Casini è il problema, non la soluzione

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Sandro Brusco

La scelta di rifiutare l'alleanza con Casini e con i vari rottami che ora usciranno dal centrodestra non è la conseguenza di estremismo infantile, ma la naturale conclusione di una riflessione sulle cause del declino italiano. Chi vuole cambiare l'economia e la società in Italia non può allearsi con le principali forze che puntano alla conservazione del sistema. Chi vuole fermare il declino, non può allearsi con le forze politiche che del declino sono la principale causa.

Si parla molto in questi giorni di ''agenda Monti'', che ha finalmente cessato di essere un luogo dello spirito e si è incarnato in un documento concreto di 25 cartelle. Non starò a commentare ulteriormente il contenuto del documento, di cui già altri hanno segnalato i limiti e le ambiguità. Mi preme invece porre l'accento sulla strategia di alleanze che sembra francamente in contrasto con gli obiettivi conclamati dell'agenda.

Voglio qui essere positivo. Assumerò quindi che lo sbilancio sul versante delle entrate che ha caratterizzato la politica di risanamento della finanza pubblica durante il governo Monti sia stato indotto da un lato dalla necessità di intervenire in tempi molto rapidi e dall'altro dalle difficoltà che la ''strana maggioranza'' su cui poggiava il governo avrebbe posto in caso di una seria aggressione della spesa pubblica. Assumerò inoltre che la timidezza mostrata nell'opera liberalizzatrice sia la conseguenza di pressioni politiche nel parlamento corrente, piuttosto che di convinta difesa delle varie corporazioni che ingessano l'iniziativa economica del paese. Lo faccio con certa esitazione perché, per esempio, veder continuamente riportato nel documento come grosso merito del governo la liberalizzazione del mercato del gas (ossia il passaggio della Snam dall'Eni alla Cassa Depositi e Prestiti) è cosa che fa onestamente dubitare della buona fede di chi ha scritto quel documento.

Ma bando ai dubbi e assumiamo che dietro all'agenda Monti ci sia un potenziale leader che vuole abbassare al contempo spesa pubblica e tasse e liberalizzare l'economia italiana. La domanda a questo punto è: come si può onestamente pensare di attuare un'agenda simile alleandosi con l'UDC e altri esponenti del ''centrismo'' (per mancanza di una parola migliore) italiano? 

È molto facile trovare personaggi indigeribili nell'UDC o rimproverare a tale partito la fattiva collaborazione alla demolizione economica del paese avvenuta nell'ultimo decennio, per cui mi porrò un obiettivo molto più limitato, guardando unicamente a ciò che è stato fatto durante l'esperienza del governo Monti. 

  • Dal punto di vista economico. In quante e quali occasioni UDC ha spinto per approfondire le misure di tagli alla spesa e alle tasse o ha appoggiato l'adozione di misure di liberalizzazione? Sul serio intendo, non come generica petizione di principio. Io non riesco a ricordare una sola circostanza in cui ciò è accaduto. Non ho invece alcuna difficoltà a ricordare circostanze in cui è accaduto l'esatto contrario. Per esempio, solo prendendo l'ultimo mese, l'UDC ha votato (insieme a PD e PdL, è giusto aggiungere) la proroga di 5 anni alle concessioni balneari, contro il parere del governo, lo scorso 4 dicembre. Non è stato un improvviso colpo di sole, l'UDC aveva da tempo manifestato la sua posizione contraria alla liberalizzazione del settore. Oppure si è espressa ufficialmente contro la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Niente di nuovo, viene da dire. È al contrario l'ennesima manifestazione del modus operandi standard di questo partito, sempre pronto a seguire qualunque conventicola e corporazione che assicuri qualche voto in più. È questo quello che ha in mente Monti quando pensa a una coalizione per le riforme?
  • Dal punto di vista delle riforme istituzionali. In questo campo l'UDC ha moltissimo da farsi perdonare, dato che è stato il principale partito responsabile dell'introduzione del porcellum. Infatti la riforma elettorale del 2005 porta la firma di Calderoli ma fu attivamente promossa, e poi votata, proprio dai leader dell'UDC, che da sempre sperano di reintrodurre un sistema elettorale proporzionale che permetta loro di partecipare a governi di destra o sinistra senza doversi sottoporre al giudizio degli elettori. Bene, cosa è cambiato da allora e cosa è successo in questo ultimo anno? È successo che l'UDC ha continuato nel perseguimento del disegno allora iniziato, ossia nel tentativo di far tornare il proporzionalismo da prima repubblica. Legittimo da parte loro perseguire questo disegno. Legittimo da parte nostra osservare che tale disegno è basato unicamente sul perseguimento del potere da parte di una elite ristretta di politici di professione che campano a suon di spesa pubblica, e non prefigura nulla di buono per il paese. 

