Alemanno sindaco di Roma

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Me lo sentivo. Vi racconto perché.

Ieri sera sono andato con degli amici in una cava dell'East Village a sentire del jazz. L'East Village, per quanto ormai abbastanza turistico, è per tradizione una delle zone un po' alternative della città: ristoranti relativamente a buon mercato, una parte di appartamenti ancora a equo canone occupati da sballati di altre generazioni, notevole consumo di droga, locali aperti fino a notte tarda.

Nella cava suona un gruppo interessante il cui cantante è un ragazzo italiano, di Bologna. Sembra Tom Waits, ha la voce roca, un bel cappello e un paio di pantaloni tenuti su con le bretelle. Vive a Brooklyn, suona per vivere, ogni tanto cura la musica di film e documentari di amici. Insomma, non proprio un banchiere di Wall Street che si rilassa suonando nei locali della notte (ci sono anche quelli, ne conosco un paio).

Chiaccheriamo a un intervallo dello spettacolo. Mi dice che va spesso in Italia, ma che non si sogna di tornare, che il lavoro a New York è una meraviglia, che suona nel locale ma che lo lasciano libero di prendersi tempo per ogni progetto, anche per periodi lunghi, e questo per lui è importante. Alla faccia dell'ossessione contro il precariato che distrugge l'Italia (di questo ho già parlato agli albori di nFA). Il discorso cade su Roma perché alcuni amici sono romani. Dice che non vede come Rutelli possa correre a sindaco, che l'ha già fatto, che à stato vice-primo-ministro, che nei paesi seri in politica si va avanti, non indietro, che Alemanno sarà anche fascista, ma almeno non fa parte di quel gruppetto di pseudo-intellettuali che hanno da tempo il controllo sulla città...

Sono uscito molto colpito dalla serata. Buona la cena, la musica, la compagnia, e il vino. Ma soprattutto scioccante e rinfrescante il discorso dell'amico musicista.

Se la sinistra non perde solo l'appoggio degli operai in catena di montaggio, ma anche dei musicisti jazz italiani dell'East Village che sembrano Tom Waits, sarà il caso di fermarsi a riflettere duramente. Ed invece già li sento, "è che la gente ha irrazionale paura dei rumeni..."

Nessun rumeno nell'East Village, vi assicuro.

 

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Commenti

Ci sono 35 commenti

Alberto, per cortesia dimmi se la testimonianza del tuo interlocutore si puo' riassumere dicendo che

                                 Rutelli avrebbe perso anche contro un morto. 

 

Dopotutto, Alemanno, con il suo passato da squadrista e le quattro legislature sul groppone, non mi sembra proprio che possa simbolizzare il rinnovamento. Sbaglio? 

 

Si. Non che io adesso voglia far passare il musicista dell'East Village come termometro delle preferenze politiche, ma il suo punto non era il rinnovamento in senso assoluto, quanto il fatto che Rutelli avesse gia' fatto il sindaco di Roma e avesse avuto anche cariche "superiori", cioe' importanti cariche di governo. Anche Alemanno e' stato al governo, credo, ma forse in posizione meno prominente. 

Insomma, il punto e' anche che Rutelli e Veltroni considerano Roma un feudo, e si vede.  

 

 

E' chiaro che c'è bisogno di un analisi che vada ben oltre dell'emergenza' immigrazione gestita male.

Mi stupisco che con tutti questi fior firo di intellettuali non si intraveda un rinovamento che parta dalla società e non dalle idee o sensazioni di pochi. 

Questi signori stanno clamorosamente sottovalutando l'accaduto (politiche-comunali) e lo fanno perchè altrimenti un buon 50% di loro se ne dovrebbe tornare a fare il lavoro che faceva prima se ne faceva uno.

Hanno comunque 5 o meno anni per riorganizzarsi, vediamo che si può fare. 

 

Non ci spererei. Dal Corriere di oggi:

 

 

«WALTER NON SI TOCCA» - In difesa di Veltroni si è però subito schierato Massimo Cacciari,

sindaco di Venezia, sostenitore ante-litteram del Pd. Che parla di

«microcatastrofe romana», ma che mette le mani avanti: «Non si metta in

discussione nè il Pd, nè il suo segretario, nè altro». «Soltanto

»qualche insano di mente - ha detto Cacciari rispondendo ad un

giornalista , potrebbe chiedere le dimissioni di Veltroni. Non so cosa

poteva fare Veltroni di diverso».

