Analisi della manovra Monti. Parte 1: misure economiche

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Iniziamo l'analisi della manovra Monti, partendo dalle misure economiche. La prima versione della manovra è stata una delusione sia nella sua articolazione che nella misura. Il maxiemendamento concordato nelle ultime ore, pur attenuandone alcuni aspetti negativi, non fa cambiare il giudizio.

Ho esaminato il decreto numero 208 (104 pagine, 49 articoli), la relazione tecnica (80 pagine) e la tabella riassuntiva della stesura originale che ho poi ricostruito secondo uno schema diverso nelle tabelle che seguono (qui l'elenco degli articoli del decreto a cui il governo non attribuisce alcuna rilevanza sui saldi, tra cui le nuove norme sull'uso del contante).

I valori riportati nelle tabelle qui sotto sono per cassa (cioé si riferiscono a quanto si spende e quanto si incassa in un certo anno, indipendentemente dall'anno in cui l'uscita e l'entrata sono stati o saranno contabilizzati) il che dovrà essere considerato quando si discuterà l'idoneità della manovra allo scopo. Il conto economico, da cui emerge l'indebitamento netto che si vuole azzerare nel 2013 è infatti costruito per competenza (cioé facendo riferimento a uscite e entrate come compaiono nel bilancio dell'anno, indipendentemente da quando effettivamente si pende e si incassa). I numeri citati nella discussione, salvo diverso avviso, si riferiscono al 2013, l'anno fatale dell'agognato pareggio. La diminuzione degli incassi nel secondo e terzo anno è spesso determinata dagli effetti su IRPEF o IRAP che intervengono con ritardo e che con gli acconti e saldi si stabilizzano ancora dopo. (le cifre in tabella sono infatti per cassa). Infine qui maggiori dettagli sul significato della colonna A nelle tabelle che seguono.

Iniziamo dalla prima versione della manovra, riassunta nella prima tabelle qui sotto.

Ieri è stato reso noto il maxiemendamento e la relazione tecnica di accompagnamento, riassunta nella tabella qui sotto.

i proventi da immobili e strumenti finanziari all'estero tengono conto, detraendole, delle imposte eventualmente pagate all'estero.

L'emendamento rende un poco più umana la manovra: indicizzazione totale certa per il 2012 anche per le pensioni fra 2 e 3 volte il minimo, aumento detrazioni IMU per i figli conviventi, attenuazione degli effetti della riforma delle pensioni sui pensionandi (secondo la legge attuale) dei primi prossimi anni. Estende a quasi tutti i patrimoni mobiliari ed immobiliari in Italia e all'estero la "patrimoniale". Accelera l'aumento dei contributi  previdenziali di commercianti ed artigiani. Perde però in solidità avendo aumentato gli incassi dai capitali scudati. L'emendamento dovrebbe inoltre rendere la manovra leggermente meno recessiva.

La seguente tabella riassume la manovra dopo l'emendamento. Le poste cambiate sono evidenziate da asterischi prima della descrizione.

Chiamando ogni posta con il suo vero nome le ultime cinque righe della tabella danno il primo giudizio alla manovra. A fronte di 37,3 miliardi di nuove tasse certe (24,2 se si prescinde dalla posta IVA/clausola di salvaguardia) si hanno meno tasse per 21,2 miliardi (5,2 senza IVA/clausola di salvaguardia). Questo aumenterà la pressione fiscale di circa 1 punto. Non solo: i quasi 2 miliardi di tagli netti previsti per gli enti locali (posizioni da 21 a 23) potrebbero trasformarsi in nuove tasse qualora Regioni, Province e Comuni decidessero di recuperarli utilizzando l'autonomia fiscale concessa dal decreto (+0,2% di IMU) che, applicata al massimo, vale almeno 5 miliardi. Le spese risultano ridotte di 4,7 miliardi che potrebbero salire a 6,7 miliardi qualora gli enti locali si comportassero in modo virtuoso. L'83% dei tagli certi derivano dalla deindicizzazione delle pensioni. La manovra comporta anche un aumento di spesa di 1,5 miliardi. Nella tabella ho assegnato un peso ad ogni posta (personal technical effort) rispecchiante il suo effetto recessivo o espansivo (colonna A): ne esce che dovrebbe prevalere l'effetto recessivo per almeno 0,35 punti di PIL  (0,4 prima dell'emendamento) il che vanificherebbe almeno 5,5 miliardi della manovra stessa. (maggiori dettagli su significato della colonna A, il "coefficiente recessivo")

Quanto sopra sarebbe sufficiente per emettere un giudizio ma per i più curiosi analizzerò alcuni provvedimenti, anche con ironia, onde evidenziarne la robustezza, le incongruenze e le inutili complicazioni. Mi sarei astenuto dal giudicare l'equità ma poichè è rivendicata ad ogni piè sospinto dal professor Monti questa volta l'ho fatto.

L'eredità di Giulio Tremonti. GT con l'ultima manovra ha lasciato, come buona uscita per gli italiani (che fino a poco prima baciavano la terra dove metteva i piedini), misure fiscali da definire per 4 miliardi nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014 (punto 12). Se la delega per la riforma fiscale non avesse sortito risultati, le risorse si sarebbero reperite con tagli lineari di pari importo a deduzioni e detrazioni fiscali. L'aumento dell'IVA della manovra (punto 1) (+2% da ottobre prossimo, più un ulteriore mezzo punto da inizio 2014) definisce gran parte di queste entrate ( 3,3 miliardi nel 2012, 13,1 nel 2013 e 16,4 nel 2014); il rimanente è coperto dagli altri punti della manovra.

La patrimoniale farlocca. Checché se ne dica la patrimoniale c'è, farlocca ma c'è e consiste nelle righe 2 e 3 della tabella. I provvedimenti sono farlocchi ciascuno di proprio ed ancor più nel loro insieme. Infatti 10,7 miliardi su 11,7 del punto 2 (IMU= ICI, IMU sperimentale scrivono: mi piacerebbe sapere cosa c'è da sperimentare) è una imposta sui patrimoni immobiliari la cui base imponibile è il nuovo valore catastale uguale alla rendita rivalutata del 5% moltiplicata per un numero funzione della tipologia catastale. Con tali rivalutazioni stimo che mediamente il valore catastale degli immobili adibiti ad abitazione si attesterà al 50% del valore di mercato. Considerate le aliquote da applicare (0,4% con franchigia di 200 euro e deduzione di 50 euro per ogni figlio per case adibite ad abitazione, 0,76% per tutti gli altri immobili residenziali) ne deriva che il patrimonio a prezzi di mercato sconterà una imposta da 0% allo 0,2% nel primo caso e dello 0,38% nel secondo. Si dà però il caso che il rapporto valore di mercato/valore catastale è molto disperso e può tranquillamente variare da meno di 1 a 4 o 5. I valori catastali delle abitazioni sono ben lontani dallo stare in un rapporto unico con il relativo valore di mercato. La consistenza, pur con il diffondersi dei lofts è ancora basata sul numero di vani; zone censuarie, categorie, classi e tariffe non sono aggiornati da anni. A Milano non è raro il caso di appartamenti da un miliardo (in centro) con rendite anche minori di quelle di appartamenti nella prima periferia di valore meno della metà. I proprietari dei primi saranno soggetti ad un'aliquota reale meno della metà di quella dei proprietari dei secondi. (evviva l'equità). Il professore ha fustigato in pubblico GT per i tagli lineari e poi fa le rivalutazioni lineari. Intendiamoci, Monti non è responsabile di questa distorsione che affliggeva anche l'ICI, ma poteva intervenire. L'Agenzia del Territorio possiede e pubblica i valori di mercato per m2 e per zona e classe degli immobili di ogni comune, le mappe catastali sono tutte digitalizzate per cui sarebbe relativamente semplice ottenerne la superficie; con i due dati si sarebbe potuto fissare, almeno per il 2013, l'imponibile  al valore di mercato (previo adeguamento delle aliquote). Ma forse Confedilizia è troppo potente e avrebbe fulminato Monti con una velocità che nè SB nè PLB conoscono. Solito occhio di riguardo poi ai possessori di seconde case con redditi alti: poichè l'IMU assorbe IRPEF ed addizionali (calcolate sulla rendita) il differenziale d'imposta sarà: redditi fino a 15k€ 0,52%, da 15k€ a 28k€ 0,48%, da 28k€ a 55k€ 0,37%, da 55k€ a 75k€ 0,34% ed infine > di 75k€ 0,32%. I vantaggi crescenti (sic!) con il reddito sono ancora maggiori se la casa è sfitta. Ma non si era detto "pagherà chi non ha pagato?".