A noi pare che i comportamenti concreti dell'UDC, non nel passato ma nel presente, siano chiaramenti incompatibili con il perseguimento di un'agenda di riforme. L'argomento ''realista'' secondo cui è necessario, per ottenere rappresentanza istituzionale e promuovere quindi le riforme, allearsi anche con forze che chiaramente non hanno una prospettiva riformista lascia il tempo che trova. Se il punto è sedersi in parlamento a tutti i costi, immagino che vada bene. Ma pensare che si possano fare riforme serie quando la possibilità di ottenere rappresentanza parlamentare dipende dall'alleanza con una forza che in concreto e in modo coerente si è sempre opposta alla riduzione della spesa pubblica e alla liberalizzazione dell'economia è abbastanza bizzarro. Come abbiamo detto, Casini è il problema, non la soluzione.

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Commenti

Ci sono 75 commenti

Già che si parla di riforme istituzionali e porcellum, avrei una domanda: che riforma elettorale propone FiD?

Centrato il punto,poco da aggiungere se non un link a zingales dell 22\12 per chi l'avesse perso.

 

Ps:

C'è chi ha notato un'apertura di Monti a FiD

condivido il disprezzo che indirizzato a questi, col legno storto dell'umanita' non si fanno mai angeli

 

1. se esiste un conflitto post elettorale esiste tra un blocco socialdemocratico-confuso di sinistra (grassoingroiabersanifassinavendola e moretti, quello della cgil e dei treni).  e un blocco democristiano papalino, per tirar kla cinghia ficnhe' dura e sperare che draghi abbia pazienza e buone idee

2. se fosse necessario prender una posizione si prende tra queste ude

3. il mio modestissimo parere e' che le possibilita' siano piu' alte che qualche cosa passi di un programma di liberalizzazione con il gruppo filo papale

in vena di previsioni butto i miei 2 cents: Bersani pres. del cons., Monti ministro dell'economia. Alleanza post elettorale della durata di 2max 3 anni poi alle urne con legge elettorale nuova.

 

il mio modestissimo parere e' che le possibilita' siano piu' alte che qualche cosa passi di un programma di liberalizzazione con il gruppo filo papale

 

Caro Palma, sono quelle convinzioni che abbiamo tutti, ma che non hanno riscontro nella realtà, come quella che i preti siano buoni, la Germania sia brava a far la guerra (mai vinta una, o quasi), i tatuaggi siano da "ribelle" ecc ecc

Ad esempio: in 43 anni ho visto 3 (pseudo) liberalizzazioni e le ha fatte...Bersani !?

Quindi spero solo che FID abbia i numeri per contare qualcosina, dopodichè potrà battersi per il suo programma, cercando il supporto dei legni storti di destra o sinistra che siano.

Ora, in questa fase, è fondamentale prendere le distanze, perchè queste distanze ci sono, da UDC, Italia Futura e Fini.

Perciò ringrazio Sandro per questo articolo molto chiaro, fa piacere sapere di non essersi sbagliati su di loro e, mi si perdoni, qualche dubbio mi stava sorgendo.

Condivido il giudizio su UDC e Casini, ma ho dubbi sulle conclusioni. Il problema è: FID può essere più efficace, nell'influenzare le decisioni del prossimo governo e nell'attrarre consenso in vista di una sua espansione futura, se combatte le posizioni di Casini dall'interno di un'area "Monti" cui entrambi aderiscano (come ha fatto e farà Renzi nel PD) o se invece le combatte dall'esterno? 

