile, ma probabilmente è anzitutto inutile. Pensare di cambiare le cose raccogliendo direttamente il consenso è quantomai complicato, oggi più di un anno fa. Qualcuno sopra diceva che ormai Boldrin nei dibattiti si trova a dare ripetizioni di fondamentali dell'economia ai sui interlocutori. Credere che con i loro elettori si possa fare di meglio è velleitario. Pensare invece di informare ed educare la popolazione sui temi fondamentali (economia, statistica, matematica, fisica, tecnologia...) richiede tempi e risorse proibitive, che forse solo un serio programma di governo potrebbe mettere in atto.

È la trappola della Democrazia: il potere è in mano al popolo che però non possiede le conoscenza per poterlo esercitare correttamente.

Di qui non si passa, e allora?

Come altri ricordavano, alcune idee del manifesto cominciano a circolare, altre come Non più alto del Colle sono state saccheggiate tout court.

E se questa fosse la strada? Produrre nuove idee, vagliarle, discuterle, diffonderle e vigilare sulla correttezza della loro attuazione.

Questo per dei professori dovrebbe essere più abbordabile che non gestire un partito o la campagna elettorale.

Già, ma come evitare di rimanere marginali in un Paese dove i think tank e le fondazioni sono solo il rifugio per politici trombati?

Tattica

Anzitutto continuare ad esserci, a comunicare, a farsi sentire. Non diventare un pensatoio chiuso nelle vellutate stanze di un antico palazzo romano. Ne rincorrere il consenso della rete in stile M5S. Non abbiamo bisogno di migliaia di sfegatati che copiano da wikipedia le definizioni che incollano nei post, se abbiamo i 10 che quelle definizioni le scrivono nei loro libri di testo!

Affrontare le battaglie che si ha possibilità di vincere in proporzione alle forze di cui si dispone. Se non si dispone di un esercito di milioni di uomini e di forze aeree, non ci si impegna in una guerra di trincea o su vasta scala. Si costringe l'avversario (nemico e' troppo) ad affrontare una guerriglia su un terreno a lui ostico e che metta in luce le proprie doti.

Si mantengano per quanto possibile i comitati sul territorio, per raccogliere le istanze e per diffondere le idee. Se si presenterà l'occasione propizia, si potrà tentare il colpo di mano. Come avvenne per Pizzarotti a Parma per il M5S. Ma a quel punto non si facciano gli stessi errori: serve una classe dirigente preparata (e leale) che dimostri il valore della idee applicate alla realtà. Solo così si potrà accarezzare l'idea del salto di scala.

Dove e come cominciamo?

Da qui e ora. Come già osservato nel post, il forum di FARE risulta ostico e, a mio avviso, pieno di inutili discussioni e critiche povere di costruttività. Molto meglio uno stile come NFA da cui solo leggendo e' gia' possibile imparare, chiarirsi idee e discuterne.E dove comunque non e' proibito all'ultimo bischero, come il sottoscritto, di provare a lanciare il proprio sasso nello stagno.

Here's my 2 cents.

 

Serve però anche un canale di comunicazione di massa. Come a suo tempo il programma di Giannino su Radio 24. O un blog di successo come quello di Grillo. O apparizioni in TV come quelle di Boldrin, anche senza essere un partito in corsa. Problema di difficile soluzione, ma non impossibile, con tutta l'intelligenza che c'è qui.

 

Quando gli italiani perdono le battaglie si ricorda loro, pena la depressione, che non bisogna confondere l’obiettivo bellico con l’obiettivo politico.

 

 

Non v'era alcun dubbio, all'interno di Fare, che non essere presenti alle elezioni europee sarebbe stato equivalente alla sparizione istantanea; ragione per cui era obbligatorio trovare una maniera per esserci.

 

 

Se l’obiettivo era evitare la sparizione istantanea, mi sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto quasi con il minimo sforzo. A me pare che tutti gli errori lamentati nell’articolo in fin dei conti hanno permesso a Fare di rimanere sulla mappa politica. Certo l’onda di Renzi ha creato un risucchio per tutti gli altri. Se gli obiettivi di Fare in questa tornata invece erano più ambiziosi allora è un altro paio di maniche.