 

 Ma il sondaggio Corriere ad adesso:

 

Dopo la sconfitta alle

Politiche, la vittoria del centrodestra anche a Roma. Secondo voi

Veltroni dovrebbe lasciare la guida del Pd?

  • 52.5%
     
  • No

    47.5%
     

 

 

 

Numero votanti: 12449

 

 

 

 

 

Io sono convinto gia' da un po' che la sinistra (tutta la sinistra) non "ci azzecchi" piu' con la cultura italiana. Non ha saputo dare risposte ai problemi italiani, si e' arroccata in una presunta superiorita' intellettual che non si capisce bene da che cosa gli derivi (considerando che l'80% della sua classe dirigente ha studiato filosofia in Italia negli anni '70-'80, ovvero una delle cose piu' inutili che si possa immaginare).

Sono 15 anni che sono minoranza nel paese (nel 1996 non erano stati gli elettori di sinistra a far vincere Prodi), ma continuano a non capirla. Io lo trovo notevole! Vi ricordo che la SA e' andata dicendo che hanno perso perche' non sono stati abbastanza di sinistra. Il fatto che la Lega si sia presi i loro voti, non sembra fargli intravedere il fatto che un operaio (di quelli veri) non si trova proprio a suo agio a votare per un partito che vuole impedirgli di fare gli straordinari! Non ci arrivano.

Sono sicuro che stasera qualche politico si mettera' a dire che hanno perso Roma, ma hanno vinto Vicenza...io li lascerei fare, ma l'unico problema e' che per colpa loro ci dobbiamo sorbire altri 5 anni di BS... 

 

.... chissà perché anche io ho subito pensato, qui, che dovrebbe ma non lo farà?

Eh, il nuovo che avanza ... vediamo se finalmente ci si rende conto di chi e cosa è fatta la leadership del nuovo Partito Dossettiano.

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Approfitto del post per rinnovare l'invito al vecchio maestro: Massimo, moighe de dir kassae. Daghe un tajo, mola Ca' Farsetti e torna a San Tomà. Daghe el comun in man a un ingegner. Se ti vol, ea sera del Redentor te invito in barca de MM, sindaco perfeto.

 

 

 

Repubblica dà il cattivo esempio, qui.

A quando un servizio fotografico con le falci, i martelli ed i pugni chiusi in analoghe, ma di segno opposto, occasioni?

Ma quando finirà questa follia?

 

 

 

Sono d'accordo con Michele!!! 

Fossi stato Mauro (o chi per lui), invece che enfatizzare le braccia tese nel saluto fascita, avrei mostrato i taxisti... il fatto che i taxisti abbiano sostenuto Alemanno non lascia presagire nulla di buono circa la conservazione delle rendite.

 

Concordo con Michele: questi di Repubblica non sanno perdere. Ma proprio non hanno un minimo di amor proprio a riconoscere che la sinistra non e' maggioranza del paese. Proprio no, no matter how you slice it. A Sono piagnistoni e lagnosissimi (pure qualcuno in qualche post di commento a dir il vero). Pero' bisogna riconoscere che un'analisi a caldo anche buona Repubblica l'ha fatta qui.

In particolare concordo in pieno nella miopia mostruosa nello scegliere Rutelli che il pezzo centra in pieno:

"La candidatura di Rutelli, al contrario, è il frutto dell'ennesima

alchimia di laboratorio (o di loft). Una collocazione di "prestigioso

ripiego", per un dirigente che è già stato sindaco due volte, che ha

corso e perso un'elezione politica nel 2001, che è stato vicepremier

nel 2006 e che ora, nel nuovo organigramma del Pd sconfitto il 13

aprile, rischiava di ritrovarsi senza un "posto di lavoro". L'opinione

pubblica, di sinistra ma anche di centro e di destra, ne ha tratto la

sgradevolissima impressione di una nomenklatura che usa le istituzioni

come "sliding doors". Porte girevoli, dalle quali si entra e si esce

secondo opportunità pratica personale, e non secondo utilità politica

generale." 

 

FINALLY! Qualcosa e' cambiato. 

 

Bossone, beato ingenuone. I saggi "editorialisti ufficiali" di sinistra (o di destra, quando è il loro turno) queste cose le scrivono ogni volta che bisogna abbindolare le masse un po' più del normale, facendo loro credere che qualcosa è cambiato. Non è cambiato nulla.

