Le gioie dell'Impero

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Chi ha creato il mondo moderno? Secondo Niall Ferguson è stata la Gran Bretagna col suo impero che per tre secoli ha dominato il mondo, forgiandolo, per la maggior parte, a sua immagine:  democrazia parlamentare, libertà civili, libero commercio, libera impresa.   

Il libro è molto ben scritto e, nella tradizione degli storici britannici, di lettura piacevole, anche se si tratta di un libro a tema: l'autore infatti struttura tutta la sua indagine in funzione della sua tesi.

In molti passaggi emerge un certo atteggiamento di superiorità molto british, del tipo "nebbia sulla Manica, il continente è isolato", il che fa sì che, per esempio, vengano dedicate poche righe alla rivoluzione francese e a Napoleone, che pure un qualche influsso sulla nostra civiltà attuale lo hanno avuto. Lo stesso accade per la rivoluzione sovietica, il socialismo ed il comunismo.

Lo stesso trattamento non viene invece riservato alla rivolta delle colonie americane, ma soprattuto perchè è vista come una guerra civile all'interno dell'Impero.

Non vengono dimenticate le pagine nere del dominio inglese, come la tratta degli schiavi, la dominazione sui popoli coloniali, la repressione della rivolta dei Sepoys, attuata con metodi assai simili a quelli nazisti in Russia e Polonia durante la seconda guerra mondiale (villaggi bruciati, esecuzioni di massa, pubbliche umiliazioni). Anche qui, però, la tesi di fondo prevale e Ferguson afferma che, in fondo, è stato meglio per indiani,  kenioti, nigeriani ecc. venire colonizzati dagli inglesi che non, per esempio, dai giapponesi, i belgi o i tedeschi, i quali nelle loro colonie attuavano uno sfruttamento molto più pesante, sino ad arrivare a stermini di massa. Insomma, è come dire ad una donna che è stata violentata, "non ti lamentare troppo, perchè se ti prendeva un giapponese, prima ti violentava e poi ti uccideva"

Alla stessa maniera Ferguson evidenzia come positive le infrastrutture realizzate nelle colonie ed i capitali investiti dai colonizzatori, dimenticando però di precisare che si trattava di investimenti al servizio principalmente degli interessi della madrepatria e delle sue imprese. Tornando all'esempio della donna violentata, è come se lo stupratore, per trarre più godimento dallo stupro, comprasse alla sua vittima dei profumi, dei vestiti sexy ed una casa dove poter consumare meglio l'atto.

Da quello stupro, però, alla fine è veramente venuto fuori il mondo moderno ed uno dei figli illegittimi più promettenti è la democrazia indiana. Se poi si vuole incrociare la lettura storica con un bel romanzo, consiglio Mare di Papaveri di Amitav Ghosh, ambientato in India all'epoca della guerra dell'oppio, che ci fa vedere i colonizzatori con gli occhi dei colonizzati, il tutto però scritto in inglese da un indiano che si è abbeverato alla tradizione del romanzo inglese ed europeo: insomma, un altro figlio dell'impero.

 

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Commenti

Ci sono 35 commenti

Questo e' il libro uscito in versione inglese nel 2002? Penso di si, ne lessi meta', poi mi sono annoiato.

Colossus, uscito dopo, ma tradotto prima in Italiano (2004 tradotto nel 2006) era piu' interessante, anche se la tesi (sgangherata) dell'autore rimane sempre la stessa.

Pongo qui i miei dubbi su fergusson.

1) F. e' uno storico, quindi le sue tesi, assolutamente di portata generale, si basano su microfattori. Cita diari, lettere, corrispondenze, dati spicci per mostrare che la GB ha sempre fatto tutto perfetto. Metodologicamente, non ci siamo.

2) L'accento british che tu noti mi e' parso molto piu' pronunciato. Nel senso che F. e' praticamente un nazista inglese, sostiene di fatto la superiorita' della civilta' britannica.

3) La sua tesi non regge ne' logicamente ne' empiricamente. Che venda molto nei paesi anglofoni non deve stupire. Francamente, fossi nel mondadori cercherei di tradurre storici di maggiore valore (non riesco infatti a capire come F. sia arrivato a NYU e poi ad Harvard). Per esempio Jeremy Black, anch'egli inglese, ma tutto su un altro pianeta.