Il Bollo sui depositi (punto 3) è invece una imposta su parte del patrimonio mobiliare: già prevista da GT con importi fissi per scaglioni, MM nella stesura originale ne ha allargato la base imponibile anche ai prodotti finanziari senza obbligo di deposito e l'emendamento ai buoni postali ed alle attività estere ed ha stabilito un'aliquota fissa (0,1% per il 2012 e 0,15% dal 2013 con un minimo di 34,2 euro e un massimo di 1200 €). L'imposta diviene flat/proporzionale impedendone l'elusione parziale praticabile dividendo il patrimonio su più banche. Peccato che avendo fissato un limite minimo (34,2 euro) e massimo (1200 euro) ne deriva, ad esempio, che chi possiede un patrimonio (si fa per dire) di 5000 euro pagherà lo 0,68%, chi di 5 milioni di euro lo 0,024%. L'anomalia derivante dal massimo di 1200 euro è stata eliminata dall'emendamento a decorrere solo dal 2013 (gli interessati avranno un anno di tempo per individuare modi diversi di elusione, fra un poco è Natale e non c'è tempo adesso). Il "farlocchismo" da accoppiamento deriva dalla disparità di trattamento riservato ai due tipi di patrimonio: l'immobiliare sarà tassato con un'aliquota massima reale dello 0,38% mentre l'aliquota massima per il mobiliare sarà lo 0,15%, meno della metà; con la dovuta eccezione dei patrimoni "si fa per dire" inferiori a 22880 euro che, per equità saranno puniti.

La patrimoniale farlocca sarà pur leggera ma vale due terzi del saldo della manovra!

I carburanti. Il punto 4 della tabella mostra gli aumenti di gettito conseguenti l'aumento delle accise sui carburanti per autotrazione (+IVA sull'accise stessa, ora 21%,  da ottobre 2012 23% e da inizio 2014 23,5% ) che vale oltre il 20% del saldo della manovra. Per non dover portare il loden anche in casa, MM ha graziato i combustibili per riscaldamento e per contenere l'inflazione indotta ha adeguato il credito d'imposta per l'autotrasporto.

L'IRPEF. Grazie al PD, che non ha accettato l'aumento delle aliquote dei due scaglioni più alti, anche chi vive con mille euro al mese potrà fare la sua parte e raccontarlo fra anni ai nipoti. MM ha infatti subito apparecchiato l'aumento dell'addizionale regionale IRPEF, rigorosamente flat. L'aliquota arriva ora all'1,23% (da 0,9%) mediamente a livello nazionale (punto 5).

Capitali scudati. Non mi piace che i patti, anche se fatti alla e con Tremonti non siano rispettati ma MM ha deciso ancora una volta di sfidare tutte le Corti dell'universo terracqueo: +1,5% sui capitali già scudati (punto 6). L'emendamento ha ridotto l'aliquota per il prelievo straordinario all'1% ma introdotto altre misure fra le quali un'imposta ordinaria annua dello 0,1% per mantenere l'anonimato. Il tutto aumenta la previsione di incasso 2013 di 370 milioni. Questa posta è certamente la più a rischio a fronte di ricorsi alla C.C. ed alla C.E.; per quanto riguarda la reperibilità degli scudanti la R.T. dichiara di averne tenuto conto abbassando prudenzialmente le previsioni di incasso.

Pochi ma subito! Riaperti i termini per rivalutare le partecipazioni pagando un'imposta sostitutiva (punto7) La norma porta gettito a breve e lo riduce negli anni successivi. (naturalmente non a saldo zero altrimenti nessuno abboccherebbe)

Anchei ricchi piangano! Non solo la Fornero e i pensionati ma tutti! Tassa su auto di lusso, barche aerei: finalmente un poco di giustizia (punto 8). Pensate ai poveracci che possiedono una Ferrari FF (385 KW) che dovranno sborsare un superbollo di 6000 euro (oltre il 2% del prezzo di acquisto (260mila euro). Tempo un anno e avranno tutte targa MC o RSM. E che dire dei proprietari di barchette da 60 metri ormeggiate a Sanremo? Dovranno pagare una tassa da 190mila euro all'anno. Tranquilli in Costa Azzurra e in Croazia stanno già allargando i porti. E Sacconi, per non perdere l'abitudine, sta già studiando la CIG in deroga per i marinai. Qui Monti ha copiato Soru. Riceverà gli stessi dileggi dai clienti del Billionaire? Ma sopratutto lo sa che la tassa di Soru è stata bocciata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea? L'emendamento ha giustamente attenuato il prelievo in funzione della vetustà dei mezzi facendo coprire il buco ai fumatori di sigarette autoprodotte con tabacco e cartine ed ai fumatori di pipa (notoriamente responsabili del deperimento dei mezzi di trasporto, scherzo naturalmente)

Contributivo. Fra mezzo secolo anche commercianti, artigiani e co.co.co potranno godere di una pensione decente e non più il 60% di quella dei lavoratori dipendenti. Se ognuno deve avere per ciò che ha versato anche queste categorie dovranno versare ed accantonare il 33% come i lavoratori dipendenti e non, come ora, il 20%. MM (punto 9) ha fatto loro iniziare "la grande marcia", con un aumento dello 0,3% l'anno nel 2055 il 33% non sarà più un miraggio! Coraggio! Provvidenzialmente l'emendamento ha raddoppiato la velocità di avvicinamento almeno (finora) per i primi sette anni.

Un miracolo. C'è anche un miracolo nella manovra: Le detrazioni per interventi edilizi e per il risparmio energetico invece di costare generano risorse! (punto 10)

E per coloro che hanno sete di giustizia (e sono un poco boccaloni) il punto 11 va a pennello.