Ficcatevelo in testa, incalliti "tifosi" della destra e della sinistra: le cose cambiano (forse) solo quando cambia radicalmente il ceto politico, gli uomini e le donne. Finché anche uno solo di questi

 

Nell'incontro del mattino, alla riunione del cosidetto

«caminetto» (a cui hanno partecipato anche Marini, D'Alema, Bersani,

Rosy Bindi, Gentiloni, Enrico Letta, Fassino, Bettini, Soro e la

Finocchiaro) Veltroni aveva dettato la linea ...

 

(e delle loro mille varianti, passando per i De Piccoli giù giù sino alle Madia) continueranno a fare politica ed a dirigerla, non cambia nulla. Nulla.

 

 

 

Ma proprio non hanno un minimo di amor proprio a riconoscere che la sinistra non e' maggioranza del paese.

 

La sinistra non e' maggioranza, ma nemmeno la destra ha una maggioranza solida, come si e' visto nel 2006 quando era schierata al gran completo. In realta' se fossimo in presenza di una destra un minimo seria come quella della Thatcher, per la sinistra italiana non ci sarebbe scampo nei prossimi 15 anni e prima della rottamazione completa degli N partiti comunisti e del loro personale politico. Il problema e' che la destra di Berlusconi e' capace di far resuscitare i morti dall'altra parte, come si e' visto nel 2001. E nonostante il personaggio non sia per nulla stupido, non credo che a 70 anni sia in grado di cambiare radicalmente il suo modo di essere. In ogni caso lo vedremo subito confrontando quanto impegno mettera' nella conquista della RAI e quanto impegno e risultati otterra' a risolvere i problemi reali dello Stato e dei cittadini.

Nonostante la sua pochezza e la sua impresentabilita' la sinistra non ha perso le sue carte migliori: la pochezza e l'impresentabilita' della controparte.

 

 

Michele, intanto uno del ceto politico e' cambiato. Rutelli lo piazzano in qualche centro studi o giornale, al massimo al parlamento europeo. Ma non credo lo mettano in una stanza (sgabuzzino?) dei bottoni anymore. Tu vuoi i terremoti (piacerebbero pure a me anzicheno), a me questo sembra un dondolio dove pero' qualcuno e' cascato giu' dal dondolo. Tutto e subito lo si ottiene solo quando si tromba.

 

 

Okkei, dondoliamoci sul dondolo facendo una piccola scommessa simbolica sul futuro dell'ex tesoruccio di Giacinto P.

 

 

e invece Rutelli lo piazzano vicepresidente del senato. Same ol', same ol'...

pare, disse Ennio Flaiano (se la memoria non mi tradisce.)

La sinistra italiana, adesso confederata nel partito democratico non ha affatto un problema di cultura.

Quel che e' successo e', come si nota spesso, anche su nfa, e' che il potere corrompe. Francesco Rutelli ha notevoli limiti intellettuali che non derivano dall'aver studiato filosofia, malgrado commenti un po' sciocchini dei colleghi.

Ho seri dubbi che la cultura di George Bush abbia molto a che fare con il suo successo politico.

Altrettanto seri sono i dubbi che la cultura di B. Obama (giurisprudenza postmodernista) abbia a che fare con il suo presente successo.

PD e' nato fondendo i democristiani e i comunisti. I comunisti non sanno che pesci pigliare. E' difficile andare a pesca (recuperare Mugabe? Castro seconda versione? Antonio Pesenti? A. Sen? la famiglia Guzzanti?) e ed e' molto difficile trovare i pesci, dopo la fine dell' Urss, i cinesi che massacrano i tibetani, e quant'altro. Ergo, la cultura di PD e' democristiana. Chiamateli come volete, sono democristiani. Il democristianesimo ha funzionato finche' c'era forte crescita economica per pagare i clienti e soddisfare tutti, una forte pressione internazionale per tenere in piedi di fronte a Tito un paese anticomunista e un papato che faceva per bene il suo lavoro, mostrando tutte le sfaccettature da d. Franzoni a G. Andreotti tenendo in piedi l'unita' dei cattolici.

Adesso la situazione e' difficile, ci sono meno soldi da dare al mezzogiorno, i veneti organizzazno orge Bdsm coi tavernicoli (si veda Marco Paolini sul tema) e le organizzazioni caritative sono dirette da A. Zanotelli. Il Pd dovrebbe cambiare, ma questo implica che dovrebbero andarsene tutti quelli che siedono al caminetto (quando la smettono di inventare scemenze verbali?) La cosa mi appare impossibile, sono anziani ma hanno due decenni da spendere. Non vedo, confesso, Uolter Veltroni insegnare politica a Johns Hopkins e G. Borgna musica a Darmstadt.