 

(non riesco infatti a capire come F. sia arrivato a NYU e poi ad Harvard)

Queste sono le regole del mercato: Harvard è un'istituzione privata, e assume quelli che sono ritenuti i migliori dal mercato, che però non necessariamente sono anche i migliori in assoluto. Se a un certo punto verrà di moda dire che la terra è piatta, assumeranno un astronomo che lo dirà.

Sempre a proposito della logica privatistica nel sistema universitario, e degli esempi da seguire per la riforma dell'università italiana... 

Per tre secoli la GB ha dominato il mondo? Mi sembra che per un secolo la GB abbia conteso il dominio del mondo alla Francia (dalla guerra di successione spagnola alla fine di Napoleone), e successivamente abbia dominato il mondo per meno di un secolo e mezzo. Ma io non sono uno storico, e nemmeno un economista...

 

Sottoscriverei anche io. Secondo me e' fuori luogo parlare di dominio, in ogni caso. Io direi che dagli anni dei navigation acts (1651) alla seconda guerra mondiale, quindi per tre secoli,  la GB e' stata il paese egemone dal punto di vista economico e dal punto di vista militare sul mare. Questo non significa tuttavia che la GB  abbia costituito in quel periodo un impero o dominio mondiale.

 

Anche io trovo Ferguson sopravvalutato. Sia in Empire che in Colossus presenta questa tesi (che Andrea giustamente identifica come "nazista") basata sulla superiorità degli anglosassoni. Ovviamente non si capisce mai da che cosa provenga la loro superiorità. 

In colossus arriva a scrivere che gli stati uniti doverbbero diventare un impero e "conquistare" (non so se usasse questa parola, ma il significato era questo) i paesi che non sono riusciti ad uscire dalla povertà e dalla trappola della violenza domestica (mi sembra citasse Etiopia, Liberia e qualche altro paese africano)

Insomma, si tratta di un signore che non ha ancora capito bene cosa sia la democrazia.  

Empire è stato scritto con l'intento di riproporre la stessa tesi, più tardi, relativa al ruolo benevolo degli stati uniti. Insomma, un altro signore che prova a proporre la tesi della "benevolent hegemony"  degli Stati Uniti. Come se non ne avessi avuti già abbastanza.

Credo che il problema di fondo di entrambi i lavori non sia solo quello di ignorare gli sfregi del dominio inglese alle colonie (il dibattito tra marxisti e neomarxisti sui meridi dell'imperialismo ha già detto molto a proposito); e di mostrare le porcate fatte dagli stati uniti. Il problema è il razzismo di fondo di questi scritti. La costante è una visione etnocentrica che appartiene all'800, e che Ferguson propone con totale nonchalance.

 E infatti, Ferguson ha poi tradotto queste idee nel suo penultimo "The War of The World" nel quale descrive con preoccupazione la crescita dell'Asia. Il sottotitolo del libro è "the Descent of the West" (nella versione americana. Il nostro signore è un furbone, e cambia il titolo dei suoi libri a seconda di dove vengono pubblicati). 

Descent of the West? Rispetto al 1945, scrive, l'occidente non controlla più il 90% delle terre emerse. E allo stesso tempo, questi asiatici stanno crescendo anche economicamente. Insomma: non li riuasciamo più a tenere al guinzaglio, nè economicamente, nè politicamente. Questo è il grande rischio per il mondo, e soprattutto per la civiltà occidentale. 

Ultima nota: tutti i suo lavori sono basati appunto su aneddoti e dettagli del tutto irrilevanti dai quali Ferguson trae delle generalizzazioni estreme. Questo giusto per criticare anceh la metodologia alla base dei suoi lavori. 

Premetto che Ferguson non mi piace sopratutto come futurologo, come storico non lo conosco abbastanza...sul Corriere ogni tanto scrive cose molto confuse su Cina e Stati Uniti, facendo il Federico Rampini (una categoria dello spirito che consiste nel trasferirsi in un paese, preferibilmente asiatico, cominciando  a vestirsi all'asiatica, lui usa la camicia alla Mao Tse Tung, senza colletto e in seta con iridescenze cobalto-lucertola: per la serie la rivoluzione si esporta sulla punta dell'ago e del filo; poi in genere queste persone esaltano i valori asiatici e tutto il dinamismo che vede dalla sua casa di inviato speciale, preconizzando la fine del predominio dell'occidente, ragion per cui, Rampini e il suo Cindia sono un must da Santoro e sinistra critica in genere. N.B: lo stesso Rampini faceva la medesima cosa descrivendo la California hi-tech, solo un pò di anni prima della sua infatuazione per la Cina.) Il padre di tutti i rampini è ovviamente Terzani Tiziano.

