La verità sui PIL dell'Italia, la Gran Bretagna e l'Europa

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A complemento del bel post di Sandro sulla "baggianata del sorpasso", riporto dei grafici che illustrano l'andamento del PIL pro capite di alcuni paesi europei misurato tenendo conto dei poteri di acquisto (e cioé PPP-adjusted), anziché usando i tassi di cambio nominali.

La fonte dei dati è Eurostat, che riprende ed omogenizza i dati rilevati dagli istituti statistici dei paesi membri.

Qualcuno, a commento dell'articolo di Sandro, ha chiesto come, concretamente, viene fatta la correzione per i poteri d'acquisto. I dettagli si possono trovare agevolmente in rete; comunque, dopo i grafici, riassumo come funziona la PPP (ossia la PPA: Parità dei Poteri d'Acquisto). Prima, le figure.

Il primo grafico confronta solamente Italia e Regno Unito. La scala sull'asse verticale è commisurata alla media del PIL dei 27 paesi dell'unione europea, standardizzata e posta uguale a 100 anno ogni anno. Ci rivela che dal 1997 al 2008, il PIL pro capite del Regno Unito è rimasto circa il 18 per cento, o più, al di sopra del valore medio dei paesi europei. Il PIL pro capite italiano era circa il 19 per cento più alto della media dei paesi europei nel 1998, ed è progressivamente sceso fino ad arrivare nel 2008 ad un valore uguale, all'incirca, alla media europea. Ovviamente, questo non significa che il PIL italiano pro capite sia sceso in termini assoluti: in realtà è aumentato leggermente (vedi terzo grafico) ma molto meno che nel resto d'Europa.

Confronto fra Italia e Regno Unito: Pil, ppp adjusted

Nella seconda figura confronto l'andamento del PIL italiano con il PIL di altri paesi europei. Qui il declino della posizione Italiana è evidente anche nel confronto, per esempio, con gli altri paesi mediterranei: il "sorpasso" della Spagna, e l'avvicinamento della Grecia.

Confronto fra Italia ed altri paesi europei, PIL, PPP adjusted

Aggiungo, per completezza, l'andamento del PIL reale pro capite in Italia nello stesso periodo, commisurato al valore dell'euro nell'anno 2000.

 

Calcolo PIL reale a Parità Potere Acquisto.

1. Si sceglie un paniere di beni e si calcola quanto esso costi, in un dato anno, nella moneta locale di ogni paese. Il paniere deve essere rappresentativo del PIL nazionale. In teoria non è necessario che sia lo stesso in ogni paese, almeno se si è interessati a comparazioni relative (di crescita) e non assolute.

2. Si divide il PIL nominale di ogni paese per il prezzo, nella moneta nazionale, del proprio paniere, ottenendo il numero di panieri prodotti in quel paese nell'anno base.

3. Negli anni successivi se nel paese A l'inflazione (misurata dal costo del paniere nel paese A) è del 5% mentre nel paese B è del 3% (misurata dal costo del paniere nel paese B), si riduce il PIL nominale di A (espresso nella moneta di A) del 5% e quello nominale di B del 3%. Alternativamente, che è la stessa cosa, ogni anno si calcolano separatamente i prezzi del paniere e si dividono i PIL nominali di ogni paese per i relativi prezzi. Questo permette di tenere conto delle variazioni nei poteri d'acquisto.

4. Si può usare il prezzo del paniere, rispettivamente nel paese A e nel paese B, per calcolare un "tasso di cambio PPP" fra la moneta del bene A e quella del bene B, in ogni dato anno. Se un burger con patatine e soda costa 8 Euro a Milano e 6 Pounds a Londra, allora il cambio Euro/Pound PPP è uguale a 4/3=1.333. Se il tasso d'inflazione del paniere è diverso fra un paese e l'altro il tasso di cambio PPP va ricalcolato ogni anno.

Implicazioni:

- Il tasso di cambio nominale e quello PPP possono andare, e vanno, ognuno per gli affari propri.

- SE, che non succede mai, tutti i beni del paniere fossero commerciabili ed i loro prezzi, espressi nelle rispettive monete nazionali, riflettessero sempre ed esattamente, le variazioni del tasso di cambio nominale, ALLORA comparare i PIL dei due paesi al tasso di cambio nominale ed a quello PPP darebbe lo stesso risultato. In altre parole, se quando l'inflazione del paniere nel paese A è del 10% e nel paese B è dello 0% il tasso di cambio fra A e B si svaluta del 10%, allora PIL nominale e PIL PPP si muovono in tandem. Altrimenti no.

