L'impero di Hitler e perché non poteva non cadere

/ Articolo / L'impero di Hitler e perché non poteva non cadere
  • Condividi

Di Hitler e dei nazisti è difficile poter pensare più male di quanto già si pensi. Quest'enorme, estremamente documentato e ben fatto libro ci riesce. Non serve leggerlo, basta sfogliarlo.

Prima di leggere questo libro (che ho comprato a causa della copertina) io di Mark Mazower non avevo mai sentito parlare. Prova che, con tutto il mio leggere, sono comunque un ignorante bestiale. Il signore sa il fatto suo, ossia la storia d'Europa (in particolare di quella ad est del Reno e quella dei Balcani) dagli anni '20 del secolo scorso in poi, come pochi (nessuno?) altri.

Per sommi punti (così magari comprate il libro e ve lo sfogliate) MM mi ha convinto che

- Hitler&Co erano molto più fuori di testa di quanto io pensassi sino ad un mese fa. Con loro lo era una fetta grossa della società tedesca ed una fetta ancor più grossa delle sue elites. Siccome il livello di follia imperiale che costoro manifestarono è veramente incredibile, mi domando come sia successo che poi tutti hanno cambiato idea in un battibaleno nel maggio del 1945 ... bah.

- Costoro volevano fondamentalmente far fuori tutti o quasi, così avrebbero occupato la terra d'Europa intonsa e libera. Che agli ebrei sia toccata la sorte peggiore, in termini relativi, a mezzo dell'Olocausto è stata quasi una fatalità dovuta alla mancanza di tempo. Gli ebrei erano i primi della lista, ma i polacchi, i russi e tutte quelle popolazioni di inferiori che vivevano all'Est dell'Elba erano lì belli in lista per essere sterminati. Infatti, durante il periodo 1940-44, quando ne hanno avuto l'occasione i tedeschi ne han fatti fuori a centinaia di migliaia di ogni razza e colore, mica solo gli ebrei. Tutta robaccia che andava tolta di mezzo. Chissà cosa pensavano dei loro ridicoli alleati italiani ... un peccato che MM dedichi quasi zero attenzione al tema, mi ha incuriosito.

- Il contrasto fra l'efficienza mortale della macchina bellica e la primitiva ignoranza di tutto il resto è aghiacciante. Da un lato una delle macchine da guerra più efficienti (in termini relativi la più efficiente) che siano mai esistite e dall'altra dei gruppi dirigenti con una visione medievale del mondo. Occupare terre per portarsi via le risorse naturali ed i prodotti alimentari, poi svuotarle di esseri umani perché tanto ci penserà la razza teutonica a riempirle di allegri figlioletti biondi. Assolutamente primitivo, oltre che cretinoide. Questi volevano terre e schiavi, nient'altro!

- I folli distruggono se stessi, ma solo alla fine e dopo molte sofferenze altrui. L'amministrazione dell'Europa occupata dalla mano nazista venne lasciata a clowns incompetenti, leccaculo, servi, portaborse d'ogni risma. Insomma, sembrava l'Italia della casta, solo con gli occhi azzurri ed i capelli biondastri ... risultato: they fucked it up royally. Avrebbero perso lo stesso, alla fin fine, perché Detroit loro non riuscivano a bombardarla mentre gli americani arrivavano a Dresden ogni volta che volevano. Ma la corruzione, l'incompetenza, la pura e semplice stupidità di quelli che il regime nazista mise ad amministrare l'Europa occupata accelerarono la sconfitta dei nazisti in modo sostanziale.

Impressione finale: agghiacciante. Fu molto peggio di quanto avessi pensato sino ad ora.

Indietro

Commenti

Ci sono 27 commenti

Il libro non l'ho letto (provvederò quando lo trovo in qui da noi) tuttavia mi meraviglio della tua meraviglia.

Sui tedeschi e Hitler, nonostante nel dopoguerra abbiano tentato di rifarsi una verginità, è indiubbio che il buon Adolf andò al potere con l'appoggio entusiastico di una gran parte della Germania. Del resto le date stanno lì a ricordarcelo: Hitler diventa cancelliere nel 1933, la guerra inizia nel settembre del 1939. Sono appena sei anni e una nazione (o una persona) non viene cambiata radicalmente in appena sei anni, se non è più che pronta o vogliosa di assecondare il cambiamento. Ciascuno di noi pensi a cosa faceva sei anni fa e non troverà una persona diversa. Sul punto invito alla lettura de iI volenterosi carnefici di Hitler di Daniel Goldhagen, libro criticato per essere troppo manicheo, ma a decisamente illuminante sulla tradizione antisemita in Germania e la fertilità del terreno su cui potè seminare Hitler.