Ci sono pro e contro per entrambe le opzioni. Questi pro e contro meritano un'analisi razionale e pragmatica, che mi sembra manchi nel post di Brusco. Brusco insiste su di una premessa molto ovvia per avvalorare una conclusione che non discende affatto dalla premessa.

Già il titolo è molto fuorviante! Chi mai potrebbe pensare che Casini sia la soluzione?!?  Peraltro Casini non è IL problema, è solo uno dei tanti problemi da risolvere, e bisogna ragionare laicamente su come risolvere questo e cento altri problemi. 

Il post è pienamente condivisibile nell'analisi.

Le conclusioni sono invece rappresentative del fatto che FID è animato da una sorta di etica dei principi, che mal si adatta al fare politica.

Se andrà avanti in questo modo (mi pare che così sarà), credo che l'intera operazione FID, seppur davvero (davvero) apprezzabile ed innovativa culturalmente, sarà condannata alla totale irrilevanza politica.

Così come accade a tutti i duri e puri, sia di destra sia di sinistra, ove tali termini significhino ancora qualcosa, soprattutto in Italia.

 

PICCOLA DIVINAZIONE SULLE PROSSIME ELEZIONI.

Monti non si candida, ma fa il padre nobile delle formazioni che si dichiareranno conformi all'agenda Monti.

Fa questo, probabilmente, per non scontrarsi direttamente con Bersani, che potrebbe essere certamente uno dei suoi ministri più importanti.

Quindi, il PD vincerà le elezioni (35-40%), le formazioni centriste si uniformeranno all'agenda Monti arrivando al 10-15%.

Il PD, pur avendo vinto le elezioni, avrà necessità di coalizzarsi con il centro, dato che non possiederà la maggioranza al Senato.

A Monti non potrebbe essere offerto il ruolo di semplice Ministro dell'Economia: un Papa non può ridiventare Vescovo.

E Bersani, d'altra parte, non essendo mai stato Presidente del Consiglio, potrebbe invece accettare di essere un Superministro dell'economia.

Le due coalizioni, dopo il voto, potranno quindi essere quindi unificate solo con Monti Presidente del Consiglio.

A questo punto il csx reclamerà la Presidenza della Repubblica, visto che andrà buca con la Presidenza del Consiglio. Il nuovo Presidente della Repubblica non potrà che essere o D'Alema o Prodi.

 

Saluti

 

Marzio

 

 

etica dei principi, che mal si adatta al fare politica.

 

Perche', Marzio?

è il mio scenario B, più improbabile IMHO del mio A perché le forze in campo sono 3:1 almeno, quindi presumo improbabile che Bersani (e tutto il PD) accetti di essere solo ministro.

PS. in politica il papa puo diventare vescovo (ricordi D'Alema?)

@ Giulio Zanella: di primo acchito vorrei citare Bobbio ed il suo "Destra e sinistra". Ma è tuttavia l'evidenza empirica di quanto accaduto alla sinistra italiana negli ultimi 20 anni che mi ha fatto raggiungere tale conclusione. Potrei ricordare il dissolvimento di Verdi, Rifondazione Comunista, morti per eccesso di "non negoziabilità". Oppure le posizioni intransigenti fondate su etiche non modificabili fatte proprie da Bertinotti prima e Rossi e Turigliatto poi per fare cadere i due Governi Prodi. Certo, i fatti che ho citato possono avere anche differenti narrazioni, ma l'insegnamento di fondo è che i principi, in politica, sono soggetti a negoziazione. Dall'altra parte (dx) esiste invece un governare completamente privo di principi fondanti, se non le idee oscillanti del leader, basate sui sondaggi. La chiamerei l'etica dei principi liquidi. Validi fino a prova del contrario. Credo, per concludere, ma senza avere alcuna pretesa di insegnare nulla, che l'etica della responsabilità sia la strada politica più percorribile in un paese democratico. Ma sono un ingegnere. Abbiate venia... :-) @ Steve Robinson Hakkabee: attenzione che né D'Alema, né Ciampi erano Papi. Monti lo è, invece. Possiede uno spessore, una credibilità esterna, un padrino nobile, cosa che gli altri due non avevano, almeno a questo livello (anche se lo spessore di Ciampi non lo accomunerei a quello di D'Alema). La cosa che lo accomuna con D'Alema (ma non con Ciampi) è una elevata percezione di sé. Mi pare. E' un po' narciso. Solo un po'. Insomma, io non lo vedo fare da Ministro a Bersani. Vedremo. Saluti. Marzio