 

Dai commenti vedo che ci sono quelli che si concentrano sulla scarsa capacià operativa degli alleati, chi invece preferisce concentrarsi sullo tsutsumi della proposta politica di Fare e sulla dabbenaggine degli elettori. Come se quelli non fossero vincoli esistenti da sempre anche per tutti gli altri.

 

- Come si fa a convincere i pensionati del fatto che in Italia la spesa pensionistica e' troppo alta?

- Come si fa a convincere gli evasori a votare per chi l'evasione la vuole combattere davvero?

- Come si fa a convincere gli statali a farsi licenziare perche' in esubero?

- Come si fa a convincere i dirigenti statali e bancari ad accettare drastiche riduzioni di salari e prebende?

- Come si fa a convincere tutti i trombati della politica che e' tempo che si trovino un lavoro vero?

- Come si fa a convincere mafiosi e camorristi e corrotti di ogni genere con relativo indotto che e' tempo di dire addio all'illegalita'?

- Come si fa a convincere gli insegnanti che sono fuori tempo?

- Come si fa a convincere gli anti Euro che l'Euro non e' la causa dei problemi?

- Come si fa a convincere milioni di indefinibili che Berlusconi non e' affatto una specie di Dio?

- Come si fa a convincere i giornalisti e indotto a rinunciare ai fondi statali?

- Come si fa a convincere l'oceano di paraculati a misurarsi con la meritocrazia?

Mi fermo qui per decenza.

Qualcuno ha mai fatto la somma di tutti? Beh, io credo fermamente che tolta questa somma al totale non si vada molto oltre 1 o 2 punti percentuali, che e' quello che Fare avrebbe preso se tutto fosse stato fatto alla perfezione.

C'e' qualcuno capace di convincermi che c'e' il modo di far capire a costoro che e' nel loro interesse votare per Fare, senza far ricorso alle solite lusinghe (leggi balle) gia' strabattute dai politici di vecchio corso e prima che lo capiscano forzatamente dal fatto che si ritrovano tutti in mutande?

Altrimenti a mio parere non c'e' altro da fare che attendere che l'incendio bruci tutto quello che c'e' da bruciare. Poi dalle ceneri si potra' (ma ahime' direi i posteri potranno) ricostruire qualcosa di sano.

Tralascio che il M5S ha preso il 20% più o meno dicendo quel che tu affermi sia impossibile dire (toglici pensionati ed euro e aggiungici un po’ di balle ecologiste/protezioniste)
In realtà tutti i tuoi punti sono impostati in maniera negativa, punitiva e rivolti al target sbagliato.
Il PCI mica cercava di convincere gli Agnelli e i Falck a votarli dicendogli che  dovevano lasciare tutto agli operai, puntava a convincere gli operai.

Poi è il partito del Fare non del Disfare, quindi:
- Come si fa a convincere i pensionati del fatto che in Italia la spesa pensionistica e' troppo alta?
Devi convincere chi non è pensionato (e sono la maggioranza)  che senza una riforma i contributi che versa sono soldi buttati e lui farà la fame a breve (vedi post di Esposito)
- Come si fa a convincere gli evasori a votare per chi l'evasione la vuole combattere davvero?
Devi convincere chi paga mille balzelli (cioè la maggioranza) che ristrutturando la pressione fiscale tutti pagheremmo di meno
- Come si fa a convincere gli statali a farsi licenziare perche' in esubero?
Devi convincere chi statale non è (cioè la maggioranza) che così avremmo servizi migliori quindi più crescita e reimpiego
- Come si fa a convincere gli insegnanti che sono fuori tempo?
Devi convincere i genitori che si possono avere scuole migliori.


Certo senza demagogia e capri espiatori è molto più difficile ma, mi ripeto, il 9 % degli italiani non più di 18 mesi fa ha votato Mario “simpatia e carisma” Monti credendo di votare per cose simili.