- Questo dovrebbe far intendere perché sia ragionevole dire: se quello del pianerottolo di fronte guadagna il doppio di euro, allora è due volte più benestante di me. Fare lo stesso ragionamento per un milanese ed un signore che vive a Belluno è meno giustificabile, perché si confrontano probabilmente con prezzi differenti per i medesimi beni. Ancor più difficile è il confronto fra uno che vive a Milano ed uno che vive a Salerno, ed altamente improbabile quello fra i redditi nominali di uno che vive a Queens ed uno che vive a Buenos Aires.

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Commenti

Ci sono 61 commenti

Come curiosita', ecco una stima della sopravvalutazione/sottovalutazione di varie valute rispetto al dollaro in base a recenti dati su cambi spot e PPP, ricavata dal prospetto di un ETF:

Sembrerebbe che dopo il recente scivolone la sterlina sia ora abbastanza sottovalutata rispetto all'euro, dopo molti anni di sopravvalutazione.

Un metodo piu' semplicistico di calcolare la parita' dei prezzi d'acquisto, basato su un paniere di un solo prodotto (un Big Mac di McDonalds) fu introdotto alcuni anni fa in modo semiserio dalla rivista The Economist. Valori relativamente aggiornati sono disponibili per esempio qui; almeno qualitativamente tendono a concordare con quelli sopra elencati.

 

Ricordo che, per quanto strano e assurdo possa sembrare, l'indice Big Mac (dicono quelli dell'Economist) funziona benissimo, in effetti è un bene assolutamente comparabile in tutti i paesi del mondo, perchè il bene è sempre lo stesso.

Ricordo che, credo dieci annifa, quei buontemponi dell'Ecomunist, scrissero un articolo sul fatto che avessero deciso di sostituire l'indice Big Mac con l'indice Kentucky Fried Kitchen, scrivendo che KFK gli dava dei soldi per sostituire l'indice, o qualcosa del genere e ci fu una "rivolta" in seno agli accademici.

Era puro umorismo anglosassone, oltre a farsi un pò di pubblicità accademica al loro indice (ci furono professori che fecero il lavoro di dimostrare che l'indice Big Mac funzionava, a gratis).

Non so adesso (è un pò che non lo leggo (-), ma prima l'indice era in ultima pagina ad ogni settimana. Lì la "bufala" del sorpasso è evidente, come sa chiunque abbia mangiato un Big Mac in Inghilterra.

 

 

Un metodo piu' semplicistico di calcolare la parita' dei prezzi d'acquisto, basato su un paniere di un solo prodotto (un Big Mac di McDonalds)

 

qualcuno, non ricordo chi, ora come nuovo paniere ad unico prodotto globale propone la libreria Billy di Ikea. Ma mi sembra ci siano delle differenze

Per motivi biecamente utilitaristici, mi piacerebbe sapere se sono disponibili e dove titoli espressi in rupie indiane, bath thailandesi, dollari di Taiwan etc.

Sarebbe interessante espandere la scala del terzo grafico.

E' chiaro che ogni governo mostra i dati che più gli fanno comodo, ma di qui a dire che il sorpasso del PIL italiano su quello britannico è una baggianata ce ne corre.
L'affermazione di Berlusconi in sé "Da noi il sesto Pil mondiale, abbiamo superato la Gran Bretagna" è corretta.
Che poi si voglia controbattere le professioni di ottimismo del governo è un altro discorso.
E allo stesso tempo l'argomentazione di Sandro Brusco, per cui è la "solita storia del tasso di cambio ballerino", è viziata da un postulato potenzialmente errato: chi è infatti in grado di dire che il calo della Sterlina è temporaneo piuttosto che duraturo?
La risposta sulla quale tutti saranno d'accordo è che nessuno è in grado di affermare che il cambio euro/sterlina tornerà a valori di qualche anno fa, come invece l'aggettivo "ballerino" fa intendere.
E il tasso di cambio è in ultima analisi il valore che il mercato attribuisce all'economia di un paese.

 

E il tasso di cambio è in ultima analisi il valore che il mercato attribuisce all'economia di un paese.