il prossimo capo dello stato tradizionalmente sara' cattolico. e' visibile una speranza tra prodi e rodota', di peggio casini, o ancora peggio

non so se è stata una casualità, ma è perfettamente in linea col mio commento di ieri in un altro articolo.

Se non vogliono nemmeno abbassare la spesa pubblica, tanto vale starsene fuori da qualsiasi alleanza.

Grazie a Sandro Brusco e a tutti gli altri per il chiarimento.

Se dovessimo compilare una lista di politici potenzialmente "cattivi", nel senso di catturati o anche solo catturabili da interessi particolari e specifici, ci sarebbe posto per il politico citato nell'articolo? Chi risponde di sì, ha già tutte le ragioni necessarie per non volersi alleare o fare anche solo un tratto di strada insieme ad un tale politico. A chi risponde di no auguro buon viaggio.

Vedi oggetto--e parlo in generale, non mi riferisco certamente a casi singoli.  Il vero problema a mio parere è che negli altri paesi democratici, anche i politici "cattivi" (legati a qualche interesse particolare) vengono tenuti a bada e perfino motivati a promuovere politiche pubbliche innovative (cioè a trasformarsi in political entrepreneurs), grazie, ad esempio, ad una contendibilità ragionevolmente alta nel sistema politico.  In Italia questo non sembra accadere: anzi, in modo ancor più paradossale, si adottano parole d'ordine come "riformismo" o "rivoluzione liberale" senza che ciò si traduca in interventi concreti per migliorare l'assetto del paese.  È per questo che un soggetto come FID può dare il suo contributo, e concordo che debba porsi come autonomo soprattutto da chi, come in questo esempio, ha dato maggiore prova di non far parte della soluzione.

Aggiungo: in un altro commento Corrado Ruggeri fa notare come, in modo anche qui paradossale, le spinte maggiori alla political entrepreneurship provengano in questo momento dalla sinistra, e fa come esempio Vendola e parte del PD.  Sarà anche vero, ma queste mosse hanno dei limiti intrinseci:  come farà Vendola a reclamare capitale politico dalla privatizzazione dell'acqua (per quanto positivi possano esserne i risultati)?  E a dimostrare il problema c'è anche il caso di Ichino, che prima se non erro collaborava con Renzi nel PD e ora è passato ai montiani.

Caro Sandro, seguo con vivo interesse e attivismo tutto quello che concerne FilD dal suo inizio. Spero tu stia incamerando tutto quello che viene esternato dalla base dei 46.000 aderenti che provano in tutti i modi a relazionarsi con il vertice sia tramite nFA che il sito vero e proprio di FilD che le svariate pagine FB dove brilla la mancanza di scambio concreta con il vertice. La pecca maggiore che trovo in tutta l'operazione di fermareildeclino, che viene evidenziata ogni giorno dalla base, e' la scarsa attenzione a cio' che la base cerca di far arrivare al vertice. Ogni critica costruttiva viene zittita o sistematicamente ignorata generando frustrazione in chi vede in questa nobile proposta una vera (magari la sola) via di uscita da una politica che ha generato lo scollamento della popolazione dall'avere fiducia in chi la governa. Nel mio piccolo caso ho fatto tutto cio' che mi e' stato richiesto da Giannino e co, perfino riuscire a trovare altri aderenti..eppure anche su argomenti seri come quello del post di oggi non vedo una altrettanta seria attenzione alle legittime perplessita' degli aderenti comuni (fatevi un giro sulle pagine fb di FilD o sul www.fermareildeclino.it)