Insomma Ferguson dice cose tipo: la storia sta andando a oriente, la civiltà da atlantica sta diventando pacifica, nel senso di oceano, e lo sapete perchè: perchè la Cina ha più scarpe di tutto il mondo, più ingegneri, più gru, gli asiatici studiano le materie scientifiche e noi no e tutta questa aneddottica da: "Lo sapevi che" da settimana enigmistica. Credo che i libri di Ferguson in effetti costituiscano l'armamentario di qui si pasce anche il commercialista preferito di NFA, G.T.

Detto questo, frasi come

 

Sia in Empire che in Colossus presenta questa tesi (che Andrea giustamente identifica come "nazista") basata sulla superiorità degli anglosassoni.

 

 

sono ingiustificate. Gli inglesi non hanno prodotto nell'impero (ammesso che sia tale) niente di simile ai nazisti, negare questo fatto elementare non è corretto da un punto di vista storico...o altrimenti quali studi ci sono che affermano il contrario?

 

In colossus arriva a scrivere che gli stati uniti doverbbero diventare un impero e "conquistare" (non so se usasse questa parola, ma il significato era questo) i paesi che non sono riusciti ad uscire dalla povertà e dalla trappola della violenza domestica (mi sembra citasse Etiopia, Liberia e qualche altro paese africano)

 

Forse si riferisce a forme di egemonia soft power? Cioè capacità di creare consenso sui valori di fondo che ispirano la democrazia americana? Messa così la cosa è meno ripugnante di come la presenti.

 

E allo stesso tempo, questi asiatici stanno crescendo anche economicamente. Insomma: non li riuasciamo più a tenere al guinzaglio, nè economicamente, nè politicamente. Questo è il grande rischio per il mondo, e soprattutto per la civiltà occidentale. 

 

Niente guinzagli o razzismo, sia chiaro. Ma come la mettiamo con i valori politici propugnati dalla Cina? E' giusto o no preoccuparsi della eventuale proiezione del potere politico cinese sul mondo? Io penso di si, pur senza sottoscrivere affermazioni razziste.

 

Insomma, si tratta di un signore che non ha ancora capito bene cosa sia la democrazia

 

Forse, avrà almeno capito che la democrazia parlamentare è nata in UK? Sarà pure un motivo di orgoglio? Per uk intendo..

 

 

 

 

Sia in Empire che in Colossus presenta questa tesi

(che Andrea giustamente identifica come "nazista") basata sulla

superiorità degli anglosassoni.

 

sono ingiustificate. Gli inglesi non hanno prodotto nell'impero

(ammesso che sia tale) niente di simile ai nazisti, negare questo fatto

elementare non è corretto da un punto di vista storico...o altrimenti

quali studi ci sono che affermano il contrario?

 

 

Be', a voler essere precisi il movimento eugenetico e' nato in Gran Bretagna verso fine ottocento, con le migliori intenzioni intellettuali. Poi, certo, mischiandosi con l'idealismo tedesco fu portato alle estreme conseguenze dai nazisti, ma dire che gli inglesi nel loro periodo coloniale non abbiano prodotto abberrazioni non e' esatto. Furono circoscritte ad alcune colonie, appunto, ma ci furono. Dopotutto in tempi non sospetti mandavano i galeotti in Australia...

 

 

Ciao Ja.

Sulla questione del luogo di nascita dell'eugenetica non so nulla. Concordo sulle aberrazioni e le violenze prodotte dagli inglesi, anche se io dicevo solo che il loro operato non è in alcun modo assimilabile a quello dei nazisti...anche se rileggendo i commenti che ho commentato in precedenza, mi accorgo che dicevano che erano le frasi di Ferguson ad essere assimilabili al nazismo non la condotta degli inglesi.

 

Vado un po' fuori tema, ma non del tutto ... alla fin fine, visto che di imperi si parla, parliamo anche dell'imperietto italiota ... Conoscevate questa storia? Io no ... occorre proprio leggere i libri scritti da stranieri per imparare la storia vera dell'Italia moderna e contemporanea, non c'è che dire!

 

 

No no, la cosa è nota eccome, anche se in Italia si è faticato perchè emergesse. In particolare sono noti i lavori di uno storico Del Boca, che ha scritto proprio sugli Italiani in Africa Orientale Italiana.