Avevano Bianchi Biandinelli, Dalla Piccola, Guttuso, Nono, ma adesso hanno Cuperlo. 

La situazione e' normalizzata tra un partito di destra, peronista o montonero a seconda della giornata e da che cosa dice la Ue. E un partito popolar-confuso con un bacino elettorale di persone che hanno le scatole sempre piu' piene delle battaglie di grande interesse come quella tra Bersani e Finocchiaro. 

 

e, come nella miglior tradizione della balena bianca, le correnti ed i mille capetti affilano i coltelli, elaborano tattiche, mandano segnali di fumo ... dalle poltrone e per le poltrone, ovviamente. Ma non era cambiato tutto? Ah, GTdL, la sapevi lunga tu ...

 

Mentre Rutelli ha perso il Campidoglio, in provincia il candidato del PD ha vinto.

Lasciando l'analisi sul voto a chi ne capisce più di me, la prima cosa che mi viene da pensare è che

parte dell'elettorato del PD abbia votato in maniera disgiunta: in definitiva, scegliere Er Cicoria (come lo chiamano a Roma) Rutelli come candidato sindaco non è stata un idea cosi' brillante.

Che approfittino di questa ulteriore mazzata per un bel repulisti...

 

L'emblema della "novità" del PD è Follini già pronto a un nuovo trasloco con il vincitore di turno:

 

L'allarme lo lancia Marco Follini: "Ora occorre discutere dell'identità

del Pd. Se è un partito di sinistra, anche socialdemocratico, beh la

scommessa non mi riguarda più."

 

Non ho informazioni di prima mano riguardanti la realta' romana, ma sono incline a considerare questa sconfitta il frutto di faide correntizie ed errori grossolani piu' che il sintomo di un "cambio di rotta" della citta' e dei suoi abitanti. Rutelli ha perso perche' e' un politico men che mediocre (le sfide serie le ha perse tutte, mi pare di ricordare), perche' non ha saputo gestire la campagna elettorale, perche' ha pagato i primi conti del post-elezioni e perche' evidentemente ha utilizzato male la rete di potere dei vari Bettini e Co, su cui la sinistra faceva tanto affidamento (condivido quanto dice Alberto - "Insomma, il punto e' anche che Rutelli e Veltroni considerano Roma un feudo, e si vede" - nonostante i suoi discutibili svaghi serali...:))))))

Cio' non toglie che le conseguenze siano potenzialmente pesantissime. Quella cui sono piu' interessato riguarda l'equilibrio interno alla nuova maggioranza. Fini ed AN escono dagli ultimi 2 anni con le ossa rotte, o almeno questo e' quel che penso. Questa vittoria, l'ampia maggioranza parlamentare del centrodestra e il buon rapporto di Fini con l'elettorato possono rimettere in piedi AN ed il suo attuale gruppo dirigente (del quale, personalmente, ho molta poca stima).

 

Prima di lanciarci in spiegazione sociologiche (tipo paura dei rumeni...), io guarderei prima ai dati per cercare una spiegazione. Er pomata (o er cicoria) ha preso 676.472 (il 46,3%) voti. Mentre er fascio ha preso 783.225 (il 53,7%) voti. Bene. Nicola Zingaretti il candidato del centrosinistra alla Provincia di Roma, dai dati del comune di Roma, negli stessi seggi ha preso 731.163 voti. Quindi ha preso 54.691 voti in piu rispetto a Rutelli. Il voto disgiunto (qualunque ne sia la ragione) ha quindi permesso ad una frangia di elettori di affossare er pomata. Se avessero votato Rutelli e Zingaretti allora Rutelli sarebbe sindaco. Qualcuno potrebbe argomentare che questi elettori hanno votato scheda bianca (o nulla) invece di votare Alemanno. Ma dai dati del comune le schede bianche o nulle nel ballottaggio per il sindaco sono addirittuta meno (vedi qui) di quelle al ballottaggio per il presidente di Provincia. Insomma tutto lascia pensare che chi ha utilizzato il voto disgiunto lo abbia fatto coscientemente per affossare Rutelli (ripeto, non entro nel merito della scelta).