Sulle razze inferiori. I nazisti erano ossessionati dalla purezza della razza e dal timore della contaminazione. Questa ossessione maniacale e irrazionale non va mai dimenticata quando si considera la loro politica: gli ebrei e gli zingari ai loro occhi erano un virus da eliminare. Gli slavi una razza inferiore da sfruttare e, nel lungo periodo, da eliminare. Tale ossessione ha avuto poi dei risvolti sulla stessa conduzione della guerra, perchè, anche quando era chiaro che le sorti stavano diventando favorevoli agli alleati, i nazisti continuarono a distogliere risorse dal fronte in favore della soluzione finale.

Sulla gestione dello stato. Nonostante una certe mistica al riguardo, la gestione della macchina statale era tutt'altro che efficiente, affidata com'era ai vari gaulaiter locali, ai centri di potere dei gerarchi a Berlino e solo vagamente indirizzata dalle idee di Hitler, che amava apparire come una sorta di motore immobile del Reich, che non si mischiva troppo con la gestione quotidiana delle cose. La vera efficienza arrivò (per fortuna) troppo tardi con Speer e la sua capacità organizzativa.

Sulla potenza militare Anche qui, nonostante una certa mistica sulla blitzkrieg, la macchina bellica tedesca era molto più inefficiente ed arretrata di quanto si pensasse. I successi iniziali furono il frutto della inettitudine dei suoi avversari, cioè la Francia ancorata alla visione del 1918 e l'URSS con il suo esercito reso inetto dalle purghe staliniane. A parte la follia militare di scegliere di combattere su due fronti, l'esercito tedesco non fu mai adeguatamente motorizzato (contrariamente a quello USA ed inglese ed allo stesso esercito sovietico) e, soprattuto sul fronte russo, rimase dipendente dai cavalli, il programma aereo non sviluppò mai un adeguato bombardiere strategico (ed infatti la battaglia di Inghileterra fu perduta), la stessa guerra elettronica fu persa nei confronti degli inglesi, i carri sovietici (T34 soprattutto) erano migliori dei panzer e così via.

Per una lettura assai istruttiva, anche se si tratta di narrativa, consiglio caldamente Le Benevole di J. Littel

 

Sabino, perdonami, ma sulla potenza militare non concordo :)

Per vari motivi (che non sto qui a spiegare per non annoiare) i tedeschi puntarono su una guerra veloce e non su una guerra di attrito (è per questo che non costruirono bombardieri strategici) ma le Forze armate erano di altissimo livello. Tanto che, per esempio, l'esercito israeliano si rifece in gran parte al modello tedesco per riuscire a sopravvivere in Medio-Oriente...
Dire che per due anni, dal '40 al '42, i tedeschi mazziarono i principali eserciti europei (e cioè del mondo, Stati Uniti esclusi) per incapacità altrui non è propriamente esatto. Ancor di più se pensiamo che ci vollero due anni pieni, dalla battaglia di Stalingrado in poi, per piegarli definitivamente.
I tedeschi rivoluzionarono quello che era allora il modo di condurre una guerra e lo fecero con poche risorse materiali ma con un elevato livello di risorse umane. Tra l'altro fu proprio perchè si rendevano perfettamente conto di avere poche risorse materiali che puntarono su una guerra il più possibile veloce e per poco non ebbero la meglio.
Fu il loro "nuovo" modo di combattere (sperimentato tra l'altro proprio ai nostri danni, a Caporetto, nella I GM...) che fece apparire di colpo arretrato il modo di combattere "classico" degli eserciti di posizione.
Il problema (per fortuna!) della Germania della II GM fu l'impostazione strategica dettata, appunto, dalla follia e della megalomania diffusa... ma non il livello operativo.
Insomma non furono errori militari ma errori politici :)

Quello che pensava Hitler degli italiani puoi trovarlo nel suo "Mein Kampf" l'autobiografia dove espone la sua filosofia politica.

Detta filosofia consiste in una serie di deliri che hanno l'unico pregio di non farti stupire di quello che è successo dopo.

Giorgio Galli ne ha curato un' edizione con diverse note critiche, che aiutano a capire come sia stato possibile che un folle, a capo di un gruppo di gangster, sia diventato il "messia" del popolo tedesco. Il libro è edito dalla "Kaos Edizioni". Solitamente non toccherei i loro libri neanche con le tenaglie ma in questo caso trovo che abbiano fatto un bellissimo lavoro.