Più dell' 1% è decisamente possibile con il programma di Fare (che infatti è stato, almeno a parole anche saccheggiato in alcuni punti ).

Non sono un esperto di comunicazione, ma a fronte di un tema sistemico - tanto che agli investimenti pubblici - in Italia - non crederebbe neppure Keynes. E di barriere all'ingresso (e voti comprati - avrei privilegiato una comunicazione veloce in 'codice binario' 0/1, Y/N, insieme a benchmark sui paesi 'virtuosi.

 La gente, a sentire ulteriori BLA BLA BLA si addormenta.

Esempio al volo:

  •  SFIDE Italia: sistema fiscale inefficiente; elevata (ed inefficiente) spesa pubblica; elevatissima spesa pensionistica (e pensionati a 55 anni); total tax rate (% profit) 60.3
  • OPPORTUNITA': bassissima competitivita' (cfr. GCI lontano dai pasti), risibili quote di mercato in settori chiave (pare, se non mi inganno, che viviamo nella ICT!) , bassa produttivita' (labour productivity); elevati costi energia; sistemalegale inefficiente; R&D risibile.
  • Troppi avvocati, caxxari e giornalisti, pochissimi INGEGNERI ecc.

 Illustrare gli scostamenti o 'varianze al CAF', a buon intenditore, rispetto alle maggiori economie.

C'e' gente che ancora crede alla 'favoletta del belpaese' o di congiure intergalattiche. Ma fuggono anche i pensionati.

E un serio, rapido, ritorno alla legalita'. Non ho visto nessuna proposta di legge sul conflitto di interesse: 80 euro a te, qualcuno che 'Guidi' a me, una 'Mance' gaglia a te, concessioni 'lasche', fondi a perdere, ma che roba e'?

L'Italia va considerata e trattata come un paese emergente: regole chiare da riscrivere da zero, chiare, semplici, processi univoci, disboscare la selva di norme, discrezionalita' amminisrativa, compravendita di voti ecc.

Un problema di incentivi e moral hazard.

sono iscritto a fare e non ti ho votato proprio per i motivi che hai elencato.

Visto che hai capito dove stà l'errore, non lo ripetere e vai avanti.

mi fido di te.

Non ho letto tutti i commenti ma di mio posso dire: mi sono fatto il cu.. con Fare alle politiche, ho donato e ci ho creduto. Dopo la disfatta ho compreso che l'occasione era andata. Il continuare, specie da parte tua, Boldrin, mi ha infastidito (e te lo dice chi in un commento documentabile di ANNI fa scriveva "Boldrini for president"). Questo tuo post mi fa solo pensare di aver ritrovato una persona che, pur non conoscendoti personalmente, (la stretta di mano elettorale non vale:-)) mi ha dato molto negli anni di NFA. Per me tutto il resto è noia