Durante un governo di transizione, non ricordo il Caronte di turno, forse era Giuliano Amato, ci fu su questi argomenti una divertente querelle tra Indro Montanelli, che era stato appunto giovane ufficiale in Africa Orientale Italiana, e mi pare proprio lo stesso storico Del Boca, in merito all'effettivo utilizzo dei gas  da parte italiana. Montanelli negava l'uso, non avendoli lui mai visti in azione...in realtà venne smentito dall'allora ministro della difesa, un generale prestato alla politica, tale Corcione, che appunto tirò fuori le carte firmate di pugno da Mussolini che invocava i gas per reprimere la "gazzarra etiope"...ci sono anche i filmati con la voce roboante del tito stagno di allora che esalta l'effetto distruttivo dei gas: li ho vista in una trasmissione di Minoli...qualcosa tipo la grande storia o la storia siamo noi. Non metto link, ma credimi sulla parola.

Sul fatto che a noi italiani piaccia descriverci come dei miti sbruffoni, incapace di torcere un capello a nessuno, sottoscrivo Palma. C'è tutto un filone, da Alberto Sordi a Salvatores (che pure è de sinistra) dove l'italiano è buono per natura (prendi per esempio, il peraltro bellissimo film Mediterraneo di Salvatores: noi sposiamo le indigene; ci trasformiamo in straccioni locali...invece gli inglesi appaioni tutti ben vestiti, precisi e ligi alle regole).

Io mi sono sempre spiegato tutta questa transustanziazione della nostra cialtroneria (militare e civile) organizzativa come un modo, esteticamente gradevole e moralmente giustificatorio, di far passare la nostra incapacità ad organizzare le cose bene come gli altri come una garanzia che da noi lo sterminio degli ebrei non sarebbe successo (invece successe), che noi, certe cose, neppure potremmo metterle in atto e così via...in realtà però anche noi abbiamo commesso i nostri crimini e dunque non sarà la nostra italianità scanzonata e alla giornata a renderli meno gravi...riconosco però che da tutto ciò è venuto fuori un filone, storico e culturale (l'italiano che non vuole guerra e diserta) che ha un discreto successo.

 

ho appena finito di vedere "the desert lion" ed e' incredibile che -- a tutt'oggi -- questo film non sia mai stato distribuito in italia.

quale vilipendio delle forze armate? quale danno all'onore (e quale onore?) dell'esercito? certo, nel film gli italiani si comportano come siamo abituati a vedere comportarsi i tedeschi nei film sulla seconda guerra mondiale, ma non era esattamente cosi'? voglio dire, i campi di concentramento in libia, l'uso dei gas, e il massacro dei civili sono rappresentati nel film e supportati da documenti dell'epoca.

non esistono eserciti occupanti che si fanno onore.

La storia e' nota, quanto e' noto il fatto che l'Italia si distinse (sempre) nell'uso del gas sui civili. In un afflato di scemenza, usuale, gl'italiani hanno sempre presentato se stessi come goffi colonizzatori. Hanno, in verita', avuto le medesime reazioni degli orribili crucchi (che hanno sterminato gli Herero, decenni prima del nazismo in "Africa del sud-Ovest" [la Namibia di oggi]), gasando, massacrando popolazioni aventi il difetto di non essere italiane.

 

Chiarisco: era la storia del film censurato che non conoscevo ... i crimini italiani in Africa, orientale e del nord alike, mi sono purtroppo ben noti.

Per quanto, e condivido ciò che palma e marcox hanno scritto, non lo siano al popolo italiano il quale si pasce di questa agiografia cretinoide degli "italiani brava gente", la quale costituisce la vera cultura nazionale, comune sia a destra che sinistra.

La realtà, invece, è che gli italiani sanno essere tanto criminali quanto i loro vicini, quando possono e quando ne hanno le motivazioni. Il regime fascista non raggiunse i livelli di efferatezza di quello nazista non perché non l'avesse voluto ma perché non ne fu capace e non ne ebbe le occasioni. Di fatto la guerra in Etiopia fu l'unica guerra in cui il regime fascista uso "tutta la sua forza" ed in piena libertà, con i risultati orrendi che si sanno. Avessero potuto, i fascisti della RSI avrebbero gassato mezza Italia del Nord e violentato l'altra metà, non ho dubbio alcuno.

