Brevi osservazioni sullo scudo fiscale

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Il Ministero dell'Economia ha diffuso una nota in cui presenta come un grande successo l'operazione ''scudo fiscale''. Vorremmo sommessamente spiegare perché le cose non stanno così.

La prima cosa da osservare è che la nota del ministero pone parecchia enfasi sul fatto che adesso le norme internazionali sui paradisi fiscali sono assai più restrittive, per cui i capitali non rientrati hanno rischi molto più alti. Dice esplicitamente che è grazie a questo cambiamento strutturale che questo condono sarà l'ultimo. La nota afferma testualmente:

 

L'impegno dei principali Paesi del G20 è infatti nel senso che il tempo dei paradisi fiscali è finito per sempre. Portare o tenere i soldi nei paradisi fiscali non conviene più, nè economicamente nè fiscalmente. Il rendimento è minimo, il rischio è massimo

 

Se questo è vero (non abbiamo il tempo e gli strumenti per controllare) allora Tremonti ha veramente fatto un grosso regalo agli evasori e la sua aliquota del 5% è assolutamente scandalosa. Quindi delle due l'una: o il governo sta mentendo, e non c'è alcun cambio strutturale nel trattamento dei paradisi fiscali, oppure sta accusando se stesso di malversazione.

Proviamo a fare due conti a naso per avere un'idea migliore di ciò che ha significato lo scudo in termini di perdita del gettito futuro. Il riferimento normativo è qui. L'aliquota del 5% è equivalente alla sanzione minima prevista dalla legge sul monitoraggio dei capitali per la violazione dell'obbligo di dichiarazione (la sanzione massima è il 25%). Lo scudo fiscale in sostanza garantisce l'applicazione della sanzione minima, oltre a perdonare tutte le imposte dovute sui rendimenti antecedenti l'1/1/2009, compresi gli interessi legali. Inoltre, lo scudo ha alzato le sanzioni (per il futuro), portandole a un minimo del 10% e ad un massimo del 50%.

I capitali investiti all'estero vengono tassati con la stessa aliquota applicata su investimenti simili in Italia. Ipotizziamo dunque un'aliquota (preghiamo gli esperti fiscalisti di correggerci se sbagliamo) del 12,5% (cioè 1/8) per un capitale che abbia fruttato il 5% annuo per 8 anni. Le imposte dovute sarebbero ammontate a 5%*1/8*8 = 5% (ignorando gli effetti di composizione degli interessi, e cioè assumendo che gli interessi vengano prelevati dal conto, altrimenti le imposte sono di più). Le tasse sugli interessi non pagati insomma sono un altro 5% del capitale.

 

Se la legge invece di condonare avesse imposto la vecchia sanzione massima, 25% (come abbiamo scritto è stata aumentata al 50%), e avesse preteso il pagamento delle tasse non pagate negli ultimi 8 anni, allora prendendo un evasore su 6 si sarebbe ottenuto lo stesso gettito. Il tutto senza contare le sanzioni sul mancato pagamento delle imposte, che sono condonate del tutto, ma che vanno dal 120% al 240% dell'ammontare. A occhio e croce questo potrebbe rappresentare un altro 10% del capitale.

Quindi, in sostanza, la domanda che poniamo al Ministero è: veramente siete convinti che, con tutte le nuove norme anti-paradisi fiscali che vantate nel vostro comunicato, avreste acchiappato non più di un sesto dei capitali che ora sono rientrati?

 

 

Forse l'operazione ha senso dal punto di vista finanziario (prenderne 1 su 6 o anche 1 su 15 con il nostro sistema legale è altamente aleatorio, senza contare che si tratta di migliaia di persone, ci vorrebbe un esercito di controllori), ma se le cose stanno così è inutile fare i gradassi vantando chissà quali successi nella lotta ai paradisi fiscali. Oppure il ministero ha ragione, la lotta ai paradisi fiscali c'è ed è efficace. In tal caso lo scudo fiscale è stato un immenso regalo agli evasori e il gettito effettivo è largamente inferiore a quanto si sarebbe potuto ottenere senza scudo e con controlli e multe.

 

Un po' di altre osservazioni.