   Devo dire che leggendo le confessioni di Boldrin, ho apprezzato la persona molto  più di quanto non abbia apprezzato il politico.  Sono pienamente d'accordo con Franco Puglia: iscritto a FARE sin da prima delle sfortunate elezioni "nazionali", ho seguito in diretta la "crisi" innescata da Gannino-Zingales ed il successivo tentativo di ricostruire il partito, che si è rivelato così maldestro, da accompagnarlo alla dissoluzione.   Dopo l'allontanamento di Giannino - che andava ragionevolmente messo da parte temporaneamente, ma non ostracizzato - era logico cercare di riunire le forze che erano ancora presenti: al contrario, vi è stata una scissione (cito il nome di Silvia Errico) che devo ritenere basata su personalismi, visto che non sono apparse palesi a noi della "base", le divergenze politiche.  La Direzione che in base allo statuto provvisorio era di sei od otto membri (se non ricordo male) è stata allargata a ventiquattro, imbarcando persone di varia provenienza.  Da qui in poi la Direzione è risultata sempre più scollegata dalla "base", che si impoveriva continuamente nel numero, e nell'entusiasmo di chi resisteva.  E' stato redatto da questa direzione uno statuto faraonico, degno, per numero di poltrone, concezione centralista e burocratica, del trascorso PCUS. Nel frattempo, quasi mai un comunicato stampa od uno scritto della Direzione illustrava la posizione del partito su fatti ed episodi della quotidianità politica. Cito tra tutti i referendum proposti dai Radicali, passato sotto il più assoluto silenzio di Fare. Il sito WEB d'altra parte, che avrebbe potuto rappresentare un luogo dove confrontare le idee, ospita un Forum, frequentato da un ristrettissimo numero di persone, più propense a scrivere battute piuttosto che ragionamenti. Pochissime le iniziative "locali", e quasi sempre scarsissimamente frequentate.  Arriviamo così al Congresso, indetto ai sensi dello Statuto "central-democratico".  La perla consiste nell'idea che i delegati sono incatenati alle mozioni; il grande capo presenta la sua - votata poi plebiscitariamente - pochissimi giorni  prima della chiusura dei termini. E' una mozione più simile alle confessioni da fare all'analista (paragonabili a quelle del post qui sopra) che ad un documento creato per tracciare una linea politica.  In effetti, l'idea di fare scomparire Fare è stata vincente.   Ora, io penso che scrivere proposte sensate ed immaginare che la gente corra a votare un gruppo di sconosciuti, sia quanto di più "impolitico" si possa immaginare. E' necessario lavorare, farsi conoscere, avvicinare persone ed associazioni, essere presenti sul territorio di appartenenza; sposare cause comprensibili ai più, disporre di strumenti di comunicazione. Un lavoro lungo, che richiede entusiasmo e dedizione da parte di tutti. 

...molti commenti e tutti esatti, almeno secondo me, o meglio di commenti sbagliati non ne ho letti. Come prima: stay tuned, Fare è morto, lunga vita a fare. Di più non so e non dico.

SEguo NfA da tanto e FARE sembrava cosa promettente. E' stato, a quanto sembra, un suicidio dietro l'altro, a cominciare dal caso Giannino. E questo post di Boldrin non mi sembra per niente un'autocritica, lui dice semplicemente, se non avessi dato retta agli altri e avessi fatto come dico io sarebbe andata diversamente.  Beh, è l'"autocritica" tipica dell'aristocratico accademico. Io credo, modestamente, che FARE doveva farsi conoscere di più, diffondere il suo programma (il migliore in giro, ma chi l'ha visto?), discutere dei problemi economici in tutte le sedi possibili. E cercare gli alleati possibili. Forse si può ancora fare, ma con troppi protagonismi in giro sembra arduo. A FARE serve una guida politica che ancora non c'è.

Concordo in pieno, Boldrin a capo del movimento produce più danni che risultati. Il movimento FARE è per forza eterogeneo quindi ci vuole una guida capace di riunire le varie sensibilità dei singoli elettori e non un integralista buono solo a litigare anche con la propria immagine allo specchio.

Avere le idee giuste non significa essere capace di portarle a termine.

 

Oggi i liberali votano Renzi. Bisogna aspettarlo al varco e vedere i risultati: se attuera' un programma liberale in grado di rilianciare l'Italia (ahime' ci credo poco...) dovremo rallegrarcene tutti; altrimenti sara' il momento in cui un movimento come Fare, ben organizzato e ben pubblicizzato, potra' raccogliere parecchi voti. Questo non e' tempo di raccolto, e' tempo di lavorare per non farsi trovare impreparati domani.

Leggo solo adesso tutto, ed ho l'impressione che l'errore sia stato a monte, ossia nella direzione in cui ci si è mossi. La partenza è stata top-down, ossia è stato contatttato Verhofstadt, e da lì si è partiti a costruire liste ed alleanze. E GV, investito del problema prima delle elezioni, senza certezza dei rapporti di forza (che si sanno solo dopo le elezioni), che poteva fare se non mediare?