VI PREGO, e ti prego Sandro, non trinceratevi dietro le vostre belle torri d'avorio. La gente comune ha bisogno non solo di un manifesto e dieci punti programmatici ma di fatti ...e al momento nei fatti il vertice organizzativo di Fild non e' sufficentemente vicino alla gente comune.  So che il tempo e' poco e il fare tanto, ma se veramente vi sta a cuore il manifesto e i dieci punti dovete iniziare a dare segnali concretamente democratici e non elitari. Per me, e per molti altri che commentano nei suddetti luoghi dove gli aderenti comuni FilD hanno la possibilita' di comparire, e' importante vedere che siete una forza diversa dall'esistente.  La mia preghiera e' di chiederti di scendere a parlare con la gente comune. I 100 fedelissimi che a "porte chiuse" vi hanno votato all'unanimita' e chiesto di FARE gia' li avete convinti, ora vi state giocando la condivisione della massa, nessun movimento idealista intellettuale puo' pensare di arrivare in parlamento evitando di coinvolgere ASCOLTANDOLA la base.

Rinnovo la mia adesione al vostro lavoro, sperando di vedere nei fatti che intendete agire non da elite.

Giuliana,  ma da cosa deduci che la "base" non sia ascoltata? Che siamo "un movimento di vertice"? I 100 fedelissmi ? di cosa ?

In effetti un'ammucchiata con dentro Monti, Fini, Casini, Montezemolo, Giannino avrebbe il sapore della famosa armata Brancaleone che caratterizzò l'Unione di Prodi. Sappiamo come è finita. Riuscire a vincere ma non poter governare. No, grazie, film (grottesco) già visto.

Tuttavia memore del disastro poi lo stesso versante propose la corsa solitaria (con Veltroni) ma poi si alleo' con IDV (per sfruttar emeglio il porcellum) e se riusci' ad arrivare al 33.18% comunque non vinse.  E se non si vince non si governa, e cosa ben piu' rilevante, governa un altro. In questo caso Berlusconi-Tremonti-Bossi. Ed abbiamo visto dove tutto questo ci ha portato. Anche qui il film è già visto, ma drammatico.

La scelta è tutta qui. Tra rivivere un film grottesco ed uno drammatico.

Se ci sono altre possibilità, utili per fermare il declino, discutiamone.

ricordando che :

  • se vuoi un stato efficiente e organizzato devi applicare al movimento dei modelli di effcienza e organizzazione,
  • se vuoi uno stato con la idonea tecnologia devi costruire e usare nel movimento la più idonea tecnologia ,
  • se vuoi uno stato democratico con persone sane devi usare tu stesso criteri di democrazia e di sana selezione e controllo,
  • se vuoi uno stato trasparente devi avere dei criteri di trasparenza;
  • .......

E SE BISOGNA FINALIZZARE UN PROGETTO COMPLESSO CI VUOLE TEMPO,
RICORDIAMOCELO L'ITALIA E' IL PAESE DEI FURBI, SIAMO BRAVI A ETICHETTARE GLI ALTRI, MA LE SCORCIATOIE PRIMA O POI SI PAGANO,

dobbiamo fare le cose  intelligenti, è inutile che facciamo i furbi, se poi siamo prevalentemente  sprovveduti o stupidi allora è un altro paio di maniche e otterremo ancora meno, la classificazione di Cipolla è sempre da tenere in mente.

Se FID si presenta come partito, o come corrente di partito, si brucia.

Per il semplice fatto che il problema originario, l'uovo di Leda della decadenza civile ed economica del sistema paese, è proprio il sistema italiano dei partiti.

La gente lo sa, e se ti attacchi addosso l'etichetta "partito", ti giudica immediatamente come amante delle abluzioni nelle fogne (oltreché incapace di un mestiere onesto).