La prima è che vari esponenti governativi hanno lasciato intendere che il ''rientro'' dei capitali favorirà un aumento degli investimenti reali e quindi del PIL. L'enfasi è stata posta sul fatto che i capitali rappresentano ''il 6% del PIL'' (nota di colore: sui titoli nelle prime pagine online di Corriere e Sole 24 Ore hanno confuso gettito e imponibile, proclamando che il gettito dello scudo è stato pari al 6% del PIL; gli articoli per fortuna si limitano a copiare la velina del ministero e quindi sono corretti). Per esempio, questo è quello che ha dichiarato Calderoli all'agenzia AGI:

 

“Tanti complimenti e un sentito grazie al ministro Tremonti per la sua operazione riguardante lo scudo fiscale, che, visti i risultati, rappresenta la piu’ grande manovra economica di tutti i tempi”, ha dichiarato il ministro per la Semplificazione normativa in una nota.

“Non solo e non tanto per i quattro miliardi e 750 milioni di nuove entrate, comunque necessarie, ma soprattutto perche’ quasi 100 miliardi di euro rientreranno e verranno investiti in Italia, ridando ossigeno, vero e tanto, alla nostra economia”, ha spiegato.

 

La ''teoria'', apparentemente, è una variante del modello superfisso: le opportunità di investimento ci sono (coma facciamo a sapere che ci sono? Perché lo dicono Calderoli e Tremonti), ma gli indigeni non hanno soldi e nemmeno possono prenderli a prestito altrove. Basta quindi portare fisicamente i soldi nel paese e gli investimenti si fanno. Agghiacciante nella sua stupidità, ma non diversa dalla logica che ha portato alla proposta della Banca del Mezzogiorno. Che era più o meno questa: al Sud i soldi non ci sono, da fuori  non si portano, e per questo non si investe. Basta mettere i soldi a Caserta, Afragola e Barletta  e, voilà, finalmente i redditizi investimenti, che mancavano solo dei capitali necessari, verranno finanziati.

La seconda è che il ministero sembra essere abbastanza bravo a stimare quanti soldi ci sono all'estero. I 95 miliardi rientrati sono nell'intervallo di 80-100,  che era la stima più accreditata. Lo scudo è stato prorogato fino al 30 aprile 2010 e il gettito futuro è stato posto a 1 euro, seguendo una tradizione ormai consolidata di sottostimare le entrate aleatorie per creare ''riserve'' in caso di mancate entrate o sfondamenti di spesa in altri settori. Prepariamoci quindi a una bella discussione, nell'aprile-maggio prossimo, su come usare il ''tesoretto'' che deriva dallo scudo fiscale. Ci sarà da divertirsi.

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Commenti

Ci sono 57 commenti

Ovvi complimenti per la logica inequivocabile. Il Ministero strombazzando le fanfare dimentica la realtà: lo scudo, indiepndentemente dal succeso (finto: le stime loro, ufficiose, indicavano in 300 mld l'ammontare dei depositi italiani all'estero), è un vero e proprio condono tributario mascherato (i condoni tributari non dovrebbero essere più ammessi in Italia, il condizionale è d'obbligo).

Di fatto qualunque volta la GdF mi contesterà il reato di evasione per gli anni fino al 2009 io esibisco il mio attestato di "capitale scudato" e buonanotte: fine della verifica. Difatti prima dello scudo si leggevano continue notizie di "capitali scovati all'estero", adesso sono scomparse (le notizie, non i capitali), fermo restando che bisognerebbe sapere quanti di quei presunti capitali poi sono stati effettivamente recuperati.

Poi i capitali all'estero non significano niente: le multinazionali ce l'hanno per obbligo, le banche italiane (banca Intesa in primis) hanno almeno una filiale alle Isole Cayman, potrei averli guadagnati in Italia, pagato le tasse sopra e investito in un fondo "off-shore" con sede estera, da quel momento in poi è una transazione finanziaria, praticamente impossibile da tassare in Italia.