Se invece, senza dire niente a nesuno a Bruxelles, veniva fatta in Italia una lista ed una campagna elettorale, poi, il giorno dopo le elezioni:

1. se non era stato preso alcun seggio, ci si strappava le vesti, come adesso;

2. se se ne era preso anche uno solo, si andava da GV e si diceva "Caro Guy, pensavamo di confluire con voi, peccato che SC abbia fatta la fine che ha fatta", e lui rispondeva "Ma che bella idea, prego accomodatevi, faccio venire un tè coi pasticcini, od è meglio della birra fresca con qualcosa di salato?"

A causa delle perverse norme italiane per "fare una lista" bisogna raccogliere 150.000 firme, debitamente autenticate, altrimenti "no Party" ("Non parti" come direbbe Monica Vitti). Io credo sia questo il motivo principale per gli improbabili apparentamenti di "Fare".

 

Erano gia' trascorsi 40 anni di 'sistema' quando K. arrivo'. Il Paese era sprofondato nella nebbia del feudalesimo...

K. stava consultando il manuale standard di 'change management' business transformation and all the epistemological  summae pipparum elaborate dai Σοφoi quando si imbatte' casualmente in una cronaca di giornale. Vita reale.

Vi si narrava di talune insospettabili e pericolosissimissime  relazioni e strani meccanismi di induction / "me ne ha parlato Mr X"......lo ha nominato lui....ecceccecc....

 


Fuor di metafora. Il sistema e' talmente autoreferenziale e cristallizzato che solo il sentire parlare di ''entrare come una ruspa sulla P.A.'' (Renzi ) suscita.. ''ilarita''' . E' tutto su base politica, o per nomina politica, con barriere all'ingresso e resistenze al cambiamento fortissime.

 Esiti?  ne e' scaturita una classe dirigente - che priva di competenza e onesta' ha come visto in quarant'anni di governo DISTRUTTO IL PAESE. E, nonostante 40 anni di inchieste giudiziarie, nulla si muove. Colloco la...omissis...negli anni '70 (anche qualche annetto prima)
SI arriva gia' al 1980 con una situazione tanto clientelare ed involuta e di pervasiva presenza della politica che Taluni posero la ''questione morale''. Poi 2...o n tangentopoli.

Adesso gli stessi di sempre si stanno arrampicando sugli specchi - perche' per risolvere i problemi dovrebbero fare  auto-Seppuku  - essendo loro stessi il primo problema del Paese.
Esiti:. le responsabilita' di aver fallito assieme a tutti gli altri nel ruolo di amministrare il bene pubblico - e di aver inoltre distrutto una societa', creando uno Stato che di fatto toglie ai poveri per TRASLARE ai ricchi  (mi pare che la Robin tax 2008, sia emblematica), senza alcuna- premessa per una rivolta o rivoluzione ..

Infine, si cerca rifugio dietro lo schermo, o veil del 'populismo/anti-populismo nell'estremo tentativo di giustificare le proprie INCAPACITA', in questo assecondati da certi organi d'informazione.

Tutto questo lungo pippotto, per dire che a mio avviso l'approccio va completamente rivisto. TAV, Expo, o MOSE(') in piedi da anni  30, a chi recano utilita', valore aggiunto?  Populismo? o ha ragione chi ne contesta la realizzazione? L'Autostrada Salerno-reggio Calabria ha senso? Come si vive in Italia? Quanto si guadagna? Perche'?

Mai visto nulla. ..

Aut si cambia la comunicazione in termini di: vantaggi/svantaggi/next steps Aut non se ne viene fuori.

Bisognerebbe raccontare alla gente come vive il Mr. Schmidt con grafici, numeri, , quante tasse paga, come vive il ceto medio ecc.Che e' poi quello che sta facendo il Prof. Perotti su 'Lavoce'. Il MIT sceso in campo a fare... i conti della serva!

La riduzione di costi/efficienza tramite benchmarking mi pare l'unico driver per il cambiamento. Inutile, in un sistema cosi' ...compromesso, utilizzare approcci, ancorche' formalizzati. Bisogna dire alla gente cosa si fa per farla vivere meglio!