Sgravi IRAP.È quello che fa il decreto con gli sravi IRAP (punti 13 e 14). I valori in gioco costituiscono il pezzo forte per lo sviluppo rappresentando praticamente la totalità dei tagli fiscali e oltre il 25% del saldo della manovra. Se rapportati però al pil privato rappresentano meno dello 0,4%. Avendo a disposizione una cifra così modesta sarebbe stato conveniente destinarla a quelle imprese che possano dare il ritorno maggiore in termini di crescita (la seconda parte di questo) ; inoltre riducendo la platea dei beneficiati la riduzione possibile dei costi di produzione e quindi dei prezzi sarebbe stata più significativa. Ma noi, compreso, lo stiamo costatando, il professor Monti, non ne siamo capaci, non abbiamo mira, peggio non conosciamo i bersagli. Dimenticando la selettività purtroppo impraticabile, con le stesse risorse si sarebbe almeno potuto abbassare l'aliquota IRAP dal 4,2% al 3,3% per tutti; si è invece preferita la lotteria anzi le lotterie che sono tre e la complicazione alla semplicità. Dei 5 miliardi 1446 milioni sono infatti distribuiti permettendo di dedurre dall'imponibile IRES il 3% del capitale nuovo proprio apportato all'impresa, 1921 milioni permettendo di dedurre sempre dall'imponibile IRES la quota di IRAP pagata per la componente lavoro: è evidente che molti, non avendo profitto prima delle tasse, ed è spesso il caso anche dei nuovi start up, non potranno trarne profitto. I rimanenti 1690 milioni sono distribuiti aumentando di 6000 € pro capite per donne e giovani (< di 36 anni - nuova definizione) la quota deducibile dal costo del lavoro ai fini della determinazione dell'imponibile IRAP. In pratica un maggiore sgravio di 183 € per ogni donna o giovane in organico ( l'IRAP risulta ridotta di 252 € che però non puo più godere della riduzione IRES del 27,5% pari a 69,3 € concessa dalla norma precedente). Io non vedo perchè una maggiore presenza di donne e "giovani" in una azienda possa farla crescere maggiormente nè come, dovendo assumere un nuovo dipendente che costerà più di 20000 € 183 €, meno dell'1%, possano risultare decisivi nella scelta: io spero che questa ricada sempre sul candidato più competente e serio, anche fosse un transex quarantenne .In questo articolo si era suggerito che sussidi di questo tipo di solito non hanno effetti percettibili. Un'impresa sana assume più lavoratori solo se crescono gli ordini e non perchè riceve dei sussidi: al massimo, se possibile e compatibile, potrebbe cercare di sostituire lavoratori non incentivati con altri incentivati ma se il backlog degli ordini non cresce il totale dei lavoratori rimarrà costante. Forse la crescita, con norme così complicate, è garantita dal maggior numero di esperti in paghe e contributi che si renderanno necessari. Confindustria dopo avere visto solo i numeri si è meravigliata della generosità e ha ringraziato. Prendi e porta a casa: non crescerà il paese ma il loro portafoglio sì.

E infine i tagli. I tagli certi sono stati fatti solo sulle pensioni (punti 24 e 25) anzi sui pensionati: la deindicizzazione (poco meno di 5 miliardi) valeva da sola nella prima stesura l'85% dei tagli, l'emendamento ha stanziato un miliardo per garantire, finora solo per il 2012, l'indicizzazione totale delle pensioni fino a 1400 € lorde / mese. Ma l'ingiustizia rimane perchè i pensionati sono in disarmo e non hanno possibilità alcuna di compensare la perdita. Rimane anche la beffa: molte donne che hanno lavorato una quindicina d'anni fino alla prima maternità per poi dedicarsi alla famiglia hanno una pensione intorno ai 500 euro/mese che saranno indicizzate anche se la pensione del marito arriva a 5000. Chi poi avesse 4 pensioni (lo 0,5% dei "clienti" INPS o 3 (4,5%) ciascuna di 1000 €  si vedrà rivalutati 4000 o 3000 €. Questo è un provvedimento immorale. Con uno 0,06% su tutti i patrimoni si sarebbe potuto evitare: su tutti perchè anche chi avesse solo 10000 €, 6 € (un settimo di quanto tolto ogni mese ad un pensionato a 2000 €) li potrebbe pagare.

E i costi della politica? Solo un gesto puramente simbolico: con la fusione e la soppressione di enti (punto 26) MM realizzerà un risparmio di 52 milioni di (milioni, avete letto bene). In generale, sui costi della politica è in corso una subdola campagna di depistaggio: tv e giornali riducono i costi della politica agli stipendi dei parlamentari che valgono in tutto 300 milioni all'anno. Bocche cucite invece sui 60 miliardi (200 volte tanto) in continua crescita di inefficienza della pubblica amministrazione nella gestione degli acquisti. In parte è lassismo, in parte corruzione (qui un'analisi empirica) ma sono sempre parecchi soldi. Non abbiamo dimenticato che la metropolitana di Milano costava al chilometro quattro volte quella di Amburgo in costruzione nello stesso periodo o che la TAV Milano Torino, percorso analogo a quelli francesi, è costata anch'essa tre o quattro volte tanto quella d'oltralpe. Divertente il discorso di Imposimato.

Le omissioni. Beauty contest invece dell'asta per le frequenze televisive, inerzia circa il possibile accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali italiani colà soggiornanti e, con il maxiemendamento, frenata brusca sulle pur timide liberalizzazioni.

La condizione posta dal Ragioniere Generale dello Stato, per appore la sua firma all'emendamento, ci assicura che le previsioni dela manovra sono precise al 99,9975%. Nessuno è perfetto!

500.000 € rappresentano meno dello 0,0025 del saldo della manovra.

Questa analisi dimostra anche le complicazioni delle nostre leggi fiscali: ogni norma ha n subordinate ed m eccezioni: già questa complicazione è un attacco mortale allo stato e una preziosa alleata della "speculazione". L'altra sera a Ballarò, Vito Tanzi, uso alla semplicità USA, solo sentendo della eccezione per i figli conviventi cara a Casini si è messo le mani nei capelli.

A breve la seconda parte sull'adeguadezza della manovra all'obiettivo.

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Commenti

Ci sono 85 commenti

Grazie Aldo: non avevo avuto il tempo di leggere tutto, e tendo a non fidarmi dei giornali. Non capisco come mai parli di "boccaloni" riguardo al punto 11 - non era quello che impedisce di essere presenti in N diversi consigli di amministrazione finanziari? Ignora pure questa mia domanda nel caso dovessi rispondere in altro articolo, le informazioni in mio possesso sono poco precise.

Confesso che finora ero stato deluso piu' che altro dai continui aggiustamenti e aggiornamenti, che mi erano sembrati troppo simili a quelli di GT et alia. 

Non capisco come mai, pur avendo goduto di un forte vantaggio tattico soprattutto nei primi giorni, questo governo non sia riuscito a puntare un po' di piu' i piedi ed osare qualcosa di diverso. 

Non mi aspettavo rivoluzioni, sia chiaro, ma almeno qualche misura spendibile sui media, anche solo cosmetica, sarebbe secondo me stata utile almeno per non farsi passare come l'uomo delle (solite) tasse da parte di giornali e parlamentari vari (ovviamente disinteressati).

 

quello che impedisce di essere presenti in N diversi consigli di amministrazione finanziari?

mi pare che l'emendamento ne abbia rimandato l'entrata in vigore.

ha taciuto sui doppi stipendi dei fuoriruolo (Catricalà lo percepisce da anni), sugli arbitrati dei giudici.

Per il resto io coltivo la speranza che anzitutto Monti voglia blindare i conti con l'approvazione di questa manovra "possibile"; una volta approvata ci si possono anche permettere le elezioni (potrebbe farsi togliere la fiducia presentando un decreto con tutto ciò che gli hanno impedito di mettere in questa manovra e rimuovendo qualche provvedimento impopolare che è invece stato costretto a mettere) e se poi si presentasse vincerebbe alla grande. 

 

 

L'IRPEF. Grazie al PD, che non ha accettato l'aumento delle aliquote dei due scaglioni più alti

 

Non grazie al PDL? Chiedo perchè non ho seguito le varie baruffe chiozzotte

L'aumento dell'addizionale è all'1,23% (dallo 0,9%) non dell'1,23%, come mi pare di capire dal post.

Poi: come si fa ad attribuire a PD (o PDL che sia) non tanto la sparizione dell'aumento delle aliquote sugli scaglione più elevati quanto la sua sostituzione con l'aumento dell'addizionale?

sicuramente: ma contrariamente che per il PD per il PDL era scontata e difendeva il suo elettorato di riferimento "pensante".