Concluderei: chi ha fatto "rientrare" i capitali aveva ben altri motivi per "scudare" che sostenere l'economia, se è vero che i capitali sono rientrati si dovrebbe vedere nella relazione della Banca d'Italia sui depositi bancari, ma è ancora troppo presto, certo che 100 miliardi di euro in più per la ricchezza della famiglie si dovrà vedere, ma dovremo attendere circa 6 mesi. Purtroppo fra sei mesi avremo altro di che parlare e, temo, nessuno si ricorderà dei 100 miliardi in più. Anche perchè io credo che ci saranno delle belle sorprese..

 

Poi i capitali all'estero non significano niente: le multinazionali ce l'hanno per obbligo, le banche italiane (banca Intesa in primis) hanno almeno una filiale alle Isole Cayman, potrei averli guadagnati in Italia, pagato le tasse sopra e investito in un fondo "off-shore" con sede estera, da quel momento in poi è una transazione finanziaria, praticamente impossibile da tassare in Italia.

 

Be', mica tanto: se hai capitali all'estero per legge li devi dichiarare, e se sei residente in Italia devi pagare tasse sui profitti che trai da transazioni che li coinvolgono. Poi, ricorda che anche le filiali estere di banche italiane sono soggette alla supervisione della Banca d'Italia, quindi in teoria ispettori del Tesoro potrebbero ottenere l'accesso ai relativi dati. All'estero, recentemente Gordon Brown ha ordinato alle banche regolate da Bank of England di riportare informazione su tutti i depositi offshore intestati a residenti in Gran Bretagna (e i governi tedesco e francese hanno addiritura ricettato informazioni rubate da impiegati bancari, rispettivamente in Liechtenstein e Svizzera).

 

C'è una cosa che mi piacerebbe capire, l'anno scorso quando le stesse persone che ora vantano l'utilità di questi capitali rientrati per il rilancio dell'economia, e quindi ritengono che i capitali disponibili per investimenti produttivi scarseggino in italia dicevano esattamente la cosa opposta per giustificare l'utilità del famigerato e mai partorito piano casa, dato che parlavano di 65 miliardi di euro che sarebbero entrati in circolo grazie alle ristrutturazioni edilizie, e questo se capisco bene dovrebbe significare che valutavano una grossa quantità di risparmi che aspettavano solo l'occasione per fruttare ma non la trovavano.

Chi ha ragione quelli di ieri o quelli di oggi?

Assolutamente corretto, Pietro. Questa è gente che brancola nel buio e non ha alcuna idea coerente di ciò che serve.

Incidentalmente, bastano un paio di commenti su nFA per leggere cose di gran lunga più sensate di quelle che si leggono sui principali giornali. Non so se esserne lusingato come redattore o preoccupato come italiano.

 

E' anche utile aggiungere che le entrate dello scudo, che per definizione sono una tantum e quindi non ripetibili in futuro, sono soprattutto servite a "coprire" la gran parte delle spese correnti aggiuntive disposte con la legge finanziaria.

Tali spese, però, hanno il brutto vizio di essere strutturali e quindi si presenteranno anche nei prossimi anni, quando lo scudo sarà solo un ricordo: con cosa verranno finanziate ?

 

Tali spese, però, hanno il brutto vizio di essere strutturali e quindi si presenteranno anche nei prossimi anni, quando lo scudo sarà solo un ricordo: con cosa verranno finanziate ?

 

Con il prossimo condono / sanatoria generalizzata. Che altro?

Il Ministro ha già parlato più volte di una generale prossima riforma fiscale: famiglia, lavoro, ecc. Con l'avvio di un nuovo sistema, non resta altro che "tirare una riga" sul passato.  

 

Quanto pessimismo! Quanta sfiducia! Siete iscritti d'ufficio alla categoria dei disfattisti. Basta leggere Il Giornale per ricredersi e constatare le mirabilie realizzate dal Governo di colui che ci è stato donato dalla Provvidenza: Fisco, la lotta all'evasione frutta oltre 7,5 miliardi: un incremento del 7,5%

Interessante è vedere come Equitalia "recupera" i ruoli, essendo gli stessi esecutivi ope legis, senza possibilità per il contribuente di obiettare alcunchè: noi ci siamo trovate delle multe (mai notificate), ma già esecutive: o paghi, o fai ricorso, ma nel frattempo ti bloccano l'auto.