Ecco, per intenderci, eviterei di parlare di.... slippery pavements.

Italy is on the slippery slope to self-vaporization, so....  how can I save against a rainy day?

benchmarking all the way! Basta BLA BL BLA. e via gli Oscar!

(titolo provocatorio, per...scolpire la distanza tra l'hyper uranio e la piazza )

 

 un 'leoncino', non molto alto....spesso, chissa' come mai, 'evocato' ad ogni sua ''epifanìa'',  o 'appellato', con l'affisso di cortesia DON, di nome Sirviuzzu....


Don Sirviuzzu, arto (romanesco..) un metro ed un'oliva.., in realta', era asceso miracolosamente al potere, pare, (sempre presunzione ex art. 27 Cost., cosi' i capponi sono salvi)  avvalendosi di flussi di cassa provenienti da misteriosi investitori, ugualmente, e solitamente,riconoscibili dall'identico affisso DON....(sempre con il beneficio dell'art. 27...blablabla), quali, ad esempio, Don Matteuzzu....Don Cicciu....ecceccecc.


Don Sirviuzzu, ancorche' non molto piu' alto di Pipino il Breve,  aveva fama di leone,e combatteva sempre contro i bràdipi, so-called  tutori della legge, perche' temeva che ficcassero il naso nei suoi affari..(art. 27 blablabla)
Gli altri animali scorazzavano impuniti nella foresta proprio perche' c'era sempre quel leoncino nei paraggi che faceva la guardia al suo zoo (crucifige! colpa di....blablabla).

Oggi che il leoncino assomiglia piu' ad un dudu' (mimetico....da una famosa canzone di gemelle Teteschissime  medioevali... 'dadaumpa', o 'duduumpa') - azzoppato, ed il massimo che puo' fare è guairti dietro, si puo' andare a prenderli tutti, uno per uno. Prima il vitello marcello, dopo la jena scajolx, poi il maiax galan, e avanti cosi' nel bestiario, sperando che prima o poi tocchi anche al por... formigxxx. affettuosamente chiamato forminxxx
Piaciuta la storiella?

Siete completamente fuori scala (out of scale, e cosi' ci infiliamo il latinorum del  tertium millennium.) e ve lo dico in ...Italiano, con la speranza che San Lavazza SPA da torino colmi il gap tra nebbia e palazzo.

(ma sempre Giuanin, da ''bostonne'' for......). Togliersi le lenti di Kant...dagli occhi.

It is I t a l y, what we are talking about.

s v e g l i a!

 

 

"Come dimezzare l’evasione in tre anni ", Lavoce.info...

11.06.14 di udite udite .

Ministro delle finanze nel governo Ciampi (1993), Ministro delle Finanze nel Governo Prodi (1996) e nei governi D'Alema (1998 e 1999) . E' stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica nel Governo Amato (2000); E' stato anche viceministro dell'Economia con delega alle Finanze dal 2006 al 2008 (governo Prodi II).

 

Pensare che qualcuno avrebbe detto:

Corruptissima re publica plurimae leges ...2 mila anni fa..Ma di semplificare, disboscare norme, procedimenti, cash removal ed accordi con note ..Ortschaft....non troppo distanti non si parla. Ovviamente, 20 anni fa le soluzioni tempestivamente proposte, solo ora, da Visco, non erano ancora accessibili al pensiero... Cartesiano....

Da ridere per non piangere..

vantaggi; next steps. Sulla strategia gia' Altri prima e meglio.

Non molliamo, grazie

  • Per quello che mi riguarda ho votato Boldrin, lo rifarei perchè lo considero persona degnissima e atipica (in senso positivo) nel panorama politico italiano. Adesso che ho letto il suo post lo stimo ancora di più, perchè (da persona poco informata dei fatti), non avevo ben compreso il senso delle alleanze con GV e SC, ma mi fidavo.