Provo a spiegami in altri termini:

il "sistema" non ha bisogno di "manutenzioni". Non serve a nulla tentare di salvare qualcosa con quella o quell'altra leggina. E' necessaria una riforma radicale del sistema politico e giuridico (quello economico ne consegue), partendo proprio da quell'insulsa costituzione tanto declamata dal Benigni nazionale.

Ma nessun cambiamento istituzionale è possibile senza una preventiva presa di coscenza culturale. Che sposti il consenso dal sistema attuale ad uno diverso, ben identificato. Ma quale?

Ecco quindi "l'altra possibilità" (a mio avviso: l'unica utile):

un movimento culturale (non un partito) che elabori e proponga una risposta precisa a questa domanda.

Altrimenti, non si va da nessuna parte ("Povera Italia di dolore ostello, nave senza nocchier in gran tempesta, non Donna etc. . . .").

Un esempio? Negli anni 60 Giuseppe Maranini fondò un movimento che si chiamava "Alleanza Costituzionale", che purtroppo perì con lui.  Ora qualcosa di simile potrebbe avere successo.

Normalmente concordo con Sandro Brusco ma questa volta non tanto!

I punti programmatici dovrebbero essere prioritari e in questo senso FiD si e' sempre battuta per esigere una chiarezza. Se i punti dell' agenda Monti risulteranno indigeribili all' UDC sara' un problema che si vedra' in Parlamento e la mancata coerenza risultera' comprovata. Esiste finalmente una agenda di riforme che per quanto perfezionabili sono certamente un passo in avanti per il paese soprattutto viste le alternative!

Io mi aspetterei che FiD esercitasse il suo utile potere di critica dall'interno di questa alleanza dove potrebbe essere utilissima. Altrimenti si rischia l' irrilevanza oppure si rischia di dover aspettare (o auspicare) il disastro totale per il paese per poi proporsi come alternativa. Se questo fosse il progetto (ma spero e credo di no!) bisognerebbe renderlo chiaro a tutti!

Ma fatemi capire, fdi ha una riserva di votanti assicurati stile Mastella? Oppure uno zoccolo duro che li vota a prescindere stile MSI/PCI? A me non risulta.

FDI ha solo il suo programma da offrire. Sua unica ragione di essere! Ora, se ancora prima di aver fatto alcunché,  lo abbandona perché Monti ha fatto un'agenda dove in soldoni non dice niente e si allea con gente che ha storicamente dimostrato di non aver nulla a che fare con i suoi 10 punti programmatici, perché qualcuno dovrebbe votarli?

Per quale ragione al mondo? Perché Giannino veste meglio di Montezemolo? Tutto sto sbattimento per far la foglia di fico liberale ai nuovi gattopardi ( che poi nuovi non sono)?

Ha ragione Sandro, non ci sono storie.

PS 

Non mi si obietti che anche Rifondazione appoggio Prodi e la Lega Berlusconi. Quelli erano movimenti con una storia ed un seguito, non qualcosa di appena nato ( e comunque : non è che gli elettori di quei movimenti abbiano di che essere entusiasti riguardo i risultati di quelle alleanze)

mi scuso per la franchezza, una volta si chiamavano fraterne discussioni (quando Suslov mandava sergio segre a quel.. .. paese)

cio' che il federale di Rovigo esprime con chiarezza lapidare  e' una decisione di fID/fare?

Riposta breve: sì.

 

Risposta lunga. Questo è quanto scrivemmo nel comunicato approvato all'unanimità alla riunione dei coordinatori dell'8 dicembre, quando si decise di presentarsi alle elezioni:

 

Nessuna compromissione col sistema dei vecchi partiti che hanno ridotto l'Italia in ginocchio, a partire da impresa e lavoro, reddito e patrimonio. Occorre una grande operazione di pulizia nel nostro sistema politico e la possono fare solo cittadini che non hanno avuto responsabilità nel disastro attuale. Resteremo aperti fino all'ultimo secondo utile a espressioni della società civile, associazioni e liste civiche che non siano espressione né di camuffamenti della vecchia politica, né di conflitti d'interesse privati che ammorbano l'Italia quanto quelli politici e pubblici, né espressione di chi con sussidi e benefici pubblici uccide la concorrenza e il mercato nel nostro Paese.