E il silenzio sulla misura non ti ha insospettito?

 

Grazie per l'ottimo articolo. Confido che la serietà dei ministri e le misure sulla tracciabilità e riduzione delle transazioni in contanti consentano un recupero significativo dell'evasione con conseguente riduzione delle imposte, in particolare dell'IRAP che è veramente pesante. Sulle liberalizzazioni spero in un "secondo colpo" a gennaio.

 

Grazie per l'ottimo articolo. Confido che la serietà dei ministri e le misure sulla tracciabilità e riduzione delle transazioni in contanti consentano un recupero significativo dell'evasione con conseguente riduzione delle imposte, in particolare dell'IRAP che è veramente pesante. Sulle liberalizzazioni spero in un "secondo colpo" a gennaio.

 

Approfitto per fare le mie previsioni spicciole per i prossimi due anni (assumendo rimangano in vigore le norme del governo Monti e altre analoghe sulle stesse linee):

  • recupero di evasione fiscale: da 0% a 1%, quindi massimo da 18% al 17% del PIL a fine 2013
  • recessione al 1% del PIL nel 2012
  • spesa pubblica in aumento del 2% in rapporto al PIL a fine 2013
  • crescita inferiore del 1% della media di Francia e Germania nel 2013
  • prosecuzione sulla traiettoria verso il default dello Stato iniziata nei magici anni '80
  • aumento del numero di suicidi di imprenditori che aspettano rimborsi o pagamento di appalti statali e di anziani senza discendenti giovani che devono curare da soli un congiunto non-autosufficiente senza aiuti decenti dallo Stato

 

 

Ho da dissentire sui contributi degli autonomi (o non ho capito la sottile ironia). Innanzitutto il 33% di cui si parla nell' articolo è (ne sono quasi certo) la somma di quello che paga il dipendente e quello che paga il lavoratore, perciò o ci si dimostra che i datori di lavoro hanno scaricato al 100% questi oneri sugli stipendiati, o facciamo una somma proibita. Poi l' Italia è piena di dipendenti mascherati da, soprattutto, agenti di vendita: gente spolpata dall' INPS che impone ai contributi un "floor" ed un "ceiling": col risultato che quelli di basso rango (ex dipendenti messi di fronte allo "scegli la minestra del licenziamento od il salto dalla finestra del fare il venditore", per cui magari non sei tagliato, problemi di salute, clienti che non pagano,...) pagano un fisso di circa € 3.500 annui da proporzionare su un reddito magari tendente a quasi zero (indovinate cosa succede all' aliquota media !). Dall' altra parte c' è il tetto ai contributi, per cui paghi quel fisso, che tu fatturi tanto o tantissimo. Cioè: il contributo previdenziale non solo è un' imposta, ma è pure regressiva.

Innanzitutto il 33% di cui si parla nell' articolo è (ne sono quasi certo) la somma di quello che paga il dipendente e quello che paga il lavoratore, perciò o ci si dimostra che i datori di lavoro hanno scaricato al 100% questi oneri sugli stipendiati, o facciamo una somma proibita.

Qualsiasi sia il ragionamento, va fatto sul costo del lavoro.

nessuna somma proibita,quei contributi sono tutti del lavoratore,anche se formalmente non entrano nella busta paga e si dice che siano a carico del datore di lavoro.Sono proprio il 33% del lordo busta paga che diventano un 24-25 o 26 del costo del lavoro a seconda di cosa si conteggi come costo del lavoro.Proprio per evitare che ci siano persone che continuino a giocare su questa ambiguità,sarebbe ora di far rientrare tutti i contributi nel cedolino della busta paga.E anzi,io sarei per abolire il sostituto di imposta,dare al lavoratore tutto il loro,compreso TFR e contribuzione contro la disoccupazione,CIG,malattia e altro.Quella è la vera retribuzione lorda del lavoratore.Dovrebbe essere il lavoratore poi a provvedere al versamente delle varie contribuzioni e delle imposte,come fa un qualsiasi lavoratore autonomo.

 

a Bologna, i canoni di locazione sono in media più bassi grazie al numero dei contratti con canone concordato. Per questi canoni il comune offriva aliquota 0 per l'ICI.  Con l'IMU l'aliquota passa allo 0,7%

e non la chiamano patrimoniale?  Quanti errori, carissimo professore.

Come mai i ricconi dovrebbero fuggire dal pagare il bollo o la tassa di soggiorno? Monti ha fatto breccia sul loro lato "Radical Chic"! Essi pagheranno XD

Apparte gli scherzi, gradirei sapere quali misure politiche si possono adottare seriamente per far pagare i ricchi? Non penso che i ricchi rinuncino all'ormeggio nella bella italia solo per una piccola tassa dai; è come dire che se voi andate in vacanza al mare, non paghiate il parcheggio per la spiaggia..seppure non generasse gettito, non vedo perchè io con la mia macchina devo pagare il gratta e sosta, e loro col loro yacht da 100 metri non debbano pagare niente, in questo caso me ne frego del gettito ma mi interessa l'equità..

 

Apparte gli scherzi, gradirei sapere quali misure politiche si possono adottare seriamente per far pagare i ricchi?

 

ma è molto semplice, senza dover inventare diavolerie: con il mezzo apposito che esiste da tempo,  cioè la progressività dell'aliquota irpef.

però inasprirla non sembra una cosa molto intelligente, visto che potrebbe far passare la voglia di lavorare, guadagnare ed arricchirsi, l'unico modo certo per uscire dalla recessione. 

bisogna poi ricordare che, a proposito di equità, in Italia la progressività c'è eccome, ma è quasi scandaloso il modo in cui lo stato (non) redistribuisce; il nostro costosissimo welfare si disperde in mille fantasiosi rivoli, a favore di categorie organizzate e piagnone. va da sè che i veri emarginati, quelli da assistere davvero, pesano politicamente ben poco e beccano nulla. alberto alesina ci ha scritto sopra parecchio, è un dato assodato da tempo.

oppure volevi riferirti all'immoralità intrinseca della ricchezza?

 

 

 

Apparte gli scherzi, gradirei sapere quali misure politiche si possono adottare seriamente per far pagare i ricchi?

 

Premesso che non sono un economista accademico, secondo me la misura piu' efficace non tanto per far pagare i ricchi, ma per far pagare i ricchi piu' dei poveri, oggi, in Italia, e' ridurre la tassazione IRPEF sui poveri lasciando infariata (o diminuendola di meno) sui ricchi.

Oggi lo Stato italiano con vari trucchi e imbrogli, l'imbroglio principale essendo le detrazioni decrescenti col reddito, tassa i redditi a partire da 20-25k di imponibile IRPEF con un'aliquota marginale fiscale effettiva del ~43% (e un'aliquota fisco-contributiva del ~63%), pur pubblicizzando aliquote del 23, 27, 38% per i redditi minori. L'aliquota effettiva e' ancora maggiore di quella indicata, ma difficile da calcolare in media, perche' al salire dei redditi pur ancora medio-bassi aumentano una serie di imposte para-fiscali come ticket, costi delle mense scolastiche, tasse universitarie, di tutto di piu'.

Rispetto ad altri Paesi civili credo che l'Italia, in aggiunta a cio', abbia un limite di reddito senza tasse piu' piccola, specialemente per famiglie con figli.  Le detrazioni per i figli sono in Italia credo molto volte minori di Francia e Germania, 200-500 euro contro 1000-2000 euro (ma forse anche 3000 euro, sarebbe interessante fare un confronto).