Il libro aiuta anche a capire lo spirito del tempo che ha portato alla nascita di nazismi,fascismi, comunismi ed alle due guerre mondiali.Questo è molto importante, perchè la soluzione finale diventa incomprensibile se non ci si ricorda che era un mondo dove le Olimpiadi di Los Angeles del 1932 erano divise per razze, in quasi tutta l'europa dell'est gli ebrei vivevano negli appositi ghetti, parlare di sangue blu e razze inferiori da civilizzare era SCIENTIFICAMENTE corretto et similia.

Lavorando giornalmente a contatto di gomito con tedeschi ed austriaci ho sviluppato un interesse per la loro storia e, ovviamente, per quel buco nero che è stato il nazismo.

Posso consigliarti altri libri sull'argomento, se vuoi proprio perdere ogni speranza nel genere umano.Eccoli:

esiste il libro "Nazismo Magico" dove sono documentate le spedizioni naziste alla ricerca del Sacro Graal,della terra di Agharti, dell'Arca dell' Alleanza (a cui si ispiro Spielberg per Indiana Jones)nonche gli esperimenti per dimostrare che la terra è cava ed abitata all' interno dagli Iperboreani !!!

un libro fantastico è MAUS di Stiegelmann; la storia (a fumetti) del padre dell'autore. Un sopravvissuto ad Auschwitz. Costui sembra il classico ebreo descritto dalla propaganda anti semita è questo aumenta la forza del libro.

Corrado Ruggeri (visto che non ami gli anonimi ;) )

 

 

 

 

 

era un mondo dove le Olimpiadi di Los Angeles del 1932 erano divise per razze,

 

Caspita, non lo sapevo. Cioè, mi stai dicendo che le olimpiadi di Berlino del 1936 sono state le prime razzialmente integrate? Ossia, Hitler era tanto ansioso di averle che accettò questo? Perché Jesse Owens le 4 medaglie nell'atletica le vinse erga omnes, no? It's really ironic.

Mi associo a Sabino: Michele sono sorpreso della tua sorpresa, per quanto riguarda il Reich hitleriano.

Per quanto riguarda la macchina militare tedesca,  l'appuntamento con un conflitto di vasta scala era preparato da anni. Paradossalmente, il trattato di pace di Versailles (che obbligava la Germania a dotarsi di un esercito di soli 100.000 uomini) rendeva più semplici le cose, dal momento che un organico cosi' ridotto permise ai tedeschi di selezionare solo il materiale umano migliore. Le forze in eccesso, vennero dirottate nella polizia (Landespolizei) per essere poi assorbite nell'esercito all'inizio delle ostilità. Cito più o meno a memora da un libro letto decenni fa, "Le forze armate nella Seconda Guerra Mondiale" di Andrew Mollo (spero sia tutto giusto il titolo in inglese credo sia analogo). Senza dimenticare le primissime operazioni con i paracadutisti (l'invasione di Creta, la Norvegia e la presa del Forte Alberto in Belgio le operazioni più memorabili) e la presenza di alcuni generali dalle notevoli capacità tattiche.

... ma voi neanche un artificio retorico piccino piccino così mi concedete?

Ho capito che mi sono autodichiarato ignorante bestiale per non aver avuto precedente conoscenza di MM, ma adesso non rivelatemi Mein Kampf come segreto editoriale dell'anno, dai! :-)

P.S. O volete forse dirmi che quanto MM documenta era già ben noto ed era stato documentato da altri?

no Michele ci mancherebbe eh! Il punto è che  come hai scritto tu - del nazismo se ne dice sempre il peggio possibile e percio' sembra difficile che - su un argomento che è stato sviscerato cosi' tante volte - si possa scrivere ancora qualcosa aggiunga un qualcosa di più. Ad ogni buon conto, vedro' di rimediare il libro in questione.

Saluti

Alessio P(apaccio)

 

*firma completa, dal momento che in un altro post gli anonimi ti hanno fatto saltare la mosca dal naso ;)

Michele scusami!!!

Non penso certo che tu non conosca Mein Kampf.

E' solo che, nel post, ti domandavi l'opinione di Hitler sugli italiani e nel Mein Kampf so che la trovi (Oddio, nel 1943 è molto probabile che la sua opinione sia decisamente peggiorata).

Poi il fatto che ti sembrassero "molto più folli di quanto avevi pensato finora" mi ha fatto pensare che non conoscevi gli altri due libri perchè non possono sembrare più folli di come appaiono in "Nazismo Magico" e "Maus".

Poi, una volta che ti sei dichiarato ignorante....mi sono montato la testa : ) .