 

 

In ogni caso, il dado è ormai tratto.

è sempre un piacere leggere palma, ma a volte è troppo criptico. chi è il federale di Rovigo?

 

Poichè ho problemi col profilo in NFA (ne ho dovuto creare uno nuovo), posto qui un po' di considerazioni.

 

@GiulianaAllen

Non entro nel merito dei rapporti con la base e passo direttamente al tema alleanze.

FiD non si propone di manutenere il sistema ma di cambiarlo radicalmente attraverso i 10 punti,giusti o sbagliati che siano. Punti che in realtà possono ridursi a tre (privatizzazioni/liberalizzazioni, taglio spesa, taglio tasse). C'è qualche partito disposto ad accettare questi punti? no, perchè sono l'antitesi di quello che fa un partito per creare e mantenere consenso. E' possibile negoziarli? no perchè altrimenti viene meno la ragione fondante di FiD. Del resto che fosse un'impresa ai limiti del possibile penso che fosse chiaro a tutti.

@Vittorio Ranucci

come ha risposto Sandro Brusco, e come del resto è stato più volte scritto, non è obiettivo di FiD riformare un cdx o un csx, ma cambiare il paese. Francamente ritengo questo ragionare per categorie politiche vecchie e sorpassate un limite.IMHO l'unica spaccatura che c'è nella società moderna è tra percettori di rendite di posizione e creatori di reddito, cosa è trasversale alla vecchia divisione dx sx.

"È abbastanza chiaro che  la coalizione guidata da Monti NON ha intenzione di fare varie cose che noi riteniamo imprescindibili: vendita massiccia di attivi pubblici, riduzione della spesa primaria di 5 punti di PIL, liberalizzazioni senza timidezze. Lo sappiamo perché abbiamo chiesto ripetutamente che tali punti venissero inseriti in agenda e ci è sempre stato risposto che eravamo integralisti, che ci vuole più attenzione per il sociale..."

Nella coalizione guidata da Monti ci sono certamente persone e gruppi che NON hanno quell'intenzione, ma ci sono probabilmente persone, Monti incluso, che hanno intenzioni del genere. Non esplicitarle chiaramente, ma invece accennarvi piuttosto vagamente, può essere una scelta di opportunità, per quanto opinabile. 

Al di là di questo, la domanda giusta è: quale linea di condotta da parte di FiD può contribuire di più alla realizzazione, anche parziale, del suo programma? (Come aderente a FiD, ritengo che sia un buon programma, ma che la sua realizzazione sarà inevitabilmente tortuosa, come sempre avviene per programmi di portata così ampia.)

In particolare, sarà più efficace un'azione politica all'interno della coalizione Monti, azione che può anche essere di combattiva opposizione a linee divergenti, o all'esterno?

Non ho una risposta sicura a queste domande e per questo mi piacerebbe che ci si ragionasse sopra pragmaticamente.

Ad esempio, Matteo Renzi ha scelto di mantenere una linea del genere all'interno del PD. Pietro Ichino, dopo averlo fatto all'interno del PD, ora lo farà all'interno della coalizione Monti. Siamo sicuri che siano scelte sbagliate, rispetto a quella di "correre da soli"?

Tutto questo nell'ipotesi che Monti accetti una partecipazione di FiD alla coalizione da lui guidata, senza però la pretesa da parte di FiD di dettare l'agenda, ma con l'accettazione invece della vaga agenda Montiana su cui si sta costituendo la coalizione stessa.

Ripeto, non sono affatto sicuro di quale sia la linea più efficace, ma non mi pare che Brusco o altri abbiano argomentato adeguatamente la scelta fatta.

BTW, "ci è sempre stato risposto che eravamo integralisti..." andrebbe documentato un po' di più a vantaggio di chi non sa cose che sarebbe forse utile sapere.