O, peggio ancora, ci siamo trovati degli immobili pignorati provenienti dall'eredità di mio padre, immobili pignorati per valori inferiori ai 1.000 euro (anche se la legge prevede il pignoramento solo sopra gli 8000 euro), e per tasse non pagate del 1992, con pignoramento del 2007.

Il nome appropriato sarebbe "Iniquitalia". Io ho personalmente contribuito (fino ad oggi) con 1.300,00 per tributi e multe di cui nessuno ha mai saputo niente, ma divenute inoppugnabili... se non ricordo male si chiamerebbero estorsioni.

.... la comunicazione in materia di lotta all'evasione fiscale assume risibili toni trionfalistici.

Da che mi ricordo - e non sono più un ragazzino - ogni relazione di fine anno vanta imprese mirabolanti, risultati talmente straordinari da risolvere definitivamente il problema.

Inutile dire, peraltro, che la realtà si discosta grandemente dagli annunci e che, purtroppo, i metodi - troppo spesso ricattatori - utilizzati da lorsignori sono indegni di un Paese che si dice civile: a me, senza alcun rispetto per l'autorità costituita, vien sempre voglia di commentare con una pernacchia liberatoria  ......

Ci siamo dimenticati di segnalare che lo scudo fiscale perdona anche il pagamento degli interessi legali sulle somme evase negli anni passati (l'articolo ora e' stato corretto). Si tratta del 2.5 % annuo dal 2004 al 2008 e del 3% per il 2008. 

Naturalmente la vostra argomentazione logica è inoppugnabile. Il problema è che si tratta di una argomentazione piuttosto evidente ma nonostante qs non è stata utilizzata dall'"opposizione" per contrastare il provvedimento (che siano stati d'accordo anche loro...?). A onor del vero va detto che anche Tito Boeri accennava a questo in un articolo apparso ieri su Repubblica.  Rimanendo in tema di logica  aggiungerei che ai vari Calderoli, Tremonti, Castelli ecc., che sostenevano che misure analoghe erano state adottate anche dai principali paesi come USA, UK, Germania, ecc., bastava dire che si era disposti a votare in parlamento lo scudo fiscale italiano purchè fosse sostanzialmente identico a quello di tali paesi (quindi non lo scandaloso 5%, ma una aliquota fiscalmente più sensata). Troppo complicato per le teste fini dei ns politici ?

L'ultima questione è "Quanti dei soldi scudati rimarrà effettivamente in Italia"? L'anonimato non aiuta.

Ho letto qualcosa su una misura analoga USA... stay tuned

quindi non lo scandaloso 5%, ma una aliquota fiscalmente più sensata


Anche se mi pare brutto dirlo, l’aliquota del 5% è congrua, data la struttura delle sanzioni, i tassi di rendimento, i termini di decadenza per l’accertamento di imposte evase e la probabilità di essere pizzicati. L’aliquota è congrua, per quanto apparentemente bassa. 8 anni è il periodo di decadenza per l’accertamento solo se vi è un reato penale collegato (art. 37 d.legge 223/2006qui detto semplificato ), in genere il termine è di 5 anni (+1 se omessa presentazione dichiarazione). Assumendo comunque gli 8 anni come periodo di riferimento di redditi da recuperare, e considerando le sanzioni massime, allora avremmo una sanzione del 50% sul capitale nascosto alla quale andrebbe aggiunto un 240% sul reddito non dichiarato (quel 5%=5%*1/8*8anni) che in totale fa una sanzione di 50%+3,4*5%=67%. Ma se la probabilità di essere pizzicati in un dato arco di tempo è, per ipotesi, 1/6 allora, il valore atteso è pari all’11%, da confrontare con l’obolo del 5% che uno pagherebbe con il condono. Se la probabilità di essere pizzicati è più bassa ancora, facciamo 5-10%, allora siamo tra l’3,3 e il 6,7%, cioè non distante dal condono. Con le nuove aliquote minime, seppur più alte di quelle precedenti, del 25% e 120%, invece la stima fa scendere il costo-opportunità tra l’1,8 e il 3,6%. Se poi non vi è reato  collegato  i termini di decadenza sono di 5 anni, allora il costo-opportunità scende drammaticamente ancora: 3-6% a seconda se si applichino sanzioni minime o massime.