 

 

Alcuni, modesti, appunti.

Primo: la cosidetta democrazia, se intesa come parlamento e' nata, secoli prima che nel Regno Unito --non era molto unito all'epoca, ma facciamola breve-- in Islanda e nelle  Faroese Løgting (mi scuso ma i caratteri non sono adeguati.)

Secondo: sembra che valga la regola negativa del "prato del vicino" sempre piu' coperto di escrementi del mio. Ognuno (leggete i nazionalisti tedeschi, o meglio ancora i professori della 3eme Rep in France) sostiene che il suo "paese", "impero", "civilta" ha missioni da svolgersi (in sostanza andare in qualche luogo e rubargli olio, petrolio, sali, spezie, uranium, und so weiter), suddette missioni si svolgono con funzioni civilizzatrici, vengono svolte meglio se eseguite su civilta' inferiori (per chi ha dubbi, provate  a pronunciare il vocabolo "anglo-sassone" in Provence, e vedrete che cosa sia il considerare altri inferiori) e sopratutto hanno fini di ordine benefico (umanitario, religioso, e cosi' via.)

Per quel che riguarda gli Inglesi, rimane assai dubbio come tutto cio' si riveli esatto alla luce dell'invenzione del campo di concentramento (per donne, bambini, vacche, pecore e pastori --) Il secolo, ahinoi, per gli inglesi comincio' proprio con la pulizia etnica di Lord Kitchner of Khartoum, senza andar per le lunghe, una breve citazione da una trattazione popolare dell'argomento:

 

beg/quote

 

 In December 1900 Herbert Kitchener of Khartoum took over command of the British army and continued on with the scorched-earth tactic, but also believed that the women were one reason why the war was continuing, and that they served as a way of intelligence for the Boers, so he put them in concentration camps. Additionally, he used the method of setting up blockhouses and barbed wire fences in order to restrict the Boers to a certain area. In January 1901 Kitchener continued on with raiding the countryside, putting Africans and Boer civilians into concentration camps 

 

Per la cronaca debbo ancora trovare un parlante del Taal (come gli Afrikaners chiamano Afrikaans) che non abbia una trisavola morta in un campo di concentramento, forse qualcuno trarra' qualche lezione sulla sorpresa del '48 (nel 1948 per la prima volta un partito nazionalista ebbe la maggioranza in ZA, di li' comincia la litania del dolore che porto' aparthied etc.)

 

Questo Ferguson mi sembra 'nu poco trombato/trombone.

Siccome, giustamente, vengo spesso accusato di essere troppo oscuro, amerei riferirvi all'eccellente notarella

(disponibile a url http://home.uchicago.edu/~sogrodow/homepage/papers.html)

http://home.uchicago.edu/~sogrodow/homepage/papers.htmldel dottor R. Lucas, Jr che documenta con dovizia di dati, numeri e tabelle la conclusione

"Nostalgia for the Empire seems to be a very one-sided emotion".

In effetti l'articolo di Lucas indica tutta una serie di interessanti fenomeni legati appunto alle economie dello sviluppo. 

 

 

In effetti l'articolo di Lucas indica tutta una serie di interessanti fenomeni legati appunto alle economie dello sviluppo.

 

Questa nota e' particolarmente rilevante:

Ferguson criticizes the Indian “nationalists who came to power in 1947” for “embarking...on a program of sub-Soviet state-led autarky,” as though the Indian socialists were isolated deviants from the British liberal, capitalist tradition. But liberalism was dead in Britain in 1947, too! Many of the leaders of newly independent India got their ideas about centralized socialist planning at Cambridge and the London School of Economics.

In effetti, Hong Kong fu fortunata a essere considerata relativamente poco interessante dal Foreign Office, al punto che i funzionari che ci venivano distaccati erano per lo piu' scozzesi o irlandesi piuttosto che inglesi :-) In questo modo si scampo' l'istradamento verso la "Road to Serfdom" che i pianificatori Fabiani che dominavano Whitehall attorno alla meta' del XX secolo inflissero invece all'India, con risultati che persistono tuttora. Ancora negli anni '60, Sir Cowperthwaite, lo scozzese che come segretario alle finanze presiedette al periodo di maggiore espansione economica nella storia del territorio, sosteneva tra il serio e il faceto di non far preparare statistiche intenzionalmente, in modo da evitare che a Londra poi le usassero per fare della pianificazione...