Questo dato pero è utile per sostenere quanto segue. Non credo infatti che chi ha votato Zingaretti alla provincia e Alemanno al comune sia mosso dalla paura della insicurezza. Credo piu probabile che una parte dell'elettorato della sinistra non abbia digerito Rutelli. Ed ha segnalato questo discontento o non andando a votare o facendolo in "a cold blood" nell'urna. Insomma il nostro amico Jazzista di NY ne sa piu delle teste pensanti riunite intorno al caminetto. Adesso comunque aspettiamo la (le) riflessione(i) di Uolter...

 

 

 

E oggi Rutelli ha preso posto in Senato...

 

Ahi Bossone ... ho gia' vinto la scommessa!

 

 

Credo anch'io che il "no, Rutelli ancora no" sia stato fondamentale. In Amerika direbbero, Looooserrrr, facendo il segno della L con le mani in fronte al viso (ebbene si', anche i freddi anglosassoni hanno i loro segni, non solo i caldi napoletani).

Ma la riflessione piu' importante, a mio avviso, e' la seguente:  io e gianluca votiamo PD perche' cosi' e', perche' non riusciamo a spostarci che ci pare Berlusconi puzzi e Alemanno squadristasse, ma la gente ha olfatti meno sensibili e memorie piu' flebili; fortunatamente!!!

 

Ah ecco appunto: "olfatti più sensibili" (la memoria lasciamola stare, per puro decoro).

Altrimenti detto: antropologicamente e moralmente superiori. E vai!

 

Eccomi qua. Il votatore disgiunto. La carica dei 50000.

Qualche giorno fa, insieme ad un gruppo di amici, tutti freschi elettori del PD nonche' storici elettori sia di Rutelli che di Veltroni a Roma, durante una cena abbiamo tirato fuori le ragioni per non votare "Er Cicoria". Tra un goccio e una chiacchiera ce le siamo scritte. Eccole:

Nel 94 alla prima investitura era un politico appassionato, adesso non trascina neanche la moglie;

E' stato un politico mediocre;

E' diventato (da radicale) un Vaticanista, intaccando la sua laicita';

Si e' appiattito sulle posizioni del Vaticano, fregandosene della laicita';

E' sempre abbronzato;

E' antipatico;

Non si ricorda dal 2000 in poi una sola posizione politica incisiva;

Non si ricorda dal 2000 in poi una sola posizione politica;

Parla ormai sentenziando (anzi pontificando);

Non e' pensabile dopo aver fatto il vice premier, ritornare a fare il sindaco lo sanno tutti anche i jazzisti :)

La sua scorta mi ha impedito di parcheggiare all'Eur;

Perche' ha una scorta;

Perche' se Alemanno ha quel passato, Rutelli ha questo presente...

E' partito liberal ed e' morira' (politicamente) democristo;

La vecchia alleanza con la sinistra radicale va definitivamente debellata, anche a livello locale;

Per vedere la sua faccia quando capisce che ha perso (Livida? Macche' sempre la stessa: abbronzata)

Perche' Zingaretti non era candidabile a sindaco in quanto poco noto...(meravigliosa questa);

Perche' a ben vederlo e' una gioiosa macchina guerra;

Restituiamo al direttivo del PD questa meravigliosa "testa pensante";

Per fa capire al PD che siamo stufi dei soliti giochetti;

L'ultima non la scrivo ma aveva sempre a che fare con la testa...

Naturalmente si scherzava amabilmente. Ma qualche motivo serio lo si e' trovato. E probabilmente lo ha trovato anche qualcun altro!!

 

 

Ne avete dimenticata una: perché fu lui, er cicoria (con gli amichetti LCdM e DDV), a far scoppiare la "bomba" UNIPOL/BNL/Consorte mandando in fumo l'"habemus bancam" di capitan Ikarus e c.

E la vendetta, come noto, è piatto da mangiare freddo... ché poi si gusta meglio, sotto i baffetti!

 P.s. per me WV per ora regge. Visto che è statisticamente probabile un'ulteriore sberla per il PD alle prossime elezioni europee nell'ordine del -2, -3% (= voti di sinistra-sinistra che torneranno all'ovile: alle europee il voto utile non c'è), e visto che almeno il primo anno il nuovo governo dovrebbe (!) reggere, i baffetti di cui sopra lasceranno cuocere WV a fuoco lento per sbarazzarsene in seguito.

 

 

 

"Certo - aggiunge - s'impone una riflessione approfondita nella base

del partito e nel territorio per una valutazione politica e una

discussione vasta e larga su questo doppio risultato elettorale"

 

La presente è citazione, che seguì il "caminetto", di W. Veltroni. Non sto a scocciare con l'interessante fenomeno (di origine biblica, guarda un po') della paratassi ("vasta e larga", "nella base e nel territorio": tutti pensavano che la riflessione debba essere stretta, rapida e svolgersi solo sull'ipotenusa.)