Basterebbe adottare un sistema di tassazione progressiva di un qualunque Paese estero civile, probabilmente, per spostare un po' di tassazione dai poveri ai ricchi in Italia. Mantenendo il resto invariato, si potrebbe semplicemente dare detrazioni non decrescenti col reddito, in modo che l'aliquota formale sia in prima approssimazione uguale all'aliquota reale, come i politici italiani pubblicizzano, imbrogliando.

Non credo invece sia molto realistico aumentare le tasse oltre il 43-45% fiscale sui ricchi, l'effetto sarebbe quello di spostare ancora di piu' i compensi dei ricchi che lo possono fare su altre forme di reddito diverse dall'imponibile IRPEF, oppure di farli andare via dall'Italia, mantenendo la tassazione solo dei ricchi con redditi statali o comunque derivanti da rendite di monopolio o simili garantite loro dallo Stato stesso cui sono pertanto legati a doppio filo.

 

 

 

 

Quali sarebbero gli aspetti della tassa sul lusso che potrebbero finire a giudizio della Corte Europea e della Corte Costituzionale?

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... inerzia circa il possibile accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali italiani colà soggiornanti...

 

Il problema, caro Aldo, è ancora piu' complesso della semplice inerzia. Sicuramente non si puo' pretendere che in un mese Monti faccia quello che non hanno fatto Berlusconi e Tremonti in 3 anni ma prima ancora di prendere in considerazione l'accordo che citi (quello per intenderci già siglato da CH con DE e UK)  bisognerebbe assolutamente prendere in considerazione l'estensione della CDI (Convenzione Doppia Imposizione) al tema dell'evasione fiscale, come imposto da OECD nel 2008 ed accettato dalla Svizzera nel 2009. In pratica se prima veniva data assistenza, tramite rogatoria (caso singolo) su aspetti solo penali (frode, falsità in documenti etc) ora la Svizzera accetta anche l'evasione fiscale. Da considerare che in CH l'evasione fiscale non è reato penale ma semplice illecito amministrativo (quindi solo multe pecuniarie, niente carcere) ma concede l'assistenza pur in assenza di una fattiscpecie penale corrispiondente sul suolo nazionale. Nel 2008 CH fu messa in una lista grigia da OECD (come paese non collaborativo) da cui sarebbe uscita appena avesse siglato 12 CDI con la nuova clausola che comprende l'assistenza per i casi di evasione fiscale entro il 2010. Ne ha siglati 35, come vedete in questa pagina, e trovate germania, francia, usa, russia, regno unito, giappone, canada, ... insomma tutti i grandi ma non trovate l'Italia. Come mai? Chiaramente la Svizzera ha offerto all'Italia l'estensione della CDI ma il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti (chissà come mai?) non ha voluto. Eppure se veramente oggi si volesse contrastare l'evasione potremmo avere uno strumento in piu'.

L'aspetto però da valutare è che queste cose non sono pure decisioni governative (salvo la decisione di trattare) ma sono dominio della diplomazia dei due paesi. Quindi implicano molti mesi per arrivare ad un accordo. Quelle 35 CDI sono frutto di due anni di lavoro intenso. Non mi sembra quindi corretto parlare di inerzia. Una volta approvata una CDI CH-ITA (esiste ma va estesa all'evasione fiscale) allora si puo' prendere anche in considerazione un accordo per la tassazione in CH dei capitali depositati, sulla linea di quanto già fatto con UK e DE. È infatti del tutto chiaro che la Svizzera non accetterà mai (e non è tenuta a farlo) lo scambio automatico del dati e che se anche lo facesse allora quei capitali che non vogliono essere trovati semplicemente si sposterebbero, lasciando all'asciuttto chi cerca di scovarli.

 

 

 Non mi sembra quindi corretto parlare di inerzia.

 

ho parlato di inerzia perchè Giarda ha esluso azioni in quella direzione: Sono daccordo che ci vuole tempo ma se non incominci mai... Ho avuto modo di sentire critiche al nostro comportamento anche da parte di autorità federali elvetiche e, mi pare, dallo stesso ambasciatore a Roma.

Far pagare i nababbi è semplicissimo: un megayacht solo di spese annuali ordinarie costa al proprietario almeno 1 milione di euro l’anno, in forniture, stipendi, manutenzione, tagliandi. I vari fornitori versano l’IVA relativa, pagano le imposte sugli utili, devono avere personale per erogare i servizi e quindi versano le relative tasse ecc… quindi per far pagare i nababbi basta farli spendere e una parte non indifferente di quei soldi finisce al fisco. Se però li mandiamo in Costa Azzurra otterremo solo un grazie dal fisco francese.

Corretto, e per quello che non spendono (e quindi risparmiano) dubito che i nababbi di cui sopra tengano i soldi nel materasso per cui è decisamente prevedibile che li investano, prestandoli ad aziende che ne hanno bisogno per fare investimenti ed assumere. Anche qui pero' ci sono mille modi per far fuggire altrove questi investimenti, ottenendo un grazie dal fisco di altri paesi.

prima ancora che si votasse in Parlamento, dai giornali sembrava che si fosse scatenata la caccia al possessore di yacht e dopo un giorno in Croazia non si trovava più un posto. La tassa di stazionamento si poteva metterla in silenzio, senza annunci… poi se lo scopo è far dispetto ai milionari, mi sembra come quello che per fare dispetto alla moglie si taglia i testicoli.

siamo noi persone comuni che dobbiamo pensare a quanto dare e cosa ricevere dallo Stato. I ricchi vivono in un mondo a parte, pensare di prendere i loro soldi e pagarci ministeri, regioni, comuni… è un’illusione. Negli ultimi cent’anni in molti paesi si è passati dall’indigenza generalizzata ad un maggiore benessere diffuso. In nessuno di questi paesi ciò è avvenuto facendo pagare le tasse ai ricchi. Una ragione ci sarà. Detto questo l’evasione resta uno degli eterni problemi italici, ma non verrà risolto da nuove tasse sul lusso.  

 

I ricchi vivono in un mondo a parte, pensare di prendere i loro soldi e pagarci ministeri, regioni, comuni… è un’illusione.

 

Concordo pienamente.  In linea di massima si può essere favorevoli alle tasse sul lusso, in quanto i consumi di lusso sono spesso motivati dalla competizione per l'approvazione sociale, più che dal godimento della cosa in sé.  Nella misura in cui questo accade, è corretto introdurre una tassa ad hoc su questo genere di consumi.  Ma a pagare questa tassa saranno per lo più persone benestanti, non certo superricche.  E il gettito non risolverà certo gli innumerevoli problemi della spesa pubblica italica.

Invoco l'ira di Michele Boldrin su alcuni, ahimè molti, commenti odierni!

Mi dispiace deluderti, Luciano. Torno ora da un viaggio faticoso, letto qualche commento a caso, visto l'andazzo e rinunciato. 

Prima di chiudere ho letto l'ultimo commento, che al momento era il tuo (ora è questo mio, per un po' ...). Si', la chiacchera impera ... tutti troppo impegnati altrove per sedarla, non resta che ignorarla!