Mi pare quindi che per un evasore sia equo in termini probabilistici, per quanto ingiusto come può essere il gioco d'azzardo. Per quelli che hanno occultato capitali per ragioni extratributarie andrebbe fatto tutto un altro discoro.

Gli americani con il Foreign Account Tax Compliance Act of 2009 pensano di utilizzare un approccio opposto: tassare tutti di più tranne quelli che fanno outing. Però la norma non è ancora approvata.

 

non è stata utilizzata dall'"opposizione" per contrastare il provvedimento (che siano stati d'accordo anche loro...?)

 

è una domanda retorica vero?

Lo scudo fiscale è passato per un soffio, grazie alla colpevole assenza dell'opposizione dalle aule (assenze giustificate adducendo i più fantasiosi motivi).

Esatto Corrado. Ma questa è una storia che val la pena di essere ricordata e ridetta, perché è importante capire in quali abissi di ridicolo i dirigenti del PD sono riusciti a far precipitare il partito.

Lo scudo fiscale venne salvato dall'opposizione non in una ma in due occasioni, a distanza di pochi giorni l'una dall'altra. Il 30 settembre la pregiudiziale di incostituzionalità venne respinta per 267 voti contro 215. L'opposizione conta su 279 voti. Immediata fu la denuncia delle assenze, soprattutto nel PD, che permisero il salvataggio. Qui trovate l'elenco degli assenti.

Ma non bastò. Nel mezzo delle polemiche roventi sulle assenze di due giorni prima il 2 ottobre venne votata la legge. Voti a favore 270, voti contro 250. Di nuovo, fu l'assenza di 29 deputati dell'opposizione che garantì il passaggio del provvedimento. La lista degli assenti a questa votazione la trovate qua.

Commentando prima, facevo lo spritoso parlando di pessimismo. Ma anche se con i 'se' non si va da nessuna parte, tremo al pensiero della bocciatura dello scudo fiscale che comunque fa entrare soldi veri e freschi pur se spesi malissimo. Il ministro insigne dell'economia cosa mai si sarebbe inventato?

Il nostro caro ministro è anche bugiardo. Dice nella nota:

Su questo volume, il 98% è fatto da rimpatri effettivi in Italia e vale "ben oltre i 6 punti di Pil".

La televisione della Svizzera Italiana dice che almeno il 30% dei capitali scudati in Svizzera sono stati dichiarati con il "rimpatrio giuridico".

Se fosse vero quello che dice Tremonti l'effetto dello scudo sui capitali detenuti in svizzera sarebbe di poco superiore ai 6 Miliardi.

 

A proposito degli effetti dello scudo fiscale nostrano (in particolare sul finanziamento delle imprese italiane) vi segnalo questo pezzo che ho scritto con Andrea Frazzini per il sito "NelMerito".

http://www.nelmerito.com/index.php?option=com_content&task=view&id=914&Itemid=1

Evviva il dialogo e la concorrenza tra i blog di economisti! In attesa che si instauri lo stesso dialogo con i nostri colleghi i maghi... E btw buon anno.

 

Evviva indeed, e buon anno anche a te. Consiglio a tutti di leggere l'articolo che Riccardo ha linkato. Non posso fare a meno di copiaincollare qua la chiusura dell'articolo, perché è veramente troppo bella.

 

Dall’altra parte, al fine di convincere il pubblico che lo scudo sia l’ultima possibilità per evitare sanzioni pesantissime, il ministro Tremonti si è espresso in termini chiari: "[...] chi continuerà a tenere i soldi in Svizzera sappia che sono soldi morti"3. Peccato che la lungimirante intervista risalga al dicembre 2001, in occasione del primo scudo.

 

(3) "I soldi in Svizzera? Sono morti. Il segreto bancario cadrà nel 2002". Intervista a Giulio Tremonti, di Ferruccio de Bortoli, Corriere della Sera, 23/12/2001.