PS

In effetti quello che dice MM non è una novità assoluta. Comunque sono curioso di leggere il libro.Alcuni anni fà avevo letto una sua storia dei Balcani (scroccata ad una cugina americana e mai più restituita) che mi era molto piaciuta. Dispiace i suoi libri non siano mai tradotti in italiano.

 

 

Bè roba che si studia alle scuole medie o al massimo alle superiori, anche se la follia della guerra, e in particolare questa quasi soprannaturale dei totalitarismi del XX secolo, non viene mai abbastanza sottolineata.

"le Olimpiadi di Los Angeles del 1932 (Sant Louis del 1904) erano divise per razze"

è questo è importante. non solo gli ex nazi si sono rifatti la verginità ma un po tutti nel post 45.
spesso la follia nazista viene presentata come un'anomalia storica estranea ai suoi tempi. invece non è proprio così.

 

Argomento molto triste. Mi fa ricordare quando ne sentii parlare la prima volta a scuola e mi rifiutavo di credere a tanta barbarie e tanta follia. Ma il fanatismo dei gerarchi e gli intrallazzi dei potenti sono sempre in agguato.

 

Teresa.

Non trascurate il ruolo del petrolio nella II querra mondiale. All'inizio della guerra le armate tedesche puntarono su Stalingrado. Per fare dispetto a Stalin? No, perché dietro Stalingrado c'é Baku, con i suoi pozzi di petrolio. E le armate italiane puntarono verso l'Egitto. Per le piramidi? No, perché sfondato in Egitto e poi in Palestina si poteva arrivare in Iran dove c'erano i pozzi. All'epoca il petrolio in Arabia non era ancora stato scoperto, e neppure in Libia (i rapporti di Ardito Desio furono sempicemente ignorati).  Una volta perso a Stalingrado ed a El Alamein la guerra era defiitivamente perduta.

I Tedeschi producevano carburante sintetico dal carbone (metodo Fischer-Tropf) ma le quantità erano insufficienti. L'esercito era scarsamente motorizzato per carenza di carburante, ed anche l'aviazione doveva limitare le attività. All'epoca infine gli USA erano i maggiori esportatori di petrolio.

"Hitler&Co erano molto più fuori di testa di quanto io pensassi sino ad un mese fa. Con loro lo era una fetta grossa della società tedesca ed una fetta ancor più grossa delle sue elites. Siccome il livello di follia imperiale che costoro manifestarono è veramente incredibile, mi domando come sia successo che poi tutti hanno cambiato idea in un battibaleno nel maggio del 1945 ... bah."

Per quello che riguarda la societa' tedesca, mi permetto di consigliarle un paio di libri che mi diedero una risposta, nel caso che non li conosca: "Uomini comuni", di Browning Christopher R e "La banalita' del male" di Hannah Arendt.

Buona giornata!

Alessandro

aggiungo pure che senza leggere le opere di George Mosse si capisce ben poco del nazismo. almeno a mio parere. In particolare trovo fondamentale "Il razzismo in europa". Ecco l'indice per farsene un'idea:

 

IntroduzioneParte prima   Le origini – I. Le basi settecentesche – II. Dalla scienza all'arte: la nascita degli stereotipi – III. Nazione, lingua e storia – IV. Da Gobineau – Parte seconda   La penetrazione – V. L'Inghilterra dà il suo contributo – VI. La scienza della razza – VII. Il mistero della razza – VIII. Gli ebrei: mito e contro-mito – IX. Cristianesimo infetto – X. La nascita del nazionalsocialismo – Parte terza   L'esecuzione – XI. Guerra e rivoluzione – XII. Dalla teoria alla pratica – XIII. Razzismo e assassinio – XIV. Una conclusione che non conclude – NoteIndice dei nomi

Solite cose che però si scordano velocemente o si rimuovono, in particolare il capitolo V ed il VI.

il libro (su Salonika) di MM e' bellissimo, molto meglio delle rimembranze di Canetti, a far capire come funzionava l'Europa, prima che si abbattesse su di essa la piaga del cosidetto secolo "breve".

Per chi segua, invece, come funziono' Nsdap, suggerisco due letture, facili (e piu' brevi) e di parte non sospetta.

1. per chi ama le avventure "out of the night" di jan Valtin che non e' il suo nome (si chiama Richard Julius Krebs), non so se esiste una edizione italiana (esiste in francese come "Sans patrie, sans frontieres"), il tutto e' quasi vero

2. per chi ama invece le serie discettazioni degli accademici, Eve Rosenhaft, Beating the fascists? (Cambride, 1983). Qui si tratta di una cosa seria, per chi ama la storia, la sua farsa e le sue tragedie. Tratta Dr. Rosenhaft della politica militare (absit iniuria verbis) di Kpd mentre appunto Hitler nel sud e Goebbels a Berlin si facevano strada. Una degli elementi assai perturbanti e' quanto del di"bbatto" sia identico a quello che avvenne (in Italia) negli anni 1960-fino ad ora. Come si distingua il terrore di "massa" dal terrore individuale e l'autonomia delle squadre di combattimento dalla "linea" dell'organizzazione.