Chiedo una vostra opinione sul rapporto tra questa manovra e la crisi di liquidità che appare colpire il governo della RI. Questa manovra, dicono alcuni, sembra studiata per fare cassa immediata e pare che se ne sia accorto anche lo zio di Bonanni il quale, secondo il nipote non capisce un tubo di economia. In attesa di capire quanto invece ne capisca il nipote, mi sembra evidente che la necessità di misure immediatamente applicabili (ed applicate concretamente, non solo annunciate come con il governo precedente) è indispensabile per dare un segnale ai mercati e ai governi europei che qui si fa sul serio. Poi verranno le misure per la ripresa.
Noto tuttavia anche alcuni segnali che indicano che il contante cominica a scarseggiare nella RI. Da un lato, a livello micro, ci sono scuole che non possono pagare i supplenti, perché lo stato non ha mandato i fondi. Piccola cosa, vero, ma contemporaneamente l'ipotesi di non pagare piu' in contanti la pensione a 2 milioni di pensionati che la ritiravano negli uffici postali, spacciata come manovra anti evasione - e noi sappiamo quanto sia inutile - la vedo proprio come un segnale di sofferenza. Manca la carta e quindi è meglio un accredito. Contemporanamente si parla della fuga di svariati miliardi dall'Italia, visto che questi intelligentoni di politici italiani è da agosto che parlano di patrimoniale, con mille varianti, comprese quelle piu' pesanti. Alla fine è rimasta da tassare solo la casa, che non si puo' muovere. Quanto è verosimile questa mia ipotesi sulla carenza di liquidità dello Stato italiano?

... e che sarà da fare prima o poi.

L'Italia è in recessione e la manovra correttiva, come calcolato da Aldo, ha un effetto recessivo.
Ora come sapete non sono un economista ma cerco lo stesso di capire e orientarmi. Ecco cosa capisco. Recessione significa calo dei prezzi e perdita di posti di lavoro e, nel caso di uso di ammortizzatori sociali, significa anche costi per il bilancio dello stato o degli enti che forniscono quelle prestazioni.
Ai tempi della Lira se ne sarebbe potuto uscire con una bella svalutazione ma oggi, nell'Euro non si può. Salvo che eventualmente chi ne sa piu' di me (e ci vuole poco) non conosca sistemi per svalutarci selettivamente. Se non si puo' l'unica strada che vedo è una diminuzione salariale, per salvare posti di lavoro. Non una cosa identica per tutti ma ogni azienda deve fare i suoi calcoli e vedere quanto licenziare o quanto diminuire gli stipendi per essere competitivi. Magari ci sono aziende che vanno bene e non hanno bisogno ma chi esporta e vuole essere competitivo probabilmente opterà per la possibilità di abbassare i prezzi ed i salari. Occorre porre la domanda alle maestranze e vedere come rispondono. La stessa cosa naturalmente deve farla per primo lo Stato italiano. Qui soprattutto ci sono esuberi notevoli ed una drastica diminuzione è auspicabile. Diciamo orientativamente 1/3 (con forti differenze nei vari settori) Sceglieranno i lavoratori se accettare una diminuzione o far parte di quel terzo che rimane a casa. Questo comporta una riduzione delle spese e quindi della pressione fiscale, inserendo finalmente un effetto espansivo. Nel frattempo se tutte le aziende hanno riposizionato singolarmente prezzi e salari e fanno cose utili, possono ricominciare a guadagnare ed investire. Quindi a crescere. Ci sono due scogli: il primo è dato dai fedeli credenti del modello superfisso, che difficilmente accetteranno di vedere ritoccata verso il basso la retribuzione, il secondo è dato da chi affitta le case, perché anche costoro difficilmente rinunciano ad una rendita fissa. Per fortuna in Italia la maggioranza vive in casa di proprietà ma va risolto il problema di chi vive in affitto e non potrebbe oggettivamente accettare una diminuzione dello stipendio se la spesa piu' alta che ha non cala. Qui sarebbe interessante, se si andasse su questa strada, un'imposizione elevata sull'immobile per chi non diminuisce l'affitto, tanto per invogliare il proprietario ad adeguarsi. O altri strumenti che raggiungano lo stesso fine.
Cosa manca quindi nella manovra? Una forte diminuzione della spesa del personale statale e regionale, tramite ottimizzazioni, licenziamenti o diminuzioni dello stipendio. Non solo i gettoni dei consiglieri provinciali, quindi.

Come dicevo, questo ho capito e propongo. Se ho sparato cavolate, non fatemi troppo male ;-)

 

 

Salvo che eventualmente chi ne sa piu' di me (e ci vuole poco) non conosca sistemi per svalutarci selettivamente.

 

Svalutare no, ma favorendo gli investimenti si aumenterebbe l'offerta di moneta (e/o si ridurrebbe la domanda della stessa) in Italia, e ciò avrebbe di fatto lo stesso effetto.  Per rendere più flessibili i salari l'unica via è una profonda riforma dei meccanismi che regolano la contrattazione del lavoro in Italia; oggi è in gran parte socializzata, affidata ad organizzazioni come Confindustria che hanno intensi legami con il sistema politico.

Gli affitti in Italia sono fortemente disincentivati, non tanto dal sistema fiscale (ora infatti c'è la cedolare secca) quanto dall'incertezza del diritto in merito allo sfratto, che rende di fatto impossibile una contrattazione efficace.  Se questa distorsione fosse rimossa, il mercato potrebbe essere più flessibile e riflettere meglio le variazioni della domanda.

forse dire che bisogna ridurre addirittura di 1/3 i dipendenti pubblici è un po' esagerato :p....credo che attualmente siano circa 3,3 milioni...significherebbe ridurli di 1,1 milioni...2,2 milioni di dipendenti pubblici su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti in questo momento sono ancora pochi,secondo me.Certo,un domani per cui si potessero fare la stragrande maggioranza delle cose tramite sistemi informatici non saprei.Ma tieni conto che già tra scuola e sanità siamo a quota credo 2 milioni e forse anche piu',mettici poi almeno magistrati e cancellieri e forze di polizia...io sono dell'idea che principalmente si dovrebbe finalmente capire in base all'attuale situazione di competenze e livelli di governo e servizi,quale dovrebbe essere il livello ottimale per ogni ufficio o ente erogatore di servizi pubblici (intesi come scuola,sanità non come acqua ecc ecc) al livello di efficienza almeno decente,poi verificare quali uffici e enti magari sono sopra organico e quali sotto,con la mobilità dare adeguato personale in base a calcoli standard e da li vedere se esistono esuberi e mediante blocco di turn-over ben congegnato,ridurre della quantità necessaria,se esuberi ci sono (magari,anzi quasi sicuramente,scopriamo che abbiamo troppi dirigenti e invece il personale non dirigente è adeguato,oppure che è semplicemente mal distribuito sul territorio e per settore e ente).Il problema è sempre quello della dirigenza:se io ente centrale chiedo ai miei dirigenti di valutare le loro strutture e stabilire se c'è troppo personale in base ad un efficienza decente,li troviamo sti dirigenti che abbiano il coraggio di tagliare e ridurre il loro potere,se ce n'è bisogno o addirittura tagliare se stessi?E dal centro e dal vertice piu' alto e dal vertice politico,come si fa altrimenti,senza fare tagli lineari non potendo intervenire ufficio per ufficio?Secondo me quindi,rimane sempre la questione culturale dei dirigenti ma anche dei semplici dipendenti pubblici,non so se basta un azione dal vertice per riuscire a fare un lavoro che dia davvero efficienza e il giusto personale nei vari uffici senza invece magari far ancora maggiori danni in molti casi.E certamente prima di questa operazione o dopo bisogna una volta per tutte decidere quale debba essere il perimetro di intervento della PA,se minore,uguale o maggiore a quello attuale e in quali casi (servizi pubblici locali,livelli intermedi terrotoriali,piccoli comuni vs accorpamenti,meno regioni e meno province o abolizione province,solita questione enti utili e inutili,meno stato paternalistico e distorsivo e piu' libertà di scelta dell'individuo) per stabilire quale sia il personale sufficiente.Spesso ho letto di confronti con altri grandi paesi riguardo al numero di dipendenti in rapporto alla popolazione e se non ricordo male,addirittura in molti casi siamo a livello inferiore...non saprei,ci vorrebbe uno studio serio a tal proposito...qualcuno ne conosce ?