 

In realta' no. Il tasso di cambio dipende da parecchi fattori: bilancia di conto corrente, tipo e volume di import e export, politica monetaria, politica fiscale... Prendi ad esempio Singapore: nonostante la sua economia sia molto piu' robusta di quella della zona Euro, nel grafico che ho accluso piu' sopra la sua valuta risulta sottovalutata di circa il 23% rispetto al dollaro, mentre l'euro e' sopravvalutato del 25%...

Soprattutto nel breve termine, i tassi d'interesse e le aspettative su di essi hanno un peso importante, a causa del carry trade. E' questo che teneva alta la sterlina rispetto all'euro fino alla crisi finanziaria, e che adesso tiene alto il dollaro australiano (tasso di sconto al 3.5%, e in salita, mentre per l'euro e' l'1%, per la sterlina 0.5% e per il dollaro quasi zero).

 

 

E' chiaro che ogni governo mostra i dati che più gli fanno comodo, ma di qui a dire che il sorpasso del PIL italiano su quello britannico è una baggianata ce ne corre.

 

 

E' vero, ma è anche vero che, come la metterebbe un professore dell'MIT, gli intellettuali hanno una grossa responsabilità. Quando i governi scelgono i dati che fa comodo a loro, la classe dei "pensatori", e magari dei giornalisti, dovrebbe parlare anche dei dati scomodi. Ciò si fa qui su NfA, ancora una volta, e non altrove.

Il Giornale non accenna a questioni di tassi di cambio. Ma nemmeno Corriere e Repubblica pensano sia rilevante.

Repubblica ricorda anche festeggiamenti per le strade avvenuti nel 1987 quando ci fu il primo sorpasso dell'Italia sull'Inghilterra. Io non li ricordo, ma ero piccolo.

Onestamente la prima votla che ho sentito di questo sorpasso mi sono stupito. Davo infatti per scontato che si riferisse al GDP in PPP. Poi leggendo ho capito che non era così e lo stupore è svanito.

Credo che l'articolo di Sandro Brusco fosse più interessante dal punto di vista della mancanza da parte dell'informazione che sul contenuto in se, per il quale bastava un po' di tempo per la ricerca di due dati e un corso di macroeconomia del primo anno. Senza nulla togliere al Brusco.

Il tasso di cambio se ci fosse ancora la lira forse non sarebbe questo, e in quel caso l'affermazione che rappresenta il valore che il mercato attribuisce all'economia del paese sarebbe un poco più credibile.

Mi sembra ridicolo che chi ha fatto una campagna elettorale basata anche sull'argomento che il rapporto di cambio euro/lira corretto doveva essere al massimo 1500 lire per euro adesso approfitti di questo tasso di cambio per argomentare una presunta superiorità dell'economia italiana.

Se aveva ragione l'economia italiana è sopravvalutata di un 30% rispetto a quella UK. 

 

Da noi il sesto Pil mondiale, abbiamo superato la Gran Bretagna

Berlusconi forse intendeva con questa frase il PIL totale, non pro capite. In questo caso siamo messi ancora peggio, perche' l'UK ha 2 milioni di abitanti in piu'

 

L'affermazione di Berlusconi in sé "Da noi il sesto Pil mondiale, abbiamo superato la Gran Bretagna" è corretta.

 

Ho gia' scritto che le affermazioni di SB sono piu' difendibili delle fregnacce di Repubblica e del Corriere, ma quanto ha detto SB e' solo formalmente corretto, da un punto di vista sostanziale e' omissivo e tendenzioso perche' omette il fatto che il confronto viene fatto in termini nominali e omette il fatto che il sorpasso non e' avvenuto grazie ad una migliore dinamica italiana del PIL reale ma solo grazie all'evoluzione del cambio Euro-sterlina.  Detto questo, aggiungo e' difficile trovare un politico che non approfitti, come Berlusconi, della correttezza formale delle sue affermazioni per fare propaganda e informazione tendenziosa a suo vantaggio: ha fatto esattamente come SB anche il ministro ombra conservatore in Inghilterra.

 

nessuno è in grado di affermare che il cambio euro/sterlina tornerà a valori di qualche anno fa, come invece l'aggettivo "ballerino" fa intendere.