 

L'articolo è interessante ma una cosa non mi è chiara. Se lo "scudatore ter" investe in immobili perde il beneficio dell'anonimato (a cui sembrerebbe tenere molto) oppure no?

Si, certo le misure ci sono già. Ma qua trattasi di evitare qualche altro milione di metri cubi di case sfitte ed invece impiegare quei soldi per risistemare l'esistente: per questo non basta la detrazione del 55% serve imporlo per legge (come fanno in Alto Adige o in Inghilterra dal 2019).

Le agevolazioni ICI che possono già mettere in campo i comuni sono largamente insufficienti a stimolare investimenti, che per il patrimonio storico della penisola sono ingenti (e superiori a costruire il nuovo).

E chi ha parlato di agevolazioni ICI? Al contrario per evitare di avere tante case sfitte basta tassarle: si aumenta l'ICI e contestualmente la si rende detraibile ai fini IRPEF per il reddito di locazione. In questo modo per chi affitta la misura sarà fiscalmente neutra o addirittura vantaggiosa, mentre chi tiene sfitto pagherà per questo privilegio.

L'imposizione per legge dell'efficienza energetica (non conosco la situazione in AA e UK) mi sembra rigida e di difficile applicazione; forse potrebbe funzionare per le case di nuova costruzione, ma per l'esistente? Se il proprietario dice che non ha soldi per i lavori che fai? Lo espropri? E poi se la casa è abitata solo poche settimane all'anno, come tante seconde e terze case, è davvero indispensabile coibentarle a regola d'arte? Se il 55% di agevolazione, che a me sembra generosa, fosse ancora insufficiente al limite si potrebbe fare un altro ritocco alle accise sui combustibili: per esempio non vedo perchè il gasolio per riscaldamento debba costare meno di quello per autotrazione: sono esattamente la stessa cosa, e inquinano allo stesso modo.

Un problema si pone per le case in affitto: in questo caso l'investimento lo deve fare il proprietario, mentre il risparmio nelle spese di riscaldamento beneficia l'inquilino, quindi non c'è un incentivo corretto. Credo comunque una soluzione si possa trovare anche per questo.

 

E chi ha parlato di agevolazioni ICI? Al contrario per evitare di avere tante case sfitte basta tassarle: si aumenta l'ICI e contestualmente la si rende detraibile ai fini IRPEF per il reddito di locazione. In questo modo per chi affitta la misura sarà fiscalmente neutra o addirittura vantaggiosa, mentre chi tiene sfitto pagherà per questo privilegio.

 

In realta' tenere una casa sfitta non e' poi 'sto gran privilegio, dato che non rende nulla e costa in ICI, spese di condominio e manutenzione. Se le case in Italia non sono affittate e' a causa della scarsa convenienza a farlo, in particolare dei vincoli legali sui termini del contratto e l'estrema difficolta' a liberarsi dell'inquilino una volta che questo si e' insediato.

Utile e interessante intervento di Maria Cecilia Guerra su La Voce. Sulla questione del ''rientro in Italia dei capitali'' chiarisce quanto segue:

 

Le modalità attraverso cui aderire allo scudo fiscale, regolarizzazione e rimpatrio, sono infatti tre.
1) La regolarizzazione, con cui si permette di mantenere all'estero il denaro e le altre attività per le quali si era violato l’obbligo del monitoraggio (evitando quindi la tassazione dei rendimenti in Italia). È consentita solo nel caso in cui le attività siano detenute in paesi dell’Unione Europea, nonché in paesi che consentono un effettivo scambio di informazioni in via amministrativa. Ne sono quindi escluse sia la Svizzera sia San Marino. È una modalità poco gradita perché non garantisce l’anonimato.
2) Il rimpatrio, che si distingue in:
2a) rimpatrio vero e proprio: i capitali vengono fisicamente depositati presso un intermediario abilitato italiano.
2b) rimpatrio giuridico: un intermediario abilitato residente in Italia assume formalmente in custodia, deposito, amministrazione o gestione il denaro e le attività finanziarie detenute all’estero, senza che si proceda al materiale trasferimento delle stesse nel territorio dello Stato. (1)
Quanti dei “rimpatri effettivi” citati dal Mef sono in realtà solo rimpatri giuridici? Al momento non si può saperlo: l’unica informazione di cui il ministero può disporre riguarda infatti quella relativa al versamento dell’imposta sostitutiva, che avviene secondo due soli “codici tributo”, l’uno relativo ai rimpatri (complessivamente intesi) l’altro alle regolarizzazioni.