Poi quando hai un direttore generale dell'INPDAP che parla in questo modo....perchè pare che finalmente si arrivi ad un ente previdenziale unico...

www.youtube.com/watch

e fammi capire:se tutti scelgono di ridursi di un terzo lo stipendio,quindi,li terresti tutti?E se a scegliere di non vedersi ridurre lo stipendio fossero tutti,poi come fai a decidere chi tagliare e senza valutare effettivamente la produttività dei singoli lavoratori,la capacità,se il suo stipendio è adeguato o meno (visto che mi pare ci sia personale pagato troppo e magari personale pagato poco,rispetto alle sue mansioni,alle sue capacità e alle sue professionalità,in primisi molti degil assunti giovani con contratti a termine e co.co.co).Che famo quindi?Io per prima cosa,porterei l'orario settimanale dei dipendenti pubblici da 36 ore a 40,come nel privato.Per cui a fronte di un aumento dell'11% delle ore lavorate e di efficienza,potrei già ridurre il personale del 10% (se ho bisogno di 3600 ore di lavoro,le posso ottenere o con 100 dipendenti che lavorano 36 ore o con 90 che ne lavorano 40) mediante il blocco del turn-over e la mobilità (visto che magari i pensionamenti non sono omogenei per ufficio).A fronte quindi di circa 3,3 milioni di dipendenti,a parità di altro,potresti ridurli di 330 mila,con un risparmio netto di almeno 5 miliardi di euro.Non saranno tantissimi,ma neache da buttare.Altri 25.000 li recupero abolendo l'ora di religione nella scuola pubblica e fanno 355 milia.E poi bisogna stabilire per tutta Italia,per tutte le regioni,province (se le teniamo) e comuni un rapporto massimo dipendente ogni dirigente...non è possibile che in Sicilia abbiano un numero abnorme di dirigenti rispetto ai dipendenti rispetto ad altre realtà,per fare un esempio.Insomma,ci vogliono strumenti piu' sofisticati e che vadano a fondo piu' che tagli con l'accetta di quel tipo

www.qds.it/4314-dirigenti-regione-spreco-di-203-milioni.htm

Qui l'ambizioso obiettivo di ridurre la spesa al 50% del PIL.

 

Mah, almeno si vede che c'e' una parte2

 

l'articolo che linki fa un po di confusione

tagliare deduzioni, detrazioni e regimi fiscali di vantaggio, giusti o meno che siano, non è ridurre la  spesa ma aumentare le tasse.

gli esempi poi che fa portano a tagli irrisori

l'agevolazione per autotrasportatori è appena stata aumentata di 1073,85 milioni per compensarli dell'aumento delle accise ed evitare un aumento dell'inflazione (punto 4 della manovra nell'articolo)

I carburanti. Il punto 4 della tabella mostra gli aumenti di gettito conseguenti l'aumento delle accise sui carburanti per autotrazione (+IVA sull'accise stessa, ora 21%,  da ottobre 2012 23% e da inizio 2014 23,5% ) che vale oltre il 20% del saldo della manovra. Per non dover portare il loden anche in casa, MM ha graziato i combustibili per riscaldamento e per contenere l'inflazione indotta ha adeguato il credito d'imposta per l'autotrasporto.

se si toglie la deduzione del 19% per spese mediche i pur pochi medici e dentisti che emettono fattura si ridurranno a zero e temo che quanto il governo guadagnerà con la cancellazione di questa detrazione lo perderà sul gettito IRPEF.

Forse si potrà ottenere qualcosa dalla revisione dei regimi fiscali di vantaggio.

Di quelli territoriali non ha senso alcuno quello per Campione d'Italia, quello per Livigno, invece andrebbe studiato bene. 

 

Grazie per il dettagliato commento.  Nel mio commento sottolineo il lato sostanziale dei fatti (non a caso piu' o meno recepito dalle norme internazionali), e ritengo errato dare importanza al lato formale. E proprio per mezzo primariamente di cavilli formali che lo Stato italiano e le elites italiane malgovernano e ingrassano a spese dei sudditi.

Secondo me ogni sistema di tassazione decente deve tassare solo ed esclusivamente il reddito al di sopra di un livello minimo per una vita dignitosa. Per ottenere questo il sistema migliore e' quello di introdurre delle "deduzioni" dal reddito (in burocratese italiano) come Tremonti in uno delle sue poche intuizioni corrette aveva peraltro fatto. Ovviamente subito il CS le ha abolite per trasformarle in detrazioni, che soddisfano meglio il loro obnubilato ideale di statal-centralismo. Le tasse si dovrebbero applicare solo sulla quota eccedente di reddito a qualcosa dell'ordine di 10k Euro anno, dipendente dalla composizione familiare (questa quota esente in realta' dovrebbe essere calcolata per provincia, in base al costo della vita).

Le detrazioni, anche quelle familiari, sono strumenti equivalenti nella sostanza anche se molto piu' scadenti formalmente dal mio punto di vista, perche' (come si vede da molti esempi demenziali provenienti dal circo politico-mediatico italiano) pongono le basi formali per pensare che lo Stato abbia diritto e ragione di tassare anche chi guadagna 300 euro al mese, salvo poi magnanimamente restituirgli qualsosa, che pero' puo' essere ridotto a piacimento arbitrariamente dallo Stato per qualunque necessita' dello Stato stesso. Nota bene che lo stupidissimo centro-destra che tanto ciancia di ridurre le tasse condivide in massa questa impostazione con l'altrettanto stupido schieramento avverso.

Caro alberto, condivido praticamente tutto ma ci tengo a precisare che le deduzioni, come sistema per passare dal reddito lordo al reddito imponibile, non sono una intuizione di Tremonti ma la base di ogni sistema tributario europeo che si rispetti.  So che sei stato a lungo a Ginevra (non so oggi) per cui conosci il sistema delle deduzioni adottato da quelle parti. Solitamente è prevista in tutta la Svizzera una doppia scala di aliquote (single e coniugati, che pagano quasi la metà) e nel secondo caso se lavorano in due c'è anche una deduzione per lavoro di entrambi i coniugi (che varia di cantone in cantone). Quello che hai descritto quindi (dipendente dalla composizione familiare con quota esente calcolata localmente ed anche aliquote e deduzioni calclate localmente) è in buona sostanza il sistema di tassazione elvetico. Porta pero' alla "competizione fiscale" concetto aborrito da CS e CD (nei fatti di quanto proposto o realizzato da entrambi) e quindi anche a stipendi pubblici che variano localmente. Tempo fa avevo stimato che al Sud i salari pubblilci avrebbero dovuto (potuto) scendere, mentre al Nord tutto sommato sono troppo bassi (quelli pubblici) e avrebbero dovuto essere aumentati. In sintesi avremmo visto un calo della pressione fiscale al sud (con effetti benefici sugli investimenti locali e sull'emersione) ed un incremento al nord, di certo non gradito, che avrebbe solo in parte compensato i minori oneri distributivi verso il sud. Forse per questo di una vera riforma fiscale non ne abbiamo visto traccia alcuna?

 

Secondo me ogni sistema di tassazione decente deve tassare solo ed esclusivamente il reddito al di sopra di un livello minimo per una vita dignitosa.

 

A rigore questo è impossibile: l'IVA ad esempio può solo tassare tutti i consumi allo stesso modo, a meno di non pensare a improbabili deduzioni sui primi x € di spesa (i costi di transazione sarebbero elevatissimi).  Così pure le imposte sulla benzina e quelle sulle imprese (che ricadono in gran parte su consumatori e lavoratori).  D'altronde, il "livello minimo per una vita dignitosa" deve essere in ogni caso oggetto di politiche sociali, che a loro volta comportano un margine di tassazione (o riduzione dei benefici) per motivi di economicità.