Dopo le ultime giravolte e uscite sorprendenti di Grillo, ..Patty Smith e...Salvini che vogliono sgambettare l'abate Faria di Arcore per parlare in esclusiva con Renzi, lasciamo per un attimo il pallone.

Negli ultimi venti anni ci sono stati sconvolgimenti elettorali tali da far pensare ad una rivoluzione epocale, permanente per decenni, di dimensione tale da far cambiare il paese radicalmente: una palingenesi. L’allora Cavoliere parlava di rivoluzione liberale che avrebbe arricchito tutti, tele-abbonati inclusi, mutando ...ex albo nigrum, ex nigro album, ex curvo rectum :ndr Res judicata. riferimento causale, piu' che casuale..)

aremmo diventati tutti un popolo delle liberta' contro il popolo delle illiberta', che schifa le libertà, anzi, vive meglio in cella. Dopo venti anni lo sconvolgimento del quadro politico continua ma il popolo delle liberta' e dell’andate e abbuffatevi sta quasi con le pezze al sedere.

Ogni tanto esce fuori un rivoluzionario che urla strilla contro tutto e tutti, raccoglie con la rete a strascico il malcontento del paese, razzola milioni di voti, tolti anche al penultimo rivoluzionario ormai circondato da badanti, badante e batante che lo imboccano e gli cambiano il pannolone, promette sfaceli, esagera, spaventa, sembra andare a sinistra, anzi no, meglio a destra, destra-sinistra, non si sa che ... fifre (fr. piffero...) siano o che vogliano La gente . soprattutto in un paese conservatore fino al midollo- si e' rotta.

Aggravando i problemi del paese. . Sono l’impoverimento e il < potered’acquisto di lavori autonomi e dipendenti, la disoccupazione giovanile, l’impoverimento del ceto medio in generale. E che dire della corruzione delle classi dirigenti, l’evasione fiscale colossale, la penetrazione delle mafie in tutti gli anfratti dell’economia, della politica e della finanza del paese, l’intangibilità di una burocrazia fattasi metastasi, il sistema criminoso e famelico del capitalismo italiano, il degrado ambientale e vergognoso del sistema scolastico, il mantenimento dei privilegi economici allo Stato straniero del Vaticano, confermati anche in presenza di papi progressisti e francescani.

Ecco perche 'non appassionano  Grillo-Casaleggio: non parliamo con nessuno, contrordine, anzi no, ci parliamo senza diretta streaming, anzi no ci parliamo, fuori quelli che parlano con i giornalisti, anzi no, ci parliamo, e che ci facciamo con quelli che abbiamo cacciato per aver provato a fare proprio questo…..gli diciamo come non detto, abbiamo scherzato? Quanto prima si sentiranno le sirene per strada accese dalle ambulanze con infermieri dotati da camicie di forza
Fortunatamente ce n’e' per tutti

Ogni paese ha la classe politica che si merita. Individualismo assurdo: prendi, se riesci scappa, e magari fai studiare figli, ecc. all'estero..Sad but true.

Serve un approccio strutturato: in un simile contesto paese, impensabile, per tutti i motivi suddetti, l'ennesima 'teorìa' di maghetti e suonatori di piffero.

Menzione d'onore- noblesse oblige - anche a Montezuma, su cui gia' Romiti, ma anche ManCegalia S.P.a. in ENI, 'Guidi', amici fiorentini del 'Veltro' che pero' qualcosa sta cercando di smuovere..e via dicendo

A mio avviso, come gia' scritto, l'unico driver sono i numeri. Sempre piu' poveri, senza trascurare i vari Brunello di Montebaffino arricchitisi con la politica.

  • Ogni Paese ha la classe politica che si merita. ma allora educare, ed informare il Paese, in modo oggettivo ed univoco: numeri e codice binario.
  • Fuggono anche i pensionati...Su come pagare le pensioni di domani nulla si sa: stampa 3D...robotica....droni....pressioni demografiche. Ancora pochi anni...e poi si ride davvero..
  • non molliamo. Ma senza Oscar. Offriamo contributo di idee, proposte, programmi. Facciamoci sentire