Quello che si vede si vede dai dati e non dalla cosidetta scienza sociale sociologia dei cittadini impauriti dal crimine. È vero che tale Zingaretti negli stessi seggi prese più voti di Rutelli.

Il che è ottima ragione per cacciare al più presto un gruppo di potere diretto da una della rai, dal figlio di uno della Rai, e così via. Cosa ci sta di misterioso? Un gruppo corrotto e bollito va eliminato.

Consigli per gli utenti: proponete a questi di nominare il prossimo "vertice" pentola a pressione e non caminetto....

 

 

Ecco invece un votatore unitario. Uno che ha votato Rutelli pur condividendo tutte le critiche del votatore disgiunto. Ho votato Rutelli perché:

Per levarlo dalla politica nazionale dove continuerà a fare danni incalcolabili sia al PD sia al Paese (è appena stato eletto senatore in Umbria, con buona pace di chi detesta la sua abbronzatura e l'aria supponente - e ora sappiamo anche perché ha la scorta)

Per impedire alla destra di poter cantare vittoria "abbiamo preso tutto"

Perché non condivido le istanze corporative dei tassisti

Perché Alemanno non sopprimerà il festival del cinema (vera follia veltroniana con le cui risorse si potrebbe finalmente provare a migliorare la viabilità a Roma) anzi lo userà come serbatoio di poltrone per i suoi 

Perché non credo che Alemanno amministrerà la città meglio di come avrebbe fatto Rutelli o chiunque altro: sgombrerà con le ruspe un paio di campi rom e lascerà che vengano quasi linciati un paio di rumeni scelti a caso, dopodiché incontrerà il Papa, piazza San Pietro si riempirà di cristiani da tutto il mondo e di lotta all'immigrazione clandestina non si parlerà più

Perché mi sono permesso di non votare alla provincia contro la nauseante campagna di Zingaretti in puro stile berlusconiano

Il problema è che come Lillerello ha ragionato una larghissima maggioranza degli elettori romani, come me un paio di centinaia forse

 

Io ho un fratello che vive a Roma, e la sua prima risposta quando gli ho chiesto del ballottaggio è stata: dopo quattordici anni è il momento di cambiare, troppe situazioni si sono incancrenite, e le magagne poi non saltan fuori. Mio fratello vota a sx, ma questo non gli impedisce di pensare, ed io sono d'accordo, dopo tanto tempo è ora di cambiare, anche perchè roma è sembrata considerata quella degli imperatori che facevano eleggere senatore il cavallo.

E poi dall'altro lato c'era uno con delle idee, non il solito signor nessuno.

Se la dx farà la stessa cosa con Napoli, ove io vivo, non ci sarà partita: la Iervolino (che io ho votato, ma dall'altro lato c'era un signor nessuno) è il peggior sindaco d'italia. 

 

Sul corriere della sera di oggi, a pagina 13 (non ho trovato l'articolo sul sito internet, chissà perchè... ), c'è una notizuola molto interessante ed abbastanza ben nascosta che, sicuramente, su Repubblica, ma nemmeno sul Giornale, non leggeremo.

Il comune di Roma, guidato fino a gennaio dal principale leader dell'opposizione, considerato uomo del futuro patrio, è sull'orlo del default, gravato da una imponente mole di debiti per un ammontare complessivo di 7 miliardi di euro. In sostanza, negli ultimi anni ci hanno propinato quale uomo della speranza per la rinascita del paese un personaggio che ha portato al fallimento il comune da lui amministrato per 8 o 9 anni...

Ovviamente, nessuno ne chiederà le dimissioni, lo stesso corriere riporta la notizia come se fosse un fatto privo di rilievo che riguarda il sindaco del comune di Vattelapesca e non il leader dell'opposizione che, in teoria, avrebbe dovuto guidare il paese.

Il bello di tutto questo è che il governo è restio a dichiarare il fallimento perchè, riporto lo stralcio dell'articolo, "certificare il fallimento ... srabbe uno schiaffo a Veltroni. Una mossa che peserebbe come un macigno sulle possibilitàdi dialogo fra il governo Berlusconi e il PD".

Che dire... L'Argentina è sempre più vicina, il tutto con la copertura dei principali organi di informazione c.d. indipendenti... :-(