 

Adesso capisco perchè i suoi ragionamenti, tecnicamente sofisticati e puntuali suonano spesso, alle mie orecchie, "fuori argomento", forse dipende dal fatto che veramente crede che i dirigenti delle istituzioni italiane, il Parlamento nel suo insieme, i Sindacati e il circo politico-mediatico italiano sia composto solo da deficienti che non capiscono, per esempio, che le gabbie salariali (che avevamo fra il 1945 e la fine degli anni '50) sono invece indispensabili e il sistema fiscale andrebbe applicato solo per il reddito oltre i 10k (così micro commercianti&compagniacantante) sarebbero finalmente in regola e i contratti collettivi di lavoro eliminati per poter fare come in UK, dove lì si che c'è giustizia sociale e i poveracci non ci sono.

P.S. ovviamente anche i dati sul numero di "bottegai" francesi (la metà) e tedeschi (un quarto) dei nostri e che si vergognerebbero a dichiarare meno dei loro commessi, come invece avviene nel BelPaese, è frutto della retoricademenziale del Corriere della Sera che non capisce che il nord Italia è invece in linea con quei Paesi e se non fosse per quei terroni...

la differenza tra deduzioni e detrazioni è che le detrazioni sono neutre,mentre le deduzioni sono regressive,visto che le deduzioni agiscono sull'aliquota marginale superiore,per cui a parità di deduzione,uno che ha un aliquota marginale al 43 risparmia di piu' in imposte di uno che ha un aliquota marginale al 23.

Es. due persone hanno una deduzione pari a 1000 euro,ma uno ha un aliquota marginale del 23 ed una del 43.Quella che ha l'aliquota al 23 avrà un vantaggio pari a 230 euro,quello che ce l'ha al 43 di 430 euro.

 

Vediamo come è cambiata la spesa locale dagli anni 80 al 2009.

Premetto che in questo periodo ISTAT calcola che l'inflazione, o meglio i prezzi al consumo, sono aumentati del 373,77%

ISTAT pubblica i dati di bilancio anche per le amministrazioni locali e le tavole 6,7 e 8 elencano la spesa locale di regioni, provincie e comuni dal 1980 al 2009. Forse c'è anche un documento piu' aggiornato ma anche cosi' basta.

Regioni:
Spesa del personale + 1132.52%
Spesa per consumi finali + 666.47%
Uscite complessive +1122.19%

Province:
Spesa del personale + 286.58% (meno dell'inflazione, quindi)
Spesa per consumi finali + 456.56% (meno della spesa regionale)
Uscite complessive + 500.84% (meno della spesa regionale)

Comuni:
Spesa del personale + 380.75% (come l'inflazione)
Spesa per consumi finali + 727.87%
Uscite complessive + 604.46%

Il confronto non è completo se non prendiamo anche in considerazioni le spese dello stato centrale (senza le spese locali, naturalmente).

Amministrazioni centrali:
Spesa del personale + 649.89%
Spesa per consumi finali + 709.37%
Uscite complessive + 658.38%

 

si,anche io avevo fatto in parte queste analisi...pero' la suddivisione tra i vari livelli diventa difficile,visto che in questi anni sono state spostate compenze da un livello all'altro...

     Sicoome siamo ormai, alla follia pura, l'unico rimedio rimane la satira, il sarcasmo feroce. A volte, una grossa risata di pancia ci permette di affrontare la realtà con meno angoscia e più lucidità! Grazie.

 

con le aziende metalmeccaniche della provincia di Reggio Emilia, Modena o Brescia, proprio non ci azzeccano. Queste ultime, col cavolo che sottraggono al fisco il 10%, sono a livelli molto, molto più alti e su imponibili REALI che sono mille volte quelli delle officine siciliane.

 

Il 10% e' la stima di evasione fiscale dell'intero settore privato della Lombardia. L'Emilia Romagna ha invece una stima del 19-20%. Il settore privato della Lombardia include anche artigiani e piccole imprese, tuttavia lo Stato italiano esercita controlli molto pressanti (con modalita' piuttosto violente) anche su questi ultimi, specialmente in Lombardia, e ha delle stime presuntive di reddito che riducono l'evasione su livelli limitati, secondo me inferiori rispetto a quelli che le medesime attivita' hanno in Francia e Germania.

Da tutti gli studi emerge che gli autonomi evadono molto piu' della media del settore privato, dal 30% al 100% del loro reddito, e anche le piccole industrie evadono piu' delle medio-grandi.  Pero' la Lombardia si distingue da tutte le altre regioni italiane perche' raccoglie la quasi totalita' degli investimenti esteri, ha le industrie mediamente piu' grandi (e quindi una minore quota di popolazione in attivita' autonome o piccola industria) e inoltre i controlli dello Stato italiano sono molto piu' intensi. 

In conclusione, la stima che tre studi diversi danno del totale dell'evasione fiscale lombarda al ~13% sono del tutto compatibili col fatto che

  • autonomi e piccole industrie lombarde evadano un po' meno che nelle altre regioni del Nord, e molto meno delle regioni del Sud, perche' i controlli statali sono piu' frequenti e pressanti e per il fatto che tutta l'economia regionale e' piu' avanzata e integrata con le grandi imprese
  • autonomi e piccole industrie lombarde corrispondono ad una quota di PIL privato inferiore alle altre regioni
  • la maggior quota di PIL lombardo fatto da imprese medio-grandi oppure a controllo estero contribuisce a ridurre il totale evaso diviso il PIL privato

Sono d'accordo che l'evasione fiscale meridionale ha caratteristiche diverse, per esempio come gia' sottolineato anche nell'articolo nel Sud c'e' una grande quantita' di evasori totali, anche piccoli, tuttavia ripeto non vedo alcuna ragione per dubitare delle stime di evasione fiscale per regione esistenti, e per accettare che l'evasione fiscale pro-capite, anche in valore assoluto, e' maggiore nelle regioni del Sud.

 

Non so su quali dati abbiano calcolato le previsioni di entrata per quanto riguarda benzina e bollo su auto di lusso,però i consumatori si adeguano rapidamente facendo abbassare la domanda e dato che le entrate da queste voci vengono stimate sostanzialmente stabili cosa faranno ,aumenteranno ancora di più la pressione fiscale?

http://www.repubblica.it/motori/attualita/2011/12/20/news/addio_ferrari_e_porsche_in_italia_morte_le_supercar-26908608/?ref=HREC1-5

http://www.omniauto.it/magazine/18170/caro-benzina-accise-come-si-difendono-gli-italiani

Si dà però il caso che il rapporto valore di mercato/valore catastale è molto disperso e può tranquillamente variare da meno di 1 a 4 o 5

oggi in tv hanno detto che il rapporto medio è 3,7

L'Agenzia del Territorio possiede e pubblica i valori di mercato per m2 e per zona e classe degli immobili di ogni comune, le mappe catastali sono tutte digitalizzate per cui sarebbe relativamente semplice ottenerne la superficie; con i due dati si sarebbe potuto fissare, almeno per il 2013, l'imponibile  al valore di mercato (previo adeguamento delle aliquote)

qui Monti mi ha ascoltato (scherzo) ma i burocrati dell'Agenzia del Territorio hanno stimato che per passare dai vani ai m2 occorreranno almeno dieci anni. Da licenziare tutti!

Sono ben più veloci ad usare la carta di credito di rappresentanza (Minzolini è un dilettante): pare che l'Alemanna, direttore dell'Agenzia del Territorio (tutto in famiglia) vi abbia addebitato nel 2011 un milione e mezzo di € (una media > di 4 k€/giorno festivi compresi) QUI