 

In sostanza, dovremo aspettare che la Banca d'Italia pubblichi le statistiche sui movimenti di capitale per capire quanti fondi sono effettivamente rientrati (e magari usciti nuovamente) nell'ultimo trimestre del 2009.

Dunque, se capisco bene, il 98% di rimpatri effettivi cui fa riferimento il Ministero dell'Economia e delle Finanze è da intendersi in contrapposizione a un 2% di regolarizzazioni (laddove secondo il senso comune sembrerebbe in contrapposizione a un 2% di rimpatri giuridici). Sottile, no?

Interessante anche questa osservazione della prof.ssa Guerra:

L’impegno dell’Ocse e dei G20 è stato effettivo. Paradisi fiscali non ne esistono praticamene più: tutti i paesi monitorati dal Global Forum hanno aderito o si sono impegnati ad aderire nel prossimo futuro agli standard fiscali internazionali, che richiedono fondamentalmente una cooperazione amministrativa, e cioè la disponibilità a fornire informazioni, su richiesta, relativamente a indagini su singoli presunti evasori fiscali che siano state intraprese nel paesi di residenza degli stessi. Lo scambio è disciplinato dalle convenzioni bilaterali contro la doppia tassazione, opportunamente aggiornate attraverso appositi accordi (Tieas, Tax information exchange agreement). Quanti dei 120 Tieas firmati dopo il primo novembre 2008, a tale scopo, vedono coinvolta l’Italia?Nessuno. E questo contro i dodici firmati dalla Francia e i cinque dalla Germania, ad esempio. 

La Banca d'Italia ha reso noti i numeri sul rimpatrio effettivo dei fondi derivante dallo scudo fiscale. Li trovate qui. Se andate alla quarta pagina del comunicato trovate, alla tabella 1, i seguenti numeri (milioni di euro).

Rimpatri con liquidazione                                      34.874
Rimpatri senza liquidazione e regolarizzazioni            50.260
Totale                                                              85.134

Come si può vedere, il 59% dei ''rientri'' corrispondono a rimpatri senza liquidazione e regolarizzazioni. Grazie a Cecilia Guerra per aver segnalato la cosa.

E' anche interessante vedere come la notizia è stata riportata dalla stampa. Non ho trovato la notizia su repubblica.it (qualcuno sa fare meglio?). Il Corriere.it riporta il comunicato della Banca d'Italia ma la distinzione tra rientri effettivi e regolarizzazione non viene menzionata. Anche l'articolo del Sole 24 Ore evita di mezionare la cosa. A loro parziale discolpa va segnalato che pubblicano separatamente, ma senza alcuna spiegazione, anche la tabella 1. Applausi invece a ''Il Giornale'' che va diritto al punto e titola seccamente ''Dallo scudo 85 miliardi ma solo 35 tornano a casa''. E' bello vedere ogni tanto qualche sorpresa inattesa.

 

Nel commento che ho postato un paio di giorni fa ho, con certa esitazione, segnalato l'assenza della notizia su Repubblica. Temevo che mi fosse sfuggita; com'è possibile che un foglio di opposizione si lasci scappare un'occasione così ghiotta?  Invece no, non c'era proprio.

La certezza deriva dal fatto che la notizia è riportata solo oggi da Repubblica, a tre giorni dal comunicato bankitalia e a due giorni dalla pubblicazione sui principali quotidiani. Veramente un esempio preclaro di professionalità.

"Che il provvedimento servisse solo a far cassa (nel breve periodo, nel lungo periodo il provvedimento probabilmente riduce le entrate) è chiarissimo ai lettori di nFA"

Scusa ma non mi è chiaro perchè nel lungo periodo il provvedimento riduce le entrate.