Riassumendo i punti principali:

1Monti è alleato con gente che "certe riforme" NON le vuole fare

2Monti & Friends a esplicite domande di Fid hanno detto che "certe riforme" sono da integralisti

3Monti non dice da nessuna parte che vuole fare "certe riforme"

Però tu presupponi che certe riforme Monti le vuole fare in cuor suo (ma non lo dice , forse per farci una sorpresa), 

ma se già i politici solitamente non mantengono quello che è nel programma adesso bisogna supportarli per quello che non c'è ma FORSE sottintendono (anche se ci hanno detto di no a precisa domanda)...e poi chiamate sognatori Brusco e Giannino?

 

 

 

Ci vedo una grande differenza di fondo. Renzi è un tesserato del PD e fa politica da anni sotto la bandiera del PD... FilD è cosa nuova e non nasce da nessuna costola di Monti. Credo che questa differenza non sia da trascurare nell'analisi.

tu dici, riferendoti a me: "Parli come se la salvezza del paese passasse da Monti, a prescindere da quel che vuol fare, e come se Fid avesse uno "zoccolo duro" di votanti che li seguirebbe comunque, nessuna delle due cose è vera."

La prima cosa è vera nel senso che molto probabilmente avremo un governo Monti con Bersani nei prossimi 5 anni e la salvezza del paese dipenderà da quello che farà il governo. Quindi FiD sarà utile, almeno nel breve-medio periodo, nella misura in cui riuscirà a influenzare la linea del governo. Peraltro, questo avrà conseguenze anche sulle possibilità di espansione e successo futuro di FiD a più lungo termine.

Di qui il mio dilemma: rispetto al primo obiettivo, e secondariamente rispetto al secondo, è più efficace l'opzione "con Monti" o "da soli"?

A differenza di Ranucci io davvero non lo so e mi limito a chiedere un'accurata analisi comparativa dei pro e dei contro negli scenari realisticamente ipotizzabili in corrispondenza alle due opzioni, tenendo conto dei molti fattori in gioco.

Do per scontato che un'adesione di FiD all'agenda Monti, senza nessuna rinuncia al programma di FiD ma senza la pretesa che l'intera coalizione lo sottoscriva, sarebbe ben accolta da Monti. Se questo non fosse vero, il dilemma ovviamente non si porrebbe e non resterebbe che correre da soli.

D'accordo con Corrado sulla seconda cosa: nel calcolo dei pro e dei contro di ciascuna delle due opzioni, bisogna tenere conto, insieme a molte altre cose, anche dell'orientamento dei militanti di FiD, che sembra prevalentemente avverso all'opzione "con Monti", a giudicare dai commenti sul sito. E' un fattore importante, ma non è decisivo, anche perché andrebbe verificato con una procedura democratica, se si volesse dargli un valore decisivo -- cosa cui sarei contrario. Scelte del genere sono responsabilità del gruppo dirigente, a mio parere.

 Ho aderito a Italia futura nel 2011, ne sono uscito quando è stato pubblicato il suo Manifesto per la terza repubblica, per me ambiguo e insoddisfacente. Aderisco invece a FiD perché ne condivido il programma, per i suoi contenuti e perché è un programma abbastanza chiaro e dettagliato. Manterrò l'adesione a FiD sia che corra da solo sia che si allei con Monti, anche perché non so quale sia l'opzione migliore, potrebbero essere buone entrambe.

Ma proprio perché condivido il programma di FiD, mi preoccupo di quale delle due opzioni abbia conseguenze più o meno favorevoli all'attuazione del programma stesso, o di un programma simile, già nel breve periodo. Cosa assai diversa da atti di testimonianza sulla sua bontà. Mi interessa prendere i topi davvero e al più presto, mi importa poco di testimoniare la mia inflessibile volontà di prenderli.

Ricordo, in aggiunta a quanto scritto sopra, che per mettersi assieme a qualcuno occorre l'accordo di entrambi. Bisogna che noi vogliamo loro e che loro vogliano noi. Certo possiamo anche dire che non romperemo tanto le scatole sulla riduzione della spesa e sulle fondazioni bancarie, ma allora che ci stiamo a fare con loro? Se vi piace questo, votate pure loro, la nostra presenza non è che possa cambiare le cose più di tanto.