 

Il termine "ballerino" e' in buona misura giustificato dall'oscillazione molto grande in basso fatta recentemente dal cambio, ovviamente correlata con l'oscillazione molto grande in basso fatta dai PIL delle economie di quasi tutto il mondo.  Nessuno puo' prevedere il futuro, ma guardando ai dati storici (in cui UK abbassa i tassi piu' della BCE nei periodi di crisi, e li alza piu' della BCE altrimenti) e' plausibile prevedere che il cambio ritornera ai livelli storici recenti una volta conclusa la recessione.

 

E il tasso di cambio è in ultima analisi il valore che il mercato attribuisce all'economia di un paese.

 

Il tasso di cambio e' determinato piu' da ragioni finanziarie indipendenti dall'interscambio di prodotti e servizi economici e piu' legato a decisioni politiche come il tasso di sconto delle Banche nazionali, l'inflazione e cosi' via.  Ai tempi di Craxi il cambio della lira (vincolata al serpente monetario UE) andava bene mentre l'economia era in rovina e i disoccupati aumentavano, mentre dopo la mega- svalutazione quando Ciampi era ministro del tesoro l'economia italiana, alimentata dal maggiore export, ha avuto il suo ultimo significativo periodo di crescita.

Classico caso di chi o non legge o, se legge, non capisce.

0. Perché un'affermazione sia una baggianata non deve essere strettamente falsa: può essere formalmente vera ma sostanzialmente "stupida", "irrilevante", "fatua" ... va bene così?

1. L'espressione "cambio ballerino" era ironica. È IRRILEVANTE, per se, cosa fa il cambio nominale! Anche se rimanesse là dove è ora per i prossimi cento anni, o i prezzi INTERNI si aggiustano (se lo faranno, vedremo, i dati PPP verranno rifatti ed il risultato si dovrebbe vedere) o non CAMBIA NULLA!!

2. Che quindi torni o NON torni non vuol dire NULLA! Ciò che conta è: chi produce più panieri equivalenti di beni e servizi? Risposta: al momento, e da circa 13 anni a questa parte, il Regno Unito ne produce di più sia per capita che in totale (puramente perché la popolazione è più o meno la stessa, il totale di per se è un'altra BAGGIANATA di BS).

3. Finalmente, evitiamo di aggiungere "baggianate a baggianate"

 

E il tasso di cambio è in ultima analisi il valore che il mercato attribuisce all'economia di un paese.

 

Ma cosa dici? L'espressione che usi non ha neanche un significato coerente! Cosa è il "valore di un'economia di un paese"? Il totale della ricchezza accumulata? Cosa?

Il tasso di cambio è il prezzo a cui titoli denominati in X acquistano titoli denominati in Y! Fine.

 

Aggiungerei il commento di Prodi all'epoca del sorpasso della Spagna sull'Italia calcolato seguendo la stessa metodologia dell'articolo qui presentato (ed evidenziato dal primo grafico)

"Anche se questo annuncio ha alimentato un corposo e per molti aspetti utile dibattito, il sorpasso non è avvenuto. Si è infatti sostenuto che la Spagna abbia superato l'Italia in termine di Pil pro capite calcolato a parità di potere d'acquisto, cioè tenendo conto del livello generale dei prezzi che prevale in ciascuna delle economie. Questo tipo di analisi è, a conoscenza di tutti, del tutto aleatorio, dato che non esiste una metodologia standard con cui si calcola il reale potere d'acquisto nelle diverse economie.  (Romano Prodi)

www.corriere.it/politica/08_gennaio_01/prodi_italia_spagna_9fd49852-b89b-11dc-bd8b-0003ba99c667.shtml

 

 

 

 

 

ottimo, pero' solo due aggiunte di precisazione nella parte didattica:

2. Si divide il PIL nominale di ogni paese per il prezzo, nella moneta nazionale, del proprio paniere, ottenendo il numero di panieri prodotti in quel paese nell'anno base.

Il pil nominale e’ P*Q (P e Q possono essere vettori), quindi stai facendo solo P*Q/P=Q? In realta’ devi fare un passaggio in piu’. Facciamo il caso che tutti  i paesi abbiano un cambio pari a 1 (vero per i paesi area euro, ma non per gli altri) e che siano noti i prezzi relativi per i paesi che servono(quindi niete complicazioni per stime). Dal P*Q, togli P e lo sostituisci con il P che utilizzi come riferimento, cioe’ nel caso piu’ comune: i prezzi relativi degli USA; nel caso eurostat: i prezzi medi nella EU27 (chiamiamolo P27) per le diverse categorie. Ti trovi quindi con il PIL= P27*Q. Se l’Italia produce il paniere Qit, e UK produce Quk, abbiamo P27*Qit vs P27*Quk, e quindi confronti due valori di PIL con prezzi relativi uguali. Poi li converti in una valuta comune, PPS o dollari.