3. un modesto bemol sulla nota del dottor Boldrin. Che Nsdap fosse gestita da un pazzoide e' quasi vero. Che la macchina militare fosse cosi' forte, quasi vero. L'aspetto interessante che comincia a colare dagli storici e' strano. Solo dei pazzi potevano pensare seriamente che il problema principale di un intervento (da Barbarossa in poi) in Urss fosse lo sterminio dei rabbini. I militari puri e duri espressero spesso dubbi (non di natura morale, essendo essi stessi altrettanto proni a massacrare le persone inferiori o cosi' dette) di natura puramente militare. Ci si scorda spesso come SS (dopo aver sterminato SA, che furono il vero servizio d'ordine di Nsdap) fossero un vero corpo militare (carri armati inclusi) e che si occuparono largamente di metter bambini al forno, fossero essi appunto ebrei, "slavi", o quant'altro. Eppure anche quando i militari spiegarono alla leadership politica come la guerra andasse male perche' il benvenuto dato da moltissime popolazioni (a est di Elba) alla liberazione dal comunismo si fosse trasformato in resistenza passiva e (poco) attiva, la leadership politica (una cinquantina di persone attorno a Hitler e una marea di portaborse in stivali lucidati) rispose che non c'era nessun problema.

Suggerisco una anche rapida scorsa a Evans, R.J. The third Reich at war (London: Allen & lane, 2008), per chi ha ancora piu' fretta breve recensione in Nicholas Stargardt, the Times Literary Supplement of 10 October 2008 (pages 8-9)

 

 

Mi scuso per il tedio accademico.

A proposito di Rosenhaft, una conferma (terrificante) del proverbio Marxiano della ripetizione della storia una volta in tragedia e una volta in farsa. La stragrande maggioranza di chi si occupo' della lotta armata in Germania venne squartato a Buchenwald e simili ameni luoghi di villeggiatura.

In Italia, essi (gli equipollenti guerrieri urbani che uccisero i vari Rossa, Casalegno, Moro, Alessandrini, Tarantelli, Mattei, Peci, etc.) partecipano a talk show e discutono coi preti sul concetto di pentimento (da distinguersi da dissociazione, che a sua volta e' attiva o passiva, tradimento o meno e cosi' via blaterando.)

 

 

Un libro molto istruttivo sull'entusiasmo con cui la popolazione dell'Europa dell'est avesse collaborato con lo sterminio degli ebrei è quello scritto (in esperanto) da Tivadar Soros, padre di George:

www.ralphmag.org/AW/soros.html

Devo dire che questo libro, oltre a essere un racconto d'avventura incredibile, ti fa passare qualsiasi sentimento di compassione verso gli ungheresi del '56. Viene quasi da dire: ben gli sta.

Il libro non sembra tradotto in italiano.

 

Mah, sono sempre un po' perplesso quando gli anglofoni, e gli inglesi soprattutto, scrivono della Germania nazista. Ci sono eccellenti storici anglofoni specializzati sulla Germania, tipo Gordon Craig, ma quei libri fissati sul terzo Reich (e non sulla storia della Germania per intero) mi sembrano sempre un po' troppo desiderosi di servire un'audience interessata a confermare i propri pregiudizi ed un certo piacere del brivido nel raccontare la perversione altrui.

Se qualcuno vuole leggere un punto di vista tedesco, consiglio vivamente i libri di Sebastian Haffner, in particolare "The Meaning of Hitler" (Harvard U.P. 2004), apparso anche in italiano come "Hitler. Appunti per una spiegazione" (Garzanti 2005)  -- un libriccino agile e molto facile da leggere (in originale: "Anmerkungen zu Hitler").

Un classico che mi sento di consigliare:

Storia del terzo Reich, di William L. Shirer, Einaudi.

per gli USA: The Rise and Fall of the Third Reich, Ballantine Publishing Group.

Un racconto serrato degli eventi che portarono al crollo della repubblica di Weimar e a quanto seguì, visti da un giornalista americano dell'epoca.

@ palma: "La stragrande maggioranza di chi si occupo' della lotta armata in Germania venne squartato a Buchenwald e simili ameni luoghi di villeggiatura". mi dici da dove l'hai presa? grazie.