3. Negli anni successivi se nel paese A l'inflazione (misurata dal costo del paniere nel paese A) è del 5% mentre nel paese B è del 3% (misurata dal costo del paniere nel paese B), si riduce il PIL nominale di A (espresso nella moneta di A) del 5% e quello nominale di B del 3%. Alternativamente, che è la stessa cosa, ogni anno si calcolano separatamente i prezzi del paniere e si dividono i PIL nominali di ogni paese per i relativi prezzi. Questo permette di tenere conto delle variazioni nei poteri d'acquisto.

questa mi pare una svista: Se l’inflazione e’ del 5% il PIL nominale di A aumenta del 5%, oppure il PIL reale si reduce del 5% se il PIL nominale rimane costante. Idem per paese B.

 

questa mi pare una svista: Se l’inflazione e’ del 5% il PIL nominale di A aumenta del 5%, oppure il PIL reale si reduce del 5% se il PIL nominale rimane costante. Idem per paese B.

 

Hai letto male. Il testo indica una procedura, la procedura che "si" usa per calcolare il PIL PPP da quello nominale. Quindi, se il livello dei prezzi aumenta del 5%, per passare dal PIL nominale a quello reale (o PPP, assumendo che non vi siano stati cambi di prezzi relativi eccetera ... è ben detto che la descrizione è sommaria!!)

 

si riduce il PIL nominale di A (espresso nella moneta di A) del 5%

 

ottenendo così quello reale. Idem per B. Se poi leggi quanto segue la frase seguente, che questo sia il significato dell'operazione descritta dovrebbe essere palese.

Idem per quanto riguarda la questione dei vettori: se ho già il vettore delle quantità prodotte, sono a metà del lavoro. La procedura, come spiegato, descrive come si va dal PIL nominale a quello PPP.

Una cosa che non ho capito: se il pil nominale di UK e IT è pressappoco uguale, e quello calcolato in base al costo della vita è significativamente maggiore in UK, vuol dire che il costo della vita in UK è minore di quello in IT?

Oppure che il costo della vita è uguale o addirittura maggiore, ma il tasso di cambio che usi per confrontare il pil nominale è "sbagliato"

 

Una cosa che non ho capito: se il pil nominale di UK e IT è pressappoco uguale, e quello calcolato in base al costo della vita è significativamente maggiore in UK, vuol dire che il costo della vita in UK è minore di quello in IT?

 

Certo: con la sterlina a 1.1 Euro la vita costa meno in UK rispetto all'Italia.  Un giornale inglese per esempio faceva il caso di come, con questo cambio, lo stesso coltellino Victorinox costava meno a Londra che a Roma. Col cambio a 1.5 era l'opposto.

 

vuol dire che il costo della vita in UK è minore di quello in IT?

 

Se definisci cosa voglia dire "costo della vita" una risposta è possibile, altrimenti no ... :-)

Comunque, in pratica la cosa è banale:

una volta che moltiplichi il loro prezzo in sterline per 1.11180542, che è il tasso di cambio Euro/Pound odierno, i beni ed i servizi sono, in media, meno costosi in UK che in Italia.

Come gli esempi riportati nei commenti anteriori (burger e mobile IKEA) mostrano.

Capisco per un italiano che e' stato in vacanza a Londra sia difficile crederlo. I mezzi di trasporto costano uno sproposito (sembra che la buona Margaret Tatcher una volta disse che se a trent'anni non ti puoi permettere una macchina, c'e' qualcosa che non va in te) e gli hotel altrettanto. Qui in UK pero' elettricita', gas, vestiti, .... costano molto meno che in Italia. Proprio ieri, un collega mi raccontava che il muratore bulgaro che sta lavorando in sua casa aveva comprato 10,000 lampadine a basso consumo e le aveva spedite in Bulgaria, guadagnandoci piu di 10,000 euro. Sfortunatamente per me, un'operazione simile non e' piu' fattibile. Visto che il muratore ha fatto fuori tutte le scorte di lampadine di Hampshire e Berkshire, sembra che i rivenditori abbiano adesso limitato la vendita ad un